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Composizione della Commissione Europea 1 presidente e 26 commissari Ogni cinque anni viene nominata una nuova squadra di 27 commissari (uno per ciascun.

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Presentazione sul tema: "Composizione della Commissione Europea 1 presidente e 26 commissari Ogni cinque anni viene nominata una nuova squadra di 27 commissari (uno per ciascun."— Transcript della presentazione:

1 Composizione della Commissione Europea 1 presidente e 26 commissari Ogni cinque anni viene nominata una nuova squadra di 27 commissari (uno per ciascun paese dell'UE). Il Consiglio europeo nomina un candidato per la carica di presidente della Commissione, che deve essere approvato dalla maggioranza dei membri del Parlamento europeo. Se gli eurodeputati respingono il nominativo proposto, il Consiglio ha un mese di tempo per presentarne un altro. Il presidente eletto sceglie i commissari (e i rispettivi portafogli) tra i candidati presentati dai paesi dell'UE. L'elenco dei commissari viene sottoposto per approvazione (con maggioranza qualificata) prima al Consiglio dei ministri, poi al Parlamento. Se quest'ultimo lo approva, la nuova Commissione è ufficialmente nominata dal Consiglio. L'attuale mandato della Commissione scade il 31 ottobre 2014. Il presidente attuale è il portoghese José Manuel Barroso.

2 Direzioni generali La Commissione dispone di un organico di 23 000 dipendenti, distribuiti in direzioni generali (DG) o servizi, ciascuna/o dei quali è responsabile di un determinato settore e fa capo a un direttore generale, che riferisce direttamente al presidente. Le DG elaborano proposte legislative, che diventano ufficiali solo dopo essere state adottate dal collegio dei commissari nel corso della riunione settimanale. La Commissione gestisce anche una serie di agenzie esecutive.

3 Composizione e nomina La Commissione è composta da 27 commissari (uno per stato membro), scelti tra le personalità di spicco dello stato membro di appartenenza. Tra i membri sono compresi il presidente e l'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza (PESC) in veste di vicepresidente. Il presidente può nominare altri vicepresidenti. I commissari non sono legati da alcun titolo di rappresentanza con lo stato da cui provengono, in quanto i commissari devono agire nell'interesse generale dell'Unione; per tale motivo la Commissione viene definita come "organo di individui" a differenza del Consiglio qualificato come "organo di Stati". Questo principio viene sancito dall'art. 17 del Trattato sull'Unione Europea (TUE): « [..] I membri della Commissione sono scelti in base alla loro competenza generale e al loro impegno europeo e tra personalità che offrono tutte le garanzie di indipendenza. » (TUE, art. 17 par.3) « [..] La Commissione esercita le sue responsabilità in piena indipendenza. Fatto salvo l'articolo 18, para­grafo 2, i membri della Commissione non sollecitano né accettano istruzioni da alcun governo, istituzione, organo o organismo. Essi si astengono da ogni atto incompatibile con le loro funzioni o con l'esecuzione dei loro compiti. » (TUE, art. 17 par.3)

4 La procedura di nomina è disciplinata dall'art. 17 par. 7 del TUE e ha subìto notevoli variazioni nel corso del tempo. Un tempo erano gli stati membri che nominavano tutta la Commissione di comune accordo, ma successivamente il ruolo del Parlamento crebbe d'importanza. Attualmente, il presidente della Commissione è proposto dal Consiglio europeo, che decide a maggioranza qualificata. Il trattato di Lisbona impone che, nella scelta, sia tenuto conto dei risultati delle elezioni europee. Il candidato deve poi essere eletto dal Parlamento europeo a maggioranza assoluta. Se il candidato non ottiene l'elezione, il Consiglio europeo, entro un mese, deve presentare un altro candidato. Alla conferma della carica, il presidente della Commissione, in accordo con il Consiglio, sceglie i rimanenti commissari sulla base delle nomine proposte da ognuno degli Stati membri. Alla fine l'intera Commissione deve essere approvata dal Parlamento europeo (che ha anche facoltà di porre in essere audizioni per vagliare le candidature dei singoli commissari), per poi essere definitivamente nominata dal Consiglio europeo.

5 La Commissione europea è un organo collegiale, strutturato all'interno con un'ampia delega di funzioni a singoli commissari, che guidano 26 direzioni generali. Le deliberazioni dell'istituzione vengono prese a maggioranza del numero dei suoi membri. Le direzioni generali, generalmente abbreviate semplicemente in DG, sono i 26 dicasteri in cui è strutturata la Commissione europea. Ogni DG, similmente ai ministeri italiani, si occupa di uno specifico settore, ha un suo portafoglio, ed è sottoposta ad un direttore generale il quale, a sua volta, rende conto direttamente al Commissario europeo preposto a tale portafoglio. Il direttore generale è scelto direttamente dal commissario ed opera in totale autonomia nell'ambito dei poteri gestionali, fermo restando al commissario il solo potere politico e l'indirizzo generale. Al loro interno le DG sono articolate in direzioni, unità e settori.

6 Direzione generale per l'agricoltura e lo sviluppo rurale (DG AGRI) Direzione generale per il bilancio (DG BUDGET) Direzione generale per l'azione per il clima (DG CLIMA) Direzione generale per la concorrenza (DG COMP) Direzione generale per gli affari economici e finanziari (DG ECFIN) Direzione generale per l'istruzione e la cultura (DG EAC) Direzione generale per l'occupazione, gli affari sociali e le pari opportunità (DG EMPL) Direzione generale per l'energia (DG ENER) Direzione generale per le imprese e l'industria (DG ENTR) Direzione generale per l'ambiente (DG ENV) Direzione generale per gli affari interni (DG HOME) Direzione generale per gli affari marittimi e la pesca (DG MARE) Direzione generale per la mobilità e i trasporti (DG MOVE) Direzione generale per la salute e i consumatori (DG SANCO) Direzione generale per la società dell'informazione e i mezzi di comunicazione (DG INFSO) Direzione generale per il mercato interno e i servizi (DG MARKT) Direzione generale per la giustizia (DG JUST) Direzione generale per la politica regionale (DG REGIO) Direzione generale per la ricerca (DG RTD) Direzione generale per la fiscalità e l'unione doganale (DG TAXUD) Relazioni esterne Direzione generale per le relazioni esterne (DG RELEX) Direzione generale per il commercio (DG TRADE) Direzione generale per l'allargamento (DG ENLARG) Direzione generale per lo sviluppo e la cooperazione - EuropeAid (DG DEVCO) Direzione generale per gli aiuti umanitari (DG ECHO)

7 Composizione e funzionamento Il Consiglio europeo è composto dai capi di Stato o di governo dei paesi membri dell'Unione europea e dal Presidente del Consiglio europeo che ne presiede le sessioni; inoltre partecipa senza diritto di voto il Presidente della Commissione europea. La scelta tra capo di stato e di governo, quale rappresentante dello stato membro nelle sedute del Consiglio europeo, è definita dall'ordinamento del singolo stato in relazione alle peculiarità del sistema istituzionale: per tale motivo, in rappresentanza dell'Italia prende parte alle riunioni il presidente del Consiglio dei ministri, capo di governo, mentre in rappresentanza della Francia il presidente della Repubblica, capo di stato.

8 Il Consiglio dell'Unione Europea (noto anche come Consiglio dei Ministri Europei) Il Consiglio dell'Unione europea, noto anche come Consiglio dei Ministri Europei, detiene - insieme col Parlamento europeo - il potere legislativo nell'ambito dell'Unione europea. Ha sede a Bruxelles nel Palazzo Justus Lipsius. Non deve essere confuso col Consiglio d'Europa, che è un'organizzazione internazionale completamente indipendente dall'Unione europea. Va tenuto distinto, inoltre, dal Consiglio europeo, che è un diverso organo (benché strettamente collegato) dell'Unione europea.

9 Critiche alla Commissione Oggi c`e` una Europa governata da funzionari non-eletti vicini o controllati da lobby finanziarie e industriali. E’ inaccettabile che questi funzionari nelle Commissioni Europee emanino norme o gestiscano “leggi con potere sovranazionale”. Così si sottrae “il potere reale” ai parlamenti nazionali. Oggi l’Europa è una Unione Monetaria totalmente “fuori dal controllo” dei governi sovrani e priva di trasparenza. E` doveroso evidenziare che nella EU, la creazione dei Trattati di Maastricht e di Lisbona non sono mai stati studiati approfonditamente e neppure mai approvati dai cittadini dei singoli Stati Membri. Questi Trattati sono solo stati ratificati, in fretta e furia [probabilmente senza che neppure venissero letti] dai governi o da qualche parlamento degli Stati Membri. Oggi c`e` una Europa governata da funzionari non-eletti vicini o controllati da lobby finanziarie e industriali. E’ inaccettabile che questi funzionari nelle Commissioni Europee emanino norme o gestiscano “leggi con potere sovranazionale”. Così si sottrae “il potere reale” ai parlamenti nazionali. Oggi l’Europa è una Unione Monetaria totalmente “fuori dal controllo” dei governi sovrani e priva di trasparenza.

10 Critiche alla Commissione (segue) E` doveroso evidenziare che nella EU, la creazione dei Trattati di Maastricht e di Lisbona non sono mai stati studiati approfonditamente e neppure mai approvati dai cittadini dei singoli Stati Membri. Questi Trattati sono solo stati ratificati, in fretta e furia [probabilmente senza che neppure venissero letti] dai governi o da qualche parlamento degli Stati Membri. E` importante far notare che nei pochi Paesi in cui i cittadini sono stati invitati ad esprimersi sull`Euro e sull`EU, essi hanno votato contro e si sono opposti (con una saggezza che ora comprendiamo bene) all`Euro ed all`EU. Qualche settimana fa è stato “impedito” (con la forza) al popolo greco che si esprimesse al riguardo. Impressionante ! L`Europa vive oggi l`assurdo paradosso di avere una Commissione Europea potentissima, che governa tutto e tutti, con le sue “direttive sovranazionali”, ma che nessun cittadino europeo elegge; ed ha invece un Parlamento Europeo che e` eletto dai cittadini, ma che non può emanare delle leggi realmente vincolanti (sembra assurdo, ma è così). Non solo, ma un`analisi attenta di quei Trattati dimostra che l`intero edificio [Euro, EU] fu creato per il beneficio di “elites finanziarie” e “grandi industriali”, senza alcun capitolo sociale o sistema di ridistribuzione della ricchezza che non fosse preventivamente approvato da queste ultime (i mercati…).

11 Composizione del Consiglio dell’Unione Europea Il Consiglio è composto, ai sensi dell'art. 16 del Trattato sull'Unione europea da un rappresentante di ciascuno Stato membro a livello ministeriale che possa impegnare il governo dello Stato membro, scelto in funzione della materia oggetto di trattazione. Tale ampia formulazione consente un maggiore flessibilità, e dunque una maggiore discrezionalità da parte degli Stati, rispetto alla previsione della necessaria partecipazione di un ministro: ordinamenti federali come quello tedesco, infatti, nelle materie di competenza dei singoli 'Länder, non hanno un unico ministro, ma un ministro per ogni Land, e la previsione della partecipazione di un "ministro" creerebbe difficoltà di individuazione. Esso si riunisce in varie formazioni: a seconda della questione all'ordine del giorno, infatti, ciascuno Stato membro sarà rappresentato da un rappresentante a livello ministeriale responsabile di quell'argomento (affari esteri, affari sociali, trasporti, agricoltura, ecc.), più il commissario europeo responsabile del tema in esame. La presidenza del Consiglio è assunta a rotazione da uno Stato membro ogni sei mesi.

12 Dopo l'entrata in vigore del Trattato di Lisbona le formazioni sono dieci: Affari generali Affari esteri (presieduto dall'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza) Affari economici e finanziari (Ecofin) Agricoltura e pesca Giustizia e affari interni Occupazione, politica sociale, salute e Consumatori Competitività Trasporti, telecomunicazioni ed energia Ambiente Istruzione, gioventù e cultura

13 Poteri e compiti del Consiglio  Il Consiglio esercita, congiuntamente al Parlamento Europeo, la funzione legislativa e la funzione di bilancio;  coordina le politiche economiche generali degli Stati membri;  definisce e implementa la politica estera e di sicurezza comune;  conclude, a nome dell'Unione, accordi internazionali tra l'Unione e uno o più Stati o organizzazioni internazionali;  coordina le azioni degli Stati membri e adotta misure nel settore della cooperazione di polizia e giudiziaria in materia penale.

14 La Banca centrale europea (BCE o ECB - European Central Bank - in lingua inglese) è la Banca centrale incaricata dell'attuazione della politica monetaria per i diciassette paesi dell'Unione europea che hanno aderito all'euro e che formano la cosiddetta "Zona euro" o "area dell'euro". A partire dal 1º gennaio 2011, essi sono: Austria, Belgio, Cipro, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Portogallo, Slovacchia, Slovenia, Spagna.

15 La BCE è stata istituita in base al Trattato sull'Unione europea e allo "statuto del sistema europeo di banche centrali e della Banca centrale europea", il 1º giugno 1998; mentre ha iniziato ad essere funzionale dal 1º gennaio 1999, quando tutte le funzioni di politica monetaria e del tasso di cambio delle allora undici banche centrali nazionali sono state trasferite alla BCE. Nella stessa data sono stati sanciti irrevocabilmente i tassi di conversione delle monete nazionali rispetto all'euro. Inoltre, ai sensi del diritto pubblico internazionale, la Banca ha propria personalità giuridica autonoma. La BCE può emanare decisioni e formulare raccomandazioni e pareri non vincolanti. Deve inoltre essere consultata dalle altre istituzioni dell'Unione per progetti di modifica dei trattati che riguardino il settore monetario, oltre che per ogni atto dell'Unione riguardante materie di sua competenza.

16 Scopo della BCE Scopo principale della Banca centrale europea è quello di mantenere sotto controllo l'andamento dei prezzi mantenendo il potere d'acquisto nell'area dell'euro. La BCE esercita, infatti, il controllo dell'inflazione nell'"area dell'euro" badando a contenere, tramite opportune politiche monetarie (controllando la base monetaria o fissando i tassi di interesse a breve), il tasso di inflazione di medio periodo a un livello inferiore (ma tuttavia prossimo) al 2%. Un ruolo analogo di contenimento dell'inflazione è svolto in America dalla Federal Reserve; quest'ultima però, a differenza della Bce, deve contemporaneamente perseguire l'obiettivo politico del pieno impiego.

17 Critiche al ruolo della BCE La BCE viene criticata, principalmente, sotto due aspetti: quello dell'indipendenza e quello della politica dei tassi; oltre a tali due aspetti principali ulteriori critiche sono rivolte alla BCE con riguardo al linguaggio adottato dalla banca sul proprio sito istituzionale: un tipo di linguaggio che non rispecchierebbe quello degli stati membri di modo tale che la maggior parte della popolazione che utilizza l'euro non può avere accesso in maniera facilmente comprensibile alle informazioni riguardanti l'utilizzo quotidiano della propria valuta, ovvero può avere un accesso molto limitato a informazioni di poca utilità

18 Indipendenza Il primo aspetto per il quale la BCE viene criticata è l'assoluta indipendenza dell'istituzione: la BCE è, infatti, nata come una banca centrale, pensata per operare in maniera indipendente dalla politica; sebbene i suoi poteri e obiettivi derivino da decisioni politiche dell'Unione europea e dei paesi membri della stessa, le decisioni su come tali poteri debbano essere utilizzati e sul come raggiungere gli obiettivi prefissati sono state, infatti, direttamente delegate alla BCE stessa. Alcuni ritengono non democratica tale indipendenza decisionale e criticano, di conseguenza, il processo decisionale e gli obiettivi della BCE, asserendo sia che gli obiettivi economici della BCE sono troppo lontani da quelli dei cittadini dell'Unione sia che la politica monetaria della banca è troppo impermeabile a eventuali critiche, anche quando queste dovessero riguardare l'influenza di tale politica della BCE su aspetti fondamentali quali il rispetto dei diritti umani e l'ambiente. La BCE, inoltre, non pubblica (né sollecita) alcun commento alle proprie decisioni: a seguito della pubblicazione delle proprie decisioni le pagine web della banca non permettono, infatti, l'inserimento di commenti alle stesse da parte dei cittadini; da parte dei critici si ritiene, inoltre, che i dettagli relativi alle riunioni degli organi decisionali della banca non siano pubblicati per non dar conto delle fratture e dei differenti punti di vista emersi, pur se esistenti. Come conseguenza di ciò si sottolinea come i cittadini dell'Unione europea possano influenzare le decisioni della BCE solo in maniera del tutto indiretta tramite il processo elettorale in ciascuno degli stati membri: anche così, però, l'influenza sulla concreta politica operativa della BCE, esercitabile dai cittadini europei, è di rilevanza assai modesta. Di fatto la BCE è totalmente indipendente nell’esercizio delle sue funzioni e non può, al pari delle banche centrali nazionali del SEBC e dei membri dei rispettivi organi decisionali, sollecitare o accettare istruzioni da organismi esterni. Le istituzioni dell’UE e i governi degli Stati membri si impegnano a rispettare questo principio evitando di influenzare la BCE o le banche centrali nazionali.

19 Indipendenza (segue) Di contro è pur vero che la BCE rimane responsabile delle proprie decisioni sia nei confronti del Parlamento europeo che del Consiglio dei ministri: come già indicato le nomine del presidente, del vicepresidente e degli altri membri del Comitato esecutivo della BCE devono infatti essere approvate da consiglio e parlamento prima di diventare effettive e, inoltre, la BCE deve presentare una relazione annuale del proprio operato di fronte al parlamento riunito in seduta plenaria mentre, sia il proprio presidente sia i membri del Comitato esecutivo, partecipano alle riunioni (che sono almeno quattro all'anno) del "Comitato parlamentare per gli affari monetari". Inoltre è da aggiungere che l'orientamento generale degli economisti è a favore dell'indipendenza dell'istituto di emissione centrale, ritenendola una caratteristica fondamentale per il raggiungimento dell'obiettivo primario della Politica monetaria: la stabilità dei prezzi. È stato storicamente accertato che i paesi caratterizzati da elevata inflazione erano quelli i cui organi politici erano intervenuti in maniera eccessiva nel processo di creazione della moneta

20 Obiettivi inflazionistici I critici affermano che gli obiettivi fissati e perseguiti dalla BCE siano inappropriati. Essi sostengono che la BCE fisserebbe i tassi d'interesse con il solo obiettivo di controllare l'inflazione senza prenderne in considerazione altri, quali il raggiungimento del tasso di disoccupazione naturale o frizionale o la stabilità dei tassi di cambio. Per essi, il tasso di inflazione sarebbe un obiettivo troppo limitato in relazione alle reali necessità dell'economia. Coloro che sono a favore, invece, dichiarano che la Banca centrale ha fissato l'unico obiettivo che può essere ragionevolmente raggiunto con gli strumenti che le sono stati affidati: la stabilità dei prezzi. L'obiettivo del pieno impiego deve essere raggiunto attraverso altri strumenti che appartengono al campo della politica fiscale. La stabilità del cambio, invece, avrebbe bisogno di un intervento comune di governi e di Banca centrale e porrebbe dei rischi per il rispetto dell'obiettivo primario. Per tale motivo la Banca centrale si è limitata ad applicare questo obiettivo nei confronti dei paesi che hanno interesse a entrare nell'Euro e che appartengono allo SME


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