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Calcio – Settore Giovanile: logica & divertimento

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Presentazione sul tema: "Calcio – Settore Giovanile: logica & divertimento"— Transcript della presentazione:

1 Calcio – Settore Giovanile: logica & divertimento
Marco Stoini Calcio – Settore Giovanile: logica & divertimento Temi, programmi, idee e 680 esercizi

2 Logica e divertimento: PERCHE?
Perché un Settore Giovanile non si improvvisa e quindi tutto va programmato e poggiato su basi di conoscenza, di competenza ed esperienza. Perché sia in campo che da dietro la scrivania bisogna lavorare con criterio , razionalità, spirito manageriale e mai a braccio. Perché la vastità, l’ articolazione e la complessità dei temi che sono sempre potenzialmente coinvolti nel lavoro giornaliero di un Settore Giovanile meritano grande attenzione e capacità gestionali adeguate. Perché far crescere le future generazioni deve responsabilizzare tutti , anche se si parla solo e semplicemente di calcio. DIVERTIMENTO Perché i protagonisti di un Settore Giovanile sono bambini e ragazzi che devono trovare gioco, spontaneità, serenità, emozione, allegria, climi positivi e gioiosi. Perché i piccoli atleti chiedono di divertirsi e di motivarsi in profondità con il calcio. Il bimbo deve crescere bene CON il calcio e non necessariamente IN FUNZIONE DI ESSO. Perché anche gli adulti che lavorano in un Settore Giovanile devono in qualche misura “divertirsi” a farlo, altrimenti tutto diventa molto più difficile.

3 L’ OPERA VORREBBE ESSERE UNA SORTA DI MANUALE “DEFINITIVO”, IN CUI È POSSIBILE TROVARE DAVVERO TUTTO CIÒ CHE GLI OPERATORI DEI SETTORI GIOVANILI POSSONO DOVER AFFRONTARE, ANCHE SPECIFICAMENTE PER SINGOLA FASCIA DI ETÀ: TEMATICHE, BASI SCIENTIFICHE, CONCETTI CHIAVE, PROGRAMMAZIONE, CONSIDERAZIONI, ALLENAMENTI, IDEE, VALUTAZIONI, CURIOSITÀ, E TANTISSIMI ESERCIZI PRONTI ALL’ USO, COMMENTATI ED ILLUSTRATI. L’ autore ha raccolto in questo lavoro buona parte della sua esperienza più che ventennale maturata nei Settori Giovanili di varie parti del mondo, sia professionistici che dilettantistici, tentando un lavoro di sintesi di tutti gli aspetti che coinvolgono l’ attività con i giovani che fanno calcio. Il punto di vista è quello di un tecnico, ma con una visione che non scorda di mediare anche tematiche dirigenziali e di politica sportiva in senso lato, tutti aspetti di cui l’ autore si è sempre costantemente e lungamente occupato.

4 PARTE 1 - I presupposti per il lavoro con i giovani
Capitolo 1 - Le strutture e le idee per lavorare con i giovani - La Scuola Calcio - Il Settore Giovanile Le idee chiave per un buon Settore Giovanile - Società e genitori: un binomio che richiede attenzione - Cosa serve per crescere di livello e mirare al top Capitolo 2 – Le premesse operative per lavorare con i giovani - Modelli didattici ispiratori – L’ approccio psicocinetico - L’ istruttore L’ istruttore e le regole dei giochi (e non solo quelli) La dimostrazione e l’ errore La correzione dell’ errore - L’ apprendimento e la prestazione nel calcio - L’ allenamento nel calcio

5 PARTE 2 - La pratica di campo
Capitolo 3 – La programmazione per fasce di età - Piccoli Amici, Pulcini, Esordienti, Giovanissimi, Allievi (aspetti teorici e pratici) Confronto quantitativo fra le categorie del Settore Giovanile Il portiere (scelta del portiere, formazione del portiere, fondamentali, allenamento) La preparazione pre-campionato Allenamenti per fasce di età: esempi Capitolo 4 – La valutazione dell’ attività - I tests per il Settore Giovanile - Gli scouts Capitolo 5 – Le 10 domande che mi fanno più spesso: la top ten Capitolo 6 – Eserciziario: 680 esercizi tecnici e tattici Esercizi tecnici Esercizi tattici (obiettivi di possesso di palla – obiettivi di non possesso di palla) - Giochi per i più piccoli

6 PROGRAMMARE LE LINEE GUIDA
I 3 VERBI DEL BUON SETTORE GIOVANILE 1. CONSIDERARE A PRIORI 2. PROGRAMMARE LE LINEE GUIDA 3. INVESTIRE 1 CONSIDERARE A PRIORI Avere la convinzione assoluta negli obiettivi da raggiungere. Valutare a priori con grande attenzione le reali possibilità di investimento (non solo economico). Essere convinti che senza investimenti economici di un certo impegno non si possono raggiungere obiettivi ambiziosi. Avere fiducia in ogni scelta che si opera. Aspettarsi tempi medio-lunghi per vedere risultati tangibili. Essere convinti che è impossibile improvvisare. 2 PROGRAMMARE LE LINEE GUIDA (su 3-4 anni) Fornire e pretendere qualità, sempre. Gestione societaria / logistica. Gestione tecnica. Cura dell’ immagine e delle relazioni esterne. Irrinunciabilità dei valori morali / umani. Regole semplici, ma chiare e ferree di convivenza sportiva e gestionale. Verifica costante dell’operato del personale. 3 INVESTIRE In personale tecnico e dirigenziale di valore assoluto. Pur nell’ ambito del mercato, commisurare gli impegni economici al valore delle persone coinvolte (tecnici e personale gestionale). In strutture, materiali, attrezzature, logistica in genere, organizzazione, immagine. Tratto da … “Le idee chiave per un buon Settore Giovanile” (Cap. 1, pag. 9)

7 SOCIETÀ E GENITORI   E’ OPINIONE COMUNE CHE I GENITORI COSTITUISCANO SEMPRE UNO DEI MAGGIORI PROBLEMI PER LE SOCIETÀ DI CALCIO, DAL PUNTO DI VISTA GESTIONALE A CAUSA DI SITUAZIONI SCOMODE ED ANTIPATICHE CHE SPESSO VENGONO A CREARSI, PRONTE A COMPLICARE IL LAVORO SOCIETARIO. FARE DI TUTTA L’ ERBA UN FASCIO È NATURALMENTE SBAGLIATO, PERÒ UN FONDO DI VERITÀ ESISTE, È INNEGABILE: ANCHE QUALORA I GENITORI NON FOSSERO UN VERO PROBLEMA PER LO MENO SONO –SU BASE ALMENO STATISTICA- UNA “POTENZIALE MINACCIA DI AVERE UN PROBLEMA”. PERCHÉ TUTTO QUESTO? … … INVECE, CON PROFONDO RAMMARICO, SI ASSISTE TROPPO SPESSO AD UN DEPREZZAMENTO DELLA PRATICA SPORTIVA A PASSATEMPO QUASI FINE A SÉ STESSO, OCCUPAZIONE DEL TEMPO LIBERO IN SENSO QUANTITATIVO, QUASI UNA SORTA DI PREMIO DA ELARGIRE AI RAGAZZI “CHE SI COMPORTANO BENE”. FINO A CHE NON SI SCALFIRÀ PROFONDAMENTE QUESTA PERCEZIONE DELLO SPORT LA STRADA DA FARE SARÀ LUNGHISSIMA SUL PERCORSO DEL RAFFORZAMENTO DELLA CULTURA SPORTIVA... E NON POTREMO ATTENDERCI CHE I GENITORI, INVADENTI O ASSENTEISTI CHE SIANO, ABBIANO L’ ACCORTEZZA DI VALUTARE ATTENTAMENTE L’ OFFERTA SPORTIVA DI UNA SOCIETÀ, … … È GIUSTO CHE LA SOCIETÀ CHIEDA ALLE FAMIGLIE COERENZA EDUCATIVA SU OBIETTIVI E COMPORTAMENTI IN AMBITO SOCIETARIO E DI VITA EXTRA-CAMPO, UNITAMENTE ALLA CONDIVISIONE DEI PROPRI REGOLAMENTI. ANCHE QUI NON SERVE ALTRO: DI ASPETTI TECNICI NON CI SI OCCUPA … … Tratto da … “Società e genitori: un binomio che richiede attenzione” (Cap. 1, pag. 15 e seguenti)

8 ALLENAMENTO ESERCITAZIONI CARICO
Generali: (poca attinenza con il gesto di gara). Es. riscaldamento fisico generale, tecnica “a secco” senza pressione. Speciali: (contengono parametri ed elementi tecnici vari del gesto di gara). Es. situazioni di gara ridotte, gesti tecnici applicati. Di gara: (si identificano o riproducono in toto la gara stessa). Es giochi a tema tattico. Parametri del carico Quantità (o volume): la quantità effettiva (tempo totale, kg sollevati, ecc.). Intensità: il modo quantitativo in cui un’ esercitazione viene svolta (es: se salto 1,9 m e il mio record è 2,0 m, l’ intensità è 95%; oppure % delle frequenze cardiache). Densità: rapporto fra durata dell’ esercizio e pause di recupero. Considerazioni sul carico La valutazione dell’ effetto del carico sull’ atleta non è univoca. Fattori oggettivi per la valutazione sono la frequenza cardiaca (F.C.: media , medio-alta , alta >170, max c.a. 220-età), il tempo di recupero e le condizioni esterne dell’ atleta. Un fattore soggettivo è la sensazione di fatica. Quantità ed intensità sono di scarso interesse per il calcio nella valutazione della prestazione, perché essa è condizionata da troppi fattori variabili legati al gioco stesso. Per la valutazione così si utilizzano modelli di gara. Il carico deve man mano aumentare nel tempo per produrre un allenamento (adattamento) efficace. Quantità ed intensità sono opposte: se aumenta l’ una deve calare l’ altra. Nel gioco del calcio merita molta attenzione il carico mentale e percettivo: esercitazioni poco intense sul piano organico-muscolare possono essere invece molto stressanti dal punto di vista mentale. Tratto da … “L’ allenamento nel calcio” (Cap. 2, pag. 36)

9 Tratto da … “Gli Esordienti” (Cap. 3, pag. 80)
Cose … da FARE Cose … da NON FARE Completare le abilità motorie. Non trascurare mai la tecnica di base. Completare le capacità tecniche e richiederne la precisione. Non insistere sulla tattica analitica “a secco”. Avviare la conoscenza tattica nella risoluzione di problemi di gioco, stimolarla per mettere a frutto le abilità tecniche apprese (tattica individuale rapportata all’ introduzione al ruolo). Non allenare in modo specifico le capacità condizionali. Far conoscere tutti i ruoli e reparti nelle loro caratteristiche basilari, iniziare a specializzare il ruolo tramite situazioni di gioco (verso la fine del biennio). Non lasciare mai che i ritmi del lavoro calino troppo. Privilegiare sempre le esercitazioni con pallone e le situazioni di gioco, richiedendo nel lavoro sempre ritmi di esecuzione piuttosto sostenuti. Integrare tecnica e tattica per ottenerne un transfert ottimale sul campo. Tratto da … “Gli Esordienti” (Cap. 3, pag. 80)

10 PICCOLI AMICI PULCINI ESORDIENTI GIOVANISSIMI ALLIEVI Tecnica di base 20% 50% 40% 30% Tattica individuale 25% Tattica collettiva 0% 10% Attività fisica 60% Tratto da … “Confronto quantitativo fra le categorie del Settore Giovanile” (Cap. 3, pag. 125)

11 Le 10 domande che mi fanno più spesso
Come si fa a gestire al meglio la troppa esuberanza e l’ indisciplina dei ragazzi durante l’ attività sportiva? Io ho solo due allenamenti alla settimana: le presenze dei ragazzi sono incostanti, sono da solo e mi devo occupare di tutto. Come faccio a sviluppare tutto ciò che occorre e seguire la programmazione ideale? Come si affronta il problema dei genitori? Tratto da … “Le 10 domande che mi fanno più spesso: la top ten” (Cap. 5, pag. 164 e segg.)

12 ESERCIZIO 158 – 5>5>5+2 jolly
Obiettivi motori Differenziazione spazio-temporale Anticipazione motoria Obiettivi tecnico-tattici Calcio della palla Possesso di palla Smarcamento Svolgimento In un rettangolo di 20x15 metri 3 squadre di 5 elementi ciascuna + 2 jolly si posizionano come in figura. Si inizia a giocare dall’esterno. Lo scopo è quello di mantenere il solo possesso di palla, ma gli esterni, anche se avversari, non si possono ostacolare fra loro. I jolly si muovono sui lati e giocano sempre con chi è in possesso di palla in quel momento. Variante: tocchi limitati. Considerazioni Far apprezzare che nel possesso di palla c’ è un po’ tutto il gioco (fase di possesso e di non possesso di palla); occorre adattare il proprio atteggiamento a seconda della fase in cui ci si trova. Far notare la diversità del possesso di palla a seconda della zona di campo in cui ci si trova: più facile dentro il campo che fuori, ma sempre in potenziale superiorità numerica da sfruttare (jolly). Più il passaggio è lontano dal possessore di palla più esso è difficile e rischioso, ma più avversari potenzialmente si saltano. Dopo aver effettuato un passaggio non necessariamente serve avvicinarsi al portatore di palla: lo si farà solo se si percepisce che esso ha bisogno di un sostegno, altrimenti, allontanandosi, si potrà potenzialmente creare più pericolo all’avversario. Far notare l’ importanza del gesto tecnico in condizioni di reale pressione di gioco. Figura Tratto da … “Esercitazioni tattiche con obiettivi di possesso di palla” (Cap. 6, pag. 258)

13 Grazie per l’ attenzione
Marco Stoini


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