La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

Gestione Rifiuti Direttive Ue, leggi Italiane Regionali, PIR

Presentazioni simili


Presentazione sul tema: "Gestione Rifiuti Direttive Ue, leggi Italiane Regionali, PIR"— Transcript della presentazione:

1 Gestione Rifiuti Direttive Ue, leggi Italiane Regionali, PIR

2 Risoluzione del Parlamento europeo del 20 aprile 2012 :
Revisione del sesto programma d'azione in materia di ambiente Definizione delle priorità per il settimo programma d'azione in materia di ambiente – Un ambiente migliore per una vita migliore

3 Articoli UE 31- incentivi volti a sostenere la domanda di materiali riciclati, in particolare se incorporati nel prodotto finale

4 obiettivi di prevenzione, riutilizzo e riciclaggio,
Art.32 UE piena attuazione della legislazione sui rifiuti, rispetto della gerarchia, coerenza con le altre politiche dell'UE; obiettivi di prevenzione, riutilizzo e riciclaggio, riduzione della produzione di rifiuti, applicazione del principio della responsabilità estesa del produttore

5 divieto rigoroso di smaltimento in discarica dei rifiuti
Art.32 UE divieto di incenerimento dei rifiuti che possono essere riciclati o compostati, divieto rigoroso di smaltimento in discarica dei rifiuti i rifiuti costituiscono, una risorsa gestione dei sistemi di recupero, raccolta e riciclaggio

6 Art.33 UE ottenere il massimo e il miglior recupero di materiali in termini di qualità in ciascuna delle fasi del riciclaggio

7 Nell'Europa le percentuali di conferimento in discarica dei rifiuti differiscono notevolmente a seconda dei Paesi: in alcuni è la quasi totalità mentre in altri la parte riciclata arriva al 70%.

8 La Commissione europea indica la strada per una gestione ottimale:
Imposte e/o divieti sulle discariche e sull'incenerimento, sistemi di "paga quanto butti" meccanismi di responsabilizzazione dei produttori

9 Janez Potocnik, commissario per l'ambiente, ha dichiarato:
"I Rifiuti sono troppo preziosi per essere semplicemente buttati via I Rifiuti sono destinati a diventare una Risorsa: da reintrodurre nell’economia come materia prima, priorità di gran lunga maggiore al riuso e al riciclaggio.

10 Combinazione di varie politiche verso una vera economia del riciclaggio:
progettazione di prodotti che integrino un approccio basato sul ciclo di vita, cooperazione tra tutti gli operatori del mercato lungo l’intera catena di valore, processi di raccolta perfezionati,

11 Combinazione di varie politiche verso una vera economia del riciclaggio:
quadro normativo adeguato, incentivi per la prevenzione e il riciclaggio dei rifiuti, investimenti pubblici in impianti moderni per il trattamento dei rifiuti e il riciclaggio di alta qualità.

12 Impiego dei fondi strutturali mirato agli obiettivi della politica dell'Ue in materia di rifiuti
Il quadro finanziario pluriennale fondi investiti in progetti di gestione dei rifiuti privilegiando la prevenzione, il riutilizzo e il riciclaggio rispetto all'incenerimento con recupero di energia e ricorrendo in ultima istanza al conferimento in discarica o all'incenerimento senza recupero di energia.

13 La strategia di sviluppo sostenibile dell'Unione europea e il suo sesto programma d'azione per l'ambiente : prevenzione e gestione dei rifiuti fra le priorità evidenzia il rapporto tra l'efficienza delle risorse e la produzione di rifiuti e di gestione.  L'obiettivo è quello di dissociare l'utilizzo delle risorse e la produzione di rifiuti dalla crescita economica, mentre il consumo sostenibile non deve superare la capacità ambientale.

14 L'obiettivo a lungo termine è quello di trasformare l'Europa in un società, di riciclaggio  evitando sprechi e l'utilizzo di rifiuti inevitabili come risorsa nella misura del possibile.  Lo scopo è quello di prevenire la produzione di rifiuti, per raggiungere livelli molto più elevati di riciclaggio e per garantire lo smaltimento sicuro dei rifiuti.

15  Rifiuti, definito come "qualsiasi sostanza od oggetto che il detentore si disfi o abbia l'intenzione o di disfarsi" ( direttiva 2008/98/CE , articolo 3, (1)), rappresenta una perdita enorme di risorse sotto forma di materiali e di energia

16 Inoltre, la gestione e lo smaltimento dei rifiuti può avere gravi impatti ambientali. discariche , l'inquinamento dell'aria, dell'acqua e del suolo, mentre l'incenerimento può causare emissioni di inquinanti atmosferici pericolosi

17 Classificazione dei 27 statisti Membri
Bandiere verdi, arancioni e rosse per Totale dei Rifiuti riciclati, Tariffe dello smaltimento dei Rifiuti, Violazioni della Normativa Europea

18 Relazione Commissione europea
Play off...Emerge una classifica guidata da Austria, Belgio, Danimarca, Germania, Paesi Bassi e Svezia, nessuno dei quali ha più di due "bandiere rosse" Play out: Gli Stati membri che presentano i maggiori deficit di attuazione sono il nostro, insieme a Bulgaria, Cipro, Estonia, Grecia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Repubblica ceca, Romania e Slovacchia

19 Play off: Austria, Belgio, Danimarca, Germania, Paesi Bassi e Svezia:
SISTEMI completi di Raccolta dei Rifiuti, Meno del 5% dei Quali finisce in discarica. Sistemi di riciclaggio ben SVILUPPATI, capacita di Trattamento Sufficiente e buone prestazioni riguardo ai Rifiuti biodegradabili.  Le Politiche di Gestione dei Rifiuti: combinazione adeguata di STRUMENTI giuridici, Amministrativi ed Economici.

20 - Play out: - Bulgaria, Cipro, Estonia, Grecia, Italia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Repubblica ceca, Romania e Slovacchia, con carenze: Politiche deboli o inesistenti di Prevenzione dei Rifiuti, Assenza di Incentivi all’ alternativa al conferimento in discarica Inadeguatezza delle Infrastrutture per il Trattamento dei Rifiuti. sottoutilizzo di OPZIONI Migliori di Gestione dei Rifiuti, riutilizzo e riciclaggio

21 relazione pubblicata il 27 marzo da Eurostat (cfr. STAT/12/48)
I sei Stati membri più avanzati in materia (Belgio, Danimarca, Germania, Austria, Svezia e Paesi Bassi) conferiscono in discarica meno del 3% dei rifiuti urbani, percentuale che, all'estremo opposto, sale tuttora ad oltre il 75% in nove Stati membri.

22 In sei Stati membri uno smaltimento in discarica pari praticamente a zero si associa oggi a percentuali di riciclo elevate. Questi Stati non soltanto sfruttano il valore dei rifiuti, ma hanno contestualmente creato anche industrie fiorenti e numerosi posti di lavoro. Le politiche di gestione dei rifiuti sono caratterizzate da una combinazione adeguata di strumenti giuridici, amministrativi ed economici. 

23 Paesi Ue e trattamento rifiuti

24 Vari Stati membri hanno
compiuto progressi passando dal conferimento generalizzato in discarica alla sua quasi eliminazione, Anche questi paesi si trovano di fronte a sfide come il rafforzamento della prevenzione dei rifiuti e la questione della sovraccapacità d'incenerimento, che potrebbe ostacolare il riciclaggio e indurre a importare rifiuti per alimentare gli inceneritori

25 Screening Ue 1. Il rispetto della gerarchia di gestione dei rifiuti
2. Esistenza e applicazione di strumenti economici a supporto della gestione dei rifiuti ai sensi la gerarchia dei rifiuti; 3. Esistenza e la qualità di una rete adeguata di impianti di trattamento e la pianificazione futura per rifiuti urbani; 4. L'adempimento degli obiettivi di diversione dei rifiuti organici biodegradabili; 5. Numero di casi giudiziari o di infrazioni riguardanti il mancato rispetto dei rifiuti UE legislazione

26 La corretta, applicazione e pratica della legislazione UE sui rifiuti ,è una priorità della politica ambientale dell'UE, l'obbligo della Commissione UE di garantire e sorvegliare l'applicazione della normativa UE in base al Trattato dell'Unione europea

27 IT (punteggio complessivo di 15) ha raggiunto punteggi medi o buono per la metà dei criteri (nove criteri). Deficit in termini di prestazioni della gestione dei rifiuti sono stati identificati e relativi a tutti i criteri sui rifiuti: gestione pianificazione, discariche non conformi per rifiuti non pericolosi e la diminuzione dei rifiuti urbani, riciclaggio dei rifiuti negli ultimi anni

28  scoreboard  dossier UE Insieme alla Slovenia, l'Italia non solo non ha ridotto ma ha addirittura aumentato il ritardo anche nel trasformare in legge le direttive chiave Il paese è anche uno dei cinque – insieme a Belgio, Bulgaria, Paesi Bassi e Polonia – a non aver centrato l'obiettivo della "tolleranza zero" chiesta dalla Commissione europea agli stati membri in materia di recepimento di direttive, ossia ad avere sforato il limite massimo di due anni di ritardo

29 Ambiente: la Commissione deferisce l’Italia alla Corte di giustizia per le discariche abusive e chiede che vengano inflitte delle ammende La Commissione europea impone urgentemente all’Italia di bonificare centinaia di discariche illegali e incontrollate di rifiuti. Ammenda forfettaria di 56 milioni di euro e un’ammenda giornaliera di 256819,20 euro per ogni giorno successivo alla seconda sentenza fino al giorno della regolarizzazione dell’infrazione.

30 Italia, attualmente 255 discariche –
16 delle quali contenenti rifiuti pericolosi - devono ancora essere bonificate. Nonostante gli impegni assunti dalle autorità italiane nel 2007, un calendario completo per l’ultimazione dei lavori è stato programmato unicamente per 132 discariche su 255

31 Inoltre, la Commissione non dispone di informazioni da cui risulti che l’Italia abbia istituito un sistema di controllo adeguato per evitare l’apertura di nuove discariche illegali Nel giugno 2011 la Commissione ha chiesto all’Italia di presentare un calendario credibile per la regolarizzazione di tutti i siti in questione entro un lasso di tempo ragionevole.

32 La situazione si riflette il maggior numero di procedure di infrazione in materia di direttiva quadro sulle acque e le direttive sulle discariche. La carica totale tipica per messa in discarica dei rifiuti urbani, è al di sopra della media UE. Si deve notare che vi sono forti divergenze tra il nord e il sud dell’Italia.

33 Si fa una Pausa

34 Normativa Italiana La definizione normativa in Italia è data dall'art. 183 del decreto legislativo 3 aprile 2006 n. 152 (cosiddetto Testo Unico Ambientale), modificata dal decreto legislativo 3 dicembre 2010, n. 205 "Disposizioni di attuazione della direttiva 2008/98/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 novembre 2008 relativa ai rifiuti e che abroga alcune direttive". (10G0235) (GU n. 288 del Suppl. Ordinario n.269):

35 Il decreto legislativo 205/2010, art
Il decreto legislativo 205/2010, art. 1, modifica l'articolo 177 del decreto legislativo 152/2006 presente decreto disciplina la gestione dei rifiuti e la bonifica dei siti inquinati, anche in attuazione delle direttive comunitarie, in particolare della direttiva 2008/98/CE, prevedendo misure volte a proteggere l'ambiente e la salute umana, prevenendo o riducendo gli impatti negativi della produzione e della gestione dei rifiuti, riducendo gli impatti complessivi dell'uso delle risorse e migliorandone l'efficacia.

36 2. La gestione dei rifiuti costituisce attività di pubblico interesse.
decreto legislativo 205/2010, art. 1, modifica l'articolo 177 del decreto legislativo 152/2006 2. La gestione dei rifiuti costituisce attività di pubblico interesse. 3. Sono fatte salve disposizioni specifiche, particolari o complementari, conformi ai principi di cui alla parte quarta del presente decreto adottate in attuazione di direttive comunitarie che disciplinano la gestione di determinate categorie di rifiuti. Rifiuti Speciali

37 4. I rifiuti sono gestiti senza pericolo per la salute dell'uomo e senza usare procedimenti o metodi che potrebbero recare pregiudizio all'ambiente e, in particolare: a) senza determinare rischi per l'acqua, l'aria, il suolo, nonché per la fauna e la flora; b) senza causare inconvenienti da rumori o odori; c) senza danneggiare il paesaggio e i siti di particolare interesse, tutelati in base alla normativa vigente. »

38 Legislazione italiana
Criteri di priorità (Art 179) Sviluppo di tecnologie pulite Ideazione e messa in commercio di prodotti che non contribuiscano o diano un contributo minimo alla produzione di rifiuti ed all'inquinamento Miglioramenti tecnologici per eliminare la presenza di sostanze pericolose nei rifiuti Ruolo attivo delle amministrazioni pubbliche nel riciclaggio dei rifiuti e loro utilizzo come fonte di energia

39 Legislazione Italiana
Recupero dei rifiuti (Art 181) il riutilizzo, il reimpiego ed il riciclaggio Produzione di materia prima secondaria trattando i rifiuti stessi Favorire tramite misure economiche e capitolati nelle gare d'appalto il mercato dei prodotti reimpiegati Uso dei rifiuti per produrre energia (recupero energetico (ossidazione biologica a freddo, gassificazione, incenerimento)

40 Primo livello di attenzione :
necessità di prevenire la formazione dei rifiuti e di ridurne la pericolosità, esigenza di riutilizzare i prodotti (es. bottiglie, con il vuoto a rendere) e, se non è possibile il riuso, riciclare i materiali (es. riciclaggio della carta). Materiale che non è stato possibile riutilizzare e poi riciclare (circa il 15% del totale), si pongono le due soluzioni del recupero energetico tramite sistemi a freddo o a caldo :

41 Anche in una situazione ideale di completo riciclo e recupero vi sarà una percentuale di rifiuti residui da smaltire , il ricorso all'incenerimento ed alle discariche indifferenziate dovrebbe essere limitato al minimo indispensabile. La carenza di efficaci politiche integrate di riduzione, riciclo e riuso fanno dello smaltimento in discarica ancora la prima soluzione applicata in Italia

42 Articolo 199 - Piani regionali
1. Le Regioni, sentite le Province, i Comuni e, per quanto riguarda i rifiuti urbani, le autorità d'ambito , predispongono piani regionali di gestione dei rifiuti assicurando adeguata pubblicità e la massima partecipazione dei cittadini, ai sensi della legge 7 agosto 1990, n. 241. 

43 Articolo 199 - Piani regionali
2. I piani regionali di gestione dei rifiuti prevedono misure tese alla riduzione delle quantità, dei volumi e della pericolosità dei rifiuti. 

44 Articolo 199 - Piani regionali
3. I piani regionali di gestione dei rifiuti prevedono inoltre:  a) le condizioni ed i criteri tecnici in base ai quali, nel rispetto delle disposizioni vigenti in materia, gli impianti per la gestione dei rifiuti, ad eccezione delle discariche, possono essere localizzati nelle aree destinate ad insediamenti produttivi; 

45 Articolo 199 - Piani regionali
b) la tipologia ed il complesso degli impianti di smaltimento e di recupero dei rifiuti urbani da realizzare nella Regione, tenendo conto dell'obiettivo di assicurare la gestione dei rifiuti urbani non pericolosi all'interno degli ambiti territoriali ottimali di cui all'articolo 200, nonché dell'offerta di smaltimento e di recupero da parte del sistema industriale; 

46 Articolo 199 - Piani regionali
i) le iniziative dirette a limitare la produzione dei rifiuti ed a favorire il riutilizzo, il riciclaggio ed il recupero dei rifiuti;   l) le iniziative dirette a favorire il recupero dai rifiuti di materiali e di energia; 

47 L'ambito territoriale ottimale (ATO), è un territorio su cui sono organizzati servizi pubblici integrati, ad esempio quello idrico o quello dei rifiuti (vedi Codice dell'Ambiente, D. Lgs 152/2006 e succ. modifiche,) Tali ambiti sono individuati dalle Regioni con apposita legge regionale e su di essi agiscono le Autorità d'Ambito, strutture con personalità giuridica che organizzano, affidano e controllano la gestione del Servizio Integrato

48 Ato, Ambito Territoriale ottimale
Secondo la legge 42/2010, gli ATO sarebbero dovuti essere aboliti entro marzo 2011 e le funzioni riattribuite dalle Regioni; la tematica è tuttavia connessa con i Referendum abrogativi del 2011 in Italia

49 l’Autorità ATO Toscana Centro
Ha il compito di pianificare il dettaglio della gestione dei rifiuti urbani attraverso il Piano di ambito; ha il compito di affidare il servizio ad un gestore unico (attività in corso di completamento); ed avrà il compito di regolare le tariffe e la qualità del servizio offerto dal gestore unico.

50 L’Autorità per il servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani ATO Toscana Centro è un ente avente personalità giuridica di diritto pubblico e rappresentativo di tutti i Comuni compresi nelle province di Firenze, Prato e Pistoia.

51 l’Autorità ATO Toscana Centro
Svolge le funzioni di programmazione, organizzazione e controllo sull’attività del servizio di gestione dei rifiuti urbani. Previsto dalle norme nazionali e regionali di settore, l’ATO è quindi il regolatore economico delle gestione integrata di ambito dei rifiuti solidi urbani.

52 Regione Toscana Gerarchia di azioni
la prevenzione o la riduzione della produzione e della nocività dei rifiuti, il recupero dei rifiuti mediante riciclo, reimpiego, riutilizzo o ogni altra azione intesa a ottenere materie prime secondarie, ponendo la raccolta differenziata alla base della possibilità di recupero di materia dai rifiuti, l’uso di rifiuti come fonte di energia, 4) infine, relegato all’ultimo posto della gerarchia di azioni, si trova il conferimento in discarica

53 Impianti attuali gestione RU- impianti di selezione e trattamento, (tot.13)

54 Impianti attuali gestione RU – c) impianti di termovalorizzazione, tot 8

55 Discariche, tot.22

56 ATO 6 – Firenze Nuovo termovalorizzatore di Case Passerini (Sesto F.no) sospeso -Nuovo termovalorizzatore di Testi (Greve in Chianti) -Adeguamento termovalorizzatore I Cipressi (Rufina) -Completamento impianto di compostaggio di Case Passerini (Sesto Fiorentino) -Impianto di compostaggio di Faltona (Borgo S. Lorenzo) -Impianto di selezione/trattamento di Le Sibille (San Casciano V.P.) -Nuova discarica di Le Borra (Figline V.no) -Ampliamento discarica il Pago (Firenzuola)

57 Azioni Regione Toscana
Raccolta differenziata aumentare la raccolta differenziata e favorire il mercato del recupero mediante le seguenti azioni potenziare la raccolta differenziata della frazione organica con riferimento sia alle utenze domestiche sia alle grandi utenze sviluppare forme avanzate di raccolta differenziata che consentano una maggiore efficienza sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo (raccolta “porta a porta”);

58 Azioni Regione Toscana
sostenere l’utilizzo del compost (ad es. nel Piano di Sviluppo Rurale); potenziare la raccolta degli imballaggi Favorire il mercato del recupero (ad es. vetro, plastica, carta). Stipulare accordi per sviluppare il mercato del recupero, anche attraverso lo sviluppo dell’impiantistica

59 Regione Toscana Impianti
Accelerare la realizzazione dell’impiantistica prevista dai Piani provinciali soddisfacendo eventuali richieste di finanziamento per la realizzazione degli interventi; adottando provvedimenti giuridico-legislativi per il superamento di eventuali criticità prodotte dall’entrata in vigore del D.Lgs. 152/2006 (conferma competenza delle Autorità d’Ambito; conferma validità dei Piani d’Ambito; gestione degli affidamenti) (vedi L.R. 61/2007);

60 Legge regionale 01 agosto 2011, n. 35
1a Organi della Regione l.r. 35/2011 1 Misure di accelerazione per la realizzazione delle opere pubbliche di interesse strategico regionale e per la realizzazione di opere private. Modifiche alla legge regionale 3 settembre 1996, n. 76 (Disciplina degli accordi di programma).

61 Piano Interprovinciale Fi, PO, PT
Approvazione proposta "Piano interprovinciale di ato toscana centro - province di FI, PO e PT - per la gestione dei rifiuti urbani e speciali anche pericolosi, dei rifiuti urbani biodegradabili (RUB) , dei rifiuti di imballaggio e dei rifiuti contenent i pcb; Prevede un gestore unico

62 Il Piano Interprovinciale dei rifiuti, elaborato e approvato il 17 dicembre, 2012, fa riferimento a linee guide regionali che risalgono al 1998. Tutti gli impianti sono stati individuati attraverso una pianificazione dei vecchi piani industriali e senza studi per localizzarne i siti: dunque "impianti sbagliati nei luoghi sbagliati".

63 Transformer L'energia che viene dai rifiuti coinvolgimento di oltre studenti - la nuova campagna educativa vuole diffondere tra le giovani generazioni la consapevolezza che ogni cittadino, con i propri comportamenti, svolge un ruolo fondamentale nella tutela dell'ambiente

64 Si fa una Pausa?

65 Per ragioni tecnico-economiche la tendenza è oggi quella di realizzare inceneritori sempre più grandi, con la conseguenza di alimentare il "turismo dei rifiuti" (cioè il trasporto di rifiuti anche da altre province se non da altre nazioni). In Italia questo fenomeno è stato accentuato dai forti incentivi statali che hanno favorito l'incenerimento a scapito di altre modalità di smaltimento più rispettose dell'ambiente

66

67 In Italia, il tasso di raccolta differenziata sta gradualmente crescendo (è oggi intorno al 22,7% per merito, soprattutto, delle regioni del Nord, dove supera il 35%), ma è ancora inferiore alle potenzialità. Soluzioni particolarmente efficienti come la raccolta differenziata porta a porta, ove adottate, permettono di incrementare notevolmente la percentuale di rifiuti riciclati

68 La filiera della raccolta differenziata
I rifiuti raccolti in maniera differenziata possono sostanzialmente essere trattati, a seconda del tipo, mediante due procedure: riciclaggio, per le frazioni secche; compostaggio, per la frazione umida

69 La filiera della raccolta indifferenziata
I rifiuti raccolti indifferenziatamente sono naturalmente molto più difficili da trattare di quelli raccolti in modo differenziato. Possono essere seguite tre strade principali: Trattamenti a freddo, ovvero separazione e parziale recupero di materiali, biostabilizzazione e conferimento in discarica

70 La filiera della raccolta indifferenziata
Trattamenti a caldo ovvero incenerimento tal quale o a valle di separazione e produzione di CDR e conferimento in discarica Conferimento diretto in discarica (oggi molto usato ma certamente da evitarsi).

71 Trattamento a freddo dei rifiuti
Impianti di separazione a freddo della componente secca per l'ulteriore recupero di materiali da riciclare. Da questi processi (fra cui il compostaggio), si ricava in genere sia materiali riciclabili, sia il biogas, cioè, in pratica, metano. Trattamento meccanico-biologico (TMB).

72 Trattamento meccanico-biologico (TMB).
Il TMB può essere utilizzato anche per produrre CDR (combustibile derivato dai rifiuti): è questa l'applicazione principale che ufficialmente ne viene fatta in Italia, soprattutto al sud.

73 Trattamento termico dei rifiuti
Fra i processi di trattamento a caldo (o termico) dei rifiuti, si distinguono tre processi di base: Combustione (incenerimento) Pirolisi Gassificazione

74 Trattamento termico dei rifiuti
Tutte queste tecnologie producono residui, a volte speciali, che richiedono smaltimento, generalmente in discarica. Sia in Italia che in Europa, gli impianti di trattamento termico di gran lunga più diffusi per i rifiuti urbani sono gli inceneritori

75 Il termine termovalorizzatore, seppur di uso comune, è criticato in quanto sarebbe fuorviante.
Si fa notare che il termine non viene inoltre mai utilizzato nelle normative europea e italiana di riferimento, nelle quali si parla solo di "inceneritori"

76 Secondo le più moderne teorie sulla corretta gestione dei rifiuti gli unici modi per "valorizzare" un rifiuto sono prima di tutto il riuso e poi il riciclo, mentre l'incenerimento (anche se con recupero energetico) costituisce semplice smaltimento

77 Rifiuti trattati in attesa di essere avviati alla combustione.
Le categorie principali e quantitativamente predominanti di rifiuti inceneribili sono: Rifiuti Solidi Urbani (RSU); Rifiuti speciali. A queste si possono aggiungere categorie particolari come i fanghi di depurazione, i rifiuti medici o dell'industria chimica

78 L'incenerimento può generare logiche speculative alternative alla raccolta differenziata:
pressioni politiche e tangenti scoperte a settembre 2010 in Abruzzo. abbassare gli obblighi di raccolta differenziata per favorire l'incenerimento, come "richiesto" da imprenditori interessati alla costruzione di impianti di incenerimento e che non "gradivano" che la raccolta differenziata raggiungesse anche solo il 40%.[10]

79 Inceneritore

80

81 il timore è che non si potrà sviluppare appieno la raccolta differenziata e il riciclo per consentire agli inceneritori di funzionare senza lavorare in perdita, oppure si dovranno importare rifiuti da altre regioni.

82 Una considerazione importante è infatti che gli investimenti necessari per realizzare i termovalorizzatori sono molto elevati (il costo di un impianto in grado di trattare t/anno di rifiuti è valutabile in circa 375 milioni di euro, il loro ammortamento richiede, tenendo anche conto del significativo recupero energetico, circa 20 anni; perciò costruire un impianto significa avere l'«obbligo» (sancito da veri e propri contratti) di incenerire una certa quantità minima di rifiuti per un tempo piuttosto lungo.

83

84

85

86 Convenzione di Stoccolma del 22 maggio 2001 Art
Convenzione di Stoccolma del 22 maggio Art.1:obiettivo di questa Convenzione è Proteggere la salute umana e l’ambiente dai Contaminanti Organici Persistenti (POP’s)

87 S.E.N.T.I.E.R.I - Studio Epidemiologico Nazionale Territori e Insediamenti Esposti a Rischi da Inquinamento (Epidemiol Prev 2011; (5-6) Suppl 4). Studio dell'ISS, esaminate le statistiche di mortalità di 44 delle 57 aree da tempo identificati come “siti da bonificare” nel periodo 298 Comuni con 5,5 milioni di abitanti eccesso di mortalità rispetto alle medie regionali: 10mila morti in più in otto anni rispetto al numero atteso considerando tutte le cause di morte. 3.508 decessi considerando solo le malattie più chiaramente riconducibili al fatto di vivere vicino a impianti siderurgici e petrolchimici, raffinerie, inceneritori, discariche, porti, cave di amianto e miniere

88

89 La spesa annuale per le cure oncologiche in Italia:
Malati e tartassati, i drammi del cancro AVVENIRE 15 maggio di ENRICO NEGROTTI La spesa annuale per le cure oncologiche in Italia: 960 mila pazienti con diagnosi di tumore negli ultimi 5 anni 776 mila “caregivers” (assistenti: familiari, infermieri, badanti...) 36,4 miliardi di euro il costo ogni anno (cure + assistenza) di cui: 5,8 miliardi di spese sostenute dai cittadini, 12 miliardi per assistenza e/o sorveglianza per pazienti con diagnosi a due anni, per pazienti con diagnosi fino a 5 anni 1,1 miliardi il valore dei sussidi (3% del costo totale)

90 disfunzioni ormonali (specie alla tiroide) e metaboliche
EFFETTI SULLA SALUTE RICONDUCIBILI ALL’AZIONE DI INTERFERENTI ENDOCRINI disfunzioni ormonali (specie alla tiroide) e metaboliche sviluppo puberale precoce nelle diminuzione fertilità abortività spontanea, endometriosi, gravidanza extrauterina, parto pre termine disturbi autoimmuni aumentato rischio di criptorchidismo e ipospadia diabete/ alcune forme di obesità elevato rischio di tumori deficit cognitivi e disturbi comportamentali patologie neurodegenerative danni transgenerazionali

91 Trasmissione trans-generazionali

92 COSA CHIEDIAMO : BIOMONITORAGGIO DEL LATTE MATERNO ANCHE IN ITALIA SECONDO LE INDICAZIONI DELL’ OMS RATIFICA DELLA CONVENZIONE DI STOCCOLMA SOSTITUZIONE DI PRATICHE INQUINANTI E IMMEDIATAMENTE EVITABILI QUALI L’INCENERIMENTO DI RIFIUTI/BIOMASSE e QUANT’ALTRO A VANTAGGIO DI PRATICHE PIU’ VIRTUOSE ADOZIONE DI STRUMENTI DI CONTROLLO RIGOROSI PER TUTTI GLI IMPIANTI FONTE DI DIOSSINE PER I QUALI NON ESISTANO IMMEDIATE ALTERNATIVE E MONITORAGGIO COSTANTE DEGLI ALIMENTI COLTIVATI IN LORO PROSSIMITA’ L’APPROVAZIONE DI UN MARCHIO “DIOXIN FREE” PER GLI ALIMENTI

93 Bioconcentrazione: Assorbimento negli organismi viventi di sostanze dal mezzo circostante (di solito acqua) in modo tale che le concentrazioni nell’ organismo diventano più alte di quelle presenti nell'ambiente

94

95 Come procedere? Collaborando con i comitati cittadini
Progetto Mappatura Territorio Valutare Proposta di legge Popolare Rifiuti Zero, (ci sono alcune carenze da approfondire) Sostenere Alterpiano nella gestione locale dei rifiuti

96 Proposta di legge popolare Rifiuti Zero
Le finalità generali del  presente disegno di legge di iniziativa popolare si fondano sulle seguenti linee direttrici: far rientrare il ciclo produzione-consumo all’interno dei limiti delle risorse del pianeta rispettare gli indirizzi della Carta di Ottawa, 1986 rafforzare la prevenzione primaria delle malattie attribuibili a inadeguate modalità di gestione dei rifiuti

97 Proposta di legge popolare Rifiuti Zero
assicurare l'informazione continua e trasparente alle comunità in materia di ambiente e rifiuti riduzione della produzione dei rifiuti del 20% al 2020 e del 50% al 2050 rispetto alla produzione del 2000; recepire ed applicare la Direttiva quadro 2008/98/CE recepire ed applicare il risultato referendario del giugno 2011 sull’affidamento della gestione dei servizi pubblici locali

98 Proposta di legge popolare Rifiuti Zero
Per perseguire le suddette finalità, il presente progetto di legge contiene una serie di misure finalizzate a: Promuovere e incentivare anche economicamente una corretta filiera di trattamento dei materiali post-utilizzo spostare risorse dallo smaltimento e dall’incenerimento verso la riduzione, il riuso e il riciclo

99 Proposta di legge popolare Rifiuti Zero
contrastare il ricorso crescente alle pratiche di smaltimento dei rifiuti distruttive dei materiali ridurre progressivamente il conferimento in discarica e l'incenerimento Sancire il principio “chi inquina paga” prevedendo la responsabilità civile e penale  per il reato di danno ambientale Dettare le norme che regolano l'accesso dei cittadini all'informazione e alla partecipazione in materia di rifiuti

100

101

102 Questo Alterpiano a combustione zero elaborato dal Coordinamento dei Comitati ATO Toscana Centro propone un cambiamento culturale ed una metodologia concreta, in perfetta sintonia con le normative comunitarie, nazionali e regionali, a cominciare dall’autosufficienza dei territori ! nello smaltimento dei rifiuti, dalla protezione della salute umana e dell’ambiente e dalla costruzione di una Società europea del riciclaggio. 

103 9. L’ALTERPIANO ,GESTIONE DEI RIFIUTI IN ATO TOSCANA CENTRO, SI BASA SU UN USO COERENTE ED EFFICACE DELLE NORMATIVE COMUNITARIE, NAZIONALI E REGIONALI, E A DIFFERENZA DEL PIANO INTERPROVINCIALE DELLATO TOSCANA CENTRO, NON AGGIUNGERÀ INQUINAMENTO, NON DISTRUGGERÀ LA MATERIA, AUMENTERÀ L’OCCUPAZIONE, CON MINORI COSTI DI GESTIONE

104 11. ALTERPIANO SI BASA SULLA NECESSITÀ DI AVVIARE PROCESSI VIRTUOSI A CICLO CHIUSO IN CUI GLI SCARTI DIVENTANO BASE E INPUT PER ALTRI PROCESSI PRODUTTIVI. A PARTIRE DALLE QUATTRO FRAZIONI CHE VANNO A SMALTIMENTO ( FRAZIONE SECCA RESIDUA, FRAZIONE RIFIUTI INGOMBRANTI, SPAZZATURA STRADALE, RESIDUI DELLA SELEZIONE DELLE FRAZIONI SECCHE RICICLABILI : LATTINE,VETRO, PLASTICHE, CARTA, CARTONE…) ATTRAVERSO AZIONI DI RIPARAZIONE, RICERCA, RIPROGETTAZIONE, COSTRUZIONE DI ATO TOSCANA CENTRO COME DISTRETTO DEL RICICLAGGIO

105 12. CENTRALITA’ DEGLI ASPETTI GESTIONALI E ORGANIZZATIVI
12. CENTRALITA’ DEGLI ASPETTI GESTIONALI E ORGANIZZATIVI* PROPOSTA DI CAMBIAMENTO VERSO UNA MODALITÀ ORGANIZZATIVA A RETE PER LA GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI E ASSIMILATI A LIVELLO DI ATO* COSTITUZIONE DI UNA “AGENZIA A DIFESA DELLA MATERIA E DELLA SALUTE UMANA” STRUTTURA IN GRADO DI FORNIRE GLI OBIETTIVI GENERALI E SPECIFICI, LE LINEE GUIDA, I METODI E I PROCESSI, GLI OBIETTIVI DI QUALITÀ*ATTIVITÀ DI SERVIZIO ORIENTATE A SPECIALIZZAZIONI FLESSIBILI ( ECONOMIA DI SCOPO) CHE COPRONO LE ATTIVITÀDI SERVIZIO PIÙ VICINE E LEGATE AL TERRITORIO, COME LE IMPRESE DI RACCOLTA, TRASPORTO E SMALTIMENTO DEI RIFIUTI

106 14. * COSTITUZIONE DI NODI (IMPRESE, COOPERATIVE,ORGANIZZAZIONI DI BASE DEGLI ABITANTI ) SEMPRE ORIENTATI AI RISULTATI, AUTOREGOLATI, RELATIVAMENTE AUTONOMI, …RESPONSABILITÀ ESTESA E CONDIVISA DEI PRODUTTORI, SECONDO QUANTO DELINEANO ANCHE LE NORME COMUNITARIE.* AZIONI PER REALIZZARE UNA ESTESA DEASSIMILAZIONE DEI RIFIUTI INDUSTRIALI, ARTIGIANALI ECC. AI RIFIUTI URBANI

107 “NEL RISPETTO DELLA GERARCHIA DEL TRATTAMENTO DEI RIFIUTI LE MISURE DIRETTE AL RECUPERO DEI RIFIUTIMEDIANTE LA PREPARAZIONE PER IL RIUTILIZZO, IL RICICLAGGIO O OGNI ALTRA OPERAZIONE DI RECUPERO DI MATERIA SONO ADOTTATE CON PRIORITÀ RISPETTO ALL’ USO DEI RIFIUTI COME FONTE DI ENERGIA”;

108


Scaricare ppt "Gestione Rifiuti Direttive Ue, leggi Italiane Regionali, PIR"

Presentazioni simili


Annunci Google