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Lo stress nel lavoro e nelle organizzazioni Aspetti teorici Aspetti metodologici Aspetti operativi.

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Presentazione sul tema: "Lo stress nel lavoro e nelle organizzazioni Aspetti teorici Aspetti metodologici Aspetti operativi."— Transcript della presentazione:

1 Lo stress nel lavoro e nelle organizzazioni Aspetti teorici Aspetti metodologici Aspetti operativi

2 Distinzioni e sovrapposizioni tra i termini sullo stress in letteratura

3  STRAIN: sforzo psicologico e psicofisiologico di un individuo a fronte di alta domanda ambientale o a fronte di difficoltà adattiva.  DISTRESS: fallimento adattivo della risposta psicofisiologica di stress.  EUSTRESS: sforzo psicologico per l’ottenimento di un obiettivo che ha come esito risultati costruttivi positivi ed appaganti.  COPING: insieme di processi cognitivi che pongono le premesse per un tentativo di adattamento o di cambiamento dell’ambiente da parte dell’individuo.  MASTERING: raggiungimento del controllo e della padronanza sulla situazione, appagamento ed adeguato uso delle risorse reclutate.  BURNOUT: sindrome di risposta allo stress, caratterizzata da esaurimento emotivo, depersonalizzazione e ridotta realizzazione personale.

4 Aspetti teorici Fase storica prima di Selye; Dal concetto di fatica al concetto di stress; Approccio biologico; Approccio sociologico; Approccio psicologico.

5 LA FASE STORICA PRIMA DI SEYLE  Stress: difficoltà, avversità, afflizione;  In fisica:forza esercitata su un oggetto che ne determina modificazioni di forma e di volume;  Bernard (1860): stress come situazione che porta ad uno squilibrio interno;  Cannon (1935):omeostasi.

6 Lo STRESS come un fattore o un insieme di fattori che, alterando l’omeostasi nella relazione ambiente- individuo, impongono all’organismo una reazione adattiva in senso ristorativo.

7 DALLA FATICA ALLO STRESS Fatica: diminuzione del potere funzionante provocata da un eccesso di lavoro ed accompagnata da una sensazione caratteristica di malessere Oggettiva: diminuzione del rendimento Soggettiva: sensazione individuale Fisiologica: modifica di costanti organiche Nervosa: stato di sofferenza psichica

8 Dalla fatica fisica … Incapacità o ridotta capacità nel compiere un lavoro …Alla fatica psichica Fenomeno psicosomatico suscitato dalla vita di relazione nell’ambiente naturale, tecnico, sociale, lavorativo

9 APPROCCIO BIOLOGICO  Il modello di Selye (1936) Lo stress come risposta generale aspecifica a qualsiasi richiesta proveniente dall’ambiente

10 Aspecifica e qualsiasi Non una causa, un effetto, ma cause diverse, unico effetto Non è importante la natura dello stimolo, ma la sua intensità First mediator:sostanza biochimica presente in tutte le risposte da stress in grado di tradurre tutti gli stimoli esterni differenziati in un’unica SGA

11 La sindrome generale di adattamento e le sue fasi

12 Principali caratteristiche degli stressors

13 Stress e somatizzazione

14 APPROCCIO SOCIOLOGICO  Life events  Approccio epidemiologico NATURA PSICOSOCIALE STIMOLI

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16 Approccio epidemiologico

17 APPROCCIO PSICOLOGICO I.Tratti personalità & sensibilità fonti stress Locus of control (Rotter, 1966) Self Efficacy (Bandura, 1969) Negative Affectivity (Watson e Clark, 1984) Hardiness (Kobasa, 1979) Sensation Seeking (Zuckerman, 1985) Type A Behavior (Roseman e Friedman, 1959)

18 II. Elaborazione cognitiva dello stimolo e della risposta  McGrath: 1976  Lazarus e Folkman, 1984;  Karasek: Modello domanda/ controllo, 1989  Cooper: Modello dello stress lavorativo, 1986

19 IL MODELLO DI MCGRATH ES= C (D-A) ES: stress sperimentato C: differenza di conseguenze se la domanda viene fronteggiata oppure no D: la domanda così come viene percepita A: maniera di percepire la capacità di fronteggiare tale domanda

20 Vi è un potenziale stress tutte le volte che in una situazione ambientale è percepita una domanda che minaccia di superare le capacità e le risorse di una persona, in modo che questa si aspetti una sostanziale differenza se la domanda viene fronteggiata oppure no. D> A: stress da sovraccarico (sur menage) D< A: stress da sottocarico (sub menage)

21 Questo modello in ambito lavorativo è importante per : Analisi carico lavoro oggettivo (D); Analisi carico lavoro soggettivo (A); Supporto sociale ( C ).

22 Esistono 6 variabili connesse con la dinamica dello stress: 1.La valutazione conoscitiva della situazione 2.L’esperienza precedente 3.Il rinforzo, cioè l’influenza di altri fattori 4.L’apprendimento 5.Le differenze di funzioni 6.Gli effetti interpersonali

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24 Il ciclo dello stress AMBIENTE FISICO-TECNICO & INTERPERSONALE & PERSONALE 1.Stress da funzioni 2.Stress da ruoli 3.Stress da influenzamento 4.Stress da ambiente fisico tecnico 5.Stress da ambiente sociale 6.Stress da sistema personale

25 LAZARUS E FOLKMAN Lo stress psicologico è una particolare relazione tra la persona e l’ambiente che viene valutata dall’individuo come provante o eccedente le sue risorse, e quindi rischiosa per il suo benessere.

26 STRESS Risposta dell’organismo alle mutate condizioni di stimolazione interna ed esterna, la quale è determinata dall’attivazione emozionale e mediata dalla valutazione cognitiva del significato dello stimolo che si manifesta con una risposta integrata a livello sia fisiologico che comportamentale.

27 Processo di stress - Lazarus

28 VALUTAZIONE COGNITIVA: processo valutativo che determina perché e fino a che punto una particolare situazione venga percepita come stressante PROCESSO DI COPING: processo elicitato quando un certo stimolo o una certa situazione viene percepito come una minaccia, attivato per ridurre o per eliminare la minaccia stessa.

29 COPING: svolgimento e gestione di un processo fatto di tentativi e di sforzi, sul piano cognitivo e comportamentale, per gestire (ridurre, attenuare, dominare o tollerare) le richieste interne ed esterne poste da quelle interrelazioni persona- ambiente che vengono valutate come estenuanti o eccessive rispetto alle risorse possedute, e che si modifica in relazione al ruolo e all’area di vita personale, lavorativa e sociale in cui tale ruolo viene impersonificato.

30 KARASEK: MODELLO DOMANDA/ CONTROLLO Due fattori fondamentali nel processo che avvia la risposta di stress:  La DOMANDA: caratteristiche psicologiche, fisiche ed ambientali della mansione, ossia il carico di lavoro inteso come impegno fisico e psicologico richiesto dal compito;  Il CONTROLLO: la capacità e la discrezionalità con cui l’individuo organizza e svolge il proprio compito.

31 4 tipi di esperienze psicosociali del lavoro: 1.LAVORI AD ALTO STRAIN: lavori che creano alta tensione psicologica, per via dell’alto carico lavorativo e del basso livello di controllo; 2.LAVORI ATTIVI: domanda psicologica elevata accompagnata da un alto livello di controllo; 3.LAVORI A BASSA DOMANDA E ALTO CONTROLLO: lavori che non danno nessun problema di tensione psicologica all’individuo; 4.LAVORI PASSIVI: lavori caratterizzati da basso livello di domanda e di controllo; non creano strain, ma determinano minore apprendimento e impoverimento delle abilità lavorative.

32  Nel caso di LAVORI ATTIVI si instaura una circolarità positiva: più una persona apprende tanto più è gratificata, riducendo così la tensione e continuando ad apprendere;  Nel caso di LAVORI AD ALTO STRAIN si instaura una circolarità negativa: una persona si trova ad affrontare una domanda elevata con poche capacità di controllo; si crea ansia e di conseguenza una minore capacità di apprendimento.

33 Modello domanda/controllo di Karasek, 1989

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35 Il modello dello stress lavorativo di Cooper, 1986

36 Punti in comune: Rilevanza dimensione soggettiva (percezione); Essenzialità percezione sbilanciamento tra abilità soggettive e richieste ambientali; Importanza percezione soggettiva di esercitare qualche forma di controllo sulle azioni e sull’ambiente; Presenza supporto sociale significativo; Stessa sequenza base: stimolo dannoso, set di risposte, conseguenze.

37 Aspetti metodologici Misure fisiologiche Misure epidemiologiche Valutazione della nocività ambientale Misure psicologiche soggettive Misure organizzative

38 MONITORAGGI PSICOFISIOLOGICI  Misure neuroendocrine: Corticosteroidi (cortisolo) Catecolamine (adrenalina, noradrenalina)  Misure cardiovascolari:  Frequenza cardiaca  Pressione arteriosa  Lipidi e glucosio

39 MISURE EPIDEMIOLOGICHE  Assenze per malattia  Abitudini di vita: dieta, alcool, fumo, attività fisica  Rischio cardiovascolare: ipertensione, ipercolesterolemia, eccesso ponderale  Morbosità e mortalità cardiovascolare  Disordini psicofisiologici: sintomi mal definiti, allergopatie, gastroenteropatie, etc.

40 VALUTAZIONE DELLA NOCIVITÀ AMBIENTALE Fattori di rischio ambiente fisico: illuminazione, temperatura, umidità, ventilazione;rumore, vibrazioni; inquinanti, polveri, fumi e materiali… Fattori di rischio posto di lavoro:disposizione e caratteristiche postazione; posture, uomo- macchina,radiazioni e carico visivo…

41 MISURE PSICOLOGICHE SOGGETTIVE  Questionari  Scale di valutazione  Test psicometrici  Focus group  Gruppi di discussione

42 Scale psicologiche di stima dello stress lavorativo  Self-Reported Scales (misure autopercezione)  Scale basate su modelli interattivi (Occupational Stress Indicator, Cooper 1981)  Scale basate sui modelli transazionali (Stress Arousal Check List, Job Reaction Questionnaire, Job Relared Strain…)

43 Questionari/inventari di reazioni psicosomatiche allo stress  Effetti somatici e psichiatrici Hopkins Symptom Check List, General Health Questionnaire, Crown Crisp Experential Index, General Wellbeing Check List  Effetti psicologici e comportamentali  Effetti psicosociali  Scale life stress Social Readjustment Rating Scale, Hassles Scale…

44 Focus Group · In cosa consiste il tuo lavoro · Come è organizzato il tuo servizio · Quale è la mission · Quali sono i problemi principali · Quali cambiamenti introdurresti · Sei soddisfatto del tuo lavoro · Con chi ti trovi meglio · In caso di difficoltà a chi ti rivolgi

45 MISURE ORGANIZZATIVE  Assenteismo  Turnover  Richieste di ferie e di trasferimenti  Dimissioni e prepensionamento

46 Per un progetto di ricerca… Modello teorico di riferimento Obiettivi della ricerca Contesto organizzativo Professionalità Risorse Strumenti Disegno ricerca & Analisi dati Somministrazione Restituzione

47 …i risultati…  L’organizzazione funziona (livelli medio/ bassi)… … perché.. Fattori di protezione Individuo, gruppo, organizzazione  L’organizzazione non funziona (livelli medio/ alti) … perché… Fattori di rischio Individuo, gruppo, organizzazione

48 …l’azione formativa Diagnosi organizzativa ed analisi dei fabbisogni formativi Progettazione Attuazione Valutazione efficacia


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