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Progettare – Valutare Competenze

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Presentazione sul tema: "Progettare – Valutare Competenze"— Transcript della presentazione:

1 Progettare – Valutare Competenze
Roberto Trinchero Università degli studi di Torino Slides disponibili su

2 Esiti della formazione scolastica?
Gardner (1991, ed it. 1993,p.13-14): “Anche gli studenti meglio preparati e dotati di tutti i carismi del successo scolastico – regolare frequenza di scuole valide, valutazioni molto elevate, buoni punteggi nei test, riconoscimenti da parte degli insegnanti – non mostrano una comprensione adeguata. […]. Posti di fronte a problemi elementari [tratti dal mondo reale] formulati in modo anche solo leggermente diverso da quello in cui li avevano affrontati a scuola […] danno spiegazioni sostanzialmente identiche a quelle proposte da studenti che non si sono mai cimentati con quella disciplina.” Gardner H. (1993), Educare al comprendere, Milano, Feltrinelli.

3 Un esempio? Domanda 1: la luce diurna: Quale tra queste affermazioni spiega perché sulla terra c’è alternanza tra giorno e notte? A la terra ruota intorno al suo asse B il sole ruota intorno al suo asse C l’asse della terra è inclinato D la terra ruota intorno al sole Gli alunni italiani hanno risposto così: A 37,6%, B 2,4%, C 24,00%, D 30,5%. (Pisa dati Invalsi)

4 Ocse-Pisa 2009: Lettura Media OCSE: 493

5 Ocse-Pisa 2009: Matematica
Media OCSE: 496

6 Ocse-Pisa 2009: Scienze Media OCSE: 501

7 Cosa rilevano gli item Ocse-Pisa?
«Titoli di studio migliori non si traducono automaticamente in capacità migliori, lavori migliori e livelli di vita migliori. Con il Pisa cerchiamo di cambiare tutto questo […] e abbiamo trovato un punto di vista molto particolare: eravamo meno interessati alla capacità degli studenti di riprodurre quello che avevano imparato a scuola ma volevamo verificare se erano in grado di estrapolare da quello che sanno e applicare la loro conoscenza in situazioni diverse […] e qualcuno dice che è ingiusto perché esaminiamo gli studenti con problemi che non hanno mai visto prima. Ma se seguite quella logica dovete considerare ingiusta la vita stessa perché l’esame della vita vera non è nella nostra capacità di ricordare quello che abbiamo imparato a scuola, ma se siamo preparati per il cambiamento, se siete preparati a lavori che non sono stati creati, a usare tecnologie che non sono state inventate, a risolvere problemi che non possiamo anticipare oggi.» Andreas Schleicher (coordinatore del progetto OCSE-PISA)(2012), Use data to build better schools,

8 Formare per competenze, valutare competenze
Roberto Trinchero – Dip. Filosofia e Scienze dell’Educazione – Università degli Studi di Torino Formare per competenze, valutare competenze Formare/Valutare per: CONOSCENZE-ABILITA’ Formare/Valutare per: COMPETENZE “Lettura” del problema Problemi “chiusi”: un solo modo di interpretare il problema Problemi “aperti” a più interpretazioni Modo di affrontarlo Una soluzione univoca Più strategie di soluzione Modo per valutare la propria azione Feedback giusto/sbagliato Riflessione sulle proprie strategie

9 Cos’è una competenza? “Competenza” indica la comprovata capacità di usare conoscenze, abilità e capacità personali, sociali e/o metodologiche, in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo professionale e/o personale; Le competenze sono descritte in termini di responsabilità e autonomia. DM 139/07 (Normativa sul nuovo Obbligo di Istruzione): EQF (Quadro Europeo delle Qualifiche e dei Titoli): pag. 11

10 Indicatori dell’agire con competenza:
Risorse (conoscenze, capacità di base, atteggiamenti, …, dell’allievo) (R) Strutture di interpretazione (come l’allievo “legge” ed assegna significato alle situazioni) (I) Strutture di azione (come l’allievo agisce in risposta ad un problema) (Z) Strutture di autoregolazione (come l’allievo apprende dall'esperienza e cambia le proprie strategie in funzione delle sollecitazioni provenienti dal contesto) (A) MOBILITAZIONE Trinchero R. (2006), Valutare l’apprendimento nell’e-learning. Dalle abilità alle competenze, Trento, Erickson, pp Trinchero R. (2012), Costruire, valutare, certificare competenze. Proposte di attività per la scuola, Milano, FrancoAngeli.

11 Valutare le competenze con il modello R-I-Z-A
Performance assessment su problemi tratti dal mondo reale Item “competence-based” Non richiedono la semplice applicazione meccanica di procedure risolutive Esempio: indagini Ocse-Pisa

12 Problema del carpentiere (Pisa 2003)
Un carpentiere ha 32 metri di tavole. Quali di questi recinti può realizzare? Se non interpreto il problema come “devo trasformare le figure A e C nella figura D” non riuscirò mai a risolverlo …

13 Problema del carpentiere
Roberto Trinchero – Dip. Filosofia e Scienze dell’Educazione – Università degli Studi di Torino Problema del carpentiere Risorse Conoscere il concetto di somma e di perimetro Conoscere le proprietà dei triangoli Saper effettuare una somma, … Strutture di interpretazione Saper cogliere il fatto che la soluzione del problema non sta nell’applicazione di un algoritmo, ma in un ripensamento delle figure. Strutture di azione Saper ricondurre una figura geometrica non conosciuta ad una conosciuta. Strutture di autoregolazione Saper valutare le proprie strategie confrontandole con gli obiettivi e con i dati a disposizione.

14 Roberto Trinchero – Dip
Roberto Trinchero – Dip. Filosofia e Scienze dell’Educazione – Università degli Studi di Torino Allievi «abili» e allievi «competenti» associato al ‘problema del carpentiere’ Allievo “abile” Allievo “competente” Risorse Conosce il concetto di somma e di perimetro, sa effettuare somme, … Strutture di interpretazione Si chiede “Quando abbiamo trattato queste figure a scuola?” Legge il problema come “Trasformare le figure irregolari in figure note” Strutture di azione Cerca, senza successo, di applicare una formula risolutiva nota Trasforma le figure irregolari in figure note Strutture di autoregolazione Rinuncia a risolvere il problema (“Non lo abbiamo trattato a scuola) Se la trasformazione non porta ad una soluzione, cerca trasformazioni alternative.

15 R-I-Z-A a scuola Risorse
Acquisire informazione, sviluppare capacità di base e atteggiamenti (disposizioni) Strutture di Interpretazione Insegnare a leggere la realtà e le realtà: cogliere, interpretare, decostruire Strutture di aZione Fornire strumenti per avere un impatto sulla realtà: costruire opinioni e artefatti, comunicare, cambiare il proprio mondo Strutture di Autoregolazione Mettere in grado di riflettere sulle proprie interpretazioni ed azioni: instillare il dubbio, mettersi in discussione, cambiare le proprie strategie, migliorare se stessi

16 Strutture di: INTERPRETAZIONE
Il soggetto competente: Ha un ricco repertorio di “modelli del mondo” utili per interpretare i problemi; Sa inquadrare il problema nella categoria corretta; Capisce se è il caso di riformularlo o meno; Capisce qual è la richiesta che gli viene fatta; Capisce quali sono i dati che gli servono e quelli che non gli servono.

17 Strutture di interpretazione: possibili descrittori
Cogliere … (elementi chiave, collegamenti e relazioni, …) Identificare … (dati e incognite, obiettivi, punti non chiari, …) Individuare … (elementi chiave, collegamenti e relazioni, risorse necessarie, …) Localizzare … (informazioni, concetti, …) Riconoscere …(situazioni problematiche, informazioni date e informazioni mancanti, …) Scegliere … (le risorse più opportune, …) Selezionare … (le risorse più opportune, …) Trinchero R. (2012), Costruire, valutare, certificare competenze. Proposte di attività per la scuola, Milano, FrancoAngeli.

18 Strutture di: AZIONE Il soggetto competente:
Ha un repertorio ricco e flessibile di strategie, per cui se una si rivela inadeguata passa ad un’altra; Affronta il problema con una o più strategie efficaci; Affronta il problema con una o più strategie efficienti;

19 Strutture di azione: possibili descrittori (1/2)
Analizzare … (contenuti, processi, …) Attribuire … (punti di vista, posizioni di autori differenti, …) Calcolare … (applicando algoritmi, …) Classificare … (contenuti, processi, soluzioni, …) Confrontare … (contenuti, processi, soluzioni, strategie, …) Costruire … (prodotti, …) Descrivere … (oggetti, processi, soluzioni, …) Dimostrare … (soluzioni, …) Eseguire … (procedure, …) Formulare … (piani di azione, strategie, soluzioni, …) Ideare … (soluzioni, strategie, …) Ipotizzare … (soluzioni, strategie, …) Organizzare … (contenuti, processi, eventi, …) Pianificare … (sequenze di azioni, processi, strategie, …) Trinchero R. (2012), Costruire, valutare, certificare competenze. Proposte di attività per la scuola, Milano, FrancoAngeli.

20 Strutture di azione: possibili descrittori (2/2)
Produrre … (prodotti, …) Progettare … (soluzioni, strategie, …) Rappresentare graficamente … (contenuti, processi, problemi, soluzioni, strategie, …) Realizzare … (prodotti, elaborati, …) Riassumere … (contenuti, processi, …) Ricavare … (implicazioni, conclusioni, sintesi, …) Riformulare … (problemi, soluzioni, strategie, …) Spiegare … (fenomeni, processi, …) Tradurre da un formalismo ad un altro … (contenuti, processi, …) Trovare esempi di … (contenuti, processi, …) Trovare similarità e differenze in … (contenuti, processi, …) Utilizzare un modello per … (risolvere un problema, …) Utilizzare una procedura per … (risolvere un problema, …) Trinchero R. (2012), Costruire, valutare, certificare competenze. Proposte di attività per la scuola, Milano, FrancoAngeli.

21 Strutture di: AUTOREGOLAZIONE
Il soggetto competente: Capisce quando è il momento di cambiare modello di interpretazione e/o strategie di azione; Si rende conto dei punti di forza del suo lavoro, soprattutto se lo compara con un altro o con un insieme di criteri di autovalutazione; Idem per i punti di debolezza; Sa argomentare per giustificare le proprie scelte (sa spiegare perché ha fatto così).

22 Strutture di autoregolazione: possibili descrittori
Argomentare … (le proprie proposte, le proprie soluzioni, le strategie applicate nella risoluzione di un problema, …) Chiarificare … (le proprie proposte, le proprie soluzioni, le strategie applicate nella risoluzione di un problema, …) Criticare … (le proprie proposte, le proprie soluzioni, le strategie applicate nella risoluzione di un problema, …) Difendere … (le proprie proposte, le proprie soluzioni, le strategie applicate nella risoluzione di un problema, …) Giudicare … (le proprie proposte, le proprie soluzioni, le strategie applicate nella risoluzione di un problema, …) Giustificare … (le proprie proposte, le proprie soluzioni, le strategie applicate nella risoluzione di un problema, …) Motivare … (le proprie proposte, le proprie soluzioni, le strategie applicate nella risoluzione di un problema, …) Trovare errori … (nelle proprie proposte, nelle proprie soluzioni, nelle strategie applicate nella risoluzione di un problema, …) Trinchero R. (2012), Costruire, valutare, certificare competenze. Proposte di attività per la scuola, Milano, FrancoAngeli.

23 In pratica? Una proposta didattica …

24 Partire da problemi del mondo reale dello studente
Avete due schede telefoniche. Quella dell’operatore Megafone vi offre telefonate verso tutti gli altri operatori a 15 centesimi di scatto alla risposta e 9 centesimi al minuto per la conversazione. Quella dell’operatore Gim, per telefonate verso tutti gli altri operatori, vi offre uno scatto alla risposta di 5 centesimi e 12 centesimi al minuto per la conversazione. Con quale scheda vi conviene fare telefonate della seguente durata: 1 minuto 2 minuti 3 minuti 4 minuti 5 minuti

25 Tariffe cellulari

26 Ciclo di Apprendimento Esperienziale: Esempio di applicazione in classe
0 Un problema aperto, sfidante, tratto dal mondo reale, proposto alla classe. 0 Problema 1 Esperienza 1 Gli studenti (soli, a coppie o gruppi di 3) “inventano” una soluzione sulla base delle loro conoscenze attuali. 2 Comunicazione 2 Gli studenti raccontano la loro soluzione alla classe, in un tempo limitato. 5 La classe applica la soluzione ottimale trovata alla risoluzione di un problema analogo. 5 Applicazione 3 Analisi 3 L’insegnante e i compagni individuano i punti di forza e i punti di debolezza della soluzione trovata. L’insegnante li riassume alla lavagna. 4 La classe (aiutata dal docente) cerca di trovare una (o più) soluzioni ottimali. 4 Generalizzazione Pfeiffer J. W., Ballew A. (1988), Using Structured Experiences in Human Resource Development, San Diego, University Associates.

27 Esempio 0. Problema: Con quale scheda telefonica mi conviene fare telefonate della durata di … ? 1. Esperienza: Gli allievi, organizzati in coppie «mirate», propongono soluzioni al problema. 2. Comunicazione: A turno il relatore della coppia (scelto dal docente) racconta la soluzione proposta. 3. Analisi: Quali sono le “buone idee” emerse? E quelle “meno buone”? Quali “buone idee” può suggerire l’insegnante? 4. Generalizzazione: Mettendo insieme tutte le “buone idee” emerse (e quelle che proporrà l’insegnante, se non ne sono emerse a sufficienza…) cerchiamo di costruire una soluzione comune e di formalizzarla. 5. Applicazione: Con questa soluzione così costruita cercate di risolvere un problema analogo proposto dall’insegnante (es. costo di un viaggio). Trinchero R. (2012), Costruire, valutare, certificare competenze. Proposte di attività per la scuola, Milano, FrancoAngeli.

28 Evidenze empiriche a favore del ciclo di Apprendimento Esperienziale
Chi ci dice che le Attività strutturate con il ciclo di Apprendimento Esperienziale siano davvero efficaci nel promuovere apprendimento? Trinchero R. (2012), Costruire, valutare, certificare competenze. Proposte di attività per la scuola, Milano, FrancoAngeli. Trinchero R. (2013), Sappiamo davvero come far apprendere? Credenza ed evidenza empirica., Numero 2, Volume 13, anno 2013, pp ,

29 John Hattie (2009), Visible Learning
Sintesi di più di ricerche (200 milioni di studenti) sui fattori che influenzano il successo scolastico Hattie J. (2009), Visible Learning: A synthesis of over 800 meta-analyses relating to achievement, London, Routledge.

30 Porre obiettivi «sfidanti»
Problema di partenza nel ciclo di AE Effect Size= 0,56 Hattie J. (2009), Visible Learning: A synthesis of over 800 meta-analyses relating to achievement, London, Routledge.

31 Peer tutoring Lavoro a coppie con uno studente più «bravo» e uno meno (fase di Esperienza) Effect Size= 0,55 Hattie J. (2009), Visible Learning: A synthesis of over 800 meta-analyses relating to achievement, London, Routledge.

32 Autoverbalizzazione Chiedere di raccontare ciò che hanno fatto nella fase di Esperienza (fase di Comunicazione) Effect Size= 0,64 Hattie J. (2009), Visible Learning: A synthesis of over 800 meta-analyses relating to achievement, London, Routledge.

33 Reciprocal teaching Effect Size= 0,74
Le coppie spiegano la loro soluzione alla classe (fase di Comunicazione) Effect Size= 0,74 Hattie J. (2009), Visible Learning: A synthesis of over 800 meta-analyses relating to achievement, London, Routledge.

34 Feedback: studentidocente e docentestudenti
Far emergere ciò che i ragazzi sanno (fase di Comunicazione) e dare valutazioni (fase di Analisi) ed integrazioni (fase di Generalizzazione) Effect Size= 0,73 Hattie J. (2009), Visible Learning: A synthesis of over 800 meta-analyses relating to achievement, London, Routledge.

35 Valutazione formativa
Analizzare la correttezza di ciò che i ragazzi sanno (fase di Analisi) e fornire ciò che manca (fase di Generalizzazione) Effect Size= 0,90 Hattie J. (2009), Visible Learning: A synthesis of over 800 meta-analyses relating to achievement, London, Routledge.

36 Strategie metacognitive
Far riflettere i ragazzi sulla correttezza della propria soluzione (fase di Analisi) Effect Size= 0,69 Hattie J. (2009), Visible Learning: A synthesis of over 800 meta-analyses relating to achievement, London, Routledge.

37 Worked examples Dare esempi di «buone soluzioni» alla classe (fase di Generalizzazione) Effect Size= 0,57 Hattie J. (2009), Visible Learning: A synthesis of over 800 meta-analyses relating to achievement, London, Routledge.

38 Problem solving teaching
Dare «buone strategie di soluzione» alla classe (fase di Generalizzazione) Effect Size= 0,61 Hattie J. (2009), Visible Learning: A synthesis of over 800 meta-analyses relating to achievement, London, Routledge.

39 Pratica distribuita Chiedere di utilizzare più volte e riprendere i concetti e strategie nei vari cicli di AE Effect Size= 0,71 Hattie J. (2009), Visible Learning: A synthesis of over 800 meta-analyses relating to achievement, London, Routledge.

40 LA VALUTAZIONE DELLE COMPETENZE
Dalle Indicazioni Nazionali 2012 al Curricolo Verticale

41 La scuola nel nuovo scenario
[…] In tale scenario, alla scuola spettano alcune finalità specifiche: offrire agli studenti occasioni di apprendimento dei saperi e dei linguaggi culturali di base; far sì che gli studenti acquisiscano gli strumenti di pensiero necessari per apprendere a selezionare le informazioni; promuovere negli studenti la capacità di elaborare metodi e categorie che siano in grado di fare da bussola negli itinerari personali; favorire l'autonomia di pensiero degli studenti, orientando la propria didattica alla costruzione di saperi a partire da concreti bisogni formativi. […] Miur (2012), Indicazioni Nazionali 2012 per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione, p. 5

42 Dalle Indicazioni al curricolo
[…] Ogni scuola predispone il curricolo all’interno del Piano dell’offerta formativa con riferimento al profilo dello studente al termine del primo ciclo di istruzione, ai traguardi per lo sviluppo delle competenze, agli obiettivi di apprendimento specifici per ogni disciplina. A partire dal curricolo di istituto, i docenti individuano le esperienze di apprendimento più efficaci, le scelte didattiche più significative, le strategie più idonee, con attenzione all’integrazione fra le discipline e alla loro possibile aggregazione in aree, così come indicato dal Regolamento dell’autonomia scolastica, che affida questo compito alle istituzioni scolastiche. Miur (2012), Indicazioni Nazionali 2012 per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione, p. 12

43 Traguardi per lo sviluppo delle competenze
[…] Essi rappresentano dei riferimenti ineludibili per gli insegnanti, indicano piste culturali e didattiche da percorrere e aiutano a finalizzare l’azione educativa allo sviluppo integrale dell’allievo. Nella scuola del primo ciclo i traguardi costituiscono criteri per la valutazione delle competenze attese e, nella loro scansione temporale, sono prescrittivi, impegnando così le istituzione scolastiche affinché ogni alunno possa conseguirli, a garanzia dell’unità del sistema nazionale e della qualità del servizio. Le scuole hanno la libertà e la responsabilità di organizzarsi e di scegliere l’itinerario più opportuno per consentire agli studenti il miglior conseguimento dei risultati. Miur (2012), Indicazioni Nazionali 2012 per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione, p. 13

44 Obiettivi di apprendimento
Gli obiettivi di apprendimento individuano campi del sapere, conoscenze e abilità ritenuti indispensabili al fine di raggiungere i traguardi per lo sviluppo delle competenze. Essi sono utilizzati dalle scuole e dai docenti nella loro attività di progettazione didattica, con attenzione alle condizioni di contesto, didattiche e organizzative mirando ad un insegnamento ricco ed efficace. Gli obiettivi sono organizzati in nuclei tematici e definiti in relazione a periodi didattici lunghi: l’intero triennio della scuola dell’infanzia, l’intero quinquennio della scuola primaria, l’intero triennio della scuola secondaria di primo grado. […] nella scuola primaria gli obiettivi di italiano, lingua inglese e seconda lingua comunitaria, storia, geografia, matematica e scienze sono indicati anche al termine della terza classe. Miur (2012), Indicazioni Nazionali 2012 per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione, p. 13

45 Valutazione (1/2) Agli insegnanti competono la responsabilità della valutazione e la cura della documentazione, nonché la scelta dei relativi strumenti, nel quadro dei criteri deliberati dagli organi collegiali. Le verifiche intermedie e le valutazioni periodiche e finali devono essere coerenti con gli obiettivi e i traguardi previsti dalle Indicazioni e declinati nel curricolo. La valutazione precede, accompagna e segue i percorsi curricolari. Attiva le azioni da intraprendere, regola quelle avviate, promuove il bilancio critico su quelle condotte a termine. Assume una preminente funzione formativa, di accompagnamento dei processi di apprendimento e di stimolo al miglioramento continuo. Miur (2012), Indicazioni Nazionali 2012 per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione, p. 13

46 Valutazione (2/2) Occorre assicurare agli studenti e alle famiglie un’informazione tempestiva e trasparente sui criteri e sui risultati delle valutazioni effettuate nei diversi momenti del percorso scolastico, promuovendone con costanza la partecipazione e la corresponsabilità educativa, nella distinzione di ruoli e funzioni. […] Miur (2012), Indicazioni Nazionali 2012 per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione, p. 13

47 Certificazione delle competenze
La scuola finalizza il curricolo alla maturazione delle competenze previste nel profilo dello studente al termine del primo ciclo, fondamentali per la crescita personale e per la partecipazione sociale, e che saranno oggetto di certificazione. Sulla base dei traguardi fissati a livello nazionale, spetta all'autonomia didattica delle comunità professionali progettare percorsi per la promozione, la rilevazione e la valutazione delle competenze. Particolare attenzione sarà posta a come ciascuno studente mobilita e orchestra le proprie risorse - conoscenze, abilità, atteggiamenti, emozioni - per affrontare efficacemente le situazioni che la realtà quotidianamente propone, in relazione alle proprie potenzialità e attitudini. […] Miur (2012), Indicazioni Nazionali 2012 per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione, p. 14

48 Livelli di certificazione (scuola primaria e secondaria di primo grado)
Avanzato L’alunno/a svolge compiti e risolve problemi complessi, mostrando padronanza nell’uso delle conoscenze e delle abilità; propone e sostiene le proprie opinioni e assume in modo responsabile decisioni consapevoli. Risolve in modo autonomo problemi che richiedono scelte molteplici e non banali, in situazioni mai viste prima nella didattica. Sa argomentare efficacemente e consapevolmente le proprie scelte ed opinioni. B Intermedio L’alunno/a svolge compiti e risolve problemi in situazioni nuove, compie scelte consapevoli, mostrando di saper utilizzare le conoscenze e le abilità acquisite. Risolve in modo autonomo problemi che richiedono di scegliere, in situazioni mai viste prima in quella forma nella didattica. C Base L’alunno/a svolge compiti semplici anche in situazioni nuove, mostrando di possedere conoscenze e abilità fondamentali e di saper applicare basilari regole e procedure apprese. Risolve in modo autonomo problemi puramente esecutivi (che richiedono solo di applicare, non di scegliere), anche in situazioni non perfettamente analoghe a quelle didattiche. D Iniziale L’alunno/a, se opportunamente guidato/a, svolge compiti semplici in situazioni note. Risolve problemi puramente esecutivi (che richiedono solo di applicare, non di scegliere), solo se guidato. Miur (2015), Linee guida per la certificazione delle competenze nel primo ciclo di istruzione,

49 Per approfondimenti… Trinchero R. (2012), Costruire, valutare, certificare competenze. Proposte di attività per la scuola, Milano, FrancoAngeli.

50 … testi utili R. Trinchero (2012), Costruire, valutare, certificare competenze, Milano, FrancoAngeli. R. Trinchero (2006), Valutare l’apprendimento nell’e-learning. Dalle abilità alle competenze, Trento, Erickson. Attingere alle bibliografie presenti sui testi indicati o citati nel corso…


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