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RESPONSIBLE CARE E SISTEMI DI GESTIONE AMBIENTE E SICUREZZA

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Presentazione sul tema: "RESPONSIBLE CARE E SISTEMI DI GESTIONE AMBIENTE E SICUREZZA"— Transcript della presentazione:

1 RESPONSIBLE CARE E SISTEMI DI GESTIONE AMBIENTE E SICUREZZA
SINERGIE E PROPEDUTICITA’ Dr. Luigi Mistrali – Milano, 23 Novembre 2010

2 Istituto di Certificazione della Qualità
CERTIQUALITY Istituto di Certificazione della Qualità

3 CERTIQUALITY IN ITALIA
110 PROFESSIONISTI CERTIQUALITY IN ITALIA MILANO VENEZIA BOLOGNA FIRENZE ROMA NAPOLI BARI CATANIA UFFICI SU TUTTO IL TERRITORIO 300 AUDITORS

4 GLI STAKEHOLDERS FEDERCHIMICA ASSOLOMBARDA AIUDAPDS ANITA ASSICC
ASSOCARTA FEDERAZIONE GOMMA PLASTICA CONFINDUSTRIA CERAMICA ASSOVETRO CONFARTIGIANATO FAI CNA FITA SIMTI UNIONCHIMICA

5 FATTURATO 2009: 23 Mil € STAFF 2009: 110 Persone

6 CERTIQUALITY NEL MONDO
CERTIQUALITY ADERISCE AL PRESTIGIOSO NETWORK IQ-Net IQ- Net GARANTISCE IL RICONOSCIMENTO DELLE CERTIFICAZIONI RILASCIATE DA CERTIQUALITY IN 35 PAESI NEL MONDO

7 LA NOSTRA CRESCITA

8 I SERVIZI OFFERTI QUALITA’ AMBIENTE SALUTE E SICUREZZA
ISO 9001, ISO 13485, ISO/TS 16949, ISO 22000, FSSC AMBIENTE ISO 14001, Reg. EMAS SALUTE E SICUREZZA BS OHSAS – UNI 10617 PRODOTTO (es. BRC – IFS, GLOBALGAP) INFORMATION MANAGEMENT SYSTEM ISO 27001, ISO 20000

9 I SERVIZI OFFERTI EMISSIONE GAS SERRA (Emission Trading Directive)
EPD & LCA (ISO/TR – ISO 14040) MARCATURA CE Dispositivi Medici Dir.93/42CE e Materiali da Costruzione Dir.89/106CE) ISPEZIONI & AUDIT FSC & CoC RESPONSABILITA’ SOCIALE (SA 8000) TRAINING

10 PREMESSA L’Industria Chimica è da tempo impegnata a raggiungere e dimostrare di possedere un comportamento positivo nei confronti della gestione della Sicurezza del lavoro, della Salute e della protezione dell’Ambiente, controllando l’impatto di tutte le proprie attività, adottando una politica di gestione e ponendosi degli obiettivi di miglioramento delle proprie performances. Oggi giorno le attività aziendali si svolgono in un contesto in cui la legislazione è sempre più severa, le politiche economiche ed altre misure orientate a stimolare la protezione della Sicurezza, della Salute e dell’Ambiente sono sempre più diffuse e l’attenzione delle parti interessate a tali problematiche è sempre più crescente ed estesa.

11 PREMESSA Le organizzazioni aziendali sono tuttavia oggi consapevoli che la sola osservanza dei requisiti di legge non è di per sé garanzia di prestazioni soddisfacenti. Per essere efficaci le azioni di prevenzione e protezione devono essere realizzate nel quadro di un Sistema di Gestione strutturato e integrato con tutte le altre attività gestionali dell’impresa. In quest’ottica quindi l’adozione dei Sistemi di Gestione Ambiente & Sicurezza secondo i requisiti del Programma Responsible Care o/e degli standard ISO 14001:2004 ed BS OHSAS 18001:2007 permette alle aziende di migliorare le proprie prestazioni razionalizzando e massimizzando le risorse interne, con benefici tangibili sia in materia di immagine esterna che di costi sostenuti.

12 IL PROGRAMMA RESPONSIBLE CARE
Il Programma “Responsible Care” è un’iniziativa mondiale dell’Industria Chimica per dimostrare l’impegno del settore e delle singole imprese sui temi della Sicurezza e della Salute dei dipendenti e della tutela dell’Ambiente, in una logica di miglioramento continuo, significativo e tangibile. E’ un programma volontario, che vede coinvolte le imprese di tutte le dimensioni nella comune filosofia del miglioramento continuo HSE ed è strettamente collegato alle diverse certificazioni ambientali sviluppatesi in questi anni per le sinergie ed i comuni obiettivi.

13 IL PROGRAMMA RESPONSIBLE CARE
Attualmente il Programma “Responsible Care” (R.C.) è adottato da oltre imprese chimiche, in più di 50 Paesi nel mondo. I diversi programmi nazionali, pur influenzati dalle culture e dai contesti socio-economici locali, hanno caratteristiche fondamentali comuni, definite dall’ ICCA (International Council of Chemical Associations), che svolge un ruolo di promozione, assistenza e raccordo relativamente a: l’adesione a “Principi Guida” stabiliti a livello nazionale, e sottoscritti dai rappresentanti legali dell’impresa; la stesura di “Guide Pratiche”, “Manuali”, altri mezzi multimediali e l’organizzazione di “Seminari di Formazione”; la definizione di indicatori, utilizzati per misurare i miglioramenti delle prestazioni; il continuo processo di comunicazione sui temi (HSE), all’interno e all’esterno dell’impresa; l’uso del logo “Responsible Care”; la condivisione delle “Migliori Pratiche Aziendali”, attraverso “Comitati Tecnici” e “Gruppi di Lavoro”; l’incoraggiamento delle imprese per una efficace partecipazione al Programma; il sistema di verifica dell’attuazione del Programma.

14 IL PROGRAMMA RESPONSIBLE CARE
La logica è quella di un Sistema Integrato di Gestione delle problematiche HSE. Il Programma R.C. fornisce strumenti e approcci utili per le imprese che intendono muoversi nella direzione della certificazione dei Sistemi di Gestione Aziendale nel campo HSE, aprendo la strada alla certificazione ambientale con le norme ISO 14001:2004 e Reg. EMAS, alla certificazione del sistema di gestione della Sicurezza con lo Standard BS-OHSAS 18001:2007 e, fino all’obiettivo finale di un Sistema di Gestione Integrato.

15 CONFRONTO TRA ELEMENTI DELLE NORME
RC ISO 14001 OHSAS 18001 ISO 9001 Ambiente Trattato Non trattato Sicurezza e Salute del lavoro Sicurezza dei Processi Product Stewardship (1) in parte Solo per Qualità Trasporto e distribuzione Coinvolgimento delle parti interessate Preparazione alle emergenza Solo per Ambiente Solo per Sicur. Lav. Solo per prodotti NC Miglioramento delle prestazioni Solo per Salute Lav. La Product Stewardship è una delle aree più importanti del Programma Responsible Care: essa comporta la gestione responsabile del prodotto lungo l’intero ciclo di vita, al fine di migliorarne le prestazioni, la sicurezza e di ridurne l’impatto sull’ambiente.

16 IL PROGRAMMA RESPONSIBLE CARE

17 Perché certificarsi? 1- Condizionamenti
Legislazione sempre più stringente Opinione pubblica sensibile Rapporti di fornitura e con gli stakeholders Potere politico Pubblico Industria Effluenti Pressione Leggi restrittive

18 Perché certificarsi? 2- Considerazioni
L’inquinamento e gli infortuni sono un costo, anche molto alto in termini di immagine aziendale e in termini di continuità dell’attività lavorativa (D.Lgs 231/01+ Legge 123/2007) 3- Opportunità Un Sistema di gestione consente di : Migliorare i profitti e la competitività dell’azienda Migliorare l’efficienza aziendale Migliorare l’immagine aziendale Riduzione degli infortuni

19 la competitività e l’efficienza dell’azienda
Migliorare i profitti, la competitività e l’efficienza dell’azienda Miglior organizzazione interna e conseguente crescita dell’efficienza; posso individuare punti critici e gravosi del ciclo produttivo; crescita della motivazione dei dipendenti e della loro partecipazione. Maggior controllo sui processi e riduzione della probabilità di accadimento di eventi che possono arrecare danno all’ambiente ed ai dipendenti e dei conseguenti costi di risanamento e dei premi assicurativi. Maggiori garanzie in termini di certezza del rispetto delle normative ambientali ed SSL, diminuendo il rischio di sanzioni amministrative/penali (valore aggiunto Ispettore); Gestione strategica delle problematiche ambientali e di SSL con risparmi sui costi (riduzione di fidejussioni -40% 14001:2004, -50% per EMAS). Utilità della certificazione nelle gare di appalto; I risultati del miglioramento continuo richiesto dalle norme. Sconti INAIL per l’adozione dei SG-SSL conformi a 18001:2007

20 Perché certificarsi? IMMAGINE AZIENDALE Miglioramenti nei rapporti con la pubblica amministrazione. Miglioramenti nei rapporti con la popolazione. Diminuzione della conflittualità tra le parti in causa. Incremento della competitività. Possibili nuove strategie commerciali/marketing sfruttando la certificazione per rendere i prodotti più appetibili (trasformando i Condizionamenti in Opportunità => opinione pubblica favorevole, P.A. benevola, consumatore soddisfatto, migliore posizionamento sulla Concorrenza)

21 STRUTTURA DEI SISTEMI DI GESTIONE
Cosa fare e come fare? Macro punto 4.3 Fare quanto pianificato Macro punto 4.4 Si è fatto quanto pianificato? Macro punto 4.5 Agire (Come migliorare) Punto 4.6 – Riesame

22 STRUTTURA DEI SISTEMI DI GESTIONE
PLAN ACT CHECK DO S t a k e h o l d r s R q u i t P z n Politica Ambientale / sicurezza Pianificazione Riesame Direzione Controlli e Azioni correttive Operational management of environmental and/ or H&S aspects Input Output Processi Miglioramento continuo Attuazione

23 IL SISTEMA DI GESTIONE AMBIENTALE E LA NORMA ISO 14001:2004
LA GESTIONE AMBIENTALE RAPPRESENTA IL PASSAGGIO DAL SOLO RISPETTO DELLE LEGGI A UNA GESTIONE INTEGRATA DELLE ATTIVITÀ VOLTA ALLA PREVENZIONE E AL MIGLIORAMENTO DI TUTTO CIÒ CHE RIGUARDA L'IMPATTO AMBIENTALE. L'ADESIONE AD UN SISTEMA DI GESTIONE AMBIENTALE ( SGA) PREVEDE INFATTI LA DEFINIZIONE E L'ATTUAZIONE DI SPECIFICI PROGRAMMI DI PREVENZIONE E MIGLIORAMENTO PER TUTTI GLI ASPETTI AMBIENTALI DI UNA ORGANIZZAZIONE, FACENDONE OGGETTO DI PUBBLICA COMUNICAZIONE. ASPETTI FONDAMENTALI CHE CONCORRONO A RENDERE VANTAGGIOSA L'ADESIONE AD UN MODELLO DI ECOGESTIONE SONO CONNESSI ALLA POSSIBILITÀ DI DEFINIRE EFFICACEMENTE LE STRATEGIE DI PIANIFICAZIONE DEGLI INTERVENTI, L'IDENTIFICAZIONE PIÙ PUNTUALE DEI RUOLI ALL'INTERNO DELLA STRUTTURA ORGANIZZATIVA, L'UTILIZZO DI METODI CODIFICATI PER IL CONTROLLO DI PROCESSO E DEI PARAMETRI INDICATORI DELLE PRESTAZIONI AMBIENTALI. RISULTA DI CONSEGUENZA EVIDENTE COME L'ADOZIONE DI UN SGA CHE CONSENTA ALL'ORGANIZZAZIONE DI CONSEGUIRE CARATTERISTICHE GESTIONALI E PRODUTTIVE IN CONTINUO MIGLIORAMENTO ANCHE DAL PUNTO DI VISTA AMBIENTALE COMPORTI RICADUTE POSITIVE SOTTO L'ASPETTO DELL'IMMAGINE E DELLA COMPETITIVITÀ. OGGI, UN INTERESSE CRESCENTE PER LA CERTIFICAZIONE AMBIENTALE VIENE MANIFESTATO, OLTRE CHE DALLE IMPRESE DEI DIVERSI SETTORI DELL’INDUSTRIA E DEI SERVIZI, ANCHE DALLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE (COMUNI, PROVINCE, COMUNITÀ MONTANE, ECC.).

24 ITER DI CERTIFICAZIONE DEL SISTEMA DI GESTIONE AMBIENTALE

25 BS OHSAS 18001:2007 LA PREVENZIONE DEGLI INFORTUNI ED IL CONTROLLO DEI RISCHI
LA NECESSITÀ DI ANTICIPARE E PREVENIRE CIRCOSTANZE CHE POSSONO DARE LUOGO A INFORTUNI SUL LAVORO O MALATTIE PROFESSIONALI E DI MINIMIZZARE IL RISCHIO PER IL PERSONALE NON È CHE UN ASPETTO DELLA PIÙ GENERALE ESIGENZA D'ISTITUIRE UN SISTEMA DI GESTIONE CHE CONSENTA ALLE ORGANIZZAZIONI DI OPERARE IN UN REGIME DI EFFICIENZA GLOBALE. LA CERTIFICAZIONE BS-OHSAS 18001:2007 (OCCUPATIONAL HEALTH AND SAFETY ASSESSMENT SERIES), MODELLO ATTUALMENTE MAGGIORMENTE CONDIVISO A LIVELLO INTERNAZIONALE, DEFINISCE I REQUISITI DI UN SISTEMA DI GESTIONE DELLA SALUTE E SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO (SGSLL) . LO STANDARD, DESTINATO ALLE ORGANIZZAZIONI DI TUTTE LE DIMENSIONI E SETTORI MERCEOLOGICI, OLTRE A FORNIRE INDICAZIONI PER IL CORRETTO SVILUPPO DI UN SGS, CONTIENE I COLLEGAMENTI NECESSARI PER INTEGRARE TALE SISTEMA NEL PIÙ VASTO SISTEMA DI GESTIONE AZIENDALE. IL SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA CONSENTE DI: • AUMENTARE LA PREVENZIONE E IL CONTROLLO DEI LUOGHI DI LAVORO RIDUCENDO IL NUMERO DI INFORTUNI. • RIDURRE NOTEVOLMENTE IL RISCHIO DI INCIDENTI GRAVI. • ASSICURARE LA CONFORMITÀ LEGISLATIVA. • ACCRESCERE LA SODDISFAZIONE DEL PERSONALE E MIGLIORARE IL CLIMA AZIENDALE. LA NORMA OHSAS 18001, PUR RICHIEDENDO LA FORMULAZIONE DI OBIETTIVI E POLITICHE SPECIFICHE, È COMPATIBILE E SI INTEGRA PERFETTAMENTE CON LE NORME ISO 9001 E NB

26 ITER DI CERTIFICAZIONE DEL SISTEMA DI GESTIONE SICUREZZA

27 L’AUDIT SECONDO GLI STANDAR ISO 14001:2004BS OHSAS 18001:2007
Come si svolge l’iter di certificazione. Pre-audit (facoltativo): verifica preliminare per analizzare le eventuali principali lacune, prima di avviare le fasi formali della certificazione; stage 1: consiste fondamentalmente in una verifica della documentazione del sistema di gestione (in particolare del manuale del sistema di gestione A&S) a fronte di tutti i requisiti normativi applicabili ed in una verifica preliminare dello stato di attuazione del sistema a fronte dei requisiti più importanti; stage 2: consiste fondamentalmente nel completare la verifica dell'attuazione del sistema di gestione, con riferimento a tutti i requisiti normativi applicabili e possibilmente chiudendo le eventuali non conformità emerse nello stage 1 emissione certificato: a conclusione dello stage 2, se tutti gli accertamenti eseguiti in detta fase hanno dato esito favorevole viene emesso il certificato iniziale del sistema di gestione per la qualità, che ha durata di tre anni. Visite di Mantenimento: visite periodiche nel corso dei 3 anni di validità del certificato al fine di garantire la conformità del Sistema alla norma di riferimento, nell'ottica del miglioramento continuo.

28 I SISTEMI DI GESTIONE DELLA SICUREZZA E LA LEGISLAZIONE VIGENTE
Il tema della sicurezza nei luoghi di lavoro è una priorità sulla quale occorre concentrare l’attenzione date le dimensioni del problema decisamente allarmanti. Nel 2007 e nel 2008 per cercare di contrastare il fenomeno, sono state adottate alcune azioni normative che hanno, tra l’altro, delineato responsabilità e sanzioni significative a carico delle Imprese in caso di inottemperanza alle vigenti norme in materia di sicurezza. Tra gli strumenti disponibili per assistere le Imprese nello sviluppo e implementazione di un Sistema che consenta di gestire e minimizzare i rischi legati alla Sicurezza sul lavoro, il Modello attualmente maggiormente condiviso in Europa è quello definito dalla norma inglese BS OHSAS 18001:2007

29 COLLEGAMENTI CON IL TESTO UNICO PER LA SICUREZZA E IL D.Lgs. 231/01
Con la legge n° 123 del 2007, il parlamento ha delegato il Governo a riorganizzare la normativa in materia di SSL, ed ha esteso il campo di applicazione del D.Lgs. n. 231/2001 ai reati di omicidio colposo e lesioni colpose gravi o gravissime, commessi con violazione delle norme antinfortunistiche e sulla tutela dell’igiene e della salute sul lavoro. L’ 8 aprile “vede la luce” il D.Lgs. n° 81/2008, conosciuto come Testo Unico delle norme in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro (TUS) e proprio un’ importante indicazione giunge dallo stesso Testo Unico che all’art. 30, comma 5, indica espressamente la norma BS OHSAS (Sistemi di Gestione della Sicurezza) quale Modello di Organizzazione e gestione presunto conforme per l’adempimento di tutti gli obblighi giuridici relativi al rispetto degli standard tecnico-strutturali di legge, alle attività di valutazione dei rischi e di predisposizione delle misure di prevenzione e protezione conseguenti.

30 LA BS OHSAS 18001:2007 COME MODELLO DI GESTIONE ESIMENTE
LE SENTENZE (a seguire caso di studio) Recentemente sono inoltre state comminate le prime condanne in applicazione del D. Lgs. 231/01 in materia di Sicurezza. A seguito del grave incidente di Molfetta dove il 3 marzo 2008 morirono 5 persone per le esalazioni di acido solfidrico sono state applicate pesanti pene pecuniarie alle società coinvolte (quasi il tetto massimo previsto dal Decreto di un milione e mezzo di Euro) alle quali si sono aggiunte misure detentive verso tre persone fisiche colpevoli di concorso in omicidio colposo plurimo e lesioni colpose gravi per violazione delle disposizioni di prevenzione degli infortuni. Si tratta della prima pronunzia giurisprudenziale (caso "Truck Center"), con la quale viene sancita la responsabilità di un ente ai sensi dell'art. 25 septies del D.Lgs. 231/2001 (omicidio colposo e lesioni personali gravi e gravissime commesse con l'inosservanza della normativa in tema di infortuni sul lavoro). Al tempo stesso il Tribunale di Milano ha prosciolto un’importante società di costruzioni in quanto ha ritenuto idoneo il modello organizzativo implementato in azienda al fine di prevenire i reati previsti dal D.Lgs 231 e che possono comportare la responsabilità amministrativa dell’impresa.

31 LA BS OHSAS 18001:2007 COME MODELLO DI GESTIONE ESIMENTE
Da questi recentissimi casi giudiziari è evidente che l’inserimento dei reati di omicidio colposo e lesioni colpose gravi o gravissime nella lista dei reati compresi dalla Legge 231 sancito dal Testo Unico per la Sicurezza (D. Lgs. 81/08 ed smi) comporta conseguenze pesantissime e del tutto nuove per le aziende. Al tempo stesso, risulta altrettanto importante l’indicazione in merito alla possibilità di esimere l’impresa da tali responsabilità attraverso i modelli di organizzazione aziendale definiti conformemente allo British Standard OHSAS 18001:2007, ed alle Linee guida UNI-INAIL per un sistema di gestione della salute e sicurezza sul lavoro del 28 settembre 2001, o che si presumono conformi per le parti corrispondenti (D.Lgs 81/08 art. 30, comma 5).

32 LA BS OHSAS 18001:2007 COME MODELLO DI GESTIONE ESIMENTE
La sentenza di primo grado del Giudice Monocratico di Molfetta del 6 ottobre 2009 ha accertato le principali responsabilità connesse alla tragedia del 2008. Concorso in omicidio colposo plurimo e lesioni colpose gravi con violazione delle norme di prevenzione infortuni (artt. 589 e 590 del codice penale), per cui sono stati condannate le persone ritenute responsabili a 4 anni di reclusione e 5 di interdizione «dall’esercizio dell’ufficio di amministratore, sindaco, liquidatore, direttore generale e dirigente preposto alla redazione di documenti societari nonché di ogni altro ufficio con potere di rappresentanza di persone giuridiche». Condanne a pene pecuniarie correlate alla colpa organizzativa di cui al D.Lgs. n. 231/2007 (responsabilità amministrativa dell’ente) per le 3 società imputate: 1milione e 400mila euro per la Fs Logistics; 400mila ciascuno per la Cinque Bio Trans e la Truck Center Sas.

33 LA BS OHSAS 18001:2007 COME MODELLO DI GESTIONE ESIMENTE
Il dettaglio dell’incidente ricostruito dalle indagini e le fasi del processo nel dettaglio Il dibattimento si era aperto il 28 marzo 2009 con una sola certezza: era stato l’acido solfidrico presente nella cisterna giunta nella zona Asi per la bonifica a causare i decessi. Sul banco degli imputati per omicidio colposo plurimo aggravato dalla violazione delle norme di prevenzione infortuni, ai sensi dell’artcolo 589 del codice penale, comma 2, si sono seduti in cinque: (al rappresentante legale di Fs Logistica, al responsabile trasferimento zolfo di Fs Logistica, al committente del trasporto della cisterna e Dirigente de La Cinque Biotrans, poi condannati, e all’autista de La Cinque Biotrans che ha condotto la cisterna da Bari a Molfetta, poi assolto. Imputate per responsabilità amministrativa, e poi condannate, la stessa Truck Center, la Fs Logistica e La Cinque Biotrans. La Procura della Repubblica era rappresentata dal Pubblico Ministero dott. Giuseppe Maralfa. Il giudice monocratico dott. Lorenzo Gadaleta aveva fissato un calendario di udienze fittissimo, con dibattimenti per tutto il mese di giugno e luglio, con l’obiettivo di arrivare alla sentenza in tempi brevissimi. Nella seconda udienza vi era stata la testimonianza dell’unico superstite il quale ha dichiarato che già alle 15.30, mezz’ora prima della tragedia, all’interno dell’autorimessa fortissimo era l’odore di zolfo, probabile indizio dell’apertura del portellone della cisterna-killer.

34 LA BS OHSAS 18001:2007 COME MODELLO DI GESTIONE ESIMENTE
L’indagine ha messo in luce gravissime carenze per quel che riguarda le condizioni di sicurezza sul lavoro e la formazione (omessa) degli operai. Gli interrogativi si addensano anche sulla composizione chimica del contenuto della cisterna-killer. A livello industriale il metodo più efficiente per produrre lo zolfo sfrutta l’acido solfidrico, uno scarto della lavorazione del petrolio, trasformato in zolfo liquido (con eliminazione di acqua) e immagazzinato per il trasporto in cisterne. Una certa percentuale di acido è inevitabile in un carico di zolfo, ma non può superare precisi limiti, il cui rispetto è un obbligo fondamentale di natura tecnica a tutela della sicurezza degli operatori. Sarà proprio la questione della composizione chimica dell’atmosfera della cisterna killer a costituire uno degli elementi principali dell’intero procedimento.

35 LA BS OHSAS 18001:2007 COME MODELLO DI GESTIONE ESIMENTE
La ricerca della verità su quanto accaduto passa attraverso precisa ricostruzione di tutte le fasi del trasporto dello zolfo, che avviene durante l’udienza del 9 giugno: dallo scalo intermodale Ferruccio di Bari le cisterne si dirigevano, su gomma, a Taranto, dove avveniva il caricamento con lo zolfo liquido. Successivamente ritornavano nel capoluogo barese e, caricate su un mezzo ferroviario, partivano alla volta di Scarlino, un comune della provincia di Grosseto. Questo il percorso abituale dei serbatoi verdi carichi di zolfo, mantenuto allo stato liquido da una temperatura che oscilla tra i 110 i 130 gradi centigradi. La Truck Center di Molfetta si inserisce in questo ciclo quando la Cargo Chemical (società poi confluita nella Fs Logistica) del gruppo Ferrovie dello Stato stipula un contratto con la Timac di Barletta per il trasporto di acido solfidrico. Per ripulire le cisterne dello zolfo si affida a La Cinque Biotrans che a sua volta commissiona l’azienda molfettese Truck Center.

36 LA BS OHSAS 18001:2007 COME MODELLO DI GESTIONE ESIMENTE
Emerge successivamente un secondo elemento fondante la responsabilità poi accertata in giudizio: si tratta della scheda di sicurezza dei prodotti pericolosi prevista dalle direttive comunitarie e dalla legislazione italiana, la “scheda a sedici punti”, che avrebbe dovuto indicare la pericolosità del prodotto trasportato il produttore dello zolfo avrebbe dovuto rilasciare o avrebbe rilasciato ai conducenti. Di detta scheda non si è mai trovata traccia nella ditta di Molfetta Truck Center. Due dubbi fondamentali alimentano la ricerca della verità processuale, quelli sulla effettiva (e pericolosa) composizione chimica e sulla (mai rintracciata) scheda di sicurezza, che non sono dissipati dalle deposizioni, condite da molti «non ricordo», «non me ne occupavo io» e «che io sappia, no» Altri testi e consulenti vengono ascoltati alla metà di giugno. Secondo quando dichiarato in aula, l’impianto molfettese Truck Center era privo di autorizzazioni per la bonifica della cisterna, le cisterne prima che procedesse alla immissione di zolfo liquido non venivano controllate e il piano di sicurezza della Truck Center era stato richiesto, e riguardava solo, per autoparco e autolavaggio, ma non per la pericolosa zona di bonifica industriale.

37 LA BS OHSAS 18001:2007 COME MODELLO DI GESTIONE ESIMENTE
Gli eventi si intrecciano, i tempi inevitabilmente si allungano. Dopo una seduta-fiume in cui vengono ascoltati i consulenti tecnici delle parti in causa, il dibattimento è aggiornato a ottobre 2009. Le emergenze dibattimentali, quanto emerge dalle udienze, getta ombre pesanti sulla gestione corretta e sicura del settore del trasporto di sostanze chimiche pericolose, ed in particolare su quelle che vengono chiamate “esternalizzazioni”, outsourcing, regolate dall’articolo 26 del D.Lgs. n. 81/2008, il testo unico di sicurezza del lavoro: i passaggi concatenati di subappalti e contratti a terzi.


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