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1 Fare ricerca in campo educativo Punto di partenza della ricerca in educazione è la volontà di comprendere i fenomeni educativi al fine di assumere decisioni.

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Presentazione sul tema: "1 Fare ricerca in campo educativo Punto di partenza della ricerca in educazione è la volontà di comprendere i fenomeni educativi al fine di assumere decisioni."— Transcript della presentazione:

1 1 Fare ricerca in campo educativo Punto di partenza della ricerca in educazione è la volontà di comprendere i fenomeni educativi al fine di assumere decisioni educative che abbiano maggiori probabilità di essere efficaci Il fine ultimo della ricerca (prendere decisioni) è il punto di partenza della nostra riflessione metodologica, perché metodo, strumenti e fini sono strettamente legati fra loro (es. del cannone usato per sparare ai passeri) Per prendere decisioni noi attiviamo percorsi di riflessione e utilizziamo, anche inconsapevolmente, una metodologia (ci basiamo sulle esperienze nostre o di altri, o sul sapere collettivo …)

2 Dewey: un’indagine scientifica adotta “metodi sistematici di ricerca, che quando vengono applicati ad un complesso di fatti, ci consentono una migliore comprensione e un controllo più intelligente e meno confuso (Le fonti di una scienza dell’educazione) La pedagogia ha tardato ad assumere metodi scientifici per assumere le sue decisioni per almeno due motivi –La sua lunga “sudditanza” ad autorità politiche e religiose –La complessità intrinseca delle decisioni in campo educativo 2

3 La ricerca in educazione Si colloca nel più ampio settore della ricerca sociale e la sua “scientificità” è relativamente recente La distinzione fra pedagogia e “scienza dell’ educazione” si può far risalire a Durkheim (1911): la pedagogia riflette sui fatti educativi, alla scienza dell’educazione spetta il compito di affrontare su base scientifica le tematiche dell’educazione Dewey (1929) Le fonti di una scienza dell’educa- zione: saper coordinare i contributi di tutte quelle scienze che possono fornire elementi conoscitivi utili al prendere decisioni 3

4 In Italia De Bartolomeis (1953) è il primo ad affrontare la questione di una pedagogia scientifica e sperimentale. Gaston Mialaret (1976) ci fornisce un quadro sistematico delle scienze dell’educazione Visalberghi (1978) ci offre un modello circolare di organizzazione delle scienze dell’educazione (enciclopedia pedagogica) all’interno del quale la pedagogia si pone come momento di riflessione sui problemi educativi. La pedagogia sperimentale non è una scienza particolare ma un modo di utilizzare le diverse scienze dell’educazione 4

5 La ricerca in educazione Esiste quindi un problema educativo, che è un unicum, e richiede di essere affrontato con i contributi di diversi approcci scientifici Sarà il problema ogni volta a selezionare il tipo di contributo scientifico necessario (es.: dipendenza da droghe… dispersione ….) Il ricercatore che si occupa di un problema educativo si assume la responsabilità di selezionare di volta in volta i contributi necessari ad affrontare il problema, di formulare conclusioni (provvisorie) del suo lavoro di indagine seguendo una modalità che consenta ad altri di verificare i contributi di ricerca analizzati e le sue conclusioni 5

6 Verificare soluzioni possibili La ricerca ha il compito quindi di aiutare a scegliere fra diverse soluzioni possibili ai problemi educativi Queste soluzioni possibili rappresentano le nostre ipotesi di ricerca Tenendo conto del problema che ci si pone e delle nostre ipotesi, dobbiamo di volta in volta scegliere il metodo di verifica più adatto; esempio: –Percepisco un problema: le interrogazioni non sono adeguate, prendono troppo tempo e non aiutano la capacità di argomentare –Mi informo (colleghi, libri) e ipotizzo forme diverse –Sperimento la mia ipotesi di lavoro e la verifico 6

7 Molti problemi educativi si presentano come più complessi e la loro soluzione è più difficile da verificare (es. il disagio diffuso nei confronti del modo di fare scuola). Anche problemi complessi possono comunque essere affrontati con lo stesso metodo: –Documentandosi –Costruendo ipotesi –Verificando l’ipotesi La mancanza di un metodo ci impedisce di trarre profitto dall’esperienza (es. della programmazione educativa sempre uguale anche in presenza di problematiche osservate) 7

8 E’ necessario conservare in educazione un atteggiamento scientifico: “desiderio di ricercare, esaminare, discriminare, tracciare conclusioni solo sulla base dell’evidenza, dopo essersi presi la pena di raccogliere tutti i dati possibili “ ( Dewey, l’unità della scienza come problema sociale ) Come nelle altre scienze, anche in educazione è possibile verificare relazioni che hanno carattere ipotetico e probabilistico (Es: nella maggior parte dei casi i bambini acquisiscono il concetto di tempo ad una certa età…) Le scelte educative si fanno considerando le probabilità di successo, partendo dalle esperienze passate (Molto spesso questo non succede nelle scelte dei nostri politici) 8

9 Ricerca pura e ricerca applicata La ricerca che affronta i problemi educativi è prevalentemente ricerca applicata (verifica ipotesi relative a problemi concreti) La ricerca pura si muove sul piano della elaborazione e della verifica critica di teorie che possono essere utilizzate come riferimento per il settore di indagine (elaborazione di modelli alternativi di educazione, riflessione teoretica) Ricerca pura ha la funzione di cogliere, al di là del contingente, le finalità ultime che dovrebbero dare senso all’azione educativa Ricerca pura e ricerca applicata come un continuum 9

10 L’area di indagine: l’educazione Per educazione gli autori intendono “i processi di trasmissione di conoscenze, comportamenti e atteggiamenti che vengono messi in atto in modo intenzionale, e che comportano comunque una progettualità da parte di chi interviene e una qualche consapevolezza da parte di chi apprende di partecipare ad una situazione educativa” Tutte le situazioni di questo tipo sono quindi il campo di indagine della ricerca educativa. In tali situazioni di solito sono presenti: –Figure che svolgono i ruoli di stimolo –Figure destinatarie di questi stimoli –Un progetto educativo che identifichi obiettivi di apprendimento –Un metodo scelto per realizzare questi obiettivi –Un sistema di valutazione per verificare il raggiungimento degli obiettivi –Un contesto sociale e ambientale che condiziona il tutto 10

11 Le ricerche in educazione possono essere finalizzate a indagare in diversi contesti come le variazioni di alcuni elementi incidano sui risultati di apprendimento del singolo o del gruppo. Questo sia a livello di –Microcontesto educativo: docente, modalità didattiche, struttura dell’aula, sussidi … –Contesto educativo: organizzazione della scuola, orari, risorse disponibili… –Sistema educativo: riforme strutturali, modifiche dei curricoli, investimenti, cambiamenti nel sistema di valutazione … 11

12 In generale l’effetto atteso di un intervento educativo è riportabile a risultati di apprendimento (di ogni tipo) e in generale di cambiamento E’ necessario quindi da una parte ricercare misure o indicatori validi e affidabili degli apprendimenti (prove oggettive di profitto, misure degli atteggiamenti e della motivazione, prove di competenze operative Dall’altra isolare, misurare e controllare le variabili che intervengono come elementi di sfondo, come elementi di stimolo, o come elementi concorrenti (es. stimoli esterni al contesto educativo) 12

13 Caratteristiche del campo di indagine Il nostro campo di indagine, l’educazione, ha delle particolarità –È multidisciplinare –Studia un intervento sulla realtà (cautele etiche) –Richiede spesso una durata nel tempo –E’ una ricerca sul campo in cui le variabili sono difficilmente controllabili –Può rifarsi a modelli valoriali diversi –Non è possibile ripetere allo stesso modo un intervento educativo –Gli effetti dell’intervento educativo spesso possono essere osservati solo a distanza di tempo 13

14 Un problema: rinunciare a servirsi della propria ragione critica Vi sono alcune tendenze che ci portano a commettere errori nella ricerca e a rinunciare all’uso critico della ragione –Uso inappropriato delle generalizzazioni (es, gli studenti sono… la scuola è allo sbando..) Tentazione di dare valore universale a esperienze particolari, a riportarci alla nostra esperienza (anche di scuola) senza un’analisi critica di ciò che essa ha comportato. –Assumere giudizi per buoni sulla base dell’autorità della persona che li enuncia –Assumere per buono ciò che si è sempre fatto senza un’analisi critica degli scopi e dei risultati –Ritenere vere le cose per cui vi è accordo fra la maggioranza delle persone o nel nostro gruppo di riferimento –Usare impropriamente la strumentazione scientifica applicata senza un’analisi rigorosa (fare la media di misure di apprendimento diverse è come fare la media fra peso e altezza) 14

15 Gli errori derivano spesso quindi da un’interferenza fra dimensione affettiva e cognitiva E’ necessario rendersi conto di ciò e “trasformare l’azione impulsiva in azione intelligente” 15

16 Metodo e fasi della ricerca La ricerca secondo Dewey si sviluppa secondo un modello circolare, nasce da un giudizio (definizione del problema) e si conclude con un giudizio (valutazione dei risultati) 16 1. Scelta del problema e definizione delle ipotesi 2. formulazione del disegno della ricerca 3. scelta, costruzione e messa a punto degli strumenti 4. Raccolta dei dati 5. Codifica e analisi dei dati 6. Interpretazione e comunicazione dei risultati

17 Alcune caratteristiche: Ripetibilità della ricerca: l’ipotesi di ricerca deve essere costruita in modo tale da poter essere sottoposta a verifica (replica, molto difficile nel nostro campo di indagine) Perché uno studio sia replicabile un ricercatore deve descrivere nel dettaglio ipotesi, metodi di verifica, strumenti e campione, procedure di analisi dei dati Serendipità: in molti casi la conoscenza si sviluppa anche a causa della creatività, degli errori e del caso (i tre principi di Serendip): capacità di trovare ciò che non si sta cercando. Serendipità feconda quando è associata ad una mente aperta e preparata 17

18 Le parole della ricerca come strumenti di lavoro Gli strumenti con i quali costruiamo, comunichiamo e conserviamo la conoscenza sono strumenti linguistici La costruzione del sapere scientifico è un processo sociale e collettivo. La cui prima regola è la collaborazione e il cui risultato (sempre provvisorio) è un accordo fra le persone che fanno parte della comunità scientifica; le conquiste degli esperti vanno inoltre condivise con la comunità sociale Un singolo ricercatore si richiama alle esperienze dei colleghi, da cui spesso ricava le proprie ipotesi. I suoi risultati rimangono a livello di ipotesi se non sono condivisi e accettati dalla comunità. Importante è quindi l’accordo, che si realizza tramite la comunicazione 18

19 Le parole della ricerca: i concetti La ricerca utilizza concetti che si riferiscono a realtà osservabili (questo è uno studente) o anche a fenomeni più complessi e non osservabili (ad esempio il concetto di amare), più raramente a concetti che non hanno riscontri nella realtà (angeli, ippogrifi …) Cerca di dare dei concetti una definizione operativa: la definizione teorica si ha quando per definire un concetto si utilizzano altri concetti già condivisi; la definizione operativa si ha quando ci si riferisce con esattezza ai procedimenti utilizzati per la misurazione 19

20 I concetti sono collegati fra loro in proposizioni, che possono essere distinte (anche se in modo approssimativo) in: –Descrittive: descrivono in come, il quando o il modo di un fenomeno (ad esempio descrivere con esattezza cosa vuol dire non amare la scuola…) –Esplicative: spiegano il perché del fenomeno che stiamo esaminando. Sono proposizioni che cercano di definire il legame fra due fenomeni (se… allora) il più forte dei quali è il legame causale –Predittive: non si limitano a spiegare a posteriori il fenomeno osservato ma intendono prevedere che a un dato fenomeno con molta probabilità se ne associa un altro 20 Le parole della ricerca: le proposizioni

21 Quando si è raggiunta una conoscenza consolidata delle relazioni fra due fenomeni e siamo in grado di formulare previsioni, utilizziamo il termine legge per descrivere la regolarità di questa relazione. Una legge è quindi una asserzione secondo la quale certi eventi sono regolarmente associati (…nella maggior parte dei casi ad un certo tipo di comportamento segue un certo tipo di risposta…) Anche la frase “gli studenti non amano la scuola” può essere definita legge, in quanto fenomeno ampiamente constatato 21 Le parole della ricerca: le leggi

22 Per teoria in campo educativo intendiamo un insieme di proposizioni fra loro collegate che mirano a spiegare un determinato fenomeno sociale La teoria racchiude quindi al suo interno leggi collegate fra loro. Teoria come consolidamento di esperienze e punto di arrivo dello sforzo di concettualizzare, ordinare e collegare fra loro i fatti. Leggi e teorie sono comunque costrutti che possono e devono essere sempre sottoposti a verifica. Una teoria può essere messa in discussione “falsificata”, da un tentativo di conferma non riuscito 22 Le parole della ricerca: le teorie

23 Una variabile è un concetto che possiamo classificare o misurare dato che al suo interno contiene due o più valori Per studiare sperimentalmente un fenomeno dobbiamo cercare di ridurre la sua complessità e considerarne una o più variabili Le teorie sono costrutti ipotetici (es. una migliore accoglienza nella scuola aumenta il successo scolastico), le variabili son il riferimento reale di questi concetti (il concetto di accoglienza viene operazionalizzato traducendolo in procedure osservabili; il successo scolastico viene definito secondo uno o più valori) 23 Le parole della ricerca: le variabili

24 Chiamiamo variabile indipendente la variabile capace di indurre un mutamento nell’altra (l’accoglienza) e dipendente la variabile il cui valore dipende dall’altra e che non può a sua volta influenzarla (successo scolastico) Nella ricerca educativa però è possibile trovare casi in cui le variabili si influenzano reciprocamente Possiamo distinguere diversi tipi di variabili –Fisiche e non fisiche (direttamente osservabili o no es. 1 peso, titolo di studio, es.2 motivazione) –Quantitative e qualitative le prime variano in grandezza (punteggio ad un test), le seconde in genere (lavoro svolto) –Continue e discrete: nelle prime la misurazione varia senza soluzione di continuità (età, reddito), nelle seconde le misurazioni procedono a salti (es. numero di studenti in una classe) 24 Le parole della ricerca: le variabili

25 La misurazione è un processo nel quale vengono collegati concetti astratti a indicatori empirici Ci serviamo di scale di misura che sono generalmente classificate in quattro categorie: –Scale nominali: gli elementi che sono oggetto di misurazione possono essere solo raggruppati in categorie, di cui si può dire soltanto che sono diversi fra loro. Se associamo numeri a queste categorie (es. 1= si, 2=no) essi hanno solo valore simbolico. Potremmo invertire i numeri e nulla cambierebbe. In queste scale è possibile confrontare proporzioni o percentuali fra le diverse categorie, è possibile calcolare moda e frequenze, è possibile effettuare il test del chi quadro 25 Le parole della ricerca: misure e scale di misura

26 –Scale ordinali: gli elementi che sono oggetto di misurazione possono essere raggruppati in categorie tra le quali è possibile stabilire una relazione di ordinamento (ad esempio la partecipazione ai forum può essere misurata, e può essere costruita una graduatoria per la quale una categoria precede l’altra. Alta part. →media part.→ bassa part. ) Strumenti statistici in più: mediana, percentili, correlazioni per ranghi … –Scale ad intervalli: hanno tutte le caratteristiche di una scala ordinale ed in più è possibile stabilire la distanza fra ciascuna coppia di elementi. Ciò comporta la definizione di una unità di misura. L’esempio sono le scale per la temperatura, Celsius e Farenheit nelle quali malgrado lo 0 sia diverso, la distanza fra gli intervalli è costante. Lo zero in questi casi è arbitratrio. Sono scale ad intervalli i punteggi ricavati da prove di personalità, misure di motivazione ecc... Sono possibili tutti i metodi statistici parametrici 26 Le parole della ricerca: misure e scale di misura

27 –Scale di rapporti: hanno le stesse caratteristiche delle scale ad intervalli e in più hanno un punto zero assoluto, cioè fisso, non arbitrario. Ad esempio l’età e il peso hanno un punto zero. Misurare è un’operazione difficile, e lo è ancora di più in campo educativo. La ripetizione di una misura è un modo per ridurre al minimo il rischio di errore 27 Le parole della ricerca: misure e scale di misura

28 Le caratteristiche degli strumenti di misura Precisione o affidabilità: capacità di produrre la stessa risposta quando riceve lo steso stimolo Validità: capacità dello strumento di misurare veramente ciò che ci si propone di misurare Sensibilità: capacità di rilevare variazioni di sempre minor ordine di grandezza Giustezza: assenza di errori sistematici 28


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