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LO SVILUPPO SOSTENIBILE. Definizione Per sviluppo sostenibile si intende quello “sviluppo capace di soddisfare i bisogni dell’attuale generazione senza.

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Presentazione sul tema: "LO SVILUPPO SOSTENIBILE. Definizione Per sviluppo sostenibile si intende quello “sviluppo capace di soddisfare i bisogni dell’attuale generazione senza."— Transcript della presentazione:

1 LO SVILUPPO SOSTENIBILE

2 Definizione Per sviluppo sostenibile si intende quello “sviluppo capace di soddisfare i bisogni dell’attuale generazione senza compromettere il soddisfacimento dei bisogni delle generazioni future”. (Rapporto Bruntland, 1987) C’è, però, una contraddizione tra gli stessi termini: la sostenibilità rinvia all’idea di mantenimento/conservazione nel tempo delle condizioni esistenti; lo sviluppo implica cambiamento, trasformazione dello status quo, alterazione, modifiche e, quindi, instabilità, fluttuazioni, turbolenze. Questo conflitto tra i due stessi termini, porta ad una idea di miglioramento/modifica mantenendo nel tempo le condizioni che consentono tale miglioramento. Il significato di sviluppo sostenibile dovrebbe essere, dunque, quello di migliorare la qualità della vita in modo durevole nel tempo.

3 Accordi internazionali I percorsi dello sviluppo sostenibile 1979 A Ginevra viene firmata la convenzione sull’inquinamento atmosferico regionale per affrontare i problemi legati all’acidificazione, eutrofizzazione e smog fotochimico. 1987 Adozione del protocollo di Montreal, ratificato nel corso degli anni da oltre 160 paesi. Impegna i firmatari ad eliminare gradualmente l’utilizzo e la produzione di sostanze che riducono l’ozono stratosferico. 1991 Inizia la campagna dell’ ICLEI (Consiglio Internazionale per le Iniziative Ambientali Locali) “Città per il clima”, che offre sovvenzioni ed assistenza tecnica alle città ed ai paesi che aderiscono, per sostenere programmi che migliorino l’efficienza energetica e che si traducano in riduzioni dei gas serra. 1992 Conferenza Mondiale sull’Ambiente e lo Sviluppo a Rio de Janeiro in cui sono state approvate la Dichiarazione di Rio su Ambiente e Sviluppo, l’ Agenda 21, e sono state firmate le Convenzioni sui Cambiamenti Climatici e sulla Biodiversità. 1997 Conferenza di Kyoto, si stabilisce un protocollo per la riduzione delle emissioni di gas serra entro il 2012. 2002 Conferenza Mondiale sull’Ambiente e lo Sviluppo a Johannesburg in cui c’è stata l’occasione di verificare impegni già presi e di discutere sulla loro realizzazione.

4 La conferenza di Kyoto I paesi firmatari della convenzione di Rio sui Cambiamenti Climatici si sono riuniti più volte. Un appuntamento importante è stata la conferenza di Kyoto nel dicembre 1997, in cui è stato definito un protocollo, che stabilisce tempi ed entità della riduzione delle emissioni di gas serra entro il 2012 ed individua le politiche e le azioni operative che si dovranno sviluppare (ridizione del 5,2% rispetto ai livelli del 1990). Gli impegni di Kyoto I paesi industrializzati e i paesi dell’Est europeo sono responsabili di oltre il 70% delle emissioni mondiali di gas serra. Nessun tipo di limitazione viene prevista per i paesi in via di sviluppo perché tale vincolo limiterebbe la loro crescita. Per poter entrare in vigore, è necessaria la conferma da parte dei paesi firmatari, non meno di 55 parti responsabili del 55% di emissioni di CO2 nel 1990. Tra i grandi produttori di gas serra gli Stati Uniti hanno deciso di non dare la loro approvazione.

5 Cos’è l’ effetto serra? Questo processo consiste in un riscaldamento del pianeta per effetto dell’azione dei cosiddetti gas serra, composti presenti nell’aria a concentrazioni relativamente basse (anidride carbonica, vapor acqueo, metano, ecc.). I gas serra permettono alle radiazioni solari di passare attraverso l’atmosfera mentre ostacolano il passaggio verso lo spazio di parte delle radiazioni infrarosse provenienti dalla superficie della terra e dalla bassa atmosfera (il calore emesso); in pratica si comportano come i vetri di una serra favorendo la regolazione ed il mantenimento della temperatura terrestre ai valori odierni.

6 Cosa può accadere? Gli effetti di un riscaldamento globale sono difficilmente prevedibili e collegati alle condizioni locali; si prevede, però, un aumento degli eventi climatici estremi (lunghi periodi di siccità, alluvioni, tornado). In alcune zone ci si aspetta la riduzione delle risorse idriche e l’aumento della siccità, mentre in altre il fenomeno opposto: incremento delle piogge, degli uragani e delle inondazioni. L’aumento della temperatura potrebbe avere anche effetti sulla salute con aumento della diffusione delle malattie tropicali. Inoltre, diversi ecologi hanno stimato che la crescita relativamente rapida della temperatura potrà portare ad una generale diminuzione della biodiversità.

7 Perché ora è considerato un problema? Prima della rivoluzione industriale, l’uomo rilasciava ben pochi gas serra in atmosfera, ma ora la crescita della popolazione, l’utilizzo dei combustibili fossili e la deforestazione contribuiscono in modo rilevante al cambiamento nella composizione atmosferica. Con l’aumento di gas serra nell’atmosfera gli scienziati stimano possa esserci un aumento della temperatura media del globo. Il Comitato Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici ritiene che la temperatura media del paese sia aumentata di circa 0,6 °C dal 1861. Sulla base delle tendenze attuale di emissione dei gas serra, si ipotizza un ulteriore aumento della temperatura terrestre tra 1,4 e 5,8° C nel periodo fra il 1990 e il 2100. Non tutti gli scienziati ritengono che l’aumento della temperatura sia da attribuire alle emissioni antropiche di gas serra, ma la maggior parte concorda sul fatto che queste comunque diano un importante contributo ai cambiamenti climatici osservati.

8 Quanta produciamo con i nostri spostamenti? Per ridurre le emissioni di gas serra è fondamentale il contributo di tutti; si deve infatti ricordare che un cittadino emette in un anno: 410 kg di anidride carbonica se viaggia in metropolitana 780 kg di anidride carbonica se viaggia in autobus 1230 kg di anidride carbonica se viaggia in automobile

9 Cosa posso fare io? Risparmio energetico Consumare meno energia è fondamentale per ridurre l’inquinamento atmosferico. Ogni volta che si bruciano combustibili fossili, si inquina l’aria. Qualche dato Il consumo di un chilowattora richiede la combustione di circa 250 gr di olio combustibile e provoca l’immissione nell’atmosfera di 750 gr di anidride carbonica. Qualche idea per risparmiare energia Usare meno benzina, gas ed elettricità; Spegnere la luce quando si esce da una stanza; Sostituire le lampadine comuni con quelle a risparmio energetico; Mantenere il termostato del riscaldamento a 20 gradi…..

10 Inquinamento e salute L’aria delle grandi aree urbane ed industriali è ricca di inquinanti che possono agire sia singolarmente che sinergicamente. Le conseguenze dell’inquinamento atmosferico a carico della salute sono numerose, soprattutto nei casi in cui si verifichi un rapido aumento delle concentrazioni dei comuni contaminanti dell’aria. L’effetto dell’inquinamento a bassi livelli e per lungo tempo risulta invece più subdolo e difficile da individuare.

11 Perché si forma il “buco” nella fascia d’ozono? L’assottigliamento dello strato d’ozono nella parte alta dell’atmosfera è definito comunemente “buco dell’ozono”. La rarefazione dell’ozono è dovuta ad alcuni composti detti CFC (clorofluorocarburi) usati come propellenti nelle bombolette spray e come liquido nei circuiti refrigeranti nei frigoriferi e condizionatori. I CFC, che hanno una vita lunghissima (variabile da 50 a 100 anni circa), si comportano nei confronti delle molecole di ozono come gas killer perché una sola molecola di CFC è capace di dissociare e quindi distruggere migliaia di molecole di ozono.

12 Allarme ozono: effetti sulla salute dello smog fotochimico L’ozono, costituente principale dello smog fotochimico, è un potentissimo ossidante, è tossico per molti organismi viventi, ovviamente anche per l’uomo. A basse concentrazioni provoca irritazione agli occhi, al naso, alla gola ed una fastidiosa lacrimazione. L’esposizione prolungata ad alte concentrazioni di smog fotochimico è assolutamente da evitare in quanto può causare: - Asma, bronchiti, tosse e senso di oppressione al petto; - L’aumento della suscettibilità alle infezioni respiratorie; - Diminuzione della funzionalità polmonare….

13 La sostenibilità ambientale negli edifici del futuro (1) continua….. VILLAGGIO OLIMPICO PER LA TORINO DEL 2006 “Il criterio della sostenibilità è stato uno dei criteri più importanti usati per la sua progettazione, per questo nella valutazione ambientale strategica abbiamo puntato soprattutto ad evitare impatti ambientali negativi e a costruire edifici riconvertibili”. Ecco allora il Villaggio degli Atleti, uno dei tre lotti dell’intero progetto, studiato per garantire benessere e confort agli utenti dell’insediamento, sfruttando i principi della bioclimatica.

14 …..continua “L’area sarà dotata di teleriscaldamento, integrato con il riscaldamento solare termico (con torri solari progettate da De Rossi), di un sistema di percolazione e canalizzazione delle acque piovane con l’immagazzinamento in bacini di raccolta interrati, per l’irrigazione dei giardini, di percorsi pedonali e ciclabili, con parcheggi per auto sotterranei”. I materiali usati sono esclusivamente ecologici: dall’isolante dei muri a base di cellulosa alla pavimentazione in gres. Con un unico rimpianto: “Purtroppo il budget era troppo basso, abbiamo dovuto compiere scelte di sistemi e tecnologie energetiche di basso costo, rinunciando per esempio al fotovoltaico, tagliando sul verde e su altri elementi”, conclude Camarana.

15 Immagini villaggio olimpico

16 La sostenibilità ambientale negli edifici del futuro (2) PROGETTO EDEN IN CORNOVAGLIA Nessun problema di budget, invece, per il progetto inglese “Eden”, parco tecnologico della biodiversità in Cornovaglia, caratterizzato da architetture perfettamente adattate all’ambiente: grandi “bolle” trasparenti che ospitano la foresta pluviale e la macchia mediterranea, enormi sfere-serre che riducono al minimo la distinzione tra costruzione umana e natura.

17 La sostenibilità ambientale negli edifici del futuro (3) L’ESEMPIO DI NOTTINGHAM Quando la sostenibilità fa rima con l’ecologia urbana e si applica al recupero dell’ambiente cittadino. Ovvero, i casi inglesi presentati da Hopkins, begli esempi di ristrutturazioni che tengono conto dei materiali e del modo in cui gli edifici sono stati costruiti e del loro inserimento all’interno dell’ambiente. “Sempre nella stessa zona abbiamo lavorato al recupero di un’ex fabbrica di biciclette, trasformandola in un centro universitario con la struttura rivestita in legno, nessun condizionatore, ma sistemi di dotti che scambiano l’aria usata e reintroducono aria fresca grazie alla cosiddetta “ruota termica”, pannelli solari sui tetti ed un laghetto di fronte che funge da cisterna di acqua piovana”.

18 La sostenibilità ambientale negli edifici del futuro (4) ENVIRONMENT PARK A TORINO Chiude la carrellata, giocando in casa, l’architetto Dotta dell’environment park, bell’esempio del made in italy della sostenibilità ambientale: tetti verdi di erba (isolanti), un impianto fotovoltaico a forma di vela, “realizzato in legno per un’immagine più green del centro”, materiali selezionati in base all’impatto sulla salute, sull’ambiente e sull’energia inglobata. “Sono anche previsti un sistema di recupero dell’acqua piovana per ottenere acqua da destinare alla cucina, al bar, ai bagni e alla pulizia dei pavimenti, e collettori solari da installare a sud per avere acqua calda sanitaria”.

19 Conclusioni sulla sostenibilità in Italia Tira le somme sulla situazione della sostenibilità ambientale nel Belpaese Mario Grosso, docente alla facoltà di architettura di Torino: “ Per quanto riguarda la situazione italiana, la nota positiva è che la sostenibilità ambientale sta diventando una componente riconosciuta, richiesta sia da clienti pubblici che privati. La nota negativa è che manca, invece, la volontà istituzionale e politica per attivare incentivi normativi ed economici per far sì che ogni intervento architettonico sia impostato all’insegna del risparmio energetico e della sostenibilità ambientale. In altre realtà europee, pensiamo alla Danimarca, all’Austria e alla Germania, ci sono già da un decennio una maggiore determinazione e una maggiore volontà politica, mentre da noi adesso qualcosa si muove, ma più a livello periferico e regionale”.


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