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Per molto tempo la formazione, la crescita sono state concepite come la acquisizione di una certa quantità di contenuti, di saperi. La formazione era.

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Presentazione sul tema: "Per molto tempo la formazione, la crescita sono state concepite come la acquisizione di una certa quantità di contenuti, di saperi. La formazione era."— Transcript della presentazione:

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3 Per molto tempo la formazione, la crescita sono state concepite come la acquisizione di una certa quantità di contenuti, di saperi. La formazione era essenzialmente teorica… Oggi siamo consapevoli che non possono bastare le conoscenze per maturare come PERSONE. Una buona formazione deve sviluppare anche le capacità o abilità di una persona per aiutarla a crescere nella sua identità ed anche nella sua dimensione relazionale

4 Per progettare con successo un intervento formativo occorre conoscere e tenere ben presenti alcuni diversi livelli del processo di apprendimento negli adulti Questi pilastri di apprendimento non sono isolati, ma complementari e, in molti casi, compresenti. Distinguerli, però, è utile al fine di progettare meglio i diversi interventi.

5 SAPERE HA COME OBIETTIVO LE CONOSCENZE SAPER FARE HA COME OBIETTIVO LE ABILITÀ SAPER ESSERE HA COME OBIETTIVO I VALORI LE MOTIVAZIONI GLI ATTEGGIAMENTI SAPER VIVERE IN COMUNIONE HA COME OBIETTIVO LE BUONE RELAZIONI Le conoscenze e le abilità che si devono acquisire sono orientate, servono alla maturazione della IDENTITÀ, e quindi del saper essere  Le conoscenze e le abilità che si devono acquisire sono orientate, servono alla maturazione della IDENTITÀ, e quindi del saper essere  Anche la capacità di avere buone relazioni è parte costitutiva dell’identità

6 È l’insieme delle conoscenze, dei saperi generali che sono connessi alla identità del soggetto in formazione, che possono aiutarlo a crescere come persona, in tutte le sue dimensioni.. «I libri sono oggetti piccoli, eppure pieni di mondo. Che stanno lì senza muoversi e senza far rumore, e tuttavia pronti in ogni momento ad aprire le proprie pagine e a cominciare un dialogo che racconta del passato, che rimanda al futuro e che invoca l’eternità, e tanto più inesauribile, quanto più ne sa attingere colui che ad essi si avvicina» (Romano Guardini, Elogio del libro)

7 Sono le capacità o abilità a contenuto operativo che sono connesse alla realizzazione concreta della identità. Si tratta della attitudine ad applicare, ad usare, a mettere in pratica il Sapere già acquisito, attraverso abilità concrete, per lo svolgimento di uno specifico compito. Le doti personali possono e devono essere potenziate e migliorate con opportune iniziative formative

8 È il livello dove convergono e da cui traggono significato i primi due, quello del sapere e quello del saper fare. Fa riferimento ai valori, agli atteggiamenti e alle motivazioni profonde che determinano, a livello personale, l’essere, cioè, una specifica identità Il saper essere è il punto di arrivo centrale di ogni processo formativo, quello a cui sono orientati tutti gli altri. Comprende gli atteggiamenti e le “virtù” caratteristiche che sono proprie della identità, verso la formazione di un habitus, più che di un comportamento esterno o di una abilità

9 Nel Rapporto Delors sull'educazione per il XXI secolo (UNESCO 1996) venne aggiunto ai primi tre livelli della formazione questo quarto pilastro che mette in evidenza l’aspetto relazionale. «La Commissione ha messo in maggiore risalto uno dei quattro pilastri che essa propone e definisce come i fondamenti dell’educazione: imparare a vivere insieme, sviluppando una comprensione degli altri e della loro storia, delle loro tradizioni e dei loro valori spirituali, e creando su questa base un nuovo spirito che, guidato dal riconoscimento della nostra crescente interdipendenza e da una comune analisi dei rischi e delle sfide del futuro, potrà indurre gli uomini ad affrontare progetti comuni ». [ J. D ELORS, L’educazione: l’utopia necessaria]

10 «Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi, e vi ho destinati a portare molto frutto, un frutto duraturo » un frutto duraturo » (Gv 15,16). «I Salesiani Cooperatori vivono la loro fede nella propria realtà secolare. Ispirandosi al progetto apostolico di Don Bosco, sentono viva la comunione con gli altri membri della Famiglia Salesiana. S’impegnano nella stessa missione giovanile e popolare, in forma fraterna e associata» [PVA/S 6]

11 “ Coscienti dell’importanza della formazione permanente, i Salesiani Cooperatori: doti umane sviluppano le proprie doti umane, per assolvere sempre meglio le responsabilità familiari, professionali e civili; la propria fede e carità maturano la propria fede e carità, crescendo nell'unione con Dio, per rendere la loro vita più evangelica e più salesiana; la conoscenza di Don Bosco dedicano tempo alla riflessione e allo studio, per approfondire la Sacra Scrittura, la dottrina della Chiesa, la conoscenza di Don Bosco, i documenti salesiani” L'UOMO IL CRISTIANO IL SALESIANO Il PVA suggerisce la necessità di tenere presenti, nel cammino di formazione, tre DIMENSIONI o prospettive fondamentali

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13  Possiamo allora immaginare il processo formativo del Salesiano Cooperatore secondo tre dimensioni (umana, cristiana e salesiana) e organizzato secondo i quattro pilastri di apprendimento (sapere, saper fare, saper essere, saper vivere insieme.  Questa distinzione ha lo scopo di rendere più ordinata la programmazione dei singoli interventi formativi, in relazione al particolare obiettivo da perseguire.  L’esigenza di diversificare non ci deve, però, far dimenticare la profonda unità della PERSONA e la complementarietà dei diversi livelli e dimensioni.

14 DIMENSIONE UMANA SAPERE SAPER FARE SAPER ESSERE SAPER VIVERE IN COMUNIONE DIMENSIONE CRISTIANA SAPERE SAPER FARE SAPER ESSERE SAPER VIVERE IN COMUNIONE DIMENSIONE SALESIANA SAPERE SAPER FARE SAPER ESSERE SAPER VIVERE IN COMUNIONE Nelle prossime slides troveremo alcune indicazioni per ciascuno di questi dodici quadri. Pur consapevoli della unità della persona, consideriamo importante, negli interventi e nei percorsi della formazione, il tener conto di alcuni obiettivi intermedi…

15 L’UOMO

16 Che cosa è importante sapere, dal punto di vista umano, quali conoscenze sono utili nella formazione di un Cooperatore...?  conoscere le diverse fasi della crescita umana, per una maggiore consapevolezza della propria maturazione e di quella dei destinatari della propria azione;  riconoscere e analizzare le tematiche e problematiche riguardanti la famiglia e l’educazione;  curare l'aggiornamento e l’etica professionale;  segnalare l’importanza dell’aggiornamento continuo sull’etica professionale, su avvenimenti, fatti e situazioni del mondo;  conoscere il mondo giovanile e le sue problematiche;  approfondire tematiche e problematiche riguardanti la cultura, la comunicazione sociale, l’etica e la tutela della vita umana;  conoscere temi relativi al mondo del lavoro, al mondo della scienza, all’economia, all’ecologia, alla convivenza sociale, ai diritti umani, alla giustizia, alla solidarietà, alla pace;  conoscere le indagini e le inchieste che permettono di comprendere meglio i bisogni del territorio, in modo particolare, quelli delle periferie geografiche o esistenziali;  saper riconoscere le caratteristiche dell’epoca postmoderna;  approfondire la risposta etica a problemi come la tutela della vita umana, l’aborto, l’eutanasia, la genetica;  analizzare alcune tematiche in relazione ad altri temi etici e sociali, come: l’immigrazione, i bisogni dell’umanità, e la globalizzazione.

17 Quali cose è utile o importante saper fare, dal punto di vista umano, per diventare un buon Salesiano Cooperatore…?  sviluppare le proprie doti e capacità umane e lavorative, e qualificarsi sempre meglio dal punto di vista professionale;  mettere in atto e sviluppare tutte quelle abilità che possono rendere più efficace la propria esperienza apostolica e l’impegno sociale;  acquisire diverse abilità nell’uso dei mezzi e delle tecnologie di comunicazione, ad un livello proporzionato alle proprie capacità ed esigenze;  imparare a lavorare con modalità progettuale per costruire il proprio programma di vita e la vita del proprio centro e della Associazione e rendere così più incisiva ed efficace anche la propria azione apostolica;  progettare percorsi e dinamiche di gruppo che conducono alla stima reciproca, alla capacità di scoprire le doti e le virtù dei nostri compagni di viaggio;  sviluppare e mettere in pratica mezzi e tecniche che aiutano nei rapporti con le persone.

18 Chi deve diventare, chi deve saper essere, dal punto di vista umano, quali valori, motivazioni, atteggiamenti deve maturare un Cooperatore…?  radicare e sviluppare la apertura ai valori più alti e ad alcuni atteggiamenti fondamentali che esprimono la centralità della persona, delle sue scelte, della sua opzione fondamentale;  valorizzare tutte le possibilità di sviluppo della attitudine a conoscere se stessi e a verificare l’autenticità delle proprie motivazioni;  incoraggiare e coltivare la generosità e la disponibilità al dono di sé e all’autotrascendenza;  educare ed educarsi al senso di paternità/maternità, anche spirituale;  maturare l’equilibrio affettivo, il coraggio e la capacità di fare scelte durature e stabili;  crescere nel senso civico, il rispetto della giustizia, la sincerità, la bontà, la fermezza d’animo, la lealtà, la coerenza. La formazione sociale del Salesiano Cooperatore è importante per una significativa visibilità e si sviluppa alla luce della dottrina sociale della Chiesa per conoscerne e praticarne i principi fondamentali;  saper essere disponibili al cambiamento, capaci di confrontarsi con le situazioni nuove che la società e la Chiesa ci mettono dinanzi;  assumere gradualmente l’attitudine all’auto­formazione e alla cura di sé.

19 Quali atteggiamenti o virtù deve maturare, dal punto di vista umano, un Cooperatore, per camminare insieme ai suoi compagni di viaggio e avere buone relazioni…?  crescere nella concordia e nella capacità di vivere l’amore in modo autentico, per imparare a testimoniare «la volontà decisa di essere costruttori di pace in un mondo agitato dalla violenza e dagli odi di classe». Questo richiede anche il crescere nella capacità di risoluzione dei conflitti, di confronto costruttivo;  sviluppare il senso e il significato profondo dell’amicizia;  crescere nella capacità relazionale, che vuol dire anche prendere coscienza delle proprie chiusure e dei propri atteggiamenti egocentrici, ed educarsi a vedere e a considerare le ragioni degli altri e a maturare atteggiamenti di apertura e di fiducia, di stima reciproca;  saper gioire nel lavorare insieme, elemento essenziale per la maturazione umana nella reciprocità e per lo svolgimento della missione;  individuare delle dinamiche atte a migliorare il carattere, prendere coscienza dei propri difetti per proporsi traguardi di crescita graduali e possibili;  assumere una partecipazione attiva alla vita della comunità civile di appartenenza.

20 IL CRISTIANO

21 Cosa è utile, importante o essenziale sapere, dal punto di vista cristiano, quali conoscenze deve acquisire un Salesiano Cooperatore…?  riconoscere che la identità cristiana è un tratto fondamentale della propria vocazione. Raggiunta questa visione, potrà camminare verso una vita cristiana in pienezza;  comprendere che i tratti e i sentimenti del Cristo, nonché le esigenze proprie della sua sequela, sono realtà che passano attraverso una adeguata conoscenza di Colui che si è fatto Parola, buona notizia contenuta soprattutto nel Vangelo;  comprendere l’importanza e la necessità di arricchire le esigenze della chiamata divina attraverso la lettura sapienziale della Bibbia;  maturare una conoscenza teologica di base, adeguata alle capacità intellettuali di ciascuno, alla luce del Catechismo della Chiesa Cattolica, in particolare in relazione ai sacramenti;  riconoscere come indispensabili gli insegnamenti del Papa e del Magistero della Chiesa, in particolare i documenti del Concilio Vaticano II, la dottrina sociale della Chiesa e quanto dice riferimento alla formazione dottrinale d’indole spirituale ed apostolica;  conoscere il percorso della Chiesa in relazione al dialogo ecumenico e interreligioso.

22 Quali cose è utile o importante saper fare, dal punto di vista cristiano, quali abilità è necessario maturare per diventare un buon Salesiano Cooperatore…?  scoprire e sviluppare i propri talenti al servizio degli altri;  intrecciare fede e vita nell’esperienza di una fede incarnata che renda possibile l’essere luce, sale e lievito nella società;  orientare la propria vita spirituale per mezzo della Parola di Dio, la vita sacramentale, la liturgia, la preghiera personale e comunitaria;  acquisire uno stile di vita consono allo spirito delle Beatitudini;  agire come apostolo appassionato del Cristo e costruttore del suo Regno;  collaborare in prima persona nell’orientare la cultura in accordo con i valori del umanesimo cristiano;  mettere in pratica in modo concreto e vitale l’esperienza del discernimento come arte di saper scegliere e praticare l’accompagnamento spirituale dei fratelli bisognosi di aiuto e di consiglio;  percorrere itinerari di educazione alla preghiera e al metodo della Lectio Divina;  agire da testimone fedele di Cristo e membra vive della Chiesa;  animare le realtà temporali.

23 Chi deve diventare, chi deve saper essere, dal punto di vista cristiano, quali valori, motivazioni, atteggiamenti deve maturare un Cooperatore?  interiorizzare le implicazioni del vivere secondo lo Spirito, sorgente di gioia, di pace e di perdono, per assumerle come stile di vita;  vivere la libertà, in obbedienza al piano di Dio, imparando ad apprezzare il valore e la autonomia propri delle realtà secolari;  maturare uno spirito di umiltà e di servizio come espressione più autentica della sequela Christi;  assumere gradualmente un atteggiamento più deciso nell’amministrare con sobrietà i propri beni, considerandoli anche una opportunità ed una risorsa in vista del bene comune;  vivere la sessualità in sintonia con il progetto di Dio e le indicazioni della Chiesa, improntandola alla delicatezza e ad una vita matrimoniale o celibe integra, gioiosa, centrata sull’amore;  crescere nella compassione, come capacità di aprire il cuore a tutte le miserie materiali e morali, facendo proprie le “premure” di Dio per il suo popolo;  valorizzare la giustizia e la legalità come un elemento fondamentale della propria testimonianza cristiana, riconoscendo e promuovendo i diritti di tutti, specialmente dei più deboli;  essere, a tutti i livelli, autentici costruttori di pace nella porzione di Regno che ci è stata affidata;  essere coscienti che è soltanto alla luce della fede della Chiesa che si può comprendere la identità cristiana propria del Salesiano Cooperatore e la mistica della sua vocazione alla santità.

24 Quali atteggiamenti o virtù deve maturare, dal punto di vista cristiano, un Salesiano Cooperatore, per vivere insieme ai suoi compagni di viaggio e avere buone relazioni..?  rimanere in comunione aperti ed uniti gli uni agli altri. La missione stessa del Salesiano Cooperatore, radicata nella carità pastorale e da essa ispirata…;  acquisire il sensus Ecclesiae e il sentire cum Ecclesia, liberati dalla «assurda dicotomia di essere cristiani senza Chiesa»;  vivere solidali e in spirito di appartenenza alla Chiesa, mistero di comunione;  essere sensibili per la nuova evangelizzazione, principalmente nella missione giovanile e popolare,…;  mostrarsi solleciti nella promozione e nella difesa del «valore della famiglia quale nucleo fondamentale della società e della Chiesa», e impegnarsi a «costruirla come Chiesa domestica»;  promuovere il dialogo con altre comunità, associazioni e movimenti cristiani, particolarmente il dialogo ecumenico ed interreligioso;  sviluppare atteggiamenti di apertura non soltanto verso i fratelli nella fede, i battezzati, ma verso tutti. Cristo, infatti, che «ci ha amati e ha dato se stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore», …;  praticare la solidarietà, il volontariato, il perdono, l’accoglienza, e la prontezza per «collaborare, in comunione di Famiglia, alle iniziative apostoliche della Chiesa locale».  «Il messaggio evangelico noi lo riceviamo nella Chiesa e la nostra santità la facciamo nella Chiesa. La nostra strada è nella Chiesa…

25 IL SALESIANO

26 Cosa è utile sapere, quali conoscenze, quali contenuti sono importanti, in ambito salesiano, per diventare un buon Cooperatore…? conoscere gradualmente e in modo affettivo la storia, la pedagogia, la spiritualità del fondatore, maturata anche attraverso un contatto vivo con le numerose opere edite di Don Bosco; conoscere i tratti distintivi dell’identità Salesiana, in particolare, Dio come Padre Provvidente e Maria come Ausiliatrice e Madre; leggere e meditare il Progetto di Vita Apostolica e il suo commento ufficiale; conoscere la Carta di Identità della Famiglia Salesiana, che aiuta a maturare il senso di appartenenza alla famiglia di Don Bosco; riconoscere la storia delle origini e dello sviluppo della Associazione e altri documenti della Associazione…; assimilare la vita e l’esperienza spirituale dei santi, beati e venerabili della Famiglia Salesiana…; comprendere e valorizzare l’annuale commento alla Strenna che segna, generalmente, l’itinerario formativo annuale. Sono di grande rilevanza anche gli altri documenti del magistero del Rettor Maggiore.

27 Quali cose è utile saper fare, quali abilità sono importanti, in ambito salesiano, per vivere da Salesiano Cooperatore…? coniugare studio e impegno pratico, riflessione e azione, come nella migliore tradizione salesiana è fondamentale…; lavorare con competenza nei campi di apostolato salesiano più caratteristici e privilegiati, quelli indicati dall’art. 11 dello Statuto: la catechesi e la formazione cristiana; l’animazione di gruppi e movimenti giovanili e familiari; la collaborazione in Centri educativi e scolastici; il servizio sociale tra i poveri…; acquisire alcune specifiche abilità che sono necessarie per ciascuna forma di apostolato dove lavora il Salesiano Cooperatore; osservare l’oggi con uno sguardo profetico per interpretare i segni dei tempi, tipico di Don Bosco, di comprendere che cosa ci stia dicendo e chiedendo Dio attraverso questi giovani con i quali ci incontriamo; crescere nella capacità di ascoltare, e di avere il coraggio e l’audacia di intavolare un dialogo “orizzontale”, senza posizioni statiche, senza aggiudicarci il possesso della verità; sviluppare l’atteggiamento dell’apprendista perché i giovani, con la loro parola, la loro presenza o la loro indifferenza, con le loro risposte e le loro assenze, contribuiscono alla formazione dei salesiani.

28 Chi deve diventare, chi deve saper essere, quali valori, motivazioni, atteggiamenti deve acquisire, in prospettiva salesiana, un buon Cooperatore…? unificare la propria vita in Dio, secondo gli insegnamenti e la testimonianza di Don Bosco, che venne definito dai suoi stessi contemporanei l’unione con Dio. Cristo è la fonte che alimenta la sua esperienza apostolica, e lo Spirito lo illumina e gli da forza giorno dopo giorno; maturare gradualmente in quella carità apostolica e pastorale che costituisce il cuore della esperienza spirituale di Don Bosco, che lo univa in un solo “movimento” a Lui e ai suoi giovani; vivere la spiritualità salesiana in comunione con la Chiesa, rafforzandola con la esperienza sacramentale; coltivare un amore filiale per la Ausiliatrice, e venerare in special modo i santi della Famiglia Salesiana; crescere in alcuni atteggiamenti e valori che caratterizzano lo spirito salesiano: la gioia come stile quotidiano di vita; l’ottimismo come fiducia nella vittoria del bene; l’apprezzamento dei valori umani; la ascetica salesiana del cetera tolle, il lavoro e la temperanza; lo spirito di iniziativa, il dinamismo e la creatività nel suo agire; la capacità di adattarsi alle diverse circostanze e ai tempi.

29 Quali atteggiamenti o virtù deve maturare, dal punto di vista salesiano, un Cooperatore, per vivere insieme ai suoi compagni di viaggio e per avere buone relazioni? crescere nella disponibilità, in particolare nella vita del centro locale, a fare il primo passo e ad accogliere sempre gli altri …; costruire con gesti concreti nella vita ordinaria la pace e cercare nel dialogo il consenso e l'accordo; considerare come elemento fondamentale della propria identità il lavorare insieme: «Le forze deboli, quando sono unite, diventano forti …»; condividere, nella Associazione, la corresponsabilità della missione educativa e di evangelizzazione…; rispondere alle sfide, ed ai bisogni dei giovani più poveri e cercare insieme agli altri Gruppi della FS e ad altri gruppi ecclesiali e civili; partecipare attivamente, in modo adeguato alle proprie realtà e situazioni… per conoscersi, crescere insieme, scambiarsi le proprie esperienze di fede e elaborare dei progetti apostolici: facendo del Centro il nucleo fondamentale della realtà associativa, una comunità cristiana di riferimento; partecipando alle riunioni di programmazione e di revisione sentendosi parte della Associazione nei diversi livelli…; disimpegnando, nel caso in cui si è chiamati a questo, gli incarichi di responsabilità con atteggiamento di fedeltà e spirito di servizio; sostenendo economicamente la Associazione con criteri di solidarietà tra fratelli; curare la comunione e collaborazione con gli altri gruppi della FS

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31 Sommario Prefazione Introduzione Cap. 1. Dimensioni e Pilastri della Formazione Cap. 2. Momenti, Mezzi e Risorse Umane Cap. 3. Fasi della Formazione 3.1 Iniziale 3.2 Permanente Cap. 4. Formazione al servizio di responsabilità nella animazione e nel governo della Associazione Cap. 5. Formazione dei Formatori Conclusione IL CONTENUTO DI QUESTA PRESENTAZIONE IL CONTENUTO DI QUESTA PRESENTAZIONE

32 “ Voglio raccontarvi un po' di storia, la quale ci farà conoscere che cosa hanno già fatto qui in Torino i cooperatori salesiani, prima ancora che portassero questo nome, e quale sia il loro compito in questi tempi. Ascoltate. Crescendo i bisogni anche per le scuole serali e per le domenicali, alcuni preti erano poca cosa. Ed ecco che vari signori portarono anch'essi l'opera loro. Era proprio la Divina Provvidenza che li mandava e per loro mezzo il bene andò moltiplicandosi. Questi primi cooperatori salesiani, sia ecclesiastici, che secolari, non guardavano a disagi ed a fatiche, ma vedendo come proprio molti giovani discoli si riducessero nella via della virtù, sacrificavano se stessi per la salvezza degli altri. Molti io ne vidi lasciate da banda ogni comodità di loro case e venire non solo tutte le domeniche, ma ben anco tutti i giorni della quaresima e ad un'ora che li disagiava moltissimo, ma che era la più comoda per i ragazzi, per fare i catechismi” (Conferenza ai Cooperatori, Roma 16/5/ 1878) “ Voglio raccontarvi un po' di storia, la quale ci farà conoscere che cosa hanno già fatto qui in Torino i cooperatori salesiani, prima ancora che portassero questo nome, e quale sia il loro compito in questi tempi. Ascoltate. Crescendo i bisogni anche per le scuole serali e per le domenicali, alcuni preti erano poca cosa. Ed ecco che vari signori portarono anch'essi l'opera loro. Era proprio la Divina Provvidenza che li mandava e per loro mezzo il bene andò moltiplicandosi. Questi primi cooperatori salesiani, sia ecclesiastici, che secolari, non guardavano a disagi ed a fatiche, ma vedendo come proprio molti giovani discoli si riducessero nella via della virtù, sacrificavano se stessi per la salvezza degli altri. Molti io ne vidi lasciate da banda ogni comodità di loro case e venire non solo tutte le domeniche, ma ben anco tutti i giorni della quaresima e ad un'ora che li disagiava moltissimo, ma che era la più comoda per i ragazzi, per fare i catechismi” (Conferenza ai Cooperatori, Roma 16/5/ 1878)

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