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LA GESTIONE E IL GOVERNO DELL’IMPRESA LA GESTIONE E IL GOVERNO DELL’IMPRESA 4.1 Introduzione 4.2 L’evoluzione della organizzazione 4.2.1 L’organizzazione.

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1 LA GESTIONE E IL GOVERNO DELL’IMPRESA LA GESTIONE E IL GOVERNO DELL’IMPRESA 4.1 Introduzione 4.2 L’evoluzione della organizzazione 4.2.1 L’organizzazione della grande impresa negli Stati Uniti 4.2.2 L’imitazione europea 4.2.3. Holding, reti e gruppi 4.3 Impresa e lavoro 4.3.1 L’organizzazione del lavoro nell’impresa ottocentesca 4.3.2 Taylorismo e fordismo 4.3.3 La produzione snella e il toyotismo 4.4 L’impresa e l’attività innovativa 4.4.1 Impresa, innovazione e Ricerca e Sviluppo storia d'impresa 2015-16

2 Il rapporto fra strategia e struttura dell’impresa Il rapporto fra strategia e struttura dell’impresa Strategia Strategia: la determinazione delle mete fondamentali e degli obbiettivi di lungo periodo, ovvero la pianificazione e lo sviluppo dell’impresa Struttura: Struttura: la progettazione, la costruzione e l’amministrazione della organizzazione finalizzata a mettere in atto con successo quella strategia →governance → Per rispondere è necessario analizzare gli aspetti fondamentali della governance dell’impresa  La responsabilità sociale dell’impresa. Il Libro verde del 2001 dell’Unione Europea la definisce come «l’integrazione volontaria delle problematiche sociali ed ecologiche nelle operazioni commerciali e nei rapporti delle imprese con le parti interessate». ☛ ☛ l’azione esterna dell’impresa non si esaurisce nei suoi rapporti col mercato, ma che essa è al centro degli interessi di una molteplicità di stake-holders:  soci/azionisti,  risorse umane,  clienti,  fornitori,  partner finanziari,  stato,  enti locali, pubblica amministrazione,  comunità ed ambiente. storia d'impresa 2015-16

3 4.2 L’EVOLUZIONE DELL’ ORGANIZZAZIONE Il processo di crescita della grande impresa non avrebbe potuto compiersi senza profonde trasformazioni organizzative: esse resero efficiente e veloce il flusso della produzione all'interno dell'azienda e portarono al coordinamento ottimale di questi flussi con le attività a monte e a valle. a)L’organizzazione della grande impresa negli Stati Uniti impresa monofunzionale 1. impresa monofunzionale, tipicamente a gestione famigliare, quindi con identificazione fra il proprietario e il manager (giuridicamente corrispondente a società di persone o ditta) Fino all’avvento delle grandi compagnie ferroviarie la tradizionale organizzazione monofunzionale ha rappresentato la struttura dominante dell'industria europea ed americana storia d'impresa 2015-16

4 Impresa multifunzionale (U-Form 2. Impresa multifunzionale (U-Form), si sviluppa con la crescita delle dimensioni dell’impresa (e con il passaggio a società di capitali) la specializzazione delle funzioni intermedie → è ancora una struttura centralizzata ma che prevede la specializzazione delle funzioni intermedie (marketing, produzione ecc.), riorganizzate in dipartimenti semiautonomi: attività relativamente omogenee  La U-form si rivelò un’organizzazione efficiente fintanto che l’azienda concentrò i propri sforzi in attività relativamente omogenee (acciaio, petrolio ecc.) storia d'impresa 2015-16

5 impresa multidivisionale (M-form 3. impresa multidivisionale (M-form): quando molte grandi imprese multifunzionali nel ‘900 presero la strada della diversificazione, venne introdotta una struttura organizzativa più consona, quella multidivisionale: divisioni le divisioni (centri di profitto autonomi, organizzate per linee di prodotto o per aree geografiche) avevano piena responsabilità operativa (di breve-medio termine) comitato esecutivo il comitato esecutivo (top management) manteneva la responsabilità strategica (di lungo periodo ) Questi sviluppi furono tipicamente americani: per es. Du Pont  alla Du Pont vennero create 5 divisioni autonome integrate per linea di prodotto – esplosivi, coloranti, celluloide, vernici, fibre ecc. ; GM  alla GM, invece, 7 divisioni: accessori, camion, e una per ciascuna delle 5 principali marche che erano state acquisite (Chevrolet, Cadillac, Buick, Oldsmobile e Oakland) storia d'impresa 2015-16

6 L’ADOZIONE DELLA M-FORM NEI SEI PIU’ INDUSTRIALIZZATI 1932 1950 1960 1970 1980/3 1990 Usa 8 17 43 71 81 - Giappone0 8 29 55 58 - Germania - 5 15 50 60 70 Francia 3 6 21 54 66 76 Italia - 7 17 48 - - Regno Unito 5 13 30 72 89 89 - dato non disponibile Fonti: Hannah, 1999, tab. 7.4; b) L’imitazione europea Siemens & Halske Saint- Gobain A parte i casi della tedesca Siemens & Halske di Berlino e della francese Saint- Gobain, in Europa la diffusione della M-form fu molto lenta. Molto ridotta, o addirittura assente fino al 1950, essa però sembra conquistare una crescente fiducia fra le imprese europee, soprattutto a partire dagli anni Sessanta diffusione della struttura divisionale processo di americanizzazione La diffusione della struttura divisionale ha rappresentato una componente di rilievo nel processo di americanizzazione delle economie europee del dopoguerra; società di consulenza americane - quando, nei primi anni Sessanta, l’egemonia politica ed economica degli USA cominciò ad affievolirsi, subentrarono le società di consulenza americane con la loro opera di promozione delle tecniche manageriali d’oltreoceano. storia d'impresa 2015-16

7 c)Holding, reti e gruppi Nella dottrina di Harvard, la forma divisionale viene considerata un necessario adeguamento della struttura alle strategia di crescita dell’impresa moderna. nel caso della GM nel caso della GM la M-form sostituì la forma a holding che l’aveva caratterizzata negli anni Dieci, nella fase di acquisizioni delle varie case automobilistiche. La holding (H-form) La holding (H-form) rappresenta un gruppo di imprese controllate da una società capogruppo attraverso partecipazioni azionarie: decentramento strategico ed operativo – è pertanto connotata da un forte decentramento strategico ed operativo, dall’intensità delle partecipazioni incrociate – l’intensità dei legami tra le imprese, e tra le imprese e la capogruppo, dipende dall’intensità delle partecipazioni incrociate. → → Perciò la holding viene liquidata dalla scuola USA come un retaggio del passato, la cui performance è incapace di reggere quella della moderna M-form: – La M-Form viene ritenuta superiore in tutto: per la sua visione strategica complessiva, per la chiara struttura proprietaria delle sue divisioni, per la razionale combinazione delle sue unità operative, per la netta separazione tra strategia ed attività operativa. Tuttavia, la holding è a lungo rimasta la forma preferita di organizzazione delle grandi imprese europee, delle quali a fine ‘900 circa ¼ ancora manteneva questa struttura; keiretsu grupos ♦ inoltre le varie forme assunte dai gruppi di imprese extraeuropei - dai keiretsu giapponesi ai grupos sudamericani – possono essere viste come declinazioni della H- form storia d'impresa 2015-16

8 Come si spiega allora il duraturo successo di un’organizzazione (apparentemente) così poco efficiente? fattori esogeni all’impresa La spiegazione rinvia ancora una volta a fattori esogeni all’impresa, cioè alla storia e al contesto istituzionale delle singole realtà nazionali: l’evoluzione della legislazione, la bramosia “capitalista” di manager e imprenditori, le connessioni politiche, l’emergere delle business schools e la sete di imitazione 1.negli USA stessi non solo l’efficienza è stata la causa della crescita delle gerarchie manageriali e dell’integrazione organizzativa della grande impresa, ma anche fattori quali l’evoluzione della legislazione, la bramosia “capitalista” di manager e imprenditori, le connessioni politiche, l’emergere delle business schools e la sete di imitazione i gruppi di imprese 2.al di fuori degli USA l’importanza che hanno assunto i gruppi di imprese è il fattore che, pur nel rispetto delle specificità territoriali, spiega la larga diffusione della H-form. un sistema di piramidi societarie e di scatole cinesi con un impegno finanziario ridotto, concentrato nella holding di famiglia al vertice della piramidescarso rischio di take-over ostili 3.In Europa, ma soprattutto in Francia e in Italia, il big business è risultato a lungo dominato da un sistema di piramidi societarie e di scatole cinesi che ha consentito all’azionista di riferimento di controllare l’intera catena delle imprese del gruppo con un impegno finanziario ridotto, concentrato nella holding di famiglia al vertice della piramide, e con scarso rischio di take-over ostili storia d'impresa 2015-16

9 *Grandi salumifici italiani: joint venture paritetica con Unibon, Modena storia d'impresa 2015-16

10 Esempio dell’articolazione di una «piramide» (il gruppo IRI) Quota di X2 controllata dal gruppo IRI = 70,06% 40% + 60% * 50,1% Diretta Indiretta Quota di X4 controllata dal gruppo IRI = 100% storia d'impresa 2015-16

11 Esempio di controllo «piramidale» (il gruppo IRI) Ip) capitale di Z1 = 100 In presenza di una struttura «piramidale» l’impegno finanziario dell’IRI per controllare Z1 è pari a 6,8. Infatti, IRI possiede: - attraverso il 51% della società capogruppo, il 26% di X1 (51%*51%); - attraverso il 26% di X1 controlla il 13,3% di Y1 (51%*26%); - attraverso il 13,3% di Y1 il 6,8% di Z1 (51%*13,3%). In assenza di una struttura «piramidale» per avere il controllo di Z1 avrebbe dovuto detenere una quota di partecipazione pari al 51% del capitale di Z1, sostenendo quindi un esborso finanziario pari a 51 (51% di 100, capitale di Z1) storia d'impresa 2015-16

12 nascita della fabbrica e alla presenza degli operai che vi lavorano Se l’industrializzazione appare inscindibilmente legata alla nascita della fabbrica e alla presenza degli operai che vi lavorano, i mutamenti della struttura gestionale dell’impresa risultano difficilmente separabili dalle trasformazioni della organizzazione delle forze che vi lavorano. Tre fasi: il lavoro nell’impresa vittoriana, il taylorismo e la produzione fordista, il modello giapponese della produzione snella Impresa e lavoro storia d'impresa 2015-16

13 a)L’organizzazione del lavoro nell’impresa ottocentesca La fabbrica diviene simbolo di social breakdown, che sradica il lavoratore dalla campagne e lo costringe nelle dark satanic mills. Engels (1845) La situazione della classe operaia in Inghilterra: mano d’opera dequalificata, subordinata alle macchine, entra nell’immaginario collettivo peggioramento delle classi subalterne indotto dalla R.I. Dagli Hammond a E.P.Thompson è stato messo in rilievo il peggioramento delle classi subalterne indotto dalla R.I. Al pessimismo degli storici è stato opposto l’ottimismo degli economisti (Hayek), teso a evidenziare al contrario il miglioramento del livello di vita operaio La controversia continua ma la tendenza ormai prevalente è quella di fornire un quadro più articolato, in cui emergono: a) sia gli aspetti del difficile adattamento della forza lavoro, sia b) la difficoltà degli imprenditori a imporre la nuova organizzazione produttiva dell’industria a domicilio L’unità della struttura famigliare tipica dell’industria a domicilio, si è mantenuta a lungo anche nelle fabbriche tessili del Lancashire e del Ticino-Olona, con la tradizionale divisione di compiti fra tutti i membri della famiglia. storia d'impresa 2015-16

14  Donne e bambini fino al 1850 rappresentano il 40-50% della forza lavoro in UK e negli USA; ma la disciplina produttiva veniva esercitata per il tramite dell’autorità professionale maschile  ma la disciplina produttiva veniva esercitata per il tramite dell’autorità professionale maschile. compromesso  Quindi compromesso fra nuove esigenze e tradizioni corporative.  Forte variabilità comunque da settore a settore, dipendente dalle diverse condizioni tecnologiche: 1.forme artigianali 1.forme artigianali convivono con strutture moderne. omogeneità del mercato del lavoro fattori esogeni 2.nella stessa Inghilterra non si può parlare di omogeneità del mercato del lavoro fino alla I guerra mondiale. La sua formazione fortemente influenzata da fattori esogeni quali: il progresso tecnico la legislazione di fabbrica la resistenza degli operai storia d'impresa 2015-16

15 impresa vittorianacotonifici Nell’impresa vittoriana (cotonifici soprattutto) l’innovazione tecnologica aveva subordinato alla macchina la maggior parte delle lavorazioni che vi si effettuavano: – nella filatura tra il 1836 e il 1865 il numero di addetti x 1000 fusi scende da 10 a 3,6 – nella tessitura un operaio che lavorava 0,9 telai nel 1820, a fine secolo arriva a lavorarne 3 Il lavoro unskilled prese decisamente il sopravvento su quello specializzato: si tratta ormai di sovrintendere il macchinario, e di mantenerlo efficiente. filatori,attaccafili Tuttavia sopravvivono alcune elite di lavoratori, come i filatori, assistiti da più attaccafili (spesso suoi famigliari), che formavano squadre di lavoro rigidamente gerarchizzate, in cui il filatore arrivava a guadagnare fino a quattro volte il salario degli attaccafili. Retribuzione a cottimoriscossa dal filatore che subappaltava a salario settimanale Retribuzione a cottimo per ciascuna squadra, riscossa dal filatore che subappaltava a salario settimanale pressoché fisso in base al numero dei fusi lavorati. storia d'impresa 2015-16

16  mercato del lavoroscarsa mobilità del lavoro  mercato del lavoro: forte radicamento territoriale e scarsa mobilità del lavoro fino a metà ‘800 almeno.  La legislazione di fabbrica  La legislazione di fabbrica e il deteriorarsi della cultura pre-industriale tuttavia apriranno la strada all’affermazione dei principi di mercato anche nel campo del lavoro: Factory Actdieci oreFactory Act (1847) stabilisce in dieci ore la durata della giornata lavorativa e introduce norme a protezione del lavoro minorile; telaio meccanicol’introduzione del telaio meccanico (rilevante dagli anni ‘20) porta alla decadenza della radicata consorteria dei tessitori, che perdono distinzione professionale e autonomia (Thompson) leggi sui poverile leggi sui poveri settecentesche che tutelavano coloro che non si piegavano ai dettami del mercato, vengono riformate negli anni ‘30 in base a criteri di efficienza del mercato strategie di adattamentoil conflitto che oppone le attività artigianali all’industria moderna comporta complesse strategie di adattamento: il capofamiglia che contratta per tutto il suo nucleo e cerca di salvaguardare le residue componenti professionali associazionismo sindac aleex artigiani danno vita alle prime forme di associazionismo sindac ale storia d'impresa 2015-16

17 aristocrazie del lavoro Le aristocrazie del lavoro, quindi si perpetuano a lungo nel sistema della fabbrica integrata “mista”.  vischiosità del sistema dei mestieri Tuttavia in alcune attività (metallurgia e meccanica soprattutto) tanto in UK che in USA l’elite operaia si mantenne altamente dinamica, adattandosi prontamente all’innovazione tecnologica. USAdall’american system  in USA nelle fabbriche connotate dall’american system gli skilled sfioravano il 60% della mano d’opera possesso del mestiere Il possesso del mestiere si confermava come un fondamentale principio di autorità nella gerarchia del lavoro e uno straordinario strumento di controllo sociale della fabbrica: conoscenza dell’organizzazione del lavoro precisione nell’esecuzione di mansioni specializzate capacità di superare gli inconvenienti di procedure ancora empiriche capacità di suscitare senso di disciplina l’ingresso nelle sua fila era l’obbiettivo del lavoratore L’aristocrazia operaia era strumento di coesione della mano d’opera; l’ingresso nelle sua fila era l’obbiettivo del lavoratore. Tuttavia generava effetti antiegualitari e di esclusione: rigide clausole di regolamentazione dell’apprendistato closed shop:closed shop: difesa incondizionata dei posti di lavoro degli skilled e discriminazione nei confronti degli unskilled storia d'impresa 2015-16

18 Le norme consuetudinarie che governavano il comportamento operaio in fabbrica si trasferirono senza troppe alterazioni nelle prescrizioni ufficiali delle unioni sindacali Amalgamated Society of Engineers metalmeccanica – Nel 1851 nasce l’ASE (Amalgamated Society of Engineers), fondata dagli operai specializzati dei vari mestieri della metalmeccanica (engineers) craft unionism Le caratteristiche del craft unionism britannico si trovavano anche in America, anzi ancora più esasperate (American Federation of Labor) – Ma anche in Italia sono alle origini della FIOM. Il sindacato di mestiere perde efficacia a partire dalla fine dell’800 a favore di un unionismo di massa: – 1889, Londra, sciopero dei portuali IWW – in America per l’azione degli IWW (Industrial Workers of the World), che si rivolgeva agli immigrati – infine per l’azione imprenditoriale (taylorismo) storia d'impresa 2015-16

19 b) taylorismo e fordismo razionalizzazione della produzione industriale Generale tendenza alla razionalizzazione della produzione industriale durante la 2° R.I. (non solo nel lavoro, ma anche nella contabilità, nella gestione ecc.)  il deskilling è frutto soprattutto del progresso tecnico; senza la mass production il taylorismo da solo avrebbe avuto un limitato successo. L’organizzazione scientifica del lavoroFredrick.W.Taylor L’organizzazione scientifica del lavoro codificata in US dall’ing. Fredrick.W.Taylor, Principles of Scientific Management, 1911   Si proponeva di razionalizzare il lavoro attraverso 4 principi: codificare in formule e principi matematici tutte le conoscenze tacite La direzione dell’impresa deve raccogliere e codificare in formule e principi matematici tutte le conoscenze tacite, fino ad allora esclusivo patrimonio dei lavoratori, deve misurare tempi e ritmi delle operazioni in modo da individuare la one best way selezione scientifica dei lavoratori deve condurre una selezione scientifica dei lavoratori in base alle loro attitudini e capacità separareoperai e direzione deve separare l’effettivo lavoro di uno stabilimento fra operai e direzione. storia d'impresa 2015-16

20 scienza del lavoro: La nuova scienza del lavoro: la netta separazione fra lavoro operaio e direzione d’impresa l’esproprio delle tradizionali work rules e la loro sostituzione con un rigoroso calcolo dei tempi richiesti per ciascun movimento e ciascuna funzione Numerose critiche e un vasto dibattito fra gli studiosi delle scienze sociali: liquidazione della professionalità operaia, alienazione della forza lavoro, ecc. La produzione di massafordismo Henry Ford american system ➽ La produzione di massa (fordismo), cioè il sistema “organizzato” di produzione in grandi numeri, inaugurato da Henry Ford nell’impianto di Highland Park (Detroit) nel 1913, è il punto di arrivo di una traiettoria tecnologica (o filiera tecnologica) tipicamente americana (american system) iniziata nella produzione di armi e proseguita sino alla Ford T: armi  macchine da cucire  bicicletta  automobile fordismo Il fordismo si compone di quattro elementi: taylorismo completa intecambiabilità dei pezzi Jig system (sistema di apparecchiature ausiliarie del lavoro) collegamento in sequenza delle operazioni li lavorazione e di montaggio (standardized and synchronized system) storia d'impresa 2015-16

21 assembly line one best way Si giunse così alla assembly line (catena di montaggio) un sistema di dispositivi che metteva l’operaio nella condizione di lavorare al meglio, senza più la illusione tayloristica della “one best way”. Il sistema diede da subito risultati eccezionali, tagliando enormemente i tempi di produzione:  nel 1925 una Ford T entrava sul mercato ogni 25 sec.  il costo unitario scese dai 950 $ del 1908 ai 290 del 1927 ➸ La produzione di massa implica anche un mercato di massa. ➸ ➸ Ford vedeva nei suoi operai dei potenziali consumatori, e li poneva nella condizione di diventare suoi clienti: nel 1914 il salario minimo salì a 5 $ per la giornata di 8 ore (prima era di 2,4 $ per nove ore). con un salario che poteva arrivare anche a 7 $ occorrevano meno di 60 giornate lavorative per acquistare un esemplare; tentativo di legare gli operai agli obiettivi della azienda – welfare aziendale: abitazioni, scuole, assistenza – riduzione di assenteismo e turn over rigida disciplina aziendale – ma → rigida disciplina aziendale – e resistenza al sindacato in fabbrica e ai contratti sindacali storia d'impresa 2015-16

22 Il fordismo negli anni ‘20 si allarga a tutta la produzione automobilistica americana: In USA nel 1929 la G.M. aveva scalzato il primato della Ford Più lentamente penetra anche in quella europea (Renault, Citroen, Opel) Lingotto in Italia anche Giovanni Agnelli al nuovo stabilimento del Lingotto cerca di sperimentare le nuove metodologie, nei limiti concessi dalle dimensioni - davvero esigue - del mercato italiano Mirafiori solo con Mirafiori dopo la 2° Guerra mondiale anche da noi si afferma la produzione di linea la grande espansione americana degli anni ‘20 è legata all’impiego del sistema di produzione di massa Più in generale la grande espansione americana degli anni ‘20 è legata all’impiego del sistema di produzione di massa, fino alla crisi del ‘29 (crisi di sovraproduzione). storia d'impresa 2015-16

23 paradigma fordista comunque resta dominante nella grande impresa per più di mezzo secolo Il paradigma fordista comunque resta dominante nella grande impresa per più di mezzo secolo: esso richiede un continuo ampliamento degli impianti per aumentare la produzione e ridurre quindi i costi unitari. città-fabbrica Imponeva anche l’impiego di un grandissimo numero di lavoratori per operare gli impianti e li concentrava in città-fabbrica, che presto divennero il terreno per aspri conflitti sindacali (culminati in Italia nell’autunno caldo del 1969): United Automobile Workers of America - in USA durante il New Deal, furono proprio le lotte degli operai dell’automobile (United Automobile Workers of America), a strappare il contratto collettivo.  Il sindacato si rafforzò ulteriormente nelle particolari condizioni produttive imposte dalla congiuntura bellica  nel 1947 tuttavia il Taft-Harley Act reintroduceva ai limiti allo strapotere dell’azione sindacale : autonomie dell’impresa nella politica di relazioni industriali  la grande fabbrica basata sulla linea era vulnerabile, il blocco in un punto della catena fermava tutta la produzione (scioperi a scacchiera)  la parabola del sindacato è in massima parte legata proprio alla parabola della produzione di massa: il contratto collettivo a livello di settore è l’obbiettivo principale  inziative di concertazione collettiva per impedire la conflittualità: big business, big labor, big government si siedono al tavolo come ai tempi del New Deal per attuare politiche neocorporative  politica dei redditi storia d'impresa 2015-16

24 La produzione snella e il toyotismo  giapponese  ovvero l’alternativa giapponese, affermatasi a partire ancora una volta dall’industria automobilistica ♦ pensare all’inverso valle a montemuovendo dalla richiesta del mercato ♦ si basa sul “pensare all’inverso” cioè ridefinire il flusso produttivo non più da monte a valle, dalla produzione al montaggio finale, ma da valle a monte, muovendo dalla richiesta del mercato, quindi: lean production  fabbrica snella (lean production): riassetto del ciclo del prodotto, riduzione scorte  eliminazione degli sprechi, realizzabile mediante: just in time – just in time: ciascun componente arriva alla linea nel preciso momento in cui ce n’è bisogno e nella quantità necessaria – autoattivazione, – autoattivazione, cioè la capacità dell’operaio di intervenire rapidamente sulle anomalie della linea e di eliminarle – lavoro di squadra: – lavoro di squadra: responsabilità individuali, controllo qualità OhnoToyota Il sistema venne sperimentato dall’Ingegner Ohno alla Toyota che, da fabbrica quasi insignificante, nel 1983 giunse a produrre 3,4 milioni di veicoli con 130.000 dipendenti. Nel 1982, inoltre: la Toyota produceva 56 auto per dipendente la Chrysler 16 auto, la Ford 12 auto, la GM 10 auto storia d'impresa 2015-16

25 LA PRODUZIONE SNELLA LA PRODUZIONE SNELLA, o Toyota production systemTPS) Toyota production system (TPS) i 7 principi del TPS ridurre i tempi di setup produzione per piccoli lotti coinvolgimento del personale, empowerment Qualità costruita fin dai primi momenti della produzione manutenzione proattiva produzione pull coinvolgimento dei fornitori storia d'impresa 2015-16

26 World Class Manufacturing W.C.M è l'acronimo di World Class Manufacturing che qualifica molti tra i più importanti costruttori di beni e servizi mondiali. La metodologia TPM (Total Productive Maintenance), la logiche Lean Manufacturing (Produzione snella) ed il Total Quality Management, sono stati integrati, e sono la base del W.C.M (World Class Manufacturing)Total Productive MaintenanceProduzione snellaTotal Quality Management Pur basandosi su moltissimi concetti del TPM / TQM si differenzia da questi in quanto alla base della scelta delle strategie e degli impianti "critici" (in gergo detti " da aggredire") vi è il cosiddetto Cost Deployment.Cost Deployment Ciò significa che il gruppo di lavoro affronta le problematiche, siano esse manutentive, logistiche, qualitative, di sicurezza, organizzative, di organizzazione del posto di lavoro, sulle base della loro incidenza economica. Le attività di tutti i team sono orientate alla realizzazione di progetti (KAIZEN) i cui obiettivi sono: zero difetti, zero guasti, zero sprechi e zero magazzino, finalizzate ad una generale riduzione dei costi dello stabilimento. Questa nuove metodologia si sta diffondendo laddove si vuole controllare e ridurre i costi produttivi in maniera sistemica e con metodi riferibili ed oggettivabili. La strategia del W.C.M è stata sviluppata negli Stati Uniti negli anni 90, in Italia arriva attorno al 2005 nel gruppo FIAT storia d'impresa 2015-16

27 ALLA BASE DEL W.C.M. CI SONO 10 PILASTRI TECNICI : SA Safety - Sicurezza del Posto di lavoro CD Cost Deployment FI Focus Improvement - Miglioramento Focalizzato di uno specifico problema AM + WO Autonomus Maintenance - Workplace Organization PM Professional Maintenence - Manutenzione professionale QC Quality Control - Controllo Qualitativo LO Logistic / Customer Services EEM Early Equipment Management- Strategia di acquisizione dei mezzi di lavoro / processi EN Enviroment - Ambiente e sfruttamento servomezzi energetici PD People Developement - Sviluppo delle competenze del personale storia d'impresa 2015-16

28 2. Impresa, innovazione e Ricerca e Sviluppo Prima fase Prima fase di sviluppo di un nuovo paradigma tecnologico un’elevata natalità di nuove imprese di piccole dimensioni: la domanda è fluida ed elastica e si possono guadagnare situazioni di effimero oligopolio. Esempi: industria automobilistica USA a cavallo del ‘900, industria dei semiconduttori degli anni ‘50 e ‘60, ICT anni ’90. Seconda fasecrescita cumulativa e della appropriabilità delle innovazioni struttura oligopolistica, in cui emergono poche grandi imprese Seconda fase, quando gli aspetti della crescita cumulativa e della appropriabilità delle innovazioni connotano fortemente le traiettorie tecnologiche, si precisa una più stabile struttura oligopolistica, in cui emergono poche grandi imprese ☞ Già verso la fine del XIX sec. la tecnologia richiedeva un elevato livello di istruzione nelle scienze e nelle discipline tecniche; inoltre l’attività inventiva comportava crescenti investimenti in attrezzature speciali e costose nonché un lavoro di gruppo. laboratori di Ricerca e SviluppoR&S Nelle grandi imprese operanti sulla frontiera tecnologica comparvero così i primi laboratori di Ricerca e Sviluppo (R&S), dipartimenti specializzati nel miglioramento delle tecnologie di prodotto e processo ☞ essi erano dipartimenti specializzati nel miglioramento delle tecnologie di prodotto e processo, cioè dedicati alla sola attività inventiva e tenuti distinti dalle linee di produzione, ma parte integrante della organizzazione dell’impresa. ☞ il processo collettivo di produzione dell’innovazione si sostituisce allo sforzo creativo individuale storia d'impresa 2015-16

29  I settori elettrica e chimica Germania  Industria elettrica e chimica furono le prime industrie a base scientifica: la istituzionalizzazione delle R&D ebbe inizio in Germania nella seconda metà dell’800, nella produzione dei coloranti sintetici. – Formidabile base di istruzione scientifica superiore – Lo sfruttamento sistematico ed organizzato della R&S permise all’industria tedesca di diventare quasi monopolista in questa linea di prodotti Menlo ParkThomas Alva Edison  Illustre predecessore della R&S fu il laboratorio di Menlo Park di Thomas Alva Edison: qui a fine ‘800 egli mise a punto il suo sistema di produzione e distribuzione dell’energia. Edison Electric Company, → L’approccio sistemico al problema della produzione delle innovazioni ne faceva all’epoca un caso unico al mondo: esso sarebbe confluito successivamente nella struttura della Edison Electric Company, sorta con lo scopo specifico di sfruttare commercialmente le invenzioni prodotte. storia d'impresa 2015-16

30 Dal primo ‘900 i laboratori USA di R&S si sarebbero trasformati nei principali protagonisti del big business d’oltre Atlantico, attivo nei settori tecnologicamente avanzati: – G.E. AT&T, Westinghouse, Eastman Kodak, Dow Chemical, Du Pont – Nel periodo fra le due guerre il numero degli addetti alla R&S crebbe da 3.000 a 30.000 – Interazione con altri protagonisti dell’innovazione: Università, Esercito, NASA, Stato (NRC, 1916) Montecatini Questo ruolo venne condiviso per altro anche dalle grandi imprese chimiche europee, fra le quali, in Italia, la Montecatini – l’Istituto DoneganiGiacomo Fauser – l’Istituto Donegani costituito a Novara sotto la direzione dell’ing. Giacomo Fauser. storia d'impresa 2015-16


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