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III Domenica del Tempo di Pasqua

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Presentazione sul tema: "III Domenica del Tempo di Pasqua"— Transcript della presentazione:

1 III Domenica del Tempo di Pasqua
Domenica 14 aprile 2013 III Domenica del Tempo di Pasqua

2 In quei giorni, il sommo sacerdote interrogò gli apostoli dicendo: «Non vi avevamo espressamente proibito di insegnare in questo nome? Ed ecco, avete riempito Gerusalemme del vostro insegnamento e volete far ricadere su di noi il sangue di quest'uomo». Rispose allora Pietro insieme agli apostoli: «Bisogna obbedire a Dio invece che agli uomini. Il Dio dei nostri padri ha risuscitato Gesù, che voi avete ucciso appendendolo a una croce. Dio lo ha innalzato alla sua destra come capo e salvatore, per dare a Israele conversione e perdono dei peccati. E di questi fatti siamo testimoni noi e lo Spirito Santo, che Dio ha dato a quelli che gli obbediscono». Fecero flagellare [gli apostoli] e ordinarono loro di non parlare nel nome di Gesù. Quindi li rimisero in libertà. Essi allora se ne andarono via dal Sinedrio, lieti di essere stati giudicati degni di subire oltraggi per il nome di Gesù. At 5,

3 RIT: Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato
RIT: Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato. Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato, non hai permesso ai miei nemici di gioire su di me. Signore, hai fatto risalire la mia vita dagli inferi, mi hai fatto rivivere perché non scendessi nella fossa. Cantate inni al Signore, o suoi fedeli, della sua santità celebrate il ricordo, perché la sua collera dura un istante, la sua bontà per tutta la vita. Alla sera ospite è il pianto e al mattino la gioia. Ascolta, Signore, abbi pietà di me, Signore, vieni in mio aiuto! Hai mutato il mio lamento in danza, Signore, mio Dio, ti renderò grazie per sempre. Sal 29

4 Io, Giovanni, vidi, e udii voci di molti angeli attorno al trono e agli esseri viventi e agli anziani. Il loro numero era miriadi di miriadi e migliaia di migliaia e dicevano a gran voce: «L'Agnello, che è stato immolato, è degno di ricevere potenza e ricchezza, sapienza e forza, onore, gloria e benedizione». Tutte le creature nel cielo e sulla terra, sotto terra e nel mare, e tutti gli esseri che vi si trovavano, udii che dicevano: «A Colui che siede sul trono e all'Agnello lode, onore, gloria e potenza, nei secoli dei secoli». E i quattro esseri viventi dicevano: «Amen». E gli anziani si prostrarono in adorazione. Ap 5, 11-14

5 Gv 21,1-19 1 Dopo questi fatti, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: 2si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaele di Cana di Galilea, i figli di Zebedeo e altri due discepoli. 3Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla. 4Quando già era l'alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. 5Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». 6Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. 7Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. 8Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri. 9Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. 10Disse loro Gesù: «Portate un po' del pesce che avete preso ora». 11Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò. 12Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. 13Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. 14Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.

6 15Quand'ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». 16Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». 17Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. 18In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». 19Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi»

7 Domenica 1a Lettura At 5, 27-32. 40-41 Salmo Sal 29 2a Lettura
Ap 5, 11-14 Vangelo Gv 21,1-19

8 Il tema unificante di questa III domenica di Pasqua è la teofania (manifestazione) di Cristo resuscitato. Troviamo una ricchezza di teologia simbolica con un linguaggio semplice. La pericope evangelica è stata molto commentata dai Padri della chiesa. La scena mette in rilievo un altro pensiero interessante: Gesù era stato pastore. Ora, nel tempo della Chiesa, questo ufficio è affidato a Pietro. La Chiesa carismatica del quarto evangelo getta un ponte verso la Chiesa istituzionale dei sinottici e in particolare di Matteo. I vv ci parlano di Gesù che appare ai discepoli tornati in Galilea (v. 1); di una pesca miracolosa (vv. 2-8); di un convito (vv. 9-13); del mandato dato a Pietro e la sua sequela (vv ). Troviamo un parallelismo solo con Luca circa la pesca miracolosa (Lc 5,1-11). Con molti elementi diversi, trattano lo stesso tema: pescatori di uomini. La promessa fatta a Pietro nella prima pesca (cf. Mt 4,19 e Mc 1,17) è confermata oggi dal Signore glorificato. A proposito di «Signore» notiamo come dopo la Resurrezione, quando il Cristo agisce è «Gesù», quando è oggetto della considerazione dei discepoli è «il Signore, ho Kyrios».

9 1Μετὰ ταῦτα ἐφανέρωσεν ἑαυτὸν πάλιν ὁ Ἰησοῦς τοῖς μαθηταῖς ἐπὶ τῆς θαλάσσης τῆς Τιβεριάδος: ἐφανέρωσεν δὲ οὕτως. 2ἦσαν ὁμοῦ Σίμων Πέτρος καὶ Θωμᾶς ὁ λεγόμενος Δίδυμος καὶ Ναθαναὴλ ὁ ἀπὸ Κανὰ τῆς Γαλιλαίας καὶ οἱ τοῦ Ζεβεδαίου καὶ ἄλλοι ἐκ τῶν μαθητῶν αὐτοῦ δύο. 3λέγει αὐτοῖς Σίμων Πέτρος, Ὑπάγω ἁλιεύειν. λέγουσιν αὐτῷ, Ἐρχόμεθα καὶ ἡμεῖς σὺν σοί. ἐξῆλθον καὶ ἐνέβησαν εἰς τὸ πλοῖον, καὶ ἐν ἐκείνῃ τῇ νυκτὶ ἐπίασαν οὐδέν. 4πρωΐας δὲ ἤδη γενομένης ἔστη Ἰησοῦς εἰς τὸν αἰγιαλόν: οὐ μέντοι ᾔδεισαν οἱ μαθηταὶ ὅτι Ἰησοῦς ἐστιν. 5λέγει οὖν αὐτοῖς [ὁ] Ἰησοῦς, Παιδία, μή τι προσφάγιον ἔχετε; ἀπεκρίθησαν αὐτῷ, Οὔ. 6ὁ δὲ εἶπεν αὐτοῖς, Βάλετε εἰς τὰ δεξιὰ μέρη τοῦ πλοίου τὸ δίκτυον, καὶ εὑρήσετε. ἔβαλον οὖν, καὶ οὐκέτι αὐτὸ ἑλκύσαι ἴσχυον ἀπὸ τοῦ πλήθους τῶν ἰχθύων. 7λέγει οὖν ὁ μαθητὴς ἐκεῖνος ὃν ἠγάπα ὁ Ἰησοῦς τῷ Πέτρῳ, Ὁ κύριός ἐστιν. Σίμων οὖν Πέτρος, ἀκούσας ὅτι ὁ κύριός ἐστιν, τὸν ἐπενδύτην διεζώσατο, ἦν γὰρ γυμνός, καὶ ἔβαλεν ἑαυτὸν εἰς τὴν θάλασσαν: 8οἱ δὲ ἄλλοι μαθηταὶ τῷ πλοιαρίῳ ἦλθον, οὐ γὰρ ἦσαν μακρὰν ἀπὸ τῆς γῆς ἀλλὰ ὡς ἀπὸ πηχῶν διακοσίων, σύροντες τὸ δίκτυον τῶν ἰχθύων. 9ὡς οὖν ἀπέβησαν εἰς τὴν γῆν βλέπουσιν ἀνθρακιὰν κειμένην καὶ ὀψάριον ἐπικείμενον καὶ ἄρτον. 10λέγει αὐτοῖς ὁ Ἰησοῦς, Ἐνέγκατε ἀπὸ τῶν ὀψαρίων ὧν ἐπιάσατε νῦν. 11ἀνέβη οὖν Σίμων Πέτρος καὶ εἵλκυσεν τὸ δίκτυον εἰς τὴν γῆν μεστὸν ἰχθύων μεγάλων ἑκατὸν πεντήκοντα τριῶν: καὶ τοσούτων ὄντων οὐκ ἐσχίσθη τὸ δίκτυον. 12λέγει αὐτοῖς ὁ Ἰησοῦς, Δεῦτε ἀριστήσατε. οὐδεὶς δὲ ἐτόλμα τῶν μαθητῶν ἐξετάσαι αὐτόν, Σὺ τίς εἶ; εἰδότες ὅτι ὁ κύριός ἐστιν. 13ἔρχεται Ἰησοῦς καὶ λαμβάνει τὸν ἄρτον καὶ δίδωσιν αὐτοῖς, καὶ τὸ ὀψάριον ὁμοίως. 14τοῦτο ἤδη τρίτον ἐφανερώθη Ἰησοῦς τοῖς μαθηταῖς ἐγερθεὶς ἐκ νεκρῶν.

10 15Οτε οὖν ἠρίστησαν λέγει τῷ Σίμωνι Πέτρῳ ὁ Ἰησοῦς, Σίμων Ἰωάννου, ἀγαπᾷς με πλέον τούτων; λέγει αὐτῷ, Ναί, κύριε, σὺ οἶδας ὅτι φιλῶ σε. λέγει αὐτῷ, Βόσκε τὰ ἀρνία μου. 16λέγει αὐτῷ πάλιν δεύτερον, Σίμων Ἰωάννου, ἀγαπᾷς με; λέγει αὐτῷ, Ναί, κύριε, σὺ οἶδας ὅτι φιλῶ σε. λέγει αὐτῷ, Ποίμαινε τὰ πρόβατά μου. 17λέγει αὐτῷ τὸ τρίτον, Σίμων Ἰωάννου, φιλεῖς με; ἐλυπήθη ὁ Πέτρος ὅτι εἶπεν αὐτῷ τὸ τρίτον, Φιλεῖς με; καὶ λέγει αὐτῷ, Κύριε, πάντα σὺ οἶδας, σὺ γινώσκεις ὅτι φιλῶ σε. λέγει αὐτῷ [ὁ Ἰησοῦς], Βόσκε τὰ πρόβατά μου. 18ἀμὴν ἀμὴν λέγω σοι, ὅτε ἦς νεώτερος, ἐζώννυες σεαυτὸν καὶ περιεπάτεις ὅπου ἤθελες: ὅταν δὲ γηράσῃς, ἐκτενεῖς τὰς χεῖράς σου, καὶ ἄλλος σε ζώσει καὶ οἴσει ὅπου οὐ θέλεις. 19τοῦτο δὲ εἶπεν σημαίνων ποίῳ θανάτῳ δοξάσει τὸν θεόν. καὶ τοῦτο εἰπὼν λέγει αὐτῷ, Ἀκολούθει μοι. 20Ἐπιστραφεὶς ὁ Πέτρος βλέπει τὸν μαθητὴν ὃν ἠγάπα ὁ Ἰησοῦς ἀκολουθοῦντα, ὃς καὶ ἀνέπεσεν ἐν τῷ δείπνῳ ἐπὶ τὸ στῆθος αὐτοῦ καὶ εἶπεν, Κύριε, τίς ἐστιν ὁ παραδιδούς σε; 21τοῦτον οὖν ἰδὼν ὁ Πέτρος λέγει τῷ Ἰησοῦ, Κύριε, οὗτος δὲ τί; 22λέγει αὐτῷ ὁ Ἰησοῦς, Ἐὰν αὐτὸν θέλω μένειν ἕως ἔρχομαι, τί πρὸς σέ; σύ μοι ἀκολούθει. 23ἐξῆλθεν οὖν οὗτος ὁ λόγος εἰς τοὺς ἀδελφοὺς ὅτι ὁ μαθητὴς ἐκεῖνος οὐκ ἀποθνῄσκει. οὐκ εἶπεν δὲ αὐτῷ ὁ Ἰησοῦς ὅτι οὐκ ἀποθνῄσκει, ἀλλ', Ἐὰν αὐτὸν θέλω μένειν ἕως ἔρχομαι [,τί πρὸς σέ]; 24Οὗτός ἐστιν ὁ μαθητὴς ὁ μαρτυρῶν περὶ τούτων καὶ ὁ γράψας ταῦτα, καὶ οἴδαμεν ὅτι ἀληθὴς αὐτοῦ ἡ μαρτυρία ἐστίν. 25Ἔστιν δὲ καὶ ἄλλα πολλὰ ἃ ἐποίησεν ὁ Ἰησοῦς, ἅτινα ἐὰν γράφηται καθ' ἕν, οὐδ' αὐτὸν οἶμαι τὸν κόσμον χωρῆσαι τὰ γραφόμενα βιβλία.

11 1. Dopo questi fatti, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: 2. si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaele di Cana di Galilea, i figli di Zebedeo e altri due discepoli. 3. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla. v. 1 - I vv. 1e 14 sono di carattere redazionale: formano cioè una inclusione letteraria e perciò delimitano la pericope dell'apparizione del risorto e nello stesso tempo la legano a quella del c. 20. Il verbo tecnico fanerÒw (faneroô) (ἐφανέρωσεν) all’attivo nel v. 1 - il Signore manifestò se stesso (Ἐφανερώθη) al passivo o medio al v fu manifestato (dal Padre), o si manifestò suggerisce che tutta la pericope intermedia va compresa come la totalità della Manifestazione divina del Risorto. v. 2 - Gesù appare ai discepoli i quali stavano insieme: sono 7 (numero altamente simbolico) Simon Pietro, Tommaso, Natanaele, 2 figli di Zebedeo e altri 2 discepoli. Veri protagonisti sono Pietro e il discepolo che Gesù amava. Nulla ci fa pensare che il ritorno alla vecchia attività sia da considerarsi una specie di diserzione (cf. Gv 16,32); anzi molti studiosi vi vedono l'obbedienza dei discepoli ad un ordine di Gesù (cf. Mt 26,32; 28,7; Mc 14,28; 16,7). v. 3 - Abbiamo già visto come lo sforzo dei discepoli lasciati a se stessi sia vano (cf. Gv 15,5); anche quella notte il loro lavoro è sterile, senza frutti.

12 senza Cristo (sterile) e con Cristo (fecondo).
4. Quando già era l'alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. 5. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No. 6. Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. vv Sul fare del giorno si contrappone l'abbondanza della pesca fatta su invito di Gesù. Il racconto è il ritratto dello sforzo della comunità senza Cristo (sterile) e con Cristo (fecondo). La pesca = missione è fruttuosa soltanto se si obbedisce alla parola del Signore. Gesù invita a gettare la rete dalla parte destra: la destra nell'antichità era il lato più favorevole. da destra viene ogni Bene Divino: Ez 47,1-2 l'acqua dal tempio (ricorda il sangue + acqua che esce dal costato del Signore, Gv 19,34); a destra sono posti «i benedetti dal Padre» che operarono la carità, Mt 25,33; alla destra del Padre regna Cristo risorto, Mc 16,19; è la destra del Signore che opera meraviglie potenti, Es 15,6a e Sal 97,1. Anche per noi a tavola, almeno secondo le regole della buona società, il posto alla destra del padrone di casa è considerato il più importante ed è riservato all'ospite di riguardo.

13 7. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore
7. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. 8. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri. 9. Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. vv. 7-8 Ancora una volta il discepolo prediletto intuisce per primo (Gv 20,8) che lo sconosciuto è il «Signore» e lo comunica a Pietro. Impulsivo come sempre Pietro è impaziente di incontrare per primo il Signore e si getta a nuoto. Questo precedere il resto dei discepoli e giungere per primo è carico di significato, che verrà esplicitato nei vv ; come nel v.3 la pesca è su iniziativa di Pietro, nel v.11 è lui ancora che trae a terra la rete dall'unica barca. v. 9 - Prosegue la manifestazione, anche qui in forma altamente simbolica: abbiamo il fuoco, il pesce, il pane. «Il pesce vive in un ambiente diverso da quello degli uomini che morirebbero se vi si introducessero. Il pesce deve uscire dal suo ambiente, entrare in quello degli uomini (l'aria), morire, essere cotto al fuoco per diventare cibo buono e salutare. Così il Cristo, che abita la luce inaccessibile che farebbe morire all'istante una creatura umana che vi si avvicinasse, per divenire cibo della vita = salvezza per gli uomini si fa carne (Gv 1,14) entra nella storia degli uomini e muore affrontando il Fuoco dello Spirito» (da S. Agostino Sermo 227). È una interpretazione classica tra i Padri e trova applicazione tra i fedeli.

14 10. Disse loro Gesù: «Portate un po' del pesce che avete preso ora». 11. Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò. 12. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. vv Pur disponendo dell'occorrente per il pasto Gesù si’informa del pesce che hanno preso, tutto destinato ad essere cotto al fuoco e mangiato. A differenza della pesca miracolosa di Luca qui la rete non si strappa (Lc 5,6), Sul numero 153 che certamente ha un suo simbolismo (a noi purtroppo oscuro), i Padri della Chiesa hanno fatto una quantità enorme di supposizioni. Lo stesso S. Agostino vi torna sopra diverse volte. L'interpretazione più plausibile sembra essere quella di S. Girolamo: i naturalisti dell'antichità conoscevano 153 specie di pesce, il che equivale a dire «ogni sorta di pesci», vedi anche Mt 13,47 nella parabola del regno. Dalla matematica dell'antichità 153 è un numero triangolare, costituito dalla somma delle prime 17 cifre. La regola d'oro quando il simbolismo è spiegato all'infinito, è lasciarlo nel mistero e non ricorrere a fantasie. v Il miracolo rivela ai discepoli la presenza di Gesù e nessuno osa domandargli se è proprio lui. Non lo domandano perché sanno, è ridicolo informarsi dell'identità di chi si conosce.

15 13. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. 14. Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti. v Gesù distribuisce pane e pesci, silenzioso memoriale della moltiplicazione dei pani (Gv 6,11) e dell'ultima cena. v apparizioni = pienezza (vedi simbologia del numero 3). vv Conseguenza del convito è il triplice richiamo del Signore a Pietro. La triplice domanda richiama il suo triplice rinnegamento (Gv 13,38; 18, ). Reale debolezza di Pietro, fiducia di Dio affidandogli la missione (cf. Mt 16,18; Lc 22,32; Gv 1,42). La sua solidità viene unicamente dal Signore. Pietro è pastore e roccia per grazia e non per merito (i titoli sono riferiti a Jahvé che guida il suo popolo, cf. Gen 49,24). Si richiedono perciò umiltà e fede; Pietro ne è consapevole, v. 17 : «tu sai tutto». Pietro non afferma di amare più degli altri, si appella alla chiaroveggenza del Signore che sa leggere nel cuore dell'uomo. Nella domanda di Gesù per il verbo amare è usato il verbo «agapáō»; Pietro risponde usando il verbo «philéō». Il verbo ¢gap£w (agapáō) è scelto dagli autori sacri per indicare l’amore di Dio, che dona tutto di sé all’altro senza riserve o pretese; il verbo filšw (philéō) traduce un attaccamento umano, l’affetto, l’amicizia. L'amore che Gesù esige è quello impegnato nel servizio di Dio e degli uomini, testimonianza data con l'offerta della vita (cf. Gv 10,18 il pastore che da la vita). Seguire Cristo ed essere in cammino con lui significa ripercorrere la strada del Cristo terreno, cioè la via della croce. Come il Padre ha mandato il figlio così Gesù manda Pietro, i discepoli e noi

16 15. Quand'ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». 16. Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore» 17. Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. «Pasci»: att. Imp. Pres.; in greco bÒskw (bóskō) = condurre al pascolo, alimentare. Questo verbo indica la cura con cui il pastore sceglie il nutrimento delle pecore, sia in pascoli che in cibo dato direttamente (d'inverno, quando nevica o c'è tempesta). «agnelli»: il greco ¢rn…on arníon = è un diminutivo (agnelletti) sono i piccoli del gregge, per i quali la scelta deve essere più accorta. v «Pasci»: att. Imp. presente; in greco Ποίμαινε (poimaíne) è un verbo che abbraccia tutte le attività del pastore verso il gregge senza sottolineare una di esse in particolare. «pecorelle»: in greco πρόβατά próbaton = sono gli adulti del gregge, maschi e femmine. Quindi unendo piccoli (arníon) e adulti (próbaton) Giovanni vuole indicare la totalità del gregge. v «Pasci»: att. Imp. presente; in greco bÒskw (bóskō). Questo terzo verbo, ripete il primo, ma con questa terza esortazione Gesù sceglie Pietro come depositario della sua autorità di tenero pastore per eccellenza: bóske tà próbatá mou (pasci le mie pecorelle). «pecorelle»: ancora próbaton termine generico, che preso questa volta senza altri confronti, indica tutto il gregge, formato da piccoli e grandi. Il Signore comanda a Pietro e a quanti nella Chiesa saranno chiamati al servizio del gregge: nutri con la mia Parola e il mio corpo la mia Chiesa.

17 18. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». 19. Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi» v «ti cingerà»: il futuro nel linguaggio profetico denota sicurezza e fiducia nel realizzarsi dell'azione indicata. Anche Agabo (cf At 21,11-12) si legò mani e piedi con la cintura di Paolo, per predirgli l'arresto. «ti porterà»: il verbo greco fšrw (phérō) è più forte del semplice condurre; un vecchio infatti è quasi più portato che condotto, anche fisicamente. «non vuoi»: è un ind. pres. Il futuro a volte subisce l'influsso semitico, specie aramaico, e viene sostituito dal presente particolarmente nel futuro prossimo. Il presente in questo caso aggiunge drammaticità alla predizione. «con quale morte...»: di per sé l'espressione ti porterà dove tu non vuoi non indica nessun genere di morte: in analogia con frasi dette da Giovanni a proposito di Gesù (cf 12,33; 18,32) essa viene intesa come predizione del martirio per crocifissione.

18 il giorno glorioso della risurrezione. Per il nostro Signore…
I Colletta Esulti sempre il tuo popolo, o Padre, per la rinnovata giovinezza dello spirito, e come oggi si allieta per il dono della dignità filiale, così pregusti nella speranza il giorno glorioso della risurrezione. Per il nostro Signore… Abbazia di Pulsano


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