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PROGETTO CASALE GIANNELLA Anno Scolastico 2005/2006 Classe 4^I 15-20 Maggio 2006.

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2 PROGETTO CASALE GIANNELLA Anno Scolastico 2005/2006 Classe 4^I 15-20 Maggio 2006

3 1.L’oasi della laguna di Orbetello: posizione geografica; vegetazione;vegetazione fauna;fauna storia;storia il casale Giannella;il casale Giannella alcuni dati

4 2.finalità scientifiche del soggiornofinalità scientifiche del soggiorno 3.attività: Campionamenti di sabbia Effettuazione dei transetti Attività di laboratorio Escursione sul monte Argentario

5 4.Elaborazioni statistiche e conclusioni

6 L’Oasi della Laguna di Orbetello si trova in Toscana, lungo la costa tirrenica nel comune di Orbetello (GR). L’OASI DELLA LAGUNA DI ORBETELLO

7 VEGETAZIONE Il Tombolo della Giannella lungo la costa è ricoperto da una lussureggiante macchia mediterranea (vedi una breve storia della MACCHIA MEDITERRANEA)MACCHIA MEDITERRANEA) mentre nella riva interna della Laguna troviamo un esteso tappeto di salicornia.

8 Più all’interno boschetti isolati di pioppi, sughere, frassini ed olmi. Scendendo ancora più a sud troviamo il Bosco di Patanella caratterizzato da grandi estensioni di brugo.Questo ambiente è caratterizzato da piante della macchia mediterranea quali lentisco, fillirea, mirto, corbezzolo; da vegetazione dunale a gramigna delle spiagge, santolina delle spiagge, sparto pungente, erba medica marina, calcatreppola marina, giglio di mare; da una zona lagunare dove troviamo un esteso tappeto di salicornia.

9 FAUNA La qualità di questo ambiente, e la sua posizione lungo le rotte migratorie, vedono la concentrazione di migliaia di uccelli, specialmente nel periodo invernale, come: fenicotteri, cavaliere d’italia, airone bianco maggiore, airone cenerino, falco pescatore, mestoloni, spatole, avocette... Tra i mammiferi la volpe, il tasso e l’istrice

10 Fenicotteri; Cavaliere d’italia; Airone bianco maggiore ed Airone cenerino; Falco pescatore; Mestoloni; Spatole; Avocette...

11 Il monte Argentario, probabilmente già abitato dagli etruschi, entrò nella proprietà personale della famiglia degli Enobarbi-Domizi che la ottennero come risarcimento delle somme da loro prestate alla repubblica romana durante la seconda guerra punica; da quest'atto probabilmente deriva il nome del monte, in quanto la famiglia era anche nota anche come "degli Argentari" (nell'antica Roma così erano chiamati i prestatori di denaro), da cui il nome "Mons Argentarii". Il monte entrò poi nella dote degli imperatori, finché Costantino nel IV secolo la donò alla chiesa romana. Nel medioevo, anche in conseguenza del minor traffico che si svolgeva sulla via Aurelia e del progressivo impaludamento della Maremmaa, questi luoghi rimasero a lungo poco abitati. Nel basso mediovo il monte segui le sorti di Orbetello, per cui passò nei domini degli Aldobrandeschi, degli Orsini, di Ladislao re di Napoli e di Siena, per finire poi sotto il dominio degli spagnoli intorno alla metà del 1500. Questi fortificarono pesantemente il monte e i due porti, facendone il perno difensivo dello Stato dei Presidi e riattivando la vita civile di questi luoghi. Sconfitto Napoleone, nel 1815 i possedimenti spagnoli passarono al Granducato di Toscana fino al 1860, quando furono annessi al Regno d'Italia. STORIA

12 Hanno contribuito alla nascita ed alla crescita dell’Oasi di Orbetello: nel 1965-Fulco Pratesi e Hardy Reichelt scoprirono che il Cavalier d’Italia era tornato a nidificare nella Laguna e lanciarono una campagna in sua difesa che… nel 1971portò all’istituzione dell’Oasi da parte del Ministero dell’Agricoltura e Foreste; nel 1977 - l’area fu dichiarata d’importanza internazionale secondo la convenzione di Ramsar (vedi Convenzione di Ramsar.doc);Convenzione di Ramsar.doc nel 1980 per la presenza di oltre 10.000 anatre svernanti fu creata una Riserva Naturale dello Stato; nel 1988 - istituzione della riserva naturale provinciale. Nel frattempo il WWF è riuscito ad acquistare prima il Bosco di Patanella, un piccolo stagno con prato semiarido; nel 2000 - con la campagna foreste sono stati acquistati ulteriori 100 ettari

13 IL CASALE GIANNELLA E’ una struttura dotata di: percorsi natura, capanni per l'osservazione degli uccelli, giardino delle farfalle, materiale didattico ed infine un Centro di educazione ambientale realizzato all'interno di un casale spagnolo del 1600, dotato di sala riunioni, spazi destinati ad attività didattiche e allestito con mostre tematiche; altri tre casali più recenti sono adibiti a foresteria con sala una grande mensa e una cucina; parte dell'energia utilizzata dalla struttura, proviene dall'impianto a pannelli fotovoltaici.

14 La nostra classe è stata ospitata in uno dei due casali più recenti, adiacenti a quello più grande.

15 Superficie: 800 ha (30 ha sono Riserva Naturale dello stato). Latitudine42°26'7"80 N Longitudine11°7'13"80 E UBICAZIONE E ACCESSIBILITÀ: in provincia di Grosseto e nel comune di Orbetello. L’accesso all'oasi è al km 148 della Strada Statale Aurelia. Lungo il tombolo della Giannella, è indicato l'accesso al Centro di Educazione Ambientale dell'oasi. ALCUNI DATI:

16 FINALITA’ SCIENTIFICHE DEL SOGGIORNO Progetti finalizzati alla fitosologia ed all’ecologia floreale, cioè a comprendere le associazioni tra le piante ed i loro rapporti con l’ambiente fisico-chimico, mediante esperienze legate: all’osservazione della flora ed alla sua catalogazione; All’analisi fisico-chimica del terreno ;

17 ANALISI DI CAMPIONI DI SUOLO Il primo giorno, dopo esserci divisi in gruppi, abbiamo raccolto campioni di sabbia nella spiaggia vicino al casale, utilizzando la trivella.

18 Il nostro gruppo ha trivellato il terreno ad una distanza dalla battigia di 13 metri ed a una profondità di 30 cm. Abbiamo depositato la sabbia così raccolta in una capsula in laboratorio e con questo campione abbiamo effettuato I seguenti esperimenti: 13 metri 30cm

19 Attività di laboratorio FILTRAZIONE DELLA SABBIA DETERMINAZIONE DELLA PERCENTUALE DI UMIDITÀ DETERMINAZIONE DEI CARBONATI CON I CALCIMETRI I SETACCI DEPOSITO pH E CONDUCIBILITÀ IONE CLORURO E IONE NITRATO

20 FILTRAZIONE DELLA SABBIA Per ottenere i sali disciolti nella sabbia abbiamo creato una soluzione acqua- sabbia e, dopo averla mescolata con cura, la abbiamo filtrata attraverso l’uso di un filtro cartaceo; abbiamo quindi, raccolto il filtrato in un becher.

21 DETERMINAZIONE DELLA PERCENTUALE DI UMIDITÀ Per determinare l’umidità abbiamo essiccato 10 grammi di sabbia conservandola in una capsula di porcellana posta in forno per 16 ore. La differenza di massa permette di calcolare la quntità di acqua e quindi la percentuale di umidità.

22 Percentuale di umidità del nostro campione  1,4%

23 DETERMINAZIONE DEI CARBONATI CON I CALCIMETRI Abbiamo determinato la percentuale di calcare presente nel campione con i due calcimetri, Ghisleni e Pizzarelli.GhisleniPizzarelli Percentuale di calcare del nostro campione(ghisleni)  38,8% Percentuale di calcare del nostro campione (pizzarelli)  53%

24 CALCIMETRO GHISLENI Dopo aver introdotto 250 ml di acqua nel cilindro graduato abbiamo misurato la variazione di volume prodotta dall’espansione dell’aria per effetto della reazione tra Hcl e calcare presente nella sabbia. Dal prodotto di questa variazione con una costante abbiamo ottenuto la percentuale di 38,8 % di calcare nel campione.

25 CALCIMETRO PIZZARELLI Con un espermento simile a quello del calcimetro Ghisleni con questo strumento abbiamo ottenuto una percentuale di 38,8% presente nel campione.

26 I SETACCI Per determinare la % in peso delle varie frazioni granulometriche del campione abbiamo setacciato un campione di sabbia attraverso una colonna di 6 setacci, pesando la sabbia prodotto di filtratura e calcolandone la percentuale sul totale.

27 Sedimento nel nostro campione  Coperchio e setaccio 2mm : 0,1% Setaccio 1mm: 0,28% Setaccio 0,5mm: 16,14% Setaccio 0,25mm: 68,6% Setaccio 0,15mm: 15,49% Setaccio 0,062mm: 2,15% Base: 0,35%

28 DEPOSITO Per determinare la percentuale di sabbia grossa e di sabbia fine presente nel nostro campione abbiamo lasciato depositare la soluzione di acqua e sabbia per 53 secondi. La sabbia depositata,una volta essiccata, determina la sabbia grossa.

29 pH E CONDUCIBILITÀ Abbiamo determinato la conducibilità elettrica e il pH della soluzione (ad una data temperatura) analizzando il filtrato iniziale della soluzione con il pHmetro e con il conduttimetro.

30 Conducibilità elettrica della nostra soluzione filtrata: 0,14mS 136µS pH della nostra soluzione filtrata: 7,96

31 Ione cloruro Per determinare lo ione cloruro abbiamo fatto reagire 1ml di filtrato con 1ml di soluzione di trocianato di mercurio II e nitrato di ferro II e lo abbiamo analizzato con l’utilizzo del fotometro nanocolor PF-10 Concentrazione ione Cl- della nostra soluzione filtrata: 23,4 mg/l

32 Ione nitrato Per determinare lo ione NO 3 abbiamo fatto reagire 1ml di filtrato con 1ml con dimetilfenolo in una miscela di acido solforico ed acido fosforico. Concentrazione ione NO3 della nostra soluzione filtrata: <2 mg/l

33 I TRANSETTI Abbiamo costruito i transetti: partendo dalla battigia e continuando perpendicolarmente alla linea di costa abbiamo delimitato un’area fino alla macchia mediterranea di larghezza un metro.

34 Quando incontravamo una specie vegetale la classificavamo con l’ausilio delle chiavi analitiche allegate ai manuali specialistici.

35 Registrava mo, poi, sulla tabella a le specie trovate in ogni m 2 di transetto e attribuivamo un valore di copertura secondo il metodo Braun- Blanquet.

36 Abbiamo poi registrato le principali caratteristiche morfologiche ed anatomiche della piante arricchendo la descrizione con disegni e foto opportune. battigia Macchia mediterranea

37 Abbiamo determinato il profilo isometrico della duna con il goniometro e la tabella allegata. Infine abbiamo raccolto campioni di suolo per l’analisi al microscopio.

38 PROFILO ISOMETRICO DELLA DUNA

39 Abbiamo notato che la presenza delle piante è in relazione alla presenza di cloruri nella sabbia quindi più ci si avvicina alla macchia più numerose sono le specie presenti.

40 Abbiamo quindi osservato come piante flessibili che resistono alle sollecitazioni del vento, come il lagurus ovatus e l’agryphiron iunceuum trovano una collocazione anche a pochi metri dalla battigia.

41 Le piante che crescono sulla sabbia presentano un apparato radiacale molto particolare: le radici si sviluppano in orizzontale e non in profondità perchè il suolo è molto arido ma facilmente malleabile; esse cercano dunque luce sviluppandosi parallelemente al suolo (coè prostrate).

42 Le specie dal fusto eretto si trovano solo salendo verso la macchia mediterranea.

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44 Brevi caratteristiche di alcune delle specie floreali da noi osservate nel transetto del transetto:

45 Dorycnium Hirsutum Lagurus ovatus

46 CRUCIANELLA MARITIMA Famiglia delle rubiacee Foglie ovato lanceolate Fioritura da giugno a Luglio Crucianella maritima L. - Crucianella Forma densi cuscini glauchi e leggermente pungenti, sulla sabbia delle dune marine piccoli fiori gialli Pianta glabra perenne,prostrata,le gnosa alla base con fusti lisci biancastri.Foglie coriacee,glauche, ovato-lanceolate e appuntito-spinose, spesso fittamente embricate sui giovani rametti.Infiorescenz a a spiga,fiori piccoli giallastri

47 Anthemis maritima Famiglia delle asteracee Foglie subcarnose a contorno oblanceolato Fioritura da Maggio a Settembre

48 Agropyrum junceum, L. - Gramigna delle spiagge Tipica erba delle dune, partecipa a quel pool di essenze che sono indispensabili per una ricostituzione e protezione delle dune litoranee.

49 Cakile maritima Scop. - Ravastello marimo Annuale caratteristica delle spiagge che iniziano a consolidarsi, foglie pelosette, fiori bianco-malva

50 Medicago marina - erba medica marina (D) Pianta erbacea perenne striscia sulla sabbia fermandone il cammino e contribuendo al consolidamento delle dune, bella la fioritura gialla

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52 ESCURSIONE SUL MONTE ARGENTARIO Abbiamo osservato il bioma della macchia mediterranea che si estende in un’area che comprende sia regioni molto ravvicinate al mare (vicino alla battigia) sia zone collinari che rilievi rocciosi. Essendo una zona di transizione, che presenta un clima arido in estate ed un clima molto umido in inverno, la flora ha dovuto adattarsi.

53 Presenta caratteristiche di RESISTENZA e di TOLLERANZA alla diversa distribuzione delle pioggie. Per riuscire ad accedere ad un’adeguata quantità di acqua esse hanno sviluppato apparati radicali molto estesi o molto profondi e fusti molto bassi.

54 Abbiamo anche osservato gli stomi delle piante grazie all’aiuto del microscopio, evidenziando un ulteriore meccanismo che permette alle piante, mediante un processo osmotico, di regolare la quantità di acqua assorbita

55 Un altro meccanismo di difesa delle piante è la sclerofillia: alcune piante presentano foglie coriace, nelle quali la cuticola si inspessisce, riducendo la fuoriuscita di acqua. Altre piante, invece, producono olii essenziali che, avendo una tensione vapore, hanno una minore traspirazione (un esempio è l’elicriso).

56 Altre presentano i peli che, bloccando parte dell’umidità sulla foglia, riducono la disidratazione della pianta.

57 Mano a mano che salivamo abbiamo osservato il variare della vegetazione che sulla spiaggia si presentava bassa e ridotta, ad un’altitudine maggiore era più alta ed adattata al suolo in maggior parte granitico (cioè derivante dal magma), mentre più in alto (200m) era costituita da lecci e piante legnose più robuste.

58 ANALISI FINALE I RISULTATI OTTENUTI DAI SINGOLI GRUPPI SONO STATI RACCOLTI IN UN DATABASE CHE LI HA INTEGRATI E RIELABORATI GRAFICAMENTE

59 GRAFICI

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64 FINE


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