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A cura di Tiziana Mastrojeni

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Presentazione sul tema: "A cura di Tiziana Mastrojeni"— Transcript della presentazione:

1 A cura di Tiziana Mastrojeni
Blaise Pascal A cura di Tiziana Mastrojeni

2 INTRODUZIONE AVVIO RAPIDO

3 Ci fu un uomo che a dodici anni, creò la matematica; che a sedici anni, stese il più dotto trattato sulle coniche dall’antichità in poi; che a diciannove anni condensò in una macchina una scienza che è interamente dell’intelletto;

4 che a ventitré anni dimostrò i fenomeni del peso dell’aria ed eliminò uno dei grandi errori della fisica antica; che all’età in cui gli altri iniziano a vivere, avendo già percorso tutto l’itinerario delle scienze umane, si accorse della loro vanità e volse la mente alla religione;

5 che da quel momento fino alla morte – avvenuta a trentanove anni – sempre malato e sofferente, fissò la forma della lingua in cui dovevano esprimersi Bossuet e Racine, diede il modello tanto del motto di spirito più perfetto quanto del ragionamento più rigoroso;

6 che infine, nei brevi intervalli concessigli dal male, risolse – quasi distrattamente – uno dei maggiori problemi della geometria e scrisse pensieri che hanno sia del divino sia dell’umano.

7 Il nome di questo genio portentoso è Blaise Pascal.
Chateaubriand

8 La teoria sul senso della vita
Biografia Bibliografia La teoria sul senso della vita La scommessa su Dio

9 Biografia Blaise Pascal nacque a Clermont Ferrand nel 1623, ma trascorse la maggior parte della sua vita a Parigi. Uno scienziato Genio precoce, Pascal compone a 11 anni un piccolo trattato sull’acustica, a 12 anni riscopre da solo la geometria euclidea, a 16 anni pubblica un trattato sulle coniche. A 18 anni egli concepisce e realizza la macchina aritmetica, l’antenata della calcolatrice. Da allora egli diventa uno scienziato affermato: frequenta i circoli degli scienziati e corrisponde coi più illustri di essi. Scrive ancora un trattato sul vuoto e, negli ultimi anni della sua vita, risolve il problema della cicloide (una curva matematica). Tra giansenismo e mondanità Subendo l’influenza di due gentiluomini giansenisti che curavano suo padre malato, Pascal diventa giansenista e trascina nella devozione anche sua sorella Jacqueline. Ma la perdita di suo padre nel 1651, e l’allontanamento di sua sorella, la quale decide di entrare a Port-Royal, lo portano per un po’ di tempo a fare una vita mondana. Dal 1651 al 1654, Pascal frequenta i salotti colti, incontra persone brillanti, raffinate, ma spesso indifferenti e libertine in materia religiosa. continua... menu

10 La conversione Nel corso della notte tra il 23 e il 24 novembre 1654 dopo un incidente, Pascal ha un’estasi mistica, ed è invaso dalla certezza della fede. Decide di rinunciare al mondo e si ritira a Port-Royal des Champs. Là partecipa all’attività religiosa, e difende la causa dei giansenisti scrivendo le Provinciales (1656), condannate e messe all’indice. Poi consacra gli ultimi anni della sua vita a scrivere un’apologia della religione cristiana per indurre alla conversione i liberi pensatori. Ma egli non può portare a termine il suo progetto: muore a 39 anni. Del suo lavoro, non ci restano altro che delle note sparse e dei frammenti che i suoi amici giansenisti hanno pubblicato dopo la sua morte con il titolo di Pensées. menu

11 Bibliografia Opuscoli e scritti vari (a cura di G. Preti), Laterza, Bari 1954. Opuscoli e lettere (a cura di G. Auletta), Paoline, Milano 1961. Pensieri (a cura di P Serini), Einaudi, Torino 1962. Le Provinciali (a cura di P. Serini), Laterza, Bari 1970. Pensieri, opuscoli e lettere (a cura di A. Bausola – R. Tapella), Rusconi, Milano 1978. Pensieri (a cura di A. Bausola – R. Tapella), Rusconi, Milano 1993. Frammenti (a cura di E Balmas), Rizzoli, Milano 1994. Vita di Gesù Cristo e altri scritti spirituali (a cura di B. Nacci), Piemme, Casale Monferrato 1996. menu

12 Il problema del senso della vita
Non so chi mi abbia messo al mondo, né che cosa sia il mondo, né che cosa sia io stesso. Sono in un’ignoranza spaventosa di tutto. Non so che cosa siano il mio corpo, i miei sensi, la mia anima e questa parte di me che pensa quel che dico, che medita sopra di tutto e sopra se stessa, e non conosce sé meglio del resto. Vedo quegli spaventosi spazi dell’universo, che mi rinchiudono; e mi trovo confinato in un angolo d questa immensa distesa, senza sapere perché sono collocato qui piuttosto che altrove, né perché questo po’ di tempo che mi è dato da vivere mi sia assegnato in questo momento piuttosto che in un altro di tutta l’eternità che mi ha preceduto e di tutta quella che mi seguirà. Da ogni parte vedo soltanto infiniti, che mi assorbono come un atomo e come un’ombra che dura un istante, e scompare poi per sempre. Tutto quel che so è che debbo presto morire; ma quel che ignoro di più è, appunto, questa stessa morte, che non posso evitare (pensieri, 194) (¹) Per Pascal il problema dell’esistenza è il solo al quale l’uomo deve interessarsi e tentare di risolvere. Nelle sue meditazioni filosofoche egli passa in esamina le possibili soluzioni per capire quale sia quella giusta. continua... (¹) Le traduzioni sono solitamente attinte dall’edizione dei Pensieri a cura di P. Serini, Einaudi, Torino Il numero dei pensieri è quello della «classica» edizione Brunschvicg. menu

13 senso della nostra vita?
divertissement dove va ricercato il senso della nostra vita? menu

14 Divertissement Pascal utilizza questo termine col significato filosofico di oblio e stordimento di sé nella molteplicità delle occupazioni quotidiane e degli intrattenimenti sociali. Gli uomini, non avendo potuto guarire la morte, la miseria, l’ignoranza, hanno creduto meglio, per essere felici, di non pensarci (ivi, 168) Esso è una fuga da sé. Il concetto di ennui (noia) è strettamente legato a quello di divertissement. Infatti, l’ennui rivela l’insuffucienza dell’uomo a se stesso. Di conseguenza il pregio di tutte le occupazioni risiede proprio nel distrarre l’uomo dalla considerazione di sé e della sua considerazione. Ciascuno esamini i propri pensieri: li troverà sempre occupati del passato e dell’avvenire. Non pensiamo quasi mai al presente, o se ci pensiamo, è solo per prenderne lume al fine di predisporre l’avvenire. Il presente non è mai il nostro fine; il passato e il presente sono i nostri mezzi; solo l’avvenire è il nostro fine. Così, non viviamo mai, ma speriamo di vivere, e, preparandoci sempre ad esser felici, è inevitabile che non siamo mai tali (ivi, 172) continua... menu

15 Quindi... Per cui: l’uomo non cerca le cose, ma la ricerca delle cose.
Ma poiché il divertissement non genera felicità esso non è l’alternativa propria e degna dell’uomo. Per Pascal l’uomo non deve chiudere gli occhi di fronte alla propria miseria, ma deve saper accettare, lucidamnte la propria condizione e tutto ciò che essa implica: L’uomo è manifestamente nato a pensare; qui sta tutta la sua dignità e tutto il suo pregio; e tutto il suo dovere sta nel pensare rettamente. Ora, l’ordine del pensiero esige che si cominci da sé (ivi, 146) Quindi...

16 Il divertissement non dà senso alla vita dell'uomo ...indietro

17 senso della nostra vita?
divertissement dove va ricercato il senso della nostra vita? scienza menu

18 La scienza esprit de géométrie esprit de finesse
La scienza presenta alcuni limiti strutturali. Essi sono l’esperienza e i principi primi. La prima è un difetto poiché è sciolta dalle leggi della ragione; i secondi sono difetti per la loro indimostrabilità, dovuta al fatto che essi sono stati scelti con metodi arbitrari. Tuttavia la scienza mostra i suoi più grossi difetti quando tenta di occuparsi dell’uomo. A tal proposito Pascal distingue tra l’esprit de géométrie e l’esprit de finesse. Ha per oggeto le realtà fisiche e gli enti astratti della matematica esprit de géométrie Procede in modo discorsivo e dimostrativo Ha per oggetto specifico l’uomo e le realtà morali e religiose esprit de finesse Si fonda sul cuore, sul sentimento e sull’intuito continua...

19 Per Pascal l’esprit de finesse è superiore a quello de géométrie
Per Pascal l’esprit de finesse è superiore a quello de géométrie. Egli, infatti, afferma: Vanità delle scienze. Nei giorni d’afflizione, la scienza delle cose esteriori non varrà a consolarmi dell’ignoranza della morale; ma la conoscenza della morale mi consolerà sempre dall’ignoranza del mondo esteriore (ivi, 67); il cuore ha le sue ragioni, che la ragione non conosce (ivi, 177) La scienza di fronte agli interrogativi umani è impotente proprio come il divertissement. In questo momento Pascal diviene consapevole dell’impossibilità di risolvere scientificamente i problemi esistenziali; di conseguenza la sua ricerca diventa esasperata e tormentosa. Egli non è in grado di trovare la soluzione giusta, ma solo quella ipoteticamente più appropriata. Quindi... menu

20 La scienza non dà senso alla vita dell'uomo ...indietro

21 senso della nostra vita?
filosofia divertissement dove va ricercato il senso della nostra vita? scienza menu

22 ETICA UOMO DIO La filosofia
La filosofia da sempre studia i massimi problemi esistenziali umani, ovvero: ETICA UOMO DIO menu

23 Dio Pascal introduce la dottrina del “Deus absconditus”:
Se il mondo esistesse per istruire il mondo intorno a Dio, la divinità vi splenderebbe dappertutto in maniera incontestabile… quel che in esso appare non indica né un’esclusione totale, né una presenza manifesta della divinità, ma la presenza di un Dio che si nasconde (ivi, 556) Egli non ritiene valide tutte le dimostrazioni razionali che tendono a provare l’esistenza di un essere superiore. Di conseguenza la filosofia non è in grado di dimostrare se Dio esiste o no. ...indietro menu

24 Etica Per Pascal la sola ragione non è in grado di stabilire delle regole universali del comportamento. Nulla si vede di giusto o d’ingiusto che non muti qualità col cambiar del clima. Tre gradi di latitudine sovvertono tutta la giurisprudenza; un meridiano decide delle verità; nel giro di pochi anni le leggi fondamentali cambiano; il diritto ha le sue epoche… Singolare giustizia, che ha come confine un fiume! Verità di qua dei Pirenei, errore di là… il furto, l’incesto, l’uccisione dei figli o dei padri, tutto ha trovato posto tra le azioni virtuose. Si può dar cosa più spassevole di questa: che un uomo abbia il diritto di ammazzarmi solo perché abita sull’altra riva del fiume e il suo sovrano è in lite con il mio, sebbene io non lo sia con lui? (ivi, 294) I cosiddetti principi universali del comportamento non sono altro che frutto di convenzione, abitudine, storia, interesse, forza e arbitrio. La giustizia è quel che è stabilito (ivi, 312); Non essendosi potuto fare in modo che quel che è giusto fosse forte, si è fatto in modo che quel che è forte fosse giusto (ivi, 298) Poichè le norme etiche sono particolari e extrarazionali la filosofia non è in grado di legiferare in materia etica. ...indietro menu

25 Uomo Miseria Grandezza
L’uomo di Pascal occupa una posizione mediana nell’ordine delle cose. Infatti, egli è: Miseria Grandezza Alfa menu

26 Perché desidera conoscere, ma non può conoscere tutto
Perché desidera essere felice, ma non può esserlo totalmente ...indietro menu

27 Perché egli è consapevole
della propria miseria ...indietro

28 Uomo Miseria Grandezza canna pensante
Per questa duplice natura dell’uomo Pascal introduce la metafora della canna pensante menu

29 canna pensante L’uomo è solo una canna, la più fragile della natura; ma è una canna che pensa. Non occorre che l’universo intero si armi per annientarlo; un vapore, una goccia d’acqua bastano a ucciderlo. Ma, quand’anche l’universo lo schiacciasse, l’uomo sarebbe sempre più nobile di quel che lo uccide, perché sa di morire, e conosce la superiorità che l’universo ha su di lui, mentre l’universo non ne sa nulla. Tutta la nostra dignità sta, dunque, nel pensiero. In esso dobbiamo cercare la ragione per elevarci, e non nello spazio e nella durata che non potremmo riempire (ivi, 347) Ma la filosofia non è stata in grado di comprendere perché negli uomini coesistono questi due caratteri opposti. ...indietro

30 ETICA UOMO DIO La filosofia Quindi...
Non è in grado di universalizzarla UOMO Non è in grado di comprenderlo DIO Non è in grado di dimostrarlo Quindi... menu

31 La filosofia non dà senso alla vita dell'uomo ...indietro

32 senso della nostra vita?
Cristianesimo filosofia divertissement dove va ricercato il senso della nostra vita? scienza menu

33 Il Cristianesimo ragionevole
Il supremo passo della ragione sta nel riconoscere che c’è un’infinità di cose che la sorpassano (ivi, 267) Pascal, riconoscendo i limiti propri dell’uomo si affida alla religione cristiana, che è in grado di sciogliere i nodi esistenziali che la ragione da sola non può sciogliere. Se l’uomo non fosse mai stato corrotto, godrebbe sicuro, nella propria innocenza, della verita e della felicità. E se fosse sempre stato corrotto, non avrebbe nessuna idea né della verità, né della felicità. Ma, sventurati che siamo (e molto più che se nel nostro essere non ci fosse nessun vestigio di grandezza), noi abbiamo un’idea della felicità, e non possiamo conseguirla; sentiamo che c’è in noi un’immagine di verità, e possediamo sotanto la menzogna: egualmente incapaci di ignorare in modo assoluto e di conoscere in assoluta certezza, tanto è manifesto che siamo vissuti in un grado di perfezione, dal quale siamo sventuratamente caduti! (ivi, 434) Solo la religione cristiana, con la dottrina del peccato originale, risulta in grado di spiegare la simultanea grandezza e miseria dell’uomo. Per Pascal essa è una religione ragionevole menu

34 pur non essendo un sistema razionale,
Perché, pur non essendo un sistema razionale, è conforme a ragione Anzi, pur essendo una fede e non una filosofia, il cristianesimo è così aderente alla ragione da essere in grado si chiarire ciò che essa non chiarisce, sollecitando, da parte dell’intelletto, un’autonoma sottomissione. La ragione non si sottometterebbe mai se non giudicasse che ci son casi in cui si deve sottomettere (ivi, 270) Quindi... menu

35 Il Cristianesimo dà senso alla vita dell'uomo ...indietro menu

36 senso della nostra vita?
Cristianesimo filosofia divertissement dove va ricercato il senso della nostra vita? scienza il problema della grazia di Dio menu

37 il problema della grazia di Dio
Pascal ritiene che, sebbene la ragione decida liberamente di sottomettersi al Cristianesimo, la fede si possa ottenere solo per volontà divina. Essa è un dono di Dio. La fede è un dono di Dio. Non crediate che diciamo che è un dono del ragionamento (ivi, 279). Nonostante ciò l’apologia conserva il suo valore giacché secondo Pascal potrebbe rientrare nei piani divini che taluni ottengano la fede tramite prove e apologie. ...indietro menu

38 La scommessa su Dio Scommettendo su Dio Scommettendo contro Dio
Secondo Pascal l’uomo deve scegliere tra il vivere come se Dio ci fosse e il vivere come se Dio non ci fosse. Dato che la ragione non può aiutarlo tanto vale che egli consideri qual è la scelta più conveniente. Scommettendo su Dio Scommettendo contro Dio menu

39 Se Dio esiste si guadagna l'infinito (beatitudine eterna)
Se Dio non esiste si perde il finito (piaceri passeggeri del mondo) ...indietro menu

40 l'infinito (beatitudine eterna)
Se Dio esiste si perde l'infinito (beatitudine eterna) Se Dio non esiste si guadagna il finito (piaceri passeggeri del mondo) Quindi... menu

41 E' più conveniente scommettere su Dio menu


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