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RELAZIONE DI STAGE di Lucia Mosconi

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Presentazione sul tema: "RELAZIONE DI STAGE di Lucia Mosconi"— Transcript della presentazione:

1 RELAZIONE DI STAGE di Lucia Mosconi
Stage effettuato presso la clinica S. Francesco di Bergamo

2 Cos’è la logopedia? La logopedia,parola che deriva dal greco logos ("discorso") e paideia ("educazione"), è un ramo sanitario che si occupa della prevenzione, dell'educazione e della rieducazione della voce, del linguaggio scritto e orale e della comunicazione in età evolutiva, adulta e geriatrica.

3 Chi è il logopedista? Il profilo professionale del logopedista è definito nel Decreto Ministeriale del 14 settembre Il percorso formativo prevede un triennio universitario (laurea di primo livello) presso la facoltà di medicina e chirurgia all'interno di dipartimenti diversi (otorinolaringoiatria e foniatria, neuropsichiatria infantile, neurologia); in seguito alla riforma universitaria sono previsti anche corsi di laurea specialistica. Il logopedista deve sapere lavorare in equipe. Il team multi disciplinare mette a confronto discipline diverse che interagiscono tra loro, permettendo scambio, integrazione, valutazioni obiettive, conoscenza completa del paziente ed una programmazione adeguata per un recupero corretto. In riferimento alla diagnosi e alla prescrizione del medico, nell'ambito delle proprie competenze, il logopedista svolge la sua attività che consiste: nel bilancio e quindi nella valutazione delle capacità comunicative nella stesura di un piano d'intervento nel trattamento riabilitativo nella verifica continua dell’intervento

4 Disturbi di interesse logopedico
Disturbi della voce Disfonie (produzione durante la fonazione di un soffio rumoroso dovuto all'imperfetta chiusura delle corde vocali) Disodie (disturbo della voce cantata) Esiti chirurgici (es. laringectomie) Disturbi organici e funzionali della deglutizione Deglutizione atipica (non evoluzione dell'atto deglutitorio dalla fase primaria infantile alla fase secondaria adulta) Disfagia orofaringea (disfunzione di una o più fasi della meccanica della deglutizione) Disturbi della fluenza Balbuzie (turba del flusso fonoarticolatorio) Tumultus sermonis (farfugliamento) Disturbi delle Funzioni Corticali Superiori Afasia (disturbo acquisito del linguaggio conseguente a lesioni delle strutture cerebrali implicate nei processi di elaborazione del linguaggio) Aprassia (incapacità ad eseguire dei movimenti su richiesta) Agnosia (difficoltà nel riconoscere stimoli non verbali)

5 Disturbi della motricità dell'apparato fonoarticolare
Disartria (disordine del linguaggio dovuto ad alterazioni del controllo muscolare dell'apparato pneumofonoarticolatorio) Disturbi cognitivi Insufficienza mentale (le ridotte prestazioni intellettive impediscono un corretto apprendimento) Demenze (perdita globale e irreversibile delle attitudini intellettive con deterioramento mentale) Disturbi da lesioni sensoriali Sordità (perdita parziale o totale della capacità uditiva; l'apparato fonoarticolatorio e le aree cerebrali deputate al linguaggio sono integre) Disturbi linguistici misti Dislalie meccanico periferiche (difetto di articolazione legato ad una imperfetta coniugazione dei pattern articolatori periferici) Ritardi di linguaggio (difficoltà nella comprensione, produzione e uso del linguaggio in una o più componenti linguistiche) Disturbi degli apprendimenti Dislessia (disturbo di lettura) Disgrafia (disturbo di scrittura) Learning disease (disturbo dell'apprendimento in genere delle materie scolastiche)

6 La mia esperienza Lunedì 4 Giugno ho iniziato la mia esperienza di stage in Clinica S. Francesco per terminarla Venerdì 29 Giugno. In questo periodo ho affiancato la logopedista coordinatrice Anna Maria Iarussi nell’unità operativa di riabilitazione. Il reparto è funzionalmente attrezzato per il tipo di pazienti che sono ricoverati (maniglie lungo i corridoi, accessi agli studi e alle stanze comodi anche per pazienti in carrozzella, servizi igienici adatti). In particolar modo lo studio logopedico è attrezzato di lavandino, specchio,poltrona con possibilità di differenti posizioni, scrivania aperta da entrambe le parti, modificata nel piano d’appoggio per permettere a tutti i pazienti (soprattutto quelli in carrozzella) di essere comodi . Alle pareti non c’è appeso nulla di fisso (orologio, quadri,calendario…) per permettere di appendere provvisoriamente e all’occasione necessaria materiale individualizzato utile per la terapia. Ogni seduta logopedica dura circa quarantacinque minuti per una media di sei,sette pazienti al giorno tra pazienti ricoverati in reparto, pazienti che fanno terapia ambulatoriamente , e il “Day Hospital”. Viene scelta la formula del Day Hospital per quei pazienti che hanno bisogno di prestazioni multi professionali e plurispecialistiche in quanto richiedono sorveglianza e osservazione relative alle condizioni cliniche, con la frequenza settimanale di una o due volte per una mezza mattinata. Durante questo arco temporale il paziente viene accolto da un’infermiera, è clinicamente monitorato e gli vengono somministrati più interventi logopedici (per pazienti con problematiche fonatorie e/o afasiche e disfaici) e la seduta fisioterapica.

7 Io e i pazienti Sapevo che il mio ruolo non poteva che essere di osservatore in quanto ambito specifico di rieducazione infatti durante le sedute non intervenivo assumendo un atteggiamento di non-giudizio; spesso sono stata presentata ai pazienti e nessuno ha fatto altre domande né a rifiutato la mia presenza ad eccezione di due bambini: uno inaspettatamente e inusualmente ha iniziato a piangere e l’altro utilizzando comportamenti di vergogna non voleva collaborare. Da qui ho dedotto che instaurare un rapporto interpersonale con un bambino è più delicato che con un adulto in quanto il bimbo, a seconda dell’età, ha più difficoltà a concepire rapporti multipli nel gioco e nel momento in cui deve fare prestazioni d’attenzione e impegnative. Ho anche approfondito il significato del termine “logopedia” :attraverso l’intervento della logopedista quando non trattava solo persone con problemi specifici di linguaggio ma anche con disturbo dell’attenzione, della memoria, del calcolo o del ragionamento dove il linguaggio diventa il mezzo fondamentale per capire il disturbo stesso e parallelamente lo strumento d’aiuto. Di conseguenza la comunicazione va interpretata non in senso stretto e/o lato ma in un contesto più ampio. Nell’ambito rieducativo vengono utilizzati, a seconda delle necessità tutti i canali possibili per raggiungere il “messaggio bersaglio” del momento e con l’obbiettivo che tale strategia venga percepita e utilizzata funzionalmente dal paziente.

8 Ho notato una differenza d’approccio tra il bambino e l’adulto e nella specificità del singolo caso. Per specificare nell’adulto ha maggiore importanza la dimensione culturale, ambientale e caratteriale che determinano la modalità con cui svolgere la terapia; nel bambino tutto questo viene ridimensionato perché c’è la richiesta di collaborazione della famiglia che quindi viene guidata e monitorata. L’intervento può diventare differente a seconda che il paziente acceda ambulatoriamente o da ricoverato poiché la degenza può creare situazioni di routine sia nel paziente che nei familiari mentre l’accesso ambulatoriale prevedendo un lavoro continuo anche nell’ambito familiare deve essere più determinato e gestito anche perché è luogo comune che si dia maggiore importanza all’autonomia motoria che a quella comunicativa.

9 Conclusioni Lo stage è stato molto interessante:mi ha permesso di iniziare a conoscere il mondo del lavoro nell’ ambito ospedaliero e in particolare della logopedia. Fortunatamente è stata la prima volta che “frequentavo” l’ospedale quotidianamente e per di più dalla parte di chi non è coinvolto direttamente nella malattia e nella sofferenza. Proprio per questo motivo tale esperienza ha avuto per me un doppio significato:ho potuto acquisire nuove conoscenze e allo stesso tempo,essendo a contatto con persone ammalate,ho potuto trarne un arricchimento dal punto di vista umano. Durante lo stage ho compreso l’importanza del rapporto che si instaura tra il medico e il paziente soprattutto nel caso specifico della logopedia,ambito in cui spesse volte il piano d’intervento e il monitoraggio sono estesi nel tempo. Questa attività ha rafforzato in me il desiderio di intraprendere gli studi logopedici poiché ho capito che questo ramo della medicina mi affascina e interessa molto. Un grazie speciale va alla logopedista Sig.ra Iarussi che mi ha seguito,aiutato,appassionato e soprattutto coinvolto in tutte le situazioni possibili. Lucia Mosconi 5M Ist. “O. Romero” Albino


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