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1 IMM 5. Concorrenza imperfetta: monopolio e concorrenza monopolistica.

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1 1 IMM 5. Concorrenza imperfetta: monopolio e concorrenza monopolistica

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3 3 Rapido ripasso della concorrenza perfetta  Numero molto elevato di imprese, che non possono condizionare il prezzo di mercato (sono quindi price-taker)  Prodotto omogeneo  Informazione perfetta  P = CM LP = C’  Profitti economici nulli nel LP

4 4 Rapido ripasso della concorrenza perfetta Q P Mercato DO Q0Q0 P0P0 Q P Impresa P0P0 D = R' = P q0q0 CM LP C'

5 5 Monopolio  Monopolio 1. Un venditore – molti compratori 2. Un solo prodotto (non ci sono beni sostituti) ‏ 3. Barriere all'entrata 4. L'impresa è quindi price-maker!

6 6 Monopolio  Il monopolista rappresenta tutto il lato dell'offerta ed ha pieno potere sulla produzione  Il monopolista controlla i prezzi ma deve considerare l’impatto sulla domanda  Sappiamo già che i profitti sono massimizzati per il livello di output per cui il ricavo marginale uguaglia il costo marginale...

7 7 Ricavo medio e ricavo marginale  Il ricavo medio del monopolista, il prezzo ricevuto per unità venduta, è la curva di domanda di mercato  Il ricavo marginale è la variazione nel ricavo al variare di un'unità la vendita del prodotto

8 8 Ricavo medio e ricavo marginale  Il ricavo marginale Il monopolista utilizza la domanda di mercato per fissare prezzo e quantità Sviluppiamo l'analisi partendo da un esempio: si assuma un mercato con un monopolista che si trova di fronte una domanda pari a P = 6 – Q Qual è il ricavo marginale???

9 9 Ricavo medio e marginale Output 1234567 0 1 2 3 € per unità di output 4 5 6 7 Ricavo medio (domanda)‏ Ricavo marginale La curva di ricavo marginale ha pendenza doppia rispetto alla curva di domanda

10 10 La decisione di produzione del monopolista I profitti sono massimizzati in corrispondenza del livello di prodotto per cui vale R'=C' Per livelli produttivi inferiori vale R’ > C’ Per livelli produttivi superiori vale R’ < C’ Come fissa il prezzo il monopolista?

11 11 Profitto perso P1P1 Q1Q1 Profitto perso C' CM Quantità € per unità D = RM R' P* Q* La decisione di produzione del monopolista P2P2 Q2Q2

12 12 Monopolio: un esempio Quali sono prezzo e quantità ottimali del monopolista?

13 13 Monopolio: un esempio

14 14 Monopolio: un esempio

15 15 Monopolio: un esempio  Il profitto del monopolista è massimizzato producendo una quantità pari a Q M =10 unità e vendendola ad un prezzo P M =30€ /unità  Utilizzando un grafico:

16 16 Quantità 051520 € 100 150 200 300 400 50 R 10 Profitto R' C’ Massimizzazione del profitto C Quando i profitti sono massimizzati, vale (come sempre) R’= C’

17 17 Profitto RM R' C' CM Massimizzazione del profitto Quantità 05101520 P=30 €/unità 10 20 40 CM=15 Profitto = (P - CM) x Q = (30€ - 15€)(10) = 150€

18 18 Monopolio: una regola empirica per la determinazione del prezzo Come tradurre in pratica la regola R'=C'?

19 19 Monopolio: una regola empirica per la determinazione del prezzo Quindi è possibile scrivere: da cui mark-up = inverso dell’elasticità della domanda!

20 20 Esercizio tipico  Un monopolista ha funzione di costo totale C(q)=200+5q. Calcolare il prezzo ottimale fissato dal monopolista, nell’ipotesi che la curva di domanda abbia elasticità costante pari a 3 in valore assoluto.

21 21 Monopolio  Il prezzo di monopolio rispetto a quello di concorrenza perfetta Monopolio  P > C'  Il prezzo è maggiore del costo marginale per un ammontare che è proporzionale all'inverso dell'elasticità della domanda Concorrenza perfetta  P = C'  La domanda (per la singola impresa) è perfettamente elastica

22 22 Monopolio  Se la domanda è molto elastica, il prezzo non è molto diverso da quello concorrenziale  Il monopolista non produce mai una quantità che si trova sul tratto inelastico della curva di domanda Nel tratto inelastico il ricavo può essere accresciuto in virtù di un aumento del prezzo

23 23 L'impresa con più impianti  Per molte imprese la produzione avviene in più impianti, ognuno con diversi costi di produzione  Le imprese devono determinare la ridistribuzione della produzione tra impianti 1. La produzione dovrebbe essere divisa in modo che il C' di produzione fosse lo stesso 2. L'output è fissato in maniera tale per cui R'=C', quindi C' dev'essere uguale in ogni impianto

24 24 L'impresa con più impianti  Algebricamente Q 1 e C 1 sono output e costo di produzione per l'impianto 1 Q 2 e C 2 sono output e costo di produzione per l'impianto 2 Q T = Q 1 + Q 2 è l'output totale Il profitto è: Π = PQ T – C 1 (Q 1 ) – C 2 (Q 2 )‏

25 25 L'impresa con più impianti  Per massimizzare i profitti:

26 26 L'impresa con più impianti  Lo stesso per l'impianto 2  Quindi l'impresa deve scegliere un livello produttivo tale per cui R' = C' 1 = C' 2

27 27 L'impresa con più impianti Quantità €/unità D = RM R' C' 1 C' 2 C' T R'* Q1Q1 Q2Q2 QTQT P*

28 28 Il potere di monopolio  Il puro monopolio è raro  Però, in mercati con poche imprese ognuna può avere una domanda negativamente inclinata, e fissare un prezzo superiore a C'  Spesso il potere di monopolio – capacità di fissare il prezzo oltre il costo marginale - deriva dalla presenza di prodotti differenziati

29 29 Il potere monopolistico  Quando i prodotti sono differenziati, la curva di domanda per l’impresa è: più elastica della curva di domanda di mercato … … ma non infinitamente elastica, come in concorrenza perfetta!

30 30 Ad un prezzo di €1,50, l'elasticità è -1,5. 2,00 €/unità 1,50 1,00 Quantità 10000 QAQA 2000030000300050007000 €/unità 2,00 1,50 1,00 1,40 1,60 DADA R' A Domanda di mercato L'impresa A ha un certo potere di mercato e fissa il prezzo superiore al costo marginale C' A La domanda per spazzolini da denti

31 31 Misurare il potere monopolistico  Il potere di monopolio può essere misurato come la differenza tra il prezzo ed il costo marginale rispetto al prezzo  Indice di Lerner del potere monopolistico L = (P – C')/P  Maggiore L (tra 0 e1), maggiore il potere monopolistico L può essere espresso in termini di E d  L = (P – C')/P = -1/E d E d è l'elasticità della domanda dell'impresa, non del mercato!

32 32 Una regola empirica per la determinazione del prezzo  Abbiamo visto che per il monopolista vale:  Quindi, si vede chiaramente che: Se E d è grande, il markup è piccolo Se E d è piccola, il markup è grande

33 33 Elasticità della domanda e markup P* R' D €/u Quantità C' Q* P*-C' Maggiore l'elasticità della domanda minore il markup D R' €/ unità Quantità C' Q* P* P*-C'

34 34 Prezzo e markup: Supermercati e piccoli negozi  Supermercati: Molti concorrenti, prodotti simili E d = -10 P=C'/(1-0,1)=1,11(C‘) Il prezzo è maggiore del 10-11% al C'  Piccoli negozi: Prezzi maggiori che nei supermercati Ed= -5 P=C'/(1-0,2)=1,25(C') ‏ Il prezzo è maggiore del 25% circa del C'

35 35 Origini del potere monopolistico  Perché alcune imprese hanno elevato potere monopolistico, ed altre no?  Il potere monopolistico è la capacità di fissare il prezzo oltre il costo marginale  Il potere monopolistico è determinato dall'elasticità della domanda

36 36 Origini del potere monopolistico  Più rigida la curva di domanda maggiore il potere monopolistico  L'elasticità di domanda di un'impresa è determinata da 1) Elasticità della domanda di mercato 2) Numero di imprese nel mercato 3) Interazione tra imprese

37 37 Elasticità della domanda di mercato  Una sola impresa determina la domanda di mercato Il grado di potere monopolistico è determinato dall'elasticità della domanda  Con più imprese il potere di mercato non è determinato solo dall'elasticità di mercato Abbiamo visto che la domanda individuale è più elastica della domanda di mercato

38 38 Numero delle imprese  Il potere monopolistico si riduce all'aumentare del numero di imprese La dimensione delle imprese è rilevante Un mercato è altamente concentrato quando poche imprese detengono le quote maggiori  Le imprese vorrebbero creare barriere all'entrata per tenere i rivali fuori dal mercato Brevetti, copyright, licenze, economie di scala

39 39 Interazione tra imprese  Se le imprese sono aggressive (ad es. combattono un'aspra guerra di prezzo) il prezzo può avvicinarsi a quello concorrenziale  Se le imprese colludono (in genere illegale), possono generare potere di monopolio

40 40 Il costo sociale del monopolio  Imprese perfettamente concorrenziali producono una quantità tale per cui P=C'  Il monopolista produce una quantità tale per cui R'=C'  Questo comporta una perdita da parte dei consumatori ed un guadagno da parte del monopolista  Allo stesso tempo, però, si genera una perdita secca

41 41 B A Surplus del consumatore perso C Perdita secca da potere di monopolio Quantità RM=D R' C' QCQC PCPC PmPm QmQm €/unità Perdita secca ∆ SC: - A - B ∆ SP: + A - C ∆ BS : - B - C

42 42 Il costo sociale del monopolio  Il costo sociale del monopolio può essere maggiore della perdita secca  Ricerca della posizione dominante (Rent seeking) Le imprese possono spendere ingenti risorse per ottenere il potere di monopolio  Lobbying  Pubblicità (persuasiva)  Acquisizione di capacità produttiva in eccesso (minaccia verso l’entrant)  R&S in eccesso (“sleeping patents”)

43 43  Nel 2010 alcune pubblicità ingannevoli di prodotti cosmetici sono costate alla società L’Oreal Italia Spa ben 270.000 euro di multa.  I prodotti in questione sono: crema contro le rughe LiftActiv Retinol HA, a marchio Vichy, l’anticellulite Cellumetric a marchio Vichy ed il prodotto Rimodel Collagene a marchio l’Oreal.  Questi prodotti sono stati reclamizzati, sul web, sui giornali e anche in tv, in modo scorretto, esaltando caratteristiche scientifiche che i prodotti non hanno ed effetti “miracolosi” ben lontani da quelli reali. Lo studio di un caso: multa di 270.000 euro per L’Oreal

44 44  “ Il ricorrente utilizzo di vocaboli evocativi di un facile rassodamento e snellimento di alcune parti del corpo – si legge nel bollettino dell’Antitrust – così come quello di rapidi ed incisivi effetti di ringiovanimento della pelle – associato alla presenza di figure femminili e dalla silhouette esile nonché di testimonial dal volto disteso e privo di rughe – hanno un elevato valore persuasivo nei confronti del consumatore medio, inducendolo nell’erroneo convincimento di poter eliminare, con il semplice uso dei prodotti in oggetto, qualsiasi problematica estetica legata agli inestetismi della cellulite, ovvero alla comparsa delle rughe sul volto o all’invecchiamento della pelle e conseguentemente ad assumere decisioni di carattere commerciale che altrimenti non avrebbe assunto ”. Lo studio di un caso: multa di 270.000 euro per L’Oreal

45 45 Il costo sociale del monopolio  Il governo può limitare il potere di monopolio cercando di controllare i prezzi Nei mercati concorrenziali la regolamentazione genera perdita secca La regolamentazione dei prezzi può ridurre la perdita secca nel caso di monopolio Questo può essere mostrato graficamente

46 46 RM R’ C’ PmPm QmQm CM P1P1 Q1Q1 Ricavo marginale quando il prezzo non può eccedere P 1. Regolamentazione di prezzo Prezzo Quantità P 2 = P C QcQc P3P3 Q3Q3 Q’ 3

47 47 Il costo sociale del monopolio  Monopolio naturale Un'impresa può produrre l'intero output dell'industria ad un costo minore di quanto potrebbero farlo un insieme di concorrenti Questo di solito si verifica quando ci sono grandi economie di scala Rifornire il mercato tramite più imprese genera costi maggiori che rifornirlo con una sola

48 48 C' CM RM R' Prezzo Quantità QrQr PrPr PCPC QCQC PmPm QmQm Regolare i mercati in un monopolio naturale Imporre un prezzo pari a P C genererebbe perdite per l'impresa.

49 49  La componente infrastrutturale domina su quella operativa e quasi tutti i costi sono irrecuperabili per lunghissimi periodi.  Perché privatizzare?  Inadeguatezza a gestire un moderno servizio industriale e accedere al mercato dei capitali.  Il mercato può dare un contributo tanto migliore, quanto coerente è il sistema di regolazione.  Tuttavia, il rischio regolatorio è una delle principali componenti del rischio economico (minori costi di gestione ma maggiore costo del capitale). Il settore idrico: prototipo di monopolio naturale

50 50 Catturare il surplus del consumatore  Il monopolista adotta varie strategie per cercare di appropriarsi del surplus del consumatore Discriminazione di prezzo Tariffa a due componenti (solo accenni in questo corso) Bundling (il prossimo anno...)

51 51 Catturare il surplus del consumatore Quantità €/unità D MR P max C' PCPC L'impresa vorrebbe praticare un prezzo maggiore per quei consumatori disposti a pagarlo (A) P* Q* A P1P1 L'impresa vorrebbe vendere anche a B, ma senza abbassare il prezzo per tutti B P2P2 In questa maniera l'impresa aumenterebbe il proprio profitto

52 52 Catturare il surplus del consumatore  La discriminazione di prezzo è la pratica di fissare prezzi diversi per consumatori diversi (per lo stesso bene) E necessario poter identificare i diversi gruppi di consumatori  Anche la tariffa a due componenti e la vendita a pacchetto (bundling) mirano ad espandere il mercato di un'impresa

53 53 La discriminazione di prezzo  Discriminazione di prezzo di primo grado Si richiede ad ogni consumatore un prezzo diverso (pari al massimo ammontare che il consumatore stesso sarebbe disposto a pagare) R' non influenza più le decisioni di produzione Il profitto addizionale diventa quindi la differenza tra domanda e costo marginale

54 54 P* Q* Senza discriminazione la quantità è Q* ed il prezzo P*. I profitti sono l'area tra R’ e C’ (giallo). Discriminazione di prezzo di primo grado Quantità €/unità Con discriminazione perfetta l'impresa produce Q**, ed i suoi profitti sono pari a tutta l'area colorata. Il SC è l'area tra la domanda ed il prezzo P max D = RM R' C' Q** PCPC

55 55 Discriminazione di prezzo di primo grado  Nella pratica la discriminazione di primo grado non è quasi mai possibile 1. Difficile praticare prezzi diversi per ogni consumatore 2. Le imprese di solito non conoscono i prezzi di riserva dei consumatori  E’ invece possibile discriminare in maniera imperfetta Prezzi diversi in base ad un numero limitato di stime di prezzi di riserva (professionisti, venditori di automobili, ecc…)

56 56 Discriminazione di primo grado in pratica Quantità D R' C' €/unità P2P2 P3P3 P1P1 P5P5 P6P6 Prezzi diversi generano profitti maggiori P* 4 Q* Un venditore di successo sa come utilizzare la discriminazione di prezzo!

57 57 Domanda d’esame Dopo aver scritto le condizioni di massimizzazione del profitto nel caso del monopolio e ricavato l’indice di Lerner, rappresentate graficamente la perdita secca di benessere sociale dovuta al potere di monopolio rispetto alla concorrenza perfetta. Cosa succede se il monopolista è in grado applicare la discriminazione di prezzo di primo grado?

58 58 Discriminazione di prezzo di secondo grado  In alcuni mercati i consumatori acquistano diverse unità di bene in un intervallo di tempo La domanda cala all'aumentare delle unità aquistate  Elettricità, acqua, gas naturale Le imprese possono allora praticare la discriminazione di prezzo di secondo grado  prezzi diversi per quantità diverse dello stesso bene o servizio (sconti sulla quantità)

59 59 Discriminazione di prezzo di secondo grado €/unità Senza discriminazione P = P 0 e Q = Q 0. Con discriminazione i prezzi sono per scaglione: P 1, P 2, e P 3. Quantità D MR P0P0 Q0Q0 Q1Q1 P1P1 1° scaglione P2P2 Q2Q2 2° scaglione P3P3 Q3Q3 3° scaglione CM C'

60 60 Discriminazione di prezzo di terzo grado  Pratica di suddividere i consumatori in gruppi diversi e di praticare prezzi diversi per gruppo (così si separano le domande!) ‏ Esempi: Tariffe speciali per le linee aeree, vino “riserva”, sconti per studenti ed anziani.  Le caratteristiche sono usate per dividere gli studenti in gruppi  Tipicamente le elasticità della domanda differiscono tra gruppi

61 61 Creare gruppi di consumatori  Come stabilire il prezzo da far pagare ad ogni gruppo? 1. La produzione totale dev'essere divisa tra i segmenti di consumatori in modo che R' sia uguale tra gruppi 2. Inoltre la produzione totale deve essere fissata in maniera tale che R'=C' per ciascun gruppo

62 62 Discriminazione di prezzo di terzo grado  Algebricamente: immaginiamo due gruppi P 1 : prezzo del primo gruppo P 2 : prezzo del secondo gruppo C(Q T ) = costo totale Q T = Q 1 + Q 2 Profitto:  = P 1 Q 1 + P 2 Q 2 - C(Q T ) ‏  Da non confondersi con il monopolista con più impianti, il cui profitto è Π = PQ T – C 1 (Q 1 ) – C 2 (Q 2 )‏

63 63 Discriminazione di prezzo di terzo grado  Per ogni gruppo il profitto marginale deve essere nullo  Quindi  allo stesso modo R' 2 =C', quindi

64 64 Multiple choice d’esame Un monopolista che vuole attuare una discriminazione di terzo grado massimizza il profitto a) uguagliando i costi marginali dei vari stabilimenti al ricavo marginale. b) uguagliando i ricavi marginali dei vari gruppi di consumatori al costo marginale di produzione. c) uguagliando il ricavo marginale ai costi medi di produzione delle varie versioni di prodotto. d) uguagliando la domanda dei vari gruppi di consumatori al prezzo dei diversi beni prodotti.

65 65 Discriminazione di prezzo di terzo grado Si può anche ragionare in termini di prezzi relativi per i due gruppi Il prezzo più elevato è praticato sui consumatori con elasticità più bassa da cui si ricava

66 66 Discriminazione di terzo grado  Esempio E 1 = -2 e E 2 = -4 P 1 dovrebbe essere 1,5 volte P 2

67 67 Discriminazione di terzo grado Quantità D 2 = RM 2 R' 2 €/unità D 1 = RM 1 R' 1 R' T C' Q2Q2 P2P2 Q T : C' = R' T Gruppo 1: più rigida Gruppo 2: più elastica R' 1 = R' 2 = C' T Q1Q1 P1P1 C' = R' 1 in Q 1 e P 1 QTQT C' T C' = R’ 2 in Q 2 e P 2

68 68 Tariffe aeree  Le differenze nelle elasticità generano prezzi diversi I viaggiatori per affari hanno in genere poca scelta riguardo alle date del viaggio I turisti di solito hanno un margine di scelta più ampio. ElasticitàPrima ClasseClasse turistica senza vincoli Tariffa scontata Prezzo- 0.3-0.4-0.9 Reddito1.2 1.8

69 69 Esercizio tipico  Una compagnia aerea detiene il monopolio di una particolare tratta e conosce la domanda di due diversi gruppi di potenziali clienti, uomini d'affari (A) e studenti (S).  Le rispettive domande sono date da: p A =200 - 4q A e p S =140 - q S.  Il costo marginale è pari a c=40.  Determinare la scelta ottimale della compagnia aerea e commentare i risultati.

70 70 Un altro esercizio tipico Le Ferrovie dello Stato detengono il monopolio del trasporto ferroviario; in seguito ad un’indagine di mercato, sono state individuate la domanda per la prima classe e quella per la seconda classe per la tratta Bologna - Roma: Il costo marginale è pari a 20. Determinare il prezzo ottimale fissato per le due classi di viaggio dalle Ferrovie dello Stato e dimostrare che il prezzo è maggiore per i viaggiatori con elasticità più bassa.

71 71 Altri tipi di discriminazione di prezzo  Discriminazione di prezzo intertemporale Il prezzo varia nel tempo Alla commercializzazione del prodotto la domanda è rigida  Libri con copertine prima rigide poi flessibili; Film al cinema poi in televisione; prodotti tecnologici (telefoni, consolle, lettori mp3,...) Quando la domanda più rigida è stata soddisfatta, allora si abbassa il prezzo per vendere a più consumatori

72 72 Discriminazione di prezzo intertemporale Quantità CM = C' €/unità Col tempo la domanda è meno rigida ed il prezzo si abbassa. R' 2 D 2 = RM 2 Q2Q2 P2P2 D 1 = RM 1 R' 1 P1P1 Q1Q1 Inizialmente la domanda è rigida ed il prezzo P 1.

73 73 Il prezzo di un best-seller  Come determinare il prezzo di un libro in uscita? Copie con copertina rigida e flessibile sono mezzi per discriminare Quale prezzo fissare per questi due tipi di volumi? Quando commercializzare la versione con copertina flessibile?

74 74 Il prezzo di un best-seller  Gli editori devono dividere i consumatori in due gruppi Quelli disposti a comprare il più costoso “hardback” Quelli disposti ad acquistare il “paperback”  La scelta della distanza tra le uscite è strategica e di solito si concretizza in un periodo tra le due di 12-18 mesi

75 75 Altri tipi di discriminazione di prezzo  Prezzo in base al carico di punta Pratica di fissare prezzi più alti nei periodi di picco di utilizzo, quando la maggior domanda aumenta i costi marginali Per alcuni prodotti esistono picchi di domanda  Elettricità e riscaldamento  Stazioni sciistiche durante i fine settimana  Viaggi durante i periodi di vacanza

76 76 La tariffa in due parti  Tipo di strategia di prezzo per cui i consumatori pagano una quota fissa per accedere al servizio ed un prezzo ulteriore per ogni unità acquistata Ex: parchi di divertimento, tennis club, servizi telefonici  La decisione dell'impresa si compone di due parti: la tariffa d'entrata (T) e la tariffa d'uso (P) ‏

77 77 La tariffa d'uso è fissata uguale al costo marginale, quella d'entrata è pari al surplus del consumatore T* La tariffa in due parti con un solo consumatore Quantità €/unità C' P* D

78 78 D 2 = consumatore 2 D 1 = consumatore 1 Q1Q1 Q2Q2 La tariffa d'uso P* è fissata sopra C'. T* è il surplus di D 2. La tariffa in due parti con due consumatori Quantità €/unità C' B C A T° P°

79 79 La tariffa in due parti con molti consumatori  Non c'è una maniera esatta di determinare P* e T*  Bisogna considerare il trade-off tra T e P Bassa tariffa d'entrata: più utenti e maggiori profitti dalla vendita del prodotto, minore profitto dalle “sottoscrizioni” Alta tariffa d'entrata: vale il contrario

80 80 La tariffa in due parti  Regola empirica Domande simili: P vicino a C' e T elevato Domande diverse: P alto e T basso Esempio: i parchi gioco spesso fanno pagare molto per l'entrata e (quasi) nulla per utilizzare i divertimenti; a volte però si pagano le attrazioni extra  Gardaland: prezzo d’entrata 22 euro (ridotto 19 euro); Palablau Show 5 euro.  Mirabilandia: prezzo d’entrata 25 euro; supplemento Mirabilandia Beach 8 euro.

81 81 La tariffa in due parti  A volte la tariffa d'entrata permette di avere un certo numero di unità gratuite Rasoi venduti con lamette In certi parchi di divertimenti ci sono “gettoni gratis” Tariffe internet (o telefoniche) con un certo numero di minuti gratuiti  In questa maniera si possono innalzare le tariffe d'entrata Meno consumatori abbandonano il mercato con tariffe d'entrata più alte

82 82 Multiple Choice d’esame Se i consumatori hanno domande individuali molto diverse tra loro, come conviene strutturare una tariffa a due componenti? a) Con una tariffa d’utilizzo e una tariffa d’accesso entrambe elevate. b) Con una tariffa d’utilizzo contenuta e una tariffa d’accesso elevata. c) Con una tariffa d’utilizzo elevata e una tariffa d’accesso contenuta. d) Con una tariffa d’utilizzo e una tariffa d’accesso entrambe contenute.

83 83 Concorrenza monopolistica  Caratteristiche 1. Molte imprese 2. Libertà di entrata ed uscita 3. Prodotto differenziato (ma sostituibile!)  Il grado di potere monopolistico dipende dal grado di differenziazione del prodotto  Esempi: Il mercato delle automobili

84 84 Un'impresa in concorrenza monopolistica: BP e LP Q p Q p C' CM C' CM D BP R' BP D LP R' LP Q BP P BP Q LP P LP BPLP

85 85 Un'impresa in concorrenza monopolistica: BP e LP Breve periodo Curva di domanda con inclinazione negativa (prodotto differenziato) ‏ La domanda è relativamente elastica I profitti sono massimizzati quando R'=C’; in quel punto P>CM L'impresa ottiene profitti economici positivi Lungo periodo I profitti positivi attirano nuove imprese nell'industria La domanda dell'impresa si abbassa a D LR L'output dell'impresa si riduce, quello dell'industria aumenta I profitti economici si riducono a zero (P = CM) ‏ P > C'  permane del potere monopolistico

86 86 Perdita secca C'CM Equilibrio di concorrenza perfetta e concorrenza monopolistica p Q P D = R' QCQC PCPC C'CM D LP R' LP Q MC P Q Conc. perfetta Conc. monopolistica

87 87 Concorrenza monopolistica ed efficienza economica  La presenza di potere monopolistico genera una perdita secca  Nel lungo periodo, nonostante i profitti economici siano nulli ( P=CM ), l'impresa non produce dove i costi medi sono minimizzati: esiste capacità produttiva in eccesso

88 88 Concorrenza monopolistica ed efficienza economica  Ogni impresa ha una domanda negativamente inclinata, quindi la produzione che rende nulli i profitti economici è troppo piccola rispetto a quella efficiente  Quanto “costa” questa inefficienza? Il potere di mercato è relativamente piccolo, di solito ci sono molti concorrenti – la perdita secca è limitata. Tale perdita è bilanciata dalla maggiore scelta che la presenza di molti prodotti permette ai consumatori.

89 89 LA POLITICA DELLA CONCORRENZA NELL’UNIONE EUROPEA

90 90 Introduzione  Conosciamo già i quattro componenti della nuova politica industriale: Ricerca e Sviluppo e Innovazione (Politica Tecnologica) Politica della Concorrenza Liberalizzazioni e Privatizzazioni Energia ed Ambiente

91 91 La politica della concorrenza “Ronald [Coase] said that he had gotten tired of antitrust because when the prices went up the judges said it was monopoly, when the prices went down they said it was predatory pricing, and when they stayed the same it was tacit collusion.”

92 92  Monopolio e concorrenza perfetta rappresentano due situazioni estreme E’ molto più probabile trovarsi di fronte a situazioni intermedie in cui un numero limitato di imprese agisce sul mercato.  Quando un mercato è concentrato, le imprese dominanti hanno un forte potere di mercato. Fusioni e Cartelli riducono il numero di potenziali rivali sul mercato e sono quindi ritenute pratiche anticoncorrenziali Tuttavia, dovremo distinguere tra accordi orizzontali ed accordi verticali

93 93 Qual è il punto principale? Quando si paragona la concorrenza perfetta con il monopolio (o, in generale, con mercati concentrati) si trova una evidente perdita di benessere sociale Questo giustifica l’intervento contro ogni forma di accordo collusivo o di posizione dominante … appunto la politica della concorrenza! E’ davvero necessaria? Quanto è grande questa perdita di benessere?

94 94 In uno studio “pionieristico”, Harberger (1954) aveva stimato una perdita annuale pari a meno di un decimo dell’1% del reddito nazionale statunitense. Cowling and Mueller (1978) hanno aspramente criticato i calcoli effettuati Harberger: Nei loro calcoli, la perdita era stata del 13% del reddito nazionale negli Stati Uniti (periodo 1963- 69) e del 7% nel Regno Unito (1968-69) Il problema del monopolio era quindi più grande di quanto si pensasse!

95 95  Posner (1975): per la società, i costi del monopolio sono ancora più alti!  L’atto stesso di cercare di raggiungere una posizione di monopolio richiede un enorme spreco di risorse. Come? Costi di Lobbying – necessari per convincere i legislatori che un certo tipo di posizione dominante non è dannosa (le lobby del tabacco negli U.S.) Pubblicità persuasiva – effetto “manipolativo” che riduce la concorrenza convincendo i consumatori che due prodotti identici sono differenziati.

96 96 R&S in eccesso – duplicazione degli sforzi da parte di imprese rivali per ottenere il brevetto Creazione di barriere all’entrata – comportamento strategico per limitare l’entrata di potenziali rivali (ad esempio con l’utilizzo di prezzi predatori) Una efficace politica della concorrenza non deve solo valutare gli abusi del monopolista nel fissare i prezzi, ma prendere in considerazione anche le risorse utilizzate (sprecate?) per ottenere e conservare la posizione di monopolio

97 97 Nell’Unione Europea, la politica della concorrenza ha l’obiettivo di: garantire che qualunque pratica da parte di imprese ed enti privati non sia contraria ai principi di una sana concorrenza proteggere gli interessi dei consumatori consentendo l’acquisto di beni e servizi (liberalizzazione) sotto le migliori condizioni incoraggiare l’efficienza economica attraverso la creazione di un ambiente favorevole all’innovazione ed al progresso tecnologico (politica tecnologica) promuovere l’integrazione all’interno del mercato unico, rimuovendo gli ostacoli al libero scambio.

98 98  La tutela del consumatore diventa il perno su cui fondare l’intervento dell’autorità Antitrust.  Gli strumenti attraverso cui la Commissione interviene sono gli Articoli 101 (ex Art. 81) e 102 (ex Art. 82) del TFEU e la Regolamentazione delle Fusioni (Merger Control Regulation) del 2004.  Per quanto riguarda invece gli aiuti di stato, gli interventi diretti ed indiretti da parte di Paesi membri a sostegno di imprese e compagnie vengono valutati seguendo le indicazioni dell’articolo 107 (ex Art. 97).

99 99  Quattro aree di intervento: I Cartelli I Monopoli Le Fusioni Gli Aiuti di Stato Antitrust

100 100  Accordi tra due o più imprese che limitano la concorrenza sono proibiti dall’Articolo 101 del Trattato, anche se vi sono alcune eccezioni.  Vengono esaminati molti casi di comportamento collusivo  L’esempio più evidente di condotta illegale punita dall’Articolo 101 è un cartello tra imprese rivali (che può comportare un accordo per la fissazione del prezzo o la divisione del mercato). I Cartelli

101 101  ARTICOLO 101(1): proibisce qualunque forma di accordo “restrittivo” e pratica “concertata” che previene, distorce e limita la concorrenza distingue tra accordi verticali ed orizzontali: in generale, i primi hanno un effetto ambiguo, mentre i secondi aumentano la concentrazione del mercato e riducono la concorrenza

102 102  Gli accordi (o relazioni) verticali riguardano la cooperazione tra imprese che operano a livelli differenti (produttore - dettagliante).  La valutazione delle relazioni verticali non è semplice in quanto, sebbene spesso riducano la libertà d’azione del dettagliante, possono anche determinare un aumento di efficienza interna: l’effetto sul benessere sociale complessivo è quindi ambiguo.

103 103 Gli accordi di cooperazione orizzontale hanno invece un carattere fortemente collusivo e generalmente comportano un aumento del prezzo di mercato. A seguito dell’impegno di Mario Monti, Commissario per la Concorrenza dal 1999 al 2004, la lotta contro i cartelli è stata intensificata:

104 104 La lotta contro i cartelli PeriodoMulte, in milioni di € Numero di decisioni 1988-91604 1992-9539311 1996-995528 2000-03333026

105 105  Le multe comminate ai cartelli nel periodo 2000-03 sono state pari a 3.330 milioni di euro, contro i 552 milioni di euro del quadriennio precedente  Il successivo Commissario alla Concorrenza, l’olandese Neelie Kroes (in carica fino al 2010), ha proseguito su questa strada: nel periodo 2004-2007 le multe ai cartelli hanno raggiunto i 4.936 milioni di euro; trend crescente, con 2017 milioni di euro registrati nel 2007); caso “Elevators and Escalators” del 2007: multa più alta del quadriennio, 992.312.300 euro, di cui quasi la metá (479.669.850) a carico della ThyssenKrupp.

106 106 La lotta ai cartelli nel periodo 2004-2007

107 107 Negli ultimi anni l’andamento delle multe è stato altalenante, con un brusco calo registrato nel 2011: Il caso “TV and Computer Monitor Tubes” del 2012 ha tuttavia registrato la multa più alta: 1.470.515.000 € (705.296.000 a carico di Philips)

108 108  Come si dimostra il coinvolgimento delle imprese in un accordo collusivo? Sappiamo che un “atteggiamento” di collaborazione insorge quasi spontaneamente.  Per questo motive diventa fondamentale il rafforzamento dei poteri dell’Autorità garante della concorrenza. potenziamento del “programma di clemenza”: la prima impresa che fornisce prove convincenti della formazione di un cartello in cui lei stessa è coinvolta non viene sanzionata, o le viene applicato un notevole sconto sulla multa finale.

109 109 Lo studio di un caso I: il “cartello delle birre” olandesi  2007: la Commissione ha multato i produttori di birra olandesi Heineken, Grolsch e Bavaria per un totale di 273.783.000 euro.  La colpa? Aver operato un cartello nel mercato della birra in Olanda, in chiara violazione con l’Articolo 101 (ex 81).  Come è stato possibile scoprire il cartello?

110 110  La Commissione aveva molti sospetti a riguardo, ma è risultato decisiva la confessione di un quarto “complice”, Inbev Group: Inbev ha svelato il contenuto di numerosi incontri tenutisi tra il 1996 ed il 1999, in cui i quattro produttori si incontravano per concordare una comune strategia di aumento simultaneo di prezzo della birra sul mercato olandese.  Inbev Group ha ottenuto la piena esenzione in base al programma di clemenza ed infatti non compare tra le società multate.

111 111  Lo studio di un caso II: Il mercato del gas in Francia e Germania  La Commissione ha inflitto nel 2009 una pesante sanzione ad E.ON AG, alla sua sussidiaria E.ON Ruhrgas AG ed a GDF Suez SA per un accordo di market sharing in violazione dell’art. 81.  Ruhrgas AG (attualmente E.ON Ruhrgas, parte del gruppo E.ON ) e Gaz de France (attualmente parte del gruppo GDF Suez) concordarono di astenersi reciprocamente dal vendere il gas trasportato attraverso il gasdotto MEGAL sul mercato domestico della controparte.

112 112  L’accordo di market sharing fu mantenuto anche successivamente all’introduzione delle direttive comunitarie di liberalizzazione del settore del gas e fu definitivamente superato solo nel 2005.  La Commissione ha deciso di infliggere una rilevante sanzione alle due società, ammontante complessivamente ad 1 miliardo e 106 milioni di €uro.  E’ stata la prima multa inflitta per un cartello tra imprese operanti nel settore dell’energia.

113 113  ARTICOLO 101(3): Non tutti i cartelli sono tuttavia dannosi per la società In base all’Art. 101(3), la normativa antitrust non si applica se la collaborazione tra imprese:  determina un miglioramento nella struttura organizzativa e distributiva (guadagno di efficienza);  contribuisce al progresso tecnologico e all’innovazione (trasferimento di tecnologia, cooperazione nella fase di R&S)

114 114  Per quanto riguarda il primo punto: il trasporto aereo. deregulation (iniziata nel decennio passato in Europa) - sono proliferate le compagnie low cost, determinando:  espansione della rotte aeree;  sostanziale riduzione del prezzo del biglietto per le tratte intra-europee Come hanno risposto le compagnie tradizionali?  attraverso la formazione di alleanze strategiche aventi lo scopo di migliorare la qualità del servizio offerto e ridurne i costi

115 115 Lo studio di un caso : partnership tra British Airways e SN Brussels Airlines Nel marzo 2003, la Commissione ha approvato la partnership tra British Airways e SN Brussels Airlines per un periodo di sei anni: l’accordo avrebbe comportato un miglioramento delle condizioni dei passeggeri/consumatori. Nell’unico tratto in cui un’effettiva concorrenza sarebbe diminuita, il Bruxelles- Manchester, la Commissione ha disposto misure affinché ciò non avvenga, monitorando i possibili aumenti di prezzo.

116 116  Per quanto riguarda il secondo punto, si cerca di promuovere R&D Joint Ventures tra Stati membri, per ridurre i costi in eccesso di fare R&S e per combattere la supremazia della tecnologia statunitense (e cinese?). Politica della concorrenza Ricerca e Sviluppo e Innovazione (politica tecnologica)

117 117  Imprese che occupano posizioni dominanti non possono abusare di tale posizioni, in base all’Articolo 102 del Trattato dell’Unione  Questo avviene nel caso di comportamento strategico finalizzato ad eliminare concorrenti dal mercato, a bloccare l’entrata nel mercato di potenziali concorrenti. I Monopoli

118 118 Articolo 102:  proibisce nello specifico l’abuso di posizioni dominanti all’interno del mercato, ottenute ad esempio attraverso l’utilizzo di discriminazione di prezzo, prezzi predatori o contratti di esclusiva  Qualora venga effettivamente riscontrato l’utilizzo di strategie di questo tipo, allora l’impresa in questione viene ritenuta colpevole di comportamento non conforme all’articolo 102 e sanzionata.

119 119  Lo studio di un caso I: Azko L’impresa chimica AZCO fu riconosciuta colpevole nel 1991 di abuso di posizione dominante per aver venduto i propri prodotti (additivi per la farina) ad un prezzo inferiore ai clienti di un concorrente e ad un prezzo superiore ai propri clienti. Chiaro esempio di prezzo predatore utilizzato in maniera selettiva

120 120  Lo studio di un caso II: Tomra 2006: la Commissione ha imposto una multa di 24 milioni di euro per il gruppo norvegese Tomra, leader mondiale nella produzione e fornitura di macchine per la raccolta di bottiglie e lattine da riciclare. La Commissione ha accertato che Tomra, tra il 1998 e il 2002, ha adottato un articolato sistema di accordi di esclusiva, aventi l’effetto di impedire l’entrata dei concorrenti nei vari mercati interessati. La denuncia era partita da una concorrente di Tomra sul mercato tedesco, in seguito alla quale la Commissione ha condotto simultanee ispezioni a sorpresa presso le varie sedi delle Tomra.

121 121 Le Fusioni  La Regolamentazione delle Fusioni del 2004, riprendendo il precedente testo del 1989, ha fornito alla Commissione gli strumenti per orientare le decisioni nei confronti delle proposte di fusione tra imprese.  La Commissione ha quindi il potere di bloccare una fusione, o di autorizzarla se ne vengono modificate le condizioni Regolamentazione delle fusioni - 2004

122 122  Non tutte le fusioni sono lesive all’interesse della società; le fusioni cosiddette verticali sono spesso autorizzate, in quanto solitamente:  generano un guadagno in termini di efficienza produttiva,  permettono una riduzione dei costi di trasporto e di contrattazione,  migliorano tecnologia e processo di produzione. Ne deriva un prodotto di più alta qualità venduto a prezzi ragionevoli, con sicuro vantaggio per i consumatori.

123 123  Per quanto riguarda invece le fusioni cosiddette orizzontali, in cui si uniscono imprese che producono più o meno lo stesso tipo di bene, l’interpretazione è più difficile;  la fusione orizzontale è ammessa unicamente se non provoca una concentrazione di mercato eccessiva determina guadagni in termini di efficienza produttiva e/o collaborazione nella fase di Ricerca e Sviluppo, proprio come con i cartelli.

124 124  Proprio il bisogno di fare chiarezza sulle fusioni orizzontali è stato uno dei motivi che hanno spinto alla revisione della Regolamentazione precedente.  Con l’entrata di nuovi Paesi Membri, il lavoro della Commissione è poi ulteriormente aumentato  356 notifiche di fusione nel 2006!  Nel 2007 il numero è salito alla cifra record di 402, per scendere rispettivamente a 347 nel 2008 e 259 nel 2009. Nel 2010 le fusioni esaminate sono state 274.

125 125 Nel gennaio 2009, la Commissione ha approvato la proposta di acquisizione di Vueling e Clickair da parte di Iberia, a patto che le opzioni di scelta del consumatore non venissero danneggiate. Questo ha comportato l’obbligo di aprire alla concorrenza alcuni slots sia nell’aereporto di Barcellona che in quello di altre città europee servite dalle suddette compagnie aeree. Vueling e Clickair hanno avuto quindi il permesso di fondersi in "Nueva Vueling“, il cui controllo è stato acquisito da Iberia. Lo studio di un caso: la fusione tra ClickAir e Vueling

126 126 Critiche alla regolamentazione delle fusioni:  Due tipi di problemi sono emersi, la cui soluzione è oggetto di controversia: la protezione dei campioni nazionali  la recente ondata di fusioni ed acquisizioni transnazionali ha provocato reazioni di stampo nazionalistico la validità delle decisioni adottate dalla Commissione  la Corte di Giustizia ha deciso di invalidare alcune importanti decisioni prese di recente dalla Commissione.

127 127  Lo studio di un caso I: Suez - Gaz de France “patriottismo economico”: il governo francese ha bloccato la proposta di acquisizione nel settore dell’energia avanzata da Enel alla francese Suez, favorendo invece la fusione tra Gaz de France, di proprietà dello stato, e la stessa Suez. Il governo francese ha inoltre compilato la lista degli 11 settori che avrebbe protetto da investimenti ed acquisizioni da parte di compagnie straniere!

128 128 Lo studio di un caso II: Sony BMG  Sony BMG Music Entertainment, nata dalla fusione tra la Sony Music Entertainment (parte della Sony) e la BMG Entertainment (parte della Bartelsmann, un editore tedesco).  La Corte di Giustizia ha vietato la fusione tra le due quando invece la Commissione si era pronunciata in maniera favorevole.  Il caso ha suscitato scalpore, evidenziando il punto debole nella valutazione delle fusioni: l’eccessiva dipendenza dagli aspetti legali, trascurando l’analisi economica.

129 129 La risposta della Commissione?  Creazione della figura di Economista Capo dell‘Antitrust Europeo (a partire dal 2003, quando è stato nominato Lars-Hendrik Röller, a cui è succeduto Damien Neven nel 2006)  Nomina di economisti di valore a capo di commissioni appositamente create (“fresh pair of eyes”), che dovrebbero affiancare i giuristi nella valutazione delle fusioni.

130 130  L’articolo 107 del Trattato si pronuncia a favore della proibizione degli aiuti di stato, confermando l’intenzione della Commissione di impedire che l’intervento dei governi dei Paesi membri possa alterare la concorrenza ed il commercio all’interno dell’Unione.  L’aiuto di stato viene definito come un qualsiasi tipo di vantaggio che viene conferito in un Paese membro ad imprese locali da parte dell’autorità pubblica. Gli aiuti di Stato Articolo 107:

131 131  Nonostante ciò, sono previste esenzioni a questo principio generale in circostante particolari, dettate da situazioni di estrema gravità o di crisi economica.  Inoltre, non costituiscono aiuti di stato quei benefici o sussidi il cui accesso sia aperto a tutte le imprese operanti nel mercato locale.  L’applicazione o l’esenzione degli aiuti di stato è di competenza esclusiva della Commissione Europea, che possiede (in teoria) forti poteri investigativi e decisionali

132 132 Per chiudere… Esercizio/domanda d’esame  Calcolare la perdita netta di benessere sociale provocata dal regime di monopolio in un mercato in cui la domanda è pari a q=80-p ed il costo di produzione è pari a c(q)=10q.  Quali ulteriori costi può comportare la posizione di monopolio? Quali misure sono state approntate dall’Unione Europea per combattere i monopoli e gli accordi collusivi tra le imprese?


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