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Psicologia Sociale e Devianza 6° Lezione: Il Sé e l’identità Dal testo Palmonari – Cavazza - Rubini: pag.107-146 12 aprile 2011 – 11,00-14,00.

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1 Psicologia Sociale e Devianza 6° Lezione: Il Sé e l’identità Dal testo Palmonari – Cavazza - Rubini: pag.107-146 12 aprile 2011 – 11,00-14,00

2 Psicologia Sociale e della Devianza – Prof.ssa S.Attanasio Page 2 Immaginate di dovervi iscrivere ad un sito internet che, in riferimento agli scopi specifici che esso persegue, vi chiede di compilare una scheda anagrafica e di scrivere una breve descrizione di voi stessi. I siti sono i seguenti: www.coinquilinocercasi.it: è un sito che seleziona gli iscritti in funzione di interessi e abitudini per organizzare incontri tra persone in cerca di un alloggio a Lecce per organizzare soluzioni di convivenza efficaci www.amorecercaamore.com: è un’agenzia di matrimonio, seleziona richieste/offerte di incontri al fine di trovare l’anima gemella www.domandaoffertalavoro.it: sito di collocamento professionale, fornisce profili professionali ad aziende in cerca di nuovi collaboratori www.sportcommunity.it: è un sito impegnato nelle attività sportive e wellness. Attiva incontri e confronti tra appassionati si attività fisiche. Esercitazione

3 Psicologia Sociale e della Devianza – Prof.ssa S.Attanasio Page 3 All’interno di ogni gruppo, leggete le vostre “descrizioni” e insieme, attenendovi a quanto scritto, individuate: 1)Gli aggettivi o caratteristiche che descrivono il proprio sé, i tratti distintivi, per esempio: indipendente, altruista, ambizioso, che non si arrende di fronte alle difficoltà. Ecc 2)Rintracciare i gruppi sociali a cui si fa riferimento per descrivere se stessi e il significato valutativo ed emotivo associato a tale appartenenza. Per esempio: genere (M/F), nazionalità, Famiglia (descritta in termini economici o religiosi), disoccupati oppure precari (che si caratterizzano in quanto bisognosi e inesperti i primi o dinamici ed esasperati i secondi), calciatori o surfista (componente di una squadra o praticanti sport individuali) ecc. Stilate, a questo punto, tutte le possibili componenti del Sé (punto 1) e tutte le possibili identità con relativi attributi (punto 2, p.es. identità di genere – femminile - dolce, permissiva, isterica ecc…. Esercitazione

4 Psicologia Sociale e della Devianza – Prof.ssa S.Attanasio Page 4 Spesso i due termini vengono considerati come sinonimi e utilizzati indistintamente. In realtà è opportuno distinguere: Sé: Sé: l’insieme di aspetti individuali e le componenti intrapsichiche del soggetto. La SocialCognition individua le radici del Sé sociale nelle relazioni interpersonali, trascurando le relazioni intergruppi Auto-riconoscimento personale in termini di rappresentazione di sé in prima persona. Identità: Identità: dimensione sociale dello sviluppo individuale che rimanda all’idea di “appartenenze”. Di tradizione europea, enfatizza il ruolo prominente dell’appartenenza di gruppo e delle relazioni intergruppo. Si focalizza sugli antecedenti e conseguenze delle identità collettivamente condivise Auto-riconoscimento basato sull’appartenenza sociale e etero- riconoscimento da parte degli altri. Sé e Identità: Definizione

5 Psicologia Sociale e della Devianza – Prof.ssa S.Attanasio Page 5 L’elaborazione di Codol (1980) è quella che meglio esprime l’interdipendenza fra i concetti di Sé e di identità Il sentimento di un’identità personale si basa su due elementi essenziali del processo di percezione di sé: differenza  Il Sé come oggetto unico, il sentimento della differenza: il riconoscimento della propria differenza, attraverso il confronto con gli altri, permette la presa di coscienza di sé Coerenzastabilità  Coerenza e stabilità dell’immagine di sé, il sentimento dell’unità e dell’identità con sé stesso: l’immagine di sé presenta una certa costanza nel tempo Sé differente dagli Altri Sé coerente e stabile L’identità: Codol Identità +

6 Psicologia Sociale e della Devianza – Prof.ssa S.Attanasio Page 6 - I. Kant (1787): distinse Sé come oggetto (Sé empirico) e Sé come soggetto (Io puro) - A. Schopenhauer (1819): parla di “Io conosciuto” ed “io conoscitore” - W. James (1891) distingue due componenti del Sé:  Io:  Io: soggetto consapevole, in grado di conoscere, prendere iniziative e riflettere su di Sé  Me:  Me: quanto del Sé è conosciuto dall’Io (il modo in cui mi vedo); include una componente materiale (il Me corporeo), una sociale (il Me in rapporto con gli altri) e una spirituale (il Me consapevole e capace di riflessione) Il Sé: approccio filosofico

7 Psicologia Sociale e della Devianza – Prof.ssa S.Attanasio Page 7 - il Me Corporeo: include le conoscenze che l’individuo possiede a proposito del proprio corpo ma che si estende anche a domini confinanti come i vestiti, la casa, la proprietà, la famiglia. - il Me Sociale: attiene alle molteplici immagini che gli altri hanno dell’individuo e si articola in tante rappresentazioni quante sono le diverse forme di rapporto che lo uniscono agli altri significativi. - il Me Spirituale: attiene alle conoscenze che l’individuo possiede rispetto alle sue facoltà psicologiche, ai suoi tratti di personalità, disposizioni, atteggiamenti, motivazioni e interessi. Questa impostazione fa riferimento a un concetto di Sé piuttosto rigido, organizzato in forma gerarchica, dove è assegnato minor valore al Me corporeo e maggior valore al Me spirituale Il Sé: William James (1893) – approccio filosofico

8 Psicologia Sociale e della Devianza – Prof.ssa S.Attanasio Page 8 Dal contributo di James, lo psicologo Gordon Allport (1961), uno dei padri fondatori della psicologia sociale, sostenne che la distinzione tra Io e Me dovesse essere netta: L’Io non è oggetto diretto di conoscenza, pertanto deve essere studiato dalla Filosofia; Il Me, di contro, è assegnato alla Psicologia James era contrario a questa netta separazione. Io e Me sono distinti analiticamente ovvero descrivono lo stesso flusso di coscienza, l’uno in termini di pensatore (Io), l’altro come pensato di sé (Me). James affermava pertanto che Io e Me sono inscindibili poiché il «pensiero è esso stesso il pensatore» come un fiume è inscindibile rispetto all’acqua. Il Sé: William James (1893) – approccio filosofico

9 Psicologia Sociale e della Devianza – Prof.ssa S.Attanasio Page 9 Prima di addentrarci nello studio delle diverse teorie relative al Sé e all’identità ricordiamo che il fine del corso è lo studio della Psicologia Sociale e la sua declinazione in ambito della devianza. Ricordando che la psicologia sociale e, nello specifico, la social cognition studia le modalità con cui gli individui attribuiscono un senso alla loro esistenza e interpretano il comportamento proprio e altrui, approcci teorici diversi dalla social cognition contribuiscono a definire alcuni degli aspetti da essa trattata. La psicologia cognitivista offre modelli e metodi di studio utili a descrivere i meccanismi di apprendimento, del pensiero e della memoria; La psicologia gestaltica chiarisce il metodo fondamentale per cogliere gli aspetti olistici dei processi di pensiero. La psicoanalisi spiega i processi di interiorizzazione e di evoluzione individuale. Il Sé e gli approcci teorici

10 Psicologia Sociale e della Devianza – Prof.ssa S.Attanasio Page 10 In merito al capitolo sul Sé e l’identità, pertanto, sono tre gli approcci teorici da tenere in particolare considerazione perché propri della psicologia sociale, e sono: - L’approccio dell’interazionismo simbolico (di Mead) - l’approccio Gestaltico (Asch, Lewin) - L’approccio Scial Cognition (Markus e Higgins) I contributi teorici Psicanalitici (di Erikson e Marcia); del cognitivismo (Neisser), devono essere considerati in termini di rapporto e di supporto al filone psicosociale. Il Sé e gli approcci teorici

11 Psicologia Sociale e della Devianza – Prof.ssa S.Attanasio Page 11 Mead (1934) segue un approccio psico-sociale in quanto sottolinea la funzione congiunta e interattiva della mente, dell’organismo e del suo ambiente. Egli, pertanto, presta interesse al modo in cui l’esperienza umana e il comportamento emergono nei contesti di interazione sociale. Il Sé è risultato e conseguenza dell’interazione sociale. Il Sé non esiste alla nascita. La capacità di conoscere il Sé emerge quando sono presenti due condizioni: -la capacità di produrre e rispondere a simboli -la capacità di assumere gli atteggiamenti degli altri Il Sé: L’interazionismo simbolico

12 Psicologia Sociale e della Devianza – Prof.ssa S.Attanasio Page 12 interazionismo simbolico Nello specifico, Mead è esponente dell’interazionismo simbolico Per interazionismo simbolico si intende una corrente di pensiero secondo cui è possibile considerare “reale” ciò che si attesta essere “pratico” ed “utile” Credenze e convinzioni (Sé) nel momento in cui orientano atteggiamenti e comportamenti, ovvero svolgono una funzione pratica ed utile, sono “reali” Per cui, è reale non ciò che è esatto o fondato, ma ciò che è dato in un sistema simbolico. La realtà è mediata dai significati condivisi e prodotti dall’interazione degli individui. oggettificazione Secondo quest’approccio teorico, pertanto, il Sé sociale si fonda sulla condivisione di significati nell’interazione e attraverso un processo di oggettificazione l’individuo si riconosce come persona in funzione del fatto che è “altro per gli altri” Il Sé: l’interazionismo simbolico

13 Psicologia Sociale e della Devianza – Prof.ssa S.Attanasio Page 13 Il processo di oggettificazione si realizza attraverso le relazioni con gli altri significativi sin dall’infanzia. Questo percorso si snoda lungo un continuum che garantisce continuità e coerenza all’identità pur presentando degli elementi malleabili e flessibili che permettono l’adattamento alle circostanze e alla variazione delle relazioni significative. Il processo di oggettificazione si sostanzia nell’assunzione di ruoli altri rispetto al sé, e rivolgendosi (= conoscendo) il Sé dal punto di vista di quel ruolo. Il processo di assunzione dei ruoli e della prospettiva altrui si realizza attraverso due stadi successivi: il gioco semplice e il gioco organizzato  Gioco semplice  Gioco semplice (play): il bambino è in grado di assumere, in successione temporale, i ruoli di persone presenti nel suo ambiente sociale: gioca ad essere la mamma o il dottore, ecc.  Gioco organizzato  Gioco organizzato (game): il bambino assume contemporaneamente i ruoli di tutti i partecipanti al gioco Il Sé: l’interazionismo simbolico

14 Psicologia Sociale e della Devianza – Prof.ssa S.Attanasio Page 14 Il Sé oggettificato viene, quindi, internalizzato ovvero tradotto in una rappresentazione individuale di sé. È evidente la componente sociale del Sé. Il Sé non è solo un unità somato- psichica come per W.James, ma un essere costituito dai rapporti sociali. looking glass self Questa definizione del Sé rimanda al contributo di C.H. Cooley (1908) il quale conia l’espressione looking glass self o sé rispecchiato, per esprimere l’idea che la conoscenza di Sé si realizza osservando il modo in cui ci considerano gli altri. Tre concetti chiave del modello di Mead devono essere ben specificati: 1. Linguaggio 2. Altro generalizzato 3. Istituzione Il Sé: l’interazionismo simbolico

15 Psicologia Sociale e della Devianza – Prof.ssa S.Attanasio Page 15 linguaggio Il linguaggio: è lo strumento attraverso il quale gli individui interagiscono. Si sostanzia nella costruzione, trasmissione e condivisione di significati (semiotica). Attraverso il processo dialettico di esteriorizzazione, oggettivazione e interiorizzazione dei sistemi simbolici condivisi, lungo il continuum della socializzazione, l’individuo costruisce la realtà soggettiva. Anche il Sé, pertanto, viene costruito attraverso questo processo e dunque attraverso il rapporto con la società. In questi termini si fa riferimento più che al Sé, all’identità. L’identità è formata da processi sociali. Una volta cristallizzata, viene mantenuta, modificata o anche rimodellata dalle relazioni sociali Il Sé: l’interazionismo simbolico

16 Psicologia Sociale e della Devianza – Prof.ssa S.Attanasio Page 16 Altrogeneralizzato L’Altro generalizzato è per Mead non una persona specifica ma una categoria sociale astratta. Nasce dalla trasformazione in schema di riferimento di persone vicine e affettivamente significative per il soggetto. Sono gli altri significativi incontrati nel processo di socializzazione primaria e secondaria. istituzione L’istituzione è il complesso tipizzato degli schemi di condotta, ovvero quell’agire, indotto dal processo di costruzione del reale per condivisione di significati, caratterizzato da abitualizzazione e consuetudinarietà. La costruzione della realtà attraverso un processo di tipizzazione viene oggettivata nell’istituzione composta da segni intesi come indici generalizzati di significato. L’istituzione ha funzione di controllo della realtà. Il Sé: l’interazionismo simbolico

17 Psicologia Sociale e della Devianza – Prof.ssa S.Attanasio Page 17 La psicologia della Gestalt offre contributi teorici che influenzano fortemente la psicologia sociale e successivamente i paradigmi di ricerca nel settore della cognizione sociale. Relativamente al Sé, vanno ricordati Lewin e Asch Come non partire da Lewin. campo psicologico La teoria del campo di Lewin, secondo cui la condotta è funzione della persona e dell’ambiente, induce ad un altro concetto chiave: campo psicologico definito come l’insieme dei fattori classificati facendo riferimento a 2 coppie di costrutti: a) Persona e situazione b) Cognizione e motivazione L’articolazione tra sfera individuale-soggettiva e sociale-oggettiva è dinamica, attiva e si concretizza nell’agire. Il Sé: Approccio gestaltista

18 Psicologia Sociale e della Devianza – Prof.ssa S.Attanasio Page 18 Campo psicologico = Totalità di fatti coesistenti nella loro interdipendenza Quali fatti? 1. Mondo personale – Life space 2. Spazio di frontiera (tra LS e ambiente esterno) 3. fatti presenti ma non in diretto contatto con il mondo psicologico Il Sé: Approccio gestaltista: Lewin L’ellisse indica lo spazio psico-ambientale in cui è inserito l’individuo, al di là c’è il mondo esterno sconosciuto e ininfluente per la sua vita. Il cerchio interno è la dimensione psichica e mentale dell’individuo con i suoi problemi e bisogni. Gli spazi circoscritti tra il cerchio e l’ellisse sono quelle che Lewin chiama “ Regioni Psicologiche”, che possono essere anche fisiche e sociali ma sono aree esterne di forte interesse per l’individuo (il lavoro, la scuola, il proprio quartiere).

19 Psicologia Sociale e della Devianza – Prof.ssa S.Attanasio Page 19 L’Io, pertanto, secondo la prospettiva Lewiniana, costituisce una entità complessa costituita da sottosistemi interdipendenti ma allo stesso tempo relativamente autonomi, caratterizzati da confini più o meno fluidi. L’interazione tra questi sistemi è regolata da processi cognitivi e motivazionali. La motivazione al raggiungimento di uno scopo comporta uno stato di tensione psicologica, che non riguarda l’Io nella sua totalità ma alcuni sottosistemi, e che viene superato quando l’obiettivo viene raggiunto Esempio: “effetto Zeigarnik”. L’interruzione di un compito durante la sua esecuzione, provocando uno stato di tensione, rende migliore il ricordo di tali attività rispetto a compiti completati (Zeigarnick, 1928) Il Sé: Approccio gestaltista: Lewin

20 Psicologia Sociale e della Devianza – Prof.ssa S.Attanasio Page 20 I gestaltisti, non parlano di Sé, ma parlano di Io fenomenico. S. Asch (1955), distingue tra:  Io fenomenico o Sé:  Io fenomenico o Sé: complesso di vissuti e qualità che l’individuo ritiene pertinente a se stesso  Io reale o transfenomenico  Io reale o transfenomenico: l’Io nella sua completezza oggettiva Secondo Asch, il Sé è inserito come qualsiasi altro soggetto in un campo e sottoposto alle stesse forze, fino a dare luogo a una percezione di sé. Si forma sia grazie al rapporto con gli altri, attraverso il quale il soggetto percepisce la propria specificità, sia grazie al ruolo attivo dell’individuo. Il Sé: Approccio gestaltista: Asch

21 Psicologia Sociale e della Devianza – Prof.ssa S.Attanasio Page 21 Nella prospettiva della “social cognition” il sé è concepito come un sistema di conoscenze, una rete di informazioni che guida la percezione, l’elaborazione e l’integrazione delle esperienze. L’autore di maggior rilievo per lo studio del Sé è Markus (1977) Il Sé dal punto di vista strutturale è visto come uno schema. schema di sé Lo schema di sé è la struttura cognitiva di cui l’individuo dispone per organizzare in memoria le informazioni riguardanti i propri attributi, i propri ruoli, le esperienze passate e le aspettative future. Gli schemi di sé: - sono strutture affettivo-cognitive capaci di organizzare l’elaborazione di informazioni riguardanti il sé - corrispondono alle dimensioni su cui una persona si descrive - possono essere sia di tipo positivo (sono onesta) che negativo (sono pigro) - non sono facilmente modificabili Il Sé: Approccio social cognition

22 Psicologia Sociale e della Devianza – Prof.ssa S.Attanasio Page 22 Come si forma la rappresentazione di sé? La rappresentazione mentale di sé consiste in una cerchia di concetti che a tale costrutto si riferiscono: ciascuno di essi è collegato a un contesto specifico ed è tale rappresentare il modo in cui l’individuo ritiene di comportarsi nelle diverse situazioni. Il sé viene concepito come una collezione di elementi collegati a strutture di conoscenza saldamente ancorate a domini specifici Sé operante Sé operante (working self) è la rosa di attributi del sé attivati in una specifica situazione. Il Sé: Approccio social cognition

23 Psicologia Sociale e della Devianza – Prof.ssa S.Attanasio Page 23 Esempio: il Sé operante è dato da quei particolari contenuti che emergono in una situazione di classe per uno studente. Egli avverte come particolarmente accessibili quelle parti di sé che risultano salienti in quella situazione: le dimensioni e gli attributi più legati alla condizione universitaria, alle prestazioni intellettuali, alla motivazione allo studio, al rapporto con i docenti e con i compagni (efficienza, competenza, rispetto delle regole, ecc.) Basterà spostarsi in altro ambiente, per esempio in un campo sportivo, per cambiare riferimento e contenuti che diventano accessibili: in questo caso le dimensioni e gli attributi che emergono possono riguardare la prestanza fisica, le procedure di allenamento, i rapporti con i compagni di squadra (tenacia, determinazione, competizione, ecc) Schema di sé = struttura cognitivo-affettiva che rappresenta le proprie esperienze in un particolare dominio. Il Sé: Approccio social cognition

24 Psicologia Sociale e della Devianza – Prof.ssa S.Attanasio Page 24 Gli schemi di Sé:  Permettono all’individuo di autodefinirsi;  Servono a ricordare le informazioni rilevanti che ad essi stessi si riferiscono e quindi  Servono ad organizzare la propria condotta sintonizzandola sui tratti e gli attributi più ricordati e dunque a trovare una conferma delle proprie aspettative.  Servono ad elaborare informazioni anche riguardo alle altre persone. Lo schema di sé in un particolare dominio attiva competenze specifiche utili a comprendere pensieri, sentimenti e comportamenti degli altri in quel dominio. sé possibili)  Funzionano come guide e incentivi per il comportamento rivolto al futuro, sia esso il sé da perseguire o da evitare. (sé possibili) Il Sé: Approccio social cognition

25 Psicologia Sociale e della Devianza – Prof.ssa S.Attanasio Page 25 Un altro autore di riferimento dell’approccio SocialCognition è Higgins (1987) Questi individua tre aspetti della rappresentazione di sé  sé reale (come sono)  sé ideale (come vorrei essere)  sé normativo (come dovrei essere) La differenza tra sé ideale e sé normativo risiede nel sistema normativo a cui i due si àncorano. Sé ideale: il soggetto impiega come riferimento un ideale nel quale egli si riconosce o al quale aspira; Sé normativo: il soggetto individua come riferimento ciò che gli altri significativi gli propongono e gli suggeriscono Il Sé: Approccio social cognition

26 Psicologia Sociale e della Devianza – Prof.ssa S.Attanasio Page 26 Higgins sostiene che l’incoerenza tra sé effettivo, ideale e normativo dà luogo a situazioni coinvolgenti dal punto di vista emotivo. In alcuni casi mette in atto azioni capaci a ridurre lo stato di contrasto e il disagio che ne deriva. Altre volte l’incoerenza rimane non risolta e in questi casi, a seconda del confronto operato, ne derivano vissuti emozionali diversi: Discrepanza fra sé reale e sé ideale: l’individuo vive emozioni legate al senso di mancanza, impotenza, scoraggiamento. Si traducono in sensazione di disappunto, insoddisfazione, tristezza. Esempio: sono grasso e vorrei essere magro Discrepanza fra sé reale e sé normativo: l’individuo vive emozioni legate all’agitazione e ansia. Si traducono in paura e inquietudine. Esempio: sono pigro e dovrei essere più attivo Il Sé: Approccio social cognition

27 Psicologia Sociale e della Devianza – Prof.ssa S.Attanasio Page 27 Gi individui elaborano schemi di sé che si differenziano non solo per il grado di coerenza ma anche per complessità. Se organizzano la propria esistenza sulla base di una prospettiva molto lineare e circoscritta, la complessità del concetto di sé sarà limitata. Se agiscono in una molteplicità di scenari sociali, elaborano concetti di sé articolati e complessi Il grado di complessità influenza in termini emotivi le reazioni alle situazioni di cambiamento Minore e la complessità maggiore è il grado di preoccupazione in caso di situazione di crisi che investe il ruolo in cui si esaurisce lo schema di sé. Maggiore è la complessità, maggiori sono le vie di fuga che la persona può individuare e le attività alternative per mantenere positivo il concetto di sé. Il Sé: Approccio social cognition

28 Psicologia Sociale e della Devianza – Prof.ssa S.Attanasio Page 28 Lo sviluppo del concetto di sé avviene in stretta connessione alle idee proprie dei gruppi e del contesto culturale rispetto a cosa significhi essere una persona “come si deve” Oyserman e Markus (1998): le varie culture elaborano diverse rappresentazioni sociali che riguardano le caratteristiche ritenute appropriate e positive del Sé Le differenze sono evidenti se si confrontano le culture sulla base della dimensione individualismo - collettivismo Il Sé nelle culture – approccio social cognition

29 Psicologia Sociale e della Devianza – Prof.ssa S.Attanasio Page 29 Culture individualiste Culture individualiste Il Sé è l’unità di base Il principale compito di sviluppo è il raggiungimento di un senso di realizzazione personale L’elaborazione della propria unicità è alla base dell’identità Sono valorizzate caratteristiche come intelligenza e competenza La distinzione più saliente è fra Sé e non-Sé, e in seconda istanza fra ingroup e outgroup Culture collettiviste Il gruppo è l’unità di base Il principale compito di sviluppo è il raggiungimento di obiettivi comuni L’identità è organizzata intorno al senso di affiliazione Sono valorizzate caratteristiche come costanza e persistenza La distinzione più saliente è fra ingroup e outgroup; ostilità a priori nei confronti dell’outgroup Il Sé nelle culture – approccio social cognition

30 Psicologia Sociale e della Devianza – Prof.ssa S.Attanasio Page 30 Neisser è il principale esponente dell’approccio cognitivista che tratta il Sé, e nello specifico, i processi e le forme di conoscenza di Sé Egli si interessa al tema sostenendo che il concetto di Sé è come una teoria che il soggetto elabora su se stesso. Per Neisser l'individuo elabora la conoscenza di sé ricorrendo dapprima alla percezione, poi alla memoria e infine al pensieri. I risultato di queste elaborazioni sono schemi, o insiemi di rappresentazioni di sé, che ogni soggetto utilizza nel rapporto tra mondo interno e mondo esterno Neisser (1988), in una sintesi degli studi sull’argomento, individua 5 tipi di conoscenza o rappresentazioni di Sé: -Sé ecologico -Sé interpersonale -Sé esteso -Sé privato -Sé concettuale Il Sé: Approccio cognitivista

31 Psicologia Sociale e della Devianza – Prof.ssa S.Attanasio Page 31  Sé ecologico -ha origine dalla percezione del proprio corpo e delle sue parti rispetto agli altri oggetti dello spazio percettivo -compare precocemente (all’età di circa tre mesi) -si basa su due tipi di informazioni: la percezione ottica, e l’esperienza del sentirsi agire -non è in un primo momento oggetto di riflessione  Sé interpersonale -è il Sé coinvolto in un’interazione immediata con un’altra persona -compare precocemente: già a 2-3 mesi esiste una coordinazione nelle interazioni madre - bambino che crea intersoggettività -si basa essenzialmente su informazioni di tipo cinetico -è difficilmente esperito come distinto dal Sé ecologico Il Sé: Approccio cognitivista

32 Psicologia Sociale e della Devianza – Prof.ssa S.Attanasio Page 32  Sé esteso -si definisce in rapporto a esperienze significative del passato e ad aspettative per il futuro -a tre anni, il bambino è consapevole dell’esistenza di Sé al di fuori del momento presente -non è indipendente dal Sé concettuale, che guida ciò che “scegliamo” di ricordare  Sé privato -riguarda la consapevolezza che alcune esperienze non sono condivise con altri -secondo la maggior parte degli studi, questa consapevolezza si sviluppa intorno ai 4 anni e mezzo Il Sé: Approccio cognitivista

33 Psicologia Sociale e della Devianza – Prof.ssa S.Attanasio Page 33  Sé concettuale, o concetto di sé -è costituito da un insieme di assunzioni o sub-teorie che riguardano i ruoli sociali (ad es., essere padre), il corpo, la mente, nonché tratti che l’individuo si attribuisce (ad es., essere intelligente) -si costruisce soprattutto su idee elaborate nel sociale e comunicate verbalmente -comprende aspetti che riguardano gli altri quattro tipi di conoscenza di Sé (ad es., ricordi di esperienze passate) -contribuisce a tenere insieme gli altri Sé creando un senso di unicità e coerenza Il Sé: Approccio cognitivista

34 Psicologia Sociale e della Devianza – Prof.ssa S.Attanasio Page 34 Secondo l’approccio psicoanalitico il Sè diviene la possibilità dell'Io di pensare e osservare se stesso, in quanto contrapposto all'oggetto. Il Sé assume le caratteristiche di una vera struttura psichica che si inserisce come elemento della dinamica interpersonale. identità È all’approccio psicanalitico che si deve la definizione del concetto di “identità” La formazione dell'identità è un processo che deriva dall'assimilazione e dall'integrazione delle diverse esperienze di sé che si hanno nell'arco della vita. Questa esperienza globale di sé (secondo alcuni autori), coincide con il sentimento d'identità. identità personale Si indica con l’espressione identità personale la consapevolezza della distinzione fra sé e le altre entità diverse da sé. L’identità – Approccio psicoanalista

35 Psicologia Sociale e della Devianza – Prof.ssa S.Attanasio Page 35 La nozione di “identità” è stata elaborata in modo approfondito da Erikson, la cui tesi è stata in seguito approfondita da Marcia Secondo E.H. Erikson (1968) l'identità consiste nell'idea di essere distinto e separato dagli altri. L’acquisizione dell’identità è il risultato positivo di uno dei conflitti vitali che la persona affronta nel corso della vita; caratterizza in particolare l’adolescenza, ma se si propone in ogni transizione. L’identità – Approccio psicoanalista

36 Psicologia Sociale e della Devianza – Prof.ssa S.Attanasio Page 36 Ognuno può avere più identità (individuali, familiari, di gruppo, sociale, etnica, religiosa, culturale, ideologica, nazionale, regionale, professionale); queste identità possono essere in rapporto armonico o in contrasto tra loro e, in entrambi i casi, qualche volta in modo produttivo altre in modo controproducente. Quando ci si sente sicuri all'interno di una collettività, normalmente si tende ad affermare la propria individualità, al contrario. In condizione di insicurezza dovuta a conflitti, si accentua il proprio bisogno di assomigliare ad altri, di fondersi con il gruppo adottando comportamenti e atteggiamenti tendenti al conformismo. L’identità – Approccio psicoanalista

37 Psicologia Sociale e della Devianza – Prof.ssa S.Attanasio Page 37 J.E.Marcia (1980) descrive il processo attraverso cui si costruisce l’identità personale:  Acquisizione dell’identità:  Acquisizione dell’identità: l’individuo raggiunge questo stato attraverso un processo di esplorazione di varie alternative possibili a cui segue l’impegno in rapporto ai ruoli sociali prescelti  Blocco dell’identità:  Blocco dell’identità: l’individuo si impegna in certi ruoli e valori ispirati alle figure di identificazione infantili, in assenza di una fase precedente di conflitto ed esplorazione  Moratoria:  Moratoria: l’individuo non attua alcun impegno preciso ma procede nello sforzo di esplorazione della realtà  Diffusione dell’identità:  Diffusione dell’identità: l’individuo passa da una identificazione momentanea all’altra, senza sviluppare alcun reale interesse e senza impegnarsi in alcun ruolo L’identità: Marcia – approccio psicoanalista

38 Psicologia Sociale e della Devianza – Prof.ssa S.Attanasio Page 38 Riassumendo Approcci:AutoriDefinizioniDettagli: FilosofiaJamesIo: soggetto che conosce Me: oggetto conosciuto Struttura rigida e gerarchica Interazionismo simbolico MeadSé = Io+Me f(interazione socio-simbolica) Linguaggio; simboli; gioco; istituzioni; Altro generalizzato; GestaltLewin Asch L’Io transfenomenico è unità olistica e attiva Teoria del campo; Effetto Zeigarnik; Io transfenomenico Social-cognitionMarkus Higgins Sé come struttura cognitiva di riferimento Schemi di Sé; Sé possibili; Sé e culture CognitivismoNeisserSé e rappresentazioni del sé Sé ecologico-interper- sonale-esteso-privato- concettuale PsicoanalisiErikson Marcia Identità processo di acquisizione per fasi. Acquisizione-blocco- moratoria-diffusione

39 Psicologia Sociale e della Devianza – Prof.ssa S.Attanasio Page 39 Athens e le identità violente Dal Patrizi-DeGregorio Pag 112-132

40 Psicologia Sociale e della Devianza – Prof.ssa S.Attanasio Page 40 Sviluppa l’approccio interazionista (Mead) in ambito criminologico. La differenza è che Mead parla di Altro Generalizzato, mentre Athens di Comunità fantasma. comunità fantasma La comunità fantasma riveste il ruolo di “interlocutore principale” nella costruzione del Sè: essa non è altro che il distillato delle nostre esperienze passate “significative” così come da noi vissute, interpretate e rivisitate nel presente nel corso di un processo dialogico e dialogante con i nostri “altri significativi”. L’attributo “fantasma” è dovuto al fatto che questa comunità di opinioni esiste solo e sempre nella forma delle rappresentazioni mentali che il soggetto se ne fa; al tempo stesso, però, tale comunità è ben lontana dall’essere “fantasma” nelle nostre vite reali, in quanto attraverso il soliloquio agisce realmente nei mondi sociali e nelle azioni che gli individui decidono di intraprendere Athens L.H.: Approccio interazionista

41 Psicologia Sociale e della Devianza – Prof.ssa S.Attanasio Page 41 Athens fornisce una spiegazione alternativa alla tradizionale prospettiva che spiega il comportamento criminale violento prevalentemente assegnandolo all’universo della malattia mentale. Nella logica comune, ma anche in molte logiche scientifiche, infatti, non si ritiene possibile che una persona cosiddetta “normale” possa commettere certi tipi di azioni che per gravità e mancanza di provocazione appaiono assolutamente irrazionali e incomprensibili. Athens riesce, invece, a rintracciare e a descrivere con successo quei percorsi psico-sociali che conducono un individuo a realizzare atti violenti mostrando come tali percorsi non siano segnati da una natura irrazionale e incontrollabile, che si suppone spesso alla base dei cosiddetti raptus, ma piuttosto siano costruiti e collocati dentro itinerari interpretativi che è possibile ricostruire a partire dalla prospettiva di chi li ha vissuti Sviluppa l’approccio interazionista (Mead) in ambito criminologico. Athens L.H.: Approccio interazionista

42 Psicologia Sociale e della Devianza – Prof.ssa S.Attanasio Page 42 La chiave della teoria di Athens è che la violenza è frutto di un processo decisionale, antecedente alle interpretazioni, che porta persone cresciute in contesti simili a conclusioni diverse. Nelle situazioni violente i soggetti considerano, decidono e scelgono quando e dove agire in modo aggressivo interpretando le situazioni con paura, rabbia o addirittura odio al pari di chiunque altro; gli attori violenti decidono di agire in modo violento Athens si avvale di un modello cosiddetto “processuale”, in base al quale i fenomeni sono intesi quali esiti di processi di sviluppo le cui fasi iniziali non determinano automaticamente le ultime: l’evento finale, in questo caso l’azione violenta, rappresenta sempre il risultato mai scontato di un lungo e difficoltoso processo interpretativo e simbolico sviluppato, e solo eventualmente portato a conclusione, dal suo attore. Athens L.H.: Approccio interazionista

43 Psicologia Sociale e della Devianza – Prof.ssa S.Attanasio Page 43 Quattro possibili tipologie di interpretazione delle situazioni violente : 1.difesa fisica 1.difesa fisica: interpretando inizialmente l’atteggiamento della vittima come il prodromo (o l’avvio) di un attacco fisico e convincendosi poi della necessità di una risposta di tipo aggressivo. Emozione predominante è la paura 2.frustrativa: 2.frustrativa: poiché dettata dalla resistenza o dal ripetuto tentativo di convincimento da parte della vittima alla cooperazione; in tale modo l’emozione predominante del perpetratore è quella della rabbia dovuta alla frustrazione delle sue originarie intenzioni 3.Malefica: 3.Malefica: deriva viceversa da una valutazione ribaltata della vittima, ovvero come colei che lo sminuisce o lo offende; essa viene considerata malvagia e pertanto punibile solo con un’azione di tipo violento. L’emozione predominante in questo caso è l’odio 4.frustrativo-malefico: 4.frustrativo-malefico: che combina le caratteristiche delle due precedenti classificazioni. La resistenza frustrante o l’insistenza della vittima porta il perpetratore a concludere necessariamente che la vittima stessa sia malvagia o malefica e meritevole, di conseguenza, di una risposta violenta. Emozioni: rabbia-odio Athens L.H.: Approccio interazionista

44 Psicologia Sociale e della Devianza – Prof.ssa S.Attanasio Page 44 Athens imposta la spiegazione dello sviluppo violento di un soggetto sul presupposto che “le persone sono ciò che sono per il risultato delle esperienze sociali significative vissute nel corso delle proprie vite” ma anche che “le esperienze sociali si costruiscono spesso sulla base delle precedenti esperienze in modo tale da farne intuire un determinato processo di sviluppo”. Individua quattro fasi del processo definito di, ovvero di quel meccanismo attraverso cui le persone, nel corso delle esperienze della loro vita, possono accedere alla successiva fase dello sviluppo della violenza. 1.Brutalizzazione; 2.Belligeranza; 3.Prestazioni violente; 4.Virulenza Athens L.H.: Approccio interazionista

45 Psicologia Sociale e della Devianza – Prof.ssa S.Attanasio Page 45 Brutalizzazione: Brutalizzazione: è composta da tre esperienze più elementari: le quali implicano implicano, ciascuna a modo suo, che una persona subisca un trattamento aspro e crudele per mano altrui e che questo produca un impatto durevole e radicale nel prosieguo delle loro vite. Nel dettaglio: sottomissione violenta: avviene quando alcune figure di fiducia o particolarmente autoritarie, appartenenti ad uno dei gruppi primari del soggetto, usano la violenza o costringono il soggetto a sottomettersi alla loro autorità (es. la coercizione). Nell’orrificazione personale, invece, il soggetto non subisce direttamente una sottomissione violenta ma testimonia alla somministrazione di questo trattamento ad un’altra persona membra, anch’essa, del suo gruppo primario (es. parente o amico molto stretto). Nell’addestramento violento al soggetto viene assegnato il ruolo di novizio violento da parte di una persona facente parte del suo gruppo primario il quale, generalmente in maniera informale ed implicita, lo stimolerà continuamente a generare una condotta violenta. Athens L.H.: Approccio interazionista

46 Psicologia Sociale e della Devianza – Prof.ssa S.Attanasio Page 46 Belligeranza: prestazione violenta, Belligeranza: Al termine della prima fase il soggetto rimane profondamente turbato, disturbato ed ansioso di sapere il motivo di tale trattamento; esso si convince progressivamente dell’esistenza di un futuro gravido di rischi verso cui lui si sente impotente ed umiliato. In tale seconda fase infatti, l’individuo così a lungo brutalizzato sceglie di adottare una soluzione che, per quanto ancora condizionata dal fatto di commettere atti di grave violenza solo in reazione ad eccessive provocazioni, attende ora solo il momento del passaggio all’atto. Questo, allorché accadrà, condurrà sicuramente il soggetto ad una serie di conflitti che non segneranno ancora il passaggio alla fase successiva, quella definita della prestazione violenta, fin tanto che l’individuo stesso non comprenderà appieno il significato del proprio successo attraverso l’attribuzione pubblica di soggetto socialmente pericoloso. Virulenza: Virulenza: Il soggetto, in tale momento è pronto ad attaccare fisicamente le persone con l’intenzione di ferirle gravemente o di ucciderle alla minima provocazione, divenendo così un criminale ultraviolento. Athens L.H.: Approccio interazionista


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