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I FONDI STRUTTURALI E IL QCS UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI “ FEDERICO II ” FACOLTA’ DI ARCHITETTURA CORSO DI : ANALISI DEI SISTEMI URBANI E TERRITORIALI.

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1 I FONDI STRUTTURALI E IL QCS UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI “ FEDERICO II ” FACOLTA’ DI ARCHITETTURA CORSO DI : ANALISI DEI SISTEMI URBANI E TERRITORIALI PROF. ARCH.: S. VISONE ALLIEVA: CAPOZZI ANTONELLA ALLIEVA: CAPOZZI ANTONELLA MATR.: 325/2364 MATR.: 325/2364

2 Uno degli obiettivi primari dell’Unione Europea è la COESIONE ECONOMICA E SOCIALE fra gli Stati membri. Favorisce lo sviluppo armonioso, equilibrato e duraturo delle attività economiche, lo sviluppo dell’occupazione e delle risorse umane, la tutela e il miglioramento dell’ambiente, l’eliminazione delle ineguaglianze nonché la promozione della parità fra uomini e donne. (REGOLAMENTO CE n.1260/99 - ART.I) Per promuovere e consolidare la COESIONE la Commissione Europea ha creato degli strumenti finanziari: FONDI STRUTTURALI FONDI DI COESIONE BEI (Banca Europea per gli investimenti)

3 I FONDI STRUTTURALI I fondi strutturali sono assegnati per periodi di programmazione. Dopo la fase del 1994/1999, si è giunti ad una nuova normativa (Regolamento CE n. 1260/99) per il periodo 2000/2006. Tale riforma è nata attraverso tre tappe fondamentali: AGENDA 2000 TRATTATO DI AMSTERDAM CONSIGLIO EUROPEO DI BERLINO

4 AGENDA 2000 (1997) Principale documento quadro sul programma di azione dell’Unione Europea per il rafforzamento delle politiche comunitarie, anche in funzione dell’allargamento ai paesi candidati dell’Europa centro orientale. Primo pilastro della riforma dei fondi (periodo 2000/2006). Principio di base di tale riforma è la concentrazione del sostegno finanziario: 1.Riduzione degli obiettivi da sei (programmazione 94/99) a tre. 2.Quasi il 70% dei finanziamenti è concentrato nelle regioni in ritardo di sviluppo. 3.Riduzione delle iniziative comunitarie da 13 a 4, a cui destinare il 5,4% della dotazione dei fondi. TRATTATO DI AMSTERDAM (1997) E’ il nuovo trattato dell’Unione Europea. Nasce ad Amsterdam nei giorni 16 e 17 marzo del ’97. ART. 158: “… per rafforzare la coesione economica e sociale la Comunità Europea deve mirare a ridurre il divario tra i livelli di sviluppo delle varie regioni e il ritardo delle regioni meno favorite o insulari, comprese le zone rurali …” ART. 159: “… Tale azione viene sostenuta attraverso i fondi strutturali, la BEI, e gli altri strumenti finanziari esistenti …” CONSIGLIO EUROPEO DI BERLINO (1999) In questa sede, vengono approvate le riforme di AGENDA 2000. I capi di Stato e di Governo hanno assegnato 260 miliardi di euro alle azioni strutturali dell’Unione Europea per il periodo 2000/2006. Di tale somma 195 miliardi di euro sono stati destinati ai fondi strutturali.

5 I FONDI STRUTTURALI NEL 2000/2006: TRE OBIETTIVI DA RAGGIUNGERE … OBIETTIVO 1: promuovere lo sviluppo e l’adeguamento strutturale delle regioni in ritardo il cui PIL pro-capite è inferiore al 75% della media comunitaria. In Europa interessa 60 regioni. In Italia interessa: Basilicata, Calabria, Campania, Sicilia, Sardegna, Puglia e Molise in regime transitorio. OBIETTIVO 2: favorire la riconversione economica e sociale delle zone con difficoltà strutturali. Riguarda zone in fase di mutamento socio- economico nei settori dell’industria e dei servizi, le zone rurali in declino, le zone urbane in difficoltà e quelle dipendenti dalla pesca che si trovano in una situazione di crisi. In Italia interessa il Centro Nord. OBIETTIVO 3: favorire l’adeguamento e l’ammodernamento delle politiche nazionali ed europee in materia di occupazione, istruzione e formazione. In Italia interessa il Centro Nord.

6 … ATTRAVERSO QUATTRO FONDI STRUTTURALI: FESR (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale): contribuisce ad aiutare le regioni in ritardo di sviluppo, in fase di riconversione economica e con difficoltà strutturali. FSE (Fondo Sociale Europeo): contribuisce a combattere e prevenire la disoccupazione promuovendo la parità fra uomini e donne, lo spirito imprenditoriale e la capacità di adattamento per l’inserimento professionale. FEAOG (Fondo Europeo Agricolo di Orientamento e Garanzia, sezione Orientamento): contribuisce a migliorare le strutture di produzione, trasformazione e vendita dei prodotti agricoli. SFOP (Strumento Finanziario di Orientamento della Pesca): contribuisce all’equilibrio tra conservazione, gestione e sfruttamento razionale delle risorse ittiche, dell’acquacoltura e della trasformazione e commercializzazione dei relativi prodotti.

7 PRINCIPI DI FUNZIONAMENTO DEI FONDI STRUTTURALI: CONCENTRAZIONE: Il sostegno finanziario si concentra nelle regioni più svantaggiate. PROGRAMMAZIONE: i fondi strutturali sono assegnati per periodi di programmazione. PARTENARIATO: collaborazione fra Commissione Europea, autorità nazionali, regionali, locali degli Stati membri le parti sociali ed anche le associazioni non governative. ADDIZIONALITA’: i fondi devono integrare e non sostituire i finanziamenti degli Stati membri. EFFICACIA: il 4% degli stanziamenti assegnati ad ogni Stato membro viene accantonato come riserva da assegnare a metà percorso (2003) ai programmi che si dimostrino più efficienti. Sull’obiettivo 1 alla riserva del 4% ne è stata aggiunta un’altra del 6%.

8 INIZIATIVE COMUNITARIE E AZIONI INNOVATRICI: PARTE DEI FONDI STANZIATI E’ DESTINATA A: INTERREG III LEADER + URBAN II EQUAL FESR FEAOG FESR FSE 1) QUATTRO INIZIATIVE COMUNITARIE: 2) AZIONI INNOVATRICI: Studi, progetti pilota, scambi di esperienze a livello comunitario che contribuiscono ad elaborare metodi e politiche innovative per migliorare gli interventi nelle regioni di obiettivi 1, 2, 3. Ogni azione innovatrice fa riferimento ad uno specifico settore e riceve i finanziamenti da un solo fondo strutturale.

9 TABELLE: OBIETTIVO 1 OBIETTIVO 2 OBIETTIVO 3 FSEFSEFSE FESRFESR FEAO G SFOP MILIARDI DI EURO % OBIETTIVO 1 135,969,7 OBIETTIVO 2 22,511,5 OBIETTIVO 3 24,0512,3 INIZIAT. COMUN. 10,445,4 AZIONI INNOVAT. 10,5 SFOP FUORI OB.1 1,110,6 TOTALE195100 INTERRE G URBANEQUALLEADER AZIONI INNOVAT RICI FESRFESRFSEFEAOG UNO DEI 4 FONDI STRUTT URALI TAB.1: DISTRIBUZIONE DEI FONDI RISPETTO AGLI OBIETTIVI 1, 2, 3. TAB.2: DISTRIBUZIONE DEI FONDI PER LE INIZIATIVE COMUNITARIE E LE AZIONI INNOVATRICI TAB.3: RIPARTIZIONE FINANZIARIA DEI FONDI

10 PROGRAMMI PLURIENNALI: PIANO DI SVILUPPO QCS DOCUP PO (PON, POR)CdP IN ITALIA: OBIETTIVO 1 OBIETTIVO 2 OBIETTIVO 3 QCSDOCUPQCS I TRE OBIETTIVI PRIORITARI SONO ATTUATI ATTRAVERSO PROGRAMMI PLURIENNALI ELABORATI DALLE AUTORITA’ NAZIONALI E REGIONALI DEI SINGOLI STATI ED APPROVATI DALLA COMMISSIONE EUROPEA: 2) Sulla base della valutazione del Piano di Sviluppo, la Commissione Europea approva il QCS, a sua volta articolato in Programmi Operativi (PON, POR). In alcuni casi QCS e PO sono riuniti in un unico documento di programmazione (DOCUP). 1) Lo Stato membro redige il Piano di Sviluppo, documento di analisi contenente: Contesto di riferimento Priorità Strategie Indicazioni sull’utilizzo dei fondi previsti. 3) Dopo l’approvazione di QCS e PO gli Stati membri adottano il Complemento di Programmazione (CdP) che indica i modi di attuazione di ogni singolo intervento e la ripartizione dei mezzi finanziari.

11 IL QCS ( QUADRO COMUNITARIO DI SOSTEGNO): COS’E’ E’ il documento di programmazione approvato dalla Commissione Europea d’intesa con lo Stato membro interessato, sulla base della valutazione del Piano di Sviluppo presentato dallo stesso Stato. CONTENUTO Fotografia della situazione di partenza. Strategia di sviluppo. Priorità di azione (ASSI). Identificazione dei programmi operativi. Quadro finanziario. Condizioni di attuazione. STRUTTUR A ASSI PRIORITARI: Grandi aree di intervento che hanno priorità nei finanziamenti e nelle azioni previste. OBIETTIVO GLOBALE: per ogni asse viene individuato un obiettivo generale per il quale si individua una specifica strategia di intervento. OBIETTIVI SPECIFICI: L’obiettivo globale è a sua volta articolato in obiettivi specifici che definiscono i singoli campi di azione rispetto all’asse di riferimento e i beneficiari finali.

12 I PROGRAMMI OPERATIVI (PO): IL QCS E’ ATTUATO TRAMITE UNO O PIU’ PROGRAMMI OPERATIVI (PO): PON PROGRAMMI OPERATIVI NAZIONALI POR PROGRAMMI OPERATIVI REGIONALI Documenti di attuazione che descrivono nel dettaglio gli interventi previsti dal QCS da realizzarsi in azioni pluriennali (MISURE). Sono approvati, come i QCS, dalla Commissione Europea. COSA SONO: CONTENUTO: Analisi della situazione di partenza. Strategia di sviluppo. Assi prioritari. Misure. Piano finanziario. Condizioni di attuazione.

13 ATTUAZIONE DEL QCS: AUTORITA’ DI GESTIONE PER L’EFFICACE REALIZZAZIONE DEGLI INTERVENTI: SORVEGLIAN ZA CONTROLL O MONITORAGGI O VALUTAZION E COMUNICAZION E E’ RESPONSABILE DELLA REALIZZAZIONE, GESTIONE ED EFFICACIA DEL PROGRAMMA. E’ DESIGNATA PER OGNI QCS, PON, POR.

14 COMUNICAZIONE: UNA DELLE PRINCIPALI NOVITA’ DEL NUOVO CICLO DI PROGRAMMAZIONE E’ LA GESTIONE PIU’ DECENTRATA DEGLI INTERVENTI CON IL COINVOLGIMENTO DI NUOVI PARTNERS, DALLE AUTORITA’ REGIONALI E LOCALI ALLE PARTI SOCIALI ED ECONOMICHE. AFFINCHE’ SIANO GARANTITI COOPERAZIONE E PARTENARIATO FRA I SOGGETTI COINVOLTI E’ NECESSARIA L’INFORMAZIONE, DI COMPETENZA DELL’AUTORITA’ DI GESTIONE E REALIZZATA ATTRAVERSO : PIANI DI COMUNICAZIONE FINALITA’: Migliorare i rapporti fra tutte le parti coinvolte, informare i potenziali beneficiari finali interessati alle possibilità offerte dagli interventi, informare l’opinione pubblica sui risultati raggiunti grazie agli aiuti comunitari. DESTINATARI: Autorità regionali e locali competenti, oganizzazioni professionali interessate alla realizzazione degli interventi, parti economiche e sociali, organizzazioni no profit e opinione pubblica. CANALI DI COMUNICAZIONE: Convegni, siti web, pubblicazioni, campagne pubblicitarie, seminari tematici, incontri con la stampa.

15 ITER DA SEGUIRE PER RICEVERE I FINANZIAMENTI: APPROVAZIONE DEI PROGRAMMI (QCS, PON, POR, DOCUP) DA PARTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA E RIPARTIZIONE INDICATIVA DEI FONDI PER CIASCUNO STATO MEMBRO. LE AUTORITA’ DI GESTIONE SONO RESPONSABILI DELL’ATTUAZONE DEI SINGOLI PROGRAMMI. MEDIANTE BANDO DI GARA L’AUTORITA’ DI GESTIONE COMUNICA AI POTENZIALI PROMOTORI DEGLI INTERVENTI (ENTI LOCALI, IMPRESE, ASSOCIAZIONI …) CHE E’ DISPONIBILE UN AIUTO COMUNITARIO. CHIUNQUE VOGLIA REALIZZARE UN PROGETTO GRAZIE AL CONTRIBUTO DEI FONDI STRUTTURALI DEVE FAR RIFERIMENTO AD UN ASSE DI UNO SPECIFICO PROGRAMMA E RIVOLGERSI ALL’AUTORITA’ DI GESTIONE DI QUEL PROGRAMMA. L’AUTORITA’ DI GESTIONE SELEZIONA I PROGETTI E CONCEDE I FINANZIAMENTI. I PROGETTI CHE HANNO OTTENUTO UN CONTRIBUTO COMUNITARIO DEVONO ESSERE COFINANZIATI DA RISORSE PUBBLICHE NAZIONALI O REGIONALI O DA RISORSE PRIVATE.

16 RISORSE FINANZIARIE DEL QCS (2000/2006): FONDI STRUTTURALI COMUNITARI RISORSE PUBBLICHE NAZIONALI, IN PARTE STATALI E IN PARTE REGIONALI RISORSE PRIVATE ++= 59.546 MILIARDI DI EURO IN ITALIA SONO STATI APPROVATI: QCS OBIETTIVO 1: Finanziato dai QUATTRO FONDI STRUTTURALI e riguarda il Mezzogiorno. QCS OBIETTIVO 3: Finanziato dal FSE e riguarda il Centro Nord. RISORSE TOTALI OBIETTIVO 1 50.82614,6% OBIETTIVO 3 8.72085,4% TOTALE59.546100 I FONDI STRUTTURALI PARTECIPANO E NON SI SOSTITUISCONO ALLE RISORSE DEI SINGOLI STATI MEMBRI:

17 QCS OBIETTIVO 1: (1) FINALITA’ 1)Raggiungere entro il periodo di attuazione del QCS un sentiero di crescita economica stabilmente superiore a quello dell’Unione Europea. 2)Riduzione del disagio sociale attraverso una crescita dell’occupazione regolare, delle attività e una riduzione della disoccupazione e del lavoro sommerso. REGIONI INTERESSATE BASILICATA CAMPANIA CALABRIA SARDEGN A PUGLIA SICILIA MOLISE (in regime transitorio) 6 ASSI PRIORITA RI: 1)RISORSE NATURALI 2)RISORSE CULTURALI 3)RISORSE UMANE OBIETTIVO GLOBALE OBIETTIVI SPECIFICI 4) SISTEMI LOCALI DI SVILUPPO 5) CITTA’ 6) RETI E NODI DI SERVIZIO

18 QCS OBIETTIVO 1: (2) ATTUAZIONE L’Autorità di Gestione è il Ministero dell’Economia e delle Finanze. Il QCS si attua attraverso: PSM (Programma di Sviluppo per il Mezzogiorno) 7 PON 7 POR PON Atas PON Ricerca scientifica PON Scuola PON Sicurezza PON Sviluppo locale PON Trasporti PON Pesca Ciascuna delle 7 Regioni interessate si è dotata di un POR, incluso il Molise che è in regime transitorio. I POR sono gestiti dalle singole Regioni.

19 QCS OBIETTIVO 3: Ammodernamento e adeguamento delle politiche in materia di occupazione, istruzione e formazione. Valle d’Aosta Piemonte Lombardia Friuli Venezia Giulia Umbria L’Autorità di Gestione è il Ministero del Lavoro. Il QCS è articolato in: Un PON gestito dal Ministero del Lavoro. Un POR per ogni regione interessata. FINALITA’ REGIONI INTERESSATE ARTICOLAZIONE DEL QCS ATTUAZIONE Lazio Abruzzo Province Autonome di Trento e Bolzano Veneto Liguria Emilia Romagna Toscana Marche 6 ASSI PRIORITARI aventi ciascuno un OBIETTIVO GLOBALE. Ogni obiettivo globale è articolato in OBIETTIVI SPECIFICI.

20 STA NASCENDO UNA NUOVA CULTURA … 1.Rispetto per l’ambiente, la natura e i suoi equilibri. 2.Permettere il soddisfacimento dei bisogni di oggi senza compromettere la possibilità alle generazioni di domani di fare lo stesso. Dare le stesse opportunità ad ogni individuo, dalle donne, ai giovani che hanno difficoltà ad inserirsi nel mondo del lavoro, agli emarginati. L’AZIONE DELL’UNIONE EUROPEA ATTRAVERSO GLI AIUTI COMUNITARI IL PRINCIPIO DELLA COESIONE ECONOMICA E SOCIALE FRA GLI STATI MEMBRI L’IMPERATIVO DI REALIZZARE I TRE OBIETTIVI PRIORITARI GARANTENDO: SONO CHIARI SEGNI DEL FATTO CHE, A LIVELLO INTERNAZIONALE, STA NASCENDO UNA NUOVA CULTURA… SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE PARI OPPORTUNITA’

21 … FINO A QUALCHE TEMPO FA … L’uomo deve dominare il mondo e la natura. Crescita incontrollata con la convinzione che le risorse siano inesauribili. Rifiuto per ciò che non produce profitto immediato. Esaltazione del progresso e della tecnologia per soddisfare i bisogni nel più breve tempo possibile trascurando le conseguenze delle azioni nel medio e nel lungo periodo. Ricerca del potere e della ricchezza con un lavoro orientato alla competizione. Dominazione del sistema gerarchico. “QUANDO DEI SISTEMI COMPLESSI SONO SPINTI OLTRE LA LORO SOGLIA DI STABILITA’ENTRANO IN UNA FASE DI CAOS … NEI SISTEMI VITALI IL CAOS CEDE IL PASSO A FORME SUPERIORI D’ ORDINE …” (E. LASZLO)

22 … ORA CI SONO SEGNI DI CAMBIAMENTO... Il concetto di SVILUPPO SOSTENIBILE, per quanto recente, sembra essere stato acquisito: 1. L’uomo si sente parte del mondo e della natura. 2. Rispetto per l’ambiente attraverso un uso razionale delle risorse insostituibili e limitate. 3. Ricerca di nuove tecnologie a minore impatto ambientale e di fonti energetiche rinnovabili. 4. Principio di equità intergenerazionale. Maggiore importanza all’INFORMAZIONE, COMUNICAZIONE ed EDUCAZIONE. Si sottolinea il valore della COOPERAZIONE e non quello della competizione. SONO NATI NUOVI PRINCIPI, NUOVI VALORI E CONVINZIONI:

23 … I FONDI STRUTTURALI E IL QCS SI BASANO SU QUESTI PRINCIPI: SVILUPPO SOSTENIBILE COOPERAZION E L’attivazione dei fondi strutturali si basa sul principio della COLLABORAZIONE e del PARTENARIATO ed ha come obiettivo la COESIONE ECONOMICA E SOCIALE fra gli Stati membri. I principi della SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE e delle PARI OPPORTUNITA’ sono indicati all’Articolo n. 1 del Regolamento dei fondi strutturali. COMUNICAZION E INFORMAZIONEEDUCAZIONE Per l’attuazione del QCS è fondamentale: La COMUNICAZIONE, attraverso Piani di Comunicazione per migliorare i rapporti fra le parti coinvolte nella realizzazione degli interventi e rendere noto ai potenziali promotori di progetti che sono disponibili aiuti comunitari. EDUCARE l’opinione pubblica sul ruolo dell’Unione Europea ed INFORMARLA dei risultati ottenuti.

24 IN TEORIA CI SONO STATI PASSI IN AVANTI … … MA I RISULTATI NON SONO INCORAGGIANTI: Dalla valutazione intermedia del QCS OBIETTIVO 1 è emerso un quadro del Mezzogiorno non molto differente rispetto a prima dell’attuazione degli interventi. I risultati ottenuti dunque, non sono significativi: A partire dalla metà degli anni ’90 l’economia del Mezzogiorno è cresciuta rispetto alla media nazionale grazie a maggiori investimenti, aumento del turismo e delle esportazioni e a una discreta crescita della natalità imprenditoriale. Se questo ha consentito di ridurre i divari economici fra le regioni italiane, comunque la crescita del Mezzogiorno resta inferiore rispetto alla media europea. Permane una forte sottoutilizzazione del potenziale produttivo dell’economia meridionale. C’è carenza di imprese di medie e grandi dimensioni con una forte incidenza delle imprese di piccole dimensioni. Si registra una maggiore presenza di turisti stranieri, ma in numero inferiore rispetto alla media nazionale. SITUAZIONE SOCIO-ECONOMICA:

25 IL MERCATO DEL LAVORO: Non c’è stato un aumento dell’occupazione. Si è registrato un cambiamento nella composizione della forza lavoro, con una diminuzione degli occupati nel settore agricolo e un aumento nei settori dell’industria, commercio, servizi e turismo. La quota dell’occupazione agricola continua ad essere molto elevata rispetto alla media nazionale, mentre la quota occupazionale nell’industria è inferiore rispetto alla media nazionale. Sono ancora critici i dati relativi alla disoccupazione ( i disoccupati a lunga durata sono il 50% rispetto al totale di disoccupati) e all’economia sommersa. I tassi di disoccupazione sono elevati anche per i gruppi tradizionalmente forti nel mercato del lavoro ( maschi e scolarizzati ). Difficoltà ad inserirsi nel mondo del lavoro soprattutto per i giovani e le donne. Continua a rivestire un ruolo fondamentale per l’economia del Mezzogiorno. Dominano le aziende di piccole dimensioni. Carenza di infrastrutture. L’AGRICOLTURA:

26 LA SITUAZIONE AMBIENTALE: Qualità dell’aria: non è mai stato superato il livello di allarme, ma in diverse occasioni si è registrato il superamento del livello di attenzione e protezione della salute (Campania e Sicilia). Acqua e coste: altissimo sfruttamento delle risorse idriche. Nel Mezzogiorno le percentuali di costa non balneabili sono in linea con la media nazionale, eccetto in Campania. Suolo: rischio idrogeologico consistente e diffuso (Campania, Molise e Calabria). Gestione dei rifiuti: dichiarata emergenza sanitaria e ambientale. Le discariche sono la forma prevalente di gestione dei rifiuti urbani. Scarseggiano gli impianti e si ha difficoltà a costruirne di nuovi a causa della scarsa accettazione sociale. Rischio tecnologico: nel Mezzogiorno si contano otto aree dichiarate ad elevato rischio di crisi ambientale, fra cui Sarno e la provincia di Napoli. Altissimo il livello di inquinamento acustico a causa del traffico veicolare. Nel Mezzogiorno il 45% del territorio è sottoposto a vincolo paesaggistico, ma la pianificazione è debole o inesistente. Tra complessi architettonici e siti archeologici esistono circa 3200 siti che potrebbero attirare il turismo, ma tali risorse non sono utilizzate nelle loro effettive potenzialità. PAESAGGIO E PATRIMONIO CULTURALE:

27 … PERCHE’? DEBOLEZZA SOTTO IL PROFILO ORGANIZZATIVO, GESTIONALE E FINANZIARIO. IN PARTICOLARE: INCAPACITA’ DI SFRUTTARE IN MODO ADEGUATO LE RISORSE ENDOGENE ESISTENTI PER GARANTIRE UNO SVILUPPO DURATURO E UN’ECONOMIA SOLIDA E COMPETITIVA. CARENZA DI INFORMAZIONE E DI EDUCAZIONE NEI CONFRONTI DEL CITTADINO. LA GESTIONE PIU’ DECENTRATA E IL COINVOLGIMENTO DI NUOVI PARTNERS RITARDA L’ITER DECISIONALE E LA REALIZZAZIONE DEGLI INTERVENTI. IL RUOLO CENTRALE DELLE REGIONI CHE GESTISCONO CIRCA IL 70% DEI FINANZIAMENTI STANZIATI (PROVENIENTE IN PARTE DAI FONDI, IN PARTE DA FINANZIAMENTI NAZIONALI). SCARSA CONOSCENZA DEI NUOVI PROGRAMMI E DEI NUOVI PRINCIPI CHE SI VANNO AFFERMANDO A LIVELLO INTERNAZIONALE, CON LA CONSEGUENZA DI UN BASSO LIVELLO DI PARTECIPAZIONE DEGLI ATTORI LOCALI. L’AVANZAMENTO CULTURALE CHE SI STA VERIFICANDO A LIVELLO INTERNAZIONALE NON HA ANCORA COINVOLTO IL MEZZOGIORNO …

28 … UN CIRCOLO VIZIOSO Il Sud è visto ancora come un’entità da assistere dall’alto (il 70% dei fondi è concentrato nelle aree più svantaggiate). Questo impedisce la possibilità che si passi dalla cultura dell’assistenzialismo alla cultura del competere. Il Sud è il luogo della criminalità dell’emarginazione e del disagio sociale. Questo è un freno all’investimento, scoraggiando la localizzazione di nuove imprese ed impianti da parte di soggetti esterni. Scarso livello di conoscenza del problema ambientale e della qualità delle risorse ( aria, acqua, suolo, flora …). Questo implica un basso livello della cultura del riuso, del riciclaggio e della raccolta differenziata. Scarsa conoscenza dei nuovi programmi. Modesta diffusione della attitudine alla valorizzazione dei beni ambientali e culturali. Scarsa propensione all’innovazione e al trasferimento tecnologico del sistema produttivo. Non è diffusa la cultura del competere. C’è poca volontà di rischiare. Scarso livello di cooperazione. NON CAMBIA LA CULTURA NEL MEZZOGIORNO SE … … NON CAMBIA LA CONCEZIONE DEL MEZZOGIORNO …


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