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ORGANIZZAZIONE DI RETI

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Presentazione sul tema: "ORGANIZZAZIONE DI RETI"— Transcript della presentazione:

1 ORGANIZZAZIONE DI RETI

2 COS’E’ UNA RETE Una rete può essere descritta come un grafo,
ossia un insieme di nodi connessi da link

3 PERCHE’ LE RETI SONO IMPORTANTI ?
Dal riduzionismo alla complessità: dal capire i “singoli pezzi” al capire le connessioni Le reti sono ovunque L’analisi formale delle reti evidenzia molte caratteristiche comuni a contesti molto diversi La forma della rete implica vincoli e possibilità

4 Paul Erdós e Alfréd Rényi, 1950
Il ricevimento Paul Erdós e Alfréd Rényi, 1950 Affinché tutti abbiamo una opportunità di contatto con tutti serve molto meno tempo del previsto.

5 Il ricevimento Si parte con pochi piccoli cluster isolati;
sono sufficienti pochi link “meno timidi” (ponti sociali) per costruire una unica grande rete. È sufficiente un link per ogni nodo per collegare tutti (e normalmente i link sono molti di più!)

6 Mondi piccoli e legami deboli
Mark Granovetter La forza dei legami deboli 1973

7 Mondi piccoli e legami deboli
Le reti comprendono spesso cluster (gruppi di amici) al loro interno I legami deboli (le conoscenze) sono più importanti delle amicizie forti e radicate nel capitale sociale individuale!

8 La comparsa degli hub Gli studi su Internet hanno evidenziato la presenza di un ridotto numero di nodi con un numero di link molto alto (hub o connettori) Gli hub sono nodi che fanno simultaneamente parte di molti grandi cluster

9 Nelle reti reali la maggioranza dei nodi ha
pochi link, mentre pochi nodi ne hanno molti. pochi grandi hub definiscono in misura determinante la topologia.

10 CHE TIPO DI RETI VOGLIAMO PROMUOVERE ?

11 Viviamo l’era della complessità.
…….. Culturalmente non possiamo più prescindere da una prospettiva sistemica, né dalla consapevolezza della centralità dell’elemento relazionale. La rete è una forma organizzativa insita nella complessità. MA …. noi siamo “ adeguati” all’organizzazione di rete ?

12 Il ruolo dei ‘ponti sociali’
Importante il presidio delle capacità di ‘manutenere’ le reti e dell’autocontrollo non leaderistico dei ponti sociali

13 La dimensione meta Investimento “ META”: sulla scelta della struttura organizzativa e del modello decisionale ( = gestione del potere) sulla lettura dei processi( gestione dei conflitti) in modo che siano coerenti con il fine

14 Il modello di rete possibile
Nel tentativo di contrastare le tendenze ‘aristocratiche’ tipiche delle reti complesse, Rete Lilliput ha praticato interessanti metodi di ‘governo’: 1. la facilitazione delle riunioni e il ‘consenso’ per quanto riguarda la presa di decisioni, 2. la rotazione degli incarichi di responsabilità a tutti i livelli, 3. la delega per fiducia e competenza a ‘luoghi’/nodi deputati all’elaborazione delle specifiche ‘campagne’/iniziative o alle prese di posizione sui temi di intervento, 4. l’autonomia dei nodi, 5. il prevalere tendenziale del livello locale su quello nazionale, ecc

15 ORGANIZZARE LA PARTECIPAZIONE
Quali sono i passaggi perché un processo consenta la partecipazione ? analizzare il contesto Far emergere i problemi più sentiti dai diversi soggetti della comunità ( esplicitare le diversità, gli interessi di cui si è portatori) Favorire la relazione tra le varie parti della comunità in modo da generare connessione emotiva sui problemi.( quando si tratta di bisogni non si può priorizzare).

16 ………………..progettazione e valutazione
Solo dopo questa fase definire gli obiettivi e i metodi dell’azione. E’ importante non cercare soluzioni senza avere condiviso problemi e bisogni, senza avere consentito alla gente di condividere una visione del contesto; di visualizzare il processo collettivo. La partecipazione di facciata non crea appartenenza Attivare processi di valutazione della comunità in relazione ai progetti che si realizzano

17 PROSPETTIVA SISTEMICA

18 Kurt Lewin Prussia Newton ville 1947 Pioniere della psicologia sociale 1939 Teoria del campo Persona e ambiente sono considerati come un insieme interconnesso che va a formare lo spazio vitale di ogni soggetto. “ The Life space”, lo spazio di vita è un campo di forze. Esistono forze attrattive e repulsive che creano spazi di congelamento e di scongelamento. Ricerca-azione ; dinamiche di gruppo; teoria di campo

19 Ogni persona è inevitabilmente condizionata
dal sistema di forze attrattive e repulsive del proprio contesto di vita C = f (P, A) in cui si mette in risalto che il comportamento (C) di un individuo è una funzione regolata da fattori interdipendenti costituiti dalla sua personalità (P) e dall'ambiente (A) che lo circonda.

20 IDENTITA’ RELAZIONALE e teoria dei sistemi

21 Gregory Bateson La relazione precede l’individuo. Gli individui sono filtri creativi. Gli individui sono relazioni nulla ha significato se non è visto in un contesto (9 maggio Granchester 1904 – 4 luglio San Francisco 1980 Biologo,antropologo, linguista, semiotico, Cibernetico, scienziato sociale,terapeuta sistemico..

22 La sua teoria dei sistemi sottolinea
l’irriducibile molteplicità dei punti di vista e sposta l’accento dal problema del controllo a quello dell’ interconnessione reciproca tra sistemi.

23 E LE RETI…..? Le reti esistono. Vanno riconosciute
Prima competenza per un animatore di rete è quella di saper leggere il contesto, di “saper tessere le storie” Presuppongono una competenza relazionale già molto evoluta. La rete presuppone “il sapersi concepire come soggetto plurale che esprime e attualizza la modalità dell’essere con” S. Foulkes


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