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Lezione 21 Dalla ripresa di fine secolo alla Prima guerra mondiale.

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Presentazione sul tema: "Lezione 21 Dalla ripresa di fine secolo alla Prima guerra mondiale."— Transcript della presentazione:

1 Lezione 21 Dalla ripresa di fine secolo alla Prima guerra mondiale

2 Una visione d’insieme…
 Novecento: è un secolo di nuovo e grande sviluppo.  Il trend di crescita è molto più rilevante che nel secolo precedente, nonostante le guerre e le crisi economiche mondiali.  Dal 1913 al 1998 il PIL europeo cresce di circa 7 volte, mentre la popolazione passa da 500 a 800 milioni (+60%). Pablo Picasso, Jacqueline con fiori Rivista quindicinale, in copertina litografia di Fortunato Depero

3 Il Novecento è il secolo in cui si affermano i consumi di massa individuali.
Migliorano enormemente i consumi alimentari, per l’abitazione, l’abbigliamento e il tempo libero. Si assiste alla affermazione della motorizzazione individuale a motore (scooter e automobile). Pubblicità di cucina a gas, anni Venti

4 I consumi tendono ad allinearsi all’interno dei due grandi “blocchi” in cui l’Europa si divide dopo la Seconda guerra mondiale: quello occidentale filo-americano e quello orientale, controllato dall’Unione Sovietica. Col tempo, tuttavia, si assiste alla divergenza di tecnologia e design. Zaz 965A, Unione Sovietica Fiat 600, Italia

5 Trabant, il simbolo della Germania Orientale
NSU Prinz 4, Germania Occidentale  Sino agli anni Sessanta-Settanta si registra una certa simmetria tra i prodotti automobilistici dei due blocchi.

6 Automobile Volga, URSS

7 Renault Dauphine, Francia
Skoda, Cecoslovacchia

8 La Belle Époque… La prima parte del secolo, sino allo scoppio della Prima guerra mondiale, è una fase di grande prosperità economica per tutto il mondo, che inizia nella fase finale dell’800, dopo il superamento della crisi agraria.  Grande prosperità dell’economia mondiale, che corrisponde alla “globalizzazione” dei mercati. Milano Belle Époque

9 Tecnologia e paradigma energetico…
Il 900: secolo di enorme sviluppo della tecnologia. Progressiva modificazione del paradigma energetico

10 Mobilitazione industriale: l’economia di guerra.
Grande Guerra: provoca il crollo totale del sistema mondiale esistente; produrre una rottura radicale rispetto al passato, provocando la profonda trasformazione del funzionamento dell’economia internazionale. Mobilitazione industriale: l’economia di guerra. Lo Stato diventa un attore importante in campo economico, ruolo che avrebbe conservato anche in seguito. Giovanni Greppi, Prestito per la vittoria, 1917

11 Costi sociali: elevatissimi, tra caduti, mutilati e feriti.
Effetti economici: gravi per tutti gli Stati, tranne che per GB e Italia, che subiranno però gravi ripercussioni negli anni del dopoguerra. Costi sociali: elevatissimi, tra caduti, mutilati e feriti. Si impenna la spesa pubblica: si fa ricorso all’emissione di moneta con la conseguenza di elevatissima inflazione. Banchetto e sedia speciali per calzolai mutilati. La questione tedesca: le conseguenze economiche della pace (Keynes). Il presidente degli Stati Uniti d’America Woodrow Wilson e la delegazione statunitense

12 Conseguenze economiche della pace: la revanche hitleriana.
Difficoltà di ripresa del sistema economico europeo dopo la guerra: tutta la questione ruota intorno alle riparazioni tedesche. USA: sono costretti a intervenire per sostenere la stabilizzazione tedesca (Piano Dawes). Conseguenze economiche della pace: la revanche hitleriana. Italia: nella crisi del dopoguerra si formano le condizioni per l’avvento del movimento fascista. Prima spedizione di oro dagli USA per la Reichsbank. Il piano Dawes consente alla Germania di prendere in prestito denaro per fare ripartire l’economia e pagare le riparazioni.

13 Tra le esplosioni si ode l'allarme della campana, dovunque ripetuto dai gong, dai tamtam metallici. Gas! gas! gas! Un tonfo accanto a me, un altro, un altro ancora. Io pulisco gli occhiali della mia maschera, appannati dal respiro. E' Kat, Kropp, chi altri ancora. Siamo coricati in quattro, vigili, ansiosi, e cerchiamo di respirare più debolmente che ci sia possibile. Questi primi momenti con la maschera calata, decidono della vita e della morte di un uomo: sarà impenetrabile? Ho presenti le orribili cose viste all'ospedale: gli asfissiati, che soffocando giorno per giorno vomitano pezzo per pezzo i polmoni abbruciati. Respiro con cautela, la bocca compressa contro la valvola. Ecco che il vapore mefitico striscia sul terreno e scende in ogni avvallamento. Come uno smisurato mollusco esso si insinua, affonda i tentacoli nella nostra buca. Tocco Kat col gomito; sarebbe meglio arrampicarci fuori e coricarci distesi sul terreno, anziché qui ove il gas si raccoglie più denso. Ma non è possibile. Comincia una seconda gragnuola di fuoco. Non sono più i pezzi che sparano, è il suolo stesso che va sossopra. Con uno schianto, qualcosa di oscuro precipita in mezzo a noi e ci sfiora interrandosi: un feretro, lanciato in aria da un'esplosione. Vedo che Kat si muove e mi avvicino a lui carponi. Il feretro ha schiacciato il braccio disteso del quarto uomo che è con noi nella buca. Istintivamente il poveretto cerca di strapparsi coll'altra mano la maschera. Ma Kropp è pronto ad afferrargli il braccio, e glielo ripiega contro le reni mantenendovelo a viva forza. Intanto Kat e io ci accingiamo a liberare il braccio ferito. Il coperchio della cassa è aperto e rotto, sicché è facile strapparlo. Gettiamo fuori il cadavere, che come un sacco cade a terra: poi cerchiamo di disincagliare la parete inferiore della cassa. Per fortuna il ferito perde conoscenza, sicché anche Alberto ci può aiutare. La mattina, quando crediamo che sia ormai in pace, ci giunge ancora un rantolo soffocato. Le giornate sono calde, e i morti giacciono insepolti. Non possiamo raccoglierli tutti, non sapremmo che cosa farne. Ci pensano le granate a sotterrarli. Alcuni hanno la pancia gonfia come palloni: gorgogliano, ruttano e si muovono: è il gas di cui sono pieni. Il cielo è azzurro, senza nubi. La sera è afosa, e la caldura sale su dalla terra. Quando il vento soffia dalla nostra parte, porta l'odore del sangue, greve, dolciastro, nauseabondo: questo miasma di morte delle trincee che pare misto di cloroformio e di putredine e ci è causa di malessere e di vomiti. Erich Maria Remarque, Niente di nuovo sul fronte occidentale, 1929


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