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ASL della Provincia di Sondrio Principi di Sicurezza nei Luoghi di Lavoro A cura di ing. Vincenzo ALBI Funzionario ASL U.O. Impiantistica per la Sicurezza.

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1 ASL della Provincia di Sondrio Principi di Sicurezza nei Luoghi di Lavoro A cura di ing. Vincenzo ALBI Funzionario ASL U.O. Impiantistica per la Sicurezza Via Stelvio n.35 / A - 23100 Sondrio (So) Tel. 0342. 555.522 - Fax: 0342-55.019 E-mail: v.albi@asl.sondrio.it

2 Premesse. Attrezzature di lavoro. Ogni attrezzatura, nel corso del proprio ciclo funzionale, deve essere verificata, accertata nella sicurezza di funzionamento e nel corretto utilizzo, per l’incolumità dei lavoratori e la salvaguardia dell’ambiente.

3 Definizioni Sicurezza : condizione in cui si è protetti da una situazione di rischio. Pericolo : fonte di possibili lesioni o danni alla salute. Rischio : combinazione di probabilità e di gravità di possibili lesioni o danni alla salute.

4 Rischio = f (probabilità; gravità) R = f ( D; P ) = magnitudo Il rischio è più elevato quanto è maggiore la probabilità che si generi un danno. Si genera una condizione di rischio soltanto in presenza di un pericolo (es. manipolazione di sostanze : amianto). L’esposizione al rischio può comportare per il lavoratore, come conseguenza, un danno più o meno grave. La patologia medica definisce il danno come lesione od alterazione dello stato di salute del lavoratore dovuta alla sua esposizione ad uno specifico pericolo: in questo caso si parla di malattie professionali. Si può quindi definire per ogni attività lavorativa una gradualità nella specificità del rischio.

5 Si definisce rischio: Convenzionale quello insito nell’utilizzo di attrezzature di lavoro; Specifico quello legato all’utilizzo di preparati, agenti biologici fisici che possono causare patologie; Grandi rischi quello in elementi di notevole rilevanza individuabili in esplosioni, formazione di nubi tossiche, che interessano non solo il luogo, ma anche l’ambiente esterno. Il rischio produce danno fisico/materiale rispettivamente all’individuo/beni legandolo all’evento ed all’ambiente.

6 Processo di valutazione del rischio. La compilazione del Documento di Valutazione del Rischio ( DVR ) è lo strumento essenziale per la valutazione del rischio: il termine processo sottolinea l’attività di tipo complesso. Effettuando la valutazione del rischio si ponderano i rischi e si e si mappano le aree di esposizione / interesse per i lavoratori per applicare le dovute contromisure di eliminazione / limitazione del rischio. Il rischio è funzione di : f(normative/norma buona tecnica /buone prassi). Le buone prassi sono soluzioni organizzative. Valutazione indice d’esposizione : fonometrie / illuminamento.

7 Il requisito di globalità implica la necessità di effettuare l’attenta ricognizione di tutte le fasi lavorative. Fasi : deposito, montaggio, manutenzione, riparazione, pulizia. Quasi incidenti: eventi-accadimenti che non hanno prodotto conseguenze ridotte del danno e che pertanto debbono essere trascritti nel registro infortuni e nelle procedure aziendali, per essere studiati per eliminare lo stato di rischio che li ha evidenziati.

8 Il processo di valutazione dei rischi si articola in: A) individuazione delle potenziali condizioni di pericolo. B) stima delle probabilità di accadimento. Le due fasi, insieme, individuano l’accettabilità del livello, controllo del rischio. Seguono : stima e valutazione del rischio; definizione delle misure; Programmazione ed attuazione delle misure: realizzazione interventi.

9 Monitoraggio e correzione. Documentazione attività. Revisioni periodiche e straordinarie. Rischio residuo: rischio rimanente nell’ambiente ( ilenibilabile ) di lavoro dopo aver messo in atto le misure di prevenzione e protezione. I rischi se non eliminabili debbono essere ridotti al minimo in relazione alle conoscenze tecnologiche acquisite dal processo di produzione.

10 R = Magnetudo del Rischio = P x D Si dovranno fissare i livelli convenzionali per le variabili del Rischio: P Probabilità che si verifichi il danno; D Magnetudo del danno. La stima di ciascuna situazione pericolosa viene eseguita sulla base di apposite scale numeriche. Criterio importante è il giudizio soggettivo di chi è coinvolto nell’attività lavorativa.

11 Matrice della scala di potenzialità del Rischio. Si ricorre alla valutazione, come da letteratura anglosassone, all’individuazione della gradualità delle due scale: La scala di probabilità del danno; La scala di gravità del danno. Con indice rispettivamente di 1, 2, 3, 4 si pongono rispettivamente le magnetudo della Probabilità del Danno come: improbabile, poco probabile, probabile, molto probabile; Gravità del Danno come: Lieve, da non trascurare, grave, molto grave.

12 Matrice scala potenzialità rischio. 43214321 481216 88  Azioni correttive urgenti. 369124 ÷ 8 Azioni da programmare a breve termine. 24682 ÷ 3 Azioni da programmare a medio termine. 12341 Migliorie, misure di tutela. 1 2 3 4 V.A.

13 IL RISCHIO ELETTRICO Relatore: Ing. Donato De Girolamo Consulenza Tecnica Regionale Puglia 13

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17 Legislazione Lo Stato tutela l’individuo come cittadino e come lavoratore, in particolare per quanto riguarda: la salute la sicurezza Conseguentemente la maggior parte della legislazione relativa agli impianti elettrici riguarda l’aspetto della sicurezza degli impianti nei confronti di persone e cose. 17

18 LA NORMATIVA TECNICA NEL SETTORE ELETTRICO Sicurezza in generale: DPR 547/55 “Norme per la prevenzione degli Infortuni sul lavoro” abrogato e sost. da DLgs81/08 DPR 303/56 “Norme generali per l'igiene del lavoro” abrogato e sost. da DLgs81/08 DLgs 81/08 “Miglioramento delle condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro” 18

19 LA NORMATIVA TECNICA NEL SETTORE ELETTRICO Settore elettrico: Direttiva Bassa Tensione Legge n.46/90 “Norme per la sicurezza degli impianti” ( abrogata e sostituita dal DM n.37/08) Legge n.186/68 “Disposizioni concernenti la produzione di materiali, apparecchiature, macchinari, installazioni ed impianti elettrici ed elettronici” 19

20 Legge n.186/68 Disposizioni concernenti la produzione di materiali, apparecchiature, macchinari, installazioni e impianti elettrici ed elettronici Art. 1 Tutti i materiali, le apparecchiature, i macchinari, le installazioni e gli impianti elettrici ed elettronici devono essere realizzati e costruiti a regola d’arte. Art. 2 I materiali, le apparecchiature, i macchinari, le installazioni e gli impianti elettrici ed elettronici realizzati secondo le Norme del Comitato Elettrotecnico Italiano si considerano costruiti a regola d’arte. 20 Quadro Legislativo

21  Per la legge n.46/90 gli impianti elettrici devono essere dotati di:  Impianto di terra;  Interruttori differenziali ad alta sensibilità Idn30mA<1A)  Il DPR 447/91 considerava gli impianti elettrici esistenti all’entrata della legge, adeguati quando a valle del contatore Enel fosse installato un Interruttore salvavita (Idn30mA) 21

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23 D.M. n.37/2008 In vigore dal 27 marzo 2008 Quadro Legislativo 23

24 D.M. 37/2008 degli impianti Regolamento … recante riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all’interno degli edifici Quadro Legislativo 24

25 D.M. 37/2008  stessa struttura legge n.46/90 integrata da D.P.R. 447/91 (abrogati entrambi) Quadro Legislativo 25

26 D.M. 37/2008  applicabile a tutti gli impianti a servizio degli edifici, dal punto di consegna Quadro Legislativo 26

27 D.M. 37/2008  progetto sempre obbligatorio Quadro Legislativo 27

28 D.M. 37/2008  progetti più complessi redatti da professionisti Quadro Legislativo 28

29 D.M. 37/2008  esecuzione a regola d’arte Quadro Legislativo 29

30 D.M. 37/2008  dichiarazione di conformità e dichiarazione di rispondenza Quadro Legislativo 30

31 D.P.R. 462/01 Regolamento di semplificazione per la denuncia di …impianti di terra, parafulmini, impianti elettrici pericolosi Quadro Legislativo 31

32 D.P.R. 462/01 MESSA IN ESERCIZIO terra e parafulmini verifica installatore e DICO esplosione verifica installatore e DICO Quadro Legislativo 32

33 D.P.R. 462/01 DENUNCIA terra e parafulmini: INAIL (ex ISPESL) e ASL/ARPA esplosione: solo ASL/ARPA Quadro Legislativo 33

34 D.P.R. 462/01 VERIFICHE PERIODICHE 2 anni ( l.medici, cantieri) 5 anni (ordinari) ASL/ARPA e organismi abilitati Verbale verifica Quadro Legislativo 34

35 D.Lgs 626/96 materiale elettrico entro taluni limiti di tensione Attuazione della direttiva 93/68/CEE in materia di marcatura CE del materiale elettrico destinato ad essere utilizzato entro taluni limiti di tensione. Quadro Legislativo 35

36 ConTARP Veneto LA NORMATIVA TECNICA NEL SETTORE ELETTRICO CEI 64 “Effetti della corrente elettrica attraverso il corpo umano” CEI 64-8 “Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in c.a. e a 1500V in c.c.” CEI 64-8/7 “Impianti elettrici in locali adibiti ad uso medico” CEI 81-1-2-3-4 “Protezione contro i fulmini”

37 Normativa tecnica Le Norme CEI: sono norme tecniche non sono norme di legge Le Norme CEI: sono riconosciute regola dell’arte nel settore elettrico dalla Legge 186/68. pertanto seguire le Norma CEI e’ condizione sufficiente ma non necessaria per costruire un apparecchio o realizzare un impianto a regola d’arte (obbligo legislativo). 37

38  Alla data odierna, tutti gli impianti elettrici già esistenti dal 05 Marzo 1990, dovrebbero essere stati adeguati. Ossia, almeno dovrebbe essere stato installato, da personale qualificato (artigiano iscritto alla CCIA almeno per le categoria A e B ) a valle del contatore Enel un interruttore salvavita. 38

39 LA NORMATIVA TECNICA E LA LEGISLAZIONE Norme tecniche Sono specifiche tecniche approvate da un organismo riconosciuto ad attività normativa (CEI), per l'applicazione ripetuta e continua. Non sono obbligatorie ma conservano il carattere di norme volontarie. Regole tecniche Sono specifiche tecniche emanate dall'autorità pubblica sotto forma di leggi, regolamenti, regole amministrative. La loro osservanza è obbligatoria. 39

40  CENELEC (omologo in campo Europeo del CEI)  IEC (Ente normatore a livello extraeuropeo)  CEI ( Comitato Elettrotecnico Italiano) (Enti normatori in tema di norme di buona tecnica ) 40

41 Alcune importanti Norme CEI Norma CEI 64-8 Impianti elettrici utilizzatori a tensione non superiore a 1000V in C.A e a 1500V in C.C. Norma CEI 11-8 Impianti di produzione, trasmissione e distribuzione dell’energia elettrica. Impianti di messa a terra. Norma CEI 64-2/64-2A Impianti nei luoghi con pericolo di esplosione Norma CEI 81-1 E 81-4 Protezione delle strutture contro i fulmini Anche per gli utilizzatori elettrici sono vigenti specifiche norme CEI 41

42 Impianti elettrici Utilizzatori elettrici Specifiche norme CEI Marcatura CE Marchio IMQ (O altri Enti Certificatori) Dichiarazione del costruttore Costruzione degli Utilizzatori a “Regola d’arte” Riepilogo norme impianti elettrici 42

43 Marcatura CE L. n.791/77 Stabilisce che: il materiale elettrico soggetto al campo di applicazione può essere posto in commercio solo se costruito a regola d’arte in materia di sicurezza I principi generali in materia di sicurezza che tale materiale deve soddisfare il materiale elettrico deve essere munito della marcatura CE che ne attesta la conformità alle disposizioni della Legge (la responsabilità di tale attestazione è del costruttore). 43

44 IL RISCHIO ELETTRICO IDENTIFICAZIONE DEI RISCHI ELETTRICI Elettrocuzione Esplosione Incendio Devono salvaguardare: –la sicurezza di persone e cose –la sicurezza dell’impianto 44

45 PRINCIPALI TIPOLOGIE DI INFORTUNIO ELETTRICO ELETTROCUZIONE Passaggio della corrente elettrica nel corpo umano. Alterazioni e lesioni a carattere transitorio, permanente o letale. Tali effetti sono funzione di: –intensità della corrente –durata del contatto –natura della corrente (continua/alternata) –frequenza –percorso della corrente nel corpo –stato di salute generale –sesso del soggetto 45

46 DEFINIZIONI 46

47 IMPIANTI ELETTRICI Si definisce impianto elettrico, l’insieme dei componenti (cavi, canalizzazioni, apparecchiature di manovra, apparecchiature di protezione, quadri elettrici, prese a spina, ecc.) compresi tra il punto di fornitura dell’energia (contatore ENEL) e il punto di utilizzazione. 47

48 Utilizzatori elettrici Si definiscono utilizzatori elettrici le apparecchiature che utilizzano l’energia elettrica per produrre lavoro, calore, luce, come pure le apparecchiature informatiche, le apparecchiature per telecomunicazioni, ecc. 48

49 Definizioni Volt (V): Unità di misura della tensione di alimentazione.(Nelle case la tensione di alimentazione è di 220/230 Volt) Corrente elettrica (I):L’intensità di corrente elettrica è misurata in ampere; Una lampada da 100Watt assorbe una corrente elettrica di circa 0.50A; Watt: Unità di misura della potenza elettrica. ( W = V x I ) KWh: Unità di misura della potenza elettrica consumata in un determinato periodo di tempo, misurato in ore. 49

50 INTERRUTTORE Magnetotermico INTERRUTTORE MAGNETOTERMICO 610131620253240506380100125 Le mod alità di inter vent o mag netic o sono tre in base ai limit i della corr ente di inter vent o (rife riti alla corr ente nomi nale In) in caso di cort ocirc uito: TIPOLIMITI DELLA CORRENTE DI INTERVENTO B3In --- 5In C5In --- 10In D10In --- 20In In prati ca il tipo B inter vien e per più bass e corr enti. L’interruttore contiene due sganciatori che permettono di aprire il circuito elettrico in caso di: Cortocircuito (sgancio istantaneo dell’interruttore) Sovraccarico (sgancio dell’interruttore quando c’è un assorbimento di corrente maggiore di quella consentita) 50

51 Sovraccarico: E’ una condizione anomala di funzionamento, in conseguenza del quale i circuiti elettrici sono percorsi da una corrente superiore rispetto a quella per la quale sono stati dimensionati. La non tempestiva interruzione di questa “sovracorrente” può dar luogo all’eccessivo riscaldamento dei cavi o di altri componenti dell’impianto elettrico 51

52 INTERRUTTORE MAGNETOTERMICO 610131620253240506380100125 Le mod alità di inter vent o mag netic o sono tre in base ai limit i della corr ente di inter vent o (rife riti alla corr ente nomi nale In) in caso di cort ocirc uito: TIPOLIMITI DELLA CORRENTE DI INTERVENTO B3In --- 5In C5In --- 10In D10In --- 20In In prati ca il tipo B inter vien e per più bass e corr enti. Corto circuito: Intensità di corrente che la linea può sopportare in caso di guasto; Il valore della corrente è molto elevato, in genere circa 20-30 volte la corrente nominale ; la durata del corto circuito (prima cioè che gli interruttori di protezione isolino il guasto, interrompendo la circolazione della corrente) è normalmente di 0,2-0,3 sec. 52

53 EFFETTI DELLA CORRENTE SUL CORPO UMANO ELETTROCUZIONE Passaggio della corrente elettrica nel corpo umano. Alterazioni e lesioni a carattere transitorio, permanente o letale. Tali effetti sono funzione di: –intensità della corrente –durata del contatto –natura della corrente (continua/alternata) –frequenza –percorso della corrente nel corpo –stato di salute generale –sesso del soggetto 53

54 Effetti della Circolazione della corrente nel corpo umano Scossa lieve Ustioni Spiacevole sensazione al passaggio della corrente Dovute agli effetti termici provocati dal passaggio di corrente nei tessuti. Distruzione di tessuti superficiali  profondi, danneggiamento di arti (braccia, spalle, arti inferiore ecc.. Rotture delle arterie, con emorragie, distruzione dei centri nervosi.. Tetanizzazione Blocco della muscolatura (per es. della mano) che non consente di abbandonare la presa Arresto Respiratorio Contrazione muscoli addetti alla respirazione o lesione del centro Nervoso che presiede a tale funzione 1/2 54

55 La resistenza elettrica della pelle aumenta: 1.Durante un intensa concentrazione mentale; 2.In presenza di parti indurite ( calli, duroni ecc.); La resistenza elettrica della pelle diminuisce: 3. Se è umida o sudata; 4. Se il contatto avviene in un punto in cui la pelle è tagliata o ferita; 55

56 EFFETTI DELLA CORRENTE SUL CORPO UMANO CURVA DI SICUREZZA abc1 56

57 EFFETTI DELLA CORRENTE SUL CORPO UMANO CURVA DI SICUREZZA Zona 1 :Situazioni in cui le correnti e i tempi di circolazione non producono nessun danno alle persone; Zona 2 :Situazioni in cui non si verificano danni irreversibili alle persone; 57

58 EFFETTI DELLA CORRENTE SUL CORPO UMANO CURVA DI SICUREZZA Zona 3:Probabilità di contrazioni muscolari e difficoltà respiratorie; disturbi reversibili nella formazione e conduzione di impulsi nel cuore, fibrillazione atriale e arresto cardiaco provvisorio senza fibrillazione ventricolare Zona 4:probabile fibrillazione ventricolare ed arresto cardiaco, respiratorio, gravi ustioni che possono presentarsi all’aumento dell’intensità di corrente e del tempo. 58

59 EFFETTI DELLA FREQUENZA 59

60 Curve di sicurezza tensione-tempo in condizioni ambientali particolari e ordinarie 60

61 Elettrocuzione o Folgorazione Contatto diretto Contatto tra la persona e parti dell’impianto elettrico che sono in tensione in condizioni di ordinario funzionamento. Contatto indiretto Contatto tra la persona e parti conduttrici di impianto elettrico o di un utilizzatore elettrico che non sono ordinariamente in tensione, ma vanno in tensione a causa di un guasto (Es.carcassa di un elettrodomestico per un difetto di isolamento, ecc..) Nei confronti di un Impianto Elettrico una persona può avere: 61

62 CONTATTO DIRETTO Contatto di una persona con parti normalmente in tensione nell'impianto. Es. un conduttore o un morsetto, scoperto. 62

63 CONTATTI INDIRETTI Contatto di una persona con parti conduttrici di componenti elettrici che, pur non essendo normalmente in tensione, possono assumere un potenziale diverso da zero in seguito ad un guasto di isolamento. Es. contatto con la carcassa metallica di un elettrodomestico. 63

64 MASSA Parte conduttrice di un componente elettrico che può essere toccata non in tensione in condizioni ordinarie può andare in tensione in condizione di guasto o cedimento dell’isolamento principale 64

65 CONTATTI INDIRETTI In assenza di impianto di terra tutta la corrente di guasto attraversa il corpo umano. 65

66 CONTATTI INDIRETTI L'impianto di terra convoglia verso terra la corrente di guasto. 66

67 Interruttore differenziale I  n = 30 mA CONTATTI INDIRETTI INTERRUTTORE DIFFERENZIALE

68 INTERRUTTORE DIFFERENZIALE 68

69 Manutenzione del salvavita L’interruttore salvavita è presente nei quadri elettrici degli appartamenti e si riconosce per la presenza di un tasto contrassegnato con la lettera T Per mantenerlo in efficienza il tasto che apre il circuito va premuto regolarmente una volta al mese. Leva per il riarmo Tasto per lo sgancio Interruttore generale magnetotermico Blocco differenziale 69

70 INTERRUTTORE MAGNETOTERMICO 610131620253240506380100125 Le mod alità di inter vent o mag netic o sono tre in base ai limit i della corr ente di inter vent o (rife riti alla corr ente nomi nale In) in caso di cort ocirc uito: TIPOLIMITI DELLA CORRENTE DI INTERVENTO B3In --- 5In C5In --- 10In D10In --- 20In In prati ca il tipo B inter vien e per più bass e corr enti. Metodi di protezione sono : -Interruzione automatica del circuito; L’impianto elettrico è protetto da un interruttore Differenziale Coordinato con l’impianto di terra. Nel momento in cui si verifica un guasto l’impianto viene automaticamente disalimentato. L’interruttore differenziale è scelto dal progettista in maniera che non si verifichino condizioni che vadano oltre la zona 2 della curva di sicurezza. 70

71 Il significato di messa a terra, esprime il concetto che tutte le masse metalliche di un edificio, esterne o interne, devono essere portate allo stesso potenziale V0 del terreno circostante, attraverso una adeguata rete di dispersori e conduttori di collegamento di questi ultimi. 71

72 IMPIANTO DI TERRA DI UN EDIFICIO 72

73 CONTATTI INDIRETTI IMPIANTO DI TERRA 73

74 CONTATTI DIRETTI PROTEZIONE ADDIZIONALE La norma CEI 64-8 considera l’interruttore differenziale una misura di protezione addizionale che può integrare i metodi di protezione parziale o totale ma non sostituirli. 74

75 PROTEZIONE DAI CONTATTI DIRETTI TECNICHE DI PROTEZIONE PASSIVA Non interrompono il circuito in caso di contatto diretto ma sono finalizzate ad evitare il contatto. Le parti elettricamente attive sono quindi segregate in modo da renderle inaccessibili. TECNICHE DI PROTEZIONE ATTIVA Interrompono automaticamente il circuito tramite l'intervento di un interruttore automatico differenziale ad alta sensibilità. 75

76 CONTATTI INDIRETTI PROTEZIONE ATTIVA SISTEMA COORDINATO TRA L'IMPIANTO DI TERRA E GLI INTERRUTTORI AUTOMATICI La protezione si ha attraverso la coordinazione tra l'impianto di terra e l'organo di protezione. Deve essere verificata la relazione R A I A <= 50 (<= 25 per locali ad uso medico ) Se è verificata, la tensione massima a cui una persona è sottoposta per un tempo indefinito è pari a 50 V; valori più alti della tensione persistono per un tempo minore. 76

77 PROTEZIONI DA SOVRACORRENTI E CORTOCIRCUITI Dispositivi che interrompono automaticamente l’alimentazione quando si produce un sovraccarico: –Interruttori automatici con sganciatori di sovracorrenti –Interruttori combinati con fusibili –Fusibili

78 PROTEZIONI DA SOVRACORRENTI E CORTOCIRCUITI Limite di accettabilità sovracorrenti L'interruttore deve avere corrente nominale di intervento compresa tra la corrente di funzionamento del conduttore elettrico e la corrente max che può sopportare lo stesso conduttore. I b <= I n <= I z I b = corrente di impiego del circuito I n = corrente nominale del dispositivo di protezione I z = corrente massima di progetto 78

79 CONTATTI INDIRETTI PROTEZIONE PASSIVA Componenti di II classe: si usano involucri con doppio isolamento. Es. cavi elettrici con isolamento doppio o rinforzato, quadri prefabbricati con isolamento completo Locali isolanti ed equipotenziali non connessi a terra : locali particolari sotto il controllo di personale addestrato Separazione elettrica: si separano la sorgente di alimentazione e l'impianto utilizzatore. Utilizzata in locali ad uso medico. 79

80 INTERRUTTORE MAGNETOTERMICO 610131620253240506380100125 Le mod alità di inter vent o mag netic o sono tre in base ai limit i della corr ente di inter vent o (rife riti alla corr ente nomi nale In) in caso di cort ocirc uito: TIPOLIMITI DELLA CORRENTE DI INTERVENTO B3In --- 5In C5In --- 10In D10In --- 20In In prati ca il tipo B inter vien e per più bass e corr enti. Utilizzatori a doppio isolamento, detti pure componenti in classe II. Questo tipo di protezione è una protezione di tipo passivo e consiste nel dotare gli apparecchi elettrici di un isolamento supplementare rispetto a quello normale. Tali componenti non devono essere connessi a terra. Il contrassegno è: senza interruzione automatica del circuito 80

81 CONTATTI INDIRETTI PROTEZIONE PASSIVA Non interrompono il circuito in caso di guasto Apparecchi di classe II Si usano involucri con doppio isolamento Separazione elettrica Si separano la sorgente di alimentazione e l’impianto utilizzatore -Doppio isolamento oppure isolamento rinforzato - Vietato il collegamento al conduttore di protezione -Doppio isolamento oppure isolamento rinforzato - Vietato il collegamento al conduttore di protezione -Nei locali ad uso medico 81

82 CONTATTI DIRETTI Esempi di protezione passiva totale Isolamento parti attive Involucri: Proteggono l'uomo dai contatti diretti e le parti elettriche dagli agenti esterni. 82

83 Protezione combinata contro i contatti diretti e indiretti Circuiti a bassissima tensione SELV (a bassissima tensione di sicurezza) FELV (a bassissima tensione funzionale) PELV ( a bassissima tensione di protezione) 83

84 ConTARP Veneto CONTATTI DIRETTI Esempio di protezione passiva CEI 70-1 “Gradi di protezione degli involucri” Classifica gli involucri con un codice IP IP X X lettera Apparecchio installato all'aperto: IP54 = protetto contro la polvere, contro gli spruzzi d'acqua, dai contatti diretti Usata se la protezione contro il contatto diretto > alla protezione contro l'accesso di corpi solidi (A-D) Protezione contro la penetrazione dei liquidi (0-8) Protezione al contatto con parti pericolose, protezione contro l'accesso di corpi solidi (0-6)

85 85

86 86

87 NORME DI COMPORTAMENTO PER UNA CORRETTA GESTIONE E FRUIZIONE DEGLI IMPIANTI E UTILIZZATORI ELETTRICI Apparecchi forniti di Acquistare Certificazioni; Omologazioni, Garanzie Istruzioni per l’uso UtilizzareApparecchi secondo le istruzioni per l’uso 87

88 Non Manomettere Impianti elettrici apparecchi Qualsiasi intervento deve essere affidato a ditte specializzate, Come previsto dalla legge 46/90. Per ogni intervento su impianti elettrici la ditta deve rilasciare la Dichiarazione di conformità a lavori ultimati. 88

89 NON INTERVENIRE mai in caso di guasto, improvvisandosi elettricisti e, in particolare non intervenire su quadri o armadi elettrici (qualsiasi lavoro deve essere affidato a ditta specializzata: DM n.37/08) NON COPRIRE o nascondere con armadi o altre suppellettili i comandi e i quadri elettrici NORME DI COMPORTAMENTO 89

90 Non Usare 90

91 91

92 92

93 Fare effettuare a personale qualificato Il controllo di apparecchi in cui siano entrati liquidi o che abbiano subito urti meccanici fuori dalla norma Collegare L’apparecchio ad una presa di corrente idonea, in relazione alle dimensioni degli alveoli delle prese Presa da 10A (alveoli piccoli) Presa da 16A ( alveolo grandi) 93

94 Non sovraccaricare Le prese di corrente con troppi utilizzatori elettrici, spine multiple o utilizzando adattatori Verificare Sempre che l’intensità di corrente assorbita complessivamente dagli utilizzatori da collegare non superi i limiti della presa stessa 94

95 Far sostituire da ditte specializzate Cavi; Prese e spine deteriorate; Accertarsi che I cavi di alimentazione degli apparecchi elettrici siano-adeguatamente protetti contro: Azioni-meccaniche (passaggio di veicoli, oggetti taglienti, ecc..) Azioni-termiche; (sorgenti di calore) Azioni-chimiche; (sostanze corrosive) 95

96 Fare riparare eventuali cavi danneggiati con parti conduttrici a vista Non Rimuovere mai Coperchi cassetti di derivazione, canalette di protezione dei cavi elettrici 96

97 SEGNALARE subito la presenza di eventuali cavi danneggiati e con parti conduttrici a vista FAR SOSTITUIRE i cavi, le prese e le spine deteriorate rivolgendosi solo a installatori qualificati NORME DI COMPORTAMENTO 97

98 ACCERTARSI che i cavi di alimentazione degli apparecchi elettrici siano adeguatamente protetti contro le azioni meccaniche (passaggio di veicoli, oggetti taglienti, ecc.), le azioni termiche (sorgenti di calore) o le azioni chimiche (sostanze corrosive) NORME DI COMPORTAMENTO 98

99 ACCERTARSI che sia stata tolta l'alimentazione elettrica prima di effettuare qualsiasi semplice operazione sugli impianti (anche la sostituzione di una lampadina) o sugli apparecchi SEGNALARE prontamente l'odore di gomma bruciata, la sensazione di pizzicorio a contatto con un utensile elettrico o una macchina, il crepitio all'interno di un apparecchio elettrico, per evitare possibili incidenti NORME DI COMPORTAMENTO 99

100 COLLEGARE l'apparecchio a una presa di corrente idonea 10A (alveoli della presa più piccoli) o 16A (alveoli della presa più grandi), in relazione alle dimensioni della spina NON TIRARE il cavo di alimentazione per scollegare dalla presa un apparecchio elettrico, ma staccare la spina NORME DI COMPORTAMENTO 100

101 NON SOVRACCARICARE le prese di corrente con troppi utilizzatori elettrici, utilizzando adattatori o spine multiple. Verificare sempre che l'intensità di corrente assorbita complessivamente dagli utilizzatori da collegare non superi i limiti della presa stessa ASSICURARSI sempre che l'apparecchio sia disalimentato (previo azionamento dell'apposito interruttore), prima di staccare la spina NORME DI COMPORTAMENTO 101

102 COLLEGARE l'apparecchio alla presa più vicina evitando il più possibile l'uso di prolunghe NON IMPEDIRE la corretta ventilazione degli apparecchi NON USARE acqua per spegnere incendi di origine elettrica. NORME DI COMPORTAMENTO 102

103 INTERRUTTORE MAGNETOTERMICO 610131620253240506380100125 Le mod alità di inter vent o mag netic o sono tre in base ai limit i della corr ente di inter vent o (rife riti alla corr ente nomi nale In) in caso di cort ocirc uito: TIPOLIMITI DELLA CORRENTE DI INTERVENTO B3In --- 5In C5In --- 10In D10In --- 20In In prati ca il tipo B inter vien e per più bass e corr enti. Grazie per la cortese attenzione 103


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