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La tradizione civica nelle regioni italiane

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Presentazione sul tema: "La tradizione civica nelle regioni italiane"— Transcript della presentazione:

1 La tradizione civica nelle regioni italiane
Margherita Codazzi, Carlo Andrea Benetti, Luca Castelli, Fulvio Giberti, Pietro Piccoli. La tradizione civica nelle regioni italiane Robert D. Putnam

2 La tradizione civica nelle regioni italiane. Robert D. Putnam
Come si spiega il diverso rendimento politico ed economico delle regioni italiane? Diversi livelli di capitale sociale producono diverse performance istituzionali. “Il contesto sociale e la storia condizionano profondamente il funzionamento delle istituzioni” Reti di impegno civico Norme di reciprocità Capitale sociale

3 La tradizione civica nelle regioni italiane. Robert D. Putnam

4 La tradizione civica nelle regioni italiane. Robert D. Putnam

5 Fonte: sbilanciamoci! (2007).
La tradizione civica nelle regioni italiane. Robert D. Putnam Fonte: sbilanciamoci! (2007).

6 La tradizione civica nelle regioni italiane. Robert D. Putnam
Metodo d’indagine Per le ricerche che precedono la stesura del libro viene utilizzata la tecnica della diversificazione delle fonti quindi una metodologia che dia “larghezza”, cioè la possibilità di trattare problemi diversi tra loro e di osservarne i cambiamenti nell’evolversi del tempo. Soaking and coking: immersione e indagine. Immersione o introduzione nel tessuto istituzionale a contatto con governi e rappresentanti locali. Utilizzo di tecniche quantitative per corroborare o verificare i dati raccolti senza cadere in casi fuorvianti. Analisi statistica: permette di paragonare casi diversi contemporaneamente Viene fatto un paragone simultaneo tra 15/20 regioni secondo quindi un criterio multidimensionale

7 Dilemmi dell’azione collettiva
La tradizione civica nelle regioni italiane. Robert D. Putnam Dilemmi dell’azione collettiva Come influisce il capitale sociale nelle scelte individuali. In presenza di determinate condizioni nel contesto sociale la scelta razionale per un attore diventa quella di non cooperare. Tuttavia i risultati sembrano irrazionali alla luce dei maggiori benefici di cui godrebbero tutti cooperando. Tragedia del pascolo demaniale; bene pubblico ‘’sotto-fornito’’; logica dell’azione collettiva: free riding; dilemma del prigioniero.

8 Dilemma del prigioniero
La tradizione civica nelle regioni italiane. Robert D. Putnam Dilemma del prigioniero Giocatore B Giocatore A Tradire Cooperare 3 (A); 3 (B) 6 (A); 0 (B) Cooperare 0 (A); 6 (B) 1 (A); 1 (B ll problema dei due prigionieri è che non possono coordinare le loro decisioni: se potessero fidarsi l'uno dell'altro, ne ricaverebbero un vantaggio comune. Essi però sono portati a tradirsi per ricercare di massimizzare il proprio vantaggio personale, tendenza che li porta ad una situazione "non ottima" con una condanna a 3 anni di reclusione.

9 Cosa consente di superare i dilemmi dell’azione collettiva?
La tradizione civica nelle regioni italiane. Robert D. Putnam Cosa consente di superare i dilemmi dell’azione collettiva? Il contrattualismo classico propone con Hobbes per primo un’ entità estranea (il Leviatano), che si erga a garante del reciproco rispetto degli impegni. Questa soluzione attraverso la delega incorre in due gravi problemi: l’esosità dei costi da sostenere per rilevare e punire ogni singola effrazione; l’impossibilità di controllare il garante, quis custodiet ipsos custodes.

10 Cosa consente di superare i dilemmi dell’azione collettiva?
La tradizione civica nelle regioni italiane. Robert D. Putnam Cosa consente di superare i dilemmi dell’azione collettiva? Putnam osserva che le società in cui sono diffusi fiducia e senso civico (civicness), quindi un alto livello di capitale sociale, incoraggiano gli attori alla cooperazione. “Per capitale sociale intendiamo qui la fiducia, le norme che regolano la convivenza, le reti di associazionismo civico” Società cooperative di credito Associazioni di mutuo soccorso violano la logica dell’azione collettiva, eppure prosperano sulla base di reti di fiducia.

11 CAPITALE SOCIALE Norme di reciprocità
La tradizione civica nelle regioni italiane. Robert D. Putnam CAPITALE SOCIALE Norme di reciprocità (es. regole di buon vicinato) Reti di impegno civico (es .associazioni di volontariato)

12 La tradizione civica nelle regioni italiane. Robert D. Putnam
Come si trasforma la fiducia personale in fiducia sociale? Norme di reciprocità Regolano i rapporti e trasferiscono esternamente il controllo sull’azione degli attori; abbassano I costi operativi; facilitano la cooperazione, frenano l’oppurtunismo. ‘‘Farò questo per te ora, sapendo che un giorno tu farai qualcosa per me’’

13 La tradizione civica nelle regioni italiane. Robert D. Putnam
Reti di impegno civico Come si trasforma la fiducia personale in fiducia sociale? Sono forme di interazioni orizzontali come le associazioni di quartiere, cooperative, circoli sportivi, partiti di massa, onlus, oratori, ecc… Accrescono le sanzioni per il trasgressore; rendono più salde le norme di reciprocità; facilitano la comunicazione, migliorando le informazioni sull’affidabilità; formano una tradizione storica favorevole alla collaborazione sociale.

14 Società forte Stato forte Economia forte
La tradizione civica nelle regioni italiane. Robert D. Putnam La tesi di Putnam, sostenuta dai dati raccolti in Italia, è che il capitale sociale produca rendimenti migliori dell’economia e della politica. Società forte Economia forte Stato forte Le regioni italiane più civiche hanno avuto un più rapido sviluppo economico. Diverge da Mancur Olson; l’economista americano sostiene che piccoli gruppi di interesse abbiano un’incidenza negativa sull’economia: società forte, economia debole. I dati confermano la stretta correlazione tra associazionismo e buona amministrazione pubblica. In opposizione alle argomentazioni del professore Joel S. Migdal secondo cui più forti e numerose sono le organizzazioni, più debole è il governo: società forte, stato debole.

15 La tradizione civica nelle regioni italiane. Robert D. Putnam

16 Due opposti equilibri sociali
La tradizione civica nelle regioni italiane. Robert D. Putnam Perchè le regioni con cattive performance di governo hanno reiterato nel tempo il loro comportamento non virtuoso? Due opposti equilibri sociali Putnam riprende la definizione di A.Hirschman del capitale sociale come una delle risorse morali: “Ovvero risorse la cui fornitura aumenta con l’uso e che si esauriscono se non sono usate” Perciò si assiste alla stabilizzazione di due opposti equilibri sociali “autorinforzanti”: Circolo vizioso Circolo virtuoso

17 La tradizione civica nelle regioni italiane. Robert D. Putnam
Circolo vizioso La strategia del “mai cooperare” diventa un equilibrio stabile, poichè gli attori sono condizionati da una profonda sfiducia reciproca. In una società in cui nessuno coopera diventa irrazionale fare il contrario. “Regimi autoritari clientelismi, imposizioni al di fuori della legge rappresentano la soluzione meno peggiore in assenza di virtù civiche.” Le strutture verticali e gerarchice, che hanno caretterizzato la storia delle regioni del Sud, hanno generato un rafforzamento dei circoli viziosi. Equilibrio hobbesiano in cui la popolazione accetta un ruolo di subordinazione, sfruttamento e coercizione, poichè risulta la scelta meno dannosa.

18 Circolo virtuoso La tradizione civica nelle regioni italiane. Robert D. Putnam Precendenti storici di reciprocità generalizzata e associazioni civiche incoraggiano la cooperazione come soluzione ai dilemmi hobbesiani Cooperare in una società civica diventa la scelta migliore anche per iI singolo attore. “I circoli virtuosi hanno come risultato equilibri sociali con alti livelli di cooperazione, fiducia, reciprocità, impegno civico e benessere collettivo” Le organizzazioni orizzontali (come gilde, consorterie, società di mutuo soccorso, cooperative, sindacati), maggiormente diffuse nelle regioni del Centro-Nord, hanno contribuito a sviluppare migliori rendimenti civili e istituzionali. Equilibrio civico che rafforza le forme di collaborazione organizzata.

19 Dipendenza dal percorso storico
La tradizione civica nelle regioni italiane. Robert D. Putnam Dipendenza dal percorso storico L’individuo razionale è portato ad agire cooerentemente al contesto sociale ricevuto in eredità dalla storia. “Il binomio reciprocità/fiducia e quello subordinazione/sfruttamento sono entrambi in grado di tenere insieme la società, sebbene a diversi livelli di efficienza e di rendimento istituzionale.” La dipendenza dal percorso storico produce rendimenti differenti nel tempo anche in società con istituzioni formali simili.

20 Il caso americano Un esempio di dipendenza dal percorso storico
La tradizione civica nelle regioni italiane. Robert D. Putnam Il caso americano Un esempio di dipendenza dal percorso storico Douglass North ha condotto uno studio nel quale collega l’esperienza postcoloniale dall’America del Nord e del Sud con le rispettive eredità coloniali. Nonostante costituzioni del governo simili e stessa abbondanza di risorse naturali, le due Americhe hanno ottenuto rendimenti economici e sociali molto diversi. Secondo North questo perchè l’America del Nord aveva ereditato il sistema parlamentare inglese, mentre l’America del Sud l’autoritarismo centralizzato tipico del tardo Medioevo spagnolo. Le diverse tradizioni storiche quindi, che da una parte hanno consentito l’emergere di tradizioni civiche, e dall’altra il perpetuarsi di assoggettamento e sfruttamento, hanno offerto alle due Americhe una diversa gamma di opportunità e di incentivi.

21 La riforma regionale italiana.
La tradizione civica nelle regioni italiane. Robert D. Putnam La riforma regionale introdotta negli anni '70 ha avuto effetti negativi o positivi? il cambiamento istituzionale ha permesso ai cittadini di ottenere vantaggi o svantaggi dal nuovo assetto regionale? Il cambiamento delle istituzioni formali ha prodotto cambiamenti informali ed è diventato semovente, sebbene abbia ottenuto nelle diverse regioni risultati differenti. Non è possibile affermare che la riforma regionale abbia spezzato i circoli viziosi che hanno sprofondato il Mezzogiorno nell'arretratezza per più di un millennio, tuttavia il miglioramento del Sud è visibile se si prova a considerare quale sarebbe stata la situazione senza la riforma. Sicuramente non bisogna scoraggiarsi di fronte alla difficoltà ed alla lentezza delle trasformazioni socio-culturali, che non possono accadere con la stessa rapidità di cambiamenti nell'assetto istituzionale. E' necessario pertanto insistere nel tentativo di costruire al Sud una comunità civica all'interno della società, ma senza abbattersi se i risultati non arrivano immediatamente, poiché trasformazioni di questo tipo possono avvenire solo nel lungo periodo.

22 La tradizione civica nelle regioni italiane. Robert D. Putnam
L’intervento di Robert D. Putnam alla Camera dei Deputati il 19 Ottobre 1993 Il cammino da seguire

23 La tradizione civica nelle regioni italiane. Robert D. Putnam
Il cammino da seguire L’intervento di Robert D. Putnam alla Camera dei Deputati il 19 Ottobre 1993 Rafforzamento della comunità civica. attraverso una riscossa della società civile. Investimento in capitale sociale prima che in capitale fisico. Trasferimento di maggiore responsabilità agli enti locali. Rapporto più diretto con il cittadino al fine di garantire maggiore trasparenza.

24 Nuove ricerche sul capitale sociale
La tradizione civica nelle regioni italiane. Robert D. Putnam Nuove ricerche sul capitale sociale Il contributo di Putnam è stato illuminante per successive ricerche sul capitale sociale in Italia e sulla sua polarizzazione geografica. Una di queste, qui proposta, è stata prodotta all’interno della Banca d’Italia e si concentra prevalentemente sull’analisi di convergenza tra regioni rispetto alla media italiana. Ciò che si vuole provare è la bontà dei suggerimenti di Putnam sul cammino da seguire, ecco alcuni dati raccolti.

25 Andamento nel tempo delle deviazioni standard delle variabili di capitale sociale e di altri indicatori. La tradizione civica nelle regioni italiane. Robert D. Putnam

26 INDICATORE SINTETICO DI PARTECIPAZIONE SOCIALE
La tradizione civica nelle regioni italiane. Robert D. Putnam INDICATORE SINTETICO DI PARTECIPAZIONE SOCIALE INDICATORE SINTETICO DI PARTECIPAZIONE POLITICA INDICATORE SINTETICO DI FIDUCIA

27 INDICATORE SINTETICO DI CAPITALE SOCIALE
La tradizione civica nelle regioni italiane. Robert D. Putnam INDICATORE SINTETICO DI CAPITALE SOCIALE Nella gran parte delle variabili il Mezzogiorno ha conosciuto una lenta convergenza verso la media nazionale, più significativa dopo gli anni `60 e `90. Sicuramente I dati segnalano la persistenza delle differenze, ma è importante sottolineare l`avvicinamento graduale delle singole regioni verso le medie nazionali. Potrebbe essere questo un segnale che corrobora le tesi di Putnam sull`utilità delle istituzioni locali nell`invertire l`equilibrio sociale.

28 Conclusioni e critiche
La tradizione civica nelle regioni italiane. Robert D. Putnam Conclusioni e critiche Seppur le intuizioni di Putnam ci sembrino chiare, intraprendere la pratica della cooperazione rimane una sfida ostica e complessa in certe regioni. È sicuramente vero che una politica troppo spesso “office seeking” tende a disinteressarsi da politiche mirate ad un aumento dello stock di capitale sociale. Questo accade perchè I risultati di simili politiche potrebbero emergere solo nel lungo periodo, sono quindi inutili allo scopo di “fare cassa” di consenso per le tornate elettorali. Dopo la pubblicazione de “La tradizione civica nelle regioni italiane” il dibattito accademico ha ampliato notevolmente il materiale e le conoscenze sul capitale sociale. Ci sembra opportuno ricordare alcune critiche mosse a Putnam, sia per la scelta degli indicatori sia per una certa tautologia che sembra caratterizzare il suo impianto (Tarrow).

29 Uno sguardo sull`opinione comune oggi
La tradizione civica nelle regioni italiane. Robert D. Putnam Uno sguardo sull`opinione comune oggi


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