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Programma territoriale di intervento per l’infanzia e l’adolescenza  E’ il Programma finalizzato alla promozione di diritti e di opportunità per l’infanzia.

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Presentazione sul tema: "Programma territoriale di intervento per l’infanzia e l’adolescenza  E’ il Programma finalizzato alla promozione di diritti e di opportunità per l’infanzia."— Transcript della presentazione:

1 Programma territoriale di intervento per l’infanzia e l’adolescenza  E’ il Programma finalizzato alla promozione di diritti e di opportunità per l’infanzia e l’adolescenza, inserito all’interno dei Piani di Zona,  mirato a una più integrata e specifica progettualità per l’infanzia e l’adolescenza, in continuità con la progettazione sorta in seguito alle L. 285/97 e alle L.R. 40/99 e 10/04,  in un’ottica di maggiore integrazione con le politiche educative, scolastiche, sociali, sanitarie locali.  Priorità: messa in opera di servizi, interventi, azioni rivolti alla promozione dei diritti della preadolescenza e dell’adolescenza, e all’integrazione multiculturale

2 Obiettivi generali: tutela del bambino e dell’adolescente, sostegno alla genitorialità, promozione della cultura della normalità e del benessere quotidiano, della solidarietà e dello sviluppo della comunità, promozione delle competenze e delle autonomie nel bambino e nel ragazzo, sviluppo di esperienze di cittadinanza attiva, in età evolutiva, per la realizzazione di un’effettiva partecipazione alla comunità ed una valorizzazione del protagonismo dei ragazzi, rafforzamento del sistema integrato dei servizi educativi, scolastici e formativi, sanitari e una maggiore flessibilizzazione degli stessi, sviluppo di una progettazione concertata tra i diversi settori della Pubblica Amministrazione e di questa con il Terzo Settore - I programmi attuativi 2006 comprendono 158 progetti. - Finanziamenti annuali ripartiti sulla base della popolazione 0-17 anni: a) 3.773.109,38 euro per i Programmi attuativi 2006 già liquidati; b) 3.950.000,00 euro per i Programmi attuativi 2007 già impegnati.

3  La figura di sistema si delinea come il professionista dedicato alla promozione dell’integrazione progettuale a livello zonale che, in taluni casi, può avvalersi dell’esperienza prodotta dagli interventi della L. 285/97 in diverse zone sociali con l’avvio di percorsi di coordinamento e l’individuazione di tecnici ed esperti a ciò deputati. La figura di sistema è promotrice di una rete di relazioni e collaborazioni fra i soggetti che sul territorio sono i protagonisti attivi delle politiche per l’infanzia e l’adolescenza, in un’ottica di integrazione tra i diversi servizi e di coinvolgimento degli assessorati paralleli e complementari a quelli deputati alle progettazioni dedicate all’infanzia e adolescenza.

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5 Ruolo (figura di sistema) RegioneProvinciaUfficio di piano. Scuole ASL Servizi sociali Comitato di distretto. Singoli comuni.Operatori dell’area infanzia eadolescenza Tavolo tematico. Terzo settore, Associazionismo La comunità Mappa di ruolo della figura di sistema

6 Ruolo (figura di sistema) Mobilitazione delle Risorse di un territorio Progettazione, Raccolta di idee Manutenzione della rete. Promuovere l’integrazione Fra sociale e sanitario. Mettere in connessione i progetti fra di loro. Coordinamento e regia dei tavoli della pianificazione. Raccordo fra Provincia e territorio Promuovere l’integrazione socio educativa Circolazione dell’Informazione. Orientamento culturale Monitoraggio E valutazione Evidenziazione Dei problemi, e delle potenzialità. Mappa di ruolo della figura di sistema (funzioni)

7 La figura di sistema si trova “all’incrocio dei venti”

8 La figura di sistema “all’incrocio dei venti ” Esigenze dei politici Programmazione operativa Governance, Partecipazione Valutazione del piano Implementazione delle azioni del piano Promozione dell’integrazione socio educativa Analisi dei bisogni Promozione dell’integrazione con altre politiche

9 Competenze e sensibilità della figura di sistema nella pianificazione zonale delle politiche per infanzia ed adolescenza Garante della metodologia valutativa Facilitatore dei processi contrattuali e comunicativi Mobilitatore di competenze Integratore di risorse

10 La figura di sistema: “all’incrocio dei venti”

11 ALCUNI INTERROGATIVI UTILI  Qual’ è l’organizzazione del Piano di Zona?  Dove si situano i tavoli di decisione?  Quali sono le modalità degli apporti delle diverse aree?  Come vengono coinvolte e interpellate le diverse istituzioni (es. la scuola)  Quali sono i rapporti con l’Ufficio di Piano?

12  Quali canali di rapporto con il sindaco o l’assessore del comune capofila?  Come fare convivere le potenzialità della 285 con la nuova organizzazione?  Ruolo della Provincia (Coordinamento tavoli dell’affido,adozione abuso, immigrazione, ecc.)

13 Alcune attenzioni  Mantenere uno sguardo complessivo su infanzia e adolescenza  integrazione socio educativa e socio sanitaria e equilibrio tra assistenza, prevenzione, promozione  risorse economiche sufficienti  coordinamento dell’ente capofila  connessioni dei diversi livelli progettuali  ruolo della Provincia

14 Bozza di Piano socio-sanitario regionale  Disegno di governance ad elevata integrazione socio-sanitaria:  Area responsabilità genitoriali  Area infanzia e adolescenza

15 Area responsabilità familiari  PREMESSA: quadro articolato di interventi di sostegno alle funzioni familiari e genitoriali in tutte le dimensioni di vita.  CONTESTO:  dal 1995 progressivo aumento delle nascite;  contrazione dei nuclei familiari;  aumento livelli di instabilità matrimoniale;  tasso di occupazione femminile più alto in Italia;  conflitto tra le forme di lavoro retribuito e domestico che configura un problema di sostenibilità delle attività di cura.

16 Obiettivi  Considerare la famiglia come risorsa:  ad es. nella de-ospedalizzazione e de-istituzionalizzazione è importante coinvolgere la famiglia nel processo di cura;  nella solidarietà tra famiglie è importante darle riconoscimento, visibilità, luoghi e tempi.  Diversificare le risposte:  Servizi socio-educativi per la 1^ e 2^ infanzia: offerta personalizzata di opportunità per bambini e famiglie  Centri per le famiglie: agenzie comunali di informazione (sito web sportello Informafamiglie&Bambini), di supporto alle competenze genitoriali e agli interventi di accoglienza familiare, di promozione culturale, di mediazione, di sostegno economico, di sostegno ai gruppi di mutuo aiuto (es. banche del tempo).

17 Pluralità di interventi per il sostegno alle famiglie  Consultori familiari (procreazione responsabile e percorso nascita)  Sostegno alle politiche abitative(permanenza in famiglia).contributi per affitto, sviluppo locazione.  Conciliazione e armonizzazione tempi di vita e di lavoro: bando, accordi tra imprenditori e sindacati,sostegno economico…  Autonome iniziative famiglia e comunità.  Contrasto povertà ed esclusione sociale: trasferimenti economici, abitazione, beni di prima necessità, lavoro. Sostegno informativo).  Diritto allo studio (borse di studio, libri di testo, trasporti, progetti di qualificazione).  Centri di accoglienza per donne maltrattate.  Extrascuola per bambini e adolescenti.  Sostegno a non autosufficienza.  Integrazione famiglie straniere (azioni di sostegno e accompagnamento).

18 Area infanzia, adolescenza  Verso un nuovo concetto di tutela che integra la valenza di protezione a una di accompagnamento con una connotazione più estesa di benessere sociale.  Rafforzamento dei diritti di:  “buona nascita”;  ambiente familiare adeguato e responsabile;  protezione da malattie infettive;  essere ascoltato;  partecipazione consapevole e responsabile alla vita della comunità;  possedere adeguati strumenti di conoscenza della realtà;  gioco e di un uso adeguato del tempo libero.

19 Contesto e obiettivi  La scuola in comunicazione con il territorio :  costruire e sperimentare forme di collaborazione coordinata tra scuola, Enti locali, servizi sanitari e terzo settore;  attenzione ai ragazzi che si orientano verso la formazione professionale, l’apprendistato e contrasto allo sfruttamento lavorativo.  Promozione di forme di cittadinanza attiva:  informare e far conoscere il proprio ambiente di vita;  sviluppo dell’intergenerazionalità;  promozione dell’impegno sociale degli adolescenti;  ripensamento degli spazi pubblici per un’organizzazione autonoma delle relazioni tra bambini e ragazzi, che richiede l’integrazione tra le diverse politiche di settore (v. gruppo tecnico interassessorile).

20  Potenziamento e qualificazione del sistema accoglienza:  Promozione della cultura dell’’accoglienza, come sensibilizzazione della comunità locale;  Promozione di nuove tipologie di comunità semiresidenziali;  Progetti di recupero delle famiglie di origine;  Formazione presso le scuole di referenti per l’accoglienza  Fondo distrettuale per garantire una gestione unificata degli oneri relativi all’inserimento in struttura;  Ruolo della provincia nelle azioni di coordinamento, monitoraggio e valutazione  Sostegno a forme specifiche di tutela:  potenziamento sistema interistituzionale dei servizi;  equipe centralizzate multiprofessionali ad alta qualificazione;  dialogo tra servizi sociali ed educativi;  consolidamento presidi per bambini e ragazzi vittime di violenza.  Coordinamento della progettazione e diffusione di buone prassi (scambi interprovinciali, azioni di coordinamento, esperto giuridico e qualificazione e aggiornamento operatori)


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