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DIDATTICA GENERALE DIDATTICA GENERALE LABORATORIO DI TECNOLOGIE DIDATTICHE Clementina Gily Educazione estetica all’immagine Università Federico II E.Frauenfelder,

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1 DIDATTICA GENERALE DIDATTICA GENERALE LABORATORIO DI TECNOLOGIE DIDATTICHE Clementina Gily Educazione estetica all’immagine Università Federico II E.Frauenfelder, A.Canevaro, F.Fabbroni, F.Pinto Minerva, Elementi di pedagogia e di didattica, Laterza M.Castoldi, Didattica generale, MondadorI C.Gily, La didattica della Bellezza, Dallo specchio allo schermo, Rubbettino www.docenti.unina.it www. Wolfonline.it www.clementinagily.it

2 S’INTRECCIANO NELLA DIDATTICA D’OGGI Modelli comportamentisti i modelli COMPORTAMENTISTI DI APPRENDIMENTO Stimolo-risposta Associativi Sequenziali Condizionati Manifesti Sommatori Ambientalizzati Razionali ed emotivi i modelli COMPORTAMENTISTI DI INSEGNAMENTO Associazione stimolo-risposta Apprendimento di abitudini Condizionamento Tassonomie Preparazione finalizzata al rinforzo Esercizio Monitoraggio dell’apprendimento Verifica in itinere dell’apprendimento Verifiche immediate o frequenti Revisione in itinere dell’insegnamento Azione formativa stimolante e programmata Controllo della classe attraverso segnali Obiettivi metodologici e contenutistici espliciti Situazione didattica ambientalizzata

3 Modelli cognitivisti modelli COGNITIVISTI COMPUTAZIONALI DI APPRENDIMENTO Significativi Complessi Sequenziali in serie crescente Programmabili Simbolici Euristici Soggettivi Razionali i modelli COGNITIVISTI CONNESSIONISTI DI APPRENDIMENTO Regolativi Continuativi Sommativi Indeterminati Sublinguistici Variabili Relazionati all’ambiente: Aperti al caso i modelli COGNITIVISTI DI INSEGNAMENTO Organizzazione di strategie Apprendimento significativo Spiegazione e comprensione Sequenze di istruzioni Preparazione finalizzata al compito Pratica ripetitiva Monitoraggio dell’apprendimento Verifica in itinere dell’apprendimento Revisione in itinere dell’insegnamento Azione formativa calibrata Organizzazione linguistica Trasmissione cumulativa di conoscenze Situazione didattica acontestuale

4 Modelli postcognitivisti i modelli POST-COGNITIVISTI DI APPRENDIMENTO Situati e distribuiti Sociali e contestualizzati Culturalmente specifici Attivamente costruiti Linguistici e simbolici Mediati e intersoggettivi Relazionati alla matrice biologica Affettivo- emozionali e razionali (I lez) i modelli POST-COGNITIVISTI DI INSEGNAMENTO Organizzazione di strategie metacognitive Apprendimento collaborativo Distribuzione delle conoscenze Specificazione culturale Socializzazione delle comunità di apprendimento Istruzioni mediate e condivise Preparazione finalizzata alla riflessione Pratica discorsiva e mediazione linguistica Monitoraggio e controllo dell’apprendimento autoguidati Verifica intersoggettiva Revisione metacognitiva dell’insegnamento Attiva costruzione delle conoscenze (I lez) Situazione didattica contestualizzata

5 L’ambiente di vita: MORIN - la complessità ambiente di vita: COMPLESSITà è L’ INDEFINIBILE e anche il mondo dell’ intercultura e relazioni sociali Nel NUOVO INFINITO della rete delimitare il CAMPO (Kurt Lewin - Gestalt) riflettore dell’attenzione (Popper) per formare punti di vista precisi (Bachelard) e risolvere. Nell’INTERRELAZIONE conoscere il micro (relazioni continue), eso (relazioni saltuarie), meso (relazioni indirette), macro (fama) AMBIENTE (Urie Bronfenbrenner) i nessi deboli formano il Leviatano (burocrazia - teoria dei reticoli) UN LABYRINTH da trasformare in MAZE - CAMPO o QUADRO FORNITO DI CHIAVI che tenga in piedi l’equilibrio del mondo: «N+2» (Lewin), una persona di fiducia, una fede, un’idea fissa (Elias Canetti).

6 L’ AMBIENTE MEDIA CERCA LA SUA ECOLOGIA La differenza cognitiva dell’ESPERIENZA DEI MEDIA: Walter Ong – ORALITÀ E SCRITTURA La nuova oralità dei media crea un ambiente di vita che MUTA L’ESPERIENZA DALLO SPECCHIO ALLO SCHERMO Pierre Levy ed Henry Jenkins MATRIX: Benvenuti nel mondo reale Educazione all’immagine La parola de- finisce (precisa il senza-fine) L’immagine de-termina (toglie il termine, apre) Ognuno legge da sé i dettagli precisi 1 analitica 2 analogica (simboli, metafore, sensi, suggerimenti) alfabetizzazione

7 Rischi del controambiente Nuova retorica : ha il linguaggio del gioco Ma PLAY NON è DISPLAY – DIFFERENZA: METTERSI IN GIOCO, REAGIRE, RISCHIARE, ASSENZE DELL’INTRATTENIMENTO VIRTUALE Che sa creare il RAPPORTO EMPATICO - AUTOTELICO - LA GIOIA D’ESSERE AUTORI tipici del gioco Ma : i frammenti non sono competenza la navigazione non ha strade La teoria dell’argomentazione non ha grammatica entra anche nella relazione «N+2» - nevrosi quotidiana - coaching pedagogico nel Brave New World (Aldous Huxley) un mondo nuovo primitivo Conoscere i media nei saperi disciplinari: la rete e la lavagna LIM TUTTO NEL LINGUAGGIO DELLA SCUOLA: CHE È LA CONVERSAZIONE COM’è ESPLICITAMENTE NEI MEDIA – IL LINGUAGGIO DOV’è PROTAGONISTA L’OGGETTO – ALTRO CHE SUPERFICIALITà

8 METADISCIPLINARE : IL RAGIONAMENTO SU VALORI (GARDNER VERITà BELLEZZA BONTà 2011) rinnova lo spirito dell’illuminismo nella battaglia per la ragione ( didattica termostatica di Maritain). nascita dell’opinione pubblica (Habermas) CONVERSA ZIONE DIALOGO CHE DIFFERENZA C’E’? La regola del turno Impone Discorsi rispettosi

9 Nelle discipline: tante quante forme ha la mente Il 900 con Gardner, con Morin, ha elencato i tanti saperi che sono la capacità di capire 1. pensare in lingua LINGUISTICA 2. concettualizzazione e spazializzazione SPAZIALE 3. analisi musicali MUSICALE 4. calcoli matematici LOGICO MATEMATICA 5. problemi del corpo CINESTETICA 6. comprendere gli altri INTERPERSONALE 7. comprendere se stessi INTRAPERSONALE MA ULTIMAMENTE INFORMA CHE C’è CHI NE HA CONTATE Più DI 100

10 Cinestetica Interpersonale Intrapersonale tradizione liberale: individuo soggetto di diritti tradizione religiosa: persona soggetto sociale di valori In questa triade centrata sul singolo mancano entrambe La potenza d’azione s’incrina l’individuo interrelato l’intelligenza collettiva vanno supportate nella funzione della conoscenza attiva che sa agire reagire decidere

11 Innovazione e documentazione Coaching e conversazione instaurano un rapporto empatico e un prendersi cura Nella scelta programmata dalla professionalità docente libri e rete diventano l’argomento e lo spazio del riconoscimento mutuo Incontro Ermeneutica dell’allievo (coaching) Ermeneutica didattica (sviluppo prossimale) Costruzione di saperi e abilità (documentazione ed esercizio) Costruzione di competenze (innovazione) Sviluppo del percorso formativo

12 Come? Generi «linguistici» Nella conversazione non è la persona-individuo come nel dialogo, la regola unica è il turno che impone la predominanza del contenuto (disciplina, problema) l’attività di decostruzione e ricostruzione dei linguaggi regola la padronanza dei linguaggi in discorsi disciplinari ed emotivi che problematizza la tradizione in relazione all’ambiente complesso Educare un mondo di produttori capaci di testi nei nuovi e tradizionali «linguaggi» educa il cittadino di domani (Derrida) CAMBIA IL METODO - L’INSEGNANTE tutor guida nella rete dei saperi, dà criteri di scelta e forma abilità NON CAMBIA IL RUOLO l’autorità della guida non è messa in discussione: il suo RUOLO è di equilibrio e di conferire fiducia nel sapere nel teatro del mondo (Goffman)ARCHITETTURE RAZIONALI

13 Macro / microdidattica nel microteaching Metacognizione - psicologia cognitivista IMPARARE AD IMPARARE acquisire forme di comportamento per le situazioni di apprendimento. Didattiche brevi non semplificano, delimitano campi per una metodologia di ricerca (Michel Foucault paradigma etnometodologico dell’osservare). Dalla macrodidattica (questa) alla microdidattica si va col microteaching (Duccio Demetrio) COORDINARE QUADRI Programmare unità autonome di pronta valutazione evita l’entropia MICRORICERCHE tematiche, focus group, giochi rinnovano il “nesso organico fra educazione ed esperienza personale” (Dewey) in un approccio biosistemico autobiografico. È un percorso di qualità, di cultura dell’organizzazione (D. Norman) miniature del sapere, artigianali, si misurano con rubriche di valutazione, griglie di auto osservazione e valutazione per la micropedagogia euristica del ricercatore qualitativo (contenuti, interpretazioni, interrelazione, ricerca finalizzata, ipotesi).

14 Articolazione dei moduli e competenza didattica I moduli programmano l’unità delle fasi, moduli interdisciplinari creano relazioni tra i saperi, nella scuola elementare dal 1990 collegando didattiche lineari in unità didattiche, chiare negli obiettivi e capaci di didattica dell’oscuro- ragione emotiva: la significatività caratteristica del modulo (il contenuto sceglie elementi coerenti all’obbiettivo – nella classe e nel territorio) crea ricerche e gruppi dove le convergenze pregiano l’ attualità e l’interesse: ciò consente di osservare le dinamiche affettive con l’osservazione partecipata: CURRICOLO CURRICOLO NASCOSTO: considera i goal disciplinari e la motivazione dei soggetti, normodotati e non, SINGOLI E GRUPPI - va prestata attenzione al lavoro singolo e al prodotto comune per valutare apprendimento e capacità progettuale nei saperi disciplinari. L’immaginazione è importante in ogni scienza, si educa come l’approfondimento. L’idea base docente è un ingrediente della programmazione: si sviluppa nella forma lineare, cooperativa, dialogica di una didattica in progress che realizza prodotti valutabili: come nei processi di qualità è qui la misura del lavoro svolto. Una corretta gestione consente di limitare i tassi di dispersione scolastica e di dispersione del potenziale cognitivo – che si denomina analfabetismo di ritorno.

15 Autonomia a scuola l’Autonomia Didattica della legge 59/97 suggerisce la programmazione disciplinare per dotarsi di metodologie, strumenti, organizzazione con libertà progettuale e insegnamenti opzionali. L’art. 9 (autonomia didattica) invita a bilanciare Libertà d’insegnamento e Libertà di apprendimento (allievo) con la Libertà della comunità (goal). Il POF (piano dell’offerta formativa) articola il rapporto della domanda del territorio col testo programmatico nazionale. L’unità scolastica si legittima in modo glocale con i moduli.

16 Tempo e gusto dell’educazione Nel mondo della complessità il tempo dell’educazione è permanente. Ma come diceva Rousseau l’arte di educare è di prendere il tempo. Walter Benjamin: l’Erlebnis, l’esperienza come choc successivi inaugurata dal cinema, non è l’Erfahrung, esperienza meditata e mediata in silenzio. Il docente coglie con tempestività il tempo del Kairòs, la figura greca del tempo opportuno (oltre a Chronos ed Eterno), il fanciullo che fugge, da rincorrere: basta afferrarlo a tempo e discorrere mediando. Il mondo dell’immagine propone choc che cambiano la teoria dell’argomentazione: la scuola recupera la traduzione ed insegna il silenzio della riflessione e dell’ascolto. E si compone un significato, un quadro, una unità didattica, un microsapere ben orientato. Un esempio. Una parabola. Un’immagine. I laboratori di gioco intelligente, come diceva Montessori, educano la creazione in ogni disciplina recuperando l’istinto di ricerca ed educandolo ad innovare documentandosi.


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