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A. s. 2008-2009 I Ottico IPIA “G. Marconi” GLI ALTRI SIAMO NOI.

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Presentazione sul tema: "A. s. 2008-2009 I Ottico IPIA “G. Marconi” GLI ALTRI SIAMO NOI."— Transcript della presentazione:

1 a. s I Ottico IPIA “G. Marconi” GLI ALTRI SIAMO NOI

2 I FASE Indagine diacronica su ruoli e funzioni della famiglia
all’interno dei contesti sociali

3 del secolo ventisimo ad oggi
Ricostruzione storica delle tappe evolutive della fisionomia e del ruolo sociale della famiglia dagli anni cinquanta del secolo ventisimo ad oggi

4 QUESTIONARIO Che cosa è per te la famiglia?
Ti senti amato e protetto all’interno della famiglia? Nella tua famiglia c’è dialogo? Quali sono i momenti in cui si dialoga di più? Quali sono i temi di cui si parla? Ci sono delle regole da rispettare all’interno della tua famiglia? Quali sono? Chi decide o ha deciso le regole ( mamma, papà o entrambi)? Tu le rispetti o ti ritieni trasgressivo? Esistono punizioni all’interno della tua famiglia? Se si, di che genere? Chi è più severo: tuo padre o tua madre? Tua madre svolge un lavoro al di fuori delle pareti domestiche? Tu sei soddisfatto del lavoro di tua madre o preferiresti che non lavorasse? I tuoi nonni vivono in famiglia con te?

5 CHE COSA È PER TE LA FAMIGLIA?
La famiglia è la cosa che più mi importa della mia vita. La famiglia per me è una cosa molto importante nella vita di una persona perché con la famiglia puoi parlare di tutto, dei tuoi problemi, oppure quando sei di cattivo umore puoi sfogarti, parlare anche di qualcosa di banale. E poi è anche una cosa al mondo unica che ti dà affetto. Per me la famiglia è questo. È il dono più grande del mondo, la cosa più importante che si può avere…

6 La famiglia patriarcale
La famiglia era un’unità allargata, estesa, che comprendeva i discendenti di una stessa linea familiare, ma poteva altresì far convivere al suo interno diversi nuclei familiari. Il governo degli affari familiari era affidato ai più anziani. Ciascuna famiglia era guidata, in genere, in un clima di armonia e collaborazione, dal “capoccia” e dalla “massaia”... Al “capoccia” spettava tutta la direzione dei lavori, i contatti con il fattore e il maneggio dei pochi soldi. I due, proprio perché i più anziani, venivano considerati dagli altri dotati di saggezza e degni di rispetto. Difficilmente i loro ordini venivano disattesi anche perché le decisioni venivano prese di comune accordo, discutendone, se le cose erano importanti, durante i pasti.

7 La famiglia nucleare Con l’avvento della società industriale la famiglia si trasforma da “unità produttiva” a “unità di consumo”, da “ estesa” a “coniugale”. Nel nuovo tipo di società, il lavoro si colloca fuori dall’ambito familiare, la produzione avviene nelle fabbriche con retribuzione salariale per gli operai e per gli altri lavoratori; ciò che serve per il mantenimento di una famiglia viene acquistato direttamente sul mercato.

8 La donna ha rivendicato, dopo secoli di sudditanza, i propri diritti, la propria legittima autonomia dall'uomo, sino a qualche decennio fa somma autorità della famiglia. La donna ha avvertito il bisogno di inserirsi attivamente nella società, di compiere le medesime esperienze dell'uomo, di evitare una mortificante emarginazione dal mondo del lavoro, della politica, della cultura. Ciò ha provocato le prime insofferenze, la crisi della coppia, lo scricchiolamento della millenaria autorità maschile, di colui che un tempo era il pater familias. Anche i giovani, i figli, sono profondamente cambiati negli ultimi decenni. Un tempo completamente subordinati al padre, quasi schiacciati dall'autorità paterna, resi culturalmente superiori, grazie all'istruzione di massa, hanno finito con il non riconoscere più nella figura del padre, nel frattempo resa evanescente dagli stessi mutamenti socioeconomici, la guida, il modello esistenziale e culturale da imitare. Hanno così cercato di imporre la propria personalità, tendendo, nel tentativo di rendersi pienamente liberi, ad estraniarsi dalla famiglia.

9 Aspetti giuridici del problema

10 Famiglia nucleare: piccola comunità composta da genitori e da figli che vive sotto lo stesso tetto.
Caratteristica principale ed indispensabile: i suoi membri sono legati tra loro da un vincolo di solidarietà stretto e profondo e condividono gratuitamente i beni materiali di uso comune Varianti: Può essere composta da una coppia convivente senza figli Può essere “monoparentale” cioè composta da un genitore solo convivente con i figli Può essere “ricomposta” ossia può essere una coppia convivente con i figli di uno dei due Può essere composta oltre che da genitori e figli anche da nonni o da altri parenti stretti

11 Requisiti necessari e sufficienti:
La convivenza stabile, cioè la coabitazione fra persone legate reciprocamente da un rapporto di generazione (genitori, figli) o da un rapporto di coppia (marito, moglie) La collaborazione economica reciproca dei componenti della famiglia Costituzione: riconosce e assicura una particolare tutela giuridica alla famiglia. La concepisce come una delle più importanti formazioni sociali intermedie nelle quali si svolge e si realizza la personalità umana (art. 2). La famiglia è fondata sul matrimonio (art. 29) ed è governata dal principio di uguaglianza tra marito e moglie: le limitazioni all’uguaglianza sono ammesse soltanto se servono a garantire l’unità familiare (es.trasmissione ai figli del cognome paterno)

12 Presenza ed assenza della famiglia nei momenti che contano nella vita dei giovani di oggi

13 LA FAMIGLIA COME SISTEMA
La famiglia è un primo sistema di individui che si struttura in base alle relazioni tra i soggetti che la compongono e tra questi ed il mondo esterno. Il sistema è una struttura complessa di elementi tra loro interdipendenti per cui modificando uno degli elementi si modifica l'intero sistema. Ogni sistema si pone inoltre sempre in relazione sistemica con altri sistemi a costituire universi di sistemi sempre più complessi. Applicando questi riferimenti teorici alla famiglia come sistema complesso e aperto, ne consegue che ogni componente non può essere considerato a sé, indipendentemente dalle relazioni intrasistemiche che egli vive (stabilisce o subisce) all'interno della rete familiare. Allo stesso modo ogni sistema-famiglia deve essere considerato nelle relazioni intersistemiche con altri sistemi: le altre famiglie, le istituzioni, i servizi, ecc.

14 RELAZIONI INTRASISTEMICHE NEL SISTEMA FAMIGLIA
Nella famiglia mononucleare, composta da genitori e figli, le relazioni intrasistemiche si configurano secondo lo schema classico: E' evidente che, con l'aumentare del numero dei componenti ed il loro diversificarsi, le relazioni mutano e sono rese sempre più complesse dalla presenza di anziani, delle stratificazioni generazionali, delle condizioni abitative, oltre che culturali, economiche, psicofisiche dei soggetti che si relazionano nella famiglia.

15 RELAZIONI INTERSISTEMICHE TRA IL SISTEMA FAMIGLIA ED ALTRI SISTEMI
Ogni sistema familiare entra poi in relazione con molti altri sistemi complessi extrafamiliari a loro volta collegati tra loro, secondo il seguente esempio.

16 II FASE Bullismo e violenza

17 Il bullismo nelle scuole
Deriva dal termine inglese “bulling” ma nella nostra lingua ha assunto un significato più leggero, di sbruffone, di colui che ama fare il gradasso e che spesso tende a prevaricare, senza mai però raggiungere quelle caratteristiche di cattiveria e di sadismo che invece sono tipici del fenomeno del bullismo così come viene spesso osservato in ambito scolastico. Il luogo in cui questi atti si manifestano di più è la scuola, soprattutto durante l’intervallo e nell’orario mensa, poiché è il posto dove si ritrovano i ragazzi. La caratteristica principale del bullo è chiaramente quella dell'aggressività, di un forte bisogno di dominare gli altri, si dimostra spesso impulsivo, si arrabbia facilmente e presenta una bassa tolleranza alla frustrazione, ed è concentrato sui propri desideri senza badare a coloro che gli sono intorno. Tre sono di solito i protagonisti degli atti di bullismo: la vittima, il bullo ed il branco, cioè gli altri, il gruppo, la classe che sta a guardare l’atto di violenza sul più debole senza intervenire, o incitando il bullo o facendo finta di niente.

18 Il silenzio e la segretezza sono potenti alleati del bullo, perché non ci si ribella e le vittime si sentono troppo impaurite o deboli per parlarne anche con i genitori, quindi il bullismo passa spesso inosservato. Esso inoltre si manifesta in diversi atteggiamenti, i cui principali sono bullismo verbale e bullismo fisico. Il primo consiste nell'umiliare la vittima attraverso insulti, sarcasmo o derisione, mentre il secondo, il più classico, con in un contatto diretto (spinte, pugni, calci) e riguarda principalmente i maschi rispetto alle femmine. Le vittime sono per lo più degli individui molto sensibili e calmi, che quasi mai prendono in giro i propri compagni; sono più deboli dal punto di vista fisico, sono insicuri e se vengono "attaccati" reagiscono chiudendosi in se stessi oppure scoppiando in lacrime.

19 Motivi di mancato dialogo tra adulti e adolescenti
una limitata attenzione in famiglia alla personalità del ragazzo; una scarsa abitudine da parte dei genitori a condividere le scelte dei figli, piccole o grande che siano; una mancata attribuzione ai ragazzi di compiti di responsabilità familiare; la carenza di un dialogo motivante da parte degli adulti:

20 LE TRASGRESSIONI GIOVANILI PIÙ FREQUENTI

21 La parola trasgressione (dal latino transgredior)
evoca la rappresentazione dinamica di un attraversamento oltre un confine prestabilito e ritenuto invalicabile. Ci si allontana da un centro che assicura il benessere, la sicurezza ma anche la ripetitività e l'incoscienza, verso lo sconosciuto avvertimento come rischio. La paura, il rifiuto, il senso di colpa ma anche l'attrazione, sono sentimenti che accompagnano l'esperienza.

22 Le trasgressioni più frequenti:
Ritornare a casa tardi Fare “filone” Uscire senza permesso Fumare Allontanarsi da casa Drogarsi Bere alcol Insultare i professori Infrangere il codice stradale

23 Nello sport l’avversario non è un nemico.
Nello sport ci deve essere lealtà, rispetto dell’altro. L’avversario mette nella condizione di competere, permette di dare il meglio di se stessi.

24 ESPRESSIONI DI DISAGIO
Condotte antisociali Comportamenti aggressivi Bullismo

25 CONDOTTE ANTISOCIALI Secondo gli esperti psicologi dell’età evolutiva, fra i giovani si manifesta in maniera prepotente la volontà di trasgredire le regole sociali e le abitudini Nell’infanzia il bambino sente il bisogno di integrarsi e di condividere gli aspetti sociali e comportamentali del mondo adulto: il bambino imita e vuole essere come il genitore. Con l’arrivo della pubertà e l’inizio dell’adolescenza al bisogno di integrazione subentra una brusca e repentina messa in discussione delle norme degli adulti, con la messa in atto di comportamenti aggressivi e trasgressivi.

26 COMPORTAMENTI AGGRESSIVI
È il risultato di uno scarso apprendimento di abilità sociali e comunicative

27 BULLISMO È una espressione di disagio con caratteristiche particolari: Intenzionalità Persistenza Asimmetria tra chi commette l’atto aggressivo e chi lo subisce

28 Educazione stradale come accettazione di regole
III FASE Educazione stradale come accettazione di regole

29 Tutti, automobilisti - motociclisti - ciclisti - pedoni, per essere sicuri in mezzo al traffico, dovremmo imparare a rispettare i segnali stradali e le regole del Codice della Strada. Rispettare le regole del Codice della Strada significa principalmente rispettare il prossimo e salvaguardare la nostra incolumità!

30 Ed è per questo che dobbiamo imparare a conoscere i principali segnali stradali.
Essi possono essere: verticali luminosi manuali orizzontali                                                              

31 GLI ALTRI SIAMO NOI


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