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1 Percorso formativo-laboratoriale ‘Il sostegno alla genitorialità oggi: pensare e agire le alleanze educative nella comunità’ Empowerment di coppia per.

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1 1 Percorso formativo-laboratoriale ‘Il sostegno alla genitorialità oggi: pensare e agire le alleanze educative nella comunità’ Empowerment di coppia per la promozione del benessere e del sostegno alla genitorialità Gloria Nanni

2 2 Indice documento 1. Cornice definitoria ed elementi di riflessione 2. Fattori facilitanti e strumenti a supporto dell’empowerment di coppia 3. Le strategie per promuovere empowerment di COPPIA

3 3...di che cosa abbiamo parlato......... di servizi, azioni, interventi per la coppia, con la coppia. Siamo partiti dalla definizione di empowerment di coppia per trovarne un significato comune Ma quale coppia?...di che cosa abbiamo parlato......... di servizi, azioni, interventi per la coppia, con la coppia. Siamo partiti dalla definizione di empowerment di coppia per trovarne un significato comune Ma quale coppia? Il concetto di coppia viene connotato dinamicamente, non è chiuso in rigidi confini. E di tale dinamicità tutti i soggetti coinvolti – in primis i membri della coppia, gli operatori con cui esse vengono in contatto, le altre coppie, ecc. è bene che siano consapevoli per potere migliorare le relazioni, all’interno della coppia e della ‘triade’, cioè della relazione genitoriale. La coppia sfugge subito anche alla sua stessa definizione: diventa triade ma occorre sapere riconoscere e vivere entrambe le dimensioni. Quindi: ci sono ‘tante coppie’, ci sono ‘tanti tipi di coppie-gentoriali’, pertanto ‘triadi’. Occorre sapere riconoscere, affrontare e accompagnare tale complessità

4 4 Cosa deve ‘saper fare’ la coppia? Essere in relazione Ascoltare l’altro Riconoscere le risorse e i limiti propri dell’individuo, dell’altro, della coppia Condividere responsabilità Essere/ricercare un equilibrio Riconoscere la diversità e rispettare le competenze e specificità dell’altro Costruire un progetto comune educativo e sulla crescita del bambino Condividere il progetto senza adagiarsi sull’altro Superare una genitorialità vissuta individualmente

5 5 …e cosa ci ‘richiama’ il concetto di empowerment? impadronirsi di competenze, acquisirle o farle emergere su un compito: la genitorialità rendersi capaci, in grado di svolgere questo compito è un concetto dinamico: un percorso consapevolezza di non essere soli, costruzione di rete, ha una dimensione sociale sapersi proporre come risorse per gli altri e chiedere agli altri quando se ne sente il bisogno

6 6 Cosa devono ‘saper fare’ i servizi per promuovere empowerment di coppia? lavorare con le persone perché da singoli diventino coppia utilizzare strumenti professionali che fanno emergere le potenzialità della coppia e la rendano consapevole di averle lavorare con la coppia in termini di limiti/risorse conoscere per primi le opportunità e le risorse del territorio da comunicare alle famiglie condividere le informazioni su quello che si fa con gli altri servizi l’informazione non basta: i genitori sono molto informati (leggono, ascoltano, chiedono), ma questo produce più opzioni, a volte contraddittorie, e quindi disorientamento: il confronto abbassa le ansie, la coppia deve essere accompagnata a rielaborare quindi i servizi, oltre all’informazione, devono offrire spazi e momenti per il confronto, la riflessione e la rielaborazione; occorre un supporto alla “scelta informata” occorre evitare i conflitti tra servizi sulle proposte ai genitori: offrire informazioni e supporto alla scelta e non condanna o “ricette” da esperti il confronto tra pari può aiutare a superare il disorientamento tra le scelte possibili trasmettere alla coppia la consapevolezza di autonomia di pensiero

7 7 In sintesi: “Empowerment di coppia” è…un processo che implica: Saper avere cura della relazione di coppia come diade saper uscire dalla coppia e sapersi vedere triade, condividendo un progetto educativo acquisire autonomia di pensiero rispetto alle sollecitazioni ricevute dalla coppia saper riconoscere le proprie risorse ed i propri limiti rispetto al compito genitoriale sapersi muovere nella rete per chiedere supporto o cercare opportunità saper mettere in gioco le proprie conoscenze ed esperienze, rendendole disponibili anche alle altre famiglie

8 8 Fattori facilitanti e a supporto dell’empowerment di coppia FORMAZIONE TRASVERSALE DEGLI OPERATORI per permettere confronto e scambio tra operatori appartenenti a diverse discipline professionali o aree territoriali COORDINAMENTO, LA RETE, L’INTEGRAZIONE: attivazione di momenti formali o informali di coordinamento e lavoro di èquipe tra operatori appartenenti a diverse aree territoriali o aree e discipline professionali RAPPORTO CON LA SCUOLA: stabilire patti di collaborazione o reciprocità con la scuola AGIRE SULLA RELAZIONE CON/FRA GENITORI: prevenire le difficoltà utilizzando le risorse presenti nei genitori; previsione di momenti di sostegno genitoriale nelle fase di transizione e cambiamento familiare (es. nascita secondo figlio, separazione dei coniugi, nascita figli con handicap, allontanamento del figlio ecc.); strumenti per sensibilizzare sui ruoli paterno e materno e sulla loro interscambiabilità all’interno della coppia genitoriale

9 9 Dettaglio dei fattori di ostacolo (limiti) e fattori facilitanti (risorse), redistribuiti per tipologia OSTACOLI/LIMITIASPETTI FACILITANTI/RISORSE Fattori motivazioni ed attitudinali -Autoreferenzialità’ del servizio, (pensare di essere autosufficienti sia per l’inquadramento del fenomeno che per una corretta presa in carico) -Considerare la situazione immodificabile (concentrandosi sui limite più che sulle risorse -Discriminare fra diverse forme familiari (atteggiamento di pregiudizio o giudicante) -Avere un atteggiamento di chiusura o difensivo -Inquadrare i problemi e ricercare delle soluzioni da un punto di vista di prevenzione primaria e attivazione di risorse potenziali atteggiamento di apertura e disponibilità e accoglienza da parte degli operatori del servizio -Avere un atteggiamento accogliente (metaforicamente con un “sorriso”), di fiducia, non giudicante -Utilizzare la coppia come risorsa, individuando le loro risorse -Riconoscere insieme alla coppia la fisiologicità di alcuni momenti di crisi -Utilizzo di un atteggiamento non di “formazione” dall’alto ma di aiuto, cercando di “capire insieme” alla coppia -Coinvolgere la famiglia allargata (es. nonni come risorsa) Fattori organizzativi -Isolamento e mancanza di rete con altri servizi e istituzioni presenti sul territorio -Forte decentramento territoriale con isolamento dei servizi dagli altri o eccessiva centralizzazione (con penalizzazione per esempio delle zone periferiche o di montagna) -Mancanza di circolarità’ delle informazioni -Lavorare in emergenza senza mettere in atto azioni di prevenzione -Forte turn-over operatori -Rendere nota l’esistenza dei servizi e la loro localizzazione: accessibilità e accoglienza dei servizi (empatia) -Utilizzare le potenzialità dei servizi correlati (servizi educativi e scuola-sociale-salute..) -Utilizzare i diversi punti di vista di operatori, servizi, altri genitori; Individuare un referente unico stabile -Attribuire i compiti ai servizi: (es. ruolo educativo e di prevenzione sia ai servizi educativi che sociali) -Favorire lo scambio tra gruppi di genitori (mutuo aiuto) con la presenza di un facilitatore esperto in genitorialità e conduzione di gruppi Fattori gestionali -Mancato investimento sulle risorse potenziali o esistenti -scarsità risorse economiche in tempo di crisi e tagli

10 10 Strategie per promuovere empowerment di coppia Si sono sviluppati obiettivi, ambiti e azioni relativi ad alcuni fattori facilitanti precedentemente individuati: 1.AZIONI CHE COINVOLGONO I PROFESSIONISTI DEI SERVIZI SOCIO-SANITARI-EDUCATIVI –In primo luogo, la formazione trasversale degli operatori, per permettere confronto e scambio tra operatori appartenenti a diverse discipline professionali o aree territoriali 2.AZIONI CHE COINVOLGANO LA SCUOLA –stabilire patti di collaborazione o reciprocità con la scuola 3.AZIONI DI SENSIBILIZZAZIONE DELLA COMUNITA’ 4.AZIONI PER IL COINVOLGIMENTO DI GRUPPI ‘SPONTANEI’ DI GENITORI

11 11 Strategie: 1. Agire con i professionisti: la formazione Obiettivi: La formazione degli operatori impiegati nei vari servizi di per sé costituisce una strategia per costruire nuove alleanze a livello locale e per agire con/per a favore della coppia (genitoriale e non). Pensata, in generale, come spazio per il ‘pensiero’, di riflessione su ciò che si fa. Nei contesti formativi i vari soggetti che agiscono nel territorio sulla coppia si conoscono, si scambiano informazioni su ciò che fanno e sui progetti in essere, ci si accorda su principi, tecniche e valori di riferimento. Aspetto fondamentale quando si agisce in modo ‘separato’ sugli stessi soggetti. La formazione può essere anche pensata come ‘aggiornamento’ su ciò che è disponibile sul territorio per le famiglie per il sostegno alla genitorialità dei tanti professionisti impegnati nel sostegno alla genitorialità. Questo dell’informazione aggiornata è un aspetto ritenuto basilare.

12 12 Strategie: 1. Agire con i professionisti: la formazione Ambiti: l’ambito locale (comunale, distrettuale) è la dimensione privilegiata per la formazione, quella che meglio favorisce possibilità di conoscenza reciproca, condivisione di modalità comuni da adottare nel venire in contatto con le coppie genitoriali l’ambito regionale è un livello che consente scambi di maggiore respiro (come quello della presente formazione), comunque utili anche per individuare una complessiva linea comune di intervento.

13 13 Strategie: 1. Agire con i professionisti: la formazione Contenuti e destinatari è necessaria una formazione settoriale, in termini di aggiornamento dato dal fatto che i bisogni cui si vuole dare risposta evolvono. Destinatari: i professionisti di uno specifica area/settore è necessaria una formazione ‘integrata’, cioè che coinvolga insieme professionisti diversi con duplice tipologia di contenuti: –cosa facciamo sul territorio: quali interventi, approcci, contenuti dello specifico professionale –come potersi rapportare in modo armonico e coerente alla coppia (genitoriale e non) fra professionisti diversi, dando messaggi corretti e non contraddittori: è fondamentale pertanto la conoscenza di quali siano le informazioni comuni e corrette da dare e su ‘come darle’. Il focus si sposta pertanto sulla tecnica del colloquio. È fondamentale, nel momento del confronto, sapere accettare che possiamo avere modelli divergenti fra professionisti. Il primo passo, pertanto, è conoscere il più possibile approcci e modelli, cercare comunque di trovare un accordo. Infine, comunicare poi con il cittadino non dando modelli/informazioni contraddittorie, senza mettere in cattiva luce gli altri professionisti. Destinatari: gruppi integrati di professionisti che agiscono nelle varie istituzioni operanti a livello locale.

14 14 Strategie: 2. Agire con la Scuola, nella Scuola Obiettivi La scuola è uno dei luoghi principali di contatto con le famiglie: sia per intercettarne problemi, sia per dare indicazioni per percorsi risolutivi ai problemi, sia per informare le famiglie sul tipo di opportunità che il territorio offre. Ciò rende auspicabile un’integrazione fra gli insegnanti e quanti operano nella scuola e tutti gli altri soggetti che agiscono nel territorio a sostegno della genitorialità. Questa è una delle ragioni per cui occorre far nascere ‘contaminazioni positive’ fra mondo scuola e mondo servizi (a cominciare, ad esempio, dal Centro per le famiglie che ha fra le sue funzioni) perché vi sia conoscenza diffusa di ciò che i servizi offrono, ma anche affinché si arrivi a parlare un ‘linguaggio comune’. È sulle seguenti funzioni che occorrono contaminazioni positive fra tutte le figure e le istituzioni che operano nel territorio con le famiglie (sia in situazioni di disagio, ma anche e soprattutto nella quotidianità), ivi compresa la scuola: –Intercettare i problemi –Fornire prime indicazioni sulla loro risoluzione, valorizzando anche le risorse proprie (empowerment) delle famiglie stesse –Informare e orientare verso le opportunità del contesto

15 15 Strategie: 2. Agire con la Scuola, nella Scuola Questi stessi punti possono diventare oggetto di una riflessione comune che coinvolga insegnanti, operatori sociali e sanitari, operatori pedagogici e, in una logica di empowerment, anche le famiglie stesse. Questo tipo di operazione può essere promossa da tutti i servizi: il Centro per le famiglie, per mission e posizione all’interno della rete locale, rappresenta un luogo privilegiato per creare occasioni di confronto in tal senso. Il punto nodale e non scontato è che anche la Scuola fa parte di una rete di sostegno alla genitorialità. È questo il principio che va evidenziato e consolidato, l’oggetto fondamentale del patto.

16 16 Strategie: 2. Agire con la Scuola, nella Scuola Possibili aree di intervento Area informazione/promozione –Interventi di carattere informativo; anche gli insegnanti e gli operatori all’interno della Scuola devono conoscere l’offerta complessiva sul territorio. –Azioni di promozione da parte dei servizi territoriali di area socio-sanitaria all’interno della scuola –Distribuzione capillare di materiale informativo da inviare alle Scuole, ad esempio, sulle attività del Centro per le famiglie (una scelta dispendiosa che può consentire però di raggiungere anche le famiglie immigrate)

17 17 Strategie: 2. Agire con la Scuola, nella Scuola Possibili aree di intervento Area pratiche e progettualità Interventi di tipo integrato su specifici casi (che prevedono il lavoro congiunto fra operatori socio-sanitari e insegnanti), per prevenire l’evoluzione negativa da una situazione problematica a disagio conclamato Realizzare progetti in rete fra Scuole e servizi: ciò consente di conoscere anche – da parte degli operatori del mondo scolastico – l’approccio dei servizi, la loro mission. (Ad esempio, in alcune esperienze il contesto scolastico è stato positivo per far comprendere la motivazione degli interventi che era la “tutela della salute del bambino”. Progetti diversi a seconda degli ambiti (nidi, Centri per le famiglie). Le insegnanti che rivestono il ruolo di “Funzioni strumentale” sono una risorsa da coinvolgere.

18 18 Strategie: 3. Azioni di sensibilizzazione della comunità È necessario trovare il modo di ‘arrivare’ davvero ai cittadini. comunicare in modo efficace cosa si fa per loro. Come raggiungere le persone potenzialmente interessate ed informarle di ciò che viene offerto loro? Attraverso gli operatoriAttraverso gli operatori ; –dei servizi sociali e socio-sanitari locali –della scuola e dei servizi educativi per la prima infanzia –tramite materiale di documentazione diffuso localmente

19 19 Strategie: 4. Azioni di promozione dell’auto- organizzazione di azioni di empowerment di coppia La comunità si auto-organizza, anche rispetto all’empowerment di coppia. Spesso, e talvolta anche in luoghi ‘pubblici’ (ad esempio, un Centro bambini e genitori, un Centro per le famiglie, ecc.), i genitori si incontrano quasi- spontaneamente, ma con una certa continuità. Ciò suscita una domanda: questi gruppi spontanei possono diventare una possibile risorsa anche per altri genitori che anche per ragioni di lieve disagio sono in contatto con i servizi? Come operatore sociale e sanitario, come mi pongo rispetto a questa potenziale risorsa? Quali caratteristiche devono avere questi gruppi (se auto- gestiti e auto-promossi) affinché diventino un concreto aiuto per genitori nelle situazioni indicate? (spazio, logistica e setting sono importanti per esempio nel caso di mamma affetta da lieve depressione che però non è necessario che affronti un percorso psicologico) Occorre in primo luogo che i gruppi che nascono spontaneamente siano conosciuti dai servizi, laddove ciò sia possibile, prima di promuovervi la partecipazione di altri genitori in situazioni di difficoltà, anche lievi Occorre quindi individuare criteri comuni fra operatori dei servizi sulle caratteristiche che questi gruppi hanno o che dovrebbero avere.

20 20 GRAZIE !


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