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5 Il Regno delle Due Sicilie fu uno stato esistito dal 1816 al 1861. Il nome venne dato dal re Ferdinando I di Borbone al suo regno, allorché, nel 1816, dopo il Congresso di Vienna, soppresse il Regno di Napoli e il Regno di Sicilia e la relativa costituzione che li teneva separati, unendoli in un'unica entità statuale. Nel 1817, la capitale fu trasferita da Palermo a Napoli.

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7 La Battaglia di Bitonto, fu combattuta il 25 maggio 1734 in questa città, tra l'esercito spagnolo, comandato dal generale Montemar, e quello austriaco, guidato dal Principe di Belmonte. Essa si colloca nel contesto della Guerra di successione polacca, e si concluse con la disfatta dell'esercito austriaco e la vittoria totale degli spagnoli che portò definitivamente il Regno di Napoli sotto il dominio di Carlo di Borbone. La vittoria fu importante per gli spagnoli perché ottenuta senza la partecipazione degli alleati francesi. Il generale Montemar, per punire la città di Bitonto della sua fedeltà e dell'aiuto mostrato al nemico decise di farla saccheggiare, ma sembra che gli apparve dinanzi la Vergine Maria e la città venne risparmiata. I bitontini, a ricordo dell’evento ritenuto miracoloso, eressero un arco di trionfo dedicato all’Immacolata. L'obelisco Carolino a Bitonto

8 Posto a pochi metri dall'Arco di Trionfo e al centro del Viale degli studenti, l'Obelisco di Lecce fu eretto nel 1822, su progetto di Luigi Cipolla, dallo scultore salentino Vito Carluccio, in onore di Ferdinando I di Borbone. L'Obelisco è decorato nelle quattro facciate con alcune figure in bassorilievo, tra cui in basso il delfino che morde la mezzaluna turca, stemma dei capoluoghi di Terra d'Otranto. Un curioso episodio riguarda tale obelisco: venne colorato di nero, in modo che ricordasse un obelisco marmoreo, ma la prima pioggia cancellò ogni traccia del colore.

9 Carlo IIICarlo III (1734-1759) Ferdinando IV (1759-1816) poi Ferdinando I (1816-1825) Francesco IFrancesco I (1825-1830) Ferdinando IIFerdinando II (1830-1859) Francesco IIFrancesco II (1859-1894)

10 Dipinto di Anton Raphael Mengs, 1761 Museo del Prado, Madrid. Carlo Sebastiano di Borbone (nome completo: Carlos Sebastián de Borbón y Farnesio; Madrid, 20 gennaio 1716 – Madrid, 14 dicembre 1788) fu duca di Parma e Piacenza con il nome di Carlo I dal 1731 al 1735 (de jure fino al 1738), re di Napoli e Sicilia senza utilizzare numerazioni (era Carlo VII secondo l'investitura papale, ma rifiutò tale ordinale) dal 1735 (de jure dal 1738) al 1759, e da quest'anno fino alla morte re di Spagna con il nome di Carlo III (Carlos III). (Wikipedia)

11 Ferdinando I di Borbone (Ferdinando Antonio Pasquale Giovanni Nepomuceno Serafino Gennaro Benedetto; Napoli, 12 gennaio 1751 – Napoli, 4 gennaio 1825) fu re di Napoli dal 1759 al 1799, dal 1799 al 1806 e dal 1815 al 1816 con il nome di Ferdinando IV di Napoli, nonché re di Sicilia dal 1759 al 1816 con il nome di Ferdinando III di Sicilia. Dopo questa data, con il Congresso di Vienna e con l'unificazione delle due monarchie nel Regno delle Due Sicilie, fu sovrano di tale regno dal 1816 al 1825 con il nome di Ferdinando I delle Due Sicilie. Dopo Carlo III, Ferdinando è il secondo sovrano partenopeo della casata dei Borbone di Napoli. Il suo regno (durato quasi sessantasei anni) è uno dei più lunghi della storia. È passato alla storia con i nomignoli di Re Lazzarone e di Re Nasone, affibbiatigli dai Lazzari napoletani che, in giovane età, abitualmente frequentava. (Wikipedia) Ferdinando IV

12 Ferdinando IV a nove anni Bernardo Tanucci, presidente del consiglio di reggenza.

13 Maria Carolina d'Austria, regina di Napoli e moglie di Ferdinando. Grazie al completo disinteresse del marito per la politica fu lei de facto a regnare su Napoli, esautorando Tanucci e portando il regno verso un'orientamento filoaustriaco.

14 Francesco I delle Due Sicilie (1777- 1830), figlio di Ferdinando I e di Maria Carolina d'Asburgo-Lorena, re delle due Sicilie dalla morte del padre nel 1825. Sposò nel 1797 sua cugina Maria Clementina d'Asburgo Lorena (1777- 1801) figlia dell'imperatore Leopoldo II. I suoi sei anni di Regno furono caratterizzati da progressi in campo economico e tecnologico. Sul piano politico perseguì una politica reazionaria, pur avendo avuto un atteggiamento favorevole nei confronti dei moti rivoluzionari durante il regno del padre.

15 L'Arciduchessa Maria Clementina nacque nella Villa di Poggio Imperiale a Poggio Imperiale nel Granducato di Toscana che era governato da suo padre Leopoldo I, Granduca di Toscana sin dal 1765. Il 26 giugno 1797 Maria Clementina sposò, a Foggia, il Principe Francesco, Duca di Calabria, il maggiore dei figli sopravvissuti del re Ferdinando IV di Napoli e di sua moglie Maria Carolina d'Austria,

16 Ferdinando Carlo Maria di Borbone (Palermo, 12 gennaio 1810 – Caserta, 22 maggio 1859) fu re del Regno delle Due Sicilie dall'8 novembre 1830 al 22 maggio 1859. Fu l'ultimo celebre sovrano del Regno e dopo il suo governo quasi trentennale dello stato meridionale, toccò a suo figlio Francesco affrontare la crisi portata dalla aggressione garibaldina che unitamente alla corruzione cui avrebbero ceduto i militari borbonici portarono alla dissoluzione del Regno delle Due Sicilie.

17 Maria Cristina morì non ancora ventiquattrenne per i postumi del parto, nel dare alla luce l'unico figlio Francesco, che sarebbe salito al trono e che sarebbe stato l'ultimo re del regno delle Due Sicilie. Francesco sarebbe stato educato nel culto di sua madre, chiamata la Regina Santa. Maria Cristina di Savoia (Cagliari, 14 novembre 1812 – Napoli, 21 gennaio 1836), principessa del Regno di Sardegna, era l'ultima figlia di Vittorio Emanuele I di Savoia e di Maria Teresa d'Asburgo - Este. Educata alla corte di Torino, è riconosciuta come venerabile dalla Chiesa cattolica. Sposò nel 1832 Ferdinando II delle Due Sicilie, divenendo regina delle Due Sicilie. Le nozze furono celebrate il 21 novembre 1832 nel Santuario di Nostra Signora dell'Acquasanta a Genova.

18 Maria Teresa Isabella era la primogenita dell'arciduca Carlo d'Asburgo –T eschen, figlio di Leopoldo II d'Austria, e di Enrichetta di Nassau-Weilburg. Fu data in sposa a Ferdinando II di Borbone re delle Due Sicilie, vedovo di Maria Cristina di Savoia e padre del piccolo Francesco, che sarebbe succeduto al padre. Il matrimonio venne celebrato il 9 gennaio 1837.

19 Francesco II di Borbone, battezzato Francesco d'Assisi Maria Leopoldo (Napoli, 16 gennaio 1836 – Arco, 27 dicembre 1894), è stato re del Regno delle Due Sicilie dal 22 maggio 1859 al 13 febbraio 1861. Figlio di Ferdinando II di Borbone e della prima moglie Maria Cristina di Savoia (figlia di re Vittorio Emanuele I), che morì dandolo alla luce, fu il quinto e ultimo Borbone sul trono di Napoli.

20 O' surdato 'e Gaeta: Era o mese 'e Dicembre d' 'o Sissanta... Faceva friddo peggio 'e na Siberia! Io stevo arravugliato int'a na manta, a 'e ttre d' 'a notte, (mannaggia 'a miseria!) quanno me veco cammenà pe nnanta n'ombra ca s'avvicina seria seria... «Chi va là?...» - «Bravo! Io veglio comm'a te!» Me venette nu triemmolo! Era 'o Rre. Era 'o Rre nuosto! Francischiello nuosto, ca maie s'è alluntanato 'a coppa 'e mmura! Nce aveva fatto 'o callo e 'o core tuosto, e nun sapeva che vo' di' paura! Signò, sentite 'o servitore vuosto! Nun ce vuleva, chella jettatura! O chiammàvano scemo e Lasagnone, ma annascunneva 'o core 'e nu lione! Ferdinando Russo

21 Giammai principe sopportò le avversità della fortuna con la fermezza silenziosa e la dignità di Francesco secondo. Colui che era stato o era parso debole sul trono, travolto dal destino, dalla ineluttabile fatalità, colui che era stato schernito come un incosciente, mentre egli subiva una catastrofe creata da mille cause incoscienti, questo povero re, questo povero giovane che non era stato felice un anno, ha lasciato che tutti i dolori umani penetrassero in lui, senza respingerli, senza lamentarsi; ed ha preso la via dell'esilio e vi è restato trentaquattro anni, senza che mai nulla si potesse dire contro di lui. Detronizzato, impoverito, restato senza patria, egli ha piegato la sua testa sotto la bufera e la sua rassegnazione ha assunto un carattere di muto eroismo... Galantuomo come uomo e gentiluomo come principe, ecco il ritratto di Don Francesco di Borbone». Matilde Serao appreso della morte di Francesco II scrisse nella prima pagina de Il Mattino di Napoli un articolo dal titolo « Il Re di Napoli », ( Arco -27/dicembre/1894 alle ore 14,34)

22 Maria Sofia di Baviera (Possenhofen, 4 ottobre 1841 – Monaco di Baviera, 19 gennaio 1925) fu l'ultima Regina consorte del Regno delle Due Sicilie. Era la quinta degli otto figli del duca Massimiliano Giuseppe in Baviera e della principessa Ludovica di Baviera. Nata Maria Sofia in Baviera era la sorella minore della più nota Elisabetta di Baviera, meglio nota come Sissi, moglie di Francesco Giuseppe Imperatore d'Austria.. « Piuttosto che stare qui, amerei morire negli Abruzzi in mezzo a quei bravi combattenti. » (Maria Sofia di Baviera durante l'Assedio di Civitella)

23 'O surdato 'e Gaeta - Comme stongo ccà dinto? E che ne saccio! Nce sto pe ccarità, signore mio! Miezo cecato... me manca nu vraccio... Nun mporta! Tutto p' 'o vulere 'e Ddio! Comme me chiammo? Michele Migliaccio fu Giesummino e fu Carmela Pio. Cinco campagne. Nativo di Meta. Dicorato alla presa di Gaeta! […] Di Francesco Russo

24 Per leggere correttamente questo messaggio utilizzare Outlook Express Messaggio del 25 novembre 2007 Rete di Informazione delle Due Sicilie Bollettino Telematico Opinioni, storia, recensioni, rassegne stampa, iniziative culturali, convegni, appuntamenti, avvisi, manifestazioni, avvenimenti. Sito di riferimento www.neoborbonici.itwww.neoborbonici.it TV di riferimento Napole Nova - Satellite Hotbird Mhz 11411 (orizz) Nel ricordo di Re Francesco II L'ultimo Sovrano della Patria Napolitana libera ed indipendente trascorse parte del suo triste esilio ad Arco, accogliente cittadina del nord allora ancora estrema propaggine sud dell'Impero Austroungarico. Da qualche anno l'instancabile compatriota Antonio Pagano promuove un ricordo in onore del primo emigrante della nostra Terra, S.M. Francesco II di Borbone che proprio ad Arco si spense. Alleghiamo una nota dell'evento. Cap. Alessandro Romano Rete delle Due Sicilie MAILING LIST BOLLETTINO TELEMATICO comitato@legittimisti.it alessandro.romano19@tin.it ATTENZIONE ! Il contenuto di questa e-mail ha una natura strettamente personale e riservata. Chiunque ne venga in possesso casualmente è diffidato dal renderla pubblica ed è pregato di cancellarla immediatamente. AVVISO Questa e-mail Le viene spedita in osservanza della legge 675/96 sulla tutela dei dati personali. Se non fosse interessato a ricevere, in futuro, questo genere di messaggi informativi (o li considera un'invasione della sua privacy), Le basterà inviare un’E-mail avente come oggetto la dicitura CANCELLA. Non riceverà più alcun messaggio da parte nostra. Avvertenza - l'art.13 della legge dice: "il messaggio non può essere considerato SPAM se include la possibilità di essere rimosso". La Rete di Informazione delle Due Sicilie rispetta le norme sulla privacy della legge italiana 675 del 1996. La Rete non è Spam ma informazione culturale e di difesa degli interessi delle popolazioni delle Due Sicilie. E' inviata a coloro il cui indirizzo è stato segnalato dagli utenti stessi, da conoscenti, dalla Stampa o da elenchi resi pubblici. NON HA ALCUN SCOPO DI LUCRO. I messaggi che partono da questo "sito Capomaglia" vengono recapitati ad oltre 3000 indirizzi e-mail. Chiunque collegato intendesse inviare un proprio messaggio agli altri utenti della Rete di Informazione oppure volesse inviare informazioni, documentazioni, articoli, recensioni ecc., lo può fare attraverso questo indirizzo e-mail, tenendo presente, però, che potrebbero essere fatte delle rielaborazioni tecniche di alleggerimento di messaggi che richiedono troppo spazio di memoria. Chi volesse fare inserire un nuovo indirizzo e-mail di un conoscente lo può fare invitando l’interessato a mandare un messaggio a questo Capomaglia. Sono graditissimi consigli e suggerimenti. Una lettera molto importante che evidenzia la nobiltà d'animo del sovrano più diffamato della storia, esalta lo spessore morale ed umano di una persona per bene, la fede di un cattolico puro, il dolore sincero di un figlio di una terra dilaniata dagli invasori e dalle disgrazie. Nonostante le forti ristrettezze economiche in cui si trovava, volle comunque dare il suo contributo alle popolazioni colpite dal terremoto. Lui che alla partenza da Napoli non volle portare con se nemmeno gli effetti personali, ben lungi da chi, qualche anno dopo, prima fece partire i forzieri colmi di ricchezze e poi s'imbarcò per l'esilio dorato. Da “rete di informazione delle due sicilie” bollettino telematico

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26 1848 Primo eperimento di illuminazione a luce elettrica in italia 1852 Primo telegrafo elettrico in italia 1853 Primo piroscafo nel mediterraneo per l'america 1853 Prima applicazione dei principi per il recupero dei malviventi 1856 Primo premio internazionale per la produzione di pasta (Parigi) 1856 Primo premio internazionale per la lavorazione dei coralli (Parigi) 1856 Primo sismografo elettromagnetico nel mondo di Luigi Calmieri 1859 Primo stato italiano per la produzione di guanti 1860 Prima flotta mercantile e militare in italia seconda nel mondo 1860 Prima nave a elica in italia 1860 Prima grande industria navale d'italia per operai (2000) 1860 Primo stato in italia per orfanotrofi, ospizi collegi, conservatori ecc 1860 Primato per la più bassa mortalità infantile in italia 1860 Primato per il più alto rapporto medici abitanti in italia 1860 Prima città italiana per numero di teatri (Napoli) 1860 Prima città italiana per numero di conservatori (Napoli) 1860 Primo piano regoatore in italia (Napoli) 1860 Prima città italiana per numero di tipografie (Napoli 113) 1860 Prima città italiana per numero di pubblicazioni di giornali e riviste 1860 La più alta di rendita dei titoli di stato (120% quotati borsa Parigi) 1860 Il minor carico tributario erariale in europa 1860 Maggiore quantità di lire oro in italia noi 443 ml resto italia 225ml 1861 Arrivano gli stallieri savoia e diventiamo terzo mondo Per dovere di sintesi riassumo così: Quando noi eravamo la terza capitale europea il nord si puliva il deretano al buio e con le foglie di fico quindi non ci fracassate la minchia!!!!!!!!!!!! (Postato da Borbonico) Segue i primati del regno delle due sicilie

27 Il Real Sito di Carditello, uno dei gioielli di Terra di Lavoro é un complesso architettonico settecentesco realizzato a San Tammaro (Caserta) dall’architetto Francesco Collecini, (allievo di Luigi Vanvitelli) ed impreziosito da affreschi di Hackert, La «piccola reggia» faceva parte di un patrimonio di 22 residenze borboniche che avevano la doppia funzione di aziende agricole e di “reali delizie” per il soggiorno della famiglia reale.

28 L'Istituto Vittorio Emanuele II di Giovinazzo è una struttura settecentesca, con oltre 200 ambienti. Fu sede del convento dei padri Domenicani che soppresso nel 1809, divenne il "regio ospizio Ferdinando I". Da quel momento in poi ha formato generazioni di valenti artigiani, musicisti e professionisti, fino agli anni Novanta. Poi è stato chiuso, quasi abbandonato, attualmente è sede di alcuni servizi della Asl Bari, che ne ha ristrutturato molti ambienti. Parte integrante dell'Istituto, dal 1819, è la Chiesa San Domenico, in stile neo-classico. Conserva tele dei De Musso, un fonte battesimale e la "Pala di San Felice in cattedra" del 1500, pregevole opera di Lorenzo Lotto. ( possono cambiare i nomi ma la memoria rimane).

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30 Il Palazzo Reale di Napoli è una delle quattro residenze reali usate dai regnanti borbonici durante il Regno delle Due Sicilie; le altre tre sono la reggia di Capodimonte sita a nord del centro storico, la reggia di Caserta e la reggia di Portici alle pendici del Vesuvio. Di dimensioni notevoli, il palazzo si affaccia maestoso sull'attuale Piazza del Plebiscito e fu costruito come palazzo vicereale nel 1600 da Domenico Fontana su commissione dell'allora viceré conte di Lemos. Esso avrebbe dovuto ospitare il re Filippo III di Spagna, atteso a Napoli con la sua consorte per una visita ufficiale che non avvenne mai. Il palazzo doveva avere un respiro di una grande reggia europea, degno della seconda città dell'Impero spagnolo dopo la capitale amministrativa, Madrid (e la prima per popolazione ). Il palazzo divenne la residenza dei viceré spagnoli e poi di quelli austriaci e, in seguito, dei re di casa Borbone. Dopo l'Unità d'Italia fu eletta residenza napoletana dei sovrani di casa Savoia. Durante gli anni 1806-1815 fu arricchito da Gioacchino Murat e Carolina Bonaparte con decorazioni e arredamenti neoclassici, provenienti dalle Tuilieres; fu danneggiato da un incendio nel 1837 e successivamente restaurato dal 1838 al 1858 per mano di Gaetano Genovese che ampliò e regolarizzò, senza stravolgerla, l'antica fabbrica.

31 Una vergognosa ingiustizia che si aggiunge ad altri soprusi perpetrati dagli invasori savoiardi ai danni del popolo delle due sicilie e’, l’aver inserito la statua di Vittorio Emanuele II nel prospetto del palazzo reale di Napoli. A quel posto va inserito di diritto Re Ferdinando II o altro Re Borbone. A distanza di 150 anni ancora non si rende onore e giustizia a quei Re che hanno rappresentato e rappresentano il nostro personale passato, la nostra storia e la nostra patria. Vittorio Emanuele II Ferdinando II

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34 La Reggia di Caserta, o Palazzo Reale di Caserta, è una dimora storica appartenuta alla famiglia reale della dinastia Borbone di Napoli, proclamata Patrimonio dell'umanità dall'UNESCO. Situata nel comune di Caserta, è circondata da un vasto parco nel quale si individuano due settori: il giardino all'italiana ed il giardino all'inglese.

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39 « Gli occhi sono abbagliati, l'anima rapita. [...] Non c'è nulla, in tutta Europa, che non dico si avvicini a questo teatro, ma ne dia la più pallida idea. » (Stendhal, Roma, Napoli e Firenze nel 1817) Il 4 Novembre del 1737, sotto Carlo I di Borbone, avviene l’inaugurazione del Teatro San Carlo, il più antico teatro lirico operante d’Europa, fra quelli oggi esistenti, riconosciuto dall’UNESCO come patrimonio dell’umanità, costruito in soli 270 giorni.

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41 Il re Carlo di Borbone, consigliato dal ministro Bernardo Tanucci, pensò di formare i giovani del luogo mandandoli in Francia ad apprendere l'arte della tessitura, per poi lavorare negli stabilimenti reali. Venne così costituita nel 1778, su progetto dell'architetto Francesco Collecini, una comunità nota come Real Colonia di San Leucio, basata su uno statuto apposito del 1789 che stabiliva leggi e regole valide solo per questa comunità. Alle maestranze locali si aggiunsero subito anche artigiani francesi, genovesi, piemontesi e messinesi che si stabilirono a San Leucio richiamati dai molti benefici di cui usufruivano i lavoratori delle seterie. Ai lavoratori delle seterie veniva infatti assegnata una casa all'interno della colonia, ed era inoltre prevista anche per i familiari la formazione gratuita e qui il re istituì difatti la prima scuola dell'obbligo d'Italia femminile e maschile che includeva discipline professionali, e le ore di lavoro erano 11, mentre nel resto d'Europa erano 14

42 Era il 1789, trentesimo anno di regno di Ferdinando IV (III di Sicilia). Il re, nonostante quello che si continua a raccontare, era un sognatore. Presso l’antica chiesetta di San Leucio creò una seteria e una fabbrica di tessuti. La regolò con un codice scritto di suo pugno, pieno di straordinarie intenzioni e intuizioni. Volle darle una struttura urbanistica organica e simmetrica. Le affibbiò un nome che era uno specchio: Ferdinandopoli. Una sua creatura, insomma, anche se il nome restò artificiale e nessuno lo usò mai: rimase sempre San Leucio. Un'industria di Stato, ma al sevizio della collettività, e quindi molto diversa da quelle dei nostri tempi, che sono al servizio dei partiti politici.

43 Nel 1789 vi fu la prima assegnazione di “Case Popolari” in Italia a San Leucio, frazione del comune di Caserta in cui, durante il regno di Carlo III, fu costituita la comunità Real Colonia di San Leucio, basata su uno statuto con leggi e regole valide solo per la comunità stessa. Ancora a San Leucio vi fu la prima istituzione di assistenza sanitaria gratuita.

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45 Nell'aprile del 1832 era stato inaugurato il primo ponte in ferro in Italia sul Garigliano con un modernissimo traliccio metalli-co sospeso: lo stesso Ferdinando II, il giorno prima dell'inaugurazione, collaudò il "Ponte Ferdinandeo" sostandovi al centro mentre passavano al trotto due squadre di lancieri e sedici traini di artiglieria. Quattro gli anni di lavoro impiegati per 75.000 ducati e 68.857 chili di ferro.

46 Il collegio militare "Nunziatella", istituito nel 1787, il più antico Istituto di Formazione Militare d'Italia ed uno dei più antichi del mondo, diventa un collegio di prestigio riconosciuto a livello europeo.

47 L'Osservatorio Vesuviano è il più antico osservatorio vulcanologico del mondo. Fondato nel 1841 dal Re delle Due Sicilie Ferdinando II di Borbone, la sede era situata alle pendici del vulcano. L'Osservatorio Vesuviano fu inaugurato nel 1845 durante il VII Congresso degli Scienziati Italiani, tenutosi a Napoli. L'Osservatorio Vesuviano, fondato nel 1841 dal re delle Due Sicilie Ferdinando II di Borbone, è il più antico osservatorio vulcanologico del mondo. Dal 2001 è la Sezione di Napoli dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV).Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)

48 1840 Primo Centro Sismologico in Italia presso il Vesuvio - (Sismografo elettromagnetico di L.Palmieri ) L. Palmieri

49 Nel 1781 il giurista Michele de Jorio, di Procida, compilò il primo Codice Marittimo Italiano.

50 A Nicola Santangelo si deve la convocazione del VII Congresso degli Scienziati Italiani a Napoli nel 1845. Il Congresso napoletano fu il VII Congresso degli Scienziati Italiani e fu il più numeroso: 1613 partecipanti,contro i 421 del primo tenuto a Pisa ed i 1159 del quinto tenuto a Milano. Poco più della metà degli scienziati partecipanti erano del Regno, gli altri divisi tra le altre regioni d'Italia ? per la maggior parte ? e stranieri. Il Congresso si tenne proprio nel momento in cui l'attività scientifica a Napoli era all'apice e le istituzioni scientifiche si apprestavano a ricevere i colleghi per mostrare la loro attività e confrontarsi sui risultati delle ricerche in svolgimento. Anche il Reale Gabinetto Fisico

51 Nel 1743 a Napoli, nei primi anni della nuova dinastia borbonica, il re Carlo e sua moglie, la regina Maria Amalia di Sassonia fondano all'interno della famosa Reggia di Capodimonte, oggi Museo, la Real Fabbrica dando inizio ad una tradizione che non è mai finita. Tra i loro principali collaboratori si annoverarono il chimico belga Livio Ottavio Schepers e il disegnatore piacentino Giovanni Caselli. La porcellana che si produce in questa zona ha delle caratteristiche peculiari che la distinguono dalla porcellana nord europea. Al sud Italia, infatti, non c'è il caolino pertanto l'impasto si compone di una fusione di varie argille provenienti dalla cave del sud miste al feldspato. Ne deriva un impasto tenero dal colorato latteo, che renderà questa manifattura, unica nella storia della porcellana. (Wikipedia)

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56 Già dal 1821 si pensò di realizzare a Bitonto un orfanotrofio femminile e si individuò l'ex convento dei Padri Carmelitani, che sorgeva fuori della città, sul costone della Lama Balice. L'istituendo edificio si sarebbe chiamato come la moglie dell'allora re Ferdinando, la regina Maria Cristina, figlia di Vittorio Emanuele I, salita al trono nel 1832.

57 Il museo ferroviario è stato realizzato laddove sorgeva il Reale Opificio Borbonico di Pietrarsa, struttura concepita da Ferdinando II di Borbone nel 1840 come industria siderurgica e dal 1845 come fabbrica di locomotive a vapore; l'attività ebbe inizio con il montaggio in loco di 7 locomotive, utilizzando le parti componenti costruite in Inghilterra, secondo uno dei precedenti modelli inglesi acquistati nel 1843. In tale anno, il 22 maggio, Ferdinando II aveva emanato un editto nel quale era detto tra l'altro: E’ volere di Sua maestà che lo stabilimento di Pietrarsa si occupi della costruzione delle locomotive, nonché delle riparazioni e dei bisogni per le locomotive stesse degli accessori dei carri e dei wagons che percorreranno la nuova strada ferrata Napoli- Capua. Già nel 1853 a Pietrarsa prestavano la loro opera circa 700 operai facendo dell' Opificio il primo e più importante nucleo industriale italiano oltre mezzo secolo prima che nascesse la Fiat e 44 anni prima della Breda. Il Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa è un museo ferroviario ubicato tra le estreme propaggini della periferia orientale di Napoli, nel quartiere napoletano di San Giovanni a Teduccio, al confine con i comuni di Portici e San Giorgio a Cremano. È ubicato in posizione adiacente alla stazione ferroviaria Pietrarsa - San Giorgio a Cremano.

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60 Alcuni dei primati tecnologici più spettacolari conseguiti dal regno delle Due Sicilie riguardano proprio la marina: prima nave a vapore nel Mediterraneo è il Ferdinando I (1818) realizzata a Napoli e il primo battello a vapore con propulsione ad elica del Mediterraneo è il Giglio delle Onde (1847). Importantissima la fabbrica metalmeccanica di Pietrarsa (1840), a cui si affiancava la scuola per macchinisti ferroviari e navali, con la quale si eliminò la dipendenza dai macchinisti inglesi. Ne emerge dunque l’immagine di una marina completamente difforme dall’idea che ne hanno dato note falsificazioni come quella dell’ordine “facite ammuina ”facite ammuina

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62 Il Polo siderurgico di Mongiana è un complesso siderurgico borbonico iniziato a costruire in Calabria nel 1770 -1771 a Mongiana e cessò la sua attività nel 1881. Ferriera di Mongiana

63 Come si può osservare NAPOLI, PALERMO, MESSINA erano tra più grandi città d’Italia e d’Europa, e NAPOLI DA SOLA, ERA QUASI più grande di Milano Roma e Torino messe assieme, IL CHE ERA INDICE DI ELEVATO BENESSERE

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65 Raro esempio di fedeltà al giuramento prestato nella storia militare italiana, nel 1860 le truppe borboniche, ancorché l'intera Sicilia fosse ormai occupata dall'esercito garibaldino- piemontese, non si arresero che dopo ben 9 mesi di eroica resistenza al nemico.

66 La Fortezza di Civitella del Tronto Ultimo eroico baluardo del regno delle due sicilie che dopo 126 anni cessa di esistere L'Assedio di Civitella (1860- 1861), condotto dalle truppe dell'esercito piemontese, fu l'ultimo scontro tenutosi fra il Regno di Sardegna ed il Regno delle Due Sicilie e conclusosi tre gioni dopo la caduta del Regno borbonico, il quale venne annesso al Regno di Sardegna.

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69 Dopo l’Unità d’Italia e per demerito esclusivo di precise volontà politiche tese a minimizzare il fenomeno, al Brigante è stata “ricucita addosso” una nuova identità, una riconoscibilità soltanto negativa, tale da diventare sinonimo di bandito e quindi assimilabile, ma non totalmente, alla delinquenza comune; oggi lo si dovrebbe invece rinominare LEGITTIMISTA, PATRIOTA od anche Partigiano. Quegli uomini e quelle donne combatterono per la loro terra, la loro Patria il loro Re. Vessati e disprezzati dai prepotenti usurpatori savoiardi non si piegarono alla dittatura piemontese rimanendo fedeli al loro Re. Pagarono con la vita la loro fedeltà e morirono con coraggio ed onore. E’ giunto il momento di rendere omaggio a questi eroi che per dieci lunghi anni hanno contrastato l’invasore piemontese del quale non conoscevano la lingua e ne disconoscevano quel “galantuomo” del loro Re.

70 Fra tutti i briganti che fecero la storia dell’insurrezione legittimista Crocco splende di luce propria … Nato a Rionero in Vulture nel 1830 Carmine Donatelli detto CROCCO già a sei anni vide maltrattare la madre da un signorotto, e in seguito alle gravi ferite la donna morì. Il padre venne ingiustamente accusato di aver attentato alla vita del signorotto e fu incarcerato. Ad 8 anni lavorava come pastore e vaccaio, a 19 entrava nell’esercito borbonico e dopo aver ucciso il sergente per rivalità amorose disertò. Pugnalò poi un “galantuomo” che aveva attentato all’onore della sorella e per qualche tempo seguì Garibaldi affascinato dalle nuove idee di libertà e giustizia; subito disilluso però disertò ancora e si diede definitivamente alla macchia costituendo con Ninco Nanco il primo gruppo armato di ribelli.

71 Stralcio […] L'ufficio storico dello stato maggiore dell'esercito italiano è l'armadio nel quale la setta tricolore conserva e protegge i suoi risorgimentali scheletri infami; conserva e protegge le prove delle sue gloriosità sempre abiette; conserva e protegge le prove che nel 1860 l'esercito italiano calò a tradimento del Regno di Napoli e si comportò, secondo il naturale dei suoi bersaglieri e carabinieri, da orda barbarica; conserva e protegge le prove che Vittorio Emanuele II di Savoia, ladro, usurpatore ed assassino - e perciò galantuomo - nonché il suo protobeccaio Benso Camillo, porco di Stato - e perciò statista sommo - ordinarono ai propri sadici macellai di mettere a ferro e a fuoco l'invaso reame libero, indipendente e sovrano e di annetterlo al Piemonte grazie ad un plebiscito che fu una truffa schifosa, combinata da garibaldesi, soldataglia allobrogica e camorra napoletana. […] La celebre interpellanza parlamentare dell'on. Angelo Manna Resoconto stenografico 597 - seduta di lunedì 4 marzo 1991 Presidenza del Vicepresidente Adolfo SARTI Dedico questa diapositiva all’on. Angelo Manna persona che non ho avuto l’onore di conoscere ma che ha lasciato traccia indelebile del suo fiero carattere, del suo coraggio e della sua onestà intellettuale. Un meridionale doc che ha difeso sino all’ultimo i diritti calpestati delle nostre genti nell’infausto periodo risorgimentale della cosiddetta unità d’Italia Per approfondire

72 «Ragazzi del Sud!» «L’unificazione italiana ci costò, in poco più di dieci anni, un milione di morti, tutti uccisi a tradimento, e ci costò, in meno di un secolo, e sempre a tradimento, ventisei milioni di emigranti!Ed ha le meningi imbottite di puttanate, l’Italia!Ad imbottirgliele sono stati e sono i nord- dipendenti politicanti del Sud, gli eredi dei pragmatici e immorali traditori del fatal sessanta.E sono stati e sono gli untori servitori del Mendacio: gli storiografi e i giornalisti, ciucci e venduti. Ma noi abbiamo un dovere da compiere. Una Mamma offesa, tradita, maltrattata, calunniata e in catene sta chiamando dal 1860 i suoi figli attorno alle sue piaghe fisiche e morali che ormai l’hanno ridotta allo stremo. È possibile che nessuno di essi ne oda il rantolo, che giorno dopo giorno si fa sempre più forte, e accorra al suo capezzale?». Angelo Manna

73 Attualmente il Capo della Real Casa di Borbone delle Due Sicilie è Sua Altezza Reale il Principe Ferdinando Duca di Castro, unico legittimo erede dell’ultimo Re delle Due Sicilie, Francesco II. Erede è Sua Altezza Reale il Principe ereditario Carlo, Duca di Calabria. www.camman/info

74 "Basta. Siamo un grande popolo. Siamo stati alle origini della civiltà occidentale in tutti i campi. L’umiliazione di essere cornuti e mazziati come Pulcinella deve finire. Per noi. Per i nostri figli e nipoti. Per i nostri padri e avi!" Nicola Zitara

75 “La Patria nostra era il sorriso del Signore. La Provvidenza la faceva abbondante e prospera, lieta e tranquilla, gaia e bella, aveva leggi sapienti, morigerati costumi e pienezza di vita, aveva esercito, flotta, strade, industrie, opifici, templi e regge meravigliose, aveva un sovrano nato napolitano e dal cuore napolitano. L’invidia, l’ateismo e l’ambizione congiurarono insieme per abbatterla e spogliarla” Giacinto de’ Sivo Il sorriso del Signore Approfondimento

76 Realizzato da Roberto Perrone – Lecce – r.perro@tiscalinet.itr.perro@tiscalinet.it Nessuno scopo di lucro, solo l’amore di un figlio per la sua terra, per i suoi padri, per la sua storia, il suo passato, il suo onore dissacrato e calpestato.


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