La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

APPRENDERE NELL’ERA DIGITALE

Presentazioni simili


Presentazione sul tema: "APPRENDERE NELL’ERA DIGITALE"— Transcript della presentazione:

1 APPRENDERE NELL’ERA DIGITALE
La tecnologia e i “nativi digitali” di Maurizio Pincherle Force - Ortezzano, 22 marzo 2013

2 Dal passato al futuro attraverso il presente
Per secoli lo sviluppo cognitivo dell’uomo è rimasto ancorato agli stessi parametri: - apprendere dall’ambiente, sempre uguale, scarsamente stimolante, chiuso. - Le comunità rurali erano piccole e non entravano in contatto tra loro - L’unica occasione per il bambino di evolversi era apprendere la letto-scrittura La rivoluzione digitale, avviata con la nascita del linguaggio binario comune a tutti i media che viene sempre più utilizzato per trasformare i mezzi di comunicazione tradizionali e per crearne di nuovi, ha contribuito a mutare profondamente il concetto di comunicazione, formazione e stili di apprendimento.

3 L’apprendimento nei secoli scorsi
Solo così l’uomo dei secoli scorsi poteva entrare in contatto con le esperienze degli altri ed evolvere La lettura dei libri permetteva di costruire nuove esperienze cognitive Il SNC del bambino poteva essere portato a costruire collegamenti neuronali sempre più complessi sotto la spinta di stimoli che coinvolgevano esclusivamente il versante verbale Studi liceali ed universitari molto complessi portavano pochi individui dell’ottocento ad elevatissimi livelli cognitivi e culturali, ma lo scambio di informazioni era ridotto ed avveniva in ambienti elitari Per tutti gli altri non vi erano altre occasioni di stimolo

4 Lettera di auguri di mio nonno (14 anni) al padre per il suo compleanno in latino con citazioni in greco.

5 Rappresentazioni mentali
Il flusso di informazioni era ridotto La via utilizzata era quella logico-verbale Il pensiero utilizzato era rappresentativo La via visiva era poco utilizzata In altre parole, chi studiava leggeva molti libri e lavorando di immaginazione, faceva rappresentazioni mentali. Le rappresentazioni fluivano lentamente. C’era una netta distinzione tra mondo reale ed immaginativo.

6 La prima rivoluzione del 900
La prima piccola rivoluzione è stata portata dal cinema e dalla radio negli anni trenta-quaranta Si passa dall’esperienza reale, o da quella immaginativa del libro scritto, ad un nuovo tipo di stimolazione degli apprendimenti: una pseudo-realtà che porta a confondere esperienze visive ed uditive in un mondo sospeso tra reale ed immaginario in cui le immagini ed i suoni entrano nella nostra mente a fiumi. In questo sta il successo di queste nuove vie comunicative

7 La rivoluzione della TV
La rivoluzione degli anni sessanta: la televisione entra in tutte le case e cambia il modo di pensare dell’individuo. I bambini crescono sviluppando nel loro SNC nuove connessioni sinaptiche Il modo di pensare diventa di tipo iconico: una miriade di immagini in sequenza si presenta ogni minuto alle aree visive posteriori dando vita ad una valanga di messaggi da spedire in ogni parte del SNC

8 La nostra generazione Questi bambini degli anni sessanta siamo noi, cresciuti con stimoli visivi che hanno forgiato un nuovo tipo di cervello rispetto a quello dei nostri genitori Tuttavia noi adulti di oggi abbiamo mantenuto una forte componente immaginativa verbale per il persistere nei mezzi educativo-pedagogici cui siamo stati esposti (gli stessi del passato)

9 Le rivoluzioni decennali
Anni ottanta: la rivoluzione del computer Anni novanta: la rivoluzione di internet Duemila: la rivoluzione della rete Nuove esperienze, nuove vie di apprendimento, di comunicazione Nuove reti neurali nel SNC, che funzionano in modo diverso…..Nuovi bambini…… E la scuola di oggi che fa ???

10 I nativi digitali Nuova forma di Homo sapiens generata da
MEDIA DIGITALI STILE COMUNICATIVO orientato alla INTERAZIONE, PRODUZIONE DI CONTENUTI CONDIVISIONE ‘Il diffondersi dei media digitali e l’affermarsi di uno stile della comunicazione orientato all’interazione, alla produzione di contenuti e alla condivisione sono stati accompagnati, nel corso del dispiegarsi della rivoluzione digitale, dall’affacciarsi sulla scena di una nuova forma evolutiva dell’Homo sapiens: i ‘nativi digitali’. I nuovi studenti sono cambiati radicalmente, non sono più i soggetti per i quali il tradizionale sistema educativo è stato progettato e sviluppato.

11 I nativi digitali Bambini tra gli 0 e il 12 anni
esperienza diretta e precoce degli schermi interattivi digitali - consolle per i videogiochi, cellulari, computer, iPod - così come della navigazione in Internet Gli studenti di oggi non hanno subito una trasformazione incrementale come è successo in passato nel succedersi delle generazioni. Non hanno semplicemente cambiato il loro gergo, i loro vestiti e i loro sistemi simbolici di riconoscimento e appartenenza, così come i loro stili di comportamento. Si è manifestata una discontinuità radicale.’ (Prensky 2001). L’evento che ha cambiato radicalmente le cose è rappresentato dall’ideazione e rapida diffusione della tecnologia digitale.

12 COME APPRENDONO I NUOVI STUDENTI?

13 Programma di ricerca internazionale «New Millennium Learners», condotto dal Centre for Educational Research and Innovation (CERI) di Parigi L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) ha promosso un’indagine internazionale (progetto PISA - Programm for International Student Assessment) per accertare conoscenze e capacità dei quindicenni scolarizzati. Il progetto, che intende monitorare il sistema dell’istruzione, ha avuto inizio nel 2003, ed ha raccolto dati, con periodicità triennale, fino al 2009, con l’obiettivo di verificare in che misura i giovani che escono dalla scuola dell’obbligo abbiano acquisito alcune competenze giudicate essenziali per svolgere un ruolo attivo nella società e per continuare ad apprendere per tutta la vita. Il programma è finalizzato ad analizzare i comportamenti di apprendimento e gli stili cognitivi degli ‘studenti del nuovo millennio’. Il programma è il primo ad analizzare in maniera periodica ed estensiva gli effetti della rivoluzione digitale sui nuovi studenti.

14 Risultati 92% degli studenti che hanno accesso o che possiedono un computer ottiene un punteggio PISA di 506 punti Il restante 8% ( che non possiede un computer, o che non ha la possibilità di accedervi da casa) ottiene in media un punteggio di 478 punti Punteggio medio PISA (Program international Student Assesment) fissato a 500 punti il 92% degli studenti che hanno accesso o che possiedono un computer ottiene, al PISA, un punteggio di 506 punti. Il restante 8% (che non possiede un computer, o che non ha la possibilità di accedervi da casa), ottiene in media un punteggio di 478 punti. Il distacco assume ancora maggior rilevanza se si considera che il punteggio medio PISA è fissato a 500 punti. Naturalmente questo non significa che un uso smodato delle tecnologie informatiche sia, di per sé, garanzia di una migliore performance di apprendimento.

15 Tecnologia e frequenza d’uso
Il 28% dei soggetti che usano moderatamente il computer (2/3 volte la settimana) ottiene punteggi medi al PISA di 516 punti Il 28% dei soggetti che usano raramente o non usano affatto il computer a scuola ottiene punteggi medi di 507 punti Il restante 44% degli studenti che usa frequentemente il computer a scuola ottiene punteggi medi di 499 punti (Pedrò, 2006) Andando ad analizzare qualitativamente i dati, emerge che gli studenti che ottengono i punteggi migliori nell’indagine PISA sono quelli che vivono e studiano in scuole e famiglie che possiedono le tecnologie e che, durante le ore curricolari, fanno un uso non troppo frequente di questi strumenti.  Sono ormai in molti a sostenere gli innumerevoli vantaggi che la multimedialità offrirebbe per favorire e migliorare l'apprendimento: i sistemi ipermediali sarebbero in grado di fornire rappresentazioni della conoscenza sfruttando differenti sistemi simbolici, permetterebbero di individuare e sviluppare prospettive di lavoro molteplici e diversificate, favorirebbero una migliore autoregolazione nell'apprendimento. I media digitali non sono solamente strumenti didattici. L'utilizzo dei nuovi media  genera delle vere e proprie trasformazioni nel recepire, trasmettere e organizzare le informazioni sia nei docenti che nei discenti.

16 Nuovi media e apprendimento multimediale
Le teorie dell’apprendimento multimediale 1) La teoria della doppia codifica di Paivio, 1991 2)La teoria del carico cognitivo di Chandler e Sweller, 1991 3) La teoria delle rappresentazioni multimediali di Schnotz, 2001 4) La teoria di Mayer, 2001. Mammarella, Cornoldi, Pazzaglia. Psicologia dell’apprendimento multimediale, Il Mulino, 2004 Come avviene l’apprendimento multimediale? Per rispondere a questa domanda possiamo far riferimento a tre teorie: quella della doppia codifica di Paivio, quella delle rappresentazioni multimediali di Schnotz e la teoria di Mayer.

17 Nuovi media e apprendimento multimediale
Le teorie dell’apprendimento multimediale 1) La teoria della doppia codifica di Paivio, 1991 2)La teoria del carico cognitivo di Chandler e Sweller, 1991 3) La teoria delle rappresentazioni multimediali di Schnotz, 2001 4) La teoria di Mayer, 2001. Mammarella, Cornoldi, Pazzaglia. Psicologia dell’apprendimento multimediale, Il Mulino, 2004 Secondo Paivio “ci sono due sistemi di codifica diversi per l’elaborazione e la rappresentazione dell’informazione: un sistema verbale che si occupa dell’informazione di tipo verbale e linguistico e un sistema non verbale che (…) elabora le informazioni “

18 Teoria della doppia codifica di Paivio, 1991
DUE SISTEMI DI CODIFICA VERBALE NON VERBALE Input verbale sottosistemi sensoriali input visivo logogeni immageni output verbali output visivi Quando uno stimolo viene presentato per via uditiva viene codificato dal sistema verbale che usa il suo sottosistema in modalità uditiva: perché la parola venga identificata deve essere confrontata con una rappresentazione di base, detta logogeno, che è la rappresentazione della parola nella memoria di un individuo. Quando viene presentata una figura, invece, la sua codifica è a carico del sistema non verbale: le immagini che arrivano al sistema non verbale sono dette immageni e permettono di fornire una risposta non verbale.

19 Nuovi media e apprendimento multimediale
Le teorie dell’apprendimento multimediale 1) La teoria della doppia codifica di Paivio, 1991 2)La teoria del carico cognitivo di Chandler e Sweller, 1991 3) La teoria delle rappresentazioni multimediali di Schnotz, 2001 4) La teoria di Mayer, 2001. Mammarella, Cornoldi, Pazzaglia. Psicologia dell’apprendimento multimediale, Il Mulino, 2004

20 La teoria del carico cognitivo di Chandler e Sweller, 1991
risorse cognitive disponibili durante l’esecuzione di un compito come vengano utilizzate durante l’apprendimento come vengono direzionate verso obiettivi specifici di apprendimento Finalità: non determinare un sovraccarico cognitivo

21 Nuovi media e apprendimento multimediale
Le teorie dell’apprendimento multimediale 1) La teoria della doppia codifica di Paivio, 1991 2)La teoria del carico cognitivo di Chandler e Sweller, 1991 3) La teoria delle rappresentazioni multimediali di Schnotz, 2001 (rappresentazioni esterne ed interne) L’apprendimento avviene secondo un modello integrato di rappresentazioni verbali e visive elaborate simbolicamente 4) La teoria di Mayer, 2001. Mammarella, Cornoldi, Pazzaglia. Psicologia dell’apprendimento multimediale, Il Mulino, 2004 Grazie all’interazione tra rappresentazioni esterne (testo e figure) e interne (modelli mentali) secondo Schnotz “riusciamo a gestire informazioni presentate in formato multimediale. (…) Le rappresentazioni esterne possono essere (…) o descrittive [come il testo], o pittoriche [come le figure]; invece una rappresentazione interna può assumere contemporaneamente una natura sia descrittiva sia pittorica”.

22 La teoria delle rappresentazioni multimediali di Schnotz, 2001
ORGANIZZAZIONE CONCETTUALE della costruzione della conoscenza Ruolo delle rappresentazioni esterne (testo/figure) il testo come rappresentazione descrittiva nella quale a un sistema simbolico è associato un contenuto le figure o rappresentazioni pittoriche in cui a una struttura iconica corrisponde un contenuto L’apprendimento avviene secondo un modello integrato di rappresentazioni verbali e visive elaborate simbolicamente: “nella comprensione del testo il lettore si costruisce una rappresentazione mentale della struttura superficiale del testo, genera una rappresentazione preposizionale del contenuto semantico e costruisce (…) un modello mentale dell’argomento. (…) Nella comprensione di una figura l’individuo si crea prima (…) una rappresentazione mentale visiva dell’aspetto grafico della figura; poi (…) costruisce (…) un modello mentale ed una rappresentazione preposizionale dell’argomento mostrato nella figura”.

23 ORGANIZZAZIONE CONCETTUALE della costruzione della conoscenza
Ruolo delle rappresentazioni interne ( modelli mentali o immagini mentali) appartengono alla dimensione del soggetto e coincidono con i modelli o immagini mentali contemporaneamente descrittivi e pittorici.

24 Nuovi media e apprendimento multimediale
Le teorie dell’apprendimento multimediale 1) La teoria della doppia codifica di Paivio, 1991 2)La teoria del carico cognitivo di Chandler e Sweller, 1991 3) La teoria delle rappresentazioni multimediali di Schnotz, 2001 4) La teoria di Mayer, 2001. Mammarella, Cornoldi, Pazzaglia. Psicologia dell’apprendimento multimediale, Il Mulino, 2004

25 La teoria di Mayer, 2001 “l’apprendimento richiede la partecipazione attiva dello studente”. 3 assunzioni di base 1. i discenti possono apprendere più efficacemente da un materiale multimediale, composto di parole e immagini, piuttosto che da un materiale di sole parole. (Paivio, doppia codifica); 2. ognuno dei due canali può processare solo una limitata quantità di informazioni. (Chandler e Sweller, carico cognitivo ) Il concetto di elaborazione attiva ( Mayer 2001). 3. nel processo di costruzione della conoscenza la mente gioca un ruolo attivo. Risulta evidente l'utilità di tracciare, mediante un approccio scientifico e sperimentale, le linee guida di una corretta progettazione delle risorse multimediali. Mayer si basa sul concetto di elaborazione attiva: “l’apprendimento richiede la partecipazione attiva dello studente”. Ciò avviene tramite:       La selezione del materiale;       L’organizzazione del materiale (creando relazioni tra parole e figure);       L’integrazione del materiale con le conoscenze già acquisite.

26 6 principi dell’apprendimento multimediale di Mayer
L’efficacia dell’apprendimento multimediale risiede nel fatto che il modello mentale è più ricco di elementi utili per il recupero. La vicinanza delle parole con le figure corrispondenti è un elemento che facilita l’apprendimento. Un carico eccessivo di informazioni o la presenza di elementi incoerenti ostacola l’apprendimento.

27 6 principi dell’apprendimento multimediale
4. La sinergia tra oralità e immagini è più efficace dell’associazione tra testo e figure (entrambi confluiscono nel canale visivo). 5. La presenza delle stesse informazioni veicolate da canali diversi non solo è inutile ma addirittura svantaggiosa. 6. L’apprendimento è più efficace se si utilizza uno stile non formale

28 Nuove rappresentazioni, nuove competenze dei nativi digitali
ESPERIENZE DIVERSE DETERMINANO STRUTTURE CEREBRALI DIVERSE NUOVE COMPETENZE È molto probabile che l’esperienza che i nuovi studenti hanno fatto con le tecnologie informatiche, l’ambiente informatico in cui sono cresciuti, abbia portato a una modificazione nella struttura cerebrale degli stessi.

29 Immigranti e nativi digitali: Capacità comunicative e stili di apprendimento quote Veen, W. & Vrakking, B. (2006). Homo Zappiens, Growing up in a Digital Age. London, Network Continuum Ed Digital immigrants Codice alfabetico Apprendimento lineare Stile comunicativo uno-molti Apprendimento per assorbimento Internalizzazione, riflessione Autorità del testo Primo: leggere Digital native Codice digitale Apprendimento Multitasking (prove ed errori) Condividere e creare la conoscenza (Mp3 Wikipedia) Apprendere ricercando, giocando, esplorando Esternalizzazione dell’apprendimento Comunicazione versus riflessione No autorità del testo, multicodicalità Primo: Connettersi navigare ed esplorare

30 accesso e manipolazione di informazioni digitali non lineare, non alfabetico (sistema tradizionale) ma PARALLELO PIU’ ATTIVITA’ ESEGUITE IN PARALLELO INTENSIFICAZIONE DI ESPERIENZE COGNITIVE MULTIPLE, IN FORMA NON LINEARE (MULTITASKING) Esperienze diverse conducono a strutture cerebrali diverse, competenze diverse (multitasking e stile partecipativo) e si può forse anche parlare di una nuova forma di intelligenza: intelligenza digitale. La modalità di accesso alle informazioni digitali, e la loro manipolazione, avviene non più seguendo un modello lineare e alfabetico ma, piuttosto, attraverso una modalità parallela di gestione dei contenuti informativi e del sapere. ‘Le tecnologie di rete rendono possibile intraprendere due o più attività, indipendentemente dalla loro co-presenza spaziale’ (A. Marinelli). È quindi possibile che più attività vengano eseguite contemporaneamente. Questa condensazione e intensificazione di esperienze cognitive multiple in forma non lineare (multitasking) ha sollevato anche diverse polemiche.

31 PARTECIPATIVO STILE COMUNICATIVO
CONDIVISIONE con i pari del SAPERE, della MUSICA, delle ESPERIENZE on-line, COOPERAZIONE STILE COMUNICATIVO PARTECIPATIVO Lo stile comunicativo è prettamente partecipativo. La condivisione con i pari del sapere, della musica, delle esperienze on line, la cooperazione, l’utilizzo di differenti modi di accostarsi ai problemi dati, anche attraverso l’uso di più codici e piani di interpretazione per risolverli, definiscono un tipo di approccio nuovo, open source e collaborativo, agli oggetti culturali.

32 ATTIVAZIONE NEURALE E USO DI TECNOLOGIE DIGITALI
Attivazione neurale, rilevata tramite immagini PET e RMN, durante l’uso di TECNOLOGIE DIGITALI: Internet e altri strumenti digitali MODIFICANO la configurazione neurale della nostra mente, che si caratterizza per un elevato grado di PLASTICITA’ Una serie di prove scientifiche provenienti da ricerche nel campo della neurofisiologia e delle neuroscienze che testimoniano come l’attività cerebrale venga profondamente modificata dall’utilizzo di Internet, o meglio, vengono modificate le immagini delle aree di attivazione neurale rilevate tramite PET e RMN durante l’uso di tecnologie digitali rispetto a quanto accada in presenza dell’utilizzo di strumenti tradizionali. L’uso di internet e degli altri strumenti digitali sta modificando la configurazione neurale della nostra mente, che si caratterizza per un elevato tasso di plasticità.

33 La plasticità neurale Quando interagiamo con l’ambiente, le connessioni sinaptiche iniziano a cambiare: ne vengono create alcune nuove, quelle utili vengono rafforzate mentre quelle usate di rado si indeboliscono fino anche a scomparire. Le sinapsi attive e quelle che si modificano attivamente vengono mantenute, le altre vengono potate. Il principio secondo cui plasmiamo il futuro del nostro cervello è una sorta di se non lo usi lo perdi.

34 “DIETA” MEDIALE BILANCIATA
Gli effetti dei nuovi media sulle dinamiche neurali: Stare molte ore al computer (es. videogioco) migliora l’intelligenza visuo-spaziale e la capacità di seguire più canali contemporaneamente ma, come evidenzia la psicologa Patricia Greenfield “nessun media può sviluppare efficacemente tutte le facoltà della mente” In un articolo pubblicato su ‘Science’, la psicologa Patricia Greenfield, dopo aver analizzato più di cinquanta studi sugli effetti dei nuovi media sulle dinamiche neurali, afferma che ‘ogni medium sviluppa nuove capacità a spese di altre. Stare molte ore al computer, anche per un videogioco, per esempio, migliora la nostra intelligenza visuo-spaziale e ci abitua a seguire più canali contemporaneamente’; ma, prosegue la Greenfield, ‘nessun media può sviluppare efficacemente tutte le facoltà della mente. Se vogliamo sviluppare una varietà di comportamenti cognitivi, abbiamo bisogno di una dieta mediale bilanciata. Ogni medium ha vantaggi e svantaggi in termini di capacità che sviluppa e indebolisce’.

35 “DIETA” MEDIALE BILANCIATA
“Se vogliamo sviluppare una VARIETA’ DI COMPORTAMENTI COGNITIVI, abbiamo bisogno di una DIETA MEDIALE BILANCIATA” (P. Greenfield)

36 Intelligenza digitale nuova forma di intelligenza
1. Deve poter essere rilevata o attraverso prove “obiettive” - ad esempio le mappature delle funzioni cerebrali (mediante PET e RNMI) - che permettano di verificare differenti mappature cerebrali rispetto quelle che caratterizzano le intelligenze tradizionali oppure attraverso il manifestarsi di un lesione cerebrale che inibisce questa particolare forma di intelligenza (Battro, 2007, Cap 1-5) ? 2. Deve poter essere ricostruita una sua storia evolutiva specifica. Si possono cioè rintracciare nel mondo pre-digitale le prove della sua esistenza in “potenza” ad esempio attraverso l’analisi di come venivano utilizzati strumenti “binari”, caratterizzati cioè dal meccanismo acceso/spento di natura analogica (Battro 2007, cap 2) 3. Deve poter essere articolata e cioè strutturata e ramificata in almeno due sotto-domini, che ne specifichino le funzioni e il dinamiche di funzionamento (Battro, 2007, Cap.3).

37 Intelligenza digitale nuova forma di intelligenza
4) L’intelligenza presa in esame deve poter essere codificata in un sistema simbolico particolare. come, ad esempio, quello della musica che viene identificata dalla sua notazione specifica e che varia a secondo della sua epoca. 5) Deve poter essere ricostruibile il suo sviluppo e cioè il suo articolarsi dal semplice al complesso dal più esperto al meno esperto.

38 Intelligenza digitale nuova forma di intelligenza
6) Devono esistere in questo dominio - l’intelligenza digitale - , “casi eccezionali” e cioè casi di talenti precoci, e deveono esistere “incapacità” a sviluppare un intelligenza digiale e cioè delle disabilità digitali che possono inibire lo sviluppo di questo tipo di intelligenza (Battro, Capitolo 5)? 7) Può interferire o perturturbare il funzionamento di altre intelligenze o si può trasferire in maniera proattiva ad altre intelligenze ? Si tratta cioè di comprendere se l’intelligenza digitale può essere soggetta ad interferenze come ad esempio per noi “nativi gutemberg” è difficile eseguire un calcolo a mente se nel frattempo stiamo parlando o se può migliorare e potenziare altre intelligenze. 8) Deve poter essere misurata. Si può, cioè, in qualche modo, misurare l’intelligenza digitale e valutarne lo sviluppo

39 NUOVI STILI DI APPRENDIMENTO
Comportamenti di RICERCA/ESPLORAZIONE nell’apprendimento: learning by doing learning by experience

40 Pedagogia dell’ERRORE (imparare ad usare un nuovo apparato)
ESPERIENZA = APPRENDIMENTO Esperienza costruita per SUCCESSIVE APPROSSIMAZIONI Approccio alla conoscenza NON sistematico NON sequenziale Approccio TRIAL AND ERROR (Pedagogia dell’ERRORE) Le ricerche hanno mostrato che alcune delle nostre migliori esperienze di apprendimento avvengono quando siamo coinvolti nella progettazione e nella creazione di cose, specialmente cose che sono significative sia per noi che per gli altri attorno a noi Le nuove forme di simulazione ampliano la capacità cognitive, permettono di trattare maggiori quantità di informazioni, di sperimentare configurazioni più complesse di dati e di formulare rapidamente ipotesi e metterle alla prova in tempo reale con diverse variabili. La loro esperienza viene a costituirsi per successive approssimazioni. Un approccio che naturalmente modella anche i differenti campi di esperienza sociale, comunicativa e formativa; sperimentano, piuttosto che un approccio sistematico e sequenziale alla conoscenza, la pedagogia dell’errore e del trial and error.

41 NUOVI STILI DI APPRENDIMENTO
B) Web: media primario di RICERCA, ACQUISIZIONE E CONDIVISIONE dei contenuti del sapere C) forte crescita di comportamenti di COLLABORAZIONE\COOPERAZIONE tra pari D) forte tendenza all’ESPRESSIONE INDIVIDUALE e alla MANIFESTAZIONE della propria identita’ progettuale e delle proprie idee Forte crescita di comportamenti di ricerca/esplorazione nell’apprendimento, rispetto ai comportamenti acquisitivi e passivi di ricezione dei contenuti, un netto privilegiare il learning by doing e il learning by experience, abilitato dalle tecnologie digitali rispetto allo stile di apprendimento acquisitivo tradizionale Una naturale fluency tecnologica degli studenti che li porta a considerare il web come il media primario di ricerca, acquisizione e condivisione dei contenuti del sapere e come il principale mezzo di accesso a strumenti di produzione e condivisione dei contenuti Una forte crescita dei comportamenti di collaborazione/cooperazione tra pari, attuati in particolare attraverso strumenti quali MSN Messanger, YouTube o i più diffusi social network, dove i nativi non solo manifestano la loro cultura ‘informale’, ma cercano i pari per cooperare nei compiti di apprendimento Una forte tendenza, da parte degli studenti, all’espressione individuale e alla manifestazione della propria identità progettuale e delle proprie idee, attraverso strumenti quali i blog, microblogging (MSN Messanger, Facebook o Twitter) e i social network (P. Ferri)

42 Nuove esigenze di apprendimento ‘stile di apprendimento partecipativo/digitale’
Trasformazioni radicali Stili di apprendimento peculiari Nuove esigenze formative: Non piu’ un approccio ‘uno a molti’ Conoscenza ‘dal basso’ Co-costruzione del sapere (apprendimento= processo ATTIVO) Gli studenti stessi sembrano suggerire, attraverso il loro ‘stile di apprendimento partecipativo/digitale’ nuove modalità didattiche e nuovi stili didattici ai loro insegnanti. Questi nuovi studenti hanno una modalità di apprendere conformata sull’intelligenza digitale (….) e hanno sviluppato, nei contesti digitali informali, una nuova cultura ‘partecipativa’ fondata sul peering, sull’interazione e sul multitasking. Cooperano e apprendono on-line secondo l’’etica hacker’: gioco, condivisione, gratuità, cooperazione. Piuttosto che concentrarsi su oggetti statici, vedono il sapere come un processo dinamico di co-costruzione. Piuttosto che essere spettatori, sono autori e attori, personalizzando in questo modo l’apprendimento, delle trame multiple e delle molteplici conclusione che danno alle storie che essi stessi costruiscono in cooperazione con i loro pari. Lo stesso apprendimento è un processo naturalmente attivo, personalizzato e sociale insieme, da condividere con i pari. (P. Ferri)

43 Tecnologie informatiche e Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA)
LEGGE 170/2010 le istituzioni scolastiche hanno l’ obbligo di garantire «l’introduzione di strumenti compensativi, compresi i mezzi di apprendimento alternativi e le tecnologie informatiche, nonché misure dispensative da alcune prestazioni non essenziali ai fini della qualità dei concetti da apprendere». Quando si parla di autonomia nei ragazzi dislessici, la si intende nel senso di “indipendenza, libertà d’agire e di pensare”. E’ quindi la possibilità di informarsi, apprendere e comunicare in qualsiasi forma senza necessariamente dipendere da un mediatore. Potrebbe sembrare una banalità, ma i ragazzi con DSA perdono il diritto di imparare in autonomia. La mancanza di autonomia nell’apprendimento è uno dei maggiori problemi da affrontare, in quanto è causa di disistima e spesso finisce per compromettere il successo formativo.

44 Tecnologie compensative
risorse per l’apprendimento: computer, sintesi vocali, documenti digitali, calcolatrici, ecc.,

45 Informatica e DSA Cosa può fare l’informatica? Potenziare le abilità
Compensare le difficoltà

46 Informatica e DSA: AUTONOMIA
Possibilità di Informarsi Apprendere Comunicare senza necessariamente dipendere da un mediatore

47 Informatica e DSA: AUTONOMIA
Per raggiungere l’AUTONOMIA FORMATIVA occorrono: Adeguati strumenti compensativi Buona motivazione Ambiente favorevole Buon metodo di studio

48 il processo di letto-scrittura non automatizzato implica dispendio notevole di energie nella transcodifica Conseguenze: I soggetti con DSA si stancano rapidamente, commettono più errori diminuite esperienze di apprendimento

49 Tecnologie informatiche:
Consentono, con facilità, un accesso agli apprendimenti attraverso modalità di altro genere rispetto alla sola letto-scrittura Informazione fornita per via ORALE (es. sintesi vocale) Ancoraggio dell’informazione verbale al canale VISIVO (Visual Thinking (pensiero visuale) Queste difficoltà potrebbero essere in parte superate se l’accesso agli apprendimenti potesse essere di altro genere rispetto alla letto-scrittura, se potesse avvenire attraverso a un’altra modalità. I bambini con DSA infatti sono intelligenti e quando l’informazione viene fornita per via orale, riescono a comprenderla ed a gestirla. Un’altra strada alternativa che vale la pena proporre ai ragazzi è un ancoraggio dell’informazione verbale al canale visivo. L’apprendimento passa infatti per metodi verbali, ma esistono anche tecniche di memorizzazione visive molto efficaci. Inoltre quello che viene chiamato Visual Thinking (pensiero visuale) permette di sviluppare la cognizione visiva, di liberare il potenziale creativo e di accedere alle facoltà inventive, di intuizione e di immaginazione.

50 Tecnologie digitale e VISUAL THINKING
VISUAL THINKING (pensiero visuale) Pensare attraverso elaborazione visiva utilizzando la parte emotiva e creativa del cervello per organizzare le informazioni in modo intuitivo e simultaneo

51 Scanner: per trasformare documenti cartacei (libri, riviste, ecc
Scanner: per trasformare documenti cartacei (libri, riviste, ecc.) in un’immagine dentro al computer. Deve essere utilizzato con l’OCR. L’OCR è il software che traduce l’immagine acquisita con lo scanner in testo digitale sintesi vocale: applicativo che trasforma il testo digitale in audio software che gestisce la sintesi vocale: sarà utilizzato per “pilotare” la sintesi, quindi per inviare il testo da leggere, per regolare la velocità di lettura, per rileggere parti di testo, insomma per gestire tutte le necessità dell’utilizzatore

52 audiolibro e il libro parlato: formati audio di testi
mappe concettuali: rappresentazioni grafiche di concetti espressi in forma sintetica (parole-concetto) all’interno di una forma geometrica (nodo) collegati fra loro da linee o frecce che esplicitano la relazione attraverso parole-legamento libro digitale: formato digitalizzato della versione stampata; si presenta dunque come la versione cartacea, ma dentro al computer

53 Tecnologie compensative
ALTERNATIVA o INTEGRAZIONE (quotidiana o generalizzata), agli strumenti di studio tradizionali per compensare disturbi di lettura e\o scrittura

54 Tecnologie compensative: sempre efficaci?
L’efficacia di questi strumenti è strettamente correlata alle capacità d’uso: non basta assolutamente fornire computer e programmi, anche se di qualità, agli alunni con DSA, ma bisogna insegnare loro a utilizzarli

55 Solo tecnologie compensative?
La COMPENSAZIONE dei disturbi non può essere demandata solo alle tecnologie, ma vanno sempre valorizzate tutte le risorse disponibili, di ogni tipo: strategie mnemoniche, strategie per comprendere e ricordare a distanza quanto studiato, semplici strumenti non tecnologici, METODO DI STUDIO ecc…

56 Grazie per l’attenzione………


Scaricare ppt "APPRENDERE NELL’ERA DIGITALE"

Presentazioni simili


Annunci Google