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Giovanni Boccaccio Realismo e provocazione Certaldo, presunta casa di Boccaccio 1313 Tra giugno e luglio, forse a Certaldo, nasce Giovanni Boccaccio È.

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1 Giovanni Boccaccio Realismo e provocazione Certaldo, presunta casa di Boccaccio 1313 Tra giugno e luglio, forse a Certaldo, nasce Giovanni Boccaccio È figlio del ricco mercante Boccaccio di Chelino e di una donna probabilmente di umile estrazione sociale. Per questo motivo, da adulto lo scrittore inventerà la leggenda di una propria origine nobile, addirittura da una figlia del re di Francia

2 Giovanni Boccaccio Realismo e provocazione Certaldo, presunta casa di Boccaccio 1313 Tra giugno e luglio, forse a Certaldo, nasce Giovanni Boccaccio Fin da piccolo viene sottratto alla madre, legittimato e condotto a Firenze presso la casa del padre 1319 Il padre si sposa e ha un secondo figlio, Francesco 1327 Boccaccio di Chelino è rappresentante dell’impresa bancaria dei Bardi a Napoli e avvia il figlio all’apprendistato 1331 Dopo vari fallimenti, Giovanni è indirizzato agli studi di diritto canonico In questi anni inizia a scrivere e s’innamora di Fiammetta, dietro cui è possibile che si nasconda Maria d’Aquino, figlia illegittima di Roberto d’Angiò Emma Sandys, Fiammetta, 1876 1340 Torna a Firenze presso il padre. A questo periodo risale l’amicizia con Petrarca 1343 Dopo la morte di Roberto d’Angiò sfumano i suoi propositi di tornare a Napoli 1345 Inizia un periodo difficile: fallisce il Banco dei Bardi; l’anno dopo Boccaccio è a Ravenna, quindi, nel 1347, a Forlì 1348 Durante la peste nera, egli è a Firenze: perde il padre ed eredita il patrimonio. Inizia a scrivere il Decameron, che termina già nel 1351

3 Giovanni Boccaccio 1350 È inviato a Ravenna per donare alla sorella monaca di Dante un risarcimento per l’esilio del fratello. Incontra di persona Petrarca e l’anno dopo gli offre una cattedra nello Studio fiorentino 1351 Inizia la sua carriera diplomatica: è inviato in Tirolo per prendere accordi con Ludovico di Baviera 1354 È ad Avignone per presentare al papa il punto di vista fiorentino sulla discesa di Carlo IV 1355 Torna a Napoli con la speranza (delusa) di diventare segretario del re; frequenta la biblioteca locale 1359 È a Milano dall’amico Petrarca. Fa introdurre l’insegnamento della lingua greca nello Studio fiorentino L’amicizia fra Boccaccio e Petrarca è determinante per l’affermarsi dell’indirizzo umanistico a Firenze

4 Giovanni Boccaccio 1350 È inviato a Ravenna per donare alla sorella monaca di Dante un risarcimento per l’esilio del fratello. Incontra di persona Petrarca e l’anno dopo gli offre una cattedra nello Studio fiorentino 1351 Inizia la sua carriera diplomatica: è inviato in Tirolo per prendere accordi con Ludovico di Baviera 1354 È ad Avignone per presentare al papa il punto di vista fiorentino sulla discesa di Carlo IV 1355 Torna a Napoli con la speranza (delusa) di diventare segretario del re; frequenta la biblioteca locale 1359 È a Milano dall’amico Petrarca. Fa introdurre l’insegnamento della lingua greca nello Studio fiorentino 1360 Una bolla papale attesta la sua nomina a chierico. In seguito a una fallita congiura in cui sono implicate persone a lui molto vicine, cade in disgrazia a Firenze e attraversa una crisi religiosa 1361 Si ritira a Certaldo, dedicandosi allo studio e alla scrittura 1365 Il mutamento della situazione politica fiorentina gli permette di assumere nuovi incarichi politici 1368 Per l’ultima volta, è ospite a Padova di Petrarca 1373 È chiamato dal Comune fiorentino a tenere una lettura pubblica della Commedia 1375 Muore a Certaldo il 21 dicembre

5 Giovanni Boccaccio L’opera Periodo napoletano Periodo fiorentino Opere della vecchiaia Caccia di Diana (1333-34) Filostrato (1335) Filocolo (1336-39) Teseida delle nozze d’Emilia (1339-41) Comedia delle ninfe fiorentine (1341-42) Amorosa visione (1342-43) Elegia di Madonna Fiammetta (1343-44) Ninfale fiesolano (1344-46) Decameron (1349-51) Corbaccio (1365) Genealogia deorum gentilium (1350-75) Trattatello in laude di Dante (1357-61) Esposizioni sopra la Comedia (1373-74) poemetto in terza rima di 18 canti poemetto in ottave diviso in 9 parti romanzo in prosa in 5 libri poema epico-cavalleresco in ottave in 12 libri prosimetro di narrazioni e testi in terza rima poema allegorico in terza rima in 50 canti lunga lettera in prosa di Fiammetta poemetto in 473 ottave raccolta di 100 novelle in 10 giornate pamphlet polemico in prosa trattato in latino in 15 libri biografia di Dante con episodi romanzeschi lezioni fino al XVII canto dell’Inferno

6 Giovanni Boccaccio L’opera Periodo napoletano Periodo fiorentino Opere della vecchiaia Caccia di Diana (1333-34) Filostrato (1335) Filocolo (1336-39) Teseida delle nozze d’Emilia (1339-41) Comedia delle ninfe fiorentine (1341-42) Amorosa visione (1342-43) Elegia di Madonna Fiammetta (1343-44) Ninfale fiesolano (1344-46) Decameron (1349-51) Corbaccio (1365) Genealogia deorum gentilium (1350-75) Trattatello in laude di Dante (1357-61) Esposizioni sopra la Comedia (1373-74) Evidente sperimentalismo di tipo dantesco Attraversamento di tutti i generi Bilinguismo ma preferenza del volgare Forte influsso della tradizione cortese provenzale Preminenza della narratività Letteratura ricreativa intesa come svago colto

7 Giovanni Boccaccio La formazione letteraria Influenza della corte angioina, in cui la tradizione romanzesca si mescola con il culto dei classici latini: Virgilio, Stazio, Ovidio, Lucano L’amicizia con Petrarca rende più consapevole la curiosità umanistica di Boccaccio, che d’altronde, grazie al culto per Dante, resta saldamente legato alla tradizione fiorentina Tra invenzioni e dati autobiografici, la scrittura di Boccaccio è tesa all’affabulazione, prediligendo spesso la conversazione galante Dal romanzo di avventura a quello cavalleresco, dal poemetto arcadico a quello idillico, dal racconto sentimentale alla novella, Boccaccio dà vita a generi letterari destinati a grande fortuna La preminenza del tema amoroso non è una novità di Boccaccio, ma il suo contributo originale sta nel realismo con cui sono oggettivati i vari aspetti dell’amore Agendo da mediatore culturale, Boccaccio connette la tradizione cortese a quella fiorentina Idea della letteratura come svago colto, basato sull’effusione sentimentale o sull’ironia Varietà di toni e linguaggi tipica della tradizione fiorentina (e di ascendenza dantesca) atteggiamento: sperimentale argomento: amoroso pubblico ideale: femminile stile: galante e vario modelli: cortese e classico

8 Giovanni Boccaccio La giovinezza napoletana Caccia di Diana Filostrato Filocolo Teseida Dante Gabriel Rossetti, Visione di Fiammetta, 1878 Come seguaci della dea Diana, le più belle nobildonne napoletane si ritrovano a uccidere ciascuna un animale. Ribellatesi all’autorità di Diana e invocata Venere, assistono alla trasformazione degli animali in uomini. Tra essi c’è anche il poeta, che ringrazia la propria donna. Poemetto in terza rima di 18 canti (1333-34) Ricollegandosi al ciclo troiano, Boccaccio racconta l’episodio dell’amore di Troilo, figlio di Priamo, per la prigioniera greca Criseida. Liberata dagli achei, la donna dimentica l’amante, che per disperazione si lascia uccidere da Achille. Il titolo, nel greco approssimativo di Boccaccio, dovrebbe significare “il vinto d’amore”. Poemetto in ottave diviso in 9 parti (1335) Boccaccio racconta all’amata Fiammetta la celebre storia di Florio e Biancifiore, già ripresa in Toscana in un cantare, ma amplificandone il nucleo originario attraverso espedienti tipici del romanzo alessandrino. Molto frequenti le digressioni dotte e gli inserti. Il titolo, in greco inesatto, significa “fatica d’amore”. Romanzo in prosa in 5 libri (1336-39) Il poeta racconta a Fiammetta un episodio del ciclo tebano: la guerra di Teseo contro le Amazzoni e quindi la contesa tra Arcita e Palemone per ottenere in moglie la bella amazzone Emilia. Poema in ottave in 12 libri (1339-41)

9 Giovanni Boccaccio La maturità fiorentina Comedia delle ninfe fiorentine Il pastore fiorentino Ameto incontra un gruppo di sette ninfe, che gli raccontano i loro amori in versi. Ascoltate le loro storie, egli fa un bagno purificatore, dopo il quale capisce il senso allegorico della vicenda: ha conosciuto le sette virtù capitali, grazie alle quali si è trasformato da rozzo pastore in uomo che può accedere alla conoscenza divina. Prosimetro di narrazioni e testi in terza rima (1341-42) Giunto a Firenze, Boccaccio cerca di legare gli schemi della letteratura cortese alla tradizione locale tradizione allegorica fiorentinatradizione bucolica classica Poemetto in 473 ottave (1344-46)

10 Giovanni Boccaccio La maturità fiorentina Comedia delle ninfe fiorentine Il pastore fiorentino Ameto incontra un gruppo di sette ninfe, che gli raccontano i loro amori in versi. Ascoltate le loro storie, egli fa un bagno purificatore, dopo il quale capisce il senso allegorico della vicenda: ha conosciuto le sette virtù capitali, grazie alle quali si è trasformato da rozzo pastore in uomo che può accedere alla conoscenza divina. Prosimetro di narrazioni e testi in terza rima (1341-42) Amorosa visione Giunto a Firenze, Boccaccio cerca di legare gli schemi della letteratura cortese alla tradizione locale Poema in terza rima di 50 canti (1342-43) In sogno il poeta si reca in visita a un castello. Sulle pareti delle varie stanze vede affrescati i trionfi di Sapienza, Gloria, Avarizia, Amore e Fortuna, che descrive con lunghe divagazioni erudite. In giardino, incontra delle nobildonne, di cui tesse l’elogio. Tra esse c’è Fiammetta, con la quale cerca di congiungersi carnalmente allegorismo religioso dantescoallegorismo laico boccacciano

11 Giovanni Boccaccio La maturità fiorentina Comedia delle ninfe fiorentine Il pastore fiorentino Ameto incontra un gruppo di sette ninfe, che gli raccontano i loro amori in versi. Ascoltate le loro storie, egli fa un bagno purificatore, dopo il quale capisce il senso allegorico della vicenda: ha conosciuto le sette virtù capitali, grazie alle quali si è trasformato da rozzo pastore in uomo che può accedere alla conoscenza divina. Prosimetro di narrazioni e testi in terza rima (1341-42) Amorosa visione Elegia di Madonna Fiammetta Giunto a Firenze, Boccaccio cerca di legare gli schemi della letteratura cortese alla tradizione locale Poema in terza rima di 50 canti (1342-43) In sogno il poeta si reca in visita a un castello. Sulle pareti delle varie stanze vede affrescati i trionfi di Sapienza, Gloria, Avarizia, Amore e Fortuna, che descrive con lunghe divagazioni erudite. In giardino, incontra delle nobildonne, di cui tesse l’elogio. Tra esse c’è Fiammetta, con la quale cerca di congiungersi carnalmente Lettera in prosa di Fiammetta (1343-44) Boccaccio amplifica lo schema dell’elegia classica, dando voce direttamente alla donna amata, che acquista concretezza e realismo psicologico. Ella racconta di essere stata tradita dall’amato Panfilo (maschera dell’autore) e chiede conforto alle «innamorate donne». Rovesciamento della Beatrice dantesca: concretezza dell’amore delineato attraverso un intreccio di motivi letterari

12 Giovanni Boccaccio La maturità fiorentina Comedia delle ninfe fiorentine Il pastore fiorentino Ameto incontra un gruppo di sette ninfe, che gli raccontano i loro amori in versi. Ascoltate le loro storie, egli fa un bagno purificatore, dopo il quale capisce il senso allegorico della vicenda: ha conosciuto le sette virtù capitali, grazie alle quali si è trasformato da rozzo pastore in uomo che può accedere alla conoscenza divina. Prosimetro di narrazioni e testi in terza rima (1341-42) Amorosa visione Elegia di Madonna Fiammetta Ninfale fiesolano Giunto a Firenze, Boccaccio cerca di legare gli schemi della letteratura cortese alla tradizione locale Poema in terza rima di 50 canti (1342-43) In sogno il poeta si reca in visita a un castello. Sulle pareti delle varie stanze vede affrescati i trionfi di Sapienza, Gloria, Avarizia, Amore e Fortuna, che descrive con lunghe divagazioni erudite. In giardino, incontra delle nobildonne, di cui tesse l’elogio. Tra esse c’è Fiammetta, con la quale cerca di congiungersi carnalmente Lettera in prosa di Fiammetta (1343-44) Boccaccio amplifica lo schema dell’elegia classica, dando voce direttamente alla donna amata, che acquista concretezza e realismo psicologico. Ella racconta di essere stata tradita dall’amato Panfilo (maschera dell’autore) e chiede conforto alle «innamorate donne». Concepito come un omaggio a Firenze, il poemetto racconta l’infelice storia d’amore di Africo e Mensola, da cui avrebbero avuto origine (secondo un processo metamorfico di tipo ovidiano) i due torrenti che alimentano l’Arno Poemetto in 473 ottave (1344-46)

13 Giovanni Boccaccio Le ultime opere Corbaccio Respinto da una vedova di cui è innamorato, lo scrittore sogna di ritrovarsi in un terribile deserto, dove gli appare il defunto marito dell’ingrata, che gli spiega come l’amore non convenga alla sua età avanzata e come le donne siano tutte false e rapaci. Libello polemico in prosa (1365) Genealogia deorum gentilium Scritti su Dante Altre opere latine Antica tradizione misoginaRovesciamento della tradizione cortese Trattato latino in 15 libri (1350-75) È il più importante trattato latino di Boccaccio, nonché l’opera che mostra meglio il suo spirito proto-umanistico. Si tratta di un repertorio di immagini classiche reinterpretate dal punto di vista storico, naturale e morale. Quest’opera inaugura la tendenza tipica dell’Umanesimo a spiegare simbolicamente miti e figure della letteratura greco-latina. Se scarsa, a differenza che in Petrarca, è la produzione poetica di Boccaccio (limitata quasi solo alle 16 ecloghe del Bucolicum carmen), più numerosi sono i trattati eruditi, che raccolgono e rielaborano immagini, temi, situazioni della letteratura classica. Bucolicum carmen De casibus virorum illustrium De mulieribus claris Letteratura come fictio a beneficio del lettore Trattatello in laude di Dante Esposizioni sopra la Comedia Oltre che copista dell’opera dantesca, Boccaccio è autore di una biografia del Poeta, in cui lo propone come modello dell’individuo in lotta contro la sorte; e di appassionate lezioni sulla Commedia, che hanno però il difetto di chiudersi in un orizzonte angustamente etico-religioso.

14 Tradizione fiorentina Modelli classici Giovanni Boccaccio Boccaccio “mediatore culturale” Letteratura cortese Al centro dell’opera di Boccaccio c’è il modello letterario cortese Su di esso s’innesta da un lato il richiamo ai testi classici… Scrittura narrativa di carattere popolare Funzione edonistica della letteratura Grande risalto alla componente avventurosa … dall’altro la tradizione fiorentina Repertorio di temi e figure Funzione pedagogica della lette- ratura Scrittura colta di carattere erudito Dimensione epica Centralità del tema amoroso Funzione etica della letteratura Dimensione religiosa Sperimentalismo e varietà Lingua e stile

15 allegorismo realismo Tradizione fiorentina Modelli classici Giovanni Boccaccio Boccaccio “mediatore culturale” Letteratura cortese Al centro dell’opera di Boccaccio c’è il modello letterario cortese Su di esso s’innesta da un lato il richiamo ai testi classici… L’esito è un’opera composita e altamente sperimentale, che rielabora ma soprattutto innova In questo secondo filone Boccaccio si ricollega soprattutto a Dante, fondendo realismo e allegorismo Scrittura narrativa di carattere popolare Funzione edonistica della letteratura Grande risalto alla componente avventurosa … dall’altro la tradizione fiorentina Repertorio di temi e figure Funzione pedagogica della lette- ratura Scrittura colta di carattere erudito Dimensione epica Centralità del tema amoroso Funzione etica della letteratura Dimensione religiosa Sperimentalismo e varietà Lingua e stile

16 Decameron: la struttura Giovanni Boccaccio Dal greco “dieci giorni”, con riferimento alla struttura dell’opera: una raccolta di 100 novelle legate insieme da una cornice che si sviluppa in dieci giorni, durante l’infuriare della peste nera a Firenze nel 1348

17 Decameron: la struttura Giovanni Boccaccio 10 giornate 10 narratori 10 novelle per ogni giornata (100) 3 uomini 7 donne Fiammetta Pampinea (“la rigogliosa”) Emilia Filomena (“l’amata”) Neifile (“nuova amante”) Elissa (altro nome di Didone) Lauretta (donna di Petrarca) Panfilo (“tutto amore”) Filostrato (“vinto d'amore”) Dioneo (“lussurioso”) 10 temi (uno per ogni giornata) 5. Gli amori felici 1. Tema libero 10. Onore, magnanimità 2. La fortuna 3. La virtù dell’«industria» 4. Gli amori infelici 6. I motti sagaci 7. Gli inganni ai mariti 8. Beffe tra uomini e donne 9. Tema libero La cornice si svolge in 2 settimane, ma sono esclusi i venerdì e i sabati Dioneo ha il privilegio di non sottostare all’obbligo di argomento Ogni novella è introdotta da una rubrica Ogni giorno viene eletto un re o una regina, che sceglie l’argomento della narrazione

18 Decameron: la struttura Giovanni Boccaccio 10 giornate 10 narratori 10 novelle per ogni giornata (100) 10 temi (uno per ogni giornata) 5. Gli amori felici 1. Tema libero 10. Onore, magnanimità 2. La fortuna 3. La virtù dell’«industria» 4. Gli amori infelici 6. I motti sagaci 7. Gli inganni ai mariti 8. Beffe tra uomini e donne 9. Tema libero Ogni giorno viene eletto un re o una regina, che sceglie l’argomento della narrazione La cornice si svolge in 2 settimane, ma sono esclusi i venerdì e i sabati Dioneo ha il privilegio di non sottostare all’obbligo di argomento Ogni novella è introdotta da una rubrica La struttura dell’opera rappresenta il tentativo compiuto dalla letteratura di mettere ordine nel caos. Dieci è il numero dei comandamenti dati da Dio a Mosè, al fine di stabilire una legge che regolasse la vita del popolo ebraico

19 Giovanni Boccaccio Decameron: ordine nel caos Johnn Everett Millais, Lorenzo e Isabella, 1849 (particolare) «orrido cominciamento»fuga e isolamentonuovo ordinegioia di vivere rifiuto del “reale” e scelta della fictio morte e dissoluzione della vita civile letteratura come alternativa adozione di una legge e di una gerarchia sistemazione del materiale narrativo utopia di una società perfetta realismo ed edonismo nelle novelle polemica politica e tema religioso La brigata si riunisce nella chiesa di Santa Maria del Fiore La brigata fugge dalla città isolandosi in campagna

20 Giovanni Boccaccio Decameron: ordine nel caos Johnn Everett Millais, Lorenzo e Isabella, 1849 (particolare) «orrido cominciamento»fuga e isolamentonuovo ordinegioia di vivere rifiuto del “reale” e scelta della fictio morte e dissoluzione della vita civile letteratura come alternativa adozione di una legge e di una gerarchia sistemazione del materiale narrativo utopia di una società perfetta realismo ed edonismo nelle novelle polemica politica e tema religioso La letteratura è dispensatrice di ordine e consolazione. Ma la struttura del Decameron contiene anche altri messaggi impliciti La letteratura è parte integrante della vita civile L’invenzione letteraria nasce dall’esperienza La varietà di voci corrisponde alla varietà di stili Nell’ordine utopico devono permanere squarci di libertà, concessioni al caos, incarnate in Dioneo Secondo alcuni, i temi delle giornate si succedono in un ordine ascensionale: dal peccato alla virtù Valore metanarrativo del Decameron

21 Giovanni Boccaccio Decameron: i temi William Holman Hunt, Lisabetta e il vaso di basilico, 1867 (particolare) L’industria L’amore La parola L’inganno L’onore La fortuna è una forza autonoma, oggettiva e superiore determina le peripezie umane e, nella scrittura, l’intreccio si rivela in parte determinata dalle azioni dei personaggi

22 Giovanni Boccaccio Decameron: i temi William Holman Hunt, Lisabetta e il vaso di basilico, 1867 (particolare) L’industria L’amore La parola L’inganno L’onore La fortuna è una forza autonoma, oggettiva e superiore determina le peripezie umane e, nella scrittura, l’intreccio si rivela in parte determinata dalle azioni dei personaggi è la qualità mercantile per eccellenza: l’intraprendenza è utile ma non sufficiente contro la sorte deve manifestarsi in ogni esperienza umana

23 Giovanni Boccaccio Decameron: i temi William Holman Hunt, Lisabetta e il vaso di basilico, 1867 (particolare) L’industria L’amore La parola L’inganno L’onore La fortuna è una forza autonoma, oggettiva e superiore determina le peripezie umane e, nella scrittura, l’intreccio si rivela in parte determinata dalle azioni dei personaggi è la qualità mercantile per eccellenza: l’intraprendenza è utile ma non sufficiente contro la sorte deve manifestarsi in ogni esperienza umana per fortuna e industria può essere lieto o infelice si sviluppa in una fitta trama di richiami letterari da esperienza di vita diventa archetipo letterario

24 Giovanni Boccaccio Decameron: i temi William Holman Hunt, Lisabetta e il vaso di basilico, 1867 (particolare) L’industria L’amore La parola L’inganno L’onore La fortuna è una forza autonoma, oggettiva e superiore determina le peripezie umane e, nella scrittura, l’intreccio si rivela in parte determinata dalle azioni dei personaggi è la qualità mercantile per eccellenza: l’intraprendenza è utile ma non sufficiente contro la sorte deve manifestarsi in ogni esperienza umana per fortuna e industria può essere lieto o infelice si sviluppa in una fitta trama di richiami letterari da esperienza di vita diventa archetipo letterario la parola opportuna può essere decisiva è un’applicazione speciale dell’industria fondamentalmente è invenzione, inganno

25 Giovanni Boccaccio Decameron: i temi William Holman Hunt, Lisabetta e il vaso di basilico, 1867 (particolare) L’industria L’amore La parola L’inganno L’onore La fortuna è una forza autonoma, oggettiva e superiore determina le peripezie umane e, nella scrittura, l’intreccio si rivela in parte determinata dalle azioni dei personaggi è la qualità mercantile per eccellenza: l’intraprendenza è utile ma non sufficiente contro la sorte deve manifestarsi in ogni esperienza umana per fortuna e industria può essere lieto o infelice si sviluppa in una fitta trama di richiami letterari da esperienza di vita diventa archetipo letterario la parola opportuna può essere decisiva è un’applicazione speciale dell’industria fondamentalmente è invenzione, inganno È una manifestazione della creatività umana regola quasi ogni rapporto umano

26 Giovanni Boccaccio Decameron: i temi William Holman Hunt, Lisabetta e il vaso di basilico, 1867 (particolare) L’industria L’amore La parola L’inganno L’onore La fortuna è una forza autonoma, oggettiva e superiore determina le peripezie umane e, nella scrittura, l’intreccio si rivela in parte determinata dalle azioni dei personaggi è la qualità mercantile per eccellenza: l’intraprendenza è utile ma non sufficiente contro la sorte deve manifestarsi in ogni esperienza umana per fortuna e industria può essere lieto o infelice si sviluppa in una fitta trama di richiami letterari da esperienza di vita diventa archetipo letterario la parola opportuna può essere decisiva è un’applicazione speciale dell’industria fondamentalmente è invenzione, inganno È una manifestazione della creatività umana regola quasi ogni rapporto umano Innalzamento del registro e dei temi esaltazione degli ideali cortesi

27 Giovanni Boccaccio Decameron: lo stile Varietà polifonia plurilinguismo pluristilismo varietas Molteplicità dei narratori Narrazioni a incastro: vari livelli narrativi Molteplicità dei punti di vista Varietà dei temi e dei toni Varietà dei registri espressivi Realismo mimetico Alternanza narrazione-dialogo Molteplicità dei livelli stilistici patetico sublime comicoeroico grottescotragico Latinizzazione della prosa Lingua viva fiorentina Calchi provenzali (gallicismi) Ricchezza delle scelte lessicali Mobilità sintattica (costruzioni latine) Influssi napoletani e di altri volgari Densa elaborazione retorica Principio dell’alternanza


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