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CENTRO TONIOLO Padova 01 marzo 2012 La FEDERAZIONE dei COMUNI del CAMPOSAMPIERESE Unione di Comuni Una sfida per la modernità.

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1 CENTRO TONIOLO Padova 01 marzo 2012 La FEDERAZIONE dei COMUNI del CAMPOSAMPIERESE Unione di Comuni Una sfida per la modernità

2 Il mondo è cambiato e anche noi siamo cambiati. Viviamo un passaggio d’epoca Lo Stato ha sempre meno risorse e sta ridefinendo la propria architettura istituzionale ridisegnando i rapporti tra Stato Regione Territorio; Stiamo passando da uno Stato centralizzato ad uno Stato federale; Le Province, come enti locali, stanno passando da enti di I° livello ad enti di 2° livello con funzioni non di gestione ma di indirizzo e coordinamento; L’organizzazione dei servizi pubblici locali è rivoluzionata L’Europa sta definendo le proprie politiche di crescita improntate sulla centralità dei luoghi.

3 Il mondo è cambiato e anche noi siamo cambiati. Viviamo un passaggio d’epoca I nostri Comuni in questo cambiamento diventano sempre più “periferia” ed “invisibili”; confusi tra un passato che non c’è più, un futuro da costruire ed un presente dove si “naviga a vista”; Il modello di sviluppo fondato sul PIL non funziona più. Noi tutti stiamo rivedendo comportamenti e stili di vita scegliendo un modello di vita più sobrio, più sostenibile.

4 Consapevoli che Il 2012 è l’anno delle scelte Saremo costretti a prendere delle decisioni, personali e collettive. Lo dovrà fare l’Europa, lo faranno gli americani, i francesi, i russi, lo farà l’Egitto, lo dovrà fare l’Italia, Lo dovranno fare i consigli comunali, lo dovremo fare noi cittadini che messi di fronte al fatto che non possiamo più vivere e consumare come abbiamo fatto negli ultimi trent’anni dovremo scegliere. Quando si pensa di aver toccato il fondo quello è il momento di mettere da parte la paura e scegliere una strada per provare ad uscire. Sapendo che stare fermi non significherà mantenere la posizione ma cadere inesorabilmente ancora più in basso.

5 Scegliere significa… Alzare lo sguardo e ricominciare ad immaginare un futuro. Investire su qualcosa che vale e questo comporta rinunciare a qualcos’altro che sembrava scontato. La citazione migliore per un anno delle scelte è “non possiamo pretendere che le cose cambino se continuiamo a fare le stesse cose” (Albert Einstein) Come Comuni abbiamo una serie di incroci davanti che la vita e il sistema di norme finora creato ci getterà tra i piedi nei prossimi mesi. Gli incroci non li abbiamo scelti noi. Ma quale strada prendere dipende solo da noi.

6 LE PRINCIPALI SCADENZE 31 GENNAIO 201231 MARZO 201230 APRILE 2012 REGOLE ATTUATIVE SERVIZI PUBBLICI Adozione del DM per adozione degli elementi della deliberazione quadro (che il Comune dovrà predisporre) per l’attribuzione dei diritti di esclusiva, in relazione agli affidamenti di servizi pubblici locali con rilevanza economica ATTIVAZIONE DELLE CENTRALI UNICHE DI COMMITTENZA Tutti gli appalti di opere pubbliche e gli acquisti di beni e servizi dei Comuni sotto i 5.000 abitanti devono essere, da tale data, effettuati da parte delle centrali uniche di committenza che vanno istituite attraverso unioni di comuni o convenzioni FUNZIONI DELLE PROVINCE DA TRASFERIRE AI COMUNI Lo Stato e le Regioni, ognuno per le materie di propria competenza, entro questa scadenza devono assegnare ai Comuni le funzioni gestite attualmente dalle Province, salvo la funzione di indirizzo politico e coordinamento. 30 GIUGNO 201231 DICEMBRE 2012 BILANCI PREVENTIVI E MODIFICHE ALLE ALIQUOTE IMU Termine per approvare i bilanci preventivi 2012. La scadenza vale anche per la variazione delle aliquote IMU per abitazioni principali, fabbricati rurali, immobili improduttivi di reddito, nonché per l’aumento dei fabbricati tenuti a disposizione. TERMINE PER LA SOSTITUZIONE DELLE AUTORITA’ D’AMBITO Le Regioni devono legiferare per definire il soggetto che sostituirà le Autorità d’ambito (per la gestione del ciclo integrato dei rifiuti e del servizio idrico integrato). Sino a quella data le Autorità continuano ad operare STOP AGLI AFFIDAMENTOI IN HOUSE Cessano le gestioni di servizi pubblici affidati in house, se di valore superiore ai 200.000 € attribuite a società prive dei requisiti per il controllo analogo.

7 LE PRINCIPALI SCADENZE 13 MAGGIO 201330 SETTEMBRE 2013 UNIONE DEI MINI COMUNI Per i Comuni fino a 1000 abitanti è previsto l’obbligo di svolgimento in forma associata di unione di tutte le funzioni e i servizi pubblici dei Comuni a partire dalla prima tornata successiva alla data indicata (13 maggio 2013) GESTIONE ASSOCIATA DELLE FUNZIONI FONDAMENTALI I Comuni dai 1000 ai 5000 abitanti devono dare vita alla gestione associata delle 6 funzioni fondamentali tramite Unione o Convenzione LIQUIDAZIONE SOCIETA’ PARTECIPATE I Comuni con popolazione inferiore ai 30.000 abitanti, devono liquidare le società da essi partecipati e comunque dismettere le partecipazioni detenute. Sono possibili deroghe in caso di raggiungimento del limite dimensionale o a fronte di bilanci positivi nell’ultimo triennio.

8 PRIME DEFINIZIONI DEFICIT = RIGORE STATO PIL CRESCITAMERCATO RIGORE = Equilibrio di bilancio –Creare RIGORE è compito delle Istituzioni Pubbliche, dello Stato. Il riassetto organizzativo istituzionale della PA italiana ha questa logica CRESCITA= +PIL = + Fatturato + Reddito + Spesa –Creare CRESCITA è compito del privato, dell’Azienda del Mercato

9 Ma il territorio non è solo Stato e Mercato: –il PIL tiene conto delle transazioni in denaro e trascura tutte quelle a titolo gratuito (restano escluse le prestazioni dell’ambito familiare, del volontariato, del non-profit…) –Il PIL tratta tutte le transazioni come positive, non fa distinzione tra le attività che contribuiscono al benessere e quelle che lo diminuiscono: i danni provocati da crimini, l’inquinamento, le catastrofi naturali…fanno crescere il PIL quanto l’aumento del reddito delle persone ed il fatturato delle aziende.

10 L’idea che il PIL sia un numero relativamente poco significativo per definire la crescita è sempre più condivisa e anche a livello istituzionale si cercano nuovi strumenti per misurare la crescita ed il benessere di una comunità che a volte non coincidono con la sola crescita economica.

11 La CRESCITA oggi si misura ancora con il PIL AMBIENTE FAVOREVOLE ALLA CRESCITA= un nuovo modello per misurare il territorio. Il BIL (Benessere Interno Locale) RIGORE = SANA E BUONA GESTIONE

12 STATO ECONOMIA DEL DONO MERCATO

13 Perché si costruisce l’Unione nel rapporto DEFICIT/PIL ? L’obiettivo è intervenire solo sul RIGORE, sul numeratore; Come Ente Locale vogliamo intervenire anche sul denominatore, sul PIL? –Sulle condizioni che favoriscono la crescita –Con il ruolo di centro integratore delle politiche territoriali e motore dello Sviluppo

14 La missione della Federazione dei Comuni del Camposampierese Art.2 dello Statuto «I Comuni si associano per creare, attraverso servizi e politiche pubbliche adeguate, un ambiente favorevole alla crescita, un ambiente che permetta al cittadino di essere attivo nel perseguire le proprie aspirazioni ed il proprio progetto di vita».

15 TERRITORIO Il cambiamento è … Rigenerare l’identità del territorio fondata su un modello sostenibile che guardi al benessere e crei le condizioni per lo sviluppo e la crescita. Ridare valore alla rappresentanza politica nell’amministrare per portare le istanze dei cittadini alla dimensione politica ed occuparci dei “beni comuni”;

16 TERRITORIO Il cambiamento è … Passare da un territorio politicamente e funzionalmente policentrico ad un territorio strutturato a sistema, organizzato in ambiti omogenei e ottimali: –Che contengono tutti i servizi di cui il territorio ha bisogno senza ripetizioni ma specializzazioni. –Dove gli elementi di rappresentanza e di funzionalità trovino una sintesi che si regge sul ruolo centrale dei sindaci e della politica per il governo degli enti comunali e quelli di secondo grado, e sui criteri di economicità e qualità per l’esercizio di funzioni e servizi; –Dove anche le parti sociali si organizzano in modo coerente.

17 TERRITORIO Il cambiamento è … Mettere ordine ai pilastri delle autonomie territoriali sapendo che: –È finito il tempo delle furbizie. Abbiamo bisogno di programmi e interventi di media-lunga durata; –Le Unioni di comuni, la rivisitazione delle Province e il riassetto dei servizi pubblici locali sono una sfida per la modernità di questo Paese; Partire dalle IPA per definire le politiche di crescita del proprio sistema territoriale e vincere la sfida di Europa 2020;

18 Cambiare è possibile E’ possibile reingegnerizzare le procedure funzionali dei Comuni e riorganizzarle in forma associata nell’Unione di Comuni in modo utile e conveniente; E’ possibile riqualificare i meccanismi di rappresentanza e di democrazia partecipativa e gli strumenti di programmazione decentrata territoriale, attraverso il tavolo multiattore dell’IPA, per rigenerare l’identità territoriale e renderla più funzionale al nuovo modello di sviluppo e più adeguata alle sfide di quest’epoca.

19 Per governare il nuovo paradigma dello sviluppo occorrono occhi nuovi, nuovi organismi e nuove procedure decisionali perché quelle attuali non sono più adeguate, sono state create in tempi ed in situazioni incomparabili con il contesto presente. Dal Prodotto Interno Lordo al Benessere Interno Locale NUOVI ORGANISMI Federazione di Comuni Intesa Programmatica d’Area NUOVE PROCEDURE Reingegnerizzare le procedure funzionali Riqualificare i meccanismi di rappresentanza partecipativa e di programmazione decentrata territoriale NUOVI OCCHI Sana e buona gestione e buon funzionamento dei servizi comunali Il Benessere territoriale e la sua sostenibilità

20 CHE COS’E’ LA Federazione dei Comuni del Camposampierese E’ la consapevolezza che i campanili non bastano più (né quelli piccoli, né quelli grandi) E’ un modo di fare le cose in grande mantenendole piccole; E’ la distinzione tra: –le “Unioni di comuni” composte da pochi Comuni e con piccole dimensioni territoriali, –E le Unioni che fanno coincidere il loro ambito territoriale con quello indicato dalla Regione, ai sensi dell’art. 14 della Legge 122/2010, come dimensione territoriale omogenea ed ottimale per lo svolgimento delle funzioni fondamentali dei Comuni

21 CHE COS’E’ LA Federazione dei Comuni del Camposampierese E’ il superamento dell’idea di “Unione di Comuni” come anticamera della Fusione di Comuni. E’ lo strumento istituzionale che il territorio si da per governare le grandi trasformazioni in atto: –il federalismo fiscale, funzionale, istituzionale, –le politiche territoriali di sviluppo (IPA, PATI), –la programmazione comunitaria – Europa 2020 –, –la riconversione energetica del territorio (il patto dei Sindaci)

22 CHE COS’E’ LA Federazione dei Comuni del Camposampierese E’ il Patto di Responsabilità e di Autonomia. –Patto: la Federazione è fiducia reciproca, collaborazione positiva ed intensa tra Sindaci, amministratori, attori territoriali. La fiducia è il capitale sociale che permette di pensare e realizzare i progetti e le opere che costruiscono il futuro e che servono anche a chi verrà dopo. –Autonomia nell’organizzare le funzioni ed i servizi fondamentali, nell’affrontare il federalismo fiscale e nel definire e concertare le politiche di area vasta del Territorio. –Responsabilità nella gestione e nell’uso delle risorse con l’idea che, per certi servizi, la Federazione sia la dimensione giusta per fare meglio e spendere meno.

23 L’unione dei comuni L’unione è una forma associativa polifunzionale più strutturata e stabile della convenzione, è un ente locale dotato di propria personalità giuridica, organi di amministrazione diretta, potestà regolamentare. All’unione devono essere trasferite (non delegate) le funzioni comunali e le relative risorse, di cui essa acquisisce la titolarità. All’unione competono gli introiti derivanti dalle tasse, dalle tariffe e dai contributi sui servizi ad esse trasferiti. La costituzione dell’Unione e il suo statuto sono deliberati dai comuni che ne fanno parte. 23

24 L’unione dei comuni L’unione è un ente che funziona secondo una logica di rete, che richiede un modello di governance condiviso. I processi decisionali sono lenti e complessi, richiedono continue negoziazioni fra i partner, che devono continuare a percepire la convenienza a stare insieme In Veneto, dal 2001 sono state costituite 33 unioni, oggi sono 27, per un terzo sotto i 10.000 abitanti (cioè al di sotto dell’attuale soglia minima), costituite in prevalenza di 2-4 comuni, per la gestione di un minimo di 3 servizi (sub-articolazioni delle funzioni fondamentali). 24

25 L’unione dei comuni L’esperienza delle piccole Unioni spesso non è stata positiva, perché sono state costituite per prendere i contributi e dopo che questi sono cessati si sono sciolte o hanno “vivacchiato”, hanno comportato un aumento di costi di struttura a fronte delle esigue funzioni associate, talora sono entrate in crisi al cambiamento delle amministrazioni. L’unione è reversibile, anche se ci sono dei deterrenti all’uscita dei singoli comuni e allo scioglimento (restituzione dei contributi ricevuti), ma con la nuova normativa è necessario che chi esce trovi un’alternativa di gestione associata per un bacino di popolazione indicato dalla Regione. 25

26 La convenzione La convenzione ha natura contrattuale, non ha organi di amministrazione e struttura propria, si appoggia su quella del Comune capofila e può prevedere la costituzione di uffici unici fra gli enti locali convenzionati. La convenzione ha carattere monofunzionale, è stata stipulata su base volontaria. Questo ha prodotto gestioni associate a geometria variabile, in cui ciascun comune negoziava di volta in volta forme di collaborazione per specifici servizi con comuni diversi. 26

27 La convenzione I vantaggi della convenzione sono la flessibilità e la facilità di recesso (sempre che non vi siano contributi regionali da restituire). Stante l’attuale quadro normativo, per i Comuni dai 1.001ai 5.000 abitanti le convenzioni dovranno estendersi alle 6 funzioni fondamentali comunali, essere stipulate per un bacino di abitanti definito dalla Regione, nell’area omogenea individuata dalla Regione. 27

28 La convenzione La gestione delle convenzioni sarà molto complessa sotto il profilo amministrativo (es. si imporrà per tutte le funzioni l’adozione degli stessi regolamenti da parte di tutti i Comuni). Il comune capofila sarà chiamato a sostenere maggiori oneri gestionali, di personale e logistici rispetto agli altri Comuni. Gli altri Comuni trasferiscono “potere politico e gestionale” al Comune capofila 28

29 La fusione di comuni La fusione comporta l’integrazione dei Comuni pre- esistenti e la costituzione di un unico ente, mentre con la convenzione e l’unione i comuni mantengono la propria identità. La fusione di Comuni è disposta con legge regionale, sentite le popolazioni interessate. La legge regionale che istituisce nuovi comuni, mediante fusione di due o più comuni contigui, prevede che alle comunità di origine o ad alcune di esse siano assicurate adeguate forme di partecipazione e di decentramento dei servizi

30 La fusione di comuni Nei comuni istituiti mediante fusione di due o più comuni contigui lo statuto comunale può prevedere l'istituzione di municipi nei territori delle comunità di origine o di alcune di esse. Lo statuto e il regolamento disciplinano l'organizzazione e le funzioni dei municipi, potendo prevedere anche organi eletti a suffragio universale diretto. Si applicano agli amministratori dei municipi le norme previste per gli amministratori dei comuni con pari popolazione.

31 La fusione di comuni Lo Stato eroga, per i 10 anni successivi alla fusione stessa, appositi contributi straordinari commisurati a una quota del 20% dei trasferimenti spettanti ai singoli comuni che si fondono. Una volta realizzata la fusione, il funzionamento dell’ente che ne risulta è più semplice, perché sottosta alle stesse regole di un Comune. Il Comune che nasce dalla fusione è soggetto al patto di stabilità, ma dal 2013 saranno soggetti al patto anche i comuni sotto i 5.000 abitanti.

32 Unione di Piccoli Comuni Comuni fino a 1.000 abitanti Obbligo di gestione associata in Unione di Comuni di tutte le funzioni A partire dalla prima tornata elettorale successiva al 13 maggio 2013; Dal 2014 assoggettamento al patto di stabilità anche per i Comuni fino ai 1.000 abitanti; Gli ambiti territoriali sono definiti dalla Regione e comunque non possono essere inferiori ai 5.000 abitanti Organi del Comune fino a 1000 abitanti: –1 sindaco –6 consiglieri (non avranno diritto ad alcuna indennità) –Non c’è più la Giunta comunale (questo vale anche per i Comuni con più di 1.000 abitanti che trasferiscono tutte le funzioni all’Unione. Organi dell’Unione di Comuni: –Consiglio: è composto dai sindaci dei Comuni dell’Unione e da due consiglieri per ciascun Ente (Uno di maggioranza e uno di opposizione); –Il Presidente è un sindaco e resta in carica due anni e mezzo; –La Giunta dell’Unione è composta dai sindaci nominati dal Presidente in numero non superiore ad un Comune di pari dimensione demografica. 32

33 Comuni da 1.001 fino a 5.000 abitanti art. 16 DL 138 conv. L 14 sett. 2011 n. 148 Obbligo di gestire in forma associata (Unione di Comuni o Convenzione) le funzioni fondamentali entro 30 settembre 2013 ; Le associazioni comunali devono raggiungere la dimensione minima indicata dalla Regione e comunque non meno di 10.000 abitanti. Le giunte ed i consigli fino a 15.000 abitanti si riuniscono solo di sera e i permessi non saranno più di un’intera giornata ma per il tempo strettamente necessario alla seduta e per il tempo strettamente necessario per il raggiungimento della stessa. Numero componenti degli Organi a decorrere dal primo rinnovo del Consiglio comunale: –Comuni fino a 1000 abitanti: sindaco e 6 consiglieri; –Comuni da 1001 fino a 3.000 abitanti: Sindaco, 6 consiglieri e max 2 assessori; –Comuni da 3.001 fino a 5.000 abitanti: Sindaco, 7 consiglieri e max 3 assessori; –Comuni da 5001 fino a 10.000 abitanti: Sindaco, 10 consiglieri e max 4 assessori. 33

34 Le 6 funzioni fondamentali Art. 21 legge 42/2009 1.Funzioni generali di amministrazione, di gestione e di controllo, nella misura complessiva del 70% delle spese come certificate dall’ultimo conto del bilancio disponibile. 2.Funzioni di Polizia Locale; 3.Funzioni di istruzione pubblica, ivi compresi i servizi i servizi per gli asili nido e quelli di assistenza scolastica e refezione, nonché l’edilizia scolastica; 4.Funzioni nel campo della viabilità e dei trasporti; 5.Funzioni riguardanti la gestione del territorio e dell’ambiente, fatta eccezione per il servizio di edilizia residenziale pubblica e locale e piani di edilizia nonché per il servizio idrico integrato; 6.Funzioni del settore sociale 34

35 Quali sono le altre funzioni 1.Funzioni relative alla giustizia 2.Funzioni relative alla cultura e ai beni culturali Biblioteche, musei, pinacoteche Teatri, attività culturali 3.Funzioni nel settore sportivo e ricreativo Piscine Stadio, palazzo dello sport 4.Funzioni nel campo turistico Servizi turistici Manifestazioni turistiche 5.Funzioni nel campo dello sviluppo economico Fiere Mercati Commercio 35

36 36 Le dimensioni dei Comuni in Italia Le regioni d’Italia hanno comuni di dimensioni demografiche e territoriali molto diverse. Si va dal Piemonte con 1209 comuni e una media di circa 3.000 ab. per comune (esclusa l’area metropolitana di Torino), ai 257 comuni della Puglia con 15.000 ab. per comune (esclusa Bari). Il Veneto si colloca in una posizione intermedia con 581 comuni e circa 8.000 ab. di media. Il fenomeno associativo assume forme diverse nelle varie regioni italiane, anche in conseguenza delle dimensioni demografiche dei comuni.

37 37 Dimensioni demografiche dei Comuni nelle regioni d'Italia al 31/12/0 9 RegionePopolazione al 31/12/09 Numero di Comuni Media abitanti per Comune Città metropolitana L.142/90 Abitanti città metropolitana 21/12/09 Media abitanti per Comune senza città metropolitana Piemonte 4.446.230 1.209 3.678 Torino 909.538 2.925 Valle d'Aosta 127.866 74 1.728 Liguria 1.615.986 235 6.877 Lombardia 9.826.141 1.546 6.356 Milano 1.307.495 5.510 Veneto 4.912.438 581 8.455 Venezia 270.801 7.989 Alto Adige 503.434 116 4.340 Trentino 524.826 223 2.353 Friuli V.G. 1.234.079 219 5.635 Emilia R. 4.395.569 341 12.890 Bologna 377.220 11.784 Toscana 3.730.130 287 12.997 Firenze 368.901 11.712 Marche 1.559.542 246 6.340 Umbria 900.790 92 9.791 Lazio 5.681.868 376 15.111 Roma 2.743.796 7.814 Abruzzo 1.338.898 305 4.390 Molise 320.229 136 2.355 Campania 5.824.662 551 10.571 Napoli 962.940 8.823 Puglia 4.084.035 257 15.891 Bari 320.150 14.645 Basilicata 588.879 131 4.495 Calabria 2.009.330 409 4.913 Sicilia 5.042.992 390 12.931 Palermo 656.081 11.248 Sardegna 1.672.404 375 4.460 Italia 60.340.328 8.099 7.450 7.916.922 6.473

38 38 Le dimensioni dei Comuni nel Veneto Le province del Veneto hanno comuni di dimensioni demografiche e territoriali molto diverse fra di esse. Si va dai 121 comuni della provincia di Vicenza ai 44 di Venezia, circa a parità di popolazione. Si va da una media di 2.600 ab. per comune in provincia di Belluno ad una media di 13.700 in provincia di Venezia. Dei 581 comuni del Veneto: –313 comuni sono al di sotto dei 5.000 abitanti, pari al il 54%, di cui 40 al di sotto dei 1.000 abitanti, pari al 7% –209 comuni hanno fra 5000 e 15.000 abitanti, pari al 35% –52 comuni hanno fra 15.000 e 50.000 abitanti, pari al 9%. –7 comuni sono al sopra i 50.000 abitanti (i capoluoghi di provincia, meno Belluno più Chioggia).

39 39 Dimensioni dei comuni del Veneto per provincia al 31/12/09 ProvinciaPopolazione al 31/12/09 Superficie Kmq Abitanti per Kmq Numero Comuni Media abitanti per Comune Abitanti del Comune Capoluogo Media ab. per Comune senza il capoluogo % ab. capo- luogo su popolazione provinciale Belluno 213.876 3.678 58 69 3.100 36.618 2.60717,12% Padova 927.730 2.142 433 104 8.920 212.989 6.93922,96% Rovigo 247.297 1.789 138 50 4.946 52.118 3.98321,08% Treviso 883.840 2.477 357 95 9.304 82.208 8.5289,30% Venezia 858.915 2.462 349 44 19.521 270.801 13.67731,53% Verona 914.382 3.121 293 98 9.330 264.475 6.70028,92% Vicenza 866.398 2.723 318 121 7.160 115.550 6.25713,34% Veneto 4.912.438 18.391 267 581 8.455 1.034.759 6.75621,06%

40 40 Le peculiarità dei comuni del Veneto La minore incidenza dei piccolissimi comuni fino a 1.000 abitanti: 7% in Veneto contro il 24% dell’Italia. La minore incidenza dei piccoli comuni fino a 5.000 abitanti: 54% del Veneto contro il 72% dell’Italia. La diffusa presenza di comuni medio-piccoli fra i 5.000 e 15.000: 35% nel Veneto contro la media nazionale del 20%. La presenza di una cinquantina di medi comuni di fra 15.000 e 50.000 ab., al centro di mandamenti storici e punto di riferimento dei piccoli comuni di un’area omogenea.

41 41 Tipologia dei Comuni nel Veneto I comuni capoluogo di provincia di dimensioni medio-grandi, a prevalente economia terziaria e turistica. I comuni di medie dimensioni delle cinture urbane, a prevalente destinazione residenziale. I comuni di medie dimensioni dell’area centrale (triangolo VE-TV-VI), a prevalente economia industriale-artigianale. I comuni di piccole dimensioni della pianura a sud dell’asse autostradale VE-MI, a prevalente economia agro-alimentare. I piccoli e piccolissimi comuni di montagna, a prevalente economia di PMI e turistica, e del Polesine a prevalente economia agricola. I comuni a popolazione variabile delle aree a prevalente economia turistica (spiagge, montagna, lago, terme)  Il fenomeno associativo assume diverse fisionomie nelle varie aree.

42 La missione della Federazione dei Comuni del Camposampierese Art.2 dello Statuto «I Comuni si associano per creare, attraverso servizi e politiche pubbliche adeguate, un ambiente favorevole alla crescita, un ambiente che permetta al cittadino di essere attivo nel perseguire le proprie aspirazioni ed il proprio progetto di vita».

43 COSA FA La Federazione dei Comuni L ’ Unione di Servizi L ’ Unione di Servizi ha il compito di: Riorganizzare la Pubblica Amministrazione Locale ed i suoi Servizi –Garantire ai cittadini servizi adeguati e di qualità; –Offrire servizi che costino meno e valgono di più. –Funzionare meglio per accrescere la produttività del Sistema Territoriale Locale L ’ Unione per lo Sviluppo L ’ Unione per lo Sviluppo ha il ruolo di: Centro integratore delle politiche territoriali ed amministrative. –Garantire identità locali competitive ed attrattive. –Centro progetti per l’accesso ai fondi comunitari.

44 NUOVI ORGANISMI La Federazione dei Comuni Fare coincidere l’ambito territoriale della nostra Unione di Comuni con l’ambito omogeneo ed ottimale indicato dalla Regione ai sensi dell’art. 14 comma 30 della legge 122/2010 per lo svolgimento delle funzioni fondamentali ai sensi dell’art. 21 della 42/2009. Abbiamo chiesto alla Regione di prevedere le «Federazioni di Comuni». L’Intesa Programmatica d’Area L’IPA è il tavolo permanente della concertazione territoriale e produce il Documento StrategicoTerritoriale. L’IPA è conforme alla strategia di Europa 2020 in tema di politica di coesione e di modello territoriale.

45 Dipendenti Comuni 282 Dipendenti Federazione 53 Totale 335 La FEDERAZIONE dei COMUNI del CAMPOSAMPIERESE Sindaci 11 Assessori 63 Consiglieri 188 Funzioni GOVERNANCE Risorse umane Controllo di gestione Servizi informatici Funzioni SVILUPPO Suap Attività produttive Ufficio di Piano Politiche di sviluppo locale Funzioni SICUREZZA Polizia locale Protezione civile

46 DESCRIZIONE1999 Senza Unione 2010 Con Unione DIFF.2010 COMUNI ITALIANI N° Dipendenti 360 (Anno 96) 329- 31 Rapp. Dip/Ab. 1/212 (1996) 1/300+ 881/116 Entrate correnti € per abitante 412494+ 82906 (- 412 €) Pressione Tributaria € per abitante 234203- 31340 (- 136 €) Trasferimenti € per abitante 135178+ 43390 (- 212 €) Extra Trib. € per abitante 43112+ 69176 ( - 64 €) Spese Correnti € per abitante 381432+ 51848 (€ - 416 ) Indebitamento pro capite 620572- 48955 (- 383 €) Investimenti pro capite 258217- 41258 (- 41 €) Con la Federazione Poche tasse, Meno spese e Più servizi

47 Ai Comuni l’Unione nel 2011COSTA € 11,03 in media per Abitante Ai Comuni le funzioni ( 2000-2004)COSTAVANO € 14,09 in media per Abitante Risparmio € 3,06 in media per Abitante Le funzioni trasferite quanto COSTAVANO ai Comuni (prima)quanto COSTAVANO ai Comuni (prima) quanto COSTANO ai Comuni (ora)quanto COSTANO ai Comuni (ora) quanto RISPARMIANO i Comuniquanto RISPARMIANO i Comuni

48 NOV 2004 NOV 2007 29 NOVEMBRE 2001, LEGGE REGIONALE n. 35 ” NUOVE NORME PER LA PROGRAMMAZIONE” Amministratori politici Portatori d’interesse economici IPA COSTRUIRE L’INTESA PROGRAMMATICA D’AREA DEL CAMPOSAMPIERESE L’AGGREGAZIONE DEGLI ATTORI TERRITORIALI L’Intesa Programmatica d’Area Portatori d’interesse sociali Portatori d’interesse sindacali Altre Istituzioni pubbliche NOV 2009 INIZIO – RICONOSCIMENTO GESTIONE

49 L’IPA Tavolo concertativo e centro servizi COSA E’: avolo permanenteTavolo permanente dell’integrazione e della concertazione delle politiche territoriali per lo sviluppo dove viene istituzionalizzato il sistema relazionale del territorio. Centro progetti per l’accesso ai fondi strutturali comunitari, fondi nazionali, regionali, ecc; Centro servizi nel nuovo processo di europeizzazione del territorio in linea con “Europe 2020”. COSA FA: Integra, concerta e definisce le politiche territoriali per la crescita formalizzandole nel Documento strategico territoriale in armonia con i documenti programmatori della Regione, della CE e dello Stato. Definisce e propone Progetti Gestisce l’infrastruttura dei servizi a supporto della Governance, Conoscenza e Gestione delle Risorse per lo Sviluppo e Valorizzazione e Promozione del Territorio.

50 COME FUNZIONA La Federazione dei Comuni La Federazione funziona secondo una logica di rete La modalità di lavoro in rete è la risposta complessa ai bisogni che caratterizzano sistemi complessi E’ la combinazione di: –Economie di scala, per essere più efficienti; –Flessibilità, per essere più veloci e vari nelle risposte; –Comunità, per essere più integrati e solidali.

51 Che differenza c’è tra Federalismo e Decentralizzazione Nel decentramento, il centro delega alla periferia. Il centro dà l’avvio, dirige, controlla. –Conseguenze: un enorme flusso di informazioni da e verso il centro; Nel federalismo, la periferia trasferisce al centro. Il centro non dirige, non controlla, ma coordina, consiglia, analizza, indirizza… –Conseguenze: definire bene quali decisioni riservare al centro e quali alla periferia, un centro che non ha la necessità di essere grande.

52 Esempio della Svizzera Federalismo molto ammirato, ma, chi si ricorda il nome del premier svizzero? Nessuno. Perché? Dal 1848 il governo federale della Svizzera è composto di 7 membri, chiamati consiglieri federali. Sulla base del principio di rotazione, ogni anno uno di essi assume la carica di presidente. Il presidente un personaggio importante, ma di basso profilo.

53 Quali competenze ha bisogno il federalismo funzionale? Il Federalismo funzionale ha bisogno del “Manager di rete” o Manager “laterale”, che è insieme: –Leader e Manager

54 Manager e Leader MANAGERLEADER Governa la complessitàGoverna il cambiamento PIANIFICA PIANI Elimina l’incertezza Opera a breve termine E’ deduttivo DEFINISCE LA DIREZIONE VISIONE Assume dei rischi Opera a lungo termine E’ induttivo

55 Manager e Leader MANAGERLEADER Governa la complessitàGoverna il cambiamento ORGANIZZA ADESIONE Prende decisioni Focus sui ruoli specializzati Progetta strutture formali ALLINEA COMMITTMENT Comunica Focus su …..tutti Usa relazioni informali

56 Manager e Leader MANAGERLEADER Governa la complessitàGoverna il cambiamento CONTROLLA E RISOLVE PROBLEMI STABILIZZA “Contiene l’energia” Gestisce per “eccezione” Cerca di evitare eventi sgraditi Reagisce MOTIVA E ISPIRA ENERGIZZA “Espande” l’energia Crea l’eccezione Cerca di far accadere eventi positivi Crea l’azione

57 Il leader nelle organizzazioni di lavoro Non è tanto il leader carismatico, Non è la leadership della personalità; E’ la leadership delle idee; E’ uno che influenza e valorizza i suoi interlocutori, che lavora sulla consapevolezza, che lavora per unire e non per dividere, che è orientato al presente e al futuro, che è autentico. E’ uno che ha due qualità intellettuali: autonomia intellettuale ed onestà intellettuale.

58 Le regole del gioco di chi lavora nelle reti interorganizzative CONTANO DI MENOCONTANO DI PIU’ Gerarchia, Catena di Comando Ambito di controllo Specializzazione Cooperazione Disintermediazione Autocontrollo Ridondanza

59 QUALI SONO LE RISORSE CHE DOBBIAMO ATTIVARE PER ESSERE MANAGER DI RETE? Per guidare i progetti in rete (quindi con i propri colleghi non con i propri collaboratori) occorre: –Leadership laterale: E’ la capacità di influenzare senza supporto di una relazione di “potere”; È la capacità di catalizzare; Le risorse della leadership laterale sono: –La competenza –La creatività –Il metodo –La fiducia

60 COS’E’ LA LEADERSHIP LATERALE? Capacità di influenzare: –è la capacità di scorrere dentro, di insinuarsi, indurre un comportamento senza ricorrere al potere di premiare/punire;

61 COS’E’ LA LEADERSHIP LATERALE? Capacità di catalizzare: –Il catalizzatore ispira e sprona all’azione. –Il suo ruolo all’interno della rete è di fondamentale importanza perché è colui che sa tirar fuori risorse ed energia dagli altri; –Il catalizzatore ha caratteristiche chiare e definite: Ha un sincero interesse per gli altri e per il loro successo; Ha capacità maieutica: capace di “tirar fuori” il meglio delle persone; Ha capacità di creare connessioni e relazioni; Ha passione ed intelligenza emotiva; Ha fiducia ed ispirazione; Ha tolleranza nell’ambiguità e nell’incertezza.

62 QUALI SONO LE RISORSE DELLA LEADERSHIP LATERALE? La competenza: come “grado di aggiornamento” sui contenuti professionali di riferimento; La creatività: le idee che abbiamo, il coraggio di proporle, la loro affidabilità;

63 QUALI SONO LE RISORSE DELLA LEADERSHIP LATERALE? Il metodo: è la capacità di gestire un lavoro strutturandolo per fasi, sequenze logiche ordinate in attività, ed in ciascuna fase sapere come organizzare il pensiero collettivo con strumenti come diagrammi, griglie, gant, tabelle, ecc; La fiducia: è la capacità di riconoscere continuamente il valore degli altri ed avere un’aspettativa positiva verso gli altri.

64 ANATOMIA DELLA RETE POLITICA DELLA FEDERAZIONE DEI COMUNI DEL CAMPOSAMPIERESE GIUNTA CONSIGLIO COORDINAMENTO ASSESSORI SINDACO GIUNTA CONSIGLIO NODI E CONNESSIONI

65 ANATOMIA DELLA RETE ORGANIZZATIVA FEDERAZIONE DEI COMUNI DEL CAMPOSAMPIERESE SETTORI DIRETTORE Federazione SETTORI SEGRETARIO COORDINAMENTO di PROGRAMMA GRUPPO TECNICO GRUPPO TECNICO NODI E CONNESSIONI

66 ANATOMIA DELLA RETE DELLA FEDERAZIONE DEI COMUNI DEL CAMPOSAMPIERESE FEDERAZIONE DEI COMUNI PROVINCIA REGIONE MINISTERI EUROPA ALTRI ENTI PUBBLICI CITTADINI PARTI SOCIALI ALTRE UNIONI DI COMUNI IPA PARTI SOCIALI TERZO SETTORE SCUOLE UNIVERSITA’ REGIONE ALTRI ENTI PUBBLICI IPA del VENETO CENTRALE SOCIETA’ STRUMENTALE NODI E CONNESSIONI


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