La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

L’Unione Europea, 50 anni di pace, di democrazia, di crescita

Presentazioni simili


Presentazione sul tema: "L’Unione Europea, 50 anni di pace, di democrazia, di crescita"— Transcript della presentazione:

1 L’Unione Europea, 50 anni di pace, di democrazia, di crescita
L’Unione Europea, 50 anni di pace, di democrazia, di crescita. E ora, quale futuro? Quanto siamo Europei?

2 Quanto siamo Europei? Che cos’è l’Unione Europea?
Unione Europea: piccolo quadro storico Integrazione Le nostre opinioni Bibliografia Chi siamo

3 Cos’è l’Unione Europea?
L'Unione Europea (UE) è organizzazione internazionale, di tipo sovranazionale e intergovernativo, che dal 1° gennaio 2007 comprende 27 paesi membri indipendenti e democratici; si tratta della più vasta "confederazione" di stati indipendenti esistente al mondo. La sua istituzione sotto il nome attuale risale al Trattato di Maastricht del 7 febbraio 2002 (entrato in vigore il ° novembre 1993), al quale tuttavia gli stati aderenti sono giunti dopo il lungo cammino delle Comunità Europee precedentemente esistenti. HOME

4 Cos’è l’Unione Europea?
L'Unione consiste attualmente di una zona di libero mercato caratterizzata da una moneta unica, l‘euro, regolamentata dalla Banca Centrale Europea (BCE) e attualmente adottata da 13 dei 27 stati membri; essa presenta inoltre una unione doganale fra i paesi aderenti agli accordi di Schengen, che garantiscono ai suoi cittadini libertà di movimento, lavoro ed investimento all'interno degli stati membri. L'Unione presenta inoltre una politica agricola comune, una politica commerciale comune e unapolitica comune della pesca. HOME

5 Cos’è l’Unione Europea?
L'Unione Europea non è un'organizzazione tra governi (come le Nazioni Unite) né una federazione di stati (come gli Stati Uniti d'America), ma un organismo sui generis, alle istituzioni del quale gli stati membri delegano parte della propria sovranità nazionale. Le sue competenze spaziano dagli affari esteri alla difesa, alle politiche economiche, all'agricoltura, al commercio e alla protezione ambientale. In alcuni di questi campi le funzioni dell'Unione Europea la rendono simile ad una federazione di stati (ad esempio per quanto riguarda gli affari monetari o le politiche ambientali); in altri settori, per contro, l'Unione è più vicina ad una confederazione (ad esempio per quanto riguarda gli affari interni) o ad un'organizzazione internazionale (come per la politica estera). HOME

6 Cos’è l’Unione Europea?
Gli organi principali dell'Unione comprendono il Consiglio dei Ministri la Commissione, la Corte di Giustizia, il Parlamento, il Consiglio Europeo e la Banca Centrale Europea. L'istituzione dell'Europarlamento risale al 1950, e dal 1979 i suoi membri sono democraticamente eletti, in tutti i territori dell'Unione, a suffragio universale, per una durata in carica di cinque anni. HOME

7 Piccolo quadro storico
1957 Il 25 marzo i sei Stati membri della Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio (Francia, Belgio, Germania, Italia, Lussemburgo e Paesi Bassi), già fondata nel 1954 con i Trattati di Parigi, firmano i Trattati di Roma che suggellano la fondazione della Comunità Economica Europea (CEE) e della Comunità Europea dell’Energia Atomica (EURATOM). 1958 I Trattati di Roma entrano in vigore e così le comunità di CEE, EURATOM e CECA hanno due organi comuni: la Corte di giustizia e il Parlamento europeo. HOME

8 L’integrazione europea
Storia dell’integrazione europea Cronologia dell’allargamento Prerequisiti Fin dove si dice Europa? Candidati ad una prossima adesione Questione Balcana Questione Turca HOME

9 Il lungo cammino verso l’adesione
Tutto inizia nel 1989, quando crolla il muro di Berlino e cala la cortina di ferro. L’ Unione istituisce rapidamente il programma di assistenza finanziaria PHARE per aiutare le giovani democrazie a ricostituirsi economicamente e per agevolare il processo di riforme politiche. Il 22 giugno 1993 il Consiglio europeo di Copenaghen dà l'accordo “affinché i paesi associati dell'Europa centrale e orientale che lo desiderano diventino membri dell'Unione europea” MENU HOME

10 Il lungo cammino verso l’adesione
Sulla base delle raccomandazioni della Commissione e dei pareri del Parlamento, il Consiglio europeo di Lussemburgo del dicembre 1997 e quello di Helsinki del dicembre 1999 aprono i negoziati con i dieci paesi dell’Europa centrale e orientale, con Cipro e Malta. I negoziati con dieci paesi candidati si sono conclusi a Copenaghen il 13 dicembre Gli accordi stabilivano i meccanismi e i periodi di transizione necessari perché i nuovi Stati membri potessero adempiere a tutti gli obblighi legati all’adesione. Ciascun paese avrebbe dovuto recepire, ma anche applicare, i atti giuridici di cui consta l'acquis comunitario, per un totale di circa pagine.  MENU HOME

11 Il lungo cammino verso l’adesione
Il Consiglio europeo di Copenaghen del 13 dicembre 2002 inaugura una delle fasi storiche più ardite dell’unificazione europea. Nel decidere l’adesione di altri dieci paesi a partire dal 1° maggio 2004, l’Unione europea non solo si espande geograficamente, soprattutto ma riunifica un continente dilaniato, ponendo fine alla divisione che dal 1945 separa il mondo libero dal mondo comunista.Paesi europei per appartenenza geografica, per cultura, storia e aspirazioni come Cipro, la Repubblica Ceca, l'Estonia, l'Ungheria, la Lettonia, la Lituania, Malta, la Polonia, la Slovacchia e la Slovenia, possono ricongiungersi nell’UE. MENU HOME

12 Prerequisiti richiesti per far parte dell’UE
Sono quindi fissati tre criteri principali cui devono conformarsi i nuovi paesi prima dell’adesione. Criterio politico: avere raggiunto una stabilità istituzionale tale da garantire la democrazia, il rispetto dei diritti umani nonché il rispetto e la tutela delle minoranze. MENU HOME

13 Prerequisiti richiesti per far parte dell’UE
Criterio economico: l’esistenza di un'economia di mercato funzionante e la capacità di far fronte alle pressioni concorrenziali e alle forze di mercato all'interno dell'Unione. MENU HOME

14 Prerequisiti richiesti per far parte dell’UE
Terzo criterio ovvero la capacità di applicare l'acquis comunitario, assumendo gli obblighi connessi con l'adesione all'UE, tra cui il perseguimento dell'obiettivo dell'Unione politica, economica e monetaria. MENU HOME

15 Cronologia dell’allargamento
1952: (paesi fondatori) Belgio, Francia, Italia, Lussemburgo, Germania Ovest, Paesi Bassi 1973: Danimarca, Irlanda, Regno Unito 1981: Grecia 1986: Portogallo, Spagna 1995: Germania Est, Austria, Finlandia, Svezia 2004: Repubblica Ceca, Cipro, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Slovacchia, Slovenia 2007: Bulgaria, Romania MENU HOME

16 Fin dove si dice Europa? Nel 2004 il Consiglio europeo ha deciso di proseguire sulla strada di una possibile adesione della Croazia e della Turchia. Già nel 1999 il Consiglio europeo di Helsinki aveva affermato: “la Turchia è uno Stato candidato destinato ad aderire all'Unione in base agli stessi criteri applicati agli altri Stati candidati”.  MENU HOME

17 Fin dove si dice Europa? La Turchia è paese membro della NATO e del Consiglio d’Europa, associato all’Unione dal 1964 e candidato all’adesione dal Ponte naturale fra oriente e occidente, la prospettiva che integri l’UE pone serie domande su quali siano i confini ultimi dell’Unione: se basta osservare i criteri politici ed economici di Copenaghen per presentare domanda di adesione e avviare i negoziati, allora anche i paesi dei Balcani occidentali —l’Albania, la Bosnia e l’Erzegovina, l’ex Repubblica iugoslava di Macedonia e la Serbia e Montenegro — potranno fare domanda quando ricorreranno le condizioni di stabilità politica e adempiranno i criteri di Copenaghen.  MENU HOME

18 Fin dove si dice Europa? In effetti, è nell’interesse dell’Unione favorire la stabilità delle regioni appena fuori dei suoi confini. La dinamica è tale che a ogni allargamento le frontiere esterne si allungano e dilatano un po’. L’Unione già confina con la Bielorussia e l’Ucraina e la sua frontiera con la Russia è più lunga; inevitabilmente con questi paesi dovrà intensificare la cooperazione regionale e transfrontaliera per i trasporti, l’ambiente, la sicurezza interna e la lotta contro l’immigrazione clandestina e la criminalità internazionale. MENU HOME

19 Candidati ad una prossima adesione
Croazia Macedonia Turchia MENU HOME

20 Candidata all’adesione: Croazia
MENU HOME

21 Candidata all’adesione: Croazia
Forma di governo: Repubblica presidenziale Capitale: Zagabria ( ab., aggl. urbano) Altre città: Spalato ab., Fiume ab., Osijek ab., Zara ab., Slavonski Brod ab., Pola ab. Gruppi etnici: Croati 90%, Serbi 4,5%, altri 5,5% Paesi confinanti: Slovenia a NORD, Ungheria a NORD-EST, Serbia e Montenegro ad EST, Bosnia Erzegovina a SUD ed EST Lingua: Croato Religione: Cattolica 88%, Ortodossa 4,5%, altro 7,5% Moneta: Kuna croato MENU HOME

22 Candidata all’adesione: Turchia
MENU HOME

23 Candidata all’adesione: Turchia
Superficie: Km² Abitanti: (stime 2003) Densità: 105 ab/Km² Forma di governo: Repubblica federale Capitale: Belgrado ( ab., aggl. urbano) Altre città: Novi Sad ab., Nis ab., Pristina ab., Kragujevac ab., Podgorica ab. Gruppi etnici: Serbi 62,5%, Albanesi 16,5%, Montenegrini 5%, Ungheresi 3,5%, Bosniaci 3%, altri 9,5% Paesi confinanti: Croazia e Bosnia Erzegovina a OVEST, Ungheria a NORD, Romania e Bulgaria ad EST, Macedonia e Albania a SUD Lingua: Serbo (ufficiale), Albanese, Ungherese Religione: Ortodossa 63%, Musulmana 19%, Cattolica 6%, altro 12% Moneta: Nuovo Dinaro (in Serbia), Euro (in Kosovo e Montenegro) MENU HOME

24 Candidata all’adesione: Macedonia
MENU HOME

25 Candidata all’adesione: Macedonia
Superficie: Km² Abitanti: Densità: 79 ab/Km² Forma di governo: Repubblica presidenziale Capitale: Skopje ( ab.) Altre città: Kumanovo ab., Bitola ab., Prilep ab., Tetovo ab. Gruppi etnici: Macedoni 64%, Albanesi 25%, Turchi 4%, Rom 2,5%, Serbi 1,5%, altri 3% Paesi confinanti: Serbia e Montenegro a NORD, Bulgaria ad EST, Grecia a SUD, Albania a OVEST Lingua: Macedone (ufficiale), Albanese Religione: Ortodossa 54,5%, Musulmana 30%, altro 15,5% Moneta: Dinaro macedone MENU HOME

26 La Questione Turca Questione Turca L’Europa e la Turchia dei valori
Storia Dalla formalità alla pratica L’identità Europea Diverse opinioni A favore o contro? MENU HOME

27 La Questione Turca La questione Turca risulta di particolare rilievo nel panorama europeo in continua espansione. Infatti, dalla lontana fondazione della CECA del 1951 e dalle successive aggregazioni di un numero sempre maggiore di stati, con l’intento di costituire una realtà unitaria e in perenne collaborazione, molti sono stati gli sviluppi economici dell’Europa attuale e la sua stessa potenza e capacità di influenzare le altre nazioni guida del mondo sono accresciuti. Ecco perché l’Europa è divenuta una sorta di calamita per le nazioni a lei vicine. Un caso emblematico è rappresentato dalla Turchia. MENU HOME

28 La Questione Turca La questione turca è particolarmente complicata ed ha origini abbastanza lontane. Era infatti il 1987 quando il paese della Mezzaluna mosse ufficialmente i primi passi per richiedere l’entrata nell’Unione Europea. Da quell’anno molte sono state le discussioni affrontate, ma solo il 3 ottobre 2005 la richiesta venne formalizzata e vennero stabiliti i parametri che gli avrebbero permesso di far parte dell’UE. La data di scadenza del negoziato è stata fissata a dieci anni, perciò entro il 2015 la Turchia potrebbe essere accettata nell’Unione. Le premesse erano positive, qualcuno si augurava che il Paese avrebbe raggiunto l’idoneità già nel 2008, ma le ultime riunioni hanno dato un esito tutt’altro che tranquillizzante. MENU HOME

29 La Questione Turca Infatti, le questioni che sono venute ad aggiungersi al già tribolato processo di adeguamento ai parametri dell’UE sono di tipo culturale, religioso, politico, nonché sociale ed in parte economico. Diciamo che gli ambiti preoccupanti, su cui vigila un costante scetticismo, riguardano un po’ tutti gli aspetti di rilievo di un Paese. MENU HOME

30 Diverse Opinioni In Italia i termini del confronto hanno toccato soprattutto le tematiche al centro dell’attualità politica, come il riconoscimento di Cipro e del genocidio degli armeni (riconosciuto da una legge del Parlamento italiano), il rispetto dei diritti individuali e delle minoranze in Turchia, e la bontà o meno della democrazia turca, sfiorando raramente argomenti come le fondamenta ed il futuro dell’Unione, nella sua possibile trasformazione da potenza regionale a globale. Ad “addormentare” il dibattito italiano ha concorso la quasi unanimità dei partiti politici –eccezion fatta per la Lega Nord e alcuni gruppi extra parlamentari, di maggioranza come di opposizione— nel sostenere le richieste turche, la mancanza di un vero dibattito parlamentare, ed il non coinvolgimento dell’opinione pubblica, che, come nel resto d’Europa, è contraria all’adesione della Turchia (52% contrari, 33% favorevoli). MENU HOME

31 Diverse Opinioni Relativamente al caso italiano, si è ritenuto opportuno analizzare la posizione della Chiesa, che da sempre influenza il dibattito politico italiano. Il Vaticano, con Giovanni Paolo II prima e Benedetto XVI poi, non ha espresso una posizione ufficiale sull’ingresso della Turchia nell’Unione, anche se papa Ratzinger, da cardinale, si era espresso contro l’idea di una Turchia europea, contribuendo così a raffreddare i rapporti della Santa sede con Ankara dopo la sua elezione al soglio pontificio. Analizzando le pubblicazioni più recenti degli ultimi due papi, e i contributi di saggisti e scrittori riconducibili al mondo cattolico, si è cercato quindi di delineare il contributo del cristianesimo alla definizione di un’identità europea, al di là del caso turco. MENU HOME

32 Diverse Opinioni In Francia, la questione turca, in tutti i suoi risvolti, ha dominato il dibattito pubblico per mesi. Rispetto all’Italia, oltralpe i partiti più importanti si sono spaccati sulle richieste di Ankara, dando vita ad un confronto molto più vivace e approfondito in cui si sono analizzati sì gli aspetti più evidenti e attuali del caso turco, dalla questione di Cipro al genocidio degli armeni (in Francia sono circa 300mila i cittadini di origine armena), ma anche le questioni di fondo che riguardano l’Europa, dalla delimitazione dei confini dell’Unione alla definizione della sua identità, dalle questioni riguardanti gli equilibri istituzionali dell’Ue, alle paure di un’“invasione” di lavoratori stranieri. MENU HOME

33 Diverse Opinioni A causa dell’evidente ostilità dei cittadini francesi rispetto all’idea di una Turchia integrata nell’Ue (67%contrari - 30%favorevoli), e non volendo correre il rischio che questa ostilità si riversasse sul ‘no’ alla Costituzione, Chirac ed il parlamento si sono impegnati a modificare la costituzione, istituendo un referendum popolare obbligatorio su tutti i nuovi allargamenti dell’Unione successivi a quelli del 2007 di Romania e Bulgaria. Un provvedimento dal sapore chiaramente antiturco, che non ha mancato di suscitare reazioni negative ad Ankara, e che pone una seria ipoteca sulle reali possibilità della Turchia di entrare nell’Unione Europea. MENU HOME

34 Diverse Opinioni Inoltre, come prevedibile, sono decisamente favorevoli all’ingresso nell’Unione i vescovi e la minuscola comunità cattolica di Turchia. I vescovi, ricevuti per la prima volta, ad Ankara, dal primo ministro Tayyip Erdogan, hanno espresso il loro sostegno e insieme la richiesta di un riconoscimento giuridico della Chiesa cattolica e delle sue proprietà, al pari di quanto il governo turco sta già deliberando per ebrei, armeni e greci. Favorevoli a una Turchia nell’UE sono anche il patriarcato ortodosso di Costantinopoli e, in genere, le Chiese cristiane di tutte le confessioni riunite nella KEK, la Conferenza delle Chiese Europee. Quest’ultima ha però messo in evidenza gli ostacoli che il governo turco dovrebbe eliminare per meritarsi l’ingresso in Europa: dalla tortura nelle prigioni alle oppressioni contro le minoranze. MENU HOME

35 Diverse Opinioni Tra le grandi Chiese non cattoliche, la più decisa ad opporsi all’ingresso della Turchia nell’Unione è la russa ortodossa. Una nota emessa in luglio dal dipartimento per le relazioni estere del patriarcato di Mosca rimarca che l’80 per cento del territorio turco si trova in Asia e paventa che “un’entrata della Turchia nell’UE porterà inevitabilmente anche gli altri stati che si affacciano sul Mediterraneo a reclamare un’identità europea e ad anelare ad entrare”. MENU HOME

36 L’Europa e la Turchia dei valori
Analizziamo in primo luogo quali siano i valori fondanti dell’Unione Europea. Già all’interno del preambolo della Costituzione, che ancora aspetta di essere accettata da tutti i membri dell’UE e quindi di entrare in vigore, troviamo che essa si ispira:”alle eredità culturali, religiose ed umanistiche dell’Europa, da cui si sono sviluppati i valori universali dei diritti inviolabili ed inalienabili della persona, della libertà, della democrazia, dell’uguaglianza e dello Stato di diritto”. MENU HOME

37 L’Europa e la Turchia dei valori
Con delle simili premesse nessuno si aspetterebbe un’imminente possibilità che la Turchia possa realmente aspirare ad entrare nella nostra Unione. Eppure sono parecchi gli aspetti che i giovani spesso non prendono in considerazione pensando al Paese turco o le lacune che essi purtroppo portano con sé in materia. Per questo motivo è utile una sorta di excursus temporale, riportando a galla alcune importanti vicende della storia turca per poter comprendere concretamente come si sia potuti giungere ad iniziare il percorso del negoziato nel 2005. MENU HOME

38 Breve storia turca Il territorio turco ha sempre rappresentato una sorta di frontiera o cerniera tra l’Oriente e l’Occidente. Le vicende di questo Stato sono strettamente connesse ad entrambe i mondi, così diversi tra loro. La Turchia possiede infatti numerose caratteristiche e particolarità che la rendono simile sia all’uno che all’altro punto cardinale ed è proprio per questo motivo che il dibattito per il suo ingresso si infervora sempre più. Anticamente la Turchia è stata abitata da popolazioni come gli Ittiti, i Frigi, i Traci, gli Armeni e gli Elleni. Successivamente seguì l’invasione persiana che costrinse il Paese sotto il suo comando, poi giunsero i macedoni, i romani ed infine i bizantini. MENU HOME

39 Breve storia turca Solo a partire dal IX sec. una tribù turca riuscì ad impossessarsi dell’Anatolia, dando vita alla tribù dei Turchi Selgiuchidi. Ad essi seguirono i Turchi Ottomani, subentrati dopo l’invasione mongola. La loro espansione giunge sino ai Balcani e vede nella conquista del 1453 di Costantinopoli, un passo importantissimo per la futura influenza che eserciterà sull’Europa. A partire da quel momento i rapporti, soprattutto commerciali, si fecero più radi e l’esercito turco continuava a voler allargare i confini del proprio Stato al punto da giungere alle porte di Vienna. MENU HOME

40 Breve storia turca L’Impero Ottomano resistette sino alla Prima Guerra Mondiale, ma al termine di questa il malato d’Europa si dissolse e lo Stato si trovò diviso. Proprio in questo lasso di tempo raggiunge i suoi più atroci risultati il genocidio degli Armeni, tuttora negato dai turchi. La minoranza, di confessione cristiana, aveva subito numerose imposizioni e discriminazioni da parte del governo turco cui era sottomessa, tant’è che dovette sottostare alla legge della Sharia, ovvero la legge coranica, la quale coordinava l’intero Stato. Il genocidio ebbe luogo nel momento in cui gli Armeni percepirono una maggiore coesione, unità e forza del loro gruppo. MENU HOME

41 Breve storia turca Erano gli anni in cui l’impero Ottomano si sfaldava e vedeva prima la conquista dell’indipendenza da parte del popolo greco, poi l’annessione dell’Armenia Orientale da parte della Russia ed infine la persistente pressione delle potenze europee, che imponevano al Paese di realizzare ampie riforme interne. MENU HOME

42 Breve storia turca Il popolo armeno inizia quindi a costituire i suoi primi partiti clandestini di stampo indipendentista e rivoluzionario contro una Turchia radicale. Quest’ultima però non si decide a cedere e, per mostrare la propria risolutezza al mondo occidentale, fa eseguire alcuni pogrom durante i quali la popolazione armena viene depredata e massacrata, con un totale di o vittime (le cifre del mastodontico crimine non sono certe). Questi pogrom si perpetrarono dal 1895 al 1997. MENU HOME

43 Breve storia turca “Le rapport présenté à la Commission constate que « la Turquie continue d'exercer un embargo injustifiable contre l'Arménie » et que « cet embargo menace la stabilité de la région, entrave le développement régional de rapports de bon voisinage et compromet les priorités du partenariat d'adhésion ainsi que les exigences du cadre de négociation." 18 décembre 2006 Semih Vaner, ISPI Working Papers MENU HOME

44 Breve storia turca Tuttavia, nel contesto di questo complicatissimo periodo che la Turchia fu costretta a vivere, si distinse per la propria decisione, perseveranza e coraggio, Mustafa Kemal Atatürk, un ufficiale del disciolto esercito Ottomano. Egli radunò attorno a sé un cospicuo numero di soldati e con essi riuscì a liberare la Penisola Anatolica dagli eserciti stranieri, dando origine all’attuale Turchia nel 1923. Quest’ufficiale ne divenne poi il presidente e grazie a lui la Turchia può vantare di essere fondata sui valori che probabilmente le permetteranno di entrare a far parte degli Stati membri dell’UE, come da essa auspicato. MENU HOME

45 Breve storia turca La dottrina che si trova alla base del sistema eretto da Mustafa Kemal è il Kemalismo, il quale si coordina in sei principi necessari al retto governo di uno Stato: Repubblicanesimo Nazionalismo Populismo (uguaglianza sociale e difesa dell’ordine sociale) Statalismo (secolarizzazione dello Stato, quindi perdita del potere temporale da parte della religione musulmana) Laicismo Rivoluzionarismo (principio secondo il quale aveva preso vita questa nuova organizzazione statale e dal quale poteva essere seguita la strada verso il benessere) MENU HOME

46 Breve storia turca Questo nuovo assetto del governo turco fece sì che esso potesse intraprendere il cammino verso il confronto con le democrazie occidentali, tant’è che venne concesso il voto anche alle donne, considerate di gran lunga inferiori agli uomini e fortemente limitate nelle azioni della vita quotidiana e nell’emancipazione. Inoltre, Mustafa Kemal invitò la popolazione ad adottare il modo di vestire occidentale ed epurò la lingua turca dai prestiti arabi per introdurvi termini di origine latina. MENU HOME

47 Breve storia turca All’avvento della Seconda Guerra Mondiale, la Turchia restò in disparte, guardandosi dall’intervenire nel conflitto. A pochi anni dal termine della stessa, precisamente nel 1952, il Paese poté essere annoverato tra quelli che presero posto nell’organizzazione della NATO. La peculiarità della Turchia era quella di disporre di un notevole esercito, impiegato in missioni volte a difendere la laicità e i principi fondanti dello Stato nato nel Queste furono le cause dei tre importantissimi colpi di stato, seguiti dall’ascesa di un governo militare, che hanno fatto sì che all’interno del Paese continuasse a vigere un assetto Kemalista. In realtà, i colpi di stato furono attuati per reprimere opposizione e opinioni discordanti con le autorità, ad esempio per sciogliere il partito islamico al vertice del penultimo governo. MENU HOME

48 Breve storia turca Ma l’approdo della Turchia negli affari europei non si limitò alla NATO, essa infatti divenne membro del Consiglio d’Europa, si associò alla Comunità Economica Europea ed infine, nel 1996 entrò nell’unione doganale organizzata dall’UE. Nonostante tutti gli sforzi da lei compiuti per potersi guadagnare un posto nell’Unione, ci sarà ancora molto da fare. MENU HOME

49 Breve storia turca Infatti solo ora è stata risolta la questione di Cipro, per esempio. Su quest’isola si ergeva infatti l’ultimo muro europeo: quello che divideva la popolazione greco-cipriota da quella turco-cipriota. Nonostante ciò, la Turchia non si arrende ancora a considerare Cipro del Sud, la parte greca, indipendente e a dare un freno all’embargo impostole. MENU HOME

50 Breve storia turca “C’est pareil pour le dossier chypriote. Sans dire assez sur l’attitude politique positive et l’isolement économique de la communauté chypriote turque repliée dans le Nord de l’île, il constate seulement que la Turquie continue d'imposer des restrictions à l'encontre de navires battant pavillon chypriote et de navires en provenance des ports de la République de Chypre en leur refusant l'accès aux ports turcs, ainsi qu'à l'encontre des avions chypriotes en leur refusant le droit de survoler la Turquie et d'atterrir dans des aéroports turcs ; cette pratique constitue une violation par la Turquie de l'accord d'association, de l'Union douanière et du protocole additionnel, ces restrictions étant contraires au principe de la libre circulation des marchandises." 18 dicembre 2006 Semih Vaner, ISPI Working Papers MENU HOME

51 Breve storia turca Un’ulteriore questione di rilievo è quella delle minoranze, in particolare quelle Curde. La ribellione di queste ultime costituisce un pericolo per la popolazione e lo Stato nel suo complesso, nonché dell’Europa, nel caso in cui la Turchia dovesse entrarvi a far parte. Si temono infatti gli attacchi terroristici di gruppi o associazioni, largamente adirati dopo la repressione compiuta dall’ultimo golpe. MENU HOME

52 Breve storia turca Non a caso la principale problematica, a proposito della Turchia, discussa negli ultimi vertici della Commissione Europea, aveva focalizzato nel crescente islamismo un freno al negoziato. Il radicalismo islamico, in opposizione al governo, sta dilagando e buona parte della popolazione vi aderisce, con il pericolo che l’opera compiuta dal governo Kemalista e dal ministro Erdogan possa subire recessioni, portando di conseguenza il Paese fuori dalla sfera europea e più vicino ai Paesi con lui confinanti ad Oriente. MENU HOME

53 Dalla formalità alla pratica
Dopo un sintetico percorso storico volto a convincere a non scartare a priori la possibilità di un’Europa più vicina all’ Oriente, è possibile soffermarsi su quelle che sono le reali contraddizioni tra Unione e Turchia. Facendo capo all’articolo 1-2 della Costituzione, intitolato Valori dell’Unione, possiamo leggere: “L’Unione si fonda sui valori del rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell’uguaglianza, dello stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone appartenenti ad una minoranza. Questi valori sono comuni agli Stati membri in una società caratterizzata dal pluralismo, dalla non discriminazione, dalla tolleranza, dalla giustizia, dalla solidarietà e dalla parità tra donne e uomini”. MENU HOME

54 Dalla formalità alla pratica
Analizziamone le tematiche principali: Dignità umana e libertà:      violazioni della dignità umana e della libertà sono particolarmente gravi se pensiamo alla vietata diffusione di idee opposte al partito al potere e quindi ad un rigido controllo della libera circolazione del pensiero e della libertà di parola e stampa. MENU HOME

55 Dalla formalità alla pratica
Democrazia: formalmente lo Stato è una Repubblica parlamentare, in cui vige il suffragio universale. Il governo è composto da un presidente della Repubblica, da un primo ministro e dalla Grande Assemblea Nazionale Turca, composta da 550 deputati. Rimane poi la forte incidenza praticata dall’esercito sulla gestione del suddetto governo, infatti, parecchi militari prendono posto nel Consiglio di Sicurezza nazionale, il quale gestisce o interviene in molte decisioni politiche. Quest’ultimo punto è motivo di discussione, poiché è provato che l’esercito imponga un rigido controllo, in grado di limitare l’impostazione repubblicana del Paese, la libertà di associazione e opposizione al governo. MENU HOME

56 Dalla formalità alla pratica
Uguaglianza, stato di diritto, diritti umani e minoranze: lo stato di diritto è attivo, la Turchia è munita di una Costituzione e ha già attuato alcune riforme interne per poter dare il via al negoziato del La questione però rimane scottante poiché, nonostante l’attivismo dimostrato dal governo nel voler aderire ai parametri imposti dall’Europa, non sempre si è proseguito sulla retta via. L’uguaglianza, per esempio, non è riscontrabile se riferita alla condizione della donna rispetto all’uomo. Un passo importantissimo è stata la concessione del diritto di voto alle donne, ma finché avrà vita l’islam radicale, le donne non godranno mai della giusta importanza e del giusto trattamento. In relazione a ciò appena detto ricordiamo, per quanto riguarda la violazione dei diritti umani, casi in cui le donne vengono umiliate fisicamente per essere punite davanti ad un pubblico consenziente. Per quanto riguarda la violazione del rispetto delle minoranze basta invece citare la questione armena ed il caso dei Curdi. MENU HOME

57 Dalla formalità alla pratica
Pluralismo, tolleranza, giustizia, solidarietà, parità tra uomini e donne: sono tutti principi riconosciuti da una parte della popolazione, ma un’altra parte sta rileggendo il Corano con occhi più disincantati riguardo la positiva conclusione dei negoziati tra Europa e Turchia, e con un atteggiamento più conservativo della propria identità, cultura e religione, nell’intento di limitare l’occidentalizzazione del Paese. MENU HOME

58 Dalla formalità alla pratica
“Le rapport revient aussi sur les questions de la transparence du financement des partis politiques, sur l’augmentation du nombre de cas enregistrés de torture et de mauvais traitements par des représentants de l'ordre, surtout dans le sud-est, le non-respect des droits des femmes ; il réclame la séparation constitutionnelle, entre civils et militaires, lance une nouvelle fois un appel en faveur d'un système électoral réformé avec une réduction du seuil de 10 %, voire « considère la rédaction d'une nouvelle Constitution» comme « nécessaire ». Il insiste particulièrement sur l'obligation de la Turquie d'assurer la protection des droits fondamentaux de toutes les communautés religieuses, en particulier chrétiennes." 18 décembre 2006 Semih Vaner, ISPI Working Papers MENU HOME

59 Dalla formalità alla pratica
Con ciò non si vuole dare una valutazione negativa o comunque di inferiorità della Turchia e dei suoi aspetti culturali, politici e sociali rispetto agli Stati europei, ma si vuole sottolineare le diversità che intercorrono tra l’una e gli altri. Diversità di non poco peso, poiché il Paese della penisola Anatolica, nella sua attuale situazione, entra spesso in contrasto con le normative europee. Nonostante ciò, l’Europa ha dato il via al negoziato, ciò significa che la Turchia ha dimostrato di poter rispettare i tre criteri di Copenhagen, elaborati nel 1993, volti a testare la capacità del Paese, che richiede di entrare nell’UE, ad adeguarsi a determinati parametri. I primi due criteri consistono nel sostenere alcune condizioni politiche ed economiche. MENU HOME

60 Dalla formalità alla pratica
Il criterio politico impone che il Paese candidato sia una democrazia, quindi i numerosi dubbi per quanto riguarda l’assetto politico turco sono stati ufficialmente superati grazie alle recenti riforme interne apportate. Il criterio economico prevede che il Paese candidato abbia un’economia di mercato funzionante, in grado di far fronte alle pressioni competitive del mercato interno europeo. Infine vi è l’ultimo dei tre criteri, ovvero l’adozione del corpus legislativo europeo da parte del Paese candidato, ovvero l’adozione dell’acquis communautaire, con il quale la Turchia deve impegnarsi ad adottare tutte le normative che regolano il mercato unico europeo e deve essere pronta ad acquisire e rispettare l’intera legislazione europea. L’operazione non ha scadenza ed una volta compiuta, non dovrebbero sussistere ulteriori ostacoli nella ratifica dell’adesione del nuovo Paese all’Europa. MENU HOME

61 Identità Europea Emre Okten, professore di diritto internazionale alla Galatasaray University, si è espresso in proposito attraverso queste parole: “E’ accaduta una curiosa osmosi. Il politico è penetrato nel religioso per controllarlo meglio, ma il religioso ne ha approfittato per introdursi nell’apparato statale.” MENU HOME

62 Dalla formalità alla pratica
“Si en décembre 2004 le Conseil européen décide, sur la base d'un rapport et d'une recommandation de la Commission, que la Turquie satisfait aux critères politiques de Copenhague, l'Union européenne ouvrira sans délai des négociations d'adhésion avec ce pays ». Dans son document de stratégie intitulé « Poursuivre l’élargissement », qui accompagnait les rapports réguliers de 2003, la Commission avait déclaré que : « L'année prochaine, la Commission examinera les progrès réalisés par la Turquie pour satisfaire aux critères d'adhésion comme le Conseil européen de Copenhague lui en a fait la demande. La Commission publiera un rapport et une recommandation avant la fin d'octobre 2004 pour indiquer si la Turquie respecte les critères politiques de Copenhague. MENU HOME

63 Dalla formalità alla pratica
Ces documents devraient permettre au Conseil européen, lorsqu'il se réunira en décembre 2004, de se prononcer sur l'ouverture éventuelle de négociations d'adhésion avec la Turquie. Enfin, le Conseil européen de Bruxelles, qui s’était réuni en juin 2004, avait indiqué dans ses conclusions que : « L'Union réaffirme son engagement d'ouvrir sans délai des négociations d'adhésion avec la Turquie si le Conseil européen décide, en décembre 2004, sur la base d'un rapport et d'une recommandation qu'aura présentés la Commission, que la Turquie satisfait aux critères politiques de Copenhague." 18 décembre 2006 Semih Vaner, ISPI Working Papers MENU HOME

64 Dalla formalità alla pratica
La Turchia sta quindi lottando per conformare il suo mercato e la sua politica alle richieste imposte dal terzo criterio, ma per fare ciò deve inizialmente impegnarsi ad aprire i suoi mercati alla Cipro greca, riconosciuta indipendente da tutto il mondo meno che dalla Turchia stessa; in seguito potrà concentrarsi sulle ulteriori problematiche. “It soon became clear that the major obstacle to moving along the Turkish membership bid at the Copenhagen summit was the Cyprus issue.” Philip Robins, ISPI Working Papers MENU HOME

65 Identità Europea Giudicata quasi del tutto idonea ad entrare nell’UE, la Turchia, non trova però il consenso dei cittadini europei. L’Europa stessa sta vivendo una situazione di crisi sia economica, sia di leadership, sia d’identificazione. Il cittadino ha perso costantemente fiducia nella prospettiva di un’Unione allargata, crogiolo di numerose culture, pensieri, impostazioni ideologiche, di lingue e strutture sociali e politiche ed economiche. Per questo non è strano individuare rigurgiti nazionalisti e sentimenti di vulnerabilità a livello nazionale. Se la situazione attuale è questa è quasi inimmaginabile un ampio consenso dei cittadini europei ad accogliere la Turchia nell’UE in cui essi vivono. MENU HOME

66 Identità Europea La Turchia spaventa, è uno Stato ampio, ricco di risorse, abitato da una vasta popolazione, munito di un mercato in costante espansione e sviluppo e oltretutto percorso da correnti religiose moderate e radicali islamiche, che investono il 98% della popolazione. Nel caso della religione, la paura principale riguarda il principio “Libera Chiesa in libero Stato”. Questo principio infatti non trova applicazione in Turchia, nonostante essa sia dichiaratamente laica. Siamo di fronte ad un caso in cui formalità e pratica non corrispondono. Notiamo infatti che lo Stato è munito di una particolare istituzione: La Presidenza degli affari religiosi, la quale gestisce la vita religiosa degli individui, amministra i beni religiosi e finanzia il personale addetto al culto. MENU HOME

67 Per concludere… “La Commission observait que des progrès importants ont été réalisés depuis 1999 en ce qui concerne la protection des droits culturels. Un amendement à la Constitution a levé l’interdiction de l’utilisation de langues autres que le turc. Des changements ont été apportés à la législation permettant d’utiliser d’autres langues que le turc dans les émissions de radio et télévision et de les enseigner, notamment le kurde. Les émissions et l’enseignement ont tous deux commencé en Plus généralement, les autorités se sont montrées plus tolérantes à l’égard de l’utilisation du kurde. MENU HOME

68 Per concludere… En dépit des progrès réalisés, l’exercice des droits culturels est toujours considérablement limité. La Turquie a réalisé d’importantes avancées législatives dans de nombreux domaines, grâce à l’adoption de nouveaux « paquets » de réformes, aux modifications apportées à la Constitution et à l’adoption d’un nouveau code pénal, et en particulier dans les domaines recensés comme prioritaires. En dépit des progrès considérables accomplis dans la mise en oeuvre des réformes politiques, celles-ci doivent encore être consolidées et étendues. MENU HOME

69 Per concludere… Il s’agit notamment de renforcer et de mettre pleinement en oeuvre les dispositions relatives au respect des droits fondamentaux et à la protection des droits de l’homme, y compris les droits de la femme, les droits syndicaux, les droits des minorités et les problèmes rencontrés par les communautés religieuses non musulmanes Les réformes politiques ont apporté des changements allant de l’amélioration des libertés civiles et des droits de l’homme à un contrôle civil accru de l’armée. La société civile s’est renforcée. Il est clair que le processus de réforme a touché à des questions majeures et, ce qui est important, qu’il a mis en évidence un consensus de plus en plus large en faveur de la démocratie libérale. »  18 décembre 2006 Semih Vaner, ISPI Working Papers MENU HOME

70 La questione balcana Dopo l’ adesione di Bulgaria e Romania, i Paesi Balcanici consistono il prossimo “obiettivo” del processo di allargamento dell’ Unione Europea. Paesi che, a seguito della disgregazione di Jugoslavia e Albania, hanno l’innegabile diritto di entrare a fare parte dell’ UE, ma che costituiscono uno scenario completamente differente e molto più complicato rispetto all’ adesione degli altri Paesi. MENU HOME

71 La questione balcana Nel 1999 venne messo a punto un processo di stabilizzazione e associazione (Asa), che ha come compito il definire le linee guida sulle quali condurre i negoziati con i paesi in questione. Gli accordi Asa includono: disposizioni commerciali preferenziali, iniziative per l'assistenza economica, finanziaria e di bilancio, aiuti ai profughi e agli sfollati, l'armonizzazione delle legislazioni nazionali con la normativa comunitaria, la cooperazione in vari settori come la giustizia e gli affari interni. I Paesi in questione, però, finora si sono mossi in modo disunito e poco organizzato; infatti, solo la Croazia, la Macedonia e l’ Albania hanno sottoscritto l’Asa MENU HOME

72 La questione balcana Il ritardo di Bosnia-Erzegovina e Serbia-Montenegro (compreso Kosovo) è imputabile a due motivi principali: La natura stessa di questi Stati. A differenza degli altri Paesi membri i confini e l’ identità di questi Stati sono tutt’altro che ben definiti. Secondo fattore e secondo ostacolo sulla strada dell’adesione è naturalmente l’eredità delle guerre degli anni Novanta che hanno isolato i Paesi dei Balcani dal contesto europeo e danneggiato l’ aspetto economico e sociale. Escludendo la Croazia, che grazie anche all’ importanza del turismo sta recuperando vigore sul piano economico, questi Paesi restano fra i più poveri e purtroppo corrotti d’ Europa. MENU HOME

73 La questione balcana L’UE è intervenuta in aiuto dei Paesi dei Balcani con programmi di aiuto economico. L’ ultimo è il CARDS ("Community Assistance for Reconstruction, Development and Stabilisation"), che sostituisce i precedenti PHARE e OBNOVA. Il programma, in origine incentrato sull'assistenza umanitaria e sull'aiuto di emergenza, si è poi sviluppato verso l'assistenza alla ricostruzione delle infrastrutture, l'incentivazione della riconciliazione ed il ritorno dei profughi. Attualmente il programma si concentra principalmente sullo sviluppo di istituzioni governative e legislative nonché sull'armonizzazione della legislazione nazionale con le norme europee. MENU HOME

74 La questione balcana Altra iniziativa varata dall’UE è il patto di stabilità per l’ Europa sudorientale (EN), attraverso il quale gli Stati membri dell'Unione, la Commissione europea, gli stati della regione, la Russia, gli Stati Uniti, il Canada, il Giappone, varie istituzioni finanziarie ed organizzazioni internazionali partecipano al consolidamento della pace e della stabilità in tale area. MENU HOME

75 A favore o contro? A favore Contro Vittorio E. Parsi Benedetto XVI
Pietro De Marco Wilhelm Hankel Massimo Introvigne Ugolino Giugni Georges Marovitch Forza Nuova MENU HOME

76 Vittorio E. Parsi MENU HOME
Professore di relazioni internazionali all’Università Cattolica di Milano ed editorialista di “Avvenire”. In un commento pubblicato su “Avvenire” del 22 settembre 2005, Parsi così esordisce: “L'idea di Europa, o meglio, l'identità dell'Unione Europea è fin dalle origini legata alla questione dei confini. Il progetto di unificazione europea nasce, com'è noto, allo scopo di sanare il più sanguinoso confine della storia europea, cioè il confine franco-tedesco. Per nulla paradossalmente, l'Europa che nasce così intrinsecamente abbarbicata ai suoi confini interni, oggi si ritrova a discutere e a dividersi ancora intorno a un confine, questa volta esterno: dove deve fermarsi la nuova Europa? Quello che siamo e che vogliamo divenire, la nostra identità europea, non è forse anche influenzata dalla decisione di chi ricomprendere dentro il ‘limes’ europeo e di chi escludere? La questione turca è un bell'esempio della relazione problematica tra confini, identità e idea di nuova Europa”. MENU HOME

77 Pietro de Marco Studioso cattolico, esperto di geopolitica religiosa e professore alla Facoltà Teologica di Firenze e dell’Italia Centrale. De Marco ha argomentato questa sua tesi in un saggio nel volume “I confini del Mediterraneo”, Titivillus Edizioni, che raccoglie gli atti della X International Summer School on Religions in Europe tenuta a San Gimignano nell’agosto del 2003. “L’Europa è una ‘complexio’ articolata in un'area occidentale cristiana, cristianocentrica, e in un’area islamica in quella che fu già bizantina. Il fulcro imperiale cristiano è dunque ad un tempo la determinazione prima e più complessa dell'Europa e la premessa dell'appartenenza all’Europa della civiltà araba e islamica. Il riconoscimento dell’Europa cristiana diviene la condizione logica del riconoscimento dell'inerenza all’Europa dell'islam.” MENU HOME

78 Massimo Introvigne In qualità di direttore del CESNUR, Center for Studies on New Religions, Introvigne ha tenuto a metà settembre 2005 una conferenza sulla situazione politico-religiosa in Turchia alla University of Utah di Salt Lake City, che ospita uno dei più noti centri per lo studio del mondo islamico degli Stati Uniti. Del no del cardinale Ratzinger all’ingresso della Turchia in Europa Introvigne dà una particolare esegesi. Ratzinger, a suo avviso, più che denunciare l’estraneità della Turchia accusa l’Europa di rinnegare la propria identità fondante, cristiana e culturale. Abbandonata la prospettiva del “continente culturale”, resterebbe spazio, dunque, solo al “continente economico e politico”: di esso la Turchia fa già parte e un’Europa senza più identità culturale avrebbe poche ragioni per escluderla, a dispetto dei veti francesi. MENU HOME

79 Georges Marovitch Portavoce della Conferenza Episcopale Turca “Tra i paesi islamici la Turchia ha una secolare esperienza di coabitazione tra le differenti religioni (…)E’ un ponte tra Occidente e Oriente (…) Potrebbe facilitare le relazioni tra islam e cristianesimo (…) in Europa già vivono 15 milioni di musulmani dei quali ben 5 milioni sono turchi (…) Negando l’ingresso alla Turchia si correrebbe il rischio di farla cadere nelle mani degli integralisti e fondamentalisti islamici”. MENU HOME

80 Benedetto XVI MENU HOME
A “Le Figaro Magazine”, intervistato da Sophie de Ravinel, Ratzinger ha detto: “L'Europa è un continente culturale e non geografico. È la sua cultura che le dona una identità comune. Le radici che hanno formato e permesso la formazione di questo continente sono quelle del cristianesimo. [...] In questo senso, la Turchia ha sempre rappresentato nel corso della storia un altro continente, in permanente contrasto con l'Europa. Ci sono state le guerre con l'impero bizantino, la caduta di Constantinopoli, le guerre balcaniche e la minaccia per Vienna e l'Austria. Penso quindi questo: sarebbe un errore identificare i due continenti. Significherebbe una perdita di ricchezza la scomparsa della cultura in favore dei benefici in campo economico. MENU HOME

81 Piccolo quadro storico
1967 I Consigli e le Commissioni delle tre comunità, che finora lavoravano separatamente per ogni singola istituzione, si uniscono e diventavano un organo unitario. 1973 La Comunità europea cresce: 9 Stati membri fanno parte della CE inclusi Danimarca, Regno Unito e Irlanda. 1979 I deputati del Parlamento europeo vengono votati direttamente per la prima volta. HOME

82 Piccolo quadro storico
1986 Con l’accordo dell’Atto unico europeo (AUE) si crea la base per realizzare il mercato interno, ampliare le competenze comunitarie e modificare il funzionamento delle istituzioni europee e della cooperazione politica. Spagna e Portogallo aderiscono alla Comunità europea. 1992 In febbraio i rappresentanti degli Stati membri firmano il Trattato di Maastricht, atto costituente dell’Unione europea (UE). Così la collaborazione fra i governi degli Stati membri si estende anche ai settori degli affari esteri, della politica di sicurezza, nonché della giustizia e della politica interna dell’Ue. HOME

83 Piccolo quadro storico
1995 L’Unione europea cresce con l’ingresso di Austria, Finlandia e Svezia. 1999 La moneta unica dell’Unione europea, l’euro, viene adottata negli 11 Paesi come moneta scritturale anche se entrerà in circolazione solo nel Il 1° maggio entra in vigore il Trattato di Amsterdam che conferisce maggiori poteri al Parlamento europeo ed introduce le versioni consolidate dei trattati stessi e quindi comporta modifiche ai trattati dell’Ue. HOME

84 Piccolo quadro storico
2003 La Convenzione elabora una bozza del Trattato per la Costituzione Europea. 2004 L’allargamento dell’Unione europea coinvolge il 1° maggio Cipro, Estonia, Lettonia, Lituana, Malta, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia e Ungheria. Con più di 450 milioni cittadini e una forza economica di 10,7 miliardi di euro l’Ue diventa il più gran mercato interno del mondo. Il 29 ottobre i 25 capi di Stato e di Governo dei paesi membri firmano il nuovo trattato costituzionale.  HOME

85 Piccolo quadro storico
2005 In aprile vengono firmati gli accordi di adesione per la Bulgaria e la Romania. Il 29 maggio e il 1° giugno i referendum popolari in Francia e nei Paesi Bassi stabiliscono la mancata adesione alla Costituzione europea. I risultati negativi determinano una fase di riflessione sul futuro dell’Unione europea. Ad ottobre l’Ue avvia i negoziati per l’integrazione di Turchia e Croazia. HOME

86 Piccolo quadro storico
2007 La Germania assume il primo semestre di Presidenza del Consiglio dell’Unione europea. Il 1° gennaio Bulgaria e Romania entrano l’Unione e il numero degli Stati membri arriva a 27. L’euro viene introdotto anche in Slovenia. HOME

87 Chi siamo… Liceo Linguistico “Caterina Percoto”
Anno Scolastico Classe IV bl Coordinatrici del Progetto: Proff. L. Sbuelz, N. Claudic HOME

88 Benedetto XVI A “Le Figaro Magazine”, intervistato da Sophie de Ravinel, Ratzinger ha detto: La Turchia, che si considera uno stato laico, ma fondato sull'islam, potrebbe tentare di dar vita a un continente culturale con alcuni paesi arabi vicini e divenire così la protagonista di una cultura che possieda la propria identità, ma che sia in comunione con i grandi valori umanisti che noi tutti dovremmo riconoscere. Questa idea non si oppone a forme di associazione e di collaborazione stretta e amichevole con l'Europa e permetterebbe il sorgere di una forza comune che si opponga a qualsiasi forma di fondamentalismo”. MENU HOME

89 Benedetto XVI MENU HOME
E ha ribadito nel successivo discorso a Velletri, secondo quanto riferito da “Il Giornale del Popolo” e da un dispaccio dell’Ansa del 20 settembre: “Storicamente e culturalmente la Turchia ha poco da spartire con l'Europa: perciò sarebbe un errore grande inglobarla nell'Unione Europea. Meglio sarebbe se la Turchia facesse da ponte tra Europa e mondo arabo oppure formasse un suo continente culturale insieme con esso. L'Europa non è un concetto geografico, ma culturale, formatosi in un percorso storico anche conflittuale imperniato sulla fede cristiana, ed è un fatto che l'impero ottomano è sempre stato in contrapposizione con l'Europa. Anche se Kemal Ataturk negli anni Venti ha costruito una Turchia laica, essa resta il nucleo dell'antico impero ottomano, ha un fondamento islamico e quindi è molto diversa dall'Europa che pure è un insieme di stati laici ma con fondamento cristiano, anche se oggi sembrano ingiustificatamente negarlo. Perciò l'ingresso della Turchia nell’UE sarebbe antistorico”. MENU HOME

90 Wilhelm Hankel Docente di politica monetaria e dello sviluppo presso l’Università di Francoforte sul Meno “La Turchia può offrire solo problemi al mercato del lavoro europeo, cioè l’arrivo di forze lavoro poco qualificate e solo parzialmente integrabili. Esse contribuiscono poco alla crescita della produttività e molto a far lievitare la spesa assistenziale, i conflitti sociali e i problemi di formazione dei lavoratori immigrati. Ma il fascino del mercato del lavoro europeo dovrebbe rappresentare una preoccupazione anche per le élites turche, perché la fuga di capitale umano rallenterebbe notevolmente lo sviluppo del paese. E’ proprio nel mercato del lavoro che appare evidente quanto poco in comune abbiano l’Unione Europea e un paese in via di sviluppo caratterizzato da forti dualismi culturali e regionali come la Turchia. Non si integrerebbero, creerebbero, anzi, nuovi conflitti all’interno dei paesi dell’Ue.(…)L’Unione Europea non è uno Stato unitario che livella, ma un insieme di Stati culturalmente autonomi e economicamente eterogenei. Un’unione di questo tipo ha una capacità limitata di assorbire i lavoratori stranieri”. MENU HOME

91 Forza Nuova Manifesto del partito “Forza Nuova” MENU HOME

92 Ugolino Giugni Don Ugolino Giugni dell'Istituto Mater Boni Consilii   «I cristiani in Turchia sono stati a lungo perseguitati e tuttora la chiesa ortodossa deve affrontare enormi limitazioni poste dal governo di Ankara. Non si può inoltre chiudere un occhio sullo sterminio di milioni di armeni ad opera dei turchi, sulle discriminazioni subìte dai curdi, sulle violazioni dei diritti umani. Ma in fondo questi sono problemi della Turchia, perché dovremmo farli diventare i nostri?» MENU HOME

93 Classe IV bl Sofia Bazzaro Michela Mattaloni Jessica Bergagnini
Anna De Odorico Chiara Dentesano Anna Elvira Franco Rossana Fratantonio Sara Gigante Irene Giuseppin Pierluigi Godeassi Caterina Licata Michela Mattaloni Sofia Mauro Ilaria Minin Benedetta Morandini Dreyce Nardon Nicole Nin Eleonora Rizzotti Andrea Snaidero Teresa Verrillo Lucia Zarcone HOME

94 Le nostre opinioni Anna De Odorico Eleonora Rizzotti Andrea Snaidero
Lucia Zarcone HOME

95 Anna De Odorico Credo che l’allargamento dell’Unione Europea verso paesi dell’Est e verso i Balcani sia un passo inevitabile della storia dell’Unione. A mio avviso però questo allargamento è forse troppo frettoloso e troppo mercantile. In questo momento l’Unione ha bisogno, più che di un allargamento, di trovare unità politica tra i diversi paesi e di formulare quindi una politica comune, non solo economica ma anche sociale, accettata da ogni stato. L’UE ha inoltre bisogno di un rilancio di valori, in particolare tra i giovani troppo poco coinvolti in questa realtà in cui vivono e in cui vivranno domani. MENU HOME

96 Eleonora Rizzotti Il senso di appartenenza all’ampia Comunità Europea non è particolarmente presente tra i giovani e non solo. La maggioranza è propensa a focalizzarsi sulle questioni riguardanti la nazione di cui fa parte, infatti l’istituzione più prossima, concreta e reale cui rapportarsi è quella nazionale e non quella europea. Nonostante ciò, la coscienza di esser parte dell’Europa è tangibile grazie ad alcuni dati di fatto con i quali si entra in contatto giorno dopo giorno: la presenza della moneta unica, l’eliminazione delle dogane, la collaborazione a tutto campo tra le diverse nazioni aderenti all’Unione, la costante esortazione da parte di rilevanti personalità a spingere il nostro sguardo oltre i confini nazionali, ecc. Se da tutto ciò non risulta ancora scaturito alcun senso europeo di appartenenza ed un approccio più consensuale nei confronti di questa Europa, come aspettarsi un largo consenso relativo all’entrata della Turchia? MENU HOME

97 Andrea Snaidero Se si considera l’UE un’unione geo-culturale fra stati confinanti accomunati da una cultura, da una storia e da una struttura religiosa e sociale simile, la Turchia in questo momento non avrebbe diritto a farne parte, se non altro solo per la fortissima influenza che l’Islam ha sulla nazione. D’altro canto, se si considera l’UE come un’unione economico-politica, l’annessione di una nazione forte e che ha un ruolo di ponte fra Oriente e Occidente sarebbe un passo positivo e importante per la storia sia dell’Europa sia del resto del mondo. Secondo me, anche osservando gli allargamenti compiuti dall’UE in cinquant’ anni, non vedo perché il sogno di un‘unione che accomuni e riunisca in stati differenti in nome della pace e del reciproco aiuto debba arrestarsi. È ovvio che la questione Turca è molto delicata, e ritengo sia giusto risolvere completamente tutte le problematiche riguardanti l’annessione, con la speranza di un’ Unione futura ancora più vasta, giusta e politicamente forte. MENU HOME

98 Lucia Zarcone Penso che l'Europa, alle soglie del suo cinquantesimo anniversario, possa annoverare numerose vittorie: a partire dalla pace che è riuscita a stabilire, al mercato unico, alla libera circolazione delle merci, all'opportunità che offre ai giovani di studiare all'estero senza la necessità di accordi per il riconoscimento reciproco dei titoli di studi. I risultati raggiunti dall'Unione Europea in cinquant'anni insomma sono notevoli. Non ci resta che domandarci, dove andrà in futuro l'UE? Le sfide sono molte: la costituzione europea, l'allargamento a nuovi stati (tra cui la Turchia), la questione delle radici spirituali riconosciute o meno dai vari rappresentanti dell'Ue , per non dimenticare infine l'euroscetticismo, molto forte anche negli stati dell'Europa Occidentale (Francia, Germania, Italia). MENU HOME

99 Bibliografia “Il Giornale del Popolo” “Le Figaro Magazine”
“I confini del Mediterraneo”, Pietro De Marco “Europa anche tu”, Renato Damiani Siti Web: ISPI Working Papers Wikipedia Globalgeografia Caffè Europa Europa.eu HOME

100 Eleonora Rizzotti Approvarne l’entrata nel nome della tolleranza e dell’accettazione, o respingerne la richiesta di adesione in nome delle tradizioni, del principio secondo cui l’UE è anche unione culturale, di valori comuni e di legami profondi tra i Paesi già membri? La Turchia appare come un mondo distante e profondamente diverso rispetto al vecchio continente; non sarebbe forse utile attendere la acquisizione e la radicalizzazione di una coscienza europea più viva e sentita nello spirito del cittadino, prima di procedere verso un passo così ardito? MENU HOME

101 Lucia Zarcone Speriamo che anche nei futuri anni la forza di questo ente riesca a superare le crisi e le difficoltà a cui sarà soggetta, come finora ha fatto. Speriamo infine che via via si costituisca un vero e proprio "demos", capace di combattere la tanto sentita espressione "deficit democratico". Un popolo Europeo, e non solo 27 popoli diversi, in cui anche i nuovi membri riescano a riconoscersi fino a raggiungere una totale uguaglianza. MENU HOME


Scaricare ppt "L’Unione Europea, 50 anni di pace, di democrazia, di crescita"

Presentazioni simili


Annunci Google