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La comunicazione Prof.ssa Alberta Giani.

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Presentazione sul tema: "La comunicazione Prof.ssa Alberta Giani."— Transcript della presentazione:

1 La comunicazione Prof.ssa Alberta Giani

2 La comunicazione Il soggetto può scegliere solo SE e COME comunicare
“La comunicazione è una dimensione psicologica costitutiva del soggetto” (Anolli, 2002) Il soggetto può scegliere solo SE e COME comunicare E’ una attività eminentemente sociale Il gruppo è un vincolo per la conservazione di qualsiasi sistema di comunicazione e ogni sistema di comunicazione influenza e modifica la vita di gruppo E’ alla base dell’interazione sociale e delle relazioni interpersonali E’ partecipazione in quanto prevede Condivisione dei significati Accordo sulle regole E’ una attività eminentemente cognitiva Ossia in stretta connessione con il pensiero, in quanto manifesta in maniera pubblica le idee, le conoscenze, le emozioni E’ connessa all’azione Ha degli effetti sulla sequenza degli scambi fra partecipanti

3 Obiettivi generali

4 Approccio pragmatico: testo e contesto
Teorie della comunicazione Approccio pragmatico: testo e contesto Ciò che è detto deve essere manifesto Ossia Rappresentabile mentalmente come probabilmente vero Ma La rappresentazione mentale (ambiente cognitivo) è un insieme di affermazioni, richieste, comandi, speranze che i partecipanti hanno a disposizione Quanto più tali affermazioni sono presenti anche in uno specifico contesto Tanto più la comunicazione è pertinente Molte informazioni sono disponibili dall’esperienza passata e depositate in memoria Altre sono nuove e contingenti La combinazione tra vecchie e nuove informazioni genera nuove informazioni La pertinenza consiste nella capacità di generare nuove informazioni

5 Teorie della comunicazione
Approccio sociologico: comunicazione come espressione e prodotto della società Passaggio dalla teoria dell’azione alla teoria della comunicazione Da una concezione ontologica della realtà Al concetto di costruzione sociale della realtà (prodotto dell’attività cognitiva umana) Da una razionalità a priori astratta A una razionalità a posteriori locale Da una morale che trascende la prassi Alla pratica quotidiana Da un soggetto inteso come attore intenzionale Al senso comune inteso come insieme delle conoscenze acquisite

6 Teorie della comunicazione
Approccio sociologico: comunicazione come espressione e prodotto della società Microsociologia Macrosociologia Processi della vita quotidiana Metodo dell’osservazione e etnografico (Goffman) Processi generali inerenti le organizzazioni complesse e istituzioni strutturali della società Metodi quantitativi – dati statistici

7 Teorie della comunicazione
Approccio sociologico: comunicazione come espressione e prodotto della società Goffman studia le condizioni di organizzazione sociale necessarie per la circolazione delle informazioni Interazioni sociali (sociologia delle occasioni) Luogo emblematico è la conversazione come combinazione di Comunicazioni verbali Mosse non verbali In una situazione sociale che influenza la conversazione e regola l’ordine dell’interazione

8 Teorie della comunicazione
Approccio sociologico: comunicazione come espressione e prodotto della società La scelta delle regole è determinata dal frame (contesto) entro cui si realizza lo scambio comunicativo I partecipanti sanno in ogni momento della conversazione quale sia la condotta appropriata da seguire La comunicazione è un processo regolato da rituali che forniscono informazioni sul carattere, sul giudizio dei partecipanti e sugli eventi in corso Lo scambio comunicativo è regolato da sistemi di comunicazione stabiliti dal gruppo di partecipanti che adottano precise strategie selezionate in funzione delle condizioni del frame

9 Approccio psicologico: la comunicazione come gioco di relazioni
Teorie della comunicazione Approccio psicologico: la comunicazione come gioco di relazioni La comunicazione come dimensione che fonda ed esprime l’identità personale Bateson Gli individui Trasmettono Prendono parte Sono in comunicazione OSSIA Costruiscono Alimentano La rete di relazioni in cui sono immersi Mantengono Modificano

10 Approccio psicologico: la comunicazione come gioco di relazioni
Teorie della comunicazione Approccio psicologico: la comunicazione come gioco di relazioni In ogni atto comunicativo il soggetto agisce su due livelli interdipendenti Notizia Comando Contenuto manifesto Valore comunicativo con cui l’altro deve intendere le cose Il comunicatore esercita un certo grado di controllo e indica la direzione comunicativa

11 Approccio psicologico: la comunicazione come gioco di relazioni
Teorie della comunicazione Approccio psicologico: la comunicazione come gioco di relazioni Due livelli comunicativi Comunicativo Metacomunicativo Dato informativo manifesto L’oggetto è il frame in base al quale interpretare il messaggio Il focus si sposta su RELAZIONE INTERPERSONALE

12 Approccio psicologico: la comunicazione come gioco di relazioni
Teorie della comunicazione Approccio psicologico: la comunicazione come gioco di relazioni Crea Mantiene Rinnova Modifica La comunicazione diventa il tessuto che i legami in quanto il soggetto definisce contemporaneamente sè e l’altro e la natura e la qualità della relazione che li unisce Spirale di messaggi Conflitti interpersonali In cui è difficile individuare chi per primo ha iniziato un certo modello comunicativo Relazione simmetrica Relazione complementare Percezione dell’uguaglianza dei rapporti che produce forme di competizione comunicativa Percezione della differenza (dominanza – sottomissione)

13 E’ una categoria mentale
Teorie della comunicazione Alcune precisazioni Inteso come azione motoria di un individuo percepibile da un altro Comportamento E’ una categoria mentale distinta dalla comunicazione Esistono numerose forme di Comportamento che sono Informative e non comunicative MA

14 Alcune precisazioni Informazione Comunicazione Interazione Relazione
Teorie della comunicazione Alcune precisazioni Informazione Comunicazione Acquisizione di conoscenze inferite in modo autonomo. Processo non consapevole Dipende dalle competenze del destinatario Presenza di intenzione comunicativa Dipende da: A intende comunicare qualcosa a B B riconosce ad A tale intenzione Interazione Relazione Qualsiasi contatto fisico (anche virtuale) che avviene tra 2 o più individui anche in modo involontario che modifica lo stato preesistente E’ il modo in cui è percepita e interpretata l’interazione

15 Funzioni della comunicazione
Elabora, trasmette conoscenze all’interno di una comunità tramite proposizioni che consentono di comunicare ciò che si ha mente Funzione proposizionale Modello astratto, concezione delle interazioni che sono alla base dell’intersoggettività biologica nella negoziazione dei significati e condivisione degli scopi Funzione relazionale Non vi è un aspetto senza l’altro interdipendenza intrinseca pur fondandosi su processi mentali distinti e differenziati

16 Alcune precisazioni Comunicazione
Teorie della comunicazione Alcune precisazioni Comunicazione (Anolli, 2002) E’ uno scambio interattivo osservabile tra due o più partecipanti dotato di intenzionalità reciproca e di un certo livello di consapevolezza in grado di far condividere un determinato significato sulla base di sistemi simbolici e convenzionali di significazione e di segnalazione secondo la cultura di riferimento

17 Esempio Due tipologie di comunicazione Comunicazione A Comunicazione B
Dove sono i Pirenei? Tra Francia e Spagna Grazie Dove sono i Pirenei? Tra Francia e Spagna Bene, Bravo Quali sono le analogie o le differenze?

18 COMUNICARE Obiettivi generali
Non è sinonimo sinonimo Non è di parlare a volte si comunica molto di più con il silenzio che con le parole di insegnamento Far star bene a scuola vuol dire porre l’attenzione sui processi collettivi che consentono di trasformare le idee in azioni (risultati scolastici) ossia porre l’attenzione sui processi di comunicazione che fungono da mediatori della realtà sociale

19 La classe La classe è il luogo privilegiato nel quale si struttura un contesto formativo che intende raggiungere degli obiettivi educativi utilizzando le interazioni quotidiane come strumenti di mediazione

20 La comunicazione in classe
Ciò che viene studiato in classe NON E’ il linguaggio o la comunicazione fine a stessa Ma la capacità che il linguaggio e la comunicazione hanno di essere potentissimi strumenti di mediazione e di definizione condivisa della realtà che circonda i soggetti

21 La comunicazione in classe
La classe è Una comunità di individui che costruiscono strumenti linguistici e comunicativi Atti (ciò che i soggetti esprimono linguisticamente) Interpretati sulla base di Manifestazione di Esempi linguistici: Puoi chiudere la porta? Vorresti chiudere la porta? Ehi, la porta è aperta La porta è ancora aperta L’attività comunicativa può essere studiata attraverso tre elementi: (Hymes, 1980) Eventi (governano le situazioni attraverso le regole) Situazioni (interrogazione) Che accadono all’interno di

22 La comunicazione in classe
Assume la forma di rituali che definiscono la struttura di partecipazione Ossia Le regole riconosciute da tutti determinandone la vita sociale Se lo scopo della scuola è l’apprendimento e’ attraverso la classe che si costruiscono e si trasmettono: le conoscenze i modelli culturali i valori una competenza comunicativa specifica

23 E’ in continuo cambiamento
Obiettivi generali Aiuta a costruire una scuola per imparare e per pensare Ossia aiuta a costruire un contesto utile a riflettere su ciò che accade, su ciò che si impara e su come si impara E’ uno degli strumenti attraverso cui si realizza il processo di socializzazione La comunicazione in classe Si costruisce attraverso una relazione interpersonale intenzionale mediata da contenuti specifici (confronto del punto di vista) Si costruiscono le regole sociali E’ in continuo cambiamento

24 La comunicazione in classe
E’ punto di incontro di prospettive diverse in un contesto che induce i partecipanti ad operare una continua negoziazione e ridefinizione dell’interazione in corso e degli schemi interpretativi comuni La classe oggetto di studio è la comunicazione verbale e non verbale tra insegnati e studenti e tra studenti e studenti

25 La comunicazione in classe
Vi è un aspetto sequenziale in cui i partecipanti svolgono un compito il cui scopo è noto a tutti. Si susseguono momenti diversi inclusi in un medesimo processo di costruzione e ricostruzione sociale del significato Concetto di interazione E’ punto di incontro di prospettive diverse in quanto è legato al concetto di CONTESTO Situazionale interdiscorsivo in classe si articola Gli scambi verbali come la scelta dei vocaboli o la logica delle argomentazioni che significano una attività Caratteristiche della situazione in cui ha luogo l’interazione interazionale Riferito alle interazioni vere e proprie con l’uso di indicatori specifici che definiscono la sequenza

26 Definisce le strutture dell’interazione
La comunicazione in classe Discorso Pratica sociale condivisa da soggetti che agiscono nel medesimo contesto in una cultura per costruire il significato del loro agire comune Definisce le strutture dell’interazione

27 La comunicazione in classe
Differenze tra le classi Cultura dei pari (Corsaro, 2003) Insieme di attività, valori, interessi Prodotto e condiviso dal gruppo Routine Attorno a tre temi si costruisce una cultura sotterranea Modi di partecipare alla vita sociale Condivisione di modalità per far fronte agli aspetti ambigui e pericolosi della vita fuori dalla scuola Negoziazione delle regole della vita scolastica

28 La comunicazione in classe
La comunicazione interpersonale offre la possibilità ai bambini per diventare competenti conversatori del mondo adulto E’ un processo di socializzazione costruito a partire dalle situazioni dalle persone dalle parole Quanto più piccoli sono i bambini tanto più è necessario che l’attività di comunicazione sia di tipo referenziale (attribuzione di medesimi significati alle singole parole) Si costruiscono insieme abilità sociali grammaticali e comunicative

29 La comunicazione in classe
Contratto didattico Relazioni che regolano le azioni degli attori presenti in classe Caratteristiche: La relazione tra insegnante e alunni è asimmetrica Gli alunni si aspettano che i docenti insegnino materie corrispondenti ai libri di testo e che su queste pongano delle domande Regole implicite ma condivise MACROELEMENTI costanti: insegnanti – alunni – interrogazioni Microelementi variabili: qualità delle relazioni – conduzione delle lezioni – formulazione delle domande

30 La comunicazione in classe
Contratto didattico Parte integrante del contratto didattico è il contratto di comunicazione che è dato dallo sviluppo della capacità di superare la propria posizione egocentrica osservando alunni che devono risolvere un compito coordinando i rispettivi punti di vista Costruzione della comprensione reciproca

31 La comunicazione in classe
Per una comunicazione efficace (Grince ’78) Ogni informazione deve essere adeguata al contenuto della comunicazione La massima di quantità Ogni contributo alla conversazione deve essere credibile e veritiero La massima di qualità Pricipio di cooperazione La massima di relazione Ogni informazione deve essere pertinente Ogni esposizione deve essere ordinata con contenuti chiari e per il tempo necessario La massima di modo

32 La comunicazione in classe
Per creare un contesto più favorevole all’apprendimento consentendo che gli alunni comunichino fra loro a proposito di un compito comune lo stile comunicativo dell’insegnante non dovrebbe essere DIRETTIVO Ognuno assume un ruolo di partecipante legittimo all’interazione

33 La comunicazione in classe

34 La comunicazione in classe

35 La comunicazione in classe

36 La comunicazione in classe

37 La comunicazione in classe
Come si organizza l’interazione? Asimmetria dei ruoli Analisi del discorso

38 La comunicazione in classe
- Asimmetria dei ruoli Organizzazione della comunicazione Insegnante Modifica la struttura partecipativa degli Individua l’oggetto dei discorsi Stabilisce i turni Alunni I turni sono un indicatore del modo in cui si sviluppa una sequenza comunicativa in classe in quanto il potere dell’insegnante si esprime nella gestione ordinata delle attività e nell’assegnazione dei turni Spesso è l’insegnante che individua chi deve parlare Assegnando i turni dopo aver posto una domanda l’insegnante costruisce un concatenamento logico dell’attività (e’ necessario che conosca gli alunni e la tipologia di interventi che faranno sullo specifico contenuto)

39 La comunicazione in classe
- Asimmetria dei ruoli Dominanza nel gruppo Nel gruppo vi è una dominanza del tipo: Quantitativa (chi prende la parola più spesso…) Interazionale (chi ha maggiori possibilità di condurre e orientare lo scambio comunicativo..) Semantica (chi sceglie gli argomenti e propone con autorevolezza il proprio punto di vista…) Strategica (chi ha un obiettivo..)

40 La comunicazione in classe
- Asimmetria dei ruoli Dominanza degli insegnanti La dominanza degli insegnanti si esplicita attraverso: L’organizzazione delle attività secondo un progetto (“allora andiamo avanti”) L’offerta di suggerimenti verso alunni che si arenano nel ragionamento (“se copriamo una parte della figura si evidenzia un triang….”) Punisce per tenere la disciplina (“ora ti metto una nota!”) Sollecita gli alunni ad intervenire anche non rispettando le regole linguistiche (“a parole a tue”) Valuta la pertinenza degli interventi (“questo non c’entra!”) Tale potere è costruito con la partecipazione degli studenti che, forti dell’appartenenza al gruppo, elaborano strategie per capire ciò che l’insegnante vuole da loro

41 La comunicazione in classe Approccio dialogico
I dialoghi generati nel contesto classe aiutano a studiare come i Partecipanti analizzano la realtà costruendo significati comuni attraverso processi di pensiero situati nelle interazioni quotidiane

42 Analisi del discorso Livelli di articolazione Lezione Transazione
Analisi del discorso in classe (Fele – Paoletti ) Livelli di articolazione Lezione unità discorsiva generale Transazione sottoparte della lezione che serve da raccordo (bene… allora .. però) che costruisce una unità tematica Scambio episodio comunicativo che fa parte della transazione. Può essere: Informativo (E=mc2 ) - Direttivo (siediti) – Sollecitativo (chi sa dire quanto fa…) Descrive il discorso dell’istruzione Mossa presa di parola o turno che compone lo scambio Atto parte discorsiva della mossa cha ha la funzione di indicare le caratteristiche del contesto (veramente siamo a scuola) o riportare il discorso ad uno scambio precedente

43 Analisi del discorso Discorsive Routine Educative Organizzative

44 Analisi del discorso - Routine discorsive

45 Domanda – Risposta – Valutazione
Analisi del discorso - Routine discorsive Domanda – Risposta – Valutazione (eventi ripetuti) Creazione dello SCRIPT

46 DOMANDA – RISPOSTA -- VALUTAZIONE
Analisi del discorso - Routine discorsive DOMANDA – RISPOSTA -- VALUTAZIONE Sinclair e Coulthard – (1975) – Mehan (1979) Nel contesto scolastico la mossa iniziale è una domanda o un indirizzo all’azione cui segue una risposta, un feedback (anche implicito) ed una valutazione

47 Analisi del discorso - Routine discorsive
Lavori etnografici di Corsaro (2003) Le routine diventano regole di comportamento nel contesto in quanto indirizzano i comportamenti sociali dei partecipanti e costituiscono schemi ed eventi che organizzano la situazione dal punto di vista cognitivo Lo schema costituisce la rappresentazione del compito previsto dalla routine (cosa si deve fare) e contiene anche le modalità di soluzione del compito (come si deve fare ciò che deve essere fatto) Sono costanti istituzionali Alcune si trovano ovunque (interrogazioni, compiti assegnati, verifiche) Altre sono specifiche di ogni classe e costituiscono una parte rilevante della cultura condivisa tra insegnanti ed alunni regolata dal contratto didattico Sono pratiche sociali legate a modelli di discorso e a strategie di pensiero Le routine discorsive sono principi organizzatori dell’attività didattica perché ne indirizzano lo svolgimento riducendo i margini di ambiguità

48 Analisi del discorso - Routine educative
Strategie per partecipare all’interazione L’alunno fornisce un contributo atteso dall’insegnante e contemporaneamente sostiene l’interazione La scelta di una routine non è casuale Essa struttura un preciso momento dell’attività E’ in relazione con il contenuto disciplinare e con lo scopo dell’attività

49 Analisi del discorso - Routine educative Insegnante Alunni
Pone una domanda ambigua ossia non fornisce indicazioni sufficienti per le mosse successive Riducono l’ambiguità scegliendo delle risposte per prove ed errore al fine di ottenere ulteriori indicazioni Suggerimento allusivo L’insegnante indirizza gli alunni verso il tema principale dell’attività introducendo un dato nuovo Restringono il campo delle possibili risposte. Il lavoro va avanti Scomposizione del problema in sottoparti per far emergere tramite domande gli elementi per costruire la soluzione di un problema Partecipa all’interazione Diminuisce il rischio di mostrarsi impreparato Domanda con risposta implicita (per i meno esperti) Si evidenziano le conoscenze già acquisite Sono strumenti che realizzano una ZONA DI SVILUPPPO PROSSIMALE Sono gli elementi da osservare come indicatori della capacità di realizzare un insegnamento efficace

50 Analisi del discorso - Routine organizzative
Aiutano insegnanti e alunni a costruire la struttura dell’interazione focalizzando l’attenzione sulla componente formativa dell’insegnante Scopo Ribadire le norme generali che regolano la condotta degli alunni Insegnante Alunni Routine di assegnazione del turno -> marcatori temporali Si parla uno per volta Routine del contributo ignorato -> il silenzio è un indicatore del non tener conto di quanto già detto Ciò che ha detto non è considerato Routine del contributo atteso -> l’insegnante richiama la classe a ciò che l’alunno sta per dire Contributo significativo in genere del più bravo Routine della partecipazione -> il lavoro comune richiede il contributo di tutti

51 Tipologie di interazione

52 Tipologie di interazione
Discussioni (insegnante / classe) Discussioni (alunni/ alunni) Interrogazioni Catene di domande e risposte che sono sequenze complementari: ogni domanda attiva una sorta di obbligo per la risposta

53 La valutazione della risposta ad una domanda chiusa dipende da
- Interrogazioni Tipologie di interazione Le interrogazioni Sono domande per valutare La valutazione della risposta ad una domanda chiusa dipende da Tema Studente Se è posta alla classe E’ una sollecitazione volta a verificare le conoscenze acquisite su un determinato argomento sutemi

54 La correttezza della risposta spetta all’insegnante
- Interrogazioni Tipologie di interazione In classe le domande chiuse con scopi valutativi hanno quasi sempre la struttura dello scambio discorsivo (dom.-risp.- val. /dom.-risp.-feedback) La correttezza della risposta spetta all’insegnante Evidenzia il potere di chi pone la domanda Chi pone una domanda non lo fa mai in maniera NEUTRA sottolinea con la voce alcune parole o non si attiene strettamente alla consegna

55 Tipologie di interazione
- Discussioni (insegnante/alunno) Tipologie di interazione Le discussioni Domande per conoscere Attività meno strutturate Ambigue (routine per prova ed errori) Domande aperte O Mancanti di una parte (tessera da completare) O Scopo educativo Ripasso Controllo lessicale

56 Tipologie di interazione
- Discussioni (insegnante/alunno) Tipologie di interazione Legame con il sapere professionale del docente (concezione di sviluppo e di intelligenza) Uso consapevole del linguaggio inteso come strumento di mediazione sociale e cognitiva che rende possibile la comprensione e il significato delle attività Le discussioni inducono gli alunni a : fare inferenze, a porsi domande, a pianificare le attività future, far emergere abilità di cui non sono ancora consapevoli L’insegnante rinuncia al ruolo di regista e consente agli alunni di confrontare le ipotesi emergenti sulla base delle idee dei ragazzi Co - Costruzione della conoscenza attraverso l’interazione “a più voci” alla quale gli alunni partecipano

57 CONFLITTO SOCIO-COGNITIVO
- Discussioni (insegnante/alunno) Tipologie di interazione Conflitto Domande per chiarire L’insegnante deve creare una situazione di problematizzazione La dinamica della soluzione di un problema è denominata CONFLITTO SOCIO-COGNITIVO Attiva la negoziazione – abilità sociale (trovare un accordo con l’altro) E a scuola ?

58 Tipologie di interazione
- Discussioni (insegnante/alunno) Tipologie di interazione Conflitto Domande per chiarire A scuola ciò che si negozia è il significato da attribuire alle materie ossia ai contenuti disciplinari attraverso la trasposizione didattica che ne fanno i testi e gli insegnanti Se gli alunni non pongono mai domande significa che hanno negoziato passivamente una regola sociale a vantaggio della relazione MA a svantaggio del proprio apprendimento

59 Tipologie di interazione
- Discussioni (insegnante/alunno) Tipologie di interazione Conflitto Domande per pensare La comunicazione interpersonale si costruisce nel gioco reciproco del dialogo cercando di “avere ragione” Studiare lo sviluppo della capacità argomentativa diventa un modo per studiare lo sviluppo di capacità logiche e il processo che porta alla costruzione della conoscenza Billing, 1999

60 Tipologie di interazione
- Discussioni (alunno/alunno) Tipologie di interazione Sono modalità di interazione analoghe a quelle descritte per le interazioni alunno - insegnante

61 Costruzione della conoscenza scolastica
Diverse concezioni del sapere scolastico comportano diverse interazioni alunno/insegnate in classe Diverse modalità di interazione e pratiche educative differenti comportano particolari forme di conoscenza scolastica

62 Costruzione della conoscenza scolastica
Le conoscenze scolastiche secondo le ricerche etnometodologiche vengono definite concretamente attraverso l’interazione alunno – insegnante nel corso delle attività scolastiche quotidiane Sono il risultato di un processo di negoziazione che si svolge nel corso della lezione E’ l’insegnate che attraverso le pratiche educative definisce cosa CONTA come conoscenza scolastica per tutti gli scopi pratici Il potere dell’insegnante è giustificato e reso accettabile dalla differenza di sapere rispetto all’alunno

63 Dinamiche dell'approccio interazionista
L’etnometodologia che studia le attività attraverso cui le persone producono e gestiscono le relazioni quotidiane all’interno di una comunità, assume che tali attività sono identiche ai procedimenti usati dai membri della comunità medesima per spiegare tali relazioni Le pratiche quotidiane hanno due caratteristiche: Le attività pratiche sono legate al contesto d’uso, quindi il significato è dipendente dalle condizioni contestuali (le spiegazioni non sono universali ma contestuali) indessicalità Non esiste una società che “fa” e una “meta – società” che riflette sulla prima e la spiega. La società è una sola e fornisce le categorie sia per interagire che per interpretare riflessività Studio delle pratiche discorsive e della conversazione

64 Dinamiche dell'approccio interazionista
Approccio relazionale - qualitativo Etnometodologia Descrizione delle conversazioni che avvengono in classe Scopo e oggetto dell’analisi Rendere esplicite E’ O S I A Procedure discorsive Norme Conoscenza tacita Ricostruire la logica endogena con la quale si muovono i partecipanti Attraverso cui le persone costruiscono un contesto comune e condiviso

65 Dinamiche dell'approccio interazionista
Struttura dell’interazione si fonda su Sistema della presa di turno che definisce strutture sociali in quanto ognuna ha specifiche e concrete routine conversazionali Ipotesi: le relazioni sociali locali costituiscono e ricostruiscono incessantemente il contenuto istituzionale di cui fanno parte L’obiettivo è rendere espliciti gli aspetti delle pratiche discorsive

66 Dinamiche dell'approccio interazionista
La conversazione nel contesto scolastico ha una specificità L’ordine, la lunghezza, il contenuto dei turni di parola sono decisi dall’insegnante Allocazione Aspetto valutativo del terzo turno D – R- V La valutazione costituisce il frame che inquadra tutta l’attività in classe, le mosse che fanno gli studenti Una valutazione positiva chiude la sequenza Una valutazione negativa o neutra lascia aperto l’interscambio

67 Dinamiche dell'approccio interazionista
Compito dell’insegnante è coniugare due aspetti Partecipazione e sviluppo dell’autonomia degli alunni Ordine e controllo delle attività Problema di non facile soluzione

68 Approfondimento

69 Le domande Come è concepita la conoscenza Come è concepita la mente

70

71 Le metafore dell’apprendimento

72 Da includere nelle elaborazioni
Le metafore dell’apprendimento Come è la conoscenza? predefinita statica oggettiva Da includere nelle elaborazioni mentali individuali

73 Come è considerata la mente?
Le metafore dell’apprendimento Come è considerata la mente? Sia l’emittente che il ricevente sono dei “contenitori” di concetti e idee

74 Le metafore dell’apprendimento
Apprendimento come costruzione della conoscenza La conoscenza è attivamente costruita durante il processo educativo Ciò che apprendiamo NON E’ la rappresentazione del mondo MA Il prodotto del nostro “FARE” esperienza del mondo

75 La costruzione di conoscenza
Le metafore dell’apprendimento La costruzione di conoscenza La conoscenza diventa un fatto sociale ossia protagonisti dell’apprendimento diventano i gruppi, le comunità cui appartengono che creano nuove conoscenze sulla base della condivisione dei significati

76 Le metafore dell’apprendimento
Come è rappresentata la conoscenza? La conoscenza E’ Frutto del lavoro di interpretazione quindi Sono possibili diverse conoscenze relativamente allo stesso oggetto di indagine

77 Le metafore dell’apprendimento
Come valutare la conoscenza prodotta? Si valuta il prodotto e il processo attraverso cui si è arrivati a costruire quel determinato prodotto portfoli

78 Le metafore dell’apprendimento

79 Apprendimento come partecipazione al gruppo
Le metafore dell’apprendimento Apprendimento come partecipazione al gruppo Si impara a far parte di un gruppo appropriandosi della sua cultura e al tempo stesso modificandola attraverso la propria partecipazione. Come è rappresentata la conoscenza? Si trasforma continuamente e può essere osservata attraverso le attività e le pratiche svolte nella comunità E’ un fatto sociale

80 Apprendimento come partecipazione al gruppo
Le metafore dell’apprendimento Apprendimento come partecipazione al gruppo Usiamo gli altri e gli strumenti che abbiamo a disposizione per distribuire le nostre conoscenze Non più conoscenze individuali ma conoscenze emergenti attraverso processi di rinegoziazione e ridiscussione

81 Apprendimento come partecipazione al gruppo
Le metafore dell’apprendimento Apprendimento come partecipazione al gruppo Il significato delle cose che facciamo non è ridotto solo al contesto dialogico attuale, ma fa riferimento ad una memoria collettiva, a significati espressi da altri in contesti e tempi diversi.

82 Come è rappresentata la mente?
Le metafore dell’apprendimento Come è rappresentata la mente? Se la conoscenza è un fatto sociale La mente è una delle componenti della rete Si prende in considerazione l’identità degli individui in quanto è nella dimensione sociale che le persone vengono studiate nel loro contesto, nel loro processo di partecipazione e acculturazione

83 Apprendimento come transazione
Le metafore dell’apprendimento Apprendimento come transazione Ambiente e individuo non possono essere separati se si vuole comprendere la complessità del processo educativo La transazione va studiata analizzando il dialogo e il pensiero in quanto fenomeni che appartengono sia all’individuo che alla sua cultura

84 Come è rappresentata la conoscenza?
Le metafore dell’apprendimento Come è rappresentata la conoscenza? Dewey usa il modello dell’indagine scientifica che, nella transazione, corrisponde alla TRATTATIVA La FINE di ogni trattativa punto di PARTENZA per una nuova transazione è spesso quindi Processo circolare per cui la conoscenza è oggetto di frontiera osservabile nei momenti di negoziazione quando più persone entrano in contatto loro, quando più “voci” si parlano

85 è una transazione tra l’individuo e l’ambiente,
Le metafore dell’apprendimento Come è rappresentata la mente? Se l’APPRENDIMENTO è una transazione tra l’individuo e l’ambiente, la MENTE è lo strumento preposto a trovare i significati e i valori sulla base delle conoscenze pregresse allo scopo di controllare meglio l’ambiente

86 Grazie


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