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PSICODIAGNOSTICA introduzione

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Presentazione sul tema: "PSICODIAGNOSTICA introduzione"— Transcript della presentazione:

1 PSICODIAGNOSTICA introduzione

2 MATERIALE PER L’ESAME SLIDES LEZIONE
Codispoti, Bastianoni, La diagnosi psicologica in età evolutiva. Le bussole, Carocci, Da fare per intero Lis, Di Riso, Mazzeschi, Chessa, La valutazione dell'adattamento psicologico del bambino. Milano: Raffaello Cortina, Da fare per intero

3 LA PSICODIAGNOSTICA DEFINIZIONE FINALITA’
SPECIFICITA’ IN ETA’ EVOLUTIVA

4 È un processo di “conoscenza attraverso”
LA PSICODIAGNOSI È un processo di “conoscenza attraverso” È un processo legato al contesto teorico di riferimento Richiede strumenti altamente specifici e differenziati Ha come scopo quello di individuare “caratteristiche di funzionamento psicologico”

5 CONCETTO DI NORMALITA’
Nel linguaggio comune normalità ha un significato di “regola, esempio, modello” Definizione di anormalità (dal dizionario) “non conforme alla norma, irregolare” Definizione di disadattamento “incapacità di risolvere i problemi posti dall’ambiente” Definizione di patologia “un insieme di condizioni atipiche o degenerate rispetto alla norma nel funzionamento di un ente o di una persona” Una visione critica del termine porta a vedere la normalità come concetto relativo (come dall’etimologia del termine) I criteri rispetto a cui è specificata la relatività sono diversi; con il contrario di “nomale” sono stati usati tre termini: anormale, patologico e disadattato. Tutti questi termini hanno una connotazione negativa, ma significati differenti.

6 Normalità Rispetto ad un criterio esterno
Rispetto ad una norma statistica In funzione dell’ideale, della regola Sulla base della maggioranza comportamenti o punti di vista Riflesso degli ideali socialmente stabiliti Rispetto a salute vs patologia Modello medico Approccio descrittivo-operazionale del DSM (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, APA)

7 Rispetto a criteri interni
- su base funzionale normalità definita in base al funzionamento interiore delle persone. Il suo opposto è il disadattamento - su base temporale la salute mentale è un processo che continua durante tutta la vita della persona. Attenzione verso il passato e alla sua influenza sulla vita della persona - su base strutturale crescita della personalità può essere vista utilizzando la metafora di una casa. Differenza tra sintomi (quello che è esterno) e struttura su cui si costruisce la personalità.

8 come un continuum tra processi consci ed inconsci
Normalità e patologia come un continuum tra processi consci ed inconsci Non esistono differenze qualitative tra normalità e patologia (Freud) Infatti sono identici i meccanismo psichici che determinano l’equilibrio o la sua rottura

9 Normalità e vissuto soggettivo
Normalità dal punto di vista del paziente Normalità e vissuto soggettivo - ci si può sentire malati ma non esserlo - si può essere malati ma non sentirsi tali (molte persone infatti possono avere delle patologie ma non le vivono come tali) La sofferenza di una persona può essere dovuta: al non sentirsi “come gli altri” In tutti i casi la diagnosi deve tenere conto della sofferenza e dei vissuti soggettivi e non soltanto di criteri oggettivi al sentirsi diverso da un proprio ideale al sentirsi diverso da una norma al sentirsi diverso rispetto ad un precedente livello di funzionamento

10 LIVELLI DI SVILUPPO BIOLOGICO COGNITIVO EMOTIVO FAMILARE SOCIALE

11 Normalità e patologia in età evolutiva
Bambini sani vs bambini patologici Teoria dello sviluppo normale Età cronologica vs età mentale COMPORTAMENTI TIPICI: 18-24 mesi: sfuriate, rifiuti, richiesta attenzione, iperattività, disattenzione, timori specifici. 3-5 anni: paure specifiche, falsità, negativismo. 6-10 anni: sfuriate, iperattività, ipersensibilità, problemi scuola, riservatezza. 11-14 anni: sfuriate, ipersensibilità, malinconia, riservatezza. 15-18 anni: problemi scolastici, assenze a scuola, trasgressioni.

12 Ricostruzione della storia naturale del disturbo
Individuare un disturbo e poterlo definire nella sue caratteristiche specifiche Classificazione dei disturbi Ricostruzione della storia naturale del disturbo Capire come il disturbo possa trasformarsi Psicopatologia dello sviluppo

13 Fondamentale sottolineare il ruolo dei cambiamenti evolutivi nel determinare ORIGINE, SINTOMI, EVOLUZIONE psicopatologia. Valutare: NATURA e SIGNIFICATO del “problema”

14 Comportamenti atipici rispetto ad uno standard normativo e alla cultura di riferimento.
Compiti evolutivi (Havighurst, 1952): interazione tra maturazione biologica e attese sociali.

15 Continuità/discontinuità
Es. ipotesi continuità Attaccamento Es. ipotesi discontinuità “crisi adolescenziale” Disturbo nell’infanzia conduce al persistere del disturbo in età successiva o l’influenza di interazioni familiari-ambientali positive può portare ad esiti differenti?

16 Continuità non necessaria, né eventuale indice prognostico
Continuità non necessaria, né eventuale indice prognostico. Vs ipotesi causalità lineare. Sanavio & Cornoldi (2001) parlano di soglia arbitraria di psicopatologia in età evolutiva. Necessario parlare di PERCORSI DEVIANTI E TRAIETTORIE DI SVILUPPO

17 Obiettivi della diagnosi in età evolutiva
Identificare le ragioni che hanno portato il bambino alla valutazione; Ottenere un quadro del funzionamento psicologico secondo un’ottica evolutiva Tappe evolutive Difficoltà strutturali (deficit dell’Io)? Difficoltà da «blocco evolutivo»? Difficoltà nel passato o attuali?

18 Identificare i fattori familiari e ambientali correlati al suo funzionamento
Stabilire se è presente un disturbo psicopatologico, e porre una diagnosi differenziale; Strumenti testistici Manuali di classificazione dei disturbi mentali Stabilire se è necessario un trattamento, e, in caso affermativo, sviluppare le linee guida di un programma terapeutico.

19 Profilo funzionale del bambino
Livello e sviluppo delle competenze (motoria, linguistica, simbolica, logica, comunicativa) Profilo affettivo del bambino Organizzazione della sua struttura di personalità

20 Implicazioni della diagnosi in età evolutiva
Alcuni comportamenti problematici non sempre assumono una valenza clinicamente significativa (Kazdin, 1993). Mentire Iperattività Distinguere la presenza di psicopatologia franca da semplici variazioni dalla norma senza significato psicopatologico ( intensità, pervasività, invalidanti??)

21 Alcune manifestazioni comportamentali potenzialmente “patologiche” compaiono solo in specifiche fasi dello sviluppo perché caratteristiche di una particolare interazione tra diversi fattori tipici di quel periodo psicologico Angoscia dell’estraneo (8 mesi) Comportamenti impulsivi in adolescenza

22 Spesso ci possono elementi di continuità tra i disturbi in età evolutiva e in età adulta
Continuità omotipica Disturbo il cui esordio è in età evolutiva e perdura (bipolare) Continuità eterotipica Lo stesso disturbo è espresso in modo diverso nelle diverse fasi (ansia)

23 Anche il bambino patologico cresce e con lui anche il suo disturbo
Capire come un determinato sintomo può cambiare nel tempo (è guarito o ha solo cambiato manifestazione?) Uno specifico disturbo clinico può scomparire ed essere sostituito da un altro disordine tipico di uno step evolutivo successivo. Questo fenomeno è definito “developmental symptom substitution” (Levitt, 1971).

24 In età evolutiva (adolescenza)
Anche se per convenzione si fa, non sarebbe corretto trasferire i quadri nosografici della psicopatologia degli adulti a bambini e adolescenti Alcuni disturbi non si presentano in età evolutiva. Dipendenza da sostanze Altri sì, ma con descrizione sintomatologica molto differente. Disturbo antisociale In età evolutiva (adolescenza) Più semplice riconoscere comportamenti manifesti Più difficile cogliere le difficoltà intrapsichiche

25 C’è un percorso normativo dello sviluppo del bambino e l’interazione di diversi fattori *possono implicare una deviazione in senso disadattivo** che perdura nel tempo Traiettoria evolutiva/linee evolutive (A. Freud, 1969)

26 Esempi linee/traiettorie evolutive
1° anno 2° anno 3° anno 5 egocentrismo/so cievolezza Visione del mondo molto narcistsica ed egocentrica Gli altri bambini sono considerati come oggetti inanimati Gli latri bambini sono visti come elementi di aiuto per scopi desiderati 6. Corpo/gioco Gioco autoerotico e coinvolge il corpo della madre e proprio Oggetto transizionale Passaggio ai giocattoli, e loro uso in funzione dell’attività e conquiste dell’ Io

27 Le traiettorie di sviluppo sono influenzate da:
Fattori di rischio > probabilità di esacerbarsi della psicopatologia > vulnerabilità Interni ed esterni Fattori di protezione < probabilità di esacerbarsi della psicopatologia < vulnerabilità

28 In età evolutiva non si può mai prescindere dal valutare il contesto relazione entro il quale si sviluppa il sintomo (almeno 0-3 anni) Funzionamento familiare Caratteristiche individuali dei genitori Caratteristiche della relazione adulto bambino Fantasie del genitore sul disturbo del bambino

29 RESILIENZA Capacità di raggiungere esiti positivi (adattamento e sviluppo) nonostante una condizione ad alto rischio. Mantenimento di un buon livello di competenza in condizioni di stress o pericolo ambientale. La “riparazione” del trauma. Competenza tesa al mantenimento dell’integrità personale.

30 Valutazione del contesto
Sviluppo in termini di adattamento: interazione tra bambino e contesto Microsistema: esperienza diretta quotidiana Mesosistema: relazioni tra microsistemi Esosistema: contesti in cui il bambino non è coinvolto direttamente ma che influenzano il suo funzionamento (es. orari lavoro genitori) Macrosistema: cultura riferimento

31 Valutazione del contesto
Cos’è importante valutare: Sono funzionali alle esigenze evolutive del bambino? Qualità della comunicazione tra i sistemi Fattori protettivi o di rischio Capacità problem solving

32 Peculiarità della diagnosi età evolutiva
Scarsa capacità di descrivere se stessi I. “Non lo so” attenzione II. No difesa o ritiro “I bambini non si auto segnalano” (Siegel, 1987) I. Ambiente non familiare II. School-testing, assenza di feedback (ansia, difese, sentirsi stupidi)

33 Fornire un ambiente di contenimento (Winnicott, 1965)
I.Gioco e non performance scolastica Gestione della fase test. I. Possibilità di rivedere le prove II. Bambini con problemi più vulnerabili, cattivo senso di se

34 Il riconoscimento del problema in età evolutiva
Meno «sofferenza interna» Più «fattori esterni» Importanza del coinvolgimento dei genitori Problemi strutturali Problemi reattivi Crisi evolutive

35 Si parte dai genitori Colloquio coi genitori
Strumenti testistici per i genitori Approccio multi-method Aspetti riguardanti i genitori Sintomi Aspetti di personalità Profilo di attaccamento Approccio multiple-informant Bambino e genitori (insegnanti)

36 Processo diagnostico Fasi Setting Spazio-Tempo Teorie riferimento
Attenzione alla persona

37 Segnalazione Invio esterno Segnalazione genitori Perché?
Perché adesso? Domanda manifesta/latente

38 Il lavoro coi genitori Cosa succede dopo la segnalazione?
Fissare un primo colloquio coi genitori SENZA il bambino. Capire se il “soggetto” della consultazione è davvero il bambino ( a chi appartiene il disagio che segnalano??) Problema intrapsichico vs patologia del legame

39 Perché è importante che vengano da soli
Capire meglio il problema, esprimersi liberamente Informazioni di cui il bambino non è a conoscenza Evitare che parliamo davanti a lui “come se” non ci fosse DIVERSI CONTESTI /privato/ NPI/

40 E’ importante che i genitori si sentano motivati ad approfondire la situazione del figlio perché :
Comunica il loro interesse al bambino. Permette di avere una più ricca anamnesi sul bambino. Permette di vedere come ognuno si rappresenta il bambino Permette di osservare le dinamiche di coppia e familiari.

41 Sul piano legale nessuno può vedere il bambino se non c’è il consenso di entrambi i genitori.
Attenzione in caso di genitori separati. - Sul piano psicologico il figlio, nasce, cresce e si sviluppa all’interno di una famiglia e da essa è influenzato. Una mancata alleanza con i genitori può compromettere l’alleanza terapeutica con il bambino

42 “ nessun bambino giunge alla consultazione per un disagio psicologico se i genitori non lo consentono” (A. Freud, 1965)

43 Colloquio con i genitori
ANALISI DELLA DOMANDA Spostare l’attenzione dal sintomo alla modalità relazionale implicita e al contesto che l’ha motivata. Perché proprio adesso? La richiesta è l’espressione di un intreccio relazionale e di conflitti interni o esterni che si riflettono nelle fantasie e nelle aspettative della consultazione.

44 Se DIRETTA dal genitore
Realmente preoccupato A disagio col problema del figlio (difensivo, ambivalente) Se INDIRETTA Psicologo come “giudice” che medi il conflitto con la scuola.

45 Verbalizzare e capire queste dinamiche, non agirle  condivisione di un obiettivo comune
Snocciolare: a)Cosa ha portato il genitore da noi. b) Perché adesso? c) c’è una domanda CHIARA di aiuto? d) A chi e come è stata formulata? e) Chi e cosa c’è dietro? f) Cosa ci si aspetta dallo psicologo? g) Ansie e speranze? h) Assume responsabilità o vuole che lo psicologo colluda?

46 Aree del colloquio coi genitori
MOTIVO DELLA CONSULTAZIONE Riconoscono il disagio psicologico? Indagare e accrescere, se necessario la motivazione INTRINSECA della coppia genitoriale. Atteggiamento emotivo parentale nei confronti del disagio Grado di coinvolgimento (disturbati, frustrati, in colpa…)

47 COME PRESENTANO IL DISAGIO DEL FIGLIO.
Sintomi (approfondimento) Segnalazione per difficoltà in “specifici momenti sociali”. L’attenzione è su fattori esterni Lo psicologo deve analizzare cosa c’è sotto il sintomo ossessivo ad esempio Es. Ingresso asilo/ Ingresso scuola elementare

48 ASPETTI DI PERSONALITÀ
Normalità vs patologia (figlio come oggetto separato o no?) Meccanismi di difesa Aspettative Io e Super Io Fantasie Ogni fase dello sviluppo del figlio risveglia vissuti della stessa fase come vissuta dai genitori. Attenzione a non “mettersi dalla parte del bambino”

49 DESCRIZIONE DEL BAMBINO ATTUALMENTE E NEL PASSATO
1. Il bambino non sa ancora integrare le esperienze passate, presenti e future come parti di sé 2. Il bambino piccolo si vive solo “nel presente”. STORIA DEL BAMBINO Confronto “investimento ideale” e “investimento reale”. Attenzione se è solo “fattuale” o “emotiva” Come ricorda, come si è sentito il quel momento Sviluppo biologico vs sviluppo psicologico Gravidanza, parto, linguaggio, controllo sfinterico, cura del corpo,processo di separazione, amicizia, gioco, scuola, tempo libero.

50 CONTESTO FAMILIARE ATTUALE E PASSATO
Il problema del bambino interferisce nelle dinamiche di coppia? Quali accorgimenti sono stati adottati fino a quel momento? Rapporti con altri figli Altri significativi Eventi importanti della famiglia

51 STILI FAMILIARI ED EDUCATIVI ATTUALI E PASSATI
RELAZIONE DI COPPIA Affidamento reciproco per la crescita del bambino Capacità vs aspettative

52 Anamnesi Uno/due incontri con i genitori Focalizzarsi sulle aree
Strutturato Importanza delle tappe evolutive, oltre alla descrizione fattuale soffermarsi sulle aspettative, sui vissuti, gli ideali.

53 Anamnesi Concepimento È stato un bambino desiderato?
Quando è arrivato nella storia della coppia, investimenti affettivi e concreti, bambino ideale. Gestazione percorso “medico”, fantasie, paure, vissuti Partoaspettative, possibili difficolà, “urgenza” Allattamento storia allattamento. Es. allattato fino a 5 anni Sonnoritmi familiari, condivisione dei compiti

54 Anamnesi Svezzamento età, modalità
Alimentazione selettiva, condivisione momenti familiari o situazione “unica” Asilo a che età, motivazioni, inserimento, separazioni, vissuto Madre, vissuto Bambino Malattie prime malattie, gravità e percezione della gravità

55 Anamnesi Deambulazione esplorazione ambiente
Linguaggio età, prime parole, informativo, propositivo Controllo sfinteri  gestione, atti associati, vissuto familiare es. bambina Violeta

56 Anamnesi Disegno/gioco  spazio/ tempo di investimento, contenuto, modalità, interazioni con persone significative Scuola maternaaveva frequentato nido? Entrata sociale del bambino. Relazioni pari, investimenti Scuola elementare apprendimento, vissuti emotivi, senso di sé. Scrittura/Lettura investimento, difficoltà, gestione compiti

57 Anamnesi Fratelli ordine genitura, differenze età, vissuti per le nascite, possibili regressioni, condivisione della nuova nascita, differenze, attribuzione “ruoli familiari” Amici  capacità di investimento, tipologia di relazione Relazioni familiari: stili genitoriali, comunicazione (anche affettiva e non verbale), famiglia allargata (radici, identità).

58 Anamnesi Eventi potenzialmente traumatici o stressanti

59 Emergono anche… Aspetti di personalità dei genitori;
Disponibilità alla fase diagnostica e poi terapeutica; Attenzione se ci sono sempre entrambi

60 Il ruolo del padre Dovrebbe essere presente alla consultazione
Ruolo e funzione del padre Vissuto del bambino, entrambi si preoccupano per lui Interazione con la moglie Non è la stessa cosa se dedotte dai racconti della mamma

61 Valutazione del contesto familiare
Adattamento al ruolo di genitore: Cure fisiche ed emotive adeguate per età e bisogni specifici? Consapevoli processi di attaccamento? Responsabilità ruolo e accettazione conseguenze? Atteggiamenti verso i compiti di cura? Riconoscono problemi e bisogni dei figli? Attribuzioni causali per spiegare eventi (interne- esterne) Coerenza interna e interparentale

62 Emozioni e risposte allo stress
Come rispondono al pianto ma anche al riso Come interpretano l’ansia e lo stress Come rispondono di fronte a comportamenti disturbanti

63 Rapporto con i figli Sentimenti Empatia
Propri bisogni vs quelli dei figli Riescono a considerare i figli come soggetti separati e distinti Spazio di gioco comune Offrono oltre alle cure primarie anche spazio/ tempo di condivisione altra

64 Influenze familiari Livello di consapevolezza rispetto alle esperienze di accudimento da parte dei propri familiari Come lo valutano Influenze transgenerazionali COPPIA: sostegno reciproco, conflitti quale ruolo per i figli?, Che significati il figlio assume per i genitori Atteggiamenti del figlio nei confronti dei genitori Risorse economiche familiari

65 Fattori temporalmente aggravanti
Specificità del momento e del ciclo di vita familiare che hanno caricato i genitori di alti livelli di stress o vulnerabilità

66 Interazione con l’ambiente esterno
Presenti sostegni esterni? Relazione tra famiglia e altre istituzioni Il bambino può usufruire di altre relazioni significative in altri sistemi?

67 Fattori prognostici Atteggiamento genitori Atteggiamenti culturali
Storie familiari precedenti

68 Come potrebbero arrivare i genitori…
Chiusi Diffidenti Irritati Spinti dall’insegnante o dal pediatra ad esempio CompiacentiIdealizzanti il professionista come “esperto” “salvatore”

69 NECESSARIO creare un’atmosfera di disponibilità e di fiducia
Accogliere e lavorare sulle perplessità Lavorare sulle diverse rappresentazioni del disagio del bambino

70 Se patologici… Patologia genitoriale presenta un ruolo importante nello strutturarsi della problematica del figlio (uno dei principali fattori di rischio). Comunque è il figlio il centro dell’attenzione “creare uno spazio mentale dove il bambino possa nascere ed evolvere nella mente del genitore”.

71 Domanda Famiglia Visione di Coppia o singolo genitore
Sintonica/Distonica Paziente designato Riconoscimento dei bisogni propri-del figlio Meccanismi di difesa  scissione, proiezione, negazione … ASPETTATIVE Il bambino non può essere aiutato senza la collaborazione dei genitori “creazione spazio mentale”

72 VINELAND

73 Dai genitori al bambino
Cosa cambia: SETTING TEMPI SPAZI PSICOLOGO Perché? Investimenti, identificazioni, alleanza

74 Alcune precisazioni Il colloquio col bambino è sempre preceduto dal colloquio coi genitori  si concorda come presentarsi-cosa comunicare Il colloquio clinico è uno strumento imprescindibile anche con il bambino. L’utilizzo di tecniche testistiche, gioco e disegno non sostituisce il momento di colloquio.

75 Non è un processo dello psicologo sul bambino ma col bambino, attraverso l’interazione, lo scambio, la relazione. Pre-requisiti: SENSO di REALTA’ del bambino STATO EMOTIVO che prevale COME SI PERCEPISCE COME SI PROPONE COME SPERIMENTA IL DISAGIO(potrebbe non corrispondere alla motivazione genitoriale)

76 Alcuni aspetti tecnici
Il setting Età specifico Ambiente e psicologo a misura di bambino Materiale per disegnare Giocattoli Simbolici Giochi in scatola No ambiente sovrastimolante Strutturazione del primo incontro ambiente contenitivo Clinico all’altezza del bambino

77 Importante COMUNICAZIONE Presentarsi Sai perché sei qui?
Ci serve per capire le sue rappresentazioni Chiarire che non sarà un contesto di solo gioco

78 Come entra nella stanza
Separazione dai genitori Altri contesti Primo obiettivo attenzione al bambino, affetti, rappresentazioni

79 Incontro col bambino Presentazione reciproca Cosa pensa, prova
Sue motivazioni e aspettative Livello di rappresentazione dell’altro e di sé Possibile resistenza all’incontro -fantasie –esperienze passate

80 Alcuni aspetti teorici
Il primo contatto col bambino “Spazio mentale potenziale” e holding del clinico (Winnicott, 1971) Spazio intersoggettivo e intrapsichico (Bertolini, Giannakoulas e Hernandez , 2003) Differenziare la problematica che il bambino presenta e il significato che le attribuisce, da quella presentata dai genitori (Sai perché sei qui?)

81 Peculiarità: Necessità del clinico di adattarsi allo stile, al linguaggio, alla personalità, al mondo rappresentazionale e allo stadio di sviluppo del bambino (Greenspan, 1999; Piaget, 1926) Attenzione a “cosa fa”, non solo “cosa dice”: non racconta ciò che lo preoccupa, ma agisce le sue preoccupazioni (Winnicott, 1971). Come il bambino è capace di immaginarsi nel futuro, tendenze regressive e progressive e capacità di storicizzarsi in rapporto all’età cronologica (Piaget, 1946)

82 Le aree nei primi colloqui col bambino
Come vive il suo malessere: rappresentazione Informazioni descrittive e affettive su: Famiglia (aspetti relazionali, ruoli, identificazioni, conflitti) Pari (aspetti relazionali) Giornata: organizzazione spazio e tempo (scelte, imposizioni, piacere) Scuola Focus su FUNZIONAMENTO e IMMAGINE INTEGRATA non su ciò che non funziona.

83 Come rivolgersi ai bambini
Iniziare con domande ampie e generali Domande specifiche relative alla problematica Basarsi sulle prime risposte fornite dal bambino per orientarsi in seguito verso l'approfondimento di ciò che piano piano emerge dall’incontro col bambino stesso e dalle sue stesse parole

84 L’adolescenza Problematiche evolutive tipiche
Possibili fonti di conflittualità Consolidare immagine di sé Rinnovata identità che integri i cambiamenti evolutivi: chi è e chi vorrebbe essere Nuove fantasie, pensiero astratto e razionale Dimensione del privato Senso di sé autonomo

85 Psicologo minaccioso per eccessiva dipendenza
Tutti hanno paura di me Scelte oggettuali

86 Segnalazione adolescente
Potrebbe arrivare da solo Scopo indagine diagnostica è la ricostruzione dell’immagine di sé dell’adolescente e la restituzione di essa a lui: conoscere i processi di individuazione, l’uso delle difese (Senise, 1990) Riuscire a costruire un campo relazionale, un’esperienza, in cui poco a poco il paziente si sentirà al sicuro quando parlerà delle sue fantasie, debolezze e capacità.

87 Segnalazione adolescente
Questa è mia figlia, voglio che le parli Problema familiare Quando diventa un problema Costruzione alleanza Fiducia Scelte comunicative Rischio

88 Adolescente “Essere in contatto con il paziente significa essere sensibili alla sua età, apprezzare il significato affettivo della sua esperienza attuale, come base per una comprensione delle sue problematiche collegate a fantasie e a deficit e dei suoi tentativi di soluzione” Rischio di confondere “crisi” per patologia o viceversa

89 Colloquio adolescente
Immagine di sé: vissuto, atteggiamento, aspettative. Pulsioni aggressive e libidiche: espressione, contenimento, agiti. Attitudine verso la realtà. Conflitto dipendenza/indipendenza. Spinta all’autonomia. Rapporto con l’infanzia. Relazioni significative. Differenziare vissuti emotivi.

90 Colloquio Adolescente
Tappe evolutive e compiti di sviluppo Quale è la situazione attuale del ragazzo rispetto alle competenze cognitive e sociali e all’assetto emotivo? E nel passato? Cosa si aspetta il ragazzo? Cosa si prepara ad essere nel futuro? L’esperienza del cambiamento corporeo Come si pone il ragazzo nei confronti di questi cambiamenti? Quale ruolo informativo hanno la famiglia, la scuola e il gruppo dei pari? Qualità delle relazioni tra l’adolescente e la famiglia Che tipo di rapporto ha il ragazzo con la famiglia? (evoluzione del processo di distacco, influenza degli altri significativi sul disagio, modalità del ragazzo di veicolare e gestire le emozioni all’interno della famiglia etc.) Gruppo dei pari Che tipo di rapporti ha il ragazzo con il gruppo dei pari? Che importanza ha il gruppo dei pari per la costruzione della propria identità?

91 Adolescenza ACTING OUT LUTTO GRUPPO DEI PARI GENITORI SCUOLA FUTURO
CORPO SESSUALITA’ Adolescenza FUTURO

92 “qualcosa si è rotto”… Isolamento e Ritiro sociale Noia e disinteresse Vergogna Agito dirompente Provocazione e spavalderia Comportamenti a rischio Blocco evolutivo Forte resistenza alle relazioni d’aiuto

93 ASSESSMENT SPECIFICO DOMANDA LIVELLO DI FUNZIONAMENTO
IPOTESI DIAGNOSTICHE


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