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Le politiche per l'agricoltura biologica Felicetta Carillo INEA ROMA 11 Luglio 2007 Il sostegno dell'offerta e della domanda Quali prospettive per il periodo.

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1 Le politiche per l'agricoltura biologica Felicetta Carillo INEA ROMA 11 Luglio 2007 Il sostegno dell'offerta e della domanda Quali prospettive per il periodo 2007-2013

2 2 Lo scopo di questa relazione è di proporre spunti di riflessione su: Il sostegno dell’offerta per l’agricoltura biologica nell’ambito delle politiche di sviluppo rurale per il periodo 2007 – 2013 Le opportunità d’incentivazione della domanda di prodotti biologici

3 3 L’agricoltura biologica in Italia L’agricoltura biologica in Italia, ha conosciuto uno sviluppo continuo fin dai primi anni ’90, con tassi di crescita molto sostenuti Dal 2001 comincia a registrare una battuta d’arresto seguita da una riduzione Ancora oggi, nonostante la crisi, un quarto delle aziende agricole biologiche e un quarto della SAU biologica dell’Unione Europea è italiana L’incidenza della SAU biologica sul totale della SAU (8,4%) è la più alta in Europa dopo quella dell’Austria

4 4 Le misure agroambientali sono state riproposte all’interno dell’Asse 2, con poche modifiche rispetto alla passata programmazione (gestori del territorio, bandi di gara, eliminata la componente d’incentivazione) L’agricoltura biologica è una Azione della Misura “Pagamenti agroambientali” e i premi si determinano entro gli stessi massimali delle passata programmazione (900/ha le colture perenni, 600/ha le colt. annuali, 450/ha gli altri usi) Altre specifiche misure per il biologico sono previste nell’Asse 1: “Partecipazione ai sistemi di qualità alimentare (Mis. 132 - max 3.000 euro ad azienda), “Attività di informazione e promozione attivate da associazioni di produttori” (Mis. 133, il 70% delle spese ammissibili) Le politiche agroambientali nell’ambito dello Sviluppo Rurale 2007-2013

5 5 Sono stati notificati alla Commissione europea 20 PSR regionali, il PSN e la Rete Rurale Nazionale (la Puglia in preparazione, al 03/07/2007) 16 PSR regionali sono stati dichiarati ricevibili dalla Commissione ed è iniziato il negoziato 7 PSR regionali sono in uno stato più avanzato avendo ricevuto le osservazioni UE La programmazione per lo sviluppo rurale 2007-2013: Il punto del negoziato

6 6 IL regolamento fissa una soglia minima di spesa pari al 25% delle risorse finanziarie disponibili IL PSN prevede una percentuale media del 42% Secondo le attuali versioni dei 16 PSR notificati alla Commissione europea e dichiarati ricevibili dalla stessa, le Regioni destinano in media il 44% del loro budget complessivo all’asse 2 ed il 23% alla misura agroambientale Tuttavia, i trascinamenti della vecchia programmazione per gli impegni agroambientali sono consistenti e, pur giocando un ruolo importante per l’efficienza della spesa, rappresentano un punto critico sull’impostazione delle nuove strategie regionali Quantità di finanziamenti messi in gioco per l’agroambiente (Asse 2)

7 Cosa hanno programmato le regioni: piano finanziario

8 8 I finanziamenti messi in gioco: un confronto con la passata programmazione

9 9 La programmazione regionale La rilevanza degli stanziamenti finanziari da sola non è sufficiente ad assicurare l’efficacia degli interventi, i risultati che i PSR saranno in grado di ottenere sono strettamente correlati alla:  qualità della programmazione ed  al processo di attuazione

10 10 La qualità della programmazione regionale e la coerenza con gli obiettivi Gli obiettivi prioritari: 1) La sostenibilità ambientale 2) Il miglioramento della qualità alimentare 3) La competitività del settore agricolo

11 11 1) L’impatto ambientale Calibrazione/modulazione degli interventi in funzione delle aree ambientalmente più sensibili Concentrazione delle risorse finanziarie sulle aziende e le aree per le quali il differenziale di reddito in assenza di sostegno comporterebbe necessariamente l’uscita dal settore Concentrazione territoriale degli interventi per aumentare l’impatto ambientale (Accordi agroambientali d’area, preferenze di aree “sensibili”,ecc.) Integrazione di più azioni ecocompatibili e/o impegni aggiuntivi coerenti con le sensibilità ambientali locali

12 12 2) La qualità alimentare Con la certificazione biologica viene assicurata la qualità del prodotto e delle sue caratteristiche di salubrità (non residui chimici ed OGM free) E’ necessario che tali produzioni vengano non solo prodotte ma anche posizionate con successo sui mercati e la qualità deve essere giustamente ed opportunamente comunicata (Misure di Informazione e formazione, informazione e promozione delle Associazioni di produttori) E’ utile trovare strategie di commercializzazione nell’ambito di filiere corte e modalità innovative (Misure di consulenza aziendale, accrescimento del valore aggiunto, Ammodernamento delle aziende agricole, ecc.)

13 13 3) Competitività: la crescita economica del settore Concentrazione delle risorse finanziarie sulle aziende che per localizzazione, settore di attività, tipologia d’impresa, offrono maggiori garanzie di permanenza nel settore Sviluppo del biologico attraverso azioni collettive (di filiera e/o locali) che consentono una migliore organizzazione locale e/o di filiera della produzione e della collocazione del prodotto sul mercato

14 14 Gli strumenti di programmazione regionale Offerta di finanziamento attraverso singole Misure con modalità di selezione dei beneficiari che consentono una concentrazione di risorse sui progetti migliori Offerta di “Pacchetti aziendali” di Misure sinergiche per uno sviluppo strategico coerente (Consulenza aziendale, Ammodernamento aziende agricole, Accrescimento del valore aggiunto dei prodotti agricoli e forestali, ecc.) Preferenze e priorità per “Progetti integrati” presentati da partenariati di beneficiari, variamente composti a seconda delle tipologie di accordi, per la realizzazione di una strategia di sviluppo locale (PIAR, PIT, PSL, ecc.) Promozione di “Azioni collettive” riferibili a particolari prodotti, nell’ambito del settore o della filiera e/o ad obiettivi ambientali specifici (Accordi agroambientali d’area, Progetti collettivi di settore, PIF, ecc.)

15 15 Lo sviluppo della domanda di produzione biologica Il sostanziale disinteresse degli attori a valle della filiera (trasformatori e distributori) per le politiche per l’agricoltura biologica rappresenta una debolezza per il settore Sono ancora grosse le potenzialità di sviluppo del mercato biologico determinate dalla più marcata e diffusa richiesta di qualità alimentare da parte del consumatore medio

16 16 Lo sviluppo della domanda di produzione biologica Indagini di mercato hanno evidenziato che il grado di conoscenza dei consumatori sull’agricoltura biologica è piuttosto approssimata, pertanto l’informazione è una leva di sviluppo importante Le campagne promozionali sono costose e non certo di facile accesso per le aziende, seppure costituite in forma associata Le attività di informazione, comunicazione e promozione realizzate da soggetti istituzionali potrebbero far fronte a tale esigenza e fornire informazioni oggettive e trasparenti, con l’obiettivo di tutelare il consumatore e promuovere le produzioni che contribuiscano al benessere dell’intera collettività

17 17 Le politiche d’incentivazione della domanda: Il Piano Nazionale per l’Agricoltura biologica Nella matrice di indirizzi del Piano europeo, il Piano d’azione nazionale, approvato nel 2005, individua gli obiettivi, articolandoli in Assi d’intervento ed Azioni Gli Assi: 1. Penetrazione sui mercati mondiali; 2. Organizzazione di filiera e commerciale; 3. Aumento della domanda interna e comunicazione istituzionale; 4. Rafforzamento e miglioramento del sistema istituzionale e dei servizi Il Piano ha ricevuto per la realizzazione delle azioni in esso previste, l’istituzione di un apposito capitolo di spesa ed una dotazione per l’anno 2005 di 5 milioni di euro Con la finanziaria del 2007 c’è stata l’autorizzazione della spesa stanziata nel 2005, alla quale si accompagna un’ulteriore dotazione di 10 milioni di euro l’anno, per il 2007, 2008 e 2009, ma l’attuazione del Piano stenta a partire

18 18 Le iniziative regionali per la domanda I “Mercatini di prodotti biologici” è un’iniziativa presente in molte regioni che aiuta le aziende di piccole dimensioni a collocare le proprie produzioni con il giusto riconoscimento commerciale e promuovere il consumo bio Biodomeniche e Primaverabio per aumentare nei consumatori la conoscenza delle caratteristiche tecniche delle produzioni bio ma anche aumentare la sicurezza sulla “tracciabilità biologica” Promozione Bio-Agriturismo e Bio-Fattorie didattiche Promozione prodotti biologici regionali attraverso la partecipazione a fiere nazionali ed internazionali

19 19 La domanda pubblica In Italia ci sono circa 650 mense bio e servono più di un milione di pasti, sono prevalentemente scolastiche e la crescita annua è intorno al 10% Le strutture ospedaliere ed aziendali, ma anche le strutture per la terza età, militari ed altre collettività sono i contesti nei quali la diffusione del prodotto biologico potrebbe avere risultati rilevanti sul volume d’affari del settore Le pubbliche amministrazioni, però, spesso non conoscono a fondo le caratteristiche della filiera biologica e predispongono gare d’appalto non adeguate alle specificità del sistema di produzione (capitolati che risentono dell’impostazione utilizzata per i prodotti convenzionali)

20 20 Considerazioni conclusive Un posto di rilievo è stato riservato al supporto dell’agricoltura bio, nelle politiche comunitarie e nazionali, ma la coesistenza di obiettivi molteplici, propriamente produttivi e di carattere ambientale, introduce elementi di complessità nell’applicazione delle politiche e nella valutazione delle stesse Le regioni hanno accumulato esperienza in tema di programmazione ed attuazione degli interventi agroambientali (Reg. 2078/91, Reg. 1257/99) e le prossime programmazioni appaiano ben strutturate per una efficace realizzazione della spesa Il supporto dell’offerta produttiva senza il contestuale supporto della domanda rischia di diventare una politica assistenzialista, che non consente la permanenza sul mercato di aziende economicamente vitali Le politiche per la domanda, seppure non trovano attualmente ancora piena esplicazione, rappresentano un importante strumento per una strategia politica rivolta alla crescita complessiva del sistema biologico (filiera e mercato)


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