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DALLA NORMA ALLA PRATICA DIDATTICA:

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Presentazione sul tema: "DALLA NORMA ALLA PRATICA DIDATTICA:"— Transcript della presentazione:

1 DALLA NORMA ALLA PRATICA DIDATTICA:
ALCUNE RIFLESSIONI SULLA LEGGE 170/2010 Sarnano 5 – 15 marzo 2012 Force 14 – 21 marzo 2012

2 COSA SONO I DISTURBI SPECIFICI DELL’APPRENDIMENTO?
Raccomandazioni per la pratica clinica sui disturbi specifici dell’apprendimento (P.A.R.C.C, Bologna 2011) Consensus Conference (Montecatini, 2006 – Milano 2007 ) ?

3 Gamma diversificata di problematiche nello sviluppo cognitivo e nell’apprendimento scolastico NON IMPUTABILI A FATTORI DI HANDICAP MENTALE GRAVE e definibili in base al MANCATO RAGGIUNGIMENTO di criteri attesi di apprendimento rispetto alle potenzialità del soggetto [Cornoldi, 1991] SPECIFICITÁ: il disturbo interessa, in modo SIGNIFICATIVO ma CIRCOSCRITTO, uno specifico dominio di abilità (lettura, scrittura o calcolo), lasciando INTATTO il funzionamento intellettivo generale. DISCREPANZA: tra abilità del dominio interessato e l’intelligenza generale adeguata all’ ETÁ cronologica e alla CLASSE FREQUENTATA ESCLUSIONE - menomazioni sensoriali e neurologiche gravi, disturbi significativi della sfera emotiva - situazioni ambientali di svantaggio socio-culturale che possono interferire con un’adeguata istruzione

4 Non sono un asino! Non sono pigro, non sono stupido!!!! Ho difficoltà a leggere e scrivere…. SONO DISLESSICO!!!!!

5 ALTRE CARATTERISTICHE DEI DSA
1. CARATTERE EVOLUTIVO: pur essendo già presenti nelle primissime fasi di sviluppo, si manifestano con la scolarizzazione e accompagnano il bambino nel corso di tutto il suo sviluppo fino all'età adulta. 2. DIVERSA ESPRESSIVITÁ nelle diverse fasi evolutive delle abilità 3.COMORBILITÁ: associazione (spesso costante) con altri disturbi 4. CARATTERE NEUROBIOLOGICO DELLE ANOMALIE PROCESSUALI: i fattori biologici interagiscono attivamente nella determinazione della comparsa del disturbo con i fattori ambientali. 5. IL disturbo specifico DEVE COMPORTARE un impatto SIGNIFICATIVO e NEGATIVO per l’adattamento scolastico e per le attività della vita quotidiana (sociale e di relazione)

6 DISTURBI DELLA LETTO - SCRITTURA
Disortografia Disgrafia Dislessia

7 DISTURBI DELLA LETTO - SCRITTURA
Dislessia: disturbo specifico nella RAPIDITÁ e nell’ACCURATEZZA della lettura (sillabe, lettere, parole ad alta e bassa frequenza, brano). In genere il bambino ha difficoltà a riconoscere e comprendere i segni associati alla parola. Sono escluse le difficoltà connesse alla comprensione del testo (competenze linguistiche, cognitive e metacognitive).

8 DISTURBI DELLA SCRITTURA
Natura motoria (competenze visuo – motorie) Natura linguistica (competenze fonologiche) Disgrafia: specifica difficoltà a livello grafo – esecutivo. La riproduzione dei segni alfabetici e numerici è caratterizzata da un ductus incerto e irregolare. È una difficoltà che investe la SCRITTURA MA NON IL CONTENUTO Disortografia: specifico disturbo nella correttezza della scrittura (intesa come processo di trasformazione dei fonemi in grafemi).

9 INDICATORI PER IL POTENZIAMENTO E L’EVENTUALE SEGNALAZIONE
Lettura - scrittura Fine del primo anno della Primaria • difficoltà nell’associazione grafema-fonema e/o fonema - grafema; • mancato raggiungimento del controllo sillabico in lettura e scrittura; • eccessiva lentezza nella lettura e nella scrittura; • incapacità a produrre le lettere in stampato maiuscolo in modo riconoscibile Età minima per la diagnosi: completamento del secondo anno della scuola primaria.

10 DISTURBO SPECIFICO DEL CALCOLO
Discalculia

11 DISTURBO SPECIFICO DEL CALCOLO
Discalculia Segni fondamentali • disturbi nella lettura e nella scrittura dei numeri • disturbi nella conoscenza procedurale (applicazione degli algoritmi delle operazioni) • disturbi nel recupero di fatti numerici (tabelline e operazioni entro il 20) Esclusione dalla diagnosi: difficoltà di soluzione dei problemi matematici

12 Età minima per la diagnosi:
Indicatori per il potenziamento e l’eventuale segnalazione Fine del primo anno della Primaria: • difficoltà nel riconoscimento di piccole quantità; • difficoltà nella lettura e la scrittura dei numeri entro il dieci; • difficoltà nel calcolo orale entro la decina anche con supporto. Età minima per la diagnosi: non prima della fine del 3° anno della scuola primaria

13 Quali sono i sintomi più comuni nei D.S.A.?
1. Difficoltà nel memorizzare in ordine i giorni della settimana, i mesi e le stagioni. 2. Confusione della destra con la sinistra. 3. Mancanza del senso e dell’organizzazione del tempo (difficoltà nel sapere che ore sono, nel leggere l’orologio e nella gestione del diario e dell’orario scolastici). 4. Difficoltà della motricità fine (allacciarsi le scarpe o i bottoni). 5. Problemi attentivi e di concentrazione (eccessiva vivacità). 6. Problemi di memoria a breve termine. 7. Lettura molto lenta e scorretta. 8. Ridotta comprensione del testo letto.

14 Area linguistico-letteraria:
Lettura non fluida e scorretta 2. Lentezza a scrivere (in particolare quando si tratta di copiare dalla lavagna commettono errori, saltano parole e righe, non utilizzano armoniosamente lo spazio del foglio. 3. Scrittura con caratteri troppo grandi e/o troppo piccoli e preferenza dello stampato maiuscolo.

15 Area linguistico-letteraria:
I bambini dislessici o disortografici possono: - Sostituire lettere con grafia simile (p/b/d/g/q-a/o-e/a) o con suoni simili (t/d-r/l-d/b-v/f) - Omettere le doppie e la punteggiatura; - Imparare l’ordine alfabetico con difficoltà; - Non riuscire ad usare il vocabolario; - Mostrare un lessico povero; - Avere difficoltà a memorizzare termini difficili e specifici delle discipline; - Mostrare difficoltà nel ricordare gli elementi geografici, le epoche storiche, le date degli eventi, lo spazio geografico ed i nomi delle carte; - Avere difficoltà nell’espressione verbale del pensiero e nel riconoscere le caratteristiche morfologiche della lingua italiana. - Tutti i bambini con D.S.A. hanno difficoltà nell’apprendere le lingue straniere, in particolare, la loro scrittura (trasparenza linguistica)

16 Area logico-matematica
Difficoltà ad imparare le tabelline, a fare i calcoli in automatico, ad eseguire numerazioni regressive e le procedure delle operazioni aritmetiche. Nel disturbo del calcolo possono essere compromesse capacità di diversa natura: - Capacità “linguistiche”: comprendere o nominare i termini, le operazioni o i concetti matematici e codificare i problemi scritti in simboli matematici. Capacità “percettive”: riconoscere o leggere simboli numerici o segni aritmetici e raggruppare oggetti Capacità “attentive”: copiare correttamente i numeri o figure, ricordarsi di aggiungere il riporto e rispettare i segni operazionali. - Capacità “matematiche”: seguire sequenze di passaggi matematici, contare oggetti e imparare le tabelline. Nei bambini discalculici si osservano difficoltà nel leggere, scrivere e ricordare numeri complessi o lunghi.

17 LA NORMATIVA PRIMA DELLA L. 170/2010

18 LA NORMATIVA PRIMA DELLA L. 170/2010
Circolare MIUR Prot. n° 4099/a/4/ del – Iniziative relative alla Dislessia Elenco delle misure dispensative compensative Circolare MIUR. Prot. n°26/A del – Iniziative relative alla dislessia Per poter usufruire degli interventi di compenso e / o dispensa è sufficiente la diagnosi specialistica di DSA; tali strumenti vanno applicati in tutte le fasi del percorso scolastico, compresa la valutazione finale. Nota MIUR. nn°4600 e del Per gli aluni con DSA non è prevista la dispensa dalle prove scritte ma viene consentito un tempo più lungo per lo svolgimento delle prove DPR n° 122/2009 – Regolamento valutazione Art. 9 Per gli alunni con DSA adeguatamente certificati, la valutazione e la verifica degli apprendimenti devono tener conto delle specifiche situazioni soggettive. Adozione degli strumenti compensativi e delle misure dispensative ritenuti idonei Nel diploma finale non viene fatta menzione delle modalità di svolgimento e della differenziazione delle prove. Circolare MIUR. n°50 del – Versione informatizzata della Prova nazionale per i candidati con DSA, preventivamente richiesta dall’istituzione scolastica. Tempo aggiuntivo stabilito dalla sottocommissione (massimo 30 minuti) NOTA MIUR. Prot. n°3815del – Nel caso di candidati con DSA che necessitano di versione informatizzata dalla prova nazionale, il capo d’istituto ne fa richiesta all’’INVALSI per tempo (entro il 9 giugno 2011)

19 LA NORMATIVA VIGENTE LEGGE 170/2010
Riconosce ufficialmente e definisce la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia come Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA). Stabilisce alcuni generali diritti. Precisa: 1. Gli studenti con diagnosi di DSA hanno diritto a fruire appositi provvedimenti dispensativi e compensativi nel corso dei cicli di istruzione e di formazione e negli studi universitari. 2. La didattica personalizzata e individualizzata deve concertarsi con forme efficaci e flessibili del lavoro didattico 3. Occorre tener conto delle caratteristiche peculiari dei singoli. Assegna al sistema nazionale di istruzione e agli atenei il compito di individuare forme didattiche e modalità di valutazione adeguate e finalizzate al successo formativo di alunni e studenti con DSA. DECRETO ATTUATIVO 5699/2011 individua Modalità di formazione dei docenti e dei Dirigenti Scolastici Modalità di individuazione di alunni e studenti con DSA Misure educative e didattiche a supporto del processo di insegnamento/apprendimento di alunni e studenti con DSA. Diritto di effettuare interventi didattici individualizzati e personalizzati. Forme di verifica e di valutazione di alunni e studenti con DSA LE LINEE GUIDA forniscono indicazioni per realizzare interventi didattici individualizzati e personalizzati per utilizzare strumenti compensativi e applicare le misure dispensative livello essenziale delle prestazioni richieste alle istituzioni scolastiche e agli atenei per garantire il diritto allo studio di alunni e studenti con DSA.

20 LEGGE 170 / 2010 Le finalità della Legge (art. 2).
Garantire il diritto all’istruzione Favorire il successo scolastico…. garantire una formazione adeguata e promuovere lo sviluppo delle potenzialità. Ridurre i disagi relazionali ed emozionali Adottare forme di verifica e di valutazione adeguate alle necessità formative degli studenti. Preparare gli insegnanti sensibilizzare i genitori nei confronti delle problematiche legate ai DSA. Favorire la diagnosi precoce e percorsi didattici riabilitativi Incrementare la comunicazione e la collaborazione tra famiglia, scuola e servizi sanitari Assicurare uguali opportunità di sviluppo delle capacità in ambito sociale e professionale LEGGE 170 / 2010

21 COSA FA LA SCUOLA?

22 La scuola… 1. INTERVENTI DI IDENTIFICAZIONE PRECOCE DEI CASI SOSPETTI
(L. 170/2010, art. 2, comma f, art. 3, comma 3 e art. 7, comma 1; DM 5699/2011, art. 2, comma 1; Linee guida par. 2., 2.1, 2.2, 6.4) 2. ATTIVITÁ DI RECUPERO DIDATTICO MIRATO (L. 170/2010, art. 3, comma 2; DM 5699/2011, art. 2, comma 1; Linee guida par. 6.4) 3. PERSISTENTI DIFFICOLTÁ (L. 170/2010, art. 3, comma 2, DM 5699/2011, art. 2, comma 1) 4. COMUNICAZIONE DELLA SCUOLA ALLA FAMIGLIA (L. 170/2010, art. 3, comma 3 e, DM 5699/2011, art. 2, comma 1, Linee guida, par. 6.4)

23 La scuola… 1. INTERVENTI DI IDENTIFICAZIONE PRECOCE DEI CASI SOSPETTI
(L. 170/2010, art. 2, comma f, art. 3, comma 3 e art. 7, comma 1; DM 5699/2011, art. 2, comma 1; Linee guida par. 2., 2.1, 2.2, 6.4) La scuola è il PRIMO ATTORE che può evidenziare difficoltà di lettura e scrittura perché è SOLO IN QUESTO AMBITO che il bambino inizia a confrontarsi con questa attività. Il riconoscimento precoce dei DSA nell’iter scolastico è una FORMA DI PREVENZIONE PRIMARIA dei soggetti a rischio DSA e DIMINUISCE LE CONSEGUENZE NEGATIVE DEL DISTURBO

24 La scuola… a. Osservazione in classe: i docenti si devono porre nell’ottica di “osservatori” per individuare Le strategie e le modalità con cui ciascun alunno elabora le informazioni Le caratteristiche cognitive su cui puntare per il raggiungimento del percorso formativo Prestazioni atipiche nei vari ambiti di apprendimento potenzialmente interessati dal disturbo: lettura, scrittura e calcolo b. Attività di screening Devono essere attuate dalle scuole di ogni ordine e grado Devono assumere un carattere routinario Richiedono un intervento coordinato degli insegnati e degli operatori del Servizio Sanitario Nazionale Allo stato attuale non esiste un test unico utile per l’individuazione di alunni a rischio DSA - Le famiglie interessate devono essere informate LE PROVE SOMMINISTRATE IN AMBITO SCOLASTICO NON HANNO VALORE DIAGNOSTICO - POSSONO SERVIRE COME INDICAZIONE PER CONSIGLIARE AL RAGAZZO UNA VISITA DALLO SPECIALISTA

25 La scuola… 2. ATTIVITÁ DI RECUPERO DIDATTICO MIRATO
(L. 170/2010, art. 3, comma 2; DM 5699/2011, art. 2, comma 1; Linee guida par. 6.4) Contribuiscono a definire meglio la natura del problema e aiutano il bambino a recuperare Devono essere modellati in rapporto alla specifica fase di apprendimento e alle reali potenzialità del bambino Può (deve) coinvolgere altri bambini Devono alternare attività che il bambino esegue con successo con altre in cui deve essere aiutato Devono essere documentate Nella progettazione devono coinvolgere professionisti della salute, scuola e famiglia 3. PERSISTENTI DIFFICOLTÁ (L. 170/2010, art. 3, comma 2, DM 5699/2011, art. 2, comma 1) 4. COMUNICAZIONE DELLA SCUOLA ALLA FAMIGLIA (L. 170/2010, art. 3, comma 3 e, DM 5699/2011, art. 2, comma 1, Linee guida, par. 6.4) APPOSITA COMUNICAZIONE: - Formalmente viene trasmessa alla famiglia dal Dirigente Scolastico - Avere la giusta ufficialità Deve descrivere le difficoltà del bambino Documentare il percorso di recupero e potenziamento attivato Sollecitare la famiglia a un approfondimento specifico per individuare se l’alunno è a rischio DSA Verbalizzazione dell’incontro con i genitori

26 Suggerimenti per e attività di recupero e di potenziamento
Disturbo della letto – scrittura Lavorare sulla comprensione del testo Potenziare la lettura silente Insegnare modalità di lettura che consentono di cogliere il significato generale del testo Potenziare le competenze metafonologiche (riconoscere rime, sillabe e fonemi, spelling) Pianificare situazioni di scrittura legate a bisogni e situazioni reali. • Alternare fasi di scrittura collaborativa a fasi di scrittura individuale Utilizzare la scrittura collaborativa nella fase della prescrittura (fase preparatoria del “pensare insieme”) • La pianificazione del testo ( raccolta di idee, stesura e revisione) fatta in collaborazione sostiene la motivazione e migliora la produzione. Disturbo del calcolo Analizzare gli errori per Recuperare fatti algebrici L’applicazione di formule e procedure Potenziare la comprensione semantica

27 COSA FA LA FAMIGLIA?

28 La famiglia… RICHIEDE LA VALUTAZIONE
(L. 170/2010, art. 3, comma 3, Linee guida, par. 6.5) La famiglia provvede a far valutare l’alunno dagli specialisti La famiglia può chiedere alla scuola di osservare il proprio figlio nei casi in cui - Riscontra per prima delle difficoltà - Ci sia anamnesi familiare positiva 2. COMUNICAZIONE DELLA FAMIGLIA ALLA SCUOLA (DM 5699/2011, art. 2, comma 3 , Linee guida, par. 6.5, 6.4) - La famiglia consegna una copia della segnalazione / diagnosi alla Scuola, formalmente al Dirigente Scolastico Ripete la consegna al momento dell’iscrizione dell’alunno a una scuola diversa (trasferimento o passaggio di ordine e grado) Riporta il ragazzo ai controlli secondo le scadenze indicate e consegna alla scuola i nuovi documenti DSA E PRIVACY Dlgs 196 /2003, Codice in materia di protezione dei dati personali Chiunque ha diritto alla protezione dei dati personali che lo riguardano. (Dlgs 196 /2003 , art.1,) Il DSA è un dato sensibile relativo allo stato di salute (Dlgs 196 /2003 , art.4, comma 1, lettera d) - La consegna della dichiarazione dello specialista non è obbligatoria Se ne può parlare solo se si è autorizzati dai genitori o dallo studente se maggiorenne (Dlgs 196 /2003 , art.23, commi 1, ) LA MANCATA CONSEGNA COMPORTA CHE LO STUDENTE NON POSSA ESSERE CONSIDERATO CON DSA, MA SOLO IN DIFFICOLTÁ DI APPREDIMENTO

29 COSA FANNO I SERVIZI ? (L. 170/2010, art. 3, comma 1)

30 DEL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE ESPRIMONO LA SEGNALAZIONE/ DIAGNOSI
LE STRUTTURE DEL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE ESPRIMONO LA SEGNALAZIONE/ DIAGNOSI Nello specifico l’ASUR competente per territorio (in base alla residenza del bambino) L’accertamento diagnostico DÁ LA CERTEZZA EMPIRICA DEL DSA La diagnosi è preceduta da una fase di attentiva in cui l’equipè stabilisce se si tratta di disturbo o di difficoltà. In questa fase viene analizzata la DOCUMENTAZIONE che la famiglia è TENUTA a portare: relazione della scuola in cui si specificano le difficoltà OSSERVATE E RILEVATE, le modalità di apprendimento del soggetto, il PERCORSO DI RECUPERO - POTENZIAMENTO ATTIVATO

31 La diagnosi non deve essere…
una SEMPLICE ATTESTAZIONE DI DSA ATTO COMUNICATIVO fra attori diversi e per questo SENZA ECCESSIVI TECNICISMI La diagnosi dovrebbe esplicitare… le abilità specifiche deficitarie L’eventuale comorbilità le risorse del bambino e del suo ambiente di riferimento gli aspetti affettivi Suggerimenti psico – pedagogici e didattici STRUMENTI COMPENSATIVI E MISURE DISPENSATIVE NECESSARIE E ADATTE AL CASO SPECIFICO LA LEGGE 170 /2010 è VALIDA EX NUNC (dalla data di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale) IN VIRTÚ DI QUESTO PRINCIPIO NON SONO OGGETTO DI REVISIONE LE DIAGNOSI EMANATE PRIMA DELL’ENTRATA IN VIGORE DELLA LEGGE

32 AL PIANO DIDATTICO PERSONALIZZATO (PDP)
DALLA DIAGNOSI AL PIANO DIDATTICO PERSONALIZZATO (PDP) (DM 5699/2011; Linee guida par.3.1) La famiglia presenta la segnalazione /diagnosi alla scuola Il Dirigente Scolastico: Verifica che sia conforme alle disposizioni vigenti La registra nel protocollo riservato (normativa sulla privacy relativa ai dati sensibili) Ne dà comunicazione al Consiglio di Classe per la stesura del Piano Didattico Personalizzato Il referente DSA o il coordinatore di classe organizza: Incontro (da verbalizzare) di presentazione (coordinatore, Dirigente Scolastico e/o referente DSA e famiglia) per la raccolta di informazioni 2. Accordo tra i docenti per la predisposizione del PDP e per la distribuzione della modulistica da compilare 3. Stesura finale e sottoscrizione del documento: docenti del Consiglio di Classe, genitori e, se possibile, il tecnico che ha redatto la diagnosi

33 Cos’è il Piano Didattico Personalizzato?
Perché compilarlo?

34 Cos’è il Piano Didattico Personalizzato?
Espressione dell’azione educativa condivida da docenti, istituzioni socio – sanitarie e famiglia 2. Intervento educativo e didattico condiviso dal Consiglio di Classe 3. SI riferisce agli obiettivi disciplinari della classe 4. Deve essere compilato “in tempi che non superino il primo trimestre scolastico” 5. E’ uno strumento di documentazione dinamico che può essere sottoposto ad aggiornamenti 6. È un ATTO DOVUTO Perché compilarlo? 1. Documentare per decidere e/o modificare le strategie didattiche 2. Condividere la responsabilità educativa con la famiglia 3. Favorire la comunicazione efficace tra i diversi ordini di scuola Pur essendo OBBLIGATORIA la documentazione del percorso che si realizza, attualmente NON ESISTE un MODELLO UFFICIALE di Piano Didattico Personalizzato.

35 L’OBIETTIVO di tali misure e strumenti
STRUMENTI COMPENSATIVI E MISURE DISPENSATIVE L’OBIETTIVO di tali misure e strumenti è quello di mettere L’ALUNNO CON DSA SULLO STESSO PIANO dei suoi compagni, SENZA VIOLARE L’IMPARZIALITÁ (G. STELLA) Cosa sono gli strumenti compensativi? Sono strumenti che FACILITANO L’ESECUZIONE DI COMPITI AUTOMATICI (non intelligenti) compromessi dal disturbo specifico. …e le misure dispensative? - la dispensa da alcune prestazioni i tempi personalizzati per la realizzazione delle attività la valutazione 1. E’ il Consiglio di Classe che decide, in base al caso specifico, quali strumenti utilizzare e quali misure adottare 2. Devono essere scelti per ciascuna materia o ambiti disciplinari 3. Nella scelta degli strumenti compensativi e delle misure dispensative è necessario tener conto della peculiarità dei processi cognitivi

36 VALUTAZIONE (L. 170/2010, art. 5, comma 4, DM 5669/2011, art. 6, Linee guida, par.7.1 ) Specificare nel PDP le modalità di valutazione degli apprendimenti nelle diverse discipline o in ambiti di studio ESCLUDERE LA VALUTAZIONE DI ASPETTI CHE COSTITUISCONO IL DISTURBO STESSO Privilegiare una VALUTAZIONE FORMATIVA, attenta più alle conoscenze, alle competenze di analisi, sintesi e collegamento con eventuali elaborazioni personali, piuttosto che alla CORRETTEZZA FORMALE

37 LINGUE STRANIERE E DSA (L. 170/2010, Art. 5, comma 2, lettera c; DM 5699/2011 art. 6, commi 4, 5, 6; Linee guida par.4.4) “Per l’insegnamento delle lingue straniere [garantire] l’uso di strumenti compensativi che favoriscano la comunicazione verbale e che assicurino ritmi graduali di apprendimento, prevedendo anche, ove risulti utile, la possibilità dell’esonero.” (L. 170/2010, Art. 5, comma 2, lettera c)

38 • Un dislessico può imparare a PARLARE una lingua straniera
• La lingua straniera SCRITTA comporta difficoltà maggiori. I suoni e le concordanze con le lettere sono diversi dalla lingua italiana e molti altri non esistono nella nostra fonologia. • Non è consigliato che un soggetto con DSA impari a leggere e scrivere un’altra lingua fino a quando non abbia la padronanza della lingua madre nella lettura e nella scrittura. • Sarebbe importante che gli studenti con DSA imparassero la lingua straniera parlata, almeno discretamente, prima di provare ad imparare la lingua scritta.

39 Difficoltà più frequenti nello studio delle lingue straniere
• DIFFICOLTA’ MOLTO FORTI NELLA LETTURA NELLO SPELLING NELLA MEMORIZZAZIONE DEI VOCABOLI NEL RIPESCAGGIO IN MEMORIA DELLE CONOSCENZE PREGRESSE NELLA DISCRIMINAZIONE E NELL’ELABORAZIONE DI SUONI NELL’ ASCOLTO E NELL’ESPRESSIONE ORALE NELLA GRAMMATICA A CAUSA DELLA DIFFICILE TERMINOLOGIA DELLE CATEGORIE GRAMMATICALI NEI TEMPI DI ELABORAZIONE DELLE INFORMAZIONI DIFFICOLTA’ NEGLI AUTOMATISMI TEMPI DI ATTENZIONE LIMITATI

40 Le lingue straniere e i DSA…
(L. 170/2010, Art. 5, comma 2, lettera c; DM 5699/2011 art. 6, commi 4, 5, 6; Linee guida par.4.4) LE RISPOSTE DEL DECRETO ATTUATIVO E DELLE LINEE GUIDA Attuare ogni strategia didattica necessaria all’apprendimento delle lingue straniere 1. Privilegiare l’espressione orale rispetto a quella scritta 2. Utilizzo degli strumenti compensativi (audio – libri, programmi con sintesi vocale e correttore automatico, dizionario digitale…) 3. Potenziare il lessico ad alta frequenza 4. Approfondimento dei caratteri culturali, sociali e letterari del popolo che parla la lingua studiata a. Usare la lingua materna b. Applicare gli strumenti compensativi e dispensativi impiegati per le altre materie 5. Nel percorso personalizzato si può prevedere, esplicitandoli, l’individuazione di obiettivi essenziali Le prove scritte sono progettate, presentate e valutate secondo modalità compatibili con le difficoltà connesse ai DSA a. Nella comprensione (orale e scritta) valorizzare il senso generale del messaggio b. Nella produzione considerare l’efficacia comunicativa (farsi comprendere in modo chiaro) tralasciando la correttezza grammaticale c. Uso degli strumenti compensativi d. Utilizzare prove a scelta multipla e. Tempi aggiuntivi f. Riduzione del carico di lavoro

41 DISPENSA (DM 5699/2011 art. 6, comma 5; Linee guida par.4.4)
- La dispensa RIGUARDA SOLO ED ESCLUSIVAMENTE LE PROVE SCRITTE - Può essere temporanea o permanente La certificazione di DSA deve attestare la gravità del disturbo La famiglia deve presentare la richiesta di dispensa dalle prove scritte Il Consiglio di Classe deve approvare e confermare la dispensa Sulla base del Piano Didattico Personalizzato, le PROVE ORALI SOSTITUTIVE sono stabilite a. dal Consiglio di Classe nel corso dell’anno scolastico b. dalle Commissioni in sede di esame conclusivo del ciclo di istruzione IL TITOLO CONSEGUITO È VALIDO PER L’ISCRIZIONE AD ALTRO ORDINE DI SCUOLA

42 ESONERO - Il certificato diagnostico deve attestare
(DM 5699/2011 art. 6, comma 6; Linee guida par.4.4) - Il certificato diagnostico deve attestare Gravità del disturbo Comorbilità con altri disturbi e /o patologie L’esonero viene richiesto dalla famiglia e approvato dal Consiglio di Classe L’esonero dall’insegnamento della lingua straniera COMPORTA un percorso didattico DIFFERENZIATO (l.104/1992) AL TERMINE DEL PERCORSO DI STUDI VIENE RILASCIATO UN ATTESTATO (DPR 323/1998, art. 13)

43 Come aiutare un alunno con DSA? Alcuni consigli pratici …..
Fare attenzione a: Clima di classe Positivo Spiegare alla classe cosa sono i DSA Creare un contesto di relazione come contesto di apprendimento Ambiente Ben strutturato e accogliente Punti di riferimento precisi nello spazio c. Orologio grande e leggibile, calendario e. Pareti attrezzate con RIFERIMENTI VISIVI per la lingua, la matematica, la storia, la geografia e RIFERIMENTI EXTRALINGUISTICI (grafici temporali, foto, schemi, mappe…)

44 Didattica… L’azione didattica DOVREBBE EVITARE richieste eccessive e frustranti Privilegiare l’apprendimento laboratoriale favorendo “l’operatività, il dialogo e la riflessione su quello che si fa. Sollecitare le conoscenze pregresse, anche quelle informali, per introdurre nuovi argomenti. Scomporre il compito e lavorare separatamente sulle diverse componenti Valutazione separata delle diverse componenti • Semplificare il più possibile e in modo adeguato i concetti • Dare istruzioni esplicite • Sostenere con guida esterna nelle fasi iniziali del compito • Favorire l’autoverbalizzazione • Analizzare e conoscere il processo (e non solo il prodotto) • Valorizzare il lavoro di coppia e per piccoli gruppi Potenziare l’autostima evitando di sottolineare le difficoltà

45 ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO PERSONALE
METODO DI STUDIO Promuovere la consapevolezza del proprio modo di apprendere perché il PRIMO STRUMENTO COMPENSATIVO per un alunno con DSA è UN EFFICACE METODO DI STUDIO ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO PERSONALE • Organizzare la propria stanza • Tenere in ordine il banco • Tenere in ordine il materiale scolastico • Tenere in ordine il quaderno • Organizzare la settimana • Capire e memorizzare l’orario scolastico • Usare il diario • Pianificare i compiti a casa • Pianificare il materiale necessario • Organizzare il proprio tempo

46 Metodo di studio • Insegnare la tecnica della sottolineatura, delle MAPPE… • Insegnare ad usare materiale audiovisivo e sussidi tecnologici • Richiedere tempi di attenzione contenuti • Predisporre SCALETTE DEGLI ARGOMENTI • Programmare le interrogazioni • Semplificare i testi • Ridurre la quantità di esercitazioni e studio a casa e a scuola

47 La presenza dell’insegnante di sostegno deve essere vissuta
SE IN CLASSE È PRESENTE INSEGNANTE DI SOSTEGNO? • La presenza di un insegnante di sostegno può essere preziosa con la funzione di: lettore aiutante nello studio della lingua straniera orale aiutante nel prendere appunti durante le lezioni • aiutante nell’insegnamento di strategie di studio (sottolineatura, titolazione e semplificazione di un testo, elaborazione di mappe concettuali e cognitive) maestro nell’insegnamento dell’uso del computer, in particolare delle tecnologie a supporto dei DSA. Guidare attività di gruppo finalizzate all’approfondimento o al recupero La presenza dell’insegnante di sostegno deve essere vissuta come un aiuto ed un’opportunità in più, mai come elemento di emarginazione. • L’insegnante di sostegno o il tutor (come pure i genitori a casa) devono mirare a creare autonomia di lavoro, stimolare l’uso consapevole di tutti gli strumenti possibili, cartacei ed informatici.

48 DIFFICOLTÀ CHE SI POSSONO RISCONTRARE ALLA SCUOLA DELL’INFANZIA
1. A quattro anni difficoltà di linguaggio (non completa le frasi, parole non adeguate al contesto, espressione linguistica non adeguata) 2. Inadeguatezza nei giochi fonologici 3. Difficoltà nella copia da modello e disordine nello spazio del foglio 4. Difficoltà nell’utilizzo della memoria a breve termine Difficoltà ad imparare filastrocche Difficoltà a memorizzare nomi di oggetti quotidiani utilizzati spesso Difficoltà di attenzione Inadeguata manualità fine Goffaggine accentuata nel vestirsi, allacciarsi le scarpe Inadeguato riconoscimento della destra e della sinistra Difficoltà di organizzazione e integrazione spazio – temporale, lacune percettive sono PREDITTIVE DI SITUAZIONI PROBLEMATICHE.

49 COSA FARE? Leggere e riprodurre ritmi
Lavoro fonologico Leggere e riprodurre ritmi Affinare la consapevolezza dei suoni che si possono riprodurre attraverso la voce Attività di simbolizzazione Leggere molto ai bambini Dare libri Costruire libri Stimolare la percezione e la discriminazione di quantità (piccole numerosità, confronto di quantità) Giochi di memoria visiva, uditiva e verbale Organizzare un ambiente stimolante e motivante Segnalare alla Scuola Primaria “casi dubbi” Attività di screening

50 DALLA NORMA ALLA PRATICA DIDATTICA:
ALCUNE RIFLESSIONI SULLA LEGGE 170/2010 Sarnano 5 – 15 marzo 2012 Force 14 – 21 marzo 2012


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