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Disposizioni ministeriali e regionali sul ruolo dell’Ospedale Sacco nella emergenza EBOLA e organizzazione per la gestione dei casi Fabio Franzetti U.O.

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1 Disposizioni ministeriali e regionali sul ruolo dell’Ospedale Sacco nella emergenza EBOLA e organizzazione per la gestione dei casi Fabio Franzetti U.O. Malattie Infettive III Ospedale Luigi Sacco Milano 30 ottobre 2014 Fabio Franzetti U.O. Malattie Infettive III Ospedale Luigi Sacco Milano 30 ottobre 2014

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3 Il settore ad alto isolamento del reparto Malattie Infettive Piano Terra

4 Reparto ad Alto isolamento Ospedale Sacco Milano

5 Il Laboratorio di Microbiologia BSL4

6 Il settore ad alto isolamento del pronto Soccorso Entrata Settore Alto Isolamento

7 Stanza ad alto isolamento del Pronto Soccorso

8 Ambulanza per Alto isolamento

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10 OSPEDALE LUIGI SACCO AZIENDA OSPEDALIERA – POLO UNIVERSITARIO 13 SETTEMBRE 2007 Piano Operativo per l’Emergenza Infettivologica UNI EN ISO 9001:2000 Certificato N° 9122 AOLS Area 37- 38

11 IL PERCORSO DEL PAZIENTE CON SOSPETTA FEV L’accoglienza del malato in PS (settembre 2007) FUNZIONEATTIVITÀPROCEDURE L’infermiere del triage:  Nel caso di arrivo in zona ambulanza: invita il malato a non scendere dall’autovettura prima di aver predisposto un percorso idoneo verso la stanza per la visita.  Nel caso di presenza del malato allo sportello, valuta il paziente sulla base di criteri diagnostici predefiniti e, nel caso, avvisa per citofono gli altri pazienti di non avvicinarsi alla zona triage.  Avvisa immediatamente l’infettivologo di PS per valutare la situazione.  Invita il malato ad indossare eventuali dispositivi di protezione individuale (DPI) e ad adottare comportamenti che riducano il rischio di trasmissione della possibile malattia infettiva. ALLEGATO 14 ALLEGATO 1 L’infettivologo di PS:  Valuta la congruità del dubbio diagnostico.  Stabilisce percorsi e sede per l’assistenza al malato  Avvisa il medico della DMP  Visita il paziente con l’aiuto di un infermiere del PS (con DPI adeguati) nella zona ad alto isolamento ALLEGATO 17 ALLEGATO 3 (4-7) Il medico della DMP  Allerta il responsabile del PS, il medico della Microbiologia, l’infettivologo della Task Force e il responsabile della Rianimazione. Dispone il blocco degli invii di malati tramite 118.

12 FEV: definizione di caso (JAMA 2002, 287) CRITERIO CLINICO Temperatura > 38,3°C per meno di 3 settimane + Malattia grave senza fattori predisponenti per emorragie + emorragie cutanee o rash purpurico (epistassi/ematemesi/emottisi/altre manifestazioni emorragiche + assenza di diagnosi alternative CRITERIO EPIDEMIOLOGICO nei 21 giorni precedenti: contatto con sangue o altri liquidi biologici di persona o animale affetto da FEV oppure attività lavorativa in un laboratorio che tratta le FEV. CRITERIO CLINICO Temperatura > 38,3°C per meno di 3 settimane + Malattia grave senza fattori predisponenti per emorragie + emorragie cutanee o rash purpurico (epistassi/ematemesi/emottisi/altre manifestazioni emorragiche + assenza di diagnosi alternative CRITERIO EPIDEMIOLOGICO nei 21 giorni precedenti: contatto con sangue o altri liquidi biologici di persona o animale affetto da FEV oppure attività lavorativa in un laboratorio che tratta le FEV.

13 OMS: mappa dell’epidemia in Guinea, Sierra Leone e Liberia (25/10/2014)

14 La normativa nazionale

15 La definizione di caso

16 OMS: Casi di EVD al 25 ottobre 2014 (II)

17 OMS: Casi di EVD al 25 ottobre 2014

18 OMS: altri focolai Repubblica Democratica del Congo NAZIONEAREA GEOGRAFICA INDICAZIONI ATTUALI TRASMISSIONE Congo repubblica Democratica (ex-Zaire) Sono interessati solo alcuni villaggi della contea di Jeera (che fa parte della regione di Boende, a sua volta parte della provincia Equateur, nel Nord Ovest del paese), a circa 1200 km dalla capitale Kinshasa. Focolaio non collegato all’epidemia dell’Africa occidentale. Criterio epidemiologico attivo solo per contatti con malati verificatisi nell’area di interesse

19 La normativa nazionale: il primo contatto

20 I Dispositivi di Protezione Individuale

21 Suggerimenti comportamentali nell’assistenza di un caso di sospetta FEV (MMWR 1995;44:475.) Sintomatologia del caso sospetto ProtezioniAltro Febbre senza altra sintomatologia Precauzioni standard + mascherina chirurgica Stanza singola, in caso di ricovero Febbre con tosse o rinite Precauzioni standard + mascherina FFP2 e occhiali o visiera protettiva se contatto ravvicinato (< 1 metro) (precauzioni airborne) Mascherina chirurgica al paziente. Stanza singola, se ricovero. Tosse importante, vomito, diarrea o episodi emorragici (con o senza febbre) Tute a protezione completa in tessuto- non tessuto impermeabile + maschera a tenuta (autorespiratore) che copra tutto il volto oppure tute a scafandro con ventilatore incorporato Mascherina chirurgica al paziente. Stanza singola a pressione negativa, in caso di ricovero Come sopra + procedure che aumentino il rischio di contatto con fluidi corporei, es. in presenza di copiose quantità di sangue, vomito o feci Tute a protezione completa in tessuto- non tessuto impermeabile + doppio paio di soprascarpe + grembiule in oppure tute a scafandro con ventilatore incorporato Se possibile, al paziente mascherina chirurgica. Stanza singola a pressione negativa, in caso di ricovero

22 Suggerimenti comportamentali nell’assistenza di un caso di sospetta EBoVD (PO agosto 2014) Sintomatologia del caso sospetto ProtezioniAltro In assenza di tosse importante, vomito, diarrea o episodi emorragici (con o senza febbre) Tute a protezione completa in tessuto-non tessuto impermeabile con giunture termosaldate +/- sovrascarpe monouso + doppio paio di guanti + protezione oculare (occhiali protettivi o visiera) + mascherina FFP3 Mascherina chirurgica al paziente. In presenza di tosse importante, vomito, diarrea o episodi emorragici (con o senza febbre) Tute a scafandro con ventilatore incorporato Se possibile, mascherina chirurgica al paziente.

23 La classificazione dei casi

24 La stratificazione del rischio

25 Il caso sospetto: la normativa regionale (nota 19.8.2014)

26 Reparto ad Alto Isolamento Ospedale Sacco Milano

27 Malattie Infettive Piano Terra: zona di decontaminazione

28 Il caso sospetto: la normativa regionale (nota 19.8.2014)

29 La normativa nazionale: i laboratori per la diagnosi

30 La flow chart diagnostica

31 Il caso sospetto: la normativa regionale (nota 19.8.2014)

32 EQUIPE ASSISTENZIALE Ambulanza per Alto isolamento

33 Composizione del gruppo di trasporto in Ambulanza ad Alto Isolamento Figura professionaleQuantitàNote Autista ambulanza2In situazioni standard, non partecipano al caricamento del malato/barella sull’ambulanza Medico infettivologo1Componente Task Force Medico Rianimatore1Se il malato necessita assistenza rianimatoria o a completamento Task Force in circostanze estreme Infermiere1Componente Task Force, scelto preferibilmente nel Dipartimento di Malattie Infettive Tecnico infermiere di assistenza a bordo 1Componente Task Force, individuato preferibilmente tra il personale infermieristico del DEA Agenti di pubblica sicurezza, VV.FF. variabileNella loro autovettura possono trasportare il personale eccedente le capacità dell’ambulanza (almeno 2 con malato non in barella)

34 La normativa nazionale: il trasporto del malato

35 La normativa nazionale: la gestione dei contatti

36 La gestione dei contatti PROVVEDIMENTI Nessuna misura Quarantena a domicilio Sorveglianza attiva Quarantena in regime di ricovero Sorveglianza

37 I contatti: la normativa regionale (nota 19.8.2014)

38 Grazie dell’attenzione e Buon lavoro


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