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I QUATTRO LIVELLI DI ALLARME DELLA C.O.-118

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Presentazione sul tema: "I QUATTRO LIVELLI DI ALLARME DELLA C.O.-118"— Transcript della presentazione:

1 I QUATTRO LIVELLI DI ALLARME DELLA C.O.-118
Lo stato di allertamento della c.o.-118 si distingue nei seguenti livelli: LIVELLO 0: è presente quando ci sono condizioni ordinarie, non si è a conoscenza di possibili situazioni a rischio che possono creare uno stato di maxiemergenza. LIVELLO 1: è presente quando si verificano possibili situazioni a rischio, grandi affluenze di pubblico per manifestazioni sportive, concerti gare, ecc. Si può prevedere di aggiungere al dispositivo di soccorso ordinario un modico aumento delle risorse disponibili sulla base delle possibili emergenze. LIVELLO 2: è presente ogni qual volta aumentano le situazioni a rischio, piogge torrenziali, frane allagamenti, ecc. Si allertano e si mettono in preallarme un certo numero di risorse aggiuntive, che devono essere pronte ad intervenire in tempi brevi. LIVELLO 3: scatta l’allarme per il verificarsi improvvisamente della maxiemergenza. Si mettono in moto e si attivano le procedure per il richiamo, l’invio ed il coordinamento di tutte le risorse aggiuntive, che vengono inviate sul luogo dell’evento, e per l’allertamento di tutte le strutture ospedaliere del territorio.

2 Definizione di CATASTROFE:
E’ un evento, improvviso e per lo più inatteso, che determina gravissimi danni per la collettività che lo subisce. Determina un’inadeguatezza, anche se temporanea, tra i bisogni delle vittime e i soccorsi. Può interessare una vasta estensione territoriale e strutture di soccorso e di assistenza (ospedali). Coinvolge un grandissimo numero di persone e determina un numero elevato di vittime > 50 Può avere una estensione temporale > 24 ore.

3 CLASSIFICAZIONE DI CATASTROFE: in base ai fattori scatenanti (rischio evolutivo)
NATURALI FENOMENI GEOLOGICI terremoti, maremoti eruzioni vulcaniche bradisismo caduta meteoriti o asteroidi EVENTI METEREOLOGICI piogge estese, nebbia siccità, trombe d’aria, tifoni, uragani neve, ghiaccio, grandine FENOMENI IDREOLOGICI alluvioni, esondazioni, frane valanghe, slavine, collasso ghiacciai VARIE epidemie animali TECNOLOGICI INCIDENTI INDUSTRIALI incendio, esplosione, rilascio sostanze tossiche o inquinanti rilascio radioattività INCIDENTI NEI TRASPORTI aerei, ferroviari, stradali, navigazione COLLASSO SISTEMI TECNOLOGICI black-out elettrico, black-out informatico, interruzione rifornimento idrico, interruzione condotte gas o oleodotti, collasso dighe o bacini, INCENDI boschivi, urbani, industriali, VARIE crollo immobili abitazioni o ospedali CONFLITTUALI O atti terroristici, sommosse, conflitti armati internazionali SOCIOLOGICI: uso armi chimiche –biologiche –nucleari, epidemie, carestie, migrazioni forzate incidenti durante spettacoli, feste, manifestazioni sportive.

4 CLASSIFICAZIONE DI CATASTROFE: in base al numero delle vittime
LIMITATA < 100 vittime MEDIA tra 100 e 1000 vittime MAGGIORE > 1000 vittime inoltre SEMPLICE durata dei soccorsi < 6 ore COMPLESSA durata dei soccorsi > 6 ore.

5 ? DEFINIZIONE DI CATASTROFE E DI INCIDENTE MAGGIORE
Si definisce un evento come “CATASTROFE” quando N x S > CR Si definisce un evento come “INCIDENTE MAGGIORE” quando N x S < CR N = numero vittime S = severità evento CR = capacità di risposta

6 Definizione di INCIDENTE MAGGIORE:
Le strutture di soccorso territoriali rimangono integre. C’è un ridotto coinvolgimento feriti >10 <50. Limitata estensione territoriale. Limitata estensione temporale < 24 ore

7 > 50 CATASTROFE 10  50 INCIDENTE MAGGIORE 1  10
MAXIEMERGENZA 10  50 INCIDENTE MAGGIORE INCIDENTE INDIVIDUALE 1  10 Numero feriti:

8 Altre definizioni: SINISTRO: evento dovuto alle forze della natura, scatenato dall’uomo; CATACLISMA: evento dovuto alle forze della natura, senza intervento dall’uomo; CALAMITA’: evento inteso come disgrazia pubblica con numerose vittime; DISASTRO: evento, una volta, imputato all’influenza sfavorevole di un astro;

9 In caso di catastrofi deve essere cambiata la
filosofia del soccorso. La salvezza di molte vite richiede prioritariamente una lotta contro il tempo. Occorre quindi sfruttare nel modo migliore le risorse disponibili (persone e mezzi). E’ fondamentale riconoscere (TRIAGE) e successivamente soccorrere, prima i feriti più gravi, ma non quelli gravissimi, dal momento che è impossibile assistere, trasportare e curare tutte le vittime in tempi brevi.

10 L’obiettivo principale è salvare più vite possibile.
La situazione straordinaria impone un comportamento d’intervento diverso, che può apparire quasi disumano.

11 Infatti, talvolta si impongono scelte dolorose ma necessarie.
Infatti, talvolta si impongono scelte dolorose ma necessarie. Abbandonare pazienti gravissimi (CODICI BLU), sicuramente destinati a morire in brevissimo tempo ed utilizzare, mezzi e persone, verso coloro che, soccorsi prontamente, hanno maggiore probabilità di sopravvivenza (CODICI ROSSI)

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13 L'ORGANIZZAZIONE DEI SOCCORSI: STRATEGIA:
EElaborazione di piani di soccorso (piani comunali, provinciali, regionali), cche in caso di catastrofi definiscono il ruolo e lle modalità d’intervento delle varie componenti interessate (VVFF, Protezione Civile, 118, FFOO, ecc)

14 L'ORGANIZZAZIONE DEI SOCCORSI LOGISTICA:
DDisponibilità di materiali, mezzi, risorse, nnecessari al soccorso non solo sanitario, e di personale, prontamente disponibile, ssufficientemente preparato ed addestrato, ccapace di collaborare in equipes multidisciplinari.        

15 TTATTICA: L'ORGANIZZAZIONE DEI SOCCORSI
AApplicazione dei piani di soccorso cche prevedono come utilizzare (OTTIMIZZARE) lle varie strutture disponibili della catena dei soccorsi (INTEGRAZIONE).

16 ? COMPITI : C.O. 118 “Macerata Soccorso”
Conoscere le possibili situazioni a rischio presenti nel suo territorio; Predisporre un piano per far intervenire il proprio personale sia in CO-118 che sul luogo dell’evento; Garantire le comunicazioni con il “luogo dell’evento”; Tenere pronte le procedure per ottenere un immediato intervento delle componenti che affiancano e collaborano col SSN (Protezione Civile, Associazioni di volontariato); 5. Conoscere le potenzialità territoriali delle Associazioni di volontariato e della Protezione Civile provinciale; 6. Conoscere le potenzialità di ricovero delle strutture sanitarie provinciali e delle province confinanti (PEIMAF, Unità specialistiche presenti negli Ospedali).

17 GRAVITA’ DELL’EVENTO :
? C.O. 118 “Macerata Soccorso” GRAVITA’ DELL’EVENTO : A secondo della gravità dell’evento e del tipo si dovrà tenere in considerazione se è: Ad effetto limitato: Le strutture sanitarie sono integre, Gli interventi di soccorso sono limitati nel tempo < 12 ore, Il gap tra esigenze e risorse non è “incolmabile”.

18 GRAVITA’ DELL’EVENTO :
? C.O. 118 “Macerata Soccorso” GRAVITA’ DELL’EVENTO : Ad effetto estensivo: Le strutture sanitarie possono essere distrutte o parzialmente danneggiate, Le vie di comunicazione possono essere interrotte e presentare gravi danni, La rete telefonica, idrica ed energetica può essere danneggiata, Gli interventi di soccorso si prolungano nel tempo > 12 ore, Il gap tra esigenze e risorse è fin dall’inizio “incolmabile”.

19 ? TIPO DI RISPOSTA : MAXIEMERGENZA
C.O. 118 “Macerata Soccorso” TIPO DI RISPOSTA : MAXIEMERGENZA Ad effetto limitato:  (INCIDENTE MAGGIORE) quasi sicuramente basterà una risposta immediata, utilizzando risorse locali e alcune risorse aggiuntive extra-provinciale Ad effetto estensivo  (CATASTROFE) si avrà anche una risposta differita, perché dovranno intervenire apporti esterni alla provincia (altre CO-118; UMSS extra-provinciali, Protezione Civile regionale e nazionale, CRI nazionale, Esercito ecc)

20 Catastrofe o Incidente maggiore

21 Richiesta di soccorso per
Zona evento Richiesta di soccorso per MAXIEMERGENZA CENTRALE OPERATIVA 118 “Macerata Soccorso” FASE DI ALLARME:

22 FASI DELL’INTERVENTO: Verifica e conferma evento
Zona evento Richiesta SOS C.O. 118 “Macerata Soccorso” FASI DELL’INTERVENTO: Verifica e conferma evento Richiamo personale di CO Allertamento strutture Suddivisione compiti tra il personale Reperimento ed invio mezzi soccorso Coordinamento dei soccorsi Collegamento con il DSS e strutture sanitarie

23 elisoccorso FFOO 112-113 VVFF 115 UMSS = PoTES
Zona evento Richiesta SOS C.O. 118 “Macerata Soccorso” elisoccorso FFOO VVFF 115 UMSS = PoTES ATTIVA SQUADRE CHE PER PRIME DEVONO ARRIVARE NELLA ZONA EVENTO: Al fine di ottenere: Conferma dell’evento, Ricognizione della zona, Accessibilità alla zona evento Valutazione del rischio (evolutivo) Raccolta informazioni

24 1°. FASE DI ALLARME: C.O. 118 “Macerata Soccorso” Altre
Centrali Operative 118 Zona evento ALLERTA Richiesta SOS Direzione Sanitaria OSPEDALE ALLERTA C.O. 118 “Macerata Soccorso” ALLERTA PREFETTURA e PROTEZIONE CIVILE ALLERTA Unità di Crisi Centrale Operativa Responsabile CO Pronto Disponibili CO - Medici - Infermieri - Autisti

25 C.O. 118 “Macerata Soccorso”
Unità di Crisi Centrale Operativa Zona evento C.O. 118 “Macerata Soccorso”   SI ADOTTA UN MECCANISMO A CASCATA PER L’ALLERTAMENTO E IL RICHIAMO IN SERVIZIO DEL PERSONALE DI C.O. Il Personale PD prima di venire in CO deve “PREALLERTARE” per telefono chiamando il primo nominativo della “lista in suo possesso”, con l’esclusione di coloro che la CO avrà comunicato essere già in servizio, qualora il primo non rispondesse si passa al successivo fino a colui che risponderà. La comunicazione dovrà essere: ”Attenzione sono ……….. mi reco in CO perché è scattato l’allarme Maxiemergenza, chiama il successivo della lista e ordina di venire in servizio dopo aver chiamato a sua volta il collega successivo”.

26 SI UTILIZZERA’ LA SALA “D” DELLA CO,
Zona evento Unità di Crisi Centrale Operativa C.O. 118 “Macerata Soccorso” -   PER GESTIRE GLI INTERVENTI DI SOCCORSO DA EFFETTUARE IN UNA MAXIEMERGENZA SI UTILIZZERA’ LA SALA “D” DELLA CO, che dovrà avere: 10 linee telefoniche in entrata e uscita centralina radio con frequenze della CRI, ANPAS, Protezione Civile, ASL, 1 telefono satellitare, 1 work station con relativo softwere per Maxiemergene idoneo 

27 COMPITI DEL PERSONALE DELLA SALA DI
Zona evento Unità di Crisi Centrale Operativa C.O. 118 “Macerata Soccorso” COMPITI DEL PERSONALE DELLA SALA DI MAXI-EMERGENZE DELLA CENTRALE OPERATIVA 118: 1                     medico di appoggio alla CO;  tiene comunicazioni con DSS, (DELTA) 2                     Infermieri primo  ricerca e programma i ricoveri negli ospedali limitrofi e tiene i contatti con gli ospedali di destinazione secondo  ricerca ambulanze e personale volontario,  prepara la cartografia evento 1                     operatore radio,  comunica con ambulanze della grande noria 1                     volontario protezione civile,  tiene i contatti con il responsabile della Protezione Civile per tutte le necessità non sanitarie

28 Zona evento Unità di Crisi Centrale Operativa C.O. 118 “Macerata Soccorso” Compiti della CO: 3°) PREDISPONE CARTOGRAFIA DETTAGLIATA PER PIANIFICARE GLI INTERVENTI: Dalla quale poter identificare: la zona dell’evento, la zona di sicurezza, le vie di afflusso e deflusso mezzi di soccorso, il PMA, l’area sosta mezzi, la superficie elisoccorso

29 Zona evento Unità di Crisi Centrale Operativa C.O. 118 “Macerata Soccorso” Compiti della CO: 6°) REPERISCE MATERIALI NECESSARI PER LA REALIZZAZIONE DEL PMA E DEL PCO-A: Allerta la Prefettura per far intervenire la Protezione Civile Provinciale  o Regionale.

30 elisoccorso RICOGNIZIONE AEREA (quando possibile)

31 AUTORIZZA INTERVENTO SQUADRE DI SOCCORSO Senza rischio evolutivo
VVFF AUTORIZZA INTERVENTO SQUADRE DI SOCCORSO salvataggio senza triage se presente rischio evolutivo ZONA EVENTO “A” Con rischio evolutivo ZONA EVENTO “B” Senza rischio evolutivo

32 ULTERIORE DIVISIONE IN CANTIERI
Cantiere 1 Settore “B” ZONA “A” Cantiere 2 Settore “A” Settore “C” Cantiere 3 Settore”D” ZONA “B” VVFF 115

33 FFOO FUNZIONE: Sorveglianza Controllo vie di comunicazione

34 Perimetro esterno della zona di sicurezza
FFOO Perimetro interno Zona sicurezza ZONA EVENTO ZONA DI SICUREZZA VVFF 115 Perimetro esterno della zona di sicurezza

35 CASACCHE DI IDENTIFICAZIONE DEI RUOLI
C. S. D. S. S.. Responsabile P. M. A. Casacca rossa Casacca gialla Casacca bianca Casacca azzurra “Charlie” “Delta” “Mike” “Tango” RESPONSABILE POSTO MEDICO AVANZATO DIRETTORE SOCCORSI SANITARI COORDINATORE SOCCORSI COORDINATORE TRASPORTI

36  NON INTERVENGONO elisoccorso VVFF 115 UMSS FFOO 112-113
Zona evento elisoccorso C.O. 118 “Macerata Soccorso” VVFF 115 UMSS FFOO SQUADRE DI SOCCORSO: in presenza di rischio evolutivo  NON INTERVENGONO STAZIONANO NELLA ZONA DI SICUREZZA Intervengono solo dopo l’autorizzazione dei VVFF

37 MANOVRE TERAPEUTICHE DELLE SQUADRE TRIAGE
Disostruzione vie aeree Posizionamento cannule oro-faringee Tamponamento di gravi emorraggie Corretto posizionamento delle vittime (pls) Protezione termica

38 MANOVRE TERAPEUTICHE DELLE SQUADRE ALS e TASKE-FORCE OSPEDALIERA
Infusione di liquidi ev Posizionamento drenaggi toracici Intubazione e ventilazione assistita Cricotirotomia Amputazione arti incarcerati Posizionamento collari cervicali, ked

39 elisoccorso VVFF 115 invia PMA FFOO 112-113 UMSS
Zona evento elisoccorso C.O. 118 “Macerata Soccorso” INVIA VVFF 115 invia PMA FFOO l’Infermiere che è arrivato sul posto per primo gestisce: Triage (START) modalità della raccolta delle vittime PICCOLA NORIA UMSS

40 VIENE DIVISO IN TRE ZONE DISTINTE
PMA VIENE DIVISO IN TRE ZONE DISTINTE  TRIAGE-FILTRO,  STABILIZZAZIONE URGENZE ASSOLUTE (ROSSI E GIALLI)  EVACUAZIONE; URGENZE RELATIVE (VERDI); C) DECEDUTI.

41 PMA MATERIALE PER IL PMA · Telefono satellitare
·         Telefono satellitare ·         8 lettini da campo con ……. ·         2 lettini triage ·         1 tavolino e 2 sedie ·         10 palloni AMBU ·         1 lampada da tavolo ·         2 aspiratori medica ? ·         2 ventilatori portatili con supporti ·         2 defibrillatori con supporti ·         2 pulsossimetri ·         2 monitor multiparametrici ·         6 pompe a siringa ·         1 scialitica ·         1 armadio farmaci ·         3 carrelli medicazioni urgenze ·         6 portaflebo ·       1 blocco schede sanitarie triage ·         kit cartelli segnaletici ·         4 cartelli segnalazione PMA  check point ·         4 cartelli area ambulanza – parcheggi ·         4 cartelli area elisoccorso – atterraggio       ·         10 cartelli area sicurezza ·         20 rotoli carta colorata per delimitare area con 50 paletti ·         10 barelle atraumatiche a cucchiaio ·         50 collari cervicali ·         5 materassini a depressione ·         10 tavole spinali ·         30 teli porta-feriti ·         50 steccobende ·         10 kit ustionati ·         7 bombole ossigeno da 10 lt. Con riduttore di pressione, flussimetro e …… con 4 erogatori ·         2 bombole ossigeno liquido ·         materiale per protezione individuale: -          camici -          maschere -          occhiali -          guanti -          metalline -          coperte -          lenzuola

42 Posto Comando Operativo Avanzato DSS (medico CO 118)
PCO-A Posto Comando Operativo Avanzato DSS (medico CO 118) Responsabile VVFF Responsabile FFOO Responsabile Protezione Civile

43 COMPITI DEL COORDINATORE DEI TRASPORTI:
ELISUPERFICIE AREA DI SOSTA AMBULANZE E MEZZI DI SOCCORSO COMPITI DEL COORDINATORE DEI TRASPORTI: Censire i mezzi arrivati sul luogo dell’evento: ambulanze tipo A soccorso avanzato (medico) ambulanze tipo A soccorso (IP) ambulanze tipo B (volontari) Elicottero sanitario Autobus Veicoli a 4 ruote motrici Censire il personale addetto ai trasporti, Organizzare la zona di stazionamento dei mezzi di evacuazione, Organizzare la zona dove atterra e decolla l’elicottero sanitario, Organizzare l’area di imbarco vicino al PMA (Punto di evacuazione), Assicurare la presenza degli autisti sui mezzi, Tiene aggiornato il registro di evacuazione delle vittime, Riferire ed aggiornare il DSS sull’arrivo e partenza dei mezzi, Controllare le operazioni di caricamento e partenza dei mezzi.

44 PICCOLA NORIA PMA PCO-A GRANDE NORIA

45 La loro gestione non è una cosa semplice,
CONCLUSIONE le Maxi-Emergenze non sono prevedibili, così colgono impreparati sia le vittime che i soccorritori. La loro gestione non è una cosa semplice, anche perché la maggior parte degli operatori che intervengono non hanno esperienza diretta. (per fortuna!) Al fine di acquisire una perfetta conoscenza delle procedure e delle manovre da attuare è indispensabile addestrarsi con simulazioni da tenere in aula (teoriche) e sul campo (pratiche), in modo che tutte le componenti sanitarie ed extra (Prot. Civile, VVFF, ecc) siano pronte ad affrontarle con capacità ed efficienza.

46 TRIAGE PREOSPEDALIERO

47 IL TRIAGE Il processo del Triage è usato per dividere i pazienti
(parola francese che significa cernita, selezione, smistamento) è usato per dividere i pazienti in categorie di priorità di cure e di trasporto basato sulla gravità delle lesioni.

48 Il Triage preospedaliero viene eseguito specialmente
in caso di catastrofe o di incidente maggiore, dettato dallo stato di insufficienza dei soccorsi, che obbliga i soccorritori ad effettuare una selezione delle vittime.

49 In caso di catastrofi deve essere cambiata la
filosofia del soccorso. La salvezza di molte vite richiede prioritariamente una lotta contro il tempo. Occorre quindi sfruttare nel modo migliore le risorse disponibili (persone e mezzi). E’ fondamentale riconoscere (TRIAGE) e quindi soccorrere prima i feriti più gravi, dal momento che è impossibile assistere, trasportare e curare tutte le vittime in tempi brevi.

50 L’obiettivo principale è salvare più vite possibile.
La situazione straordinaria impone un comportamento d’intervento diverso, che può apparire quasi “disumano”.

51 talvolta si impongono scelte dolorose ma necessarie.
talvolta si impongono scelte dolorose ma necessarie. Abbandonare i pazienti gravissimi (CODICI BLU), sicuramente destinati a morire in brevissimo tempo ed invece utilizzare le risorse verso coloro che, soccorsi prontamente, hanno maggiore probabilità di sopravvivenza (CODICI ROSSI)

52 START Simple Triage And Rapid Treatment E' il Triage
effettuato dalla squadra che giunge sul posto del disastro (anche se formata da soccorritori non professionisti); basato su semplici valutazioni e rapide manovre salvavita  Simple Triage And Rapid Treatment

53 IL TRATTAMENTO SUL POSTO (priorità di trattamento):
in funzione della professionalità degli operatori: ·         Liberazione vie aeree ostruite: manovre manuali sollevamento mandibola, Guedel, posture (PLS),      ·         Supporto emodinamico: arresto di emorraggie esterne in atto con lacci emostatici Protezione termica

54 S.T.A.R.T. SI Simple Triage And Rapid Treatment NO NO SI NO SI NO SI
S.T.A.R.T. SI IL PAZIENTE CAMMINA? Simple Triage And Rapid Treatment CODICE VERDE NO NO CONTOLLO VIE AEREE DOPO DISOSTRUZIONE IL PAZIENTE HA RIPRESO A RESPIRARE? IL PAZIENTE RESPIRA? SI NO SI NO MENO DI 30ATTI/MIN EVIDENTE DISPNEA OLTRE 30 ATTI/MIN SI SI CODICE NERO CODICE BLU NO POLSO RADIALE PRESENTE? CODICE ROSSO NO SI ESEGUE ORDINI SEMPLICI? CODICE GIALLO SI

55 Al termine dello START si avrà una precisa valutazione
del numero e della gravità delle persone coinvolte. In base alla gravità delle vittime (classe: ROSSOGIALLO BLU) si selezioneranno coloro da trasportare prioritariamente o da inviare (VERDI) al posto medico avanzato (PMA) "PICCOLA NORIA".

56 SISTEMA DI SCHEDE SANITARIE IN CASO DI INCIDENTI MAGGIORI O DI CATASTROFE
Il sistema di schede si prefigge lo scopo di garantire a tutti gli operatori sanitari del soccorso di avere una documentazione dei dati del paziente nel tempo: l’identificazione Il luogo di ritrovamento La gravità del momento del ritrovamento La gravità di arrivo e di uscita dal PMA La gravità di arrivo all’ospedale o CME

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58 SISTEMA DI SCHEDE SANITARIE IN CASO DI INCIDENTI MAGGIORI O DI CATASTROFE
A questo scopo il paziente è munito già al primo triage di un cartellino o bracciale colorato. All’ingresso del PMA viene fornito di una scheda di accompagnamento numerata, essenziale per l'orientamento al trattamento, al trasporto e all'ospedalizzazione. Questa è costituita da 4 facciate e verrà fissata al collo o al polso del paziente e lo seguirà fino al luogo di trattamento definitivo, ospedale o CME di destinazione. Il personale del PMA dovrà riportare i dati della scheda sui registri di entrata e di uscita del PMA

59 Protocollo di Triage F.A.S.T.
Valutazione primaria delle funzioni vitali : A  Airways + cervical spine B  Breathing C  Circulation + emorragie D  Disability La sequenza permette di evidenziare per prime le lesioni potenzialmente più pericolose e quindi trattarle.

60 Protocollo di Triage F.A.S.T.
Il protocollo START, facile e veloce, segue anch’esso la filosofia ABCD, tuttavia si dimostra inadeguato alla realtà ospedaliera. Il protocollo FAST è un tentativo di attribuire un “peso” a ciascuno dei problemi evidenziati durante l’esecuzione del ciclo ABCD, permettendo anche di generare classi di priorità che bene indirizzano verso i tre percorsi ospedalieri fondamentali.

61 Protocollo di Triage F.A.S.T.
L’esecuzione del protocollo FAST si basa sull’attribuzione di un diverso peso ai problemi riscontrati durante l’esame ABCD PROBLEMI NON CRITICI riscontri anormali che non rappresentano una minaccia di lesioni irreversibili a breve termine PROBLEMI SUBCRITICI riscontri anormali che possono evolvere rapidamente in situazioni irreversibili PROBLEMI CRITICI riscontri anormali che stanno provocando o possono causare in brevissimo tempo situazioni irreversibili

62 Protocollo di Triage F.A.S.T.
Il protocollo FAST si basa nell’attribuire un diverso peso ai problemi riscontrati durante l’esame ABCD PROBLEMI NON CRITICI PROBLEMI SUBCRITICI PROBLEMI CRITICI Ostruzione vie aeree Tachipnea (FR>25) Ventilazione ridotta monolat Arresto respiratorio, Bradipnea <8 Sat:O2 = 94-90% Sat:O2 < 90% Tachicardia (FC >130) Ipotensione (PA sistolica < 100 ) Emorraggie inarrestabili Risposta verbale Risposta dolore o assente

63 Protocollo di Triage F.A.S.T.
LA SEQUENZA DELLE VALUTAZIONI PREVEDE UN MASSIMO DI OTTO PASSAGGI: 1. A  Pervietà vie aeree, 2. B  Frequenza respiratoria, 3. B  Saturimetria periferica, 4. B  Ipoventilazione destra o sinistra, 5. C  Frequenza cardiaca, 6. C  Pressione arteriosa, 7. C  Presenza di importanti emorraggie visibili, 8. D  AVPU.

64 Protocollo di Triage F.A.S.T.
Alterazioni di tipo non critico:  da Verde a Giallo  da Giallo a Giallo non determinano mai il passaggio allo stato di Codice Rosso; Tachipnea (FR>25) Tachicardia (FC >130) Risposta verbale

65 Protocollo di Triage F.A.S.T.
Esempio 1 Un paziente giunge dall’area dei soccorsi con CODICE DI PRIORITA’ = GIALLO All’inizio del Triage viene azzerato  VERDE, Valutazione ABCD: A  Pervietà vie aeree, = pervie  rimane Verde B  Frequenza respiratoria = 35 tachipnea non critico, GIALLO B  Saturimetria periferica = 95%  rimane GIALLO B  Ipoventilazione destra o sinistra = NO  rimane GIALLO C  Frequenza cardiaca = tachicardia non critico rimane GIALLO C  Pressione arteriosa = 115/80  rimane GIALLO C  Presenza di importanti emorragie visibili assenti  rimane GIALLO D  AVPU = RISPOSTA VERBALE non critico  rimane GIALLO CODICE FINALE GIALLO

66 Protocollo di Triage F.A.S.T.
Esempio 4 Un paziente giunge dall’area dei soccorsi con CODICE DI PRIORITA’ = ROSSO All’inizio del Triage viene azzerato  VERDE, Valutazione ABCD: A  Pervietà vie aeree, pervie  rimane Verde B  Frequenza respiratoria = 35 tachipnea non critico, GIALLO B  Saturimetria periferica = 95%  rimane GIALLO B  Ipoventilazione destra o sinistra= NO  rimane GIALLO C  Frequenza cardiaca = tachicardia non critico rimane GIALLO C  Pressione arteriosa = 80/60 Sub-critico  ROSSO CODICE FINALE ROSSO

67 Protocollo di Triage F.A.S.T.
Esempio 5 Un paziente giunge dall’area dei soccorsi con CODICE DI PRIORITA’ = ROSSO All’inizio del Triage viene azzerato  VERDE, Valutazione ABCD: A  Pervietà vie aeree, pervie  rimane Verde B  Frequenza respiratoria =  rimane Verde B  Saturimetria periferica = 95%  rimane Verde B  Ipoventilazione destra o sinistra= assente  rimane Verde C  Frequenza cardiaca =  rimane Verde C  Pressione arteriosa = 140/90  rimane Verde C  Presenza di importanti emorraggie visibili assenti  rimane Verde D  AVPU = RISPOSTA SOLO DOLORE  ROSSO CODICE FINALE ROSSO

68 Protocollo di Triage F.A.S.T.
Esempio 6 Un paziente giunge dall’area dei soccorsi con CODICE DI PRIORITA’ = GIALLO All’inizio del Triage viene azzerato  VERDE, Valutazione ABCD: A  Pervietà vie aeree= pervie  rimane Verde B  Frequenza respiratoria =  rimane Verde B  Saturimetria periferica = 90% sub-critico  GIALLO B  Ipoventilazione destra o sinistra= NO  rimane GIALLO C  Frequenza cardiaca = tachicardia non critico rimane GIALLO C  Pressione arteriosa = 105/70  rimane GIALLO C  Presenza di importanti emorraggie visibili assenti  rimane GIALLO D  AVPU = APRE GLI OCCHI  rimane GIALLO CODICE FINALE GIALLO

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70 MAXI EMERGENZA: ANALISI SCENARI

71 TERREMOTI Situazione delle vittime Ø       disperse su tutto il territorio Ø       raggruppati o isolati dentro le abitazioni Ø       nessuna o scarsa accessibilità se imprigionati o sotterrati Ø       difficoltà di ricerca e individuazione Meccanismo delle lesioni ü      traumatismi meccanici da compressione, seppellimento e da caduta di macerie ü       ostruzioni respiratorie ü       esposizioni a basse temperature ü       mancata alimentazione e apporto idrico Quadri clinici «      Ferite di vario genere «      Fratture «      Lesioni da compressione o da schiacciamento «      Insufficienza respiratoria acuta «      Ipotermia «      Disidratazione

72 INCIDENTI FERROVIARI « Ferite varie « Fratture varie « Amputazioni
Situazione delle vittime Ø       Una certa quantità sparsa sul territorio in varie condizioni Ø       Il più delle volte raggruppati nei vagoni Ø       Buona accessibilità se le strutture non sono deformate Meccanismo delle lesioni ü       Traumatismi vari Quadri clinici «      Ferite varie «      Fratture varie «      Amputazioni «      Lesioni da schiacciamento «      Lesioni da compressione

73 DISASTRI DEL TRAFFICO Situazione delle vittime
Situazione delle vittime Ø       Concentrati dentro o attorno al mezzo Ø        Scarsamente estraibili o incastrati Meccanismo delle lesioni ü       Traumatismi meccanici ü       Danni da scagliamento ü       Danni da decelerazione ü       Lesioni da calore ü       Emissione di fumi Quadri clinici «      Ferite varie e amputazioni «      Sindrome da compresione «      Ustioni «      Intossicazioni con Insufficienza respiratoria acuta

74 INCIDENTI IN ABITAZIONI
Situazione delle vittime Ø       Concentrati nelle vicinanze Ø       Più distanti se fuggiti in luoghi sicuri Ø       Seppelliti da macerie Ø       Poco accessibili se incoscienti per fumo o gas Ø       Inutilizzabili le normali vie di sicurezze in esplosioni, incendi, crolli Ø       Inaccessibilità per grandi folle di curiosi nei grandi centri urbani Meccanismo delle lesioni ü       Traumatismi meccanici ü       Lesioni da calore ü       Emissione di fumi Quadri clinici «      Ferite varie «      Fratture «      Politrauma da defenestrazione «      Sindrome da compressione «      Ustioni «      Intossicazioni con Insufficienza respiratoria acuta

75 VALANGHE SLAVINE FRANE
Situazione delle vittime Ø       Gruppi intrappolati dentro abitazioni Ø       Gruppi ristretti intrappolati dentro veicoli Ø       Dispersi nella caduta di neve o terra Ø       Difficile individuazione Ø       Difficile accesso e ricerca Meccanismo delle lesioni ü       Ostruzioni delle vie respiratorie ü       Lesioni da traumatismo meccanico ü       Lesioni da compressione ü       Perdite anche imponenti di calore ü       Impossibile idratazione Quadri clinici «      Insufficienza respiratoria acuta «      Ferite di vario genere «      Fratture «      Sindrome da compressione «      Ipotermia «      Disidratazione  

76 DISASTRI DA AEROMOBILI
Situazione delle vittime Ø       Concentrati dentro o attorno al mezzo Ø       Scarsamente estraibili o incastrati Ø       Buona se manca incendio Meccanismo delle lesioni ü        Traumatismi meccanici ü       Danni da scagliamento ü       Lesioni da calore ü       Emissione di fumi Quadri clinici «       Ferite varie «      Fratture varie «      Amputazioni «      Sindrome da compressione «      Ustioni «      Intossicazioni con Insufficienza respiratoria acuta

77 INONDAZIONE Situazione delle vittime « Ipotermia « Ferite varie
INONDAZIONE Situazione delle vittime Ø       Dispersi in zone sopraelevate Ø       Dispersi su tetti di case o strutture Ø       Dispersi in acqua Ø       Dispersi in imbarcazioni di fortuna Ø       Scarsamente individuabili e accessibili in base all’estensione del territori Ø       Difficilmente individuabili se trascinati dall’acqua Meccanismo delle lesioni ü       Sommersione ü       Perdita di calore ü       Traumatismi da oggetti galleggianti Quadri clinici «      Insufficienza respiratoria acuta da annegamento «      Ipotermia «      Ferite varie «      Fratture varie

78 INCIDENTI MARITTIMI « Ferite varie « Fratture varie « Ustioni
INCIDENTI MARITTIMI Situazione delle vittime Ø       Concentrati sopra la nave Ø       Dispersi a distanza molto variabile Ø       Su imbarcazione di salvataggio Ø       Buona individuazione se meteo lo permette Ø       Difficile localizzazione se dispersi in acqua Meccanismo delle lesioni ü       Traumatismi meccanici ü       Sommersione ü       Perdite di calore ü       Traumatismi termici o fumi Quadri clinici «      Ferite varie «      Fratture varie «      Ustioni «      Insufficienza respiratoria acuta da annegamento «      Intossicazioni con Insufficienza respiratoria acuta «      Ipotermia

79 ATTENTATI ESPLOSIVI Situazione delle vittime « Ferite varie
Situazione delle vittime Ø       Raggruppati nelle vicinanze Ø       Incastrati in edifici o veicoli Ø       Buona accessibilità in assenza di crolli o incendi Meccanismo delle lesioni ü       Traumatismi da schegge ü       Traumatismi da onde d’urto ü       Emissione di fumi ü       Lesioni da calore Quadri clinici «      Ferite varie «      Fratture multiple «      Lesioni interne e da strappamento «      Rottura d’organi «      Ritenzione frammenti

80 DISASTRI IN STABILIMENTI INDUSTRIALI
Situazione delle vittime Ø       Raggruppati all’interno o all’esterno Ø          Buona accessibilità in assenza di crolli, incendi, gas tossici,... Meccanismo delle lesioni ü       Traumatismi meccanici ü       Lesioni da calore ü       Emissione di fumi ü       Radioattività Quadri clinici «      Ferite varie «      Fratture «      Sindrome da compressione «      Ustioni chimiche o da calore «      Intossicazioni «      Contaminazione radioattiva

81 CICLONI URAGANI TIFONI
CICLONI URAGANI TIFONI Situazione delle vittime Ø       Gruppi all’interno o vicinanze delle abitazioni Ø       Dispersi in direzione del vento Ø       Dispersi travolti dall’ondata d’acqua Ø       Poco accessibili per crollo delle case Ø       Scomparsi nelle acque Ø       Intrappolati nei detriti Ø       Seppellimento nel fango Meccanismo delle lesioni ü       Traumatismi meccanici ü       Sommersione ü       Perdita di calore Quadri clinici «      Ferite varie «      Fratture «      Annegamento «      Ipotermia «      Insufficienza respiratoria acuta

82 LAVORI MINERARI O GALLERIE
Situazione delle vittime Ø       Sempre dispersi a seconda dell’ampiezza del disastro Ø          Difficile accessibilità per frane, gas, fumi, calore, acqua,... Meccanismo delle lesioni ü       Traumatismi meccanici ü       Sommersione ü       Emissione di fumi ü       Lesioni da calore Quadri clinici «      Ferite varie «      Fratture multiple «      Lesioni interne e da compressione «      Intossicazioni «      Annegamento

83 POLITRAUMA = Patologia dominante

84 POLITRAUMA Ferito che presenta lesioni associate a carico di due o più distretti corporei (cranio, rachide, torace, addome, bacino, arti) con eventuali possibili compromissioni delle funzioni respiratorie e/o circolatorie

85 BLAST INJURIES Diversi meccanismi patogenetici,
spiegano l’origine delle lesioni a carico di vari tessuti: meccanismi di strappo a carico dei peduncoli vascolari; meccanismi di nebulizzazione, in particolare a livello delle interfacce fra fase liquida e fase gassosa; meccanismi di esplosione, a carico di organi cavi e di tutti i tessuti contenenti gas; trasmissione meccanica dell’onda d’urto attraverso le pareti (del torace, dell’addome o del cranio).

86 BLAST INJURIES LESIONI DA TRIPLICE IMPATTO: Fase primaria:
ONDA DI PRESSIONE  bersagli = organi con gas Fase secondaria: IMPATTO DI SCHEGGE, VETRI, ECC. Fase terziaria: IL CORPO STESSO DELLA VITTIMA VIENE PROIETTATO ED URTA CONTRO ALTRI OSTACOLI

87 (lesioni da schiacciamento e/o compressione)
Specific lesions: CRUSH SYNDROME (lesioni da schiacciamento e/o compressione)

88 CRUSH SYNDROME Associazione di tre quadri patologici: Stato di shock
Necrosi muscolare da compressione protratta Nefropatia secondaria post-traumatica

89 CRUSH SYNDROME Il problema immediato che minaccia la vita del paziente è costituito: dalla ipovolemia da travaso di liquidi nell'arto ischemico, dall' acidosi dovuta al passaggio in circolo di metaboliti provenienti dai tessuti lesi dallo schiacciamento.

90 CRUSH SYNDROME Altro rischio è rappresentato dalla possibilità di sviluppare, anche in persone con funzione renale precedentemente indenne, una insufficienza renale acuta nel corso delle prime 24 ore. L' insufficienza renale invece può essere provocata: in tempi brevi dalla riduzione della perfusione renale dovuta allo shock ipovolemico, in secondo tempo dalla presenza di mioglobina circolante proveniente dai tessuti muscolari interessati dal trauma. Interessa il 20% dei casi, mortalità del 45% Trattamento:mantenere normovolemia, alcalinizzare urine, depurazione extrarenale

91 CRUSH SYNDROME Le sindromi compartimentali intervengono quando in un compartimento muscolare delimitato da una loggia fasciale, la pressione tissutale supera la pressione idrostatica capillare impedendo il flusso arterioso. Queste sindromi sono più facili a verificarsi nella gamba e nell' avambraccio che non nella coscia o nel braccio dove ovviamente l' ostruzione progressiva e prolungata del flusso ematico può provocare anche una necrosi muscolare.

92 CRUSH SYNDROME Il primo soccorso consiste nel combattere l' ipovolemia. Nella fase di estricazione: Applicazione di un laccio alla radice dell’arto Indicazioni durata compressione > 4 ore, amputazione sul posto.

93 Il Panico_____________________________________
Deriva dal latino “Panicus”, timore misterioso che gli antichi ritenevano cagionato dalla presenza del dio Pan.

94 Il Panico__________________________________________________
DEFINIZIONE: Stato di terrore che invade improvvisamente l’animo di singoli o più spesso di folle di fronte ad un pericolo imprevisto, reale o immaginario, e che toglie la capacità di riflessione spingendo alla fuga o ad atti inconsulti.

95 Il Panico__________________________________________________
Si verifica spesso nei luoghi con alta concentrazione di persone dove si possono avere situazioni di emergenza che modificano le condizioni di agibilità degli spazi ed alterano comportamenti e rapporti interpersonali.

96 Il Panico___________________________________________
E’ quindi un comportamento irriflessivo ed irrazionale da parte di persone che vengono a trovarsi in una condizione di pericolo imminente che sanno di non poterlo gestire.

97 Il Panico___________________________________________
Il panico si manifesta con diversi tipi di reazioni: emotive: Þ Timore irrazionale Þ Senso di angoscia Þ Oppressione Þ Emozioni convulse Þ   Manifestazioni isteriche,

98 Il Panico___________________________________________
2. organiche: Battito cardiaco accelerato Tremore alle gambe e generalizzato   Difficoltà respiratorie  Aumento o diminuzione della pressione arteriosa   Giramenti di testa e vertigini   Conati di vomito  Perdita del controllo degli sfinteri con emissione di urina e feci.

99 Il Panico___________________________________________
Tutte queste condizioni possono portare a reagire in modo non controllato e razionale. In una situazione di pericolo, sia essa reale o presunta, il panico può manifestarsi principalmente in due modi: 1) coinvolgimento delle persone nell’ansia generale, con invocazioni d’aiuto, grida, atti di disperazione non mirati; 2) istinto di autodifesa e tentativi di fuga che tendono all’esclusione e/o all’eliminazione del pericolo o degli altri, anche in forme violente con spinte, corse, aggressioni, conquista e affermazione dei posti ritenuti SICURI verso la salvezza presunta.

100 Il Panico___________________________________________
Allo stesso tempo possono essere compromesse alcune funzioni comportamentali quali l’attenzione, il controllo dei movimenti, la facoltà di ragionamento. Tutte queste reazioni costituiscono elementi di grave turbativa e di PERICOLO.

101 Gestione del Panico_______________________________
In una situazione in cui la nostra e/o l’altrui incolumità è messa a repentaglio, risulta normale avvertire la SENSAZIONE DI PAURA: tale stato emotivo è il primo campanello d’allarme che si attiva per preservare la sopravvivenza dell’individuo. IL NOSTRO SFORZO DEVE ESSERE TESO AD IMPEDIRE CHE LA PAURA EVOLVA IN PANICO. In assenza di paura, di fronte ad un pericolo, viceversa si ha una situazione di INCOSCIENZA altrettanto pericolosa poiché porta l’individuo alla “sottostima” del pericolo ed alla diminuzione dell’attenzione. L’ECCESSIVA STIMA IN NOI NON DEVE PERMETTERCI DI SOTTOVALUTARE IL PERICOLO.

102 L’Uomo in condizioni di Emergenza_______________
PAURA Stato emotivo di pulsione e di apprensione in prossimità di un vero o presunto pericolo.

103 L’Uomo in condizioni di Emergenza_______________
PANICO Reazione per lo più collettiva che toglie la capacità di riflessione spingendo alla fuga o ad atti inconsulti.

104 L’Uomo in condizioni di Emergenza_______________
INCOSCIENZA Assoluta mancanza di lucidità mentale specialmente in relazione alle proprie capacita, al proprio atteggiamento o comportamento.

105 Gestione del Panico_______________________________
I comportamenti che abbiamo visto possono essere modificati e ricondotti alla normalità se il sistema in cui si evolvono è preparato per far fronte ai pericoli che lo insidiano.

106 Gestione del Panico_______________________________
COMPORTAMENTI: Prendere subito il controllo della situazione, Non far vedere di avere paura o di essere indeciso. Dimostrare di essere una persona in grado di portare aiuto. Mantenere un atteggiamento calmo e deciso. Dare ordini semplici, facili da mettere in pratica. Non alzare troppo la voce o inveire. Dare l’impressione di gestire sempre la situazione, anche quando … Far allontanare subito i “disturbatori”. ESSERE LA PERSONA GIUSTA, NEL MOMENTO GIUSTO, AL POSTO GIUSTO.

107 Psicologia della maxiemergenza_______________________________
Disturbi psichici in seguito ad eventi catastrofici: 1) Danni psichici che si determinano nelle singole vittime in seguito a perdite di parenti o cambiamenti repentini delle abitudini quotidiane; 2) Danni psichici che si determinano nella comunità per lacerazione del tessuto sociale e per grave destabilizzazione affettiva in seguito a: Danno economico, Esodo di massa, Perdita del lavoro, Stress collettivo continuato, Reazioni iper-emotive brevi, Disturbi nevrotici, Disturbi psicotici (fobici, ossessivi, depressivi, isterici, dissociativi.)

108 Psicologia della maxiemergenza_______________________________
TRATTAMENTO PSICOLOGICO PER RIDURRE LE SOFFERENZE PSICHICHE DA STRESS. PRE-EVENTO (ai soccorritori) DURANTE O POST-EVENTO (ai soccorritori e alle vittime)

109 Psicologia della maxiemergenza_______________________________
PRE-EVENTO DEI SOCCORRITORI: FORMAZIONE. Corso di apprendimento dei meccanismi psichici che regolano le reazioni emotive che si verificano durante le maxiemergenze. In modo tale si possono ridurre o controllare le sensazioni di: ansia e disgusto, rabbia ed impotenza, frustrazione e paura, angoscia e dolore. che spesso provocano stress nei soccorritori

110 Psicologia della maxiemergenza_______________________________
PRE-EVENTO DEI SOCCORRITORI: STRESS INOCULATION TRAINING: procedimento che serve per ridurre l’impatto emotivo legato all’intervento di soccorso, da attuare prima dell’evento catastrofico. Prepara il soccorritore alle immagini e alle sensazioni che potrebbe provare nel vedere o assistere a scene strazianti durante gli interventi nelle maxiemergenze. Si utilizzano descrizioni di scene coinvolgenti, si proiettano immagini di foto di vittime di altre catastrofi o si organizzano esercitazioni sul campo, con comparse che, esperti truccatori, hanno trasformato in feriti gravi, creando lesioni, fratture, o sanguinamenti molto vicine alla realtà. Tali scene determinano nella psiche un meccanismo analogo a quello che nelle vaccinazioni il virus o germe attenuato determina nel sistema immunitario dell’organismo – anticorpi.

111 Psicologia della maxiemergenza_______________________________
POST-EVENTO DEI SOCCORRITORI: Elaborazione del vissuto subito dopo interventi difficili e/o prolungati nel tempo, particolarmente traumatizzanti e psicologicamente gravanti. DEFUSING: processo di scambio di impressioni ed emozioni provate durante il soccorso che si verifica spontaneamente tra gli operatori coinvolti. DEBREEFING: processo organizzato e diretto da uno psicologo esperto che coinvolge un gruppo di soccorritori che vengono facilitati ad esternare le proprie emozioni ed impressioni riportate durante le fasi del soccorso (multiple stressors model della CRI). Tali sedute devono interessare non più di 15 persone alla volta ed essere effettuate entro le 24 ore dall’evento stressante.

112 Psicologia della maxiemergenza_______________________________
POST-EVENTO DELLE VITTIME: Assistenza psicologica continua e prolungata nel tempo, con coinvolgimento di psicologi formati a tali interventi.

113 Gestione corretta di un evento inatteso
Analisi preventiva + Piani pre-stabiliti = Gestione corretta di un evento inatteso

114 Conoscere Prevedere Reagire

115 Conoscere Come si dovrà affrontare un evento inatteso e devastante che porterà ad una rapida saturazione di tutte le risorse disponibili sia nel luogo dell’evento che nell’area circostante sapendo che non si potrà offrire immediatamente un soccorso sufficientemente valido per tutti

116 Prevedere Ogni “sistema di soccorso” (CO-118)
dovrebbe essere preparato ad affrontare qualsiasi tipo di catastrofe “possibile” nel suo territorio e le sue conseguenze senza improvvisare

117 Reagire Formazione idonea del personale Analisi preventiva dei rischi
Piani di intervento già pronti ma flessibili Conoscenza delle possibili patologie da affrontare a seconda delle differenti tipologie di disastro

118 Conoscere Prevedere Reagire
Dovrebbero predisporre i soccorritori a rispondere nel modo più appropriato, coerente e flessibile alle necessità delle vittime del disastro.


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