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Teoria dell’immagine Clementina Gily Università di Napoli Federico II Concetti della bellezza: estetica vs filosofia dell’arte Collingwood vs Danto.

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Presentazione sul tema: "Teoria dell’immagine Clementina Gily Università di Napoli Federico II Concetti della bellezza: estetica vs filosofia dell’arte Collingwood vs Danto."— Transcript della presentazione:

1 Teoria dell’immagine Clementina Gily Università di Napoli Federico II Concetti della bellezza: estetica vs filosofia dell’arte Collingwood vs Danto

2 Due filosofi che si rifanno ad Hegel Due filosofi che fondano nell’arte aiutano a focalizzare il problema

3 LA FORMAZIONE ESTETICA: un aut aut Estetica – incanto del mondo Laboratori Filosofia dell’arte – opere storia filosofia La 2a è presente nei programmi della formazione ordinaria filosofia dell’arte istituzioni dell’arte, opere e storia dell’arte l’estetica vi è teoria della sensazione, dal 1750 della bellezza, inizio del mondo del conoscere, che, maturo, è logica, scienza consequenziale rigorosa arte e armonia il primo conoscere, la verità è nella scienza anche filosofica. La tesi hegeliana ne matura il significato – per Danto, esso è costruito da autore e critico

4 Ma la si introdusse nella scuola nel ‘23 in Italia per via dell’estetica la prova di maturità era ‘prova finale di estetica’ l’estetica considera il bello un modo di conoscere autonomo, il suo valore è per sé – come disse Baumgarten cognitio sensitiva perfecta Perfetta la sensazione? Una/completa/complessa? Kant darà al giudizio determinante e al riflettente la possibilità di giudizi trascendentali/1. secondo categorie 2. secondo compiacimento (armonia intima presente nella teleologia e nel bello – segue il come se della Erste Einleitung alla CDG) Collingwood interpreta quest’anima, colloquia con gli ideal storicisti della riforma, Croce, Gentile, De Ruggiero L’aut aut porta nella formazione estetica, sia essa a scuola o nei musei, una differenza radicale che va chiarita per sapere come agire nell’educare all’arte, un’educazione necessaria al cittadino che si vuole competente, capace di agire reagire decidere – una risorsa trascurata – se ognuno pensa l’arte come creatività

5 filosofia dell’arte Arthur Danto a «The Nation» giornale che ha lanciato Pollock, Warhol, Pop Art Danto passa davanti alle Brillo Box nella Stable Gallery 74aEst Perché le scatole sono arte? forse perché le disegnò un pittore, James Harvey? Perché Warhol conclude il gesto del ‘17 di Mutt/Duchamp con Fontana che in un sol colpo cancellò nell’arte il bello e l’autorialità: una distruzione col martello La pop art invece celebra l’irruzione del quotidiano sulla scena del mondo Ne dice la velocità e l’interrelazione con la Polaroid, con la Factory, coi suoi Parties di Gossip e Celebrità, con il Ready Made che diventa opera collettiva La bellezza di natura non è quella d’arte, che è discernimento, critica, trasfigurazione del banale, dice Danto Warhol conquista uno stile – un insieme di proprietà condivise (non dice ‘forma’)

6 Teoria istituzionale: la trasfigurazione del banale La prima definizione non è di Danto, ma l’accetta, la precisa: non s’intende la collocazione nella storia e nel museo, è creazione del topos culturale originale e copia – possiamo pensarli indiscernibili – e in questo caso, perché solo uno avrebbe valore? Un problema tipico dell’arte Esempio di Indiscernibili: questa opera di Rothko/ una sua copia / una tela preparata in una bottega rinascimentale – solo la prima è arte perché trasfigura il banale in topos L’universalità non viene dal gusto come in Kant ma dall’ intenzione di autore e critica, il proposito e la performance Ciò crea lo spazio di riconoscimento, spazio finzionale e dotato di marcatori, che genera identificazione L’arte non perde tempo con l’ovvio, il colore blù (bello di natura) Il gesto dell’arte invita a considerare il quotidiano con piena coscienza L’autocoscienza partecipa alla storia (resta singola/esclude anche il gusto/non richiede di accentuare la comunità e la comunicazione nell’arte)

7 Mimesi senza Metessi l’arte indica uno spazio, non partecipa Segue Hegel trascendenzofobico (Tari) che scrisse nell’Estetica la sua filosofia dell’arte: l’artista forma il senso, il critico esplicita: la Ragione è la verità dell’arte Per Hegel Croce parlò di morte dell’arte perché la sua verità è nella filosofia L’estetica vede l’arte formare l’espressione senza negarne la diversa verità L’arte compone per crasi la complessità della presenza con i dettagli capaci di suggerire l’incanto che fa partecipare È analogica non analitica Klee – Giardino di rose

8 La conoscenza estetica non ha categorie ma funzioni, segue l’universale del per lo più (Aristotele) con analogie e metafore conosce ipoteticamente il presente Poi la conoscenza logica definisce, sistole e diastole del sapere Il giudizio dell’arte è umano e non eterno, ordina particolari in altra possibilità Disegna uno spazio tempo autonomo (l’opera) in cui scrive un come se L’estetica si completa nella storia che giudica Invece Danto vorrebbe ritornare alla prima tesi crociana della storia come arte Ciò anche nel figurativo

9 Ma l’artista non scrive sistemi ma opere (Goethe) Se l’arte è storia e significato – perché l’artista sceglie l’arte? Leonardo sa anche disegnare, scrivere e fare ricerca Ma il suo universale è una unità complessa, non un significato, un conoscere, ipotetico e mercuriale – argento vivo della possibilità, uno sberleffo che manifesta l’unità nei dettagli Ciò suscita quel che Danto chiama ‘meraviglioso intrappolamento di coscienze’ Sarà il gusto? Certo, è lo spiraglio della metessi, della partecipazione, della comunità che condivide Il comune riconoscimento era per Kant il fondamento del gusto, l’universalità riconoscibile a questo giudizio che conosce senza essere scienza Ma ormai il ‘gusto’ ha rotto i rapporti con l’arte, che lo disconosce a sua volta

10 La pop art cerca un nuovo linguaggio non condensa lingue ma eroi La metamorfosi del banale richiede metessi, teorizza l’ oltre Non sta al banale il gesto di Warhol Platone chiarisce la partecipazione parlando nello Ione del dicitore: chi legge a voce alta commuove, persuade, ma non partecipa L’attorialità non è la creazione né la scrittura, l’arte del far finta non è il come se Nel come se c’è mistero e problema, partecipare è nuotare nell’aria e chiedersi perché fare – fine gratuito e necessario Immersione e trascendenza, dettaglio e unità del fine nella vita e nell’arte L’arte per Pareyson afferma il fondamento l’armonia del cosmo suggerisce la razionalità possibile Suggerisce la physis – che s’indaga coi numeri e con la musica aurea (Pitagorici) Fonda il futuro con confidenza e speranza copia dettagli di un nucleo vivo

11 È un salto Danto lo definisce con Aristotele – per lui la retorica è una psicologia morale in cui agisce il sillogismo pratico, del verosimile, del probabile: che è ellittico Ciò rende attivo il fruitore, lo convince ad assumere un punto di vista iconoclasta, a vagliare possibilità Sinergia Nell’estetica il pensiero è azione, immanenza e trascendenza dettaglio e mistero analogia e parti si scontrano nel disegno del fine tra natura ed arte L’estetica è il conoscere sensibile del vivere la tensione unitaria della mente COLLINGWOOD

12 Educare all’arte con l’esperimento del fenomeno con la ricchezza delle botteghe dell’arte una didattica bimillenaria È possibile, il genio non s’insegna in nessuna educazione S’insegna la storia ma poi va ripetuta l’esperienza per cogliere l’ oltrepassamento La filosofia e la storia dell’arte non conservano la partecipazione, che richiede novità, la capacità di interconnettere analogicamente materiali, tecniche, spunti, per suscitare in chi legge la capacità non di svelare ma di ri-velare Il velo di Sais se s’infrange ridiventa banale La critica capovolgerebbe così la trasfigurazione del banale La via della formazione estetica non può fare a meno dei laboratori : l’arte è esperienza viva nel quotidiano

13 Oscar Tusquets Blanca


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