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La comunicazione con i figli: capacità di dialogo e ascolto in famiglia II° SERATA GENITORI - ISTITUTO COMPRENSIVO DI INVERIGO.

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Presentazione sul tema: "La comunicazione con i figli: capacità di dialogo e ascolto in famiglia II° SERATA GENITORI - ISTITUTO COMPRENSIVO DI INVERIGO."— Transcript della presentazione:

1 La comunicazione con i figli: capacità di dialogo e ascolto in famiglia II° SERATA GENITORI - ISTITUTO COMPRENSIVO DI INVERIGO

2 I bisogni del bambino-ragazzo: i motori del suo comportamento Se il bambino fa qualcosa che non ci piace diciamo: “SEI CATTIVO”. Al contrario se si comporta in modo da adeguarsi alle nostre aspettative diciamo: “SEI BRAVO”. In realtà ambedue i tipi di interpretazione non hanno senso perchè i comportamenti spontanei dei nostri figli non sono intenzionalmente ne cattivi ne buoni ma hanno sempre un solo scopo di fondo: soddisfare un suo bisogno. Rispondiamo cosi perché? Nel fare questo incontra disagio e frustrazione e noi tentiamo di alleviare il loro malessere. Dall’altro la soddisfazione del loro bisogno si scontra con i nostri bisogni e le esigenze della famiglia allora imponiamo delle regole e dei limiti

3 Il nostro linguaggio abituale è la negazione dei sentimenti. Massimo 13 anni torna a casa da scuola è dice: Il professore di matematica mi ha preso in giro …” “Il professore di matematica mi ha preso in giro …” Immaginiamo le nostre reazione ????? !!!!!!!! ??????????  Cercheremo di saperne di più e faremo delle domande: “Come mai proprio a te?” oppure “Ma perché, tu che cosa hai fatto?”  Potremmo cercare di consolarlo, minimizzando l’accaduto: “Su non prendertela tanto. Son sicuro che il professore non intendeva offenderti …”  Se siamo genitori dalla critica facile pronti a castigarlo diremmo: “Son sicuro che ne hai combinata una delle tue …!” Senza rendercene conto facciamo un errore: nel tentativo di aiutare il figlio non teniamo conto dei: “Suoi sentimenti” (rabbia, umiliazione). Il non tenere conto dei suoi sentimenti fa si che il ragazzo si senta deluso. E inavvertitamente blocchiamo la comunicazione. :”Blocchi stradali” Thomas Gordon li chiama :”Blocchi stradali” della comunicazione.

4 I blocchi stradali Vi elenco alcuni di questi blocchi così sapete che cosa NON fare quando desiderate aiutare vostro figlio in difficoltà. Interroghiamo –“Cosa ti chiesto l’insegnante?”; “Sei stata attenta alle sue domande?”, “Hai studiato bene?” Rassicuriamo,consoliamo,lodiamo –“Su dai avrai un’altra occasione per rifarti…” –Tu sei sempre così brava!” Diamo consigli,spiegazioni, proverbi e soluzioni –Dovresti adottare un altro metodo di studio..” –“vai a letto troppo tardi e cosi sei stanca e deconcentrata” Diamo ordini e direttivi. – “Domani andrai a studiare da Francesca, Cosi eviterai di distrarti come al solito!” Diamo giudizi, critiche, accuse, etichette, avvertimenti. Per stimolare il suo orgoglio, la accusiamo: –“Ti impappini e ti perdi in un bicchiere d’acqua. Quando imparerai ad essere un po’ più coraggiosa e a farti valer!? Sei la solita confusionaria. Se continui così non combinerai nulla di buono!” Analizziamo –“Forse non riesci a rendere bene sei un po’ delusa da quando la tua amica ti ha lasciato…? Minimizziamo, sfuggiamo –“Non te la prendere per così poco, sciocchina!” –“Parliamo d’altro è inutile disperarsi. È tutto passato, cosa ci puoi fare?”

5 Le conseguenze della negazione dei sentimenti Se, cedendo alla paura, non permettiamo al nostro bambino di manifestare i stati d’animo, le conseguenze possono essere molte: 1.Egli vede i suoi sentimenti ignorati, non accettati 2.Non si sente accettato 3.Non ci parla più apertamente 4.Impara a non prendere sul serio i propri sentimenti e quindi a non accettarsi 5.Impara a “rimuovere” i suoi sentimenti 6.Diventa dipendente e lamentoso

6 Il “ riguardo positivo incondizionato” Se ci mettiamo nei panni di chi riceve quel tipo di comunicazione, forse riusciamo a capire perché blocchiamo la comunicazione. Caso precedente: Massimo 13 anni torna a casa da scuola è dice: Il professore di matematica mi ha preso in giro…” “Il professore di matematica mi ha preso in giro…” cerchiamo di indovinare cosa ha provato: “Deve essere umiliante per te, di fronte a tutta la classe. Avresti voluto sparire, vero?” e ancora: “che rabbia non poter rispondere per le rime al professore,eh?!” Cosa ve ne sembra? Non vi risultano diverse? Che cosa ci siamo sforzati di fare? Ci siamo sforzati di metterci nei suoi panni e che, invece di negare il suo stato d’animo l’abbiamo capito e e accettato. Questo è l’atteggiamento che C. Rogers ha definito: “Riguardo positivo e incondizionato” “Riguardo positivo”= perché è una posizione di rispetto e accettazione verso il suo stato d’animo. “Incondizionato”= perché non presuppone che il figlio cambi il suo modo di essere e di sentire per ottenere la nostra accettazione.

7 Altro esempio: Immaginiamo che la nostra figlia più grande, convinta che parteggiamo per la più piccola, ci accusi : –“Dai sempre ragione a lei! Io ho sempre torto …!” È probabile che l’accusa urti un po’ con la nostra suscettibilità e saremmo tentati di rispondere: –“Non dire sciocchezze, dò ragione a te quando c’è l’hai. Questa volta hai torto …” Oppure: –“Ti metti anche a fare la vittima! La vera vittima è tua sorella!” ecc. Ignoriamo completamente il motivo che ha portato nostra figlia a dire quello: la paura di non essere amata la paura di non essere amata. Quale sarebbe l’atteggiamento di “Riguardo positivo e incondizionato”. “Credi che sto sempre dalla parte di tua sorella?” “Dunque hai paura che voglia più bene a lei…”.

8 Che cosa è: l’Ascolto attivo Vediamo le caratteristiche di questo atteggiamento: 1.Invece di negare le stato d’animo del figlio, facciamo attenzione ad ascoltarlo e a cogliere bene ciò che dice. 2.Cerchiamo di metterci nei sui panni e rifacendoci alle nostre stesse esperienze interpretiamo, decodifichiamo il suo messaggio (lui a una esperienza limitata e non è consapevole di ciò che prova per esprimerlo con precisione). 3.Gli diamo una dimostrazione concreta che lo stiamo ascoltando e che abbiamo capito e accettato il suo stato d’animo. Ma come? Descrivendogli con precisione, senza commenti o critiche, ciò che intuiamo. Attenzione Decodifica Dichiarazione non critica Compongono la predisposizione all’ASCOLTO ATTIVO

9 ASCOLTO ATTTIVO METTE IL RAGAZZO IN GRADO DI TROVARE UNA SOLUZIONE Immaginiamo che il cerchio di sinistra simbolizzi il grado di emotività del bambino al momento in cui ci segnala un disagio. Come si vede egli è pieno di e di emozioni e la sua quota di ragionevolezza è ridotta al minimo. È molto difficile che in questo egli riesca a utilizzare le proprie risorsee a risolvere il proprio problema. Ascolto attivo lo aiuta (cerchio a destra) lo aiuta a diminuire la carica emotiva e ad aumentare quella ragionevolezza, mettendolo dunque in grado di usare i propri mezzi per trovare una soluzione al proprio disagio. ragione emozione Ragione emozione Ascolto attivo

10 La storia di Michele… Michele ha 11 anni, non ha un buona rapporto con la professoressa di matematica. Quest’ultima si lamenta spesso con la mamma di M. dello spirito ribelle e polemico del figlio. Nonostante le continue raccomandazioni della mamma; M. persiste nel suo atteggiamento. Fine quadrimestre M. torna da scuola abbattuto, con gli occhi rossi per il pianto. Ragione del suo sconforto, è il brutto voto in matematica. La mamma sarebbe tentata di di dirgli subito: –“Hai visto che cosa si guadagna a fare il ribelle?” e di dargli i soliti ovvii consigli: –“ Da adesso in poi ti conviene rigare dritto, altrimenti …” Si impone di stare in silenzio per qualche secondo. Poi gli dice: –“Che peccato! Quel voto dev’essere stato una delusione per te. E dire che la matematica è proprio il tuo forte.” Il ragazzo guarda la mamma un po’ meravigliato, come preso di contropiede. Senza dire niente si alza da un bacio alla mamma e va in stanza. Dopo due settimane, durante il colloquio l’insegnante di matematica esordisce dicendo: “Ma che cosa è successo a suo figlio? Da un po’ di tempo non è più polemico, collabora e non disturba i suoi compagni …”

11 II° caso: la storia di Giulia Giulia è una bambina di 5 anni molto riservata. Francesco suo padre ha espresso più volte la sua preoccupazione all’interno di una gruppo di auto mutuo aiuto di genitori. Francesco ritiene che Giulia sia troppo timida, incapace di fare amicizia con altri bambini e dice: –“Si vede chiaramente che muore dalla voglia di giocare con gli altri bambini, ma evidentemente la timidezza la paralizza. Cerco di incoraggiarla in tutti i modi a staccarsi da me, ma non c’è verso di farla muovere. Anzi spesso finisco per arrabbiarmi con lei e rimproverarla. Allora piange e torniamo a casa.”

12 Alcuni genitori definiscono con Francesco una nuova possibile strategia da adottare. Successivamente torna nel gruppo e porta questo resoconto: Francesco “Ti piacerebbe giocare con loro?” Giulia “Non voglio” Francesco “Hai paura che ti spingono…” (ascolto attivo) Giulia “Si., mi picchiano!” Francesco“ Ti possono far male…” (ascolto attivo) Giulia “Si e prendono sempre la mia bambola!” Francesco “Hai paura che non te la danno più indietro vero?” (asc. att.) Giulia “Si, e poi loro on mi vogliono…” Francesco “Ah…. è brutto quando loro ti cacciano e non vogliono giocare con te.” (ascolto attivo) Giulia “Si…” Francesco “Però ti piacerebbe lo stesso giocare con loro” (ascolto attivo) Giulia “Si” Il papa si mette a leggere un libro. Dopo pochi minuti sotto gli occhi di papa Giulia si avvicina agli altri bambini II° caso: la storia di Giulia ragione emozione Ragione emozione ascolto attivo L’ascolto attivo l’ha messi in grado di ragionare e di elaborare da soli una soluzione al loro problema, senza il consiglio e l’aiuto dei genitori. Però sapevano che loro c’erano.

13 I vantaggi dell’ascolto attivo per nostro figlio… 1.Si sente compreso e accettato. Accettiamo i suoi sentimenti senza critiche o condizioni. 2.Impara ad accettare e rispettare se stesso, i propri sentimenti (autostima) 3.Diventa aperto e sincero 4.Impara a dare un nome ai propri sentimenti 5.Acquista fiducia in se stesso 6.Si fa una buona opinione di sé 7.Risolve più facilmente e da soli i problemi.

14 Obiezioni all’ascolto attivo Come si fa ad avere sempre la pazienza e la disponibilità per usare l’ascolto attivo. Non può sembrare ipocrita usare frasi che non ci sono familiari e che non ci vengono istintive? Se sbaglio e attribuisco a mio figlio un sentimento diverso da quello che egli prova, non rischio di influenzarlo negativamente? Se accetto che mio figlio provi ed esprima liberamente sentimenti come l’odio, la rabbia, la gelosia e l’invidia, non rischio di incoraggiarlo ad agire di conseguenza? Mettendo mio figlio a confronto col proprio sentimento, non è come se gli rigirassi il coltello nella ferita? Come si fa a fare l’ascolto attivo con bambini piccoli, che non capiscono ancora il significato delle parole?

15 Conoscere i bisogni di nostro figlio È piuttosto difficile intuire sempre lo stato d’animo del figlio per poi poterlo “rispecchiare” con precisione. L’ascolto attivo per viverlo dobbiamo solo metterlo in pratica, ma… È utile tener presente che il disagio del figlio nasce quasi sempre dalla mancata soddisfazione di un bisogno, fisico o affettivo.

16 Quali sono i bisogni: 1.Bisogno di sopravvivenza 2.Bisogno di amore 3.Bisogno di protezione 4.Bisogno di conoscenza 5.Bisogno di autonomia e iniziativa 6.Bisogno di compagnia 7.Bisogno di gioco 8.Bisogno di amicizia 9.Bisogno di una propria immagine 10.Bisogno di affermazione e riconoscenza 11.Bisogno di eccellere 12.Bisogno di essere approvato dal gruppo 13.Bisogno di essere attraente 14.Bisogno di rapporti sentimentali 15.Bisogno di autonomia

17 Confidarsi con i figli Perché restiamo abbottonati? –Molti di noi credono che un figlio non sia in grado di capirci. –Abbiamo paura di turbarlo –Temiamo di perdere l’autorevolezza –Seguiamo l’esempio che abbiamo ricevuto Le conseguenze della nostra chiusura –Falsiamo il rapporto con loro –Diamo un cattivo esempio I vantaggi del confidarsi con i figli –Si acquista in autorevolezza –Diamo il buon esempio –Rendiamo il rapporto più intimo e affettuoso –Suscitiamo nei figli consapevolezza e senso di responsabilità –Mettiamo le basi per trovare più facilmente la soluzione ad un disaccordo –Insegniamo loro a dare un nome ai propri sentimenti, a esprimerli e a viverli senza averne paura.

18 Come svelarsi ai figli: messaggi-TU e messaggi-IO Manifestare apertamente i propri stati d’animo, i propri ideali,le proprie preferenze, ai figli è dunque positivo. Ma gli effetti dipendono da come ci esprimiamo. Abbiamo due modi: La prima è quella a cui noi tutti ricorriamo: “sei bravissimo, un vero angelo!, oppure, al contrario: Sei sempre così pasticcione, mi fai proprio arrabbiare!”. questo messaggio ha come soggetto un TU a cui il genitore attribuisce una qualità la seconda alternativa è quella in cui noi genitori parliamo di noi stessi, spiegando gli effetti che l’atteggiamento, o il modo di essere di nostro figlio su di noi: “sono molto contento quando mi aiuti a pulire. Mi dai un bel sollievo!” oppure “odio quando sporchi per terra, perché sono costretto a pulire io”.

19 Messaggi-TU messaggi-IO corrispondenti Sei un irresponsabile, non fai mai i compiti in tempo! Vedrai che ti bocciano! Sono preoccupato se non fai i compiti in tempo. Ho paura che ti bocciano. Sei bravissimo, un vero genio. Sono molto contento dei tuoi risultati a scuola Sei un disordinato. Non metti mai a posto le cose. Mi irrita vedere le tue cose in disordine perché sono costretto a metterle a posto io Sei la bambina più tranquilla e adorabile. È stato un piacere stare con te. Sono riuscita a lavorare senza interruzioni, grazie


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