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Book City – Concorso in Biblioteca

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Presentazione sul tema: "Book City – Concorso in Biblioteca"— Transcript della presentazione:

1 Book City – Concorso in Biblioteca
Final Story Una storia con molti finali Entra Istituto Comprensivo n° 7 – “L. Orsini” - Imola Scuola Secondaria di 1° Grado - a. s. 2004/05 Realizzazione: Prof.ssa Laura Pasquali – Prof. Lorenzo Medici

2 Una storia con molti finali
FINAL STORY Una storia con molti finali Si tratta di completare una storia di sentimenti o emozioni. In una fase iniziale le classi si incontrano e si presentano. Poi si decide una lettura comune che dovrà essere completata poiché manca il finale. Ogni classe, a gruppi di due o più alunni, produce i vari finali che vengono consegnati alla docente bibliotecaria in materiale cartaceo e in file word. La bibliotecaria, man mano che arrivano i finali, li ridistribuisce a classi diverse perché siano valutati. Ogni classe sceglierà due finali di un’altra classe. I vari finali verranno pubblicati nella pagina web del sito della scuola e nell’archivio informatico della biblioteca. I racconti potranno essere anche accompagnati con una sola illustrazione inerente al racconto. continua

3 Il racconto proposto tratto da Ian McEwan - L’inventore di sogni
………..“Nella grande cucina disordinata c’era un cassetto. O meglio, ce n’erano tanti, ovviamente, ma se qualcuno diceva: “ La corda è nel cassetto in cucina”, tutti quanti capivano. Magari poi succedeva di non trovarcela dentro, la corda. Quello sarebbe stato il suo posto, insieme a quello di un’altra dozzina di cose utilissime che non si trovavano mai: cacciaviti, forbici, nastro adesivo, puntine da disegno, matite. Cose del genere si cercavano prima di tutto nel cassetto, e poi dovunque. Il reale contenuto del cassetto era in effetti difficile da determinare; oggetti non sistemabili in base a una logica, cosucce inutili, ma che nessuno aveva cuore di gettare via, aggeggi che un giorno, chissà, si sarebbe anche potuto aggiustare (…) Certe volte, nei momenti di noia, Peter apriva il cassetto nella speranza che le cose potessero suggerirgli un’idea o un gioco. Non succedeva mai. Non c’era nulla che funzionasse, niente di collegabile. Magari, se per un milione di anni un milione di scimmie avesse continuato a rovesciare il cassetto, alla fine dal suo contenuto avrebbe potuto saltare fuori una radio. Ma di sicuro non ci sarebbe stato verso di farla funzionare, e nessuno l’avrebbe mai più gettata via. Altre volte, invece, come in questo pomeriggio di sabato, troppo caldo e noioso, andava tutto storto davvero. Peter aveva voglia di costruire qualcosa, di inventare, ma non riusciva a trovare niente di utile al caso, e il resto della famiglia non gli era di minimo aiuto. Quelli pensavano solo a starsene stravaccati nell’erba, fingendo di dormire. Peter li detestava. Quel cassetto sembrava rappresentare tutto ciò che non andava nella sua famiglia. Che disastro! Sfido io che pensare riusciva difficile. Come stupirsi che si rifugiasse sempre nei sogni a occhi aperti! Se avesse avuto una casa tutta sua, corde e cacciaviti sarebbero stati sempre al loro posto. E se fosse stato da solo, anche i suoi pensieri avrebbero finito per riordinarsi. Come si poteva pretendere che mettesse a punto le grandi invenzioni che avrebbero cambiato il mondo, quando i suoi genitori e sua sorella gli creavano intorno simili montagne di caos? Quel sabato in particolare, Peter si era messo a raspare in fondo al cassetto. Era a caccia di un gancio, ma sapeva di avere ben poche speranze. (…) La mano incontrò qualcosa di freddo e liscio. Estrasse un vasetto di vetro blu scuro con il coperchio nero. Sull’etichetta di carta era scritto, “ Pomata Svanilina”. Scrutò a lungo quelle parole, cercando di coglierne il significato. Il barattolo conteneva una densa pomata candida e liscia in superficie. Non era mai stata usata. Peter ci affondò dentro la punta dell’indice. La sostanza era fredda, non certo il freddo duro e pungente del ghiaccio, ma quello pastoso e morbido di una crema. Estrasse il dito e trasalì per la sorpresa. La punta dell’indice era scomparsa. Completamente svanita. Riavvitò il tappo e si precipitò in camera sua. Appoggiò il vasetto sulla mensola, si fece largo tra vestiti e giocattoli così da potersi sedere sul pavimento appoggiando la schiena al letto. Aveva bisogno di riflettere. Per prima cosa esaminò il suo indice. Era quasi corto come il pollice. Toccò là dove avrebbe dovuto trovarsi la punta del dito. Non c’era niente. La punta non era diventata semplicemente invisibile. Era proprio sparita. Dopo una mezz’oretta di silenziose meditazioni, Peter si avvicinò alla finestra che si affacciava sul giardino posteriore. Il prato appariva come una versione all’aperto del cassetto in cucina. Ecco i suoi genitori, che sonnecchiavano a pancia in giù sulle coperte, distesi ad abbrustolirsi al sole. In mezzo a loro, c’era anche Kate, la quale probabilmente riteneva che prendere il sole fosse un’esperienza da grandi. E intorno al terzetto, si trovavano le macerie del loro sabato pomeriggio sprecato: tazze da tè, la teiera, giornali, tramezzini sbocconcellati, bucce d’arancia, vasetti vuoti di yogurt. Peter rivolse alla sua famiglia uno sguardo carico di risentimento. Con gente del genere, non c’era niente da fare, ma non si poteva neppure buttarli via. Forse, però…Tirò un lungo respiro, si infilò in tasca il vasetto di vetro blu e scese di sotto…” Indice

4 Ian McEwan - L’inventore di sogni (Ritorna all’inizio della storia)
Indice dei partecipanti VINCITORI Gianluca Salamida 1^A Marta Brozyna - Chiara Santandrea 1^A Madalina Leccese - Margherita Peluso 1^A Altieri Michele - Casolini Simone 1 B Bianchi Virginia, Melandri Michela, Merli Sofia 1 B Ludovico de Nittis Emanuele Mirri Marco Cesconi 1 B Andrea Di Loreto 1 B Francesco Naldi 1 B Gianmarco Sandrini e Leonardo Menzolini 1 E Salvatore Capone 1 E Ferretti Stefano - Chiarini Marco - Mondini Gianluca 1 E Francesca Ferretti Chiara Cassani Alice Raggi 1 E Ambra Poli Chiara Frontali Francesca Poletti 1 C Chiara Pizzico Alessia Santandrea 1 C Castellucci Matteo – Edoardo Fornagiari 1C Nicolò Capucci 2^D Arturo Collina Filippo Zini 2^ D Lorenzo Pirazzoli 2^D Sofia Mingotti, Luca Vertova, Salvatore Cristalli 2^C Elena Foschi, Fabbri Valentina, Poggi Eros 2^C Michele Leopardi, Monini Sara, De Giorgio Michael 2^C Sara Caputo, Marzia Iengo, Linda Domenicali 2^E Anna Fantini, Manuela Spoglianti 2^E Geraci Lorenzo Simone Morini Strada Gianluca 2^E Annalisa Lama Laura Montanari Veronica Rossi 2^E Valentina Russo Federica Bandini Diana Foschi 2F Lisa Foschi Vasilica Leccese 2F Christian Pifferi 2 D DISEGNI

5 ………. Quel pomeriggio non gli portò niente di buono
………..Quel pomeriggio non gli portò niente di buono. Per cena Peter, fra tante cose buone, mangiò solo un uovo sodo, un pomodoro e un misero pezzetto di carne suina. Verso le 9:00 andò a letto, rifugiandosi nel velo rassicurante del lenzuolo blu con le facce di marziani verdi. Ma quella notte Peter non riusciva a dormire; solo verso le 4:30 del mattino riuscì a prendere sonno. Tuttavia la sua mente continuava a lavorare: sognava. Nel sogno era notte fonda, non si muoveva una mosca; la famiglia di Peter dormiva,tutti dormivano tranne lui. Tutta la casa era illuminata da una fiebile luce. Con in mano il vasetto della pomata svanilina stava andando in direzione della camera di sua sorella; aprì il vasetto, spalmò un po’ della pomata sulla sua pelle e in un attimo sparì. Poi, col vasetto aperto, si diresse verso la camera dei genitori e, con un po’ di esitazione spalmò la pomata: non aveva considerato che loro avevano il pigiama, che a contatto con la pomata svanì. Peter con gli occhi chiusi per l’imbarazzo alla vista dei genitori nudi continuò a spalmare a tentoni, ma sbadatamente fece sparire anche metà del letto. Stava tornando in camera sua quando si svegliò e… si rese conto che era sonnambulo. Tornò nella camera dei genitori: erano veramente spariti insieme alla metà del letto. Peter era confuso, gli girava la testa, si abbandonò su una sedia, ma una goccia della pomata svanilina le cadde sopra ed essa svanì; Peter non fece in tempo ad alzarsi in piedi e cadde a terra con un boom! che rimbombò per tutta la stanza :”Ahi!!!”. Urlò Peter, che poco dopo si rialzò e andò verso il letto. Peter riuscì a riaddormentarsi di nuovo. Il giorno seguente, i genitori di Peter sarebbero dovuti andare ad un ricevimento scolastico, ma chiaramente non si presentarono. Una serie di sfortunati eventi fecero riflettere Peter. Per cena mise in forno pollo e patate e aspettò che si arrostissero; lui nel frattempo cominciò a viaggiare con la fantasia: stava pensando a un forno, dal cui interno sbucò un pollo arrostito gigante che avanzava minacciosamente verso di lui; però, un forte odore di bruciato lo fece tornare in sé: nel forno il pollo era bruciacchiato e le patate annerite. Addio cena. Quando andò a fare la spesa, la cassiera gli chiese dove fossero i suoi genitori, e lui rispose che erano a casa malati, ma lei non gli credeva e continuava a interrogarlo. Peter aveva con sé la pomata svanilina e senza farsi vedere da nessuno fece sparire la ragazza. Peter si accorse che anche se non sopportava la sua famiglia, aveva bisogno di lei. Andò in cucina a frugare di nuovo nel famoso cassetto in cui aveva trovato la pomata svanilina, e in un angolino trovò uno strano composto chimico che lui non aveva mai usato, si trattava del PHI650. Peter sentiva che l’avrebbe aiutato a risolvere il problema. Lo mescolò con la pomata: insieme formavano un liquido giallastro dall’odore acre, lo versò su una foto ricordo della famiglia che aveva in camera sua, e…1,2,3…PUFF! Ecco riapparire la sua famiglia. Fece lo stesso con la cassiera. Poi si accorse di aver dimenticato qualcosa; quindi corse nella camera dei genitori. Troppo tardi, pensò, la mamma era già lì: “Peter! Che fine hanno fatto i pigiami?! E in che modo puoi spiegarmi che fine ha fatto metà del letto?!!!”. Guardò la mamma furiosa, ma non poté rispondere. I genitori e sua sorella, subito dopo, tornarono a mangiare pop-corn e tramezzini in giardino, abbrustolendosi al sole, come se nulla fosse successo, ignari del pericolo che avevano corso. Ma…Sarà andata veramente così? Gianluca Salamida Indice

6 …Peter raggiunse le scale
…Peter raggiunse le scale. La pomata era un mezzo davvero potente e… se fosse stato un agente federale? Aveva nella tasca un liquido davvero pericoloso,anche se al gusto di spinaci, ebbene sì, l’aveva anche assaggiato, e odorava di calzini usati da suo padre. Peter si inginocchiò come una tigre pronta ad attaccare e…scivolò sui pattini di Kate: ricadde giù ancora più pronto alla vendetta. Si guardò intorno, andò in cucina per meditare e fare un piano preciso: come vendicarsi? Si sedette vicino al tavolo e appoggiò la testa sulla mano per pensare meglio… Vide se stesso con la sua famiglia mentre cenavano (Peter cominciò a fantasticare senza accorgersene). La cena era composta da allettanti portate: una pizza vecchissima e talmente dura che avrebbe potuto essere usata come arma senza problemi; dei panini nei quali i pezzi di prosciutto erano piccolissimi al punto che Peter anche con il microscopio non sarebbe mai riuscito a vederli; un liquido giallo chiamato da sua madre, per una ragione sconosciuto a Peter, “il tè”. I genitori di Peter cominciarono a fare delle battute che lui non capiva, ridendo come se stessero guardando uno show di Mr. Bean. Kate mangiò la sua porzione come un maiale, sporcando tutto e tutti quelli che le erano vicini… Peter ne aveva abbastanza. Guardò il suo dito e incredibilmente riuscì a vederlo, ma all’improvviso sparì, e poi riapparve, e così ancora,tante volte che non le poteva contare. Allora Peter mise il dito sotto l’acqua del rubinetto…Meraviglia! Comparve e restò visibile. Giunse l’ora di andare a dormire. Peter si alzò dal letto, trascinato dal desiderio di far sparire la sua famiglia. Prese la bottiglietta con la pomata e andò nel bagno. La casa era buia, deserta, paurosa. Ad ogni passo Peter sentiva strani rumori e una vocina, come se qualcuno gli dicesse: ”Peter…non farlo!”. Il sudore gli bagnava tutta la fronte. Gli sembrava che i mobili lo guardassero con sospetto, come se sapessero tutto del suo piano misterioso. Raggiunto il bagno, mise un po’ di pomata nella schiuma da barba di suo padre, mescolandola bene per non farla vedere; l’aggiunse anche alla crema per le mani di su madre e al dentifricio di Kate, quello al gusto di cioccolato che le piaceva tanto mangiare. Poi ritornò nel suo letto e si addormentò con un sorriso da furbetto stampato in faccia. Il giorno dopo sentì le urla dei genitori e di Kate… Si svegliò, fece un respiro profondo e andò a guardare il suo capolavoro. “Peter…Peter…Andiamo dal medico con Kate!” lo raggiunse la voce di sua madre. Peter si trovava in cucina, appoggiato alla tavola. Guardò il suo pollice: era sporco di una sostanza blu. Sua madre era pronta ad uscire, con il trucco sulla faccia. Peter pensò: ”Ma come? E’ visibile! Forse è la fase in cui si vede e tra poco diventerà di nuovo invisibile, devo bagnarli.”. Prese un catino, lo riempì in fretta d’acqua, si avvicinò alla sua famiglia pronta per uscire e le buttò addosso tutta l’acqua. Sia i genitori che la sorella erano bagnati fradici. Sua madre girò lentamente la faccia… tutto il trucco si stava sciogliendo: sembrava un mostro. Il mascara blu che prima le decorava gli occhi, adesso le aveva sporcato le guance tanto che sembrava un puffo troppo cresciuto. Lo guardò come una iena che sta per aggredire un agnellino. Peter cercò nella tasca il vasetto di pomata: era ancora pieno. Si rese conto che la sua vendetta era stata solo un sogno ad occhi aperti. “Mamma, papà, Kate, vi posso spiegare tutto” mormorò. Marta Brozyna-Chiara Santandrea Indice

7 ……Prese il barattolo e scese nel suo studio “il mondo dei sogni”, dove più che studiare, stava tra le nuvole, pensando di correre dietro ai dinosauri. Cercava il modo di far capire ai suoi genitori che erano troppo disordinati. IDEA! Avrebbe fatto sparire tutte le cose preziose di sua sorella e dei suoi genitori con la pomata svanilina. C’era però una difficoltà: come avrebbe fatto a mettere in atto il suo piano? Peter scese in cucina e aprì il cassetto, sperando di trovare un oggetto invulnerabile alla crema, in modo da non perdere altre dita: gli servivano ancora, e tutte! Un oggetto tipo… Ehi! Cos’era quell’affare simile a un guanto? Estrasse l’oggetto interessante e lesse: GUANTO MAGICO. Ci pensò su: chissà! Quel guanto non sarebbe svanito al tocco della crema? L’unica cosa da fare era provare. Estrasse dalla tasca il barattolo e tentò l’esperimento. Un sogghigno felice uscì dalla sua bocca. Quella sera stessa avrebbe compiuto il suo piano e niente lo avrebbe fermato! A notte fonda Peter vagava per le stanze al buio e si fermò di fronte alla porta della piccola stanza di Kate: voleva iniziare da lì. Appena sua sorella fu nel mondo dei sogni, Peter zitto zitto, quatto quatto, entrò, accese la sua piccola torcia, e iniziò ad esplorare la stanza. Kate teneva abbracciato il suo pupazzo preferito; Peter indossò il guano, estrasse il barattolo e… Cominciò a spalmare la crema; un po’ qua, un po’ là; fece sparire quasi tutto: le bambole, i trucchi finti, tutti i libri che Kate non leggeva mai, e altre stupide cianfrusaglie che poteva avere una bambina. Dopo aver terminato con sua sorella, andò nella stanza dei suoi genitori. C’era più disordine lì che in una discarica. Per prima cosa fece sparire l’unica sveglia che avevano, poi le scarpe preferite di sua madre (convinta che le portassero fortuna), il portafoglio quasi vuoto di suo padre e anche un calzino di ogni paio. La gonna preferita di sua madre ed un pantalone di suo padre. In bagno fece sparire l’accappatoio, gli spazzolini e il sapone. Andando a letto Peter cercò di immaginarsi che cosa sarebbe successo al loro risveglio. Il mattino seguente “loro” si svegliarono molto tardi, andarono in bagno a lavarsi , almeno quello lo facevano una volta ogni tanto, ma non trovarono più gli spazzolini. Il padre si fece la doccia e quando ne uscì non trovò l’accappatoio:- Che strano, non trovo più il mio accappatoio. Non mi sono neanche potuto lavare con il sapone!- Kate entrò nella sua stanza ed emise un urlo:-MAAAAAMMAAAAA!!!- -Sì Kate!--Dove sono le mie bambole? E i miei giochi?-- Non lo so!- Nel pomeriggio, la mamma aveva una riunione di lavoro. Per scaramanzia voleva indossare le sue scarpe e la sua gonna preferita. Aprì l’armadio e…-AHHHHHHH!!!DOVE SONO LE MIE SCARPE E LA MIA GONNA?- Nessuno le rispose. Continuò a cercarli sotto il letto, in bagno e persino dentro il frigo. -Peter non credo li abbia presi.- Il papà prese dal cassetto dei calzini ma quando ne indossò uno si accorse che ne mancava un altro. Andò a vedere per curiosità anche gli altri calzini e in tutti ne mancava uno. Non trovò neanche i suoi pantaloni per andare a lavoro, e neanche il portafoglio. La mamma disperata cominciò ad accusare suo marito e lui accusava lei di essere disordinata e Kate accusava suo padre e sua madre e loro accusavano lei; beh, insomma, un vero caos… come se in quella casa non ce ne fosse già abbastanza. Iniziarono a litigare furiosamente. -STOOOP!!! Mamma , papà , sorellina, avete davanti il vero colpevole-disse Peter - TUUU!!Ma come hai fatto?- Chiesero stupiti. - Ho preso una crema che fa sparire tutte le cose, l’ho trovata nel cassetto dove voi tenete tutte le cose a cui dite “dopo… dopo… le metterò a posto”e poi rimangono lì a fare la muffa. L’ho spalmata su ogni cosa, per farvi capire che cosa vuol dire non poter avere un po’ di ordine- . Dopo un momento di silenzio assoluto i genitori si scusarono e poi Peter aggiunse .- Però… c’è un problemino- -Quale?- chiesero. –Non so più fare tornare indietro le cose che vi ho fatto sparire.- - Peter!! Peeeeeter!!!- Entrò in cucina la sorellina tutta rossa, ma così rossa che sembrava un pollo arrosto : -Peter ma stai dormendo o sei sordo? Ci vieni a spalmare la crema?- - AHH!- Fece Peter, stiracchiandosi sul tavolo… Sì, vengo subito a spalmarvela… la crema. EH!!LA CREMA? Ah sì! Solare.- Sogghignò prendendo il vasetto blu. OH….Amata, dolce, tremenda, vendetta!- MADALINA LECCESE , MARGHERITA PELUSO Indice

8 Grazie caro!- rispose il padre.
……Mentre pestava l’ultimo scalino pensò bene cosa fare con la pomata svanilina. Gli scattò in mente un’idea come un fulmine a ciel sereno: fare scomparire i genitori. Peter però non sapeva quando l’effetto della prestigiosa crema potesse poi finire. Prese la pomata e lesse: fra le varie indicazioni c’era scritto che l’effetto della pomata durava solo una settimana. Proprio quello che ci voleva. Aveva il tempo necessario per eseguire il suo piano. Volò di nuovo su per le scale e andò in cucina, dove c’era il cassetto, ( quando saliva quelle scale spesso gli veniva in mente di star volando), Cercò un paio di guanti per proteggersi dalla pomata, ma non li trovò lì. Cerca, cerca nei posti più impensati e finalmente, come già sospettava, li trovò in una scatola da giardinaggio mai utilizzata. Andò in giardino e provò la svanilina sulla teiera. Inizialmente la teiera si tinse di verde come il prato, poi si mimetizzò completamente. L’effetto era meraviglioso, ora al posto della teiera non c’era nulla, nel vero senso della parola. Pensava a come sarebbe stato bello andare a scuola così scomparso, e fare uno scherzetto al professore. Ma questo, adesso che Peter ci pensava era impossibile. Infatti se fosse completamente svanito non sarebbe potuto andare a scuola e neanche fare lo scherzetto. Disse al padre: Papi ti spalmo la crema ?. Grazie caro!- rispose il padre. Iniziò a cospargere di crema il padre. Un po’ alla volta quello cominciò a svanire come se il prato lo avesse inghiottito. - Mamma ti spalmo la crema?- Grazie caro!- rispose la madre e anch’essa scomparve nel nulla. Adesso toccava a Kate che dormiva. Era arrivato a mezzo busto, quando Kate si svegliò: Ah! Ah! Ah! Dove sono le mie gambe? Ti darei un calcio, ma non posso!- No! No! Calma! Non è come sembra!- cercò di replicare Peter. Ah no! E che cosa ci fai con quello strano coso in mano lì in piedi di fronte a me? E ridammi subito le mie gambe! Subito!!!!! Appena mi potrò alzare lo dirò a mamma e papà. A proposito, dove sono andati !?! Ah se potessi…- Peter, scocciato dagli strilli della sorella, prese la pomata e ne lanciò un po’ sulla sua bocca che scomparve. La rabbia di Kate si leggeva negli occhi, ma Peter non aveva tempo di pensare alla sorella e finì di cospargerla di svanilina, mentre lei si dimenava invano. Adesso che aveva finito, provava un po’ di compassione per i suoi, ma quello che doveva fare doveva essere fatto subito!. Iniziò immediatamente a mettere in ordine la casa. Dopo un giorno splendeva, e Peter non mangiò altro che toast: toast a pranzo, toast a cena e a mezzanotte… toast. Nei giorni seguenti Peter non andò a scuola e iniziò a raccogliere tanti suoi pensieri e i suoi sogni in un libro intitolato “L’inventore dei sogni”. Come previsto, dopo una settimana i genitori e Kate ricomparvero e non lo misero in punizione solo perchè aveva messo in ordine tutta la casa e aveva dimostrato di saperla gestire anche da solo. Fece leggere il libro a Kate e le piacque molto... Peter, è ora di andare a scuola! Stavi ancora pensando ad occhi aperti? Devi ancora vestirti? Oh no ! Sbrigati! Da grande non so proprio come farai da solo! – Invece Peter da grande scrisse il libro “L’inventore di sogni”, rivedendo proprio i suoi sogni ad occhi aperti. Altieri Michele Casolini Simone classe 1 B Indice

9 …….Soltanto scendendo l’ultimo scalino, Peter cominciò a domandarsi se quello che stava accadendo era tutta realtà o frutto della sua fantasia, portandosi il dito davanti agli occhi: per la prima volta Peter era confuso! Infilò la mano con l’indice ancora visibile in tasca. Il vasetto era freddo e la sua superficie liscia diffondeva dubbio e inquietudine. Peter si chiese per la seconda volta se stesse sognando. Con il viso pallido e gli occhi incavati, percorse il corridoio e si diresse verso il bagno. Con una debole spinta, aprì la porta di quel tanto che bastava per passarci. Con un senso di paura e di speranza nello stesso tempo, andò a tastoni verso il lavandino, aprendo il rubinetto dell’acqua fredda. Mise le mani sotto lo spruzzo gelido, e le portò alla faccia rinfrescandola. In quel momento Peter sentì sul viso bagnato tutte e dieci le dita: compreso l’indice sparito. Peter rimase ancora più colpito e guardandosi allo specchio notò che il suo dito stava lentamente ricomparendo. In quel preciso momento capì il segreto della pomata e come far tornare tutto alla normalità, semplicemente bagnando con l’acqua la parte. Peter uscì dal bagno, sbirciò dalla porta che collegava il salotto con il giardino e subito, guardando i suoi genitori con astio, ma anche con divertimento, capì cosa avrebbe potuto fare con quell fior di pomata, che aveva fortunatamente trovato in quel disordinato cassetto, odiato fino a pochi minuti prima. Si precipitò subito nella sua camera, chiuse la porta a chiave, abbassò le tapparelle, accese una torcia e cominciò ad elaborare il suo piano. Dopo circa un’ora aveva già immagazzinato nel suo cervello una decina di scherzi da portare a termine con la pomata “svanilina”. La mattina seguente attese la partenza del padre, che alle cinque si alzava per andare al lavoro. Ora Peter era in casa con sua sorella e sua madre, ancora profondamente addormentate. Peter sfruttò questi minuti preziosi per mettere in atto il suo piano. Quatto quatto, come un topino in cerca di formaggio, uscì dalla sua stanza e si intrufolò in quella della madre. Le tende erano già scostate e una luce fioca le illuminava il volto. Cautamente si avvicinò al letto infilandosi la mano nella tasca per prendere il barattolo. Svitò il coperchio nero con un leggero cigolio, ma la sua mano tremante fece goffamente cadere il tappo. Peter rimase immobile ed impallidì. Cosa sarebbe successo se la madre l’avesse scoperto? Si sentì un lieve fruscio di coperte che gli fece palpitare il cuore. Fortunatamente la madre non si svegliò, ma si rigirò lentamente fra le lenzuola. Il silenzio regnava ancora nella stanza. Peter tirò un sospiro di sollievo. Raccolse il coperchio e l’appoggiò sul comodino di fianco al letto. Le sue dita sprofondarono nella sostanza gelatinosa, le avvicinò ai riccioli biondi della madre che giacevano sulle coperte. In quel momento Peter si sentì potente, in grado di punire i suoi genitori quando lo riteneva giusto. Sollevò pian piano un lungo ricciolo e con la punta delle dita già impregnate di pomata, cominciò la sua opera…… Non era neanche a metà del lavoro quando si sentì uno sbadiglio profondo. Sbarrò gli occhi. Quel suono poteva significare solo una cosa: la madre si stava svegliando. Peter era in preda al panico. Questa “piccola” complicazione non era prevista nel suo formidabile piano. Il primo istinto fu di infilarsi sotto al letto. I grandi piedi della madre atterrarono sul tappeto. Con passi pesanti la madre si diresse verso il bagno, stiracchiandosi. Come un’anguilla, Peter approfittò di quel momento per sgusciare fuori dal letto e pian piano si diresse in camera sua. Posò in fretta il barattolo della mensola più alta della libreria e si infilò sotto le coperte, facendo finta di dormire, ma nonostante fosse bravo a fingere, non riusciva a stare tranquillo. La circolazione dei pensieri nel suo cervello si interruppe nell’udire un grido lancinante proveniente dal bagno. - Aiuto! I miei capelli! - ...continua

10 - Mi dispiace è troppo tardiiiiiiiii!
Una corsa veloce e affannata fu sentita da Peter avvicinarsi alla sua stanza. In un secondo due grosse mani sudate affondarono le unghie nelle sue spalle, agitandolo come un povero straccio. Le sue palpebre si sollevarono bruscamente e un po’ scosso Peter riuscì a riconoscere il viso spaventato di sua madre che urlava. Sembrava proprio da manicomio. La sua pazzia aveva raggiunto il limite: infatti cominciò a girare per casa urlando. Poi la udì strepitare al telefono con il parrucchiere che, assonnato, aveva smesso di ascoltarla. Peter si sentì in colpa per la madre che continuava a girare per casa come una pazza. Prese un secchio, lo riempì d’acqua e decise di mettere fine alle sue sofferenze. Attese che la madre passasse per la cinquantesima volta davanti al bagno e ne approfittò per rovesciarle il secchio in testa. Lei si fermò, i suoi occhi infuocati lo fissavano intensamente. Era bagnata fradicia eppure non disse una parola. Poi pian piano i suoi riccioli biondi cominciarono a sbocciare come fiori al sorgere del sole. La madre serrò i pugni, gonfiò i polmoni e strinse i denti: si stava preparando per un grande urlo. Invece dalla sua bocca uscirono solo dei gemiti. - Sei diventato matto! - No lo sei tu, mamma! Perché ti agiti tanto? - Ma come ti permetti?! Non vedi nulla? Per tua informazione i miei capelli, sono spariti! Sono un mostro!!! . Peter fece finta di niente e con voce innocente rispose : - Io non noto niente di strano, se non mi credi vatti a vedere allo specchio >>. La madre ancora più imbufalita, spalancò la porta del bagno e si guardò allo specchio. Con occhi increduli vide che i suoi capelli erano ricomparsi. Subito pensò di essere matta e di aver bisogno di un dottore, poi si lasciò cadere su una sedia, socchiuse le palpebre e pian piano si calmo ... Peter si riscosse. Aveva sognato di nuovo ad occhi aperti. Venuta sera, Peter già aveva dimenticato la crema. Annoiato accese il computer. Aveva intenzione di giocare ad uno dei suoi soliti giochi di guerra e di conquista. Ma non appena lo accese, gli apparve sullo schermo una grossa scritta rossa lampeggiante: Attenzione! Attenzione! Attenzione! - e di seguito una finestrella con degli strani burattini che ballavano e cantavano insieme con voce metallica: - Poverino piccolino, se la pomata sulla terra finirà , la terra esploderàààààààà!!! >> Peter rimase sconcertato, ma non ebbe molto da pensare perché in quel preciso istante entrò sua sorella in camera e con la sua acuta vocina strillò: - Petel, Petel, il barattolo blu sopla la mensola alta alta sta pel cadele. Peter rabbrividì. Il solo pensiero che potesse succedere veramente ciò che aveva letto sul computer lo spaventava a morte. Corse in camera e fissò lo sguardo sul barattolo quasi vuoto che stava veramente per cadere. Di nuovo quella irritante e fastidiosa vocina canticchiò: - Mi dispiace è troppo tardiiiiiiiii! In quel momento Peter aveva voglia di spaccare il computer ma si trattenne. Rivide tutta la sua vita passargli davanti agli occhi: quelle belle giornate felici in spiaggia, il suo primo giorno di scuola, il suo primo bacio…, certo che Angela quel giorno era davvero carina!. Ma non era questo quello a cui Peter doveva pensare. Il suo compito era un altro: salvare la terra!!! Il barattolo cominciò a scivolare poi a cadere : ormai era ad un metro dal pavimento. Raccolse tutta la sua agilità e si lanciò, in una lotta contro il tempo; sentì la sua mano allungarsi verso il barattolo e intanto pensava: -E se non ce la faccio? - -E se il mondo esplode solo per colpa mia? - Peter chiuse gli occhi, non osava pensare a cosa sarebbe successo se non fosse riuscito a prendere il barattolo. All’improvviso un crac: il barattolo si era rotto! Peter era fuori di sé: non sapeva cosa pensare, ma poi…di colpo : - Peter perché non scendi dalle nuvole?- stava dicendo sua madre Sì, era stato tutto un sogno; ma chissà, la pomata “svanilina” esiste davvero? di Bianchi Virginia, Melandri Michela, Merli Sofia classe 1 B Indice

11 ………Si chiese perché il barattolo che conteneva la crema non sparisse.
Forse perché sugli oggetti di vetro non faceva effetto. Andò nel seminterrato, prese la sua pistola ad acqua con il contenitore di vetro e vi fece colare la pomata-svanilina. Aveva ragione, la pistola non scomparve. Raggiunse a passo felpato il giardino, dove si nascose dietro un cespuglio. Qui iniziò con mira precisa a colpire le “macerie” dei famigliari, per riordinare il prato. Poi Peter mirò per colpire una bottiglia contenete succo di frutta, senza pensare che fosse di vetro; il colpo infatti rimbalzò contro l’oggetto e colpì in pieno il padre. La crema si diffuse velocemente su tutto il suo corpo. Di lui rimasero solamente le lenti dei suoi occhiali. Sua sorella Kate e la madre, intente ad abbronzarsi, non si accorsero della misteriosa scomparsa del padre. Ma Peter era in preda al panico, non sapeva cosa fare. I suoi pensieri gli sconvolsero la mente e un brutto presentimento gli diceva che non avrebbe mai più visto suo padre. Chissà, forse era andato in un’altra parte del mondo o peggio ancora era andato in un altro pianeta. Ma in qualunque posto fosse, stava sicuramente vagando senza meta e senza nessun punto di riferimento; lottando spietatamente contro lupi, leoni… Inoltre le intemperie lo stavano sicuramente ostacolando... Peter doveva rimediare al disastro che aveva combinato, e doveva farlo prima del risveglio della madre e della sorella, che intanto si erano addormentate sotto il sole. Andò quindi a guardare attentamente l’etichetta del barattolo, ma non ci trovò nulla di interessante, a parte gli ingredienti di cui era composta la pomata. All’interno del barattolo vuoto trovò, dentro una bustina di plastica, un foglietto ripiegato più volte su sé stesso con su scritto “contro pomata-svanilina” . Ma questa pomata, se si voleva un suo effetto positivo, era da usarsi entro e non oltre mezz’ora dopo la scomparsa dell’oggetto o della persona. Cercò subito gli ingredienti nei cassetti della cucina: 5 cucchiai di terriccio; 2 cucchiai di zucchero; un bicchiere di latte scaduto; 3 cm di spago; una ciocca di capelli di sorella; 5 bicchieri di grappa; Occorreva poi mescolare il tutto e far bollire a 102° C. Peter prese quindi un tegame, cercò gli ingredienti e non fu facile, ma doveva fare in fretta perchè il tempo passava . Allo scadere del tempo l’antidoto non avrebbe avuto più effetto Ma il nostro protagonista doveva ancora staccare una ciocca di capelli da sua sorella, unirla agli altri cinque ingredienti e far bollire il tutto. Andò di corsa nel cortile e mentre la sorella era intenta a fare altre cose (o meglio a dormire sotto il sole), le si avvicinò silenziosamente. Stava per tagliarle una ciocca di capelli quando…..sentì suo padre dire: -“Peter, smettila di fare i dispetti a Kate!!!”- Pieno di stupore il ragazzo si girò e …… vide che il padre era sdraiato sul lettino come se non fosse successo nulla. Poi capì tutto; la crema si era sciolta con il calore del sole e il padre era ricomparso. Ma no!!! Era stato tutto frutto della sua immaginazione! O forse si stava sbagliando? Ludovico de Nittis, Emanuele Mirri, Marco Cesconi Indice

12 …………Pensò ad un posto comodo dove sedersi , magari la poltrona
…………Pensò ad un posto comodo dove sedersi , magari la poltrona. Doveva riflettere. Si sedette sulla poltrona del soggiorno, aprì una scatola di biscotti e pensò dove potesse essere andato il suo dito. Forse era arrivato in una dimensione alternativa di cui l’unica porta era la pomata ? “ Okay- si disse-calmati, Peter . Metti un freno alla tua immaginazione. Stai esagerando. Non sognare ad occhi aperti. Concentrati su come far tornare il tuo dito.” Chissà cosa poteva succedere se immergeva il dito nell’acqua. E se fosse stato tagliato e fosse rimasto dentro la pomata? No, avrebbe sentito dolore. E se fosse stata una pomata magica che attutiva il dolore fino a non farlo sentire? Forse la usavano gli estetisti, per togliere i brufoli senza far sentir dolore. Peter non riusciva più a ordinare i propri pensieri. Sembrava che i pensieri si formulassero da soli, come se stesse dormendo e sognando. Ma lui era ben sveglio, lo sapeva. Eppure non riusciva a concentrare i propri pensieri sul suo problema. E se fosse stata una pomata che appena la tocchi non ti fa più pensare in maniera logica ? “In effetti è così.” Disse una voce che sembrava provenire dal nulla. “Chi è? Dove sei?” “Sono uno spiritello racchiuso nella pomata e mi sono appena trasferito nel tuo corpo.” Peter si diede una pacca sulla testa e la scatola di biscotti gli cadde . Stava di nuovo sognando. Acci… Andando avanti così non sarebbe andato molto avanti. Cercò di pensare al suo problema, che aveva deciso essere il suo problema principale. Poteva tastare nella pomata alla ricerca della punta del dito. No, gli sarebbero sparite anche le altre dita. Poteva chiedere ai suoi genitori che cosa fosse quella pomata, probabilmente erano stati loro a metterla nel cassetto. O no ? Stava di nuovo esagerando. Chi volete che potesse essere venuto a mettere nel suo cassetto una pomata strana e misteriosa che faceva scomparire le parti del corpo su cui era spalmata ? Poteva anche fingere che la pomata non fosse mai esistita, rimetterla nel cassetto, urlare a squarciagola e dire che si era tagliato un dito con un coltello, frugando nel cassetto. No, non sarebbe riuscito a dimenticarla e dopo qualche giorno sarebbe andato di nuovo a cercarla. Decise che avrebbe mostrato la pomata ai suoi genitori. Uscì di casa con il barattolo bene in vista. “Mami!” chiamò Peter. Sua madre alzò il capo e gli occhiali da sole. “Che c’è, Peter? Non potevi restare a “pensare” anche oggi pomeriggio senza disturbare?” gli rispose sua madre un po’ scocciata. “Cos’è questa “Pomata Svanilina?” Sua madre guardò prima lui, poi la pomata, poi di nuovo lui. “Allora?” chiese Peter impaziente. “Dove hai detto di averla trovata?” “Non l’ho detto.” “Dove l’hai trovata?” “Nel cassetto.” E naturalmente capirono tutti. “Allora, rimettila dove era.” “Ma non puoi almeno dirmi cos’è?” “Rimettila dove era.” Insistette sua madre. “Ma…” “Basta! Va bene, ne discuterò con tuo padre e, se lo riterremo opportuno, stasera te lo diremo. Kate, vai in casa.” “Ma…” “Kate, vai. In. Casa.” “Uffa!” sbottò Kate. Peter e Kate si diressero verso casa. Peter rimise la pomata nel cassetto e si sedette sulla poltrona ad aspettare la sera. “Bravo- gli disse Kate in tono accusatorio- ora non posso più prendere il sole per colpa dei tuoi stupidi pensieri!” Che tragedia, pensò Peter Avrebbe resistito fino a sera…… Stava pensando se avrebbe resistito fino a sera…L’esercito nemico era pronto ad assediare il grande castello. Sarebbe stata una battaglia dura, visto che il suo esercito era in netta minoranza. Ma loro dovevano resistere ai nemici fino a sera, all’arrivo dei rinforzi. Poi l’attacco iniziò. Lui era pronto a vendere cara la pelle, ma una freccia lo colpì e svenne… Si svegliò e si accorse di non essere sulle mura di un castello, ma a casa sua con un braccio ancora infilato nel cassetto alla ricerca di un gancio. “Ma allora-pensò- è stato tutto un sogno, un pensiero.” Controllò che le dita ci fossero tutte e non notò nulla di strano. Si alzò, guardò fuori e vide i suoi e Kate arrivare. Era pomeriggio inoltrato. Tornò a sedersi in poltrona. “E’ vero, mami, l’ho visto con un braccio nel cassetto e sembrava mezzo imbambolato. Secondo me dormiva. “ Sì, dormiva!”sentì la madre dire a Kate, mentre rideva. Peter arrossì un poco e cominciò un’altra avventura nella sua testa. Andrea Di Loreto Indice

13 …….Quando scese di sotto si sdraiò sul divano e pensò a cosa potesse servire quella crema: forse era una crema per togliere i brufoli, funzionante anche troppo bene, che usava papà quando era giovane, oppure serviva a togliere le macchie più difficili e che però toglieva tutto, non solo le macchie ma anche la stoffa? Oppure era una pomata anticellulite, che faceva scomparire tutto, non solo un aspetto della pelle, ma era molto improbabile; non voleva chiedere ai suoi genitori a cosa servisse quella crema e poi, se si accorgevano che gli mancava un pezzo di dito, l’avrebbero portato all’ospedale: la cosa più importante era trovare una cura. Provò a bagnare il dito con l’acqua bollente e poi con quella gelata, ma il dito non tornava, allora provò con il talco, poi mangiò un pezzo di cioccolata, ma non per il dito, era solo perché non aveva fatto merenda e aveva fame. All’ora di cena i genitori di Peter lo chiamarono per mangiare; non sapeva come fare, perché non voleva che i suoi genitori scoprissero che gli mancava un dito, e pensò che l’avrebbero portato all’ospedale a fare tutti gli esami possibili. Durante la cena nessuno notò che Peter mangiava con la sinistra. Il problema arrivò quando doveva tagliare la carne, visto che aveva bisogno di due mani, allora approfittò del momento in cui tutti erano intenti a guardare la televisione. Dopo mangiato andò subito a letto, ma mentre dormiva, la sorella entrò con una torcia per vedere se poteva fargli uno scherzo e vide il barattolo, che era stato appoggiato da Peter sulla scrivania. Kate aprì il barattolo, gli infilò un dito dentro e stava per urlare, quando si accorse che era scomparso, ma Peter, che era stato svegliato dalla luce, le tappò la bocca con una mano fino a che Kate non si calmò, poi le raccontò tutto. Il giorno dopo, quando scese per fare colazione, una brutta sorpresa lo aspettava: quando arrivò a tavola i suoi genitori gli dissero che, dopo aver fatto colazione, sarebbero andati dalla zia Mary. A Peter non piaceva la zia Mary perché era disordinata e poi pensava che avesse dei problemi e per di più era vegetariana! Dopo colazione partirono e durante il viaggio Peter immaginò come poteva usare la crema svanilina: poteva usarla per rubare gli oggetti preziosi, per esempio oro e gioielli, e se lo avessero catturato poteva usare la crema per far sparire le sbarre..... Ma Peter non era un ladro e non voleva esserlo; oppure poteva venderla, ma forse l’avrebbero usata in modo inadeguato o pericoloso; oppure poteva usare la crema per fare degli scherzi ai suoi amici, però si ricordò che oltre a sua sorella e al cane del vicino non aveva amici, perché avevano paura di uno che pensava sempre e non rivelava i suoi pensieri. La macchina si fermò ad un fast food; Peter prese un’aranciata, ma mentre stava aprendo la lattina notò che il dito gli stava scomparendo sempre di più: il mozzicone ora era più piccolo. La sorella arrivò e Peter le disse: il dito sta peggiorando, dobbiamo trovare una cura!! Kate si mise a singhiozzare, poi si asciugò le lacrime e raggiunse la macchina insieme a Peter Partirono e dopo un po’ di tempo arrivarono dalla zia. Il “pranzo” era pronto: c’erano pomodori in insalata mista, uno sformato di spinaci e una zuppa di verdure. Peter individuò nella zuppa i fagioli, il prezzemolo, del sedano e della cipolla, tutte verdure non di suo gradimento. Peter fece una smorfia e ingoiò un cucchiaio di zuppa: non gli piaceva Guardò il suo dito: stava tornando, prima era verde e poi diventò del colore normale: Peter andò in cucina e Kate lo seguì. Peter esclamò: - Mi è tornato il dito, mi è tornato! La zuppa mi ha fatto tornare il dito! - Kate assaggiò la zuppa e anche a lei rispuntò il dito. Dopo mangiato Peter si riposò finalmente tranquillo, poi ripartirono verso casa. Si risvegliò quando arrivarono a casa . Peter apparecchiò e mangiò una bella bistecca, visto che dalla zia aveva mangiato solo verdure; quando finì di mangiare guardò un po’ di televisione e poi andò a letto, perché il giorno seguente lo aspettava la scuola. Quando si alzò, si vestì e si mise in tasca la crema svanilina, andò di sotto e fece colazione. Ad un tratto vide l’autobus che stava arrivando: prese la cartella e Kate per la mano e salirono sull’autobus. Mentre Peter era sull’autobus, pensò a quello che era successo e si ricordò appena in tempo che doveva scendere. Prese la cartella e scese, e poi si guardò in giro urlando: - Kate! Kate! - Non c’era! Poi sentì la voce di Kate accanto a lui. Era sempre stata lì. Uscendo dalla scuola tirò fuori il barattolo, svitò il coperchio e mentre guardava la crema, non si accorse di una buccia di banana così scivolò. Il vaso volò , la crema si liberò in aria e ricadde sul suo professore di matematica: Peter era sconvolto, aveva fatto sparire un uomo!!! Ad un tratto sentì la voce di Kate che sembrava molto lontana. Si scosse e si accorse che era in cucina a rovistare dentro il cassetto, dove però non c’era nessun vasetto. Si sentì sollevato: era stato tutto un sogno ad occhi aperti. I suoi genitori erano ancora fuori.. Peter uscì in giardino, si sdraiò sull’erba e si addormentò. FRANCESCO NALDI Indice

14 Gianmarco Sandrini e Leonardo Menzolini
…..Mentre stava scendendo le scale ebbe un ripensamento; era meglio escogitare un piano. Trascorse il pomeriggio a meditare su una valida strategia da mettere in atto per porre fine al “regno” del disordine, creato dopo tutto dai genitori e dalla loro mentalità nullafacente e disordinata. A causa loro infatti, ogni cosa che lui tentava di sistemare, dopo pochi attimi era di nuovo in un altro luogo, ovviamente in disordine. Le cose potevano rimanere al proprio posto se solo se i genitori non fossero mai esistiti. Successivamente, ripensando a quello che aveva trovato nel cassetto in cucina, Peter constatò che poteva “rivisitare” quel posto, chissà, forse vi avrebbe trovato altre cose incredibili… …così fu! Aperto il cassetto infatti, dopo aver rovistato tra il contenuto, intravise un vasetto rosa chiaro con scritto <pomata riapparina>, con una pustoletta a fianco con scritto<controeffetto della pomata svanilina>. Evviva !!! Esclamò Peter. Così per prima cosa fece riapparire il polpastrello del suo indice, e poi, passò agli scherzi. Dopo alcuni giorni di ripensamenti mise a punto il suo piano e avviò la catena degli scherzi, facendo bersaglio sul carattere dei propri famigliari. Appena fu notte Peter si intrufolò in camera di sua sorella; lei dormiva profondamente allora lui ne approfittò per fargli sparire il walckman(lei lo riteneva un delle cose più importanti) e ne approfittò anche per prendere il suo diario segreto. Il lucchetto non creava problemi, visto che Peter era attualmente in possesso della <pomata svanilina>. Conclusa l’operazione “scassinamento”, Peter portò il diario in camera sua e iniziò la lettura. Oltre fatti amorosi scoprì cose incredibili sulla “reputazione macchiata” di sua sorella. I segreti, pur essendo sconcertanti, non dovevano essere rivelati, era pur sempre sua sorella. Però, scoperto il lato di sua sorella nel quale si rispecchiava la “Top Model” della scuola, decise di rovinargli leggermente l’aspetto. Si immaginò per prima cosa sua sorella calva: “mica male” pensò…. La mattina dopo infatti, Kate non si ritrovò con il solito bell’aspetto; ebbe dunque una sorpresa non tanto a suo gradimento, i suoi capelli erano da qualche altra parte, di certo, non lì attaccati alla sua testa! Come seconda idea, pensò a sua sorella senza un occhio e la trovò molto più attraente e affascinante e quindi due notti dopo intraprese la seconda operazione: quella dell’unico occhio. La sorella era diventata prima calva, poi pure “ciclope”: “che progressi” bisbigliò. Però quando la vide piangere decise che per lei bastava. Ora era il turno successivo, quello dei genitori. Per prima cosa pensò a qualcosa che stesse a cuore a sua madre e suo padre, o qualcosa per loro indispensabili, come, per esempio, la carta di identità. Pensò inoltre che almeno, in questo modo, gli avrebbe procurato qualcosa da fare per il prossimo mese, cioè convincere le persone di essere quello che sono, riottenere nuovamente tutti i documenti e i permessi… Così fece. Spalmò la <pomata svanilina> sui due documenti: spariti! proprio vaporizzati. Nei giorni seguenti vide la sorellina umiliata e derisa dai propri compagni e i genitori depressi; decise dunque che la lezione era terminata ed era il momento di ripristinare le cose. Gianmarco Sandrini e Leonardo Menzolini Indice

15 ... e uscì da casa per andare in giardino dove i suoi genitori stavano prendendo il sole. Chiese alla mamma cosa poteva fare d'utile e lei rispose di andare a riordinare la cantina. Soddisfatto di aver trovato qualche cosa da fare, aprì la porta della cantina, entrò e si chiuse dentro nascondendo la chiave. Prese la pomata svanillina e fece sparire tutti gli oggetti perché odiava il disordine e si addormentò per terra. Dopo un'ora si risvegliò e si accorse che prima di mettersi al lavoro si era chiuso dentro e ora non trovava più la chiave, così prese la pomata e fece sparire la porta. Dopo poco si avviò in bagno, si lavò le mani e andò in cucina perché era pronta la cena. Sul tavolo c'era il piatto preferito di sua sorella: il pollo arrosto. Prima di invitarla a tavola fece sparire il suo piatto, e , quando la sorella non vide il pollo iniziò a piangere. Sua mamma dovette condividere il suo pollo con sua sorella. Il giorno seguente, Peter senza voglia, andò a scuola con la sua inseparabile pomata svanillina. La lezione di storia stava diventando sempre più noiosa (come al solito), così chiese alla professoressa se poteva andare in bagno e consentitegli usci. Invece di andare in quel minuscolo e puzzolente bagno, si recò verso l'aula dei professori. Assicuratesi che non c'era nessuno, entrò e dopo aver trovato le verifiche di matematica dell'ora dopo le fece sparire. Alla ricreazione, si avvicinò ad un suo compagno di classe che aveva cura dei suoi capelli, e gli fece colare la pomata in testa. Gli erano rimasti in testa solo pochi capelli e come un matto corse via. Un giorno, Peter entrò di nascosto a casa del "bullo" della scuola e dalla finestra entrò in camera sua. Dato che lui si vestiva sempre alla moda, con la pomata gli fece sparire tutti i suoi vestiti. A casa la sua sorellina aveva iniziato a piangere perché Peter non voleva giocare con lei, così la fece sparire prima che i suoi genitori lo sgridassero d'averla fatta piangere. Dopo un'ora di noia, voleva far tornare sua sorella perché non sapeva a chi fare dei dispetti, ma non sapeva come fare, così prese in mano la confezione di pomata su cui c'era scritto: ATTENZIONE PER FAR RIAPPARIRE LE COSE SPARITE CON LA POMATA CHIAMI IL NUMERO In fretta, Peter prese il telefono e chiamò. Rispose un uomo da una voce rauca, forse era un vecchio che gli disse di vedersi al parco. Peter si avviò con la sua bici e arrivato l'anziano gli affermò che lui era l'inventore di quella magica pomata e poi tirò fuori dalla tasca del suo cappotto un'altra crema. Era di color rosa salmone e il vecchio, dopo averla data al ragazzo gli disse che per far comparire le cose comparse bisognava andare sul punto dove erano sparite e spannare la pomata sul terreno o sul pavimento dove l'oggetto o la persona era scomparsa. Ringraziando l'anziano signore, Peter corse a casa, andò in sala e spalmò la pomata a terra. D'improvviso la sua sorellina comparve e i due si abbracciarono e Peter promise di usare la pomata solo per i casi utili come quello di far scomparire le verifiche. Salvatore Capone Indice

16 Ferretti Stefano - Chiarini Marco - Mondini Gianluca
…….Peter appena andò in giardino dove i genitori prendevano il sole beati. Subito gli venne l’idea di sperimentare la pomata su sua sorella: si avvicinò con cautela ad essa per spalmarle la pomata miracolosa. Appena riuscì spalmarle la gamba di pomata, ebbe effetto, facendola scomparire. Svegliò sua sorella, la fece alzare e………..questa cadde per la mancanza della sua gamba. Subito la sorella cominciò a urlare e per poco non svegliò i genitori. Peter subito scappò in camera sua per escogitare un altro dei suoi piani………….. Arrivato in camera decise di sferrare l’attacco a sua mamma. Si avviò verso la camera dei suoi genitori, prese il barattolo della crema per le rughe di sua mamma e la portò in camera sua dove aveva lasciato la pomata svanilina. Fece colare alcune “gocce” di pomata nella crema di sua mamma. La mattina successiva la mamma si applicò la pomata “truccata” sul viso, tranne che sulla bocca e su gli occhi. Sua mamma procedeva senza alcun timore verso la cucina dove Peter stava facendo colazione; lui scoppiò in una risatina però fece attenzione a non farsi scoprire da sua mamma. La sorella stava arrivando zoppicando verso la cucina disperata in cerca della madre. Arrivata in cucina prima fece una faccia perplessa e poi scoppiò in un urlo così acuto che fece tremare tutti i vetri della casa. La madre gli chiese cosa avesse fatto ma Kate scappò via. Peter era soddisfatto del suo lavoro, ma c’era ancora un membro della famiglia da punire: il padre. Peter decise di affliggere al padre una punizione simile a quella della madre. Quella notte Peter si svegliò assonnato e andò in bagno e lì aprì l’armadietto dove il padre e la madre tenevano profumi, deodoranti e altre cose intime. Prese il tubetto ricaricabile del dentifricio di suo babbo, lo svuotò e lo riempì di pomata svanilina. La sera dopo il padre mise il “dentifricio” sullo spazzolino senza guardare e se lo applicò sui denti. Successivamente, si rese conto della potenzialità dello strano dentifricio. Andò da sua moglie per fargli vedere l’effetto della pomata e, spaventandosi a vicenda, i due, in coro chiamarono Peter per spiegazioni e, proprio in quel momento si rese conto che………..era tutto un sogno, perché si era appena svegliato, e i suoi genitori stavano in “coro” chiamandolo a squarciagola per andare a scuola. Successivamente, scoprì che la sera prima si era addormentato sul divano mentre stava pensando. Ferretti Stefano - Chiarini Marco - Mondini Gianluca Indice

17 …Aprì la porta di scatto e di nuovo si ritrovò di fronte a quello scenario che lui riteneva disgustoso: i suoi genitori erano lì, circondati da un cumulo di rifiuti sparsi qua e la in quello che si poteva vagamente chiamare giardino. Andò nel suo rifugio, una graziosa casetta in legno costruita sulla grande quercia; quello era l’ unico luogo in cui poteva riflettere senza essere circondato dal disordine con cui era abituato a convivere. Chiuse gli occhi e pensò che la sua vita insieme a quelle due “ pattumiere” dei suoi genitori non poteva procedere. Ma forse un modo c’ era… -Se la pomata è riuscita a far scomparire la punta del mio dito,- bisbigliò Peter - forse sarà in grado di eliminare anche quelle cataste di spazzatura ambulanti.- Doveva escogitare un piano che gli permettesse di agire al più presto. In quel momento la luce del sole lo abbagliò, e fu proprio quest’ ultimo che per un’ attimo gli illuminò la mente : avrebbe spalmato la crema su corpo ustionato dei suoi genitori. Così corse loro incontro, ma guardali, erano lì come delle lucertole al sole che non avevano alcun scopo, la vita per loro era quella. Poi fece la sua proposta: -Mamma, papà, non avete visto che sole che c’ è? Spalmatevi questa crema, la farmacista mi ha assicurato che ha degli effetti “magici”. Così delicatamente spalmò quella sostanza oleosa sul corpo arrossato dei genitori, chiuse gli occhi come spaventato per ciò che poteva accadere, quando li riaprì non potè far a meno di notare che i suoi genitori erano svaniti. Si misero subito al lavoro, lui e sua sorella alla quale aveva promesso un mega gelato a patto che lo aiutasse a mettere in ordine la casa. Come si potrà ben immaginare dopo due secondi netti la casa fu lustra e, ( cosa che non aveva mai fatto prima) odorava di pulito. Mentre Kate mangiava il gelato promesso, Peter osservò quella casa deserta, dalla “sparizione” erano passate circa tre ore, e quella abitazione era si pulita, ma anche estremamente vuota. Mancavano le urla della madre che lo incalzavano a raggiungerli in giardino, alle quali lui indietreggiava inorridito, i discorsi senza inizio e senza fine del padre riguardanti la politica: insomma tutto in quella casa era scomparso. Questa era l’ occasione giusta per dare inizio ad una festa, ad una serata strepitosa, già immaginava tappeto, divani, letti, tutti colmi di pop- corn e patatine frantumate. Prese l’ elenco telefonico e con un tonfo lo appoggiò frettolosamente sul tavolo, lo aprì ed afferrò il telefono, doveva darsi da fare, gli invitati erano numerosi. Alla fine erano all’ incirca una decina. Alle otto in punto la festa era già incominciata. Accesero la TV per godersi la partita Juve- Milan, che finì come avevano sperato. La festa si concluse in orario tardo, tutti andarono a casa, in quel momento Peter si guardò in torno, anche se non avrebbe mai voluto fare un’ affermazione simile, un’ pensiero gli “drillò”, i suoi genitori effettivamente gli mancavano. In quel momento avrebbe desiderato che sua madre fosse lì, ad aiutarlo a mettere in ordine il salotto (Kate non gli era di grande aiuto). Così si rimboccò le maniche e cominciò a pulire la stanza. Finì il suo lavoro a mezzanotte, si sdraiò sul divano e si addormentò... Era in camera sua e stava giocando al piccolo chimico. Aveva mischiato alcuni ingredienti, il cui risultato era un liquido denso e violaceo. In quel momento sentì qualcuno che lo chiamava, si girò di scatto e con la mano colpì la fialetta: il suo contenuto gli cadde sui pantaloni. Cercò di toglierlo a manate, quando si accorse che la punta del suo dito, che era svanita, ora c’era di nuovo. Forse era stato quel liquido denso a farla ricomparire... Si svegliò di soprassalto, era ormai mattina inoltrata. Si ricordò del sogno e, veloce come un fulmine si fiondò in camera sua e prese dallo scaffale la scatola del piccolo chimico. Si mise a mischiare ingredienti a caso, ma non risultava mai il liquido denso violaceo... Era strano però, nel sogno non si ricordava di aver mischiato ingredienti dal piccolo chimico ma... Corse in bagno e afferrò il dentifricio, la crema di sua madre e il dopobarba di suo padre poi... di volata arrivò in cucina, prese zucchero, sale e un bicchiere d’ acqua. Dopo ciò tornò in camera sua e mischiò gli ingredienti, il risultato era ... un liquido denso e violaceo! Lo mise in un vasetto e ci scrisse sopra: POMATA COMPARINA. Ora doveva solo spalmarla sul corpo dei suoi genitori, se solo avesse saputo dov’erano... –Forse sono rimasti nel luogo in cui sono scomparsi, cioè in giardino! Andò in giardino, nel punto preciso in cui erano svaniti i suoi genitori, e cominciò a spalmare la pomata ovunque gli capitasse – Mi ammazzeranno per quello che ho fatto!- Temeva di rimanere punito a vita, chiuse gli occhi, tremava, sentiva gia l’ urlo assordante di sua madre, l’ urlo che lo avrebbe “ condannato a morte”. Il silenzio regnava sovrano, non stava accadendo nulla, poi….. – Peter! Maledizione dov’ è questa benedetta corda- Egli abbassò lo sguardo fino ad incrociare la sua mano ancora “vagante”- per il cassetto in cerca della corda. Peter rassicuratosi bisbigliò: - Per fortuna che è stata solo una delle mie fantasticherie!-. Poi corse felice da sua madre, sventolando all’ aria in segno di vittoria la grossa corda. FRANCESCA FERRETTI CHIARA CASSANI ALICE RAGGI Indice

18 “Che tesoro!” lo ringraziarono Viola e Mr Thomas Fortune.
Peter scese frettolosamente in cucina e fu sul punto di rompere la boccetta inciampando sull'ultimo gradino della scala. Buttò l'occhio fuori dalla finestra: da alcuni piccoli indizi, mani agitate per cacciare una mosca, uno sbadiglio, capí che genitori e sorella non erano proprio completamente assopiti. Si guardò attorno. Sulla tavola ancora apparecchiata vi erano stoviglie sporche e avanzi di cibo disposti alla rinfusa. Fu un momento. Peter afferrò la bomboletta della panna montata mezza vuota, svitò il tappo e vi aggiunse la pomata. Come previsto il contenitore non scomparve. Preso da entusiasmo, si affrettò a preparare tre slendide coppe di fragole con la panna montata, ma si bloccò: e se il miscuglio non avesse funzionato? La pomata avrebbe avuto lo stesso effetto dall'interno? Gli vennero in mente Tom, il vicino di casa, e il suo stupido cane, con cui quel gradasso si divertiva a terrorizzarlo ogni volta che andava a prendere l'autobus. Prese la bomboletta, che conteneva ancora un pò di panna alla svanilina, e uscí silenziosamente dall'ingresso principale. Sporse il braccio al di là del muretto di confine con la casa di Tom, proprio sopra al recinto del cane. In quel momento il mastino dal pelo raso balzò in alto e con uno strattone dei suoi mostruosi canini gli strappò la bomboletta di mano. Addio esperimento. Per un secondo Peter avrebbe voluto essere morto, quando la bestiaccia vi appoggiò sopra la zampa e ne uscí uno spruzzo; Charlie iniziò a leccare con voracità e nello stesso tempo cominciò a sparire lentamente, prima il muso, per ultima la coda. Trovandolo un ottimo risultato e compiacendosi per la sua perfida astuzia, Peter si precipitò in cucina, afferrò al volo le tre coppe, si diresse in giardino e le serví a tutta la famiglia. “Che tesoro!” lo ringraziarono Viola e Mr Thomas Fortune. “Grazie mille, Peter!” fece eco Kate. In fondo provava pena nel vederli scomparire lentamente, un cucchiaino alla volta, fragola dopo fragola, e quando di loro erano rimaste solo le teste, urlarono all'unisono: “Peter, ma cosa diav ” e sparirono del tutto. Quando finalmente vide i teli vuoti, capí di essere libero di fare quello che voleva. Un party in casa sua, per cominciare. Mentre rientrava, il giardino gli diede l'impressione di essere piú grande. Si attaccò alla cornetta del telefono e invitò i compagni piú scalmanati che conosceva, comprese bellissime ragazze. La festa cominciava alle nove in punto. Con qualche titubanza prese dal portafoglio dei suoi 250 euro. Al vicino supermercato si divertí a riempire il carrello con tutto ciò che poteva servire per un ottimo party, oltre a dolci di ogni tipo, noccioline, patatine, bibite, comprò persino degli alcolici. Passò alla cassa, convincendo non si sa come la cassiera che i suoi genitori erano in macchina ad aspettare. Chissà cosa avrebbero detto, loro? Ma perché pensarci? Tutto era pronto; l'orologio in cucina segnava le nove e il campanello squillò ripetutamente, con impazienza. Peter si affrettò ad aprire. I suoi occhi s'illuminarono quando vide a pochi centimetri dal suo naso la ragazza piú bella della sua scuola e, a suo parere, anche del paese. Jennifer non gli aveva mai rivolto la parola: in quel preciso momento gli stava chiedendo di poter entrare. Peter l'aveva invitata ma non ci contava proprio che venisse. Preso da questi pensieri, non si era accorto che erano ancora sulla soglia, quindi fece accomodare Jennifer sul divano. Lei lo ringraziò cordialmente. Decise di sfruttare quel momento magico, ma era difficile esprimere i suoi sentimenti; lei, forse intuendo il suo imbarazzo, gli mise una mano sulla bocca per zittirlo, poi lo baciò. gli sembrava il paradiso e gli vennero in mente immagini di film visti alla televisione. Tutto fu interrotto dallo squillo quasi violento del campanello: anche gli altri erano arrivati. Stava vivendo una festa da sogno, tanto diversa e lontana dalla sua vita di tutti i giorni, che Peter quasi non si rendeva conto di ciò che gli accadeva intorno. L'idea dell'alcool però non era stata proprio ottima, infatti la maggior parte dei suoi amici bevvero in abbondanza e, ormai ubriachi, cominciarono a distruggere tutto. La festa si stava trasformando in un incubo. Peter cercò di convincerli a uscire fuori di casa, ma non fece in tempo a compiere l'impresa, quando scorse dalla finestra che dava sul giardino accanto la faccia arcigna della madre di Tom, probabilmente accorsa per il gran baccano. Finalmente riuscí a cacciare gli invasori fuori di casa e si chiuse in cucina. Dopo alcuni minuti sentí, prima lontano e poi sempre piú vicina, la sirena della polizia. Spaventato si accucciò sotto al solito cassetto rimasto aperto. Qualcuno entrò facendo sbattere la porta. Peter tremava dalla paura ma alzò ugualmente lo sguardo per vedere chi fosse. “E' un nuovo gioco?” chiese Kate e si diresse verso il contenitore della panna montata che era sul tavolo. Per un attimo Peter fu tentato di fermarla, ma poi si rese conto che anche questa volta era stato un sogno. Gli dispiaceva solo per Jennifer. Nicolò Capucci Classe 2^D Indice

19 Per un momento pensò di spalmarsi la crema addosso per andarsene da questo mondo caotico, ma l'idea di scomparire o di non sapere dove sarebbe andato a finire lo terrorizzava! E se fossero stati gli altri a scomparire? La tentazione di liberarsi della sua famiglia lo stuzzicava. Ma quella sera Kate, Viola e Thomas Fortune, sarebbero partiti per andare a trovare un'amica di Kate in villeggiatura al mare, e sarebbero ritornati solo il pomeriggio seguente. Per questa volta erano salvi: dopo lunghe, estenuanti insistenze aveva ottenuto di rimanersene a casa, avrebbe perciò avuto un giorno di libertà senza dover ricorrere a mezzi pericolosi. Ma proprio in quel momento un pensiero lo paralizzò: durante l'assenza dei genitori la sua perfida zia sarebbe venuta a casa per “prendersi cura” di lui. Alla sola idea di passare un giorno con quella strega rabbrividiva. Questa volta però aveva un asso nella manica: la sua preziosa “crema svanilina”. Con un sorriso scese le scale; ora la zia non gli faceva cosí paura. Quando arrivò in salotto la mamma era appena rientrata e si accingeva a preparare le valige. Si rivolse a Peter: “Peter, mi raccomando comportati bene con la zia, non fare le tue solite biricchinate! Capito!” “Sí, mamma” rispose Peter con gentilezza un po' diabolica, che attraversò il suo sguardo. Non sopportando la confusione di quei momenti, si avviò verso la sua camera. Risalendo le scale incrociò sua sorella che aveva appena terminato di fare la doccia: “Sai, Peter, ho appena telefonato alla zia e le ho chiesto se può portare con sè Charlie!” Charlie era un chihuahua brutto, scorbutico e che per di piú puzzava da far paura. Peter lo odiava e anche il suo gatto Tachione. Kate l'aveva fatto apposta. Con aria angelica sua sorella lo provocò: “Contento fratellino?” “Sí sí, non ti preoccupare!” Ma non poté fare a meno di sussurrare: “Ce ne sarà anche per lui... di crema!” La zia aveva l'abitudine di fare la doccia in continuazione, soprattutto dopo un viaggio, perché era sempre accaldata. Peter non poteva perdere una simile occasione. Rovesciò con cura la pomata nel contenitore del bagnoschiuma. Mentre stava ultimando il suo piano, gli vennero in mente le torture a cui l'aveva sottoposto la sua tremenda zietta. Quando da piccolo piangeva, perché aveva fame, lei lo rinchiudeva dentro il bagno; prima di dormire, invece di fargli guardare i classici cartoni, doveva vedere tutte le interminabili telenovele che a lei piacevano tanto. Faceva tutto questo perché odiava i bambini, infatti non aveva figli. Anche Charlie non l'avrebbe passata liscia: per lui aveva preparato un composto dall'aspetto disgustoso mescolando cibo per cani e pomata. Si voleva vendicare delle mille sventure che avava dovuto affrontare a causa sua. Dopo che Viola, Thomas e Kate finalmente furono usciti, Peter non ebbe neanche il tempo di accendere la TV per godersi i suoi ultimi cinque minuti di libertà prima della battaglia, che inesorbilmente il campanello suonò, facendo rabbrividire Tachione che si rifugiò dietro al divano. Continua

20 Arturo Collina Filippo Zini Classe 2^ D
Peter aprí la porta... Davanti a lui stava zia Geltrude: una vecchia signora tutta ciccia e brufoli, capelli folti di un arancione splendente. Repellente! Sapeva che era una parrucca, perché alcuni mesi prima, per sbaglio, l'aveva sbruciacchiata mentre giocava con il suo accendino! La zia, in preda al terrore, l'aveva tolta per qualche attimo, il tempo di spegnere l'incendio, poi l'aveva rimessa al suo posto come niente fosse. Forse era stato l'imbarazzo dei presenti a salvarlo da una terribile punizione. I suoi occhi freddi e spietati penetravano attraverso Peter, che intimorito trovava rifugio nel pensiero della sua gloriosa vendetta. Dietro di lei entrò Charlie, lo stupido chihuahua, che iniziò a ringhiare come suo solito. Come un razzo Tachione schizzò via dal suo nascondiglio, inseguito dalla belva in miniatura. Peter si doveva sbrigare, o il povero gatto avrebbe fatto una brutta, ma proprio brutta fine. Come previsto: “Peter, vado a farmi una doccia, sono tutta accaldata, nel frattempo dai da mangiare al cane.” Peter, apparentemente gentile: “Ma certo, cara zietta!” All'odore del cibo, il chihuahua smise di correre vorticosamente e si avvicinò alla tazza. Come ingoiò il primo boccone gli scomparve il mozzicone di coda. Charlie impaurito ringhiò contro Peter, ma non fece in tempo a muovere una zampa che svaní nel nulla. In quel momento dal bagno si sentí un urlo: “Ahhhhh! Peter, aiuto!” e poi piú nulla. Anche la zia era finalmente scomprasa e Peter si poteva concedere una mezza giornata di libertà. Fino a tarda sera, mentre guardava la TV, mangiò porcherie riducendo a soqquadro la casa. Stremato da tanta libertà, se ne andò a dormire. La notte passò velocemente perché la sua mente era sgombra dai soliti problemi quotidiani. Dopo una mattina passata a oziare, cominciò un afoso pomeriggio che lo avvicinava all'ora del ritorno dei genitori. Improvvisamente la porta si aprí ed entrò Mr. Thomas che, senza salutarlo, si avvicinò al divano per prendere uno zaino. Chiese Peter, stupito: “Vi siete divertiti?” “Cosa stai farneticando? Sono tornato perché mi sono dimenticato uno zaino. Come al solito mi chiedo dive hai la testa. Comportati bene con la zia!” La porta si richiuse. Istintivamente Peter si guardò la mano, il suo dito era di nuovo lí, al suo posto. non ci mise molto a capire che era appena uscito da uno dei suoi soliti sogni. Anche il vasetto della “svanilina” era scomparso insieme alla speranza di libertà. Avrebbe passato un'altra giornata con la zia, senza avere modo di sfuggire alle sue grinfie: questa volta non ci sarebbe stato un entusiasmante sogno, ma la solita noiosa realtà... a meno che... E si mise a rovistare di nuovo nel solito cassetto. Arturo Collina Filippo Zini Classe 2^ D Indice

21 Lorenzo Pirazzoli Classe 2^D
Peter si chiese se la pomata avesse altri effetti e se reagisse anche su altre superfici. Scese in cucina, prese una fetta di pane e vi rovesciò un pò di pomata. Non successe nulla. La Svanilina faceva dunque scomparire solo esseri viventi Per la prova del nove, scese in giardino. Una lucertola era rimasta incastrata sotto ad un sasso: “Sarai la mia cavia!” pensò con entusiasmo, afferrandola. Coprendosi la mano con la manica della maglietta, estrasse un pò di pomata, la posò dove pensava fosse il cuore dell'animaletto e rimise la lucertola per terra. Allora avvenne qualcosa di inquietante: la lucertola venne attraversata da crepe blu che emanavano un bagliore sempre piú forte, finché Peter non fu costretto a chiudere gli occhi. Quando li riaprí l'esserino era scomparso. Ciò turbò Peter a tal punto che nascose il vasetto di vetro blu sotto al letto. Quella sera, seduto in giardino, si sforzava di non pensare piú alla pomata, pronto a contemplare le stelle di quel magnifico cielo, ma la voce spazientita di sua madre lo distolse: “Peter, vai a letto subito, è tardi!” Rientrato in casa, guardò l'orologio sulla mensola: solo le nove! “Ma mamma, sono solo le nove! Ancora mezz'ora, per favore, è prestissimo!” “Peter,non fare storie e vai a letto. Fai sempre fatica ad alzarti. Già impieghi un secolo a lavarti e a vestirti. Vuoi arrivare tardi a scuola, come tuo solito?! Poi gli insegnanti mi vengono a dire che hai la testa tra le nuvole! Perciò a letto! E cerca di schiarirti le idee!” Quanti punti interrogativi! A volte Viola Fortune si rendeva davvero antipatica! Non solo, a queste parole Mr Thomas annuí mentre Kate se la rideva. Peter era proprio amareggiato e non ne poteva piú della sua famiglia. Forse era lui quello sbagliato, pensò: sí, doveva essere cosí. Raggiunse la sua stanza. In men che non si dica prese la pomata e con un sospiro d'addio sela posò sul cuore. Un calore di rabbia iniziò a divampargli nel petto, crepe blu si allungavano su tutto il suo corpo, finché in un lampo si sentí sparire... Quando riaprí gli occhi, non credeva di esserci ancora: si trovava in un mondo sfuocato, dai contorni incerti. Era in una stanza vuota in cui un silenzio tombale era padrone. Si accorse di non sentire piú il battito del suo cuore, si posò una mano sul petto ma non percepí niente. Doveva essere all' inferno. Uscí dalla stanza e si trovò davanti un paesaggio triste: non c'erano né case né persone, c'era soltanto uno sconfinato nulla. Chiuse gli occhi. Quando li riaprí fu sconvolto dalla vista di un mostro gigantesco. Era davvero spaventoso: gli occhi erano perle nere che splendevano d'ira, mani come massi, ali grandi e possenti e fauci spaventose, taglienti come lame. Ma ciò che piú lo impressionò fu che in qualche modo gli somigliava, come se fosse lui il mostro. Aveva afferrato la sua famiglia: Kate e i suoi genitori si dimenavano e urlavano, ma non guardavano dalla sua parte. Peter stava immobile: “Ve lo meritate!”, gli balenò nella mente, sentiva che un ghigno gli si stampava sul viso. Poi successe qualcosa: cominciò a provare compassione ed un battitò iniziò a sentirsi. Si posò una mano sul petto: sí, era proprio il suo cuore. La sua famiglia stava per essere divorata e allora, un “No!” di disperazione risuonò nell'aria, mentre Peter chiudeva gli occhi per non vedere la fine. Quando li riaprí si ritrovò in mano il vasetto di vetro blu, dentro c'era la pomata densa e liscia, ma sull'etichetta stava scritto: “Pomata alla vaselina”. Che sciocco, ora capiva: si era sbagliato a leggere e si era messo a fantasticare. Posò il vasetto e corse in giardino dove Thomas, Viola e Kate Fortune erano ancora distesi al sole. Lui li abbracciò e loro, senza saperne il perché, contraccambiarono felici. Che spavento. Si guardò la mano: il dito era di nuovo intero, ma... una sottile linea spezzata di colore blu saliva verso il braccio. Lorenzo Pirazzoli Classe 2^D Indice

22 …Lancio’ il vasetto sul letto e si guardò la parte di indice rimasta, si mise a ridere, ma con una risata fredda e in parte preoccupata: era ovvio che non voleva restare con mezzo indice solo per tutta la sua vita. Si copri’ il dito con un fazzoletto di carta fingendo di essersi tagliato a scuola e raggiunse i suoi genitori in giardino cercando di entrare nei loro discorsi. Questi ultimi pero’ erano indifferenti nei suoi confronti e continuarono a parlare come se niente fosse; Peter capì che con gente come quella non c’era niente da fare, così si diresse in camera sua chiuse la porta e si sdraiò sul letto. Penso’ a lungo ma non arrivo’ a nessuna conclusione, aveva tanti pensieri che gli frullavano per la testa, voleva una camera tutta sua, voleva andare a pescare invece di rimanere in casa tutto il giorno, voleva, voleva, voleva …erano soltanto pensieri o addirittura desideri i quali, se avrebbe continuato di questo passo non si sarebbero mai avverati. Girò la testa e vide il vasetto di pomata, lo prese e cominciò a leggere ad alta voce sicuro che la sua famiglia non l’avrebbe sentito: -Pomata Svanillina: in grado di far scomparire qualunque cosa si desideri. Prodotta nel negozio di “Bibidi Bobidi Bu” in Roosevelt Street 211- -Ma e’ solo ad un isolato da qui – si disse meravigliato. Non dormì quella notte, ma pensò a lungo a ciò che aveva letto sul vasetto di pomata: -Se e’ in grado di far scomparire tutti- penso’- allora potrei usarla per scopi personali- -Vediamo- penso’ ancora-La piscina comunale chiudera’ fra solo una settimana- Peter ora sapeva cosa fare, come rimanere da solo, come eliminare tutti i suoi nemici. Doveva soltanto rovesciare il barattolo di pomata dentro alla piscina comunale, farci entrare le persone che voleva eliminare e tutto era fatto. Battezzo’ la mattina di sabato 23 agosto per compiere il suo atto malvagio. Si rese conto pero’ che la pomata che aveva a disposizione non sarebbe bastata per tutta la vasca della piscina. Quando il sole sorse ed era un buon orario per uscire si alzò dal letto, scese a far colazione, mentre i suoi genitori e sua sorella stavano ancora dormendo. Indosso’ un paio di scarpe comode e usci’ di casa verso la sua meta; sapeva che i suoi genitori si sarebbero svegliati sul tardi come del resto succedeva quasi tutti i sabati e le domeniche quindi non si preoccupo’ piu’ di tanto. Peter impiego’ appena mezz’ora per arrivare al negozio ma fu preso da sconforto nel leggere che il negozio era chiuso per ferie. Poi si ricordo’ che aveva letto sull’etichetta del barattolo l’indirizzo di un negozio secondario in A.Lincoln Street 10. -I miei genitori potrebbero svegliarsi da un momento all’altro – penso’, e corse di nuovo a casa; quando arrivo’ i suoi genitori erano già svegli, sua madre appena lo vide gli corse in contro con Kate tra le braccia: -Dove sei stato?- gli urlò tutto di un fiato. Peter era terrorizzato, gli venne una gran voglia di mangiarsi le unghie dal nervoso, la pancia gli faceva male, le gambe gli cominciarono a tremare e, con voce tremante, rispose: -ehh…….beh…….vedi mamma, questa mattina mi sono alzato presto e mi sono accorto che il sacchetto dell’immondizia era da buttare, cosi’ intanto che aspettavo il vostro risveglio sono andato a svuotarlo e mi sono fatto una passeggiata- Sua madre lo fulmino’ con gli occhi e se ne ando’, Peter rimase da solo; aveva le mani sudate e un brivido gli percorse la schiena . La giornata volo’ via come tutte la altre, Peter stette per la maggior parte del suo tempo a pensare alle bellissime conseguenze che avrebbe avuto il suo piano diabolico. I suoi genitori e Kate stettero tutto il pomeriggio in giardino a parlare di argomenti che Peter non capiva o che riteneva assurdi. Peter doveva attuare il suo folle piano prima che iniziasse la scuola, ma come faceva ad uscire per comprare la pomata senza che i suoi genitori sospettassero di qualcosa? Si sdraiò sul letto, i peli del gatto lo facevano starnutire e gli davano fastidio alle orecchie, ma non era questo il problema: -Ma certo!!!- esclamò. Corse in giardino verso i suoi genitori: -Mamma, ha telefonato Timmy Turner, mi ha chiesto se potevo andare da lui per vedere il suo nuovo videogioco- -Va bene, prendi le chiavi di casa e tieni il telefono acceso, mi raccomando, alle devi essere a casa –Peter non sarebbe andato dal suo amico Timmy bensi’ a comprare altri vasetti di pomata. Continua

23 Corse piu’ in fretta che poteva, Lincoln Street era molto lontana da casa sua.
Quando la raggiunse, cerco’ il numero 10, smise di correre, le gambe non lo tenevano piu’ in piedi e l’aria fredda gli stava tagliando la pelle. Il negozio era molto piccolo, Peter entro’, un uomo grosso e alto gli si presento’ davanti aspettando che Peter ordinasse: -Vorrei tre barattoli di pomata svanillina, grazie!!- Il commesso fece cenno di aver capito, prese una scala e si avvicino’ ad uno scaffale viola dove afferro’ tre barattoli abbastanza grandi e glieli porse: -Sono 150 euro – -CHE COSA?- urlo’ Peter –Pensavo che costassero meno- -Ehi, questa e’ la merce piu’ cara che abbiamo; se la vuoi e’ qui, altrimenti la vendo a qualcun altro- Peter ci penso’ a lungo, i suoi genitori ovviamente non avrebbero mai voluto ma dopotutto non l’avrebbero mai saputo. Peter allora si convinse, tiro’ fuori dalla tasca un bussolotto nero di pelle e lo apri’, ma dentro c’erano solo 50 euro: -Potrei darle ora 50 euro e domani portarle i restanti 100?- Il commesso vedendo la disperazione del ragazzo accetto’ l’offerta, ma raccomando’ che il giorno seguente restituisse i 100 euro. Peter mettendo le mani in tasca si accorse di avere il vasetto di pomata e intanto che il commesso stava preparando le borse lo apri’ piano piano. -Ehi!!!!- urlo’ a gran voce. Non appena il negoziante si giro’, Peter gli lancio’ l’intero vasetto addosso e in breve tempo scomparve. Peter prese le sue tre pomate, e corse verso casa sperando che nessuno lo avesse visto ma, fuori non c’era proprio nessuno. Quando torno’ a casa fu stupito nel vedere che la sua famiglia non c’era: -Meglio cosi’- disse -Potro’ preparare il mio piano in pace !- Raggiunta l’entrata prese da sotto lo zerbino una piccola chiave marrone e la infilo’ nella serratura, lascio’ sbattere la porta, si tolse giacca e scarpe e lancio’ il tutto in un angolino vicino al divano. Sali’ in camera sua, fece spazio sulla scrivania e comincio’ ad attuare il suo folle piano. Per prima cosa doveva essere sicuro di quale persona voleva eliminare oltre ai suoi genitori, prese la lista dei nomi dei suoi compagni e comincio’ ad evidenziare con un evidenziatore giallo i nomi dei fortunati vincitori. A lavoro concluso si accorse di aver evidenziato tutti tranne il suo amico Timmy Turner. Senti’ la macchina dei suoi genitori entrare nel garage, si alzo’ di scatto dalla sedia, prese i tre vasetti di pomata e li nascose nell’armadio sotto alle sue maglie, si sdraio’ sul letto e fece finta di leggere il libro orrendo che i suoi nonni gli avevano regalato per il suo compleanno. Dopo appena un minuto entro’ suo padre, Peter lo saluto’ con voce affannata, il saluto fu ricambiato e suo padre lo lascio’ solo, Peter appoggio’ la testa sul cuscino e si addormento’ in un batter di ciglia. Il mattino seguente era venerdi’22 agosto,si sporse dal letto: sua sorella non c’era. Era molto strano, penso’ che fosse a dormire con i suoi genitori ma si ricredette quando vide che la loro stanza era vuota, come se nessuno ci avesse mai dormito. Scese in cucina, in sala, nei bagni ma dei suoi genitori non c’era traccia; quando raggiunse la scuola rimase ancor piu’ sbalordito nel vedere che non c’era proprio nessuno, compagni, bidelle, segretarie e addirittura professori. Continua

24 Sofia Mingotti, Luca Vertova, Salvatore Cristalli
-Ma perchè, si chiese, domani avrei dovuto far scomparire tutti, perchè sono scomparsi tutti oggi?- Peter torno’ a casa: nessuna macchina, nessuna persona in bicicletta o a piedi, i negozi erano aperti ma le commesse erano svanite nel nulla. Peter era un po’ preoccupato per cio’ che era successo, ma questa situazione cominciava a piacergli perchè, anche se in modo diverso, erano scomparsi tutti, ma proprio tutti: -E allora cosa aspetto a divertirmi?- urlo’ a gran voce, lancio’ lo zaino piu’ lontano che pote’, corse in casa: le scarpe erano tutte infangate ma non ci badò nemmeno, saltò su letti e divani fino a che non gli venne il fiatone, scese in cucina, apri’ il cassetto che conteneva migliaia di caramelle gommose, nutella, maionese, patatine e cioccolata a volontà: -Questo- disse- sarà la mia colazione, il mio pranzo e la mia cena !!!- Passo’ un giorno, due, tre, una settimana e Peter si sentiva sempre più solo, gli mancava la sua famiglia, il suo cane, Timmy, insomma gli mancava tutta New York. Dopo quasi due settimane di puro svago Peter si ammalo’, questo avvenimento gli permise di pensare a molte cose, in particolare voleva spiegarsi il perchè della scomparsa di tutte le persone: -Ora che ci penso- riflettè–Tutti sono scomparsi qualche minuto o qualche ora dopo che ho fatto scomparire il venditore di pomate, quindi, forse, se faccio ricomparire il venditore, ricompariranno tutti- Non appena fu guarito prese i tre barattoli di pomata e si diresse verso il negozio dove li aveva comprati. Peter entro,’ rimise i barattoli sullo scaffale e incominciò a cercare qualcosa che magari lo avrebbe aiutato a far ritornare tutto com’ era prima. E infatti trovo’ un piccolo flaconcino verde smeraldo in grado di riportare indietro nel tempo qualunque volta lo si desiderasse bastava soltanto berlo e pensare in quale epoca si voleva andare. Peter bevve la pozione: -Vorrei- penso’- ritornare a giovedi’ di due settimane fa nello stesso momento in cui stavo comprando i tre barattoli di pomata- Si strofino’ gli occhi per il bruciore e quando li riaprì aveva davanti il commesso che parlava: -Allora, i tre vaset….- Ma Peter lo interruppe: -No grazie ho cambiato idea !Arrivederci- L’uomo lo salutò, Peter corse verso casa: per la strada c’erano tante persone, tante macchine, tanto, tanto e ancora tanto. Peter raggiunse casa, i suoi genitori erano in giardino: -Allora Peter ti sei divertito da Timmy?- -Sì papà mi sono divertito tantissimo!- -Siamo contenti per te- esclamarono insieme -Papa’, mamma, vi voglio tanto bene!- I suoi genitori lo guardarono meravigliati poi lo abbracciarono: -Peter bambino mio- rispose sua madre –anche noi ti vogliamo tanto bene!- Sofia Mingotti, Luca Vertova, Salvatore Cristalli Indice

25 pomata che aveva trovato nel misterioso cassetto.
…Mentre 2000 domande lo tormentavano , decise di informarsi su che cosa fosse quella pomata che aveva trovato nel misterioso cassetto. Prese immediatamente la bici e si diresse più velocemente che poteva verso la biblioteca. Stava quasi per chiedere informazioni alla commessa, quando capì che la ragazza si sarebbe sicuramente insospettita dalla strana richiesta. Dopo alcune ore di ricerca interminabile su tutte le enciclopedie dell’edificio, si trascinò, oramai senza speranze, verso l’uscita, quando scorse in un angolo una scritta sbiadita su un piccolo scaffale che indicava ”magia nera ed incantesimi”. Penso così di controllare anche in quella zona, e avvicinatosi lo colpì particolarmente un libro enorme, vecchio e rosicchiato dalla muffa e dai topi. Soddisfatto ed emozionato,era sicuro di aver raggiunto il suo scopo. Appoggiò pesantemente il volume sul tavolo più vicino, e controllando che attorno non ci fosse nessuno, si sedette e si preparò a prendere appunti. Ma non ne ebbe bisogno. Quello che lesse lo colpì a tal punto che non se lo sarebbe mai più dimenticato. Lo aprì e una nuvola di polvere lo avvolse. Tossì. Cercò nell’ Indice qualcosa che riguardasse l’argomento della crema che aveva trovato. Scorse col dito leggendo a bassa voce : pozioni creature malefiche streghe e magie pozzi dei desideri cristalli premonitori ed altri ancora, finchè lesse un nome che lo illuminò: pomate e incantesimi Controllò il capitolo sfogliando le pagine ruvide e macchiate di inchiostro rosso. O perlomeno sperò che fosse inchiostro rosso. I capitoli dicevano: pomata guaritrice, pomata avvelenata, pomata trasformatrice, pomata assassina ed eccola finalmente: pomata svanilina. Il libro conteneva le seguenti parole: La crema svanilina venne creata nella diciassettesima era nel mondo parallelo di nome Merlino. Lo scienziato Rinaldo De’Chimici, colpito dalla pazzia, creò una potente crema capace di far sparire completamente la creatura sulla quale sarebbe stata spalmata. Quest’ultima però non sarebbe rimasta nel proprio mondo ma sarebbe comparsa in quello parallelo. ...continua

26 Lo scopo di questa invenzione era alquanto più materiale:
il più remoto desiderio dello scienziato, infatti, era diventare immortale, ed egli sapeva perfettamente che i demoni dell’altro mondo potevano avverare un unico, vero desiderio. Decise così di giungere a stretto contatto con uno di questi mostri usando la pomata, per divenire finalmente un uomo felice. Aveva però sottovalutato la loro malvagità. Nel momento in cui De’Chimici espresse il suo desiderio, il demone gli riferì che la regola prevedeva un cuore umano come ricompensa. Per questo la crema venne considerata da tutti i mondi uno strumento che porta al male, una chiave per l’Inferno, e dell’ultima scorta se ne perse ogni traccia. Peter incredulo continuò a leggere: Per scomparire la pomata deve essere spalmata perfettamente su tutto il corpo. Appena quest’ultimo sarà divenuto invisibile il possessore della crema si ritroverà nel mondo parallelo chiamato Torrone, al cospetto del principe dei demoni Zagros. Al contrario , per eliminare la pomata dal corpo e per ritornare nel proprio mondo è consigliabile tuffarsi, senza paura, nel cuore del vulcano. La sostanza svanilina infatti renderà sopportabile il calore della lava e vi farà ritornare incolumi nel luogo da cui siete partiti. Peter voltò pagina e continuò sbalordito e rapito dalla lettura. Ingredienti : - Peli ed interiora di gatto nero con macchie bianche - Baffi ed unghie di pantegana femmina; Due dita anulari triturate di neonato; Petali di rose nere Colla di pelle di pollo; 20 mml di acqua di mar dei dannati; Saliva di drago morto; Ali di pipistrello albino Squame di armadillo nono maculato; Farina di ossa di tigre; 3 mml di veleno di serpente. L’argomento della crema di concluse qui e Peter pensò dapprima che tutto questo fosse uno scherzo, una fiaba per bambini, ma per vendicarsi contro i suoi genitori, decise comunque di seguire quelle istruzioni. ...continua

27 Piombò in camera sua, sbattè la porta e la chiuse a chiave.
Ripose il libro nello scaffale e alla velocità della luce ritornò a casa dimenticandosi la bici. Con il fiatone superò i suoi genitori, instancabilmente a bocconi sul prato del giardino e percorse le scale saltando a tre a tre i gradini. Piombò in camera sua, sbattè la porta e la chiuse a chiave. Gli ci vollero alcuni minuti per calmarsi riprendere fiato. Ristabilitosi, si spogliò, ed iniziò a ricoprire il proprio corpo con la pomata cremosa e gelida. Dopo aver spalmato la sostanza dappertutto, iniziò a sentirsi strano, gli girava la testa, gli battevano le tempie e gli sembrava di essere sulle montagne russe. Prese a vorticare velocemente, come spinto da una forza sovrannaturale, contornato da un vento soffocante. Ad un tratto le correnti si fermarono e sbatté su un terreno duro e pungente. Aprì gli occhi e si accorse di essere fortunatamente vestito. Si guardò intorno e con un insieme di panico, terrore e solitudine ammirò l’inquietante meraviglia che lo attorniava. Si trovava probabilmente sottoterra, sotto un cono scavato nella rocce. Poi capì che si trattava del vulcano descritto sul libro. Attorno a lui una miriade di cubicoli erano scavati nel terreno. Quel luogo fetido e buio brulicava di creature alate orribili, indaffarate a costruire oggetti quali armi oppure a lottare violentemente tra loro, svolazzando a mezz’aria. Inorridito, si sporse dalla voragine in cui si trovava ed una paura folle lo attanagliò. Sotto il suo corpo ribolliva un pozzo colmo di lava gorgogliante e fumante. Non aveva vie di scampo. “Stavi cercando qualcuno?” Sorpreso da questa voce penetrante e roca Peter si girò di scatto ed il respiro gli si bloccò. Di fronte a lui un imponente e muscolosa figura lo scrutava minacciosa. Capì che si trattava di Zagros, il principe dei demoni. Era un essere orribile con il corpo di un colore marrone rossiccio sovrastato da un paio di enormi ali nere, simili a quelle di un pipistrello. Dalla testa affioravano due rugose corna e i suoi occhi felini lo studiavano malvagi. Peter rispose spaventato:” Ehm e-ecco I-Io ho sap-puto che Lei pot-tr-trebbe e- esaudire un mio desiderio.” “Si proprio così, posso avverare una tua qualsiasi richiesta, in cambio però, come già saprai, pretendo un cuore umano per accrescere ancora di più il mio potere e la mia forza”. Peter si morse la lingua e si diede dello stupido perché preso dalla fretta non aveva ancora deciso chi sacrificare al demone. Riflettendo qualche secondo gli balenò malvagia un’idea, innaturale, probabilmente era l’ambiente circostante che lo influenzava. Ma non aveva alternative. ...continua

28 Elena Foschi, Fabbri Valentina, Poggi Eros
Tirando un lungo sospiro, con voce solenne dichiarò al demone il desiderio ed il nome dello sfortunato che sarebbe dovuto morire. “ Vorrei trasformare i miei genitori, li vorrei più partecipi e più affettuosi nei mie confronti, più giocosi e più attivi nella quotidianità della vita da trascorrere insieme. Il personaggio da eliminare è mia sorella.” Imperturbabile Zagros annuì e tuonò: “ Prima però porta con te questo magico contenitore, nel quale poserai il cuore. Servirà per far ritornare magicamente nel mio mondo il suo contenuto appena verrà a contatto con esso . Ora tuffati senza esitare nel mare di lava e ritornato nel tuo modo troverai i tuoi genitori così come li desideri, ma ricordati di Portarmi il cuore della ragazza o il mio sacrificio sarai tu!” Con una profonda e cupa risata sparì nel nulla. Tra una miriade di emozioni contrastanti che gli paralizzavano mente e corpo , non riusciva a comprendere se prevalevano i sentimenti felici per i “nuovi” genitori o quelli disperati e di rimorso per il destino della sorella. Decise comunque di andarsene al più presto da quel luogo maledetto e si lanciò non molto convinto dal suo cubicolo. Mano a mano che si avvicinava alla lava una ventata di fumi sempre più ustionanti gli scottavano la pelle, ma, nel momento in cui raggiunse la fiammeggiante poltiglia, si sentì sollevato da una sensazione di fresco. Inspiegabilmente si ritrovò sdraiato nel suo letto. Si alzò di scatto e incuriosito uscì in giardino per costatare che tutto quello non era stato solo un sogno. I suoi genitori non c’erano. Corse fino alla loro camera da letto e li trovò intenti a riempire le valigie. Suo padre lo guardò e gli rivolse un’occhiata di rimprovero “Peter non sei ancora pronto?? Forza vai a vestirti che tra pochi minuti partiamo…..Disneyland ci attende!!!”. Non ci poteva credere…….erano cambiati davvero !!!!!!! Che meraviglia… Ora finalmente poteva avere una vita felice!! Occorreva solo un ultimo grande terribile sforzo. Era giunto il momento di tener fede alla promessa fatta al demonio. Ma doveva trovare assolutamente un diversivo, non poteva distruggere per sempre la sua felicità vivendo per il resto dei suoi giorni con un terribile rimorso. Ma non sapeva come fare……forse però……ma certo!!!!! Corse entusiasta in cantina e trovò quello di cui aveva bisogno: Veleno per topi. Ritornò in cucina e riempì la ciotola del gatto con alcuni croccantini, e ricoprì il tutto con un’abbondante quantità di veleno. Chiamò il povero micio , che affamato ingurgitò tutta la poltiglia. L’effetto fu immediato. Dopo pochi secondi il felino incominciò a tossire e subito si accasciò a terra stecchito. Dopo un’inquietante “operazione chirurgica”, con la quale trasportava l’organo nel vermiglio contenitore, ripulì tutta la stanza insanguinata, ed esterrefatto notò che il contenitore era già sparito. Peter era doppiamente emozionato, da un lato felice per la nuova situazione familiare ma dall’altro seriamente preoccupato per non aver mantenuto fede alla promessa fatta al mostro. * * * Nel frattempo Zagros ,esaminato ed assaggiato il cuore emise una fragorosa e lugubre risata meditando la vendetta. Elena Foschi, Fabbri Valentina, Poggi Eros Indice

29 Michele Leopardi, Monini Sara, De Giorgio Michael
………..Peter percorreva gradino per gradino ansiosamente; tutto era silenzioso; si sentiva solamente lo scricchiolare dei suoi passi…….. La cantina era illuminata da candele, Peter pensò a lungo su come far uso di quella magnifica crema, lui non era mai stato in cantina e non sapeva cosa potesse trovare lì, così decise di ispezionarla e in un angolo buio scorse un baule sul quale spiccava la scritta: “Non aprire”. Peter, incuriosito, con cautela lo aprì e dentro trovò un grosso libro antico. Subito lo posizionò sul tavolo, lo aprì alla prima pagina e come per magia si riformò la sua punta dell’ indice. Peter era stupefatto, riprovò a mettere il dito nella pomata, questo sparì, ma quando voltò la pagina successiva il dito riapparve. Passò l’ intera serata ad osservare il libro ma aveva paura di andare avanti a sfogliare il libro. Poi si fece forza e sfogliò la seconda poi la terza, la quarta, la quinta pagina, arrivò fino alla ventiquattresima dove c’era scritto “Pomata Svanilina”. Su questa pagina era scritto: applicare con cautela su superfici dure. Peter lesse solo fino qui e non andò avanti nella lettura e non si accorse che c’era scritto di fare attenzione a non spalmare troppo sulla persona o sulla cosa alla quale veniva applicata questa pomata perchè sarebbe sparita per sempre (senza che esistesse alcun antidoto). Peter chiuse il libro, lo nascose insieme alla pomata e risalì le scale e provò a parlarne con i genitori ma questi se ne stavano lì stesi in giardino senza mostrare alcun interesse. Peter capì che se avesse fatto sparire i genitori lui sarebbe stato più libero di fare ciò che in loro presenza non poteva fare, così studiò un ingegnoso piano; quella sera rimase sveglio fino a tardi ma i genitori non si preoccuparono affatto di lui. Questa era un’altra prova che i genitori non lo capivano e non si accorgevano nemmeno della sua assenza. Finalmente la mattina seguente il favoloso piano era pronto, Peter era felicissimo, poteva farla pagare ai genitori. Così risalì le scale frettolosamente, si precipitò in giardino, sistemò la pomata svanilina al posto della crema solare. Peter ritornò in casa per poter vedere cosa sarebbe successo, infatti dopo pochi minuti arrivarono i genitori, si spalmarono la crema ma il sole era forte quindi se ne misero molta, dopo pochi minuti scomparvero. Peter era pieno di gioia, subito si mise d’ accordo con gli amici per una serata all’ insegna del divertimento, così indossò i pantaloni stracciati che i genitori non gli permettevano di mettere e partì velocemente in motore. Disgraziatamente ebbe un incidente stradale e arrivarono i poliziotti che gli chiesero dove erano i genitori. Lui rispose che non c’ erano così lasciarono Peter a casa e gli promisero che sarebbero ritornati domani. Peter scese di sotto, aprì il libro ma niente, i genitori non apparivano. Provò varie volte ma niente, i genitori non davano nessun segno di vita. Così Peter cercò tutti gli antidoti possibili: niente, niente. L’ indomani Peter fu costretto a raccontare tutto alla polizia e fu messo in carcere. Peter era adirato e per la prima volta capì che di genitori ce ne sono due e che mai nessuno avrebbe potuto prendere il loro posto. Così passò il resto della sua vita in carcere. Michele Leopardi, Monini Sara, De Giorgio Michael Indice

30 Sara Caputo Marzia Iengo Linda Domenicali
….Andò nel giardino posteriore dove c’erano i suoi genitori e Kate che prendevano il sole. Con gran coraggio afferrò il vasetto blu che era nella sua tasca e disse: ”Mamma, papà, posso spalmarvi la crema per il sole? Così non vi scottate!” I genitori e la sorellina accettarono. Peter infilò due dita nel vasetto della pomata “svanilina”, la spalmò ben bene sulla pelle dei suoi genitori e di Kate che dopo pochi secondi sparirono. Peter corse in camera sua e dalla finestra vide com’erano diventati i suoi genitori: vedeva solo il costume e i capelli! Solo in quel momento si pentì di quello che aveva fatto e si accorse di non sapere come far tornare la sua famiglia normale. Peter iniziò a cercare qualche rimedio e pensò che forse, se avesse tirato loro un secchio d’acqua, l’effetto della pomata “svanilina” sarebbe svanito. Andò in bagno e con molta cautela riempì un secchio con acqua ghiacciata, si diresse verso i suoi genitori e con molto coraggio li bagnò. Non successe nulla! La sua famiglia restò trasparente. Kate si mise a ridere, seguita da papà e mamma. Peter si meravigliò per la loro reazione. Si accorse che l’acqua ghiacciata non funzionava. Provò allora con la vernice rosa color pelle che andò a comprare in ferramenta. Il giorno dopo prese la vernice nascosta nel garage e chiamò la sua famiglia dicendo: ”Mamma, papà… c’è un gattino piccolo nel garage! Venite!”. I genitori e Kate corsero nel garage e Peter, con uno scatto felino, gettò la vernice rosa sulla sua famiglia che si arrabbiò moltissimo mettendolo in punizione. Peter, deluso, andò in camera sua per elaborare un altro piano. Non gli venne in mente più niente e si mise a piangere. Una lacrima gli cadde sul dito svanito sotto l’effetto della pomata “svanilina”. Come per magia il dito ricomparve e Peter capì che i suoi problemi erano finiti. Iniziò a pensare a come far piangere la sua famiglia. Dopo ore e ore di meditazione pensò alla cipolla. Convinse la sua famiglia a fare una gara di cucina cimentandosi con ricette di cui l’ingrediente principale era la cipolla. Improvvisamente Kate, mamma e papà si misero a piangere e i loro corpi riacquistarono la loro naturale consistenza. Peter contentissimo distolse lo sguardo dai suoi genitori e …come per magia, all’improvviso, si ritrovò davanti al cassetto della cucina con una pomata dopo-sole fra le mani. Così si accorse di aver immaginato tutto!! Sara Caputo Marzia Iengo Linda Domenicali Indice

31 Anna Fantini, Manuela Spoglianti
………..All’improvviso una luce gli illuminò la mente, gli era venuta un’idea!!! “Sì, geniale! Perché no??? Potrei farli sparire con la pomata Svanilina!!!” Così scese di corsa le scale e si precipitò in giardino dove i suoi genitori e sua sorella stavano riposando: si diresse rapido verso la meta, con un gesto deciso afferrò la pomata e iniziò a spalmarla sulla sorella; fece la stessa cosa con entrambi i genitori. La sua famiglia scomparve e Peter fremette di gioia. Più tardi rientrò in casa, accese la radio ad alta volume, e iniziò a ciondolare e a mettere in disordine la casa. Così facendo trascorse le ore e i giorni, e Peter si dimenticò totalmente di andare a scuola. Un bel giorno Peter si accorse che la sua casa era diventata una specie di discarica; non trovava più i vestiti, il cibo e ogni tipo di comfort della vita terrena, quindi decise di uscire e fare una passeggiata. Mentre passeggiava ripensò a tutti i momenti belli trascorsi con la sua famiglia; dopo una lunga riflessione decise che rivoleva la sua famiglia. Prese in mano la pomata che aveva in tasca e vide una scritta in cui era indicato il luogo di produzione della pomata. Di corsa afferrò giubbotto e scarpe, li indossò e corse alla bottega di “Taron”. Entrò nel negozio e si avvicinò al bancone dove il commesso era indaffarato. Si fece avanti. Mi scusi, esiste un antidoto per questa pomata? Si, certo che esiste, ma bisogna volerlo veramente, non dirmi che hai fatto sparire qualcuno? Ehm… veramente, ho fatto solo sparire la mia famiglia!!! Ah!? Ok ragazzo, ti darò l’antidoto. Leggi queste parole e tutto tornerà come prima. Peter incominciò a leggere: NELLE PAROLE, NEI SOGNI, NEI PENSIERI, NELLE IDEE E NELLA SPERANZA C’E’ L’ORIGINE DEL MONDO IMMAGINARIO, NON LASCIARE CHE IL BUIO DIVORI LA LUCE, ILLUMINA I MIEI OCCHI, CASSETTO DELLE IDEE, E TI PREGO DI FAR RITORNARE LA MIA FAMIGLIA FELICE. Di colpo la sua famiglia riapparve e tutti insieme tornarono a casa. Anna Fantini, Manuela Spoglianti Indice

32 Geraci Lorenzo,Simone Morini e Strada Gianluca
……..Mentre Peter scendeva di sotto ripensò a quello che aveva considerato pochi minuti prima. Si guardò intorno, un po’ spaventato, un po’ pensieroso. In quel momento sentì una voce che gli riecheggiava nella testa, ma soprattutto nel cuore. Gli fece ritornare in mente che quando era bambino sognava un mondo tutto suo, un mondo fatto di sentimenti, di emozioni, di sensazioni piacevoli, un mondo senza problemi, senza preoccupazioni……senza interrogazioni. Così intuì che quel mondo che aveva sempre sognato era dentro al barattolo. Improvvisamente un vortice di colore verdognolo, molto simile al barattolo di “pomata svanilina”, lo avvolse pian piano……e vide impotente il suo corpo allontanarsi sempre più; guardò intorno a sé e vide per “l’ultima volta” quelle quattro mura che chiamava casa, di colpo si addormentò. Quando si svegliò gli girava la testa, gli sembrava di aver dormito per giorni e giorni…ma dopo un po’ i suoi occhi si aprirono con fatica e vide davanti a sé un mondo incantato, come quello che aveva sempre desiderato, voluto, amato, come quello che aveva sempre sognato. Si alzò, con il cuore in gola…era il mondo perfetto, anche se solo per lui. Si guardò attorno ed incominciò ad esplorare il suo mondo-sogno; il mondo-sogno per Peter è un mondo dove lui si trova a suo agio, non stressato da impegni, lavori, preoccupazioni e interrogazioni e dove lui può fantasticare in santa pace senza sua mamma che urla e suo babbo che lo chiama per affidargli un “lavoretto”. Dopo poco vide le cime dei grattacieli di una città che aveva un’ aria stranamente familiare…. si avvicinò timoroso, camminando con estrema cautela come se avesse dovuto spiare qualcuno senza essere scoperto. Ma quando fu vicino abbastanza da mettere a fuoco l’intera città scoprì con infinita delusione che non era nel suo mondo-sogno, ma si era solo allontanato di casa non sapendo come e non sapendo quando. Non gli rimaneva nient’altro da fare che tornare a casa; entrò dalla porta e vide in cucina suo padre, sua madre e sua sorella seduti a un tavolo con aria preoccupata…quando lo videro entrare gli corsero con estrema gioia incontro e lo strinsero in un caloroso abbraccio. Subito gli fecero un milione di domande, dov’era stato, cos’aveva fatto, che cosa era successo, e gli dissero che erano stati molto in pensiero per lui…Peter rispose semplicemente che era andato a fare un giro e a pensare un po’. Quella sera riflettè su tutto quello che era successo e prima di addormentarsi capì che in realtà era già nel suo mondo-sogno perché quel mondo che aveva sempre sognato era la sua vita e tutto quello che gli capitava. Ognuno di noi vorrebbe vivere in un altro mondo, essere un'altra persona, magari avere altri genitori e altri amici ma poi, se riflette bene, vede intorno a sé le tante persone che lo amano e che lui ama; sono queste che, con il loro affetto, con il loro sostegno, con i loro sorrisi riescono a rendere la nostra vita un mondo-sogno; non abbiamo bisogno di cercarlo fuggendo o immaginandoci in una realtà diversa, è lì, a portata di mano, ed è fantastica perché è vera. Geraci Lorenzo,Simone Morini e Strada Gianluca Indice

33 Annalisa Lama, Laura Montanari , Veronica Rossi
……Peter incominciò a pensare ad un modo per sfruttare al meglio le capacità della pomata. Intanto fece sparire i libri di scuola ed il suo zaino, poi andò in giardino e fece sparire tutta la sporcizia che c'era in terra... ...poi gli venne un "lampo di genio": poteva far sparire i suoi genitori!! Allora cominciò dal padre; una gamba e poi l'altra, un braccio e poi l'altro, infine arrivò alla testa e lo fece sparire fino all'ultimo capello. Fece la stessa cosa con la madre, ma non ebbe il coraggio di far sparire sua sorella e così passò oltre... La mattina seguente si svegliò all'alba e svegliò anche sua sorella, che aveva dormito tutta la notte in giardino, per raccontarle l'accaduto. Kate fu sorpresa ma anche molto contenta,poi le venne in mente una cosa che la fece sorridere: aveva pensato di far sparire tutte le maestre, o addirittura tutti gli adulti! L'unico problema sarebbe stato quello di riuscire a moltiplicare la pomata, e allora Peter guardò nel retro del vasetto, vide che serviva una marea di ingredienti: vomito di rospo - testicoli di coniglio - fegato d'oca - lingua d'iguana - pelle di grifone - salti di scimmia - occhio di gufo Decise di andare in un negozio chiamato "Tela di Ragno", dove si vendevano cose strane: probabilmente avrebbe trovato gli ingredienti della pomata. Il commesso di quel negozio era un tipo piuttosto insolito, e quando Peter gli chiese tutti quegli ingredienti, non fece domande ed eseguì i suoi ordini. Peter tornò a casa e stette chiuso in camera sua più di un giorno per preparare chili e chili di pomata svanillina, per far sparire tutti i "grandi" della città. Sfogliando i cataloghi della Coop, Peter vide una piscina ad alta qualità ma abbastanza economica per lui o meglio, per i suoi genitori. La piscina arrivò immediatamente e fu montata in breve. La riempì di pomata e invitò tutti i maggiorenni a farsi un bagno rilassante. Essi, completamente sotto stress, non se lo fecero ripetere due volte e si tuffarono... ...non ne sarebbero più usciti perché sparirono immediatamente!! Dopo poco tempo la città pullulava di bambini, e di adulti non c'era più neanche l'ombra. Da quel momento quando un ragazzo compiva 18 anni veniva invitato a farsi un bel bagno nella "piscina svanillina" e, ovviamente, scompariva per sempre! Gli anni passarono e quando compì 18 anni, Peter fu risparmiato e non venne immerso nella piscina. Divenne così il "Saggio Della Città" e i bambini riscoprirono l’importanza della saggezza degli adulti, ma stabilirono di non tornare indietro, perché era più che sufficiente un solo adulto saggio ma che si ricordasse bene di come era da bambino, come Peter, e quindi conveniva non rischiare. Da quel giorno si rivolsero a Peter per chiedere consigli che lui elargiva volentieri e che loro ascoltavano attentamente perché Peter li rispettava e soprattutto non li trattava con superiorità ma li comprendeva perché dentro di sé c’era ancora molto viva la sua parte di bambino quindi parlava bene il loro linguaggio e riusciva a giocare ancora con loro. Annalisa Lama, Laura Montanari , Veronica Rossi Indice

34 Valentina Russo Federica Bandini Diana Foschi 2F
La mente di Peter già galoppava verso fantastiche avventure. Scese di sotto velocemente afferrò una confezione di biscotti e si preparò qualche toast: forse con quella crema poteva giungere in luoghi lontani e misteriosi. Meglio premunirsi. Salutò silenziosamente i genitori e la sorella Kate e si preparò per un lungo viaggio. Entrò nella sua stanza e cominciò a spalmarsi di crema su tutto il corpo partendo dai piedi fino alla testa. Si guardò allo specchio incredulo: nella sua stanza vi era solo il suo morbido letto, i suoi giocattoli sparsi per la stanza e il libro che stava leggendo sulla scrivania. Si soffermò sul romanzo: il più bello tra i libri di pirati che aveva letto e s’intitolava “ Le misteriose avventure del Corsaro nero”. Di colpo venne risucchiato dal volume e si ritrovò in un turbine colorato per poi trovarsi in piedi su uno scoglio in riva al mare in un continente sconosciuto. Di colpo una voce urlò: - Per il corpo di mille balene, abbiamo preso un nemico. Jim vieni qua con quelle corde. Smettila di sognare ragazzo.- Si avvicinò un giovane di circa tredici anni che gli legò le mani dietro la schiena e lo condusse ad una nave chiamata “Il Galeone maledetto”. Davanti agli occhi stupiti di Peter si mostrò un veliero maestoso nell’alba del nuovo giorno e nell’allegro vociare dei pirati intenti in qualche misterioso lavoro. I suoi pensieri si interruppero bruscamente quando il giovincello che lo accompagnava gli aprì una cella sudicia e ve lo spinse dentro chiudendolo a chiave. Peter passò così un’intera giornata ad osservare i corsari che intorno alla sua piccola prigione ballavano e cantavano. Lentamente scese la sera che inghiottì ogni cosa attorno lasciando un improvviso silenzio tanto che il ragazzo finì per addormentarsi. Tutto ad un tratto Peter fu svegliato da un frenetico bussare e quando aprì gli occhi trovò davanti a sé il mozzo Jim che intimandogli di fare silenzio lo condusse nella sua stanzetta dove gli spiegò il suo piano per liberarlo: dato che il capitano della nave, il Corsaro Nero, era molto affezionato a lui perché rischiando la sua vita aveva salvato la figlia del Corsaro Nero, Ginevra, Peter avrebbe dovuto far finta di salvarlo dall’innocuo serpente che uno dei pirati teneva nella sua cabina. E così fecero tanto che Peter fu ringraziato personalmente dal Corsaro Nero che gli fece dono della perla nera. Proprio mentre Peter strinse la perla venne risucchiato e di trovò sul divano del salotto circondato dai genitori e dalla sorella preoccupata che vedendo che stava bene lo lasciarono solo. Con ancora le sensazioni del sonno in corpo Peter infilò la mano in tasca e vi trovò la magnifica perla nera che brillava al sole nel palmo della sua mano. Valentina Russo Federica Bandini Diana Foschi 2F Indice

35 Ambra Poli Chiara Frontali Francesca Poletti
Alla sera Peter, prima di cena, andò in bagno si lavò le mani e vide che il dito era ricomparso. Il lunedì seguente a scuola, incontrò Steven il bullo della scuola che iniziò a prenderlo in giro e a maltrattarlo; con la gommina in bocca, facendo il ruminante,disse a Peter: -Ehi!Cosa ci fai tu qui?Come ti chiami piccolo verme viscido? !-Peter balbettando rispose:-Io…io…ss…ss…sono p…p…Peter-Peter- Nel frattempo cercò di scappare ma Steven con grande forza lo afferrò e gli disse:-Dove vai piccolo invertebrato?- Peter-Io…io…nn…nn…non…vv…vado da…da nessuna parte!-Vieni con me- ribattè Steven a Peter.In quell’istante la campanella suonò, e per fortuna di Peter,Steven andò in classe.Dopo le lezioni,al termine della scuola, Peter tornò a casa e si buttò sul letto e iniziò a sognare ad occhi aperti a cosa avrebbe potuto fare con la crema svanilina,e al modo con cui avrebbe potuto punire i genitori. Alla sera mentre sistemava i libri ordinatamente in base all’ordine di orari mise dentro la cartella anche la crema svanilina. Al termine delle lezioni Steven, come era solito fare tutti i giorni, andò nel parco a fare ginnastica, mentre Peter andava in bagno e si spalmava la crema svanilina.Pensando al comportamento di Steven del giorno prima si recò nel parco per la sua vendetta. Tirò giù i larghi pantaloni dalla cintura di Steven e cercò di spingerlo verso il primo irrigatore funzionante in modo che si bagnasse tutto. Vedendo con che facilità riusciva a spostarlo scoprì che la crema svanilina gli aumentava la forza. Lo prese per un orecchio e lo fece rotolare lungo la sabbia del salto in lungo facendolo così diventare come una cotoletta impanata. Steve non vedendo nessuno, impaurito, scappò cercando di tirarsi su i pantaloni. Peter andò a casa e vestito com’era si mise sotto la doccia. Passarono le vacanze estive e Peter si trovò alla scuola media assieme a Steven, a Rosy e a una ragazza mai conosciuta fino ad allora chiamata Jennifer. Dovete sapere che Peter aveva fin dalle elementari una cotta per Rosy ma, con il passare del tempo scoprì che lei e Steven erano fidanzati.Dovete anche sapere che Jennifer dal primo giorno di scuola si era presa una cotta tremenda per Peter, ma lui la riteneva solo un’amica. Tuttavia con il passare dei giorni Peter iniziò a provare per Jennifer un forte sentimento. Dopo alcune settimane Peter e Jennifer diventarono così intimi da sembrare fidanzati. Assieme decisero di dare una lezione a quei disordinati dei genitori e della sorella. Alla sera Peter e Jennifer si trovarono nel giardino per architettare un piano. Si spalmarono la crema svanilina e si recarono in giardino rompendo le gambe degli sdrai dove erano stati sdraiati i genitori e la sorella. Riempirono un secchio speciale di acqua e ci misero tre fantastici cucchiai di crema svanilina mettendoci le tazze di tè, la teiera, i giornali, i tramezzini sbocconcellati, le bucce di arancia, i vasetti di yogurt che erano nel giardino e che nessuno aveva mai raccolto. Indossarono sopra la crema svanilina degli abiti ed entrarono nella camera dei genitori per spaventarli. I genitori impauriti scapparono e andarono nella camera dalla sorella. Al mattino seguente Peter dichiarò a Jennifer il suo amore per lei. Diventando adulti Peter e Jennifer si sposarono. Jennifer iniziò una carriera di cantante e venne chiamata a fare alcuni film riscuotendo molto successo da parte dei suoi ammiratori, Jennifer Lopez diventò una grande star di Hollywood. Suo marito, Peter, intraprese la carriera cinematografica prendendo come nome d’arte Jonny Deep; anche Steven il bullo conosciuto da Peter divenne uno tra i più grandi registi del mondo di Hollywood,tuttora molto conosciuto; sua moglie (Rosy) intraprese una carriera cinematografica con il nome di Jennifer Aniston. Ambra Poli Chiara Frontali Francesca Poletti Indice

36 1° 2° 3° 1° Elena Foschi, Fabbri Valentina, Poggi Eros
2° Nicolò Capucci 3° Ludovico de Nittis Emanuele Mirri Marco Cesconi Segnalati: Madalina Leccese- Margherita Peluso Lisa Foschi- Vasilica Leccese Anna Fantini- Manuela Spoglianti- Andreea Bunescu Christian Pifferi Ferretti Stefano - Chiarini Marco - Mondini Gianluca Indice

37 Melissa N. – Raffaella G. – Sofia C. Sofia B. – 2 E
Continua

38 Continua Anna F. – Manuela S. - 2E

39 Lisa F. - Michael M. - Vasilica L. – 2 F
Continua

40 Diana F. – Valentina R. Federica B. – 2F
Continua

41 Alice Raggi – Chiara Cassani - 1E
Continua Alice Raggi – Chiara Cassani - 1E

42 Ferretti Stefano – Chiarini Marco – Mondini Gianluca - 1E
Indice

43 Chiara Pizzico Alessia Santandrea
Tirò un lungo respiro, si infilò in tasca il vasetto blu e scese di sotto… In cantina si sparse la crema in tutto il corpo e divenne invisibile. A quel punto, utilizzo i suoi sogni ad occhi aperti per “cercare “ il modo di riordinare e mantenere la casa ordinata. All’ora di cena la mamma con il cibo già pronto nel piatto lo chiamò; Peter non rispose, così dopo averlo chiamato più volte cominciò a cercarlo in tutta casa. Non si accorse, però che Peter aveva già mangiato e, quando lei tornò, il cibo era sparito. Spaventata dalla scomparsa del figlio e della misteriosa sparizione della cena chiamò la squadra di ricerca della polizia la quale mandò un’agente nella disordinata casa. Quando esso giunse inciampando negli oggetti sparsi disordinatamente per l’abitazione cadde . La fortuna era dalla sua parte ,infatti,infatti atterrò sul cuscino. Di tutto quel “caos” che stava accadendo in cucina , peter non si accorse ,che quando la polizia si allontanò per cercarlo in altre zone circostanti iniziò ,da parte di Peter, la “vendetta del disordine “.Si procurò un lenzuolo bianco e con un pennarello nero indelebile disegno occhi, naso, bocca su una parte del tessuto. Giunse la notte e peter era sempre più convinto dello scherzo che stava per effettuare: si mise addosso il lenzuolo ed entrò in camera dei suoi. Diede una veloce occhiata all’orologio (erano le 00.30) e mise in atto il suo piano. Con voce cupa e rauca, disse:-“Voi! Umili esseri umani, con il vostro disordine avete fatto del male a molte persone, tra queste anche al vostro amato figlio Peter che è scappato di casa; non vi amerà mai più a meno che non impariate a tenere in ordine la vostra abitazione dove vivrete fino alla fine dei vostri giorni! Ora dormite e, se entro domani sera non avrete messo in ordine almeno metà della casa, Peter non ritornerà mai più!”- Detto questo tornò nella sua stanza soddisfatto. La mattina seguente i genitori di Peter spaventati dall’accaduto cominciarono pulendo la cucina. Ci misero tutta la mattina, ma almeno “servì qualcosa”. La cucina era splendente e, chiunque fosse entrato non avrebbe visto nemmeno un granello di polvere, perché non esisteva più. Peter, scese in cucina e, senza accorgersi dell’ordine, iniziò a sognare di essere in un Campo di fiori profumati; quando si “risvegliò“, si accorse che la cucina splendeva e profumava. Peter fece salti di gioia. Intanto i genitori, stavano riordinando il salotto e, senza avere pranzato, conclusero anche questa parte della casa, in circa due ore. In seguito, pulirono le camere da letto, anche quella di Peter, lavorarono il bagno e conclusero con il garage. Scese la notte, la famiglia, incompleta seduta sul divano sfinita attendeva il ritorno del figlio. Ma lui non tornava. Peter, a quel punto, riprese il lenzuolo e ricomparve sottoforma di fantasma, ai genitori. Con una voce da spaventare la città intera disse loro: -“ avete fatto un buon lavoro. Peter però, non è ancora soddisfatto; dovete promettere di mantenere in ordine la casa”-. Allora i genitori e la sorellina risposero: -“Lo promettiamo!Cercheremo, in tutti i modi possibili di tenerla in ordine”-. Il fantasma Peter, non aveva parole; era fiero di avere una famiglia così. Disse :-“ attendete vostro figlio è in arrivo!”-. Loro piansero di gioia. Intanto Peter, con la velocità “di un razzo” salì in camera sua. Si lavò, si vestì, e tornò al piano di sotto i genitori lo abbracciarono e informarono la polizia dell’accaduto. Peter, felicissimo, disse :-“ vi sono sempre stato accanto, ma con tutto quel disordine non vi siete accorti di me”-. Peter raccontò la sua avventura alla famiglia. E come dei gatti raggomitolati che fanno le fusa, la famiglia, riunita, si addormentò, di “ colpo sul divano”- E così, Peter visse spensierato e con una casa ordinata, fino alla fine dei suoi giorni. Chiara Pizzico Alessia Santandrea Indice

44 Peter fece a due a due gli scalini, macchinando nel frattempo un diabolico piano. arrivò davanti alla porta del garage: lì avrebbe avuto inizio la prima fase dello scherzo. Peter prese dallo scaffale la vecchia teiera che gli aveva regalato la nonna. Poi estrasse dalla tasca il vasetto: si sedette sulla sedia e tolto il coperchio esclamò con un ghigno: “ incomincia il divertimento!!” Mise la mano nella pomata e prese una manciata e se la spalmò su tutta la testa, che in poco tempo, scomparve. Peter, o almeno quello che rimaneva di Peter, (perchè erano rimasti solo gli occhi) ammirò il risultato allo specchio. per completare l’opera afferrò la teiera e se la sistemò dove prima stava la testa in modo da poter vedere. poi, facendo molta attenzione per non far cadere la teiera, si diresse nel giardino dove stavano i suoi genitori. si accostò alla madre e scuotendola la svegliò. la madre ancora asssonnata domandò:”che c’è Peter?” Ma all’improvviso cacciò un urlo di spavento e scosse il padre:”c’è un mostro in giardino !!!”. il padre si svegliò di soprassalto e prese a gridare insieme alla moglie. Peter con una voce cavernosa tentava di spaventarli ancora di più:”sono la vecchia teiera!! cercatemi un posto più comodo nel garage, o almeno mettere in ordine il luogo in cui mi trovo, brutti disordinati!” peter smise solo quando vide i genitori a terra svenuti, accanto a Kate che dormiva. ridendo ancora per l’effetto ottenuto rientro in garage. lì si scoprì completamente il resto del corpo con la pomata, poi prese un vecchio martello che sembrava fluttuasse nell’aria poichè Peter era diventato invisibile. uscì e visto il tosa-erba prese anche quello, e si diresse dai genitori. si erano nuovamente sdraiati nell’erba come se non fosse successo niente, forse pensando di avere avuto un incubo. Peter accese il tosa- erba cominciando a girare attorno ai genitori. il rumore svegliò il padre che vedendo il macchinario andere da solo sobbalzò. Peter cominciò a palare e prese fuori il martello agitandolo a passo di marcia:”siamo stanchi di essere lasciati in disordine …disordine… disordine!! riponetici con cura, oppure ci ribelleremo!!!!” anche la madre si era svegliata ora giaceva priva di sensi accanto al marito. Peter andandosene pensò che dopo quella lezione i genitori sarebero diventati più ordinati. Tutto soddisfatto si diresse verso il garage e all’ improvviso… si svegliò … ai piedi aveva i cocci della teiera, ma sul tavolo non c’era traccia della pomata. Peter allora si rese conto che doveva essere stato tutto un sogno. “peccato “. sospirò “sarebbe comodo avere una pomata così, si potrebbero fare dei magnifici scherzi!!!!” LISA E VASILICA Indice

45 Castellucci Matteo – Edoardo Fornagiari
… “tutto ad un tratto si trovo in una strada e, alla fine del vicolo, c’era sua sorella volta di spalle. prima di giungere a lei, però, stare attento a non toccare i raggi laser che potevano far scattare l’allarme. Giunto dietro sua sorella, le versò il barattolo sulla testa e, a poco a poco, lei scomparve. Come una visione del futuro, vide i suoi genitori disperati e lui sempre solo. Un rumore improvviso lo richiamò alla realtà. I suoi genitori stavano rientrando e lui, con uno scatto, corse verso la porta sul retro e l’aprì. Salì sulla casa appoggiata sui rami della quercia coperta dalla chioma. Lui teneva molto a quella casina: l’aveva costruita con il suo nonnino fermando assi di legno con dei chiodi. Quel posto era il suo rifugio segretissimo dove andava per pensare alle cose che gli accadevano, ma quel posto, gli serviva soprattutto per nascondere gli oggetti a lui più cari, quindi ci nascose il barattolo, ma volle fissarlo ancora per qualche secondo e, magicamente, gli scomparve il dito. così scopri che l’effetto della pomata svanilina non era perenne. Per il momento nascose il barattolo e ritornò in casa, per pensare al modo in cui potesse essere usato quello straordinario prodotto. Dopo alcune settimane Peter si era veramente stancato di tutto quel disordine lasciato dai suoi familiari e la prima cosa che gli venne in mente fu la pomata svanilina. non agì subito, ma aspettò la notte e a quel punto corse sulla casa dove aveva nascosto la pomata svanilina; fece questo con una tale velocità che gli sembrò di volare anzi, stava volando. Era inseguito da un falco, così scese giù in picchiata, talmente vicino al suolo che credette di schiantarsi e, a pochi centimetri da terra, riprese quota, mentre il falco… Si accorse che stava sognando ad occhi aperti, ma in quel momento voleva pensare solo alla sua “missione”. Con la pomata svanilina corse in camera di sua sorella e …<<no Peter, non pensare a nient’altro ora >>, e diceva questo dandosi colpi in testa. Senza esitare rovesciò una parte del contenuto del barattolo di sua sorella che, a poco a poco, scomparve. Andò dai suoi genitori in punta di piedi, stando attento a non fare scricchiolare il pavimento. Fece scomparire anche loro e, ora che era solo, poteva riordinare la casa senza che nessuno glielo impedisse, mangiare quello che voleva e guardare la tv quanto voleva. Non esitò un secondo: ricordandosi che l’effetto della pomata svanilina durava poco, si mise subito al lavoro e riordinò tutto in fretta e furia. Quando ebbe finito di riordinare, si accorse di essere in ritardo per le lezioni, così fece velocemente colazione, ma quando arrivo davanti al cancello della scuola, si accorse che questo era chiuso perciò tornò a casa. Si sedette sul divano e, dopo qualche minuto, decise di dipingere la casa sull’albero di un colore uguale alla maglia dei militari, così si sarebbe demitizzata con la quercia. Dopo una settimana andò a riflettere in camera dei suoi genitori, tutto quell’ordine non gli era familiare e lo metteva quasi a disagio e poi sentiva la mancanza della sua famiglia. Mentre si trovava in preda a queste sensazioni, vide i suoi genitori ricomparire magicamente e in fondo il rancore per loro era svanito com’era svanita la passione per l’ordine. Mamma,papà, come mi siete mancati!- disse abbracciandoli, e subito corse in camera di sua sorella e con sollievo vide che anche lei era comparsa. -Oh, sorellina mia anche tu mi sei mancata!- e le diede un bacio sulla guancia. I suoi genitori e la sorella non capivano le improvvise manifestazioni d’affetto di Peter e tanto meno perché lui continuasse a dire che gli erano mancati, ma erano felici comunque perché il rancore per loro e la loro mania di Peter per l’ordine erano svaniti. Castellucci Matteo – Edoardo Fornagiari Indice

46 …Peter scese in giardino
…Peter scese in giardino. Al di là del muretto di confine intravide la vicina. Mrs Walter era una donna molto pignola e voleva tutto in ordine, infatti in quel momento stava andando a mettere un po’ piú a destra l'irrigatore, perché non arrivava ad una tenera pianta di rosa. Era sempre molto puntuale. Da quando gli era morto il marito, la mattina al sorgere del sole innaffiava il giardino, poi andava in centro a fare compere e alle tre del pomeriggio aspettava Peter che andava a farle dei lavoretti. La signora Walter gli faceva cambiare una lampadina, attaccare un quadro e soprattutto fare il giardiniere. Lei ci teneva molto al suo piccolo giardino. Ovviamente Peter non ci andava di sua spontanea volontà ma l’obbligavano i genitori: (secondo Viola e Mr Thomas Fortune quella rottura era “un esperienza educativa”). Ed era ovvio che Peter non ci andasse di sua spontanea volontà, perché ogni volta Mrs Walter diceva: “Taglia meno”, “Cura quella pianta con piú delicatezza”, “Scansa il fiore”, come se lui fosse stupido o un incapace e questa cosa gli dava sui nervi. Tutta notte stette sveglio, alla fine decise che doveva usare la pomata svanilina su quella noiosa vicina. Il piano doveva essere facile e senza complicazioni. Pensò e ripensò a come potesse farla sparire. Ma giusto! In un lavoro domestico! A volte lo faceva lavorare in cucina, diceva che sapeva preparare prelibatezze e le gradiva molto. La voleva far sparire a tutti i costi, cosí non ci doveva tornare piú e poteva passare il pomeriggio in casa a giocare. Fece una prova con del cibo per gatti macinato a cui uní la pomata: mescolati ben bene, venne fuori un miscuglio verde che faceva stare male solo a guardarlo. L’avrebbe dato in pasto a quello stupido gatto che gironzolava da mesi attorno a casa e che ogni volta lo assaliva. Gli venne in mente che una volta era capitato in un sogno dove c'era una tigre. Era un grande maschio nero, in cima alla coda aveva un goccio di bianco, sembrava il sovrano dei gatti, girava intorno alla sua proprietà con disinvoltura e potere. La mattina dopo all'alba Peter mise lo “squisito” pasto in una ciotola e la mise fuori dalla porta. Il gatto arrivò scodinzolando e si mangiò tutto. Peter lo guardava dalla finestra. Anche il gatto lo vide Come al solito gli saltò contro ma mentre era in aria scomparve. Quel pomeriggio, tutto tranquillo, Peter bussò alla porta di Mrs Walter. Senza neppure salutarlo gli ordinò: “Ragazzo, su forza! Attacca lo spinello e innaffia i fiori!” Fece tutti i lavori da lei richiesti. Dopo aver messo tutto in ordine, Peter le disse: “Mrs Walter, siccome lei è tanto gentile, oggi le preparo uno spuntino speciale.” Tra due fette di pane mise una foglia di lattuga,due pomodorini,un wurstel e tanta pomata. Lei osservò il panino e un pò sospettosa gli chiese: “Che cos'è quella roba bianca?” “Niente... burro, un burro speciale...” Mrs Walter ingoiò tutto e in un batter d'occhio sparí. Peter scappò a casa. Si mise a giocare con un pennarello, facendo finta che fosse una macchina con a bordo lui che scappava dai nemici. Quando fu stanco andò a parlare con le bambole di Kate,senza farsi vedere. Cosí festeggiava il suo addio al lavoro in casa di Mrs Walter. Stava pensando a un altro gioco, si mise le mani in tasca, ma certo... la pomata era ancora lí. Andò a riporla nel solito cassetto, per evitare tentazioni. Lo richiuse con spinta. Cacciò un urlo. Quando si fu ripreso dal male, guardò il dito “scomparso” rimasto stretto nel cassetto. Il dito c'era e si stava gonfiando. Si sentí chiamare. Andò in giardino: Viola e Mrs Thomas erano vicini al muretto di confine e stavano conversando con Mrs Walter. Christian Pifferi 2 D Indice


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