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STUDIO MONTANELLI1 FUND RAISING. STUDIO MONTANELLI2.

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Presentazione sul tema: "STUDIO MONTANELLI1 FUND RAISING. STUDIO MONTANELLI2."— Transcript della presentazione:

1 STUDIO MONTANELLI1 FUND RAISING

2 STUDIO MONTANELLI2

3 3 Definizione “E’ l’arte della relazione” E’ l’insieme di attività che le ONP mettono in atto per creare rapporti di interesse tra loro (che chiedono risorse economiche, materiali e umane) ed i potenziali donatori (che sono disponibili a darle). È condividere con i propri donatori il cuore della propria attività.

4 STUDIO MONTANELLI4 FUND RAISING Occorre concepire e far concepire che la richiesta di donazione è come l’offerta di una possibilità di investimento nella qualità della vita della comunità di appartenenza.

5 STUDIO MONTANELLI5 FUND RAISING Il destino proprio e dell’organizzazione cui si appartiene è, in buona parte, nelle nostre mani, ed è determinato dalla forza con cui si è in grado di comunicare ai donatori potenziali: -la propria buona causa, -la mission, -gli obiettivi -ed i risultati dei propri programmi.

6 STUDIO MONTANELLI6 FUND RAISING Senza la raccolta di fondi, l’ONP non vive o, meglio, non sopravvive. Ecco perché la raccolta pubblica di fondi, il FUND RAISING, costituisce una delle principali fonti di finanziamento da parte degli ENP.

7 STUDIO MONTANELLI7 FUND RAISING L’attività di fund raising, infatti, intesa non solo come acquisizione di donazioni, ma anche come attività di sviluppo di fondi e risorse e di crescita nelle adesioni e nelle iscrizioni, rappresenta uno dei fattori strategici per il sistema nonprofit.

8 STUDIO MONTANELLI8 FUND RAISING OBIETTIVO Rendere le organizzazioni non profit consapevoli delle “abilità” necessarie a: -progettare -gestire -valutare un’azione di fund raising e contribuire a superare l’approccio “pietistico” nella richiesta delle risorse, siano esse economiche,materiali o umane.

9 STUDIO MONTANELLI9 FUND RAISING Bisogna andare oltre la semplice logica del “fare la carità”!

10 STUDIO MONTANELLI10 FUND RAISING L’organizzazione non profit deve assumere una posizione di giusta fierezza circa i programmi e la propria mission.

11 STUDIO MONTANELLI11 FUND RAISING L’atto del “donare” deve presentarsi come un “investimento conveniente”

12 STUDIO MONTANELLI12 FUND RAISING … se la richiesta di fondi è rifiutata… non si tratta di un rifiuto alla persona che chiede, ma della mancata risposta al bisogno che l’organizzazione sta cercando di soddisfare!

13 STUDIO MONTANELLI13 FUND RAISING …si deve riposizionare il bisogno dell’organizzazione rispetto ai problemi personali del donatore, (identificare un altro interesse del donatore che suggerisca un accesso più adeguato e consenta in futuro un esito diverso della propria azione).

14 STUDIO MONTANELLI14 LINEE GUIDA A causa: -del ritiro del mondo pubblico dal finanziamento del settore non profit, -la tendenza a vincolare le donazioni a progetti sociali che offrano risultati certi -e la competizione prodotta dall’aumento delle organizzazioni non profit attive nel campo della ricerca fondi Nasce l’esigenza di ricercare nuove metodologie di raccolta fondi.

15 STUDIO MONTANELLI15 LINEE GUIDA 1.IL RECIPROCO INTERESSE 2.LE PERSONE DONANO A PERSONE PER AIUTARE PERSONE 3.DA PUSH A PULL 4.IL PRINCIPIO DEL GIUSTO PER 6 5.LA LEGGE DI PARETO E LA PIRAMIDE DEL FUND RAISING 6.DIRE SEMPRE LA VERITA’ …

16 STUDIO MONTANELLI16 LINEE GUIDA … 7. RENDERE FACILE DONARE 8. NON CERCARE ALIBI 9. IL LAVORO DEL FUND RAISER 10. NON SEMPRE ESSERE PICCOLI E’ UNO SVANTAGGIO 11. TESTARE, TESTARE, TESTARE 12. RINGRAZIARE, RINGRAZIARE, RINGRAZIARE

17 STUDIO MONTANELLI17 LINEE GUIDA 1. IL RECIPROCO INTERESSE Cosa significa interesse? … essere in mezzo …partecipare In sostanza si intende ogni desiderio dell’uomo, ogni rappresentazione di possibili conservazioni o modificazioni della propria situazione, ritenute positive

18 STUDIO MONTANELLI18 LINEE GUIDA -Si intende ogni desiderio dell’uomo, ogni rappresentazione di possibili conservazioni o modificazioni della propria situazione, ritenute positive; -Fare il proprio interesse significa interagire con l’altro, utilizzandosi reciprocamente affinché ne derivino frutti; -Significa essere in rapporto con l’altro allo scopo di un reciproco beneficio o godimento.

19 STUDIO MONTANELLI19 LINEE GUIDA … si deve saper generare “matrimoni di interesse” fra chi dona e chi riceve

20 STUDIO MONTANELLI20 LINEE GUIDA Nulla è più sbagliato del ritenere che un donatore possa agire secondo la logica del “niente per niente” Prima o poi presenterà il conto, e se l’organizzazione non è pronta a presentare una risposta adeguata alle sue aspettative, potrebbe perdere il donatore.

21 STUDIO MONTANELLI21 LINEE GUIDA C’è interesse e interesse!! Ciascuno secondo la propria grandezza d’animo deciderà liberamente qual è l’interesse che vuole mettere in gioco.

22 STUDIO MONTANELLI22 LINEE GUIDA Il Fundraiser deve capire che cosa muove, attira, finalizza l’azione di colui che decide di entrare in rapporto con l’associazione e offrirle il proprio aiuto.

23 STUDIO MONTANELLI23 LINEE GUIDA La “gestione del donatore” è basata sull’implicito convincimento che i donatori siano realmente donatori- investitori, e che ci siano due risultati:

24 STUDIO MONTANELLI24 LINEE GUIDA 1.RITORNO ECONOMICO: come per tutte le aziende; riflette la gestione dei programmi, da una parte, e l’azione di fund raising dall’altra

25 STUDIO MONTANELLI25 LINEE GUIDA 2. RITORNO VALORIALE: comunica l’impatto dell’organizzazione nel risolvere problemi, fornire servizi o migliorare la qualità di vita della comunità in cui opera.

26 STUDIO MONTANELLI26 LINEE GUIDA Ricerca dell’interesse del donatore: Connessione emotiva (es. un paziente grato può donare ad un ospedale) Le emozioni inducono a donare, ma occorre creare pazientemente l’occasione, il filo conduttore, che conducano a ricordare e riconoscere l’utilità per sé.

27 STUDIO MONTANELLI27 LINEE GUIDA 2. L’attenzione Una persona può essere preoccupata per una certa causa, senza essere emotivamente coinvolta

28 STUDIO MONTANELLI28 LINEE GUIDA 3.La ricchezza essere ricco di per sé non è un motivo sufficiente per donare; occorre che qualcos’altro accenda la scintilla della donazione.

29 STUDIO MONTANELLI29 LINEE GUIDA Sviluppare una relazione basata sull’investimento : Per realizzare “matrimoni di interesse” si deve trasformare l’ONP da passiva e impaurita ad attiva e impavida ricercatrice di nuovi fondi, attraverso: -La giusta fierezza per i risultati dell’organizzazione -Il coinvolgimento e la comunicazione -Far divenire il donatore-investitore il centro del mercato -L’assoluta certezza circa il valore dei servizi erogati

30 STUDIO MONTANELLI30 LINEE GUIDA 2.LE PERSONE DONANO A PERSONE …PER AIUTARE PERSONE “Le persone donano…” e non le istituzioni; sono gli esseri umani che lavorano e operano all’interno delle istituzioni che decidono di donare. L’azione di fund raising deve considerare non l’istituzione che ha deciso di donare ma le persone.

31 STUDIO MONTANELLI31 LINEE GUIDA “…donano a persone” Non si possono chiedere soldi perché si ha un passivo, ma perchè il prodotto ha ottenuto dei buoni risultati, perché si sono mantenute le promesse che erano state annunciate.

32 STUDIO MONTANELLI32 LINEE GUIDA “…per aiutare persone” Sono i bisogni delle persone a muovere altre persone a donare, non i bisogni delle istituzioni.

33 STUDIO MONTANELLI33 LINEE GUIDA 3. DA PUSH A PULL Non si possono utilizzare le tecniche di vendita usate da molte imprese profit (vendita push, cioè vendita a spinta)… … nel mondo non profit questa tecnica, se non dovesse funzionare, oltre a perdere soldi, si potrebbero determinare perdite di immagine e in reputazione !

34 STUDIO MONTANELLI34 LINEE GUIDA 3. DA PUSH A PULL Vendita PULL: non è più il venditore parolaio il perno della vendita, ma è l’acquirente che, convinto della bontà dell’oggetto, “costruisce insieme al produttore il bene da acquistare”

35 STUDIO MONTANELLI35 LINEE GUIDA Se si coinvolge nell’azione dell’organizzazione il donatore prima ancora di richiedere l’offerta, i risultati saranno completamente diversi. Le statistiche dimostrano che i volontari sono nei 2/3 dei casi migliori donatori dei non volontari.

36 STUDIO MONTANELLI36 LINEE GUIDA Come attuare una strategia PULL: 1.Tengo sempre informati i miei donatori. L’informazione è potere solo se condivisa. 2.Personalizzo i donatori; 3.Ripeto e ripeto il messaggio in ogni occasione; 4.Tutto è pilotato dal centro. Il donatore si lega alla mission dell’organizzazione; 5.Creo urgenze (la stessa logica delle offerte straordinarie e delle promozioni). Utilizzo il principio della scarsità; 6.Facilito al massimo l’accesso all’organizzazione non profit (diversifico gli orari di apertura, attivo un numero verde, utilizzo buste di risposta pre-affrancate, ecc.); 7.Uso moltissimo Internet e la posta elettronica.

37 STUDIO MONTANELLI37 LINEE GUIDA 4. IL PRINCIPIO DEL GIUSTO PER 6 “Un’azione di fund raising di successo è quella condotta dalla persona giusta che chiede al donatore giusto, la giusta cifra, per il giusto progetto, nel momento giusto, nel modo giusto”

38 STUDIO MONTANELLI38 LINEE GUIDA La persona giusta che chiede al donatore giusto…: Chi sono i donatori giusti? -Chi dirige l’organizzazione -I volontari -Il personale retribuito -Attuali donatori -Donatori persi -Fornitori profit -Chi ha già donato ad organizzazioni simili -Persone ricche che hanno amici nell’organizzazione

39 STUDIO MONTANELLI39 LINEE GUIDA …la cifra giusta…: È la cosa più difficile da definire. L’errore più grave è quello di non indicare al donatore la somma, con la frase “ogni cosa che può dare va bene” Meglio sbagliare in eccesso che in difetto. Se si chiede troppo ci si può correggere; se si chiede poco si è sciupata una possibilità. L’errore più grave è non chiedere.

40 STUDIO MONTANELLI40 LINEE GUIDA …per il giusto progetto…: Il giusto progetto è quello che può suscitare una connessione emotiva o razionale con il donatore. Non è sempre facile trovare la connessione per coinvolgere il donatore nel progetto giusto. Se si trova la connessione, il progetto ha più probabilità di essere finanziato. …si deve creare un buon “matrimonio d’interesse”!

41 STUDIO MONTANELLI41 LINEE GUIDA …nel momento giusto…: Alcune tecniche: -Inviti a una visita guidata della sede -Colazioni e pranzi informali -Inviti a casa propria e/o altri contatti personalizzati -Invito al meeting annuale dell’organizzazione

42 STUDIO MONTANELLI42 LINEE GUIDA …e nel modo giusto: Non c’è il modo giusto in assoluto, dipende dalle circostanze. I messaggi che arrivano al donatore devono essere coerenti e univoci. Al termine dell’incontro, comunque vada, non bisogna privare il potenziale donatore del privilegio di dire “no” alla richiesta di donazione; Niente è più dannoso del mettere qualcuno con le spalle al muro; non lo rivedrete mai più!

43 STUDIO MONTANELLI43 LINEE GUIDA 5. LA LEGGE DI PARETO E LA PIRAMIDE DEL FUND RAISING Pareto, sociologo ed economista nato a Parigi nel 1845, è probabilmente l’autore più ricordato e citato dai fundraiser di tutto il mondo. Nella maggior parte dei fenomeni economici, l’80% dei risultati viene dal 20% degli sforzi. Ad esempio nel mondo profit, gli esperti di marketing sanno che ottengono l’80% dei loro ordini dal 20% dei loro clienti e anche che il 20% degli agenti rappresentanti produce l’80% di tutte le vendite.

44 STUDIO MONTANELLI44 LINEE GUIDA Anche nel fund raising si conferma questa legge: spesso l’80% dei fondi raccolti viene dal 20% dei volontari. Bisogna pertanto dotarsi ed attrezzarsi anche con sistemi informatici in modo tale da individuare con sicurezza il 20% dei donatori sui cui concentrare la maggior attenzione, per ottenere l’80% delle risorse.

45 STUDIO MONTANELLI45 LINEE GUIDA Si deve costruire l’azione intorno a quelle di donatori che massimizzano il reddito nel medio e lungo periodo, cioè nei 3/5 anni (il tempo ottimale per ottenere dei buoni ritorni sull’investimento iniziale). Chiaramente ogni area del fund raising che sembri interessante nel breve periodo non deve essere trascurata. Ad ogni gradino della piramide il numero dei donatori si riduce, mentre l’ammontare dei contributi aumenta, fino a raggiungere, con parecchio lavoro e dopo parecchio tempo, ai livelli massimi, dove la legge di Pareto 80/20 viene finalmente raggiunta.

46 STUDIO MONTANELLI46 LINEE GUIDA 6. DIRE SEMPRE LA VERITA’ Non bisogna farsi tentare dall’idea di ingigantire la buona causa per impressionare il donatore. Se l’organizzazione fa errori non cercare di coprirli, ma utilizzarli come punti di forza. Qualunque problema (anche se a causarlo è stata proprio l’organizzazione non profit) è una grande occasione per ottenere visibilità e, dunque, possibili nuovi contatti con potenziali nuovi donatori.

47 STUDIO MONTANELLI47 LINEE GUIDA 7. RENDERE FACILE DONARE “…se qualcuno, disposto a donare, deve cercarsi un francobollo per rispondere, scrivere tre volte il proprio nome e indirizzo nel bollettino postale o, peggio ancora, comprare una busta per rispondere, è molto più facile che non risponda!”

48 STUDIO MONTANELLI48 LINEE GUIDA Alcune semplici regole: a.Indicare sempre con chiarezza le modalità per offrire il proprio contributo. Più sono, meglio è, ma si consideri che le alternative a disposizione sono il conto corrente postale, la carta di credito, Internet, il numero verde telefonico, il versamento in banca, l’invio di assegno non trasferibile, le postazioni fisse per la strada o nelle piazze (ovviamente solo in brevi periodi) e la consegna diretta alla sede dell’associazione;

49 STUDIO MONTANELLI49 LINEE GUIDA b.Precompilare il bollettino postale o qualunque tagliando da restituire all’organizzazione, affinché chi dona debba limitarsi a mettere un segno sul quadratino inerente la scelta dell’importo che si desidera donare; c. Nel caso si preveda una risposta per lettera, fornire il francobollo o la busta preaffrancata. Ricordatevi: …il tempo è denaro….

50 STUDIO MONTANELLI50 LINEE GUIDA 8. Non cercare alibi Non cercare alibi … nessuno ha mai promesso l’eldorado insegnando alcune tecniche di fund raising; nessuno ha mai affermato che è facile raccogliere fondi. Ma per chi si mette seriamente al lavoro il risultato è garantito!!!!

51 STUDIO MONTANELLI51 LINEE GUIDA 9. UN’ATTIVITA’ CHE NON SI PUO’ IMPROVVISARE C’è una diffusa improvvisazione nelal pratica del fund raising, che se da una parte è molto positiva (il fund raising si impara facendolo) dall’altra conduce a sprecare risorse utili.

52 STUDIO MONTANELLI52 LINEE GUIDA Sono tre le parti del lavoro del fundraiser: 1.“PRIMA”: si includono le fasi della progettazione, pianificazione, ricerca delle opportunità, analisi interna dell’organizzazione, sviluppo della buona causa, analisi del mercato, creazione di un network, di una rete di amici, ecc. 2.“DURANTE”: si include tutta la fase di mera esecuzione manuale del lavoro. 3.“DOPO”: sono le fasi di ricerca dei mercati, la vendita, ma anche tutte le operazioni relative all’assistenza, manutenzione, ringraziamento, risistemazione dei database, nonché la fornitura delle informazioni trasparenti a coloro che hanno donato.

53 STUDIO MONTANELLI53 LINEE GUIDA Inoltre si deve: -Non sottovalutare la tecnologia -Studiare i bisogni che si vogliono soddisfare -Ottenere l’attenzione del cliente-donatore -Utilizzare l’informatica, il marketing e la pianificazione strategica; -Saper individuare le tendenze economiche e sociali; -Saper prevedere i cambiamenti fiscali; -Saper gestire il rapporto con il cliente e fidelizzare il donatore -Essere creativi, fantasiosi, inventivi ed estremamente preparati -Cambiare registro in pochi minuti per mettersi nella scarpe del donatore ed essere pronti a parlare il suo “linguaggio”.

54 STUDIO MONTANELLI54 LINEE GUIDA 10. NON SEMPRE ESSERE PICCOLI E’ UNO SVANTAGGIO -Bisogna sapersi DIFFERENZIARE; -Si deve avere un’ANIMA, avere qualcosa di speciale rispetto alle grandi organizzazioni; -Avere PASSIONE: solo così si può uscire indenni da giornate di 16 ore; -Curare i DETTAGLI -Acquisire una CULTURA AZIENDALE: lo spirito, l’energia, la professionalità danno un tono particolare al servizio che viene offerto.

55 STUDIO MONTANELLI55 LINEE GUIDA 11. TESTARE, TESTARE, TESTARE Finché non è stato testato non si sa! La prima campagna di qualunque organizzazione o la nuova strategia, particolarmente se implica ulteriori investimenti o l’introduzione di una nuova tecnica di fund raising, vanno accuratamente testate

56 STUDIO MONTANELLI56 LINEE GUIDA 12. RINGRAZIARE, RINGRAZIARE, RINGRAZIARE Occorre ringraziare sempre e velocemente, meglio se fra le 24 e le 48 ore dopo il ricevimento del dono; è un segno di rispetto e riconoscimento al donatore per la generosità mostrata. Chi non dice grazie non merita probabilmente un’altra donazione. Fare una telefonata? Bene. Farla va sempre bene, ma prendere il telefono è tutto sommato una cosa da niente. Scrivere un biglietto, invece, dimostra un impegno superiore e per di più scripta manent. A mano senza dubbio; alcune righe scritte anche in modo quasi illeggibile valgono infinitamente di più di una bella pagina uscita dalla stampante laser.

57 STUDIO MONTANELLI57 LINEE GUIDA COMUNICAZIONE TUTELA DELLA PRIVACY L’attività di raccolta fondi implica un rapporto di comunicazione costante con i donatori sia potenziali che effettivi. Le organizzazioni sono tenute a rispettare le norme che tutelano la privacy dei cittadini e quelle che regolano il trattamento dei dati personali. L’art. 13 del dlgs 196/2003 “Codice in materia di protezione dei dati personali” dispone che la persona che fornisce i dati i dati personali sia preventivamente informato circa le finalità per cui i suoi dati personali sono richiesti dall’organizzazione e come la stessa tratterà i dati acquisiti.

58 STUDIO MONTANELLI58 LINEE GUIDA COMUNICAZIONE TUTELA DELLA PRIVACY L’organizzazione deve rivolgere all’interessato una richiesta di consenso al fine di trattare i dati forniti. Il trattamento dei dati personali è ammesso solo quando l’interessato abbia manifestato il consenso in forma espressa (cioè in una forma chiaramente individuata) e sia libero e specifico, ossia attinente ad una specifica finalità di trattamento che l’ente deve dichiarare ai sensi del citato art. 13 del c.d. Codice Privacy.

59 STUDIO MONTANELLI59 LINEE GUIDA COMUNICAZIONE ETICA NELLA COMUNICAZIONE  PRUDENZA E RISPETTO: Si devono evitare immagini e messaggi discriminatori o denigratori in riferimento a razza, sesso, età, religione, orientamento sessuale o abilità fisiche.  ONESTA’: Le informazioni che l’ente diffonde attraverso i vari mezzi di comunicazione devono essere corrette e veritiere.  COMPROVAZIONE: E’ opportuno che gli enti si assicurino di essere in grado di motivare e provare la veridicità delle affermazioni comunicate, in particolare quando gli argomenti trattati sono delicati.

60 STUDIO MONTANELLI60 LINEE GUIDA COMUNICAZIONE POSTA DIRETTA DEFINIZIONE: Si intende qualsiasi tipo di materiale cartaceo finalizzato alla raccolta fondi diffuso per via postale, tra cui lettere personalizzate, materiali promozionali, questionari, messaggi non personalizzati, inseriti direttamente nelle cassette della posta. TARGET: Ai fini dell’efficacia dell’invio dei materiali promozionali sarebbe opportuno: –Selezionare il materiale da inviare in funzione del ricevente; –Non inviare comunicazioni indifferenziate per evitare che i sostenitori si percepiscano estranei all’organizzazione; –Ridurre al minimo quei metodi che non consentono di identificare successivamente gli effettivi donatori.

61 STUDIO MONTANELLI61 LINEE GUIDA COMUNICAZIONE POSTA DIRETTA GESTIONE INDIRIZZI: Gli enti devono assicurarsi che le banche dati di cui si servono per la spedizione siano aggiornate in modo da includere solo le persone che abbiano fornito in precedenza consenso espresso e specifico all’invio di materiale informativo e non lo abbiano revocato. MATERIALE E ALLEGATI: Gli allegati costituiscono uno strumento efficace per raccogliere fondi e accrescere la consapevolezza e l’impegno dei sostenitori. Esempi: inserti, opuscoli, bollettino c/c postale, omaggi e gadget come forma di ringraziamento o per sollecitare nuove adesioni. DIFESA DELL’AMBIENTE: Valutare l’impatto ecologico/ambientale considerando l’attenzione dei destinatari verso il tema della tutela dell’ambiente.

62 STUDIO MONTANELLI62 LINEE GUIDA COMUNICAZIONE TELEMARKETING DEFINIZIONE: E’ l’attività di marketing attraverso l’uso del telefono, funzionale allo sviluppo di contatti telefonici diretti e mirati allo scopo di raccogliere adesioni, fondi, beni, servizi e altro ancora, a sostegno della causa, della missione, delle attività o dei progetti dell’organizzazione stessa. DESTINATARI: Possono essere sia soci, sostenitori e simpatizzanti i cui nominativi sono presenti della banca dati dell’ente (pubblici interni) oppure possono essere tutti coloro che abbiano fornito esplicito consenso all’inserimento dei dati personali negli elenchi telefonici pubblici (pubblici esterni) sempre nel rispetto del già citato Codice Privacy.

63 STUDIO MONTANELLI63 LINEE GUIDA COMUNICAZIONE TELEMARKETING ESCLUSIONE DEI CONTATTI TELEFONICI: Gli enti devono escludere dall’elenco dei contatti: –Coloro iscritti nel Registro pubblico delle opposizioni; –Coloro che abbiano espresso contrarietà o lamentele; –Coloro che abbiano chiesto espressamente (per iscritto o in qualsiasi altro modo) di non essere contattati; –I minori di 18 anni.

64 STUDIO MONTANELLI64 LINEE GUIDA COMUNICAZIONE TELEMARKETING BEST PRACTICES DA SEGUIRE: –Identificazione linea chiamante con numero visibile; –Comunicare in modo chiaro le proprie generalità; –Informare circa la fonte di origine dei dati della persona contattata; –Comunicare in modo chiaro lo scopo e le finalità della raccolta; –Fornire info generali sull’ente e la sua mission; –Informare circa i benefici fiscali di cui il donatore può fruire; –Non incalzare l’interlocutore ma permettergli di terminare la telefonata in qualsiasi momento; –Annotare tutte le obiezioni, rimostranze, lamentele e i nominativi di coloro che non desiderano ricevere ulteriori telefonate.

65 STUDIO MONTANELLI65 LINEE GUIDA COMUNICAZIONE CANALI DIGITALI POSTA ELETTRONICA: E’ un canale immediato ed economico per avere un contatto diretto con gli utenti. E’ meglio considerare che: –Bisogna utilizzare esclusivamente gli indirizzi mail di cui si è raccolta in maniera esplicita l’adesione; –Non è autorizzato l’utilizzo degli indirizzi personali per finalità commerciali; –Esplicitare tutti i riferimenti dell’organizzazione come nome, indirizzo, numero di telefono, indirizzo mail; –Non inserire testi o immagini che potrebbero risultare scioccanti od offensivi né creare collegamenti a siti internet contenenti materiale di questo tipo; –Evitare di inviare allegati di grosse dimensioni di cui il download potrebbe risultare lungo e difficoltoso; –Specificare come il destinatario può comunicare di non voler più ricevere informazioni dall’ente mittente.

66 STUDIO MONTANELLI66 LINEE GUIDA COMUNICAZIONE CANALI DIGITALI SITO WEB: Costruire e comunicare un’immagine dell’organizzazione informando circa la mission dell’ente e le finalità della raccolta fondi. Vi è la possibilità di consentire agli utenti di effettuare donazioni on line tramite l’utilizzo della carta di credito previa dotazione del sito di specifici protocolli di sicurezza PUBBLICITA’ DIGITALE: La pubblicità digitale tramite banner e/o inserzioni può risultare più efficace di quella tradizionale ad un costo minore. Bisogna scegliere in maniera opportuna il sito dove investire in base ai destinatari da raggiungere.

67 STUDIO MONTANELLI67 LINEE GUIDA COMUNICAZIONE CANALI DIGITALI SOCIAL NETWORK: Costituiscono potenzialmente uno spazio fecondo per promuovere attività di promozione e raccolta fondi in quanto consentono facilmente ed in modo diretto di raggiungere utenze eterogenee. La gestione dovrebbe essere affidata a collaboratori o volontari con una buona conoscenza dell’organizzazione e con una certa dimestichezza con i social network. I social network più frequentati ad oggi sono Facebook, MySpace e Twitter. Anche per i social network è vivamente consigliato seguire i comportamenti e le pratiche esposte per gli altri canali di comunicazione.

68 STUDIO MONTANELLI68 LINEE GUIDA COMUNICAZIONE SALVADANAI I salvadanai rappresentano ancora oggi una modalità di raccolta fondi molto diffusa per la loro facilità di allestimento e immediatezza. Le organizzazioni sono però tenute a garantire alle persone e agli organi di controllo il massimo livello di trasparenza e di sicurezza nella donazione mediante le seguenti indicazioni: –Predisporre l’elenco dei luoghi e del periodo di esposizione; –Indicare le date e i luoghi di apertura dei salvadanai; –Sigillare i contenitori e attribuirgli un numero progressivo; –Indicare sul contenitore i dati dell’ente e lo scopo della raccolta; –Aprire i contenitori solo nelle date stabilite; –Autorizzare preventivamente gli organi di controllo (ai sensi dell’art.614 Cod. Penale) ad accedere nel luogo di apertura; –Redigere il verbale di versamento in cassa, che attesta la cifra raccolta, sottoscritto da almeno 2 rappresentanti dell’ente.


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