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Il sistema dei protocolli di intesa 1 febbraio 2012 Lorenzo Alessandrini - DPC 1 Il sistema dei protocolli di intesa e la gestione associata delle funzioni.

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1 Il sistema dei protocolli di intesa 1 febbraio 2012 Lorenzo Alessandrini - DPC 1 Il sistema dei protocolli di intesa e la gestione associata delle funzioni Lorenzo Alessandrini DPC Priverno, 1 febbraio 2012 Corso “Pianificazione d’emergenza del livello provinciale”

2 Il sistema dei protocolli di intesa 1 febbraio 2012 Lorenzo Alessandrini - DPC Il Protocollo di Intesa viene stipulato nell’ambito degli interessi istituzionali degli Enti partecipanti, ai fini dell’attuazione di azioni e/o interventi ritenuti necessari al perseguimento di obiettivi di carattere politico- amministrativo degli Enti stessi, generalmente secondo una previsione strategico- progettuale: 2 I PROTOCOLLI DI INTESA

3 Il sistema dei protocolli di intesa 1 febbraio 2012 Lorenzo Alessandrini - DPC A CHE SERVE UN PROTOCOLLO DI INTESA?  La stesura di un protocollo di intesa permette soprattutto – ed è il caso che interessa la protezione civile- di avviare collaborazioni operative favorendo la diffusione dei processi partecipativi e la migliore e più moderna applicazione delle leggi, specialmente al livello infra-regionale e nei rapporti tra enti territoriali e organi anche decentrati dello Stato (ad esempio fra Province e Prefetture). 3

4 Il sistema dei protocolli di intesa 1 febbraio 2012 Lorenzo Alessandrini - DPC A CHE SERVE UN PROTOCOLLO DI INTESA IN PROTEZIONE CIVILE  Serve ad armonizzare i rapporti tra gli enti, e a favorire l’uso più razionale, intelligente, e vantaggioso delle risorse possedute ad ogni livello territoriale, evitando sovrapposizioni, antagonismi, conflitti di competenze. Il tutto è finalizzato al raggiungimento degli obiettivi normativi maggiormente condivisi dai soggetti della Pubblica Amministrazione: efficienza, efficacia, economicità 4

5 Il sistema dei protocolli di intesa 1 febbraio 2012 Lorenzo Alessandrini - DPC I PROTOCOLLI DI INTESA IN PROTEZIONE CIVILE  Sono stati usati largamente per condividere, a livello provinciale le sale operative, i meccanismi di allertamento, l’organizzazione dei centri di soccorso provinciali o intercomunali, la competenza a coordinare i soccorsi a livello provinciale. Con ciò si è ovviato in particolare alla carenza della norma, che non ha chiarito a sufficienza la suddivisione delle competenze dei diversi organi a livello territoriale e le modalità del loro esercizio. 5

6 Il sistema dei protocolli di intesa 1 febbraio 2012 Lorenzo Alessandrini - DPC Cosa può disciplinare un protocollo Provincia – Prefettura?  Uso condiviso di strutture e centri  Realizzazione di una sala operativa unificata  Mutui meccanismi di collaborazione  Comune procedura di allertamento  Gestione condivisa del coordinamento  Messa a disposizione di risorse e personale  Concertazione sui metodi di comunicazione  Rapporti da tenere coi comuni  Coordinamento del volontariato 6

7 Il sistema dei protocolli di intesa 1 febbraio 2012 Lorenzo Alessandrini - DPC Il protocollo di Roma  Prevede la realizzazione di un’Unità di Crisi Interistituzionale presieduta dal Prefetto e dal presidente della Provincia.  La competenza andrà alla Prefettura per le operazioni che richiedono l'intervento di strutture a livello superiore quali Regione o Dipartimento di Protezione Civile nazionale  Andrà invece alla Provincia per i casi che coinvolgono le sole strutture di ambito provinciale.  All'interno dell’Unità di Crisi interistituzionale è prevista la partecipazione dei sindaci dei Comuni del territorio provinciale e di un nucleo di Supporto Operativo Tecnico con compiti di consulenza tecnico-scientifica, composto da tecnici della Prefettura, della Provincia, del Comando dei Vigili del Fuoco, dei Comuni coinvolti e di tutti gli altri enti e strutture della protezione civile provinciale.  Attraverso appositi protocolli operativi tra la Provincia, la Prefettura e i singoli comuni del territorio, vengono definite le strutture tecniche, le organizzazioni e il personale operativo da impegnare qualora l’evento superi la capacità di intervento di ogni singolo Ente o struttura operativa, 7

8 Il sistema dei protocolli di intesa 1 febbraio 2012 Lorenzo Alessandrini - DPC 8 Art. 3 Autonomia dei comuni e delle province 1. Le comunità locali, ordinate in comuni e province, sono autonome. 2. Il comune e' l'ente locale che rappresenta la propria comunità, ne cura gli interessi e ne promuove lo sviluppo. 3. La provincia, ente locale intermedio tra comune e regione, rappresenta la propria comunità, ne cura gli interessi, ne promuove e ne coordina lo sviluppo. 4. I comuni e le province hanno autonomia statutaria, normativa, organizzativa e amministrativa, nonché autonomia impositiva e finanziaria nell'ambito dei propri statuti e regolamenti e delle leggi di coordinamento della finanza pubblica. 5. I comuni e le province sono titolari di funzioni proprie e di quelle conferite loro con legge dello Stato e della regione, secondo il principio di sussidiarietà. I comuni e le province svolgono le loro funzioni anche attraverso le attività che possono essere adeguatamente esercitate dalla autonoma iniziativa dei cittadini e delle loro formazioni sociali. Art. 13 Funzioni 1. Spettano al comune tutte le funzioni amministrative che riguardano la popolazione ed il territorio comunale, precipuamente nei settori organici dei servizi alla persona e alla comunità, dell'assetto ed utilizzazione del territorio e dello sviluppo economico, salvo quanto non sia espressamente attribuito ad altri soggetti dalla legge statale o regionale, secondo le rispettive competenze. 2. Il comune, per l'esercizio delle funzioni in ambiti territoriali adeguati, attua forme sia di decentramento sia di cooperazione con altri comuni e con la provincia. Il Testo Unico degli EE. LL. - Alcune attribuzioni del COMUNE

9 Il sistema dei protocolli di intesa 1 febbraio 2012 Lorenzo Alessandrini - DPC 9  Un Decreto Ministeriale di attuazione (28 maggio 1993) inserisce la Protezione Civile fra i servizi comunali indispensabili.  Un’accelerazione definitiva al cambiamento arriva con la legge delega Bassanini 15.3.1997 n. 59 e il D.lgs 31.3.1998 n.112, sistema definitivamente le competenze di province e comuni sulla scorta del nuovo sistema istituzionale decentrato. La modifica apportata alla Costituzione (Legge Costituzionale 18.10.2001 n. 3) mette il timbro finale sulla svolta. Quando è che il ruolo del comune acquista importanza ? La protezione civile entra negli enti locali negli anni ‘90  Dopo l’autonomia statutaria conquistata nel 1990, è con quella impositiva del 1992 (D.lgs. 30.12.1992 n. 504) che la protezione civile diviene un servizio locale indispensabile, da assicurare nell’ambito delle attività ordinarie, e non da delegare ad altri soggetti in occasione delle emergenze.

10 Il sistema dei protocolli di intesa 1 febbraio 2012 Lorenzo Alessandrini - DPC 10 La protezione civile entra in comune Legge 142: (oggi confluita nel nuovo Testo Unico degli EE.LL.) si sancisce l’autonomia dei Comuni e delle Province dai tradizionali vincoli e controlli dello Stato. Spetta ai comuni occuparsi dei cittadini, ma non per conto dello Stato. Agosto 1990 Legge 225: nasce il Servizio nazionale di protezione civile, che indica nei comuni e nei Sindaci alcuni protagonisti delle attività, e individua in attività da svolgersi localmente (previsione e prevenzione) e in alcune realtà diffuse (il volontariato) degli elementi di forte innovazione. Febbraio ‘92

11 Il sistema dei protocolli di intesa 1 febbraio 2012 Lorenzo Alessandrini - DPC 11 La protezione civile entra in comune D. lgs 504: si sancisce l’autonomia “impositiva” dei Comuni. Il Sindaco muove direttamente la leva fiscale, e ha l’obbligo di restituire il gettito in termini di servizi, soprattutto quelli definiti dalla legge come “indispensabili”. Dicem. 1992 DM 28.5.93: Il legislatore inserisce tra i servizi indispensabili anche la protezione civile, che diviene così un dovere per il comune e non più per lo Stato. Una vera rivoluzione copernicana, anche perché il servizio indispensabile non riguarda più solo il momento del cosiddetto “soccorso”, ma comprende le attività di prevenzione Maggio 1993

12 Il sistema dei protocolli di intesa 1 febbraio 2012 Lorenzo Alessandrini - DPC 12 La protezione civile entra in comune Marzo 1993 Marzo 1998 Legge 81: il legame tra il nuovo comune e la popolazione si rinsalda ulteriormente con l’avvento dell’elezione diretta del sindaco. Egli diviene ormai un punto di riferimento popolare molto diverso rispetto al passato. D.Lgs 112 “Bassanini”: Dopo i primi anni anni di controversa applicazione della 225 e del suo sistema di ripartizione di competenze, la riforma di decentramento e semplificazione del Bassanini realizza una più puntuale fotografia delle responsabilità politiche da assegnare alle istituzioni. A seguito di alcuni disastri, il “Decreto Sarno” comincia ad elencare alcuni obblighi reali per gli EE.LL. in materia di prevenzione e pianificazione dell’emergenza

13 Il sistema dei protocolli di intesa 1 febbraio 2012 Lorenzo Alessandrini - DPC 13 La protezione civile entra in comune Agosto 1999 Agosto 2000 Legge 265: anche il dovere di informare e avvertire la popolazione, in precedenza compito importantissimo del Prefetto, passa totalmente sulle spalle dei sindaci. D.lgs. 267 Testo Unico degli Enti Locali: si riorganizza tutto il materiale normativo inerente il funzionamento degli Enti Locali. Si diradano alcuni dubbi sul ruolo del comune e sul potere di decisione del sindaco nelle situazioni più gravi.

14 Il sistema dei protocolli di intesa 1 febbraio 2012 Lorenzo Alessandrini - DPC 14 La protezione civile entra in comune Ottobre 2001 La prossima? Legge Costituzionale n. 3: si mette il timbro finale sul processo di rivoluzione copernicana dei rapporti interistituzionali. Ciò che fino ad ora era affidato agli enti locali per concessione, da ora in poi “spetta” a loro di competenza. La piramide è rovesciata. Si avvicina il nuovo Testo Unico sugli Enti Locali e sulle città metropolitane. Ancora nuovi poteri ai sindaci dopo quello del “Pacchetto Sicurezza”?

15 Il sistema dei protocolli di intesa 1 febbraio 2012 Lorenzo Alessandrini - DPC 15 La suddivisione amministrativa italiana 218 Comuni Friuli4 Province L’Italia ha una suddivisione amministrativa eterogenea, che condiziona necessariamente gli interventi regionali e locali, esalta o neutralizza il ruolo delle province, a causa della collocazione geografica, della frammentazione amministrativa e della dimensione dei comuni.

16 Il sistema dei protocolli di intesa 1 febbraio 2012 Lorenzo Alessandrini - DPC 16 1.206 Comuni Piemonte8 Province La suddivisione amministrativa italiana L’Italia ha una suddivisione amministrativa eterogenea, che condiziona necessariamente gli interventi regionali e locali, esalta o neutralizza il ruolo delle province, a causa della collocazione geografica, della frammentazione amministrativa e della dimensione dei comuni.

17 Il sistema dei protocolli di intesa 1 febbraio 2012 Lorenzo Alessandrini - DPC 17 Comuni sopra i 20.000 abitanti  Pianta organica completa  Presenza di polizia municipale  Gettito fiscale in abbondanza  Intensa attività edilizia  Ottime comunicazioni  Attività economiche  Presenza di associazioni  Servizi pubblici efficienti  Forza politica  Anonimato fra i cittadini

18 Il sistema dei protocolli di intesa 1 febbraio 2012 Lorenzo Alessandrini - DPC 18  Pianta organica sufficiente  Polizia Municipale e UTC proporzionati  Presenza di gettito fiscale  Presenza di moderata attività edilizia  Comunicazioni e mobilità sufficienti Comuni fra i 5.000 e i 20.000 abitanti  Presenza di attività economiche  Presenza di associazionismo locale  Servizi pubblici efficienti  Conoscenza fra i cittadini  Presenza di professionalità nell’ente

19 Il sistema dei protocolli di intesa 1 febbraio 2012 Lorenzo Alessandrini - DPC 19  Pianta organica insignificante  Scavalco figure più importanti  Assenza di polizia municipale  Gettito fiscale trascurabile  Attività edilizia assente Comuni sotto i 5.000 abitanti Sindaco part time !  Comunicazioni scarse  Assenza attività economiche  Assenza associazionismo  Servizi pubblici carenti  Conoscenza fra i cittadini

20 Il sistema dei protocolli di intesa 1 febbraio 2012 Lorenzo Alessandrini - DPC 20 Il sindaco del piccolo comune: Una specie di “Harry Potter”, così apparentemente fragile, ma così forte, perché ricco di tensione morale. Sempre alla ricerca della sua pietra filosofale: far funzionare un comune con pochi soldi. I compiti del sindaco

21 Il sistema dei protocolli di intesa 1 febbraio 2012 Lorenzo Alessandrini - DPC 21 Un esempio regionale : LA LOMBARDIA su un totale di 1546 comuni di cui 50% piccoli 40% montani

22 Il sistema dei protocolli di intesa 1 febbraio 2012 Lorenzo Alessandrini - DPC 22 Il decentramento degli anni ‘90 fino al Bassanini, determina la necessità di assicurare molti più servizi a livello locale da parte degli enti territoriali. OBBLIGO PROGRESSIVO Legge 142/90 Obbligo di fusione di piccoli comuni in un Ente di maggiori dimensioni. FACOLTA’ CON INCENTIVI D.lgs 112/98 Ricorso a strumenti di carattere principalmente “organizzativo” con possibilità di eventuale fusione. Origine dell’associazionismo e prime esperienze

23 Il sistema dei protocolli di intesa 1 febbraio 2012 Lorenzo Alessandrini - DPC 23 La gestione associata delle funzioni. Perché? -Per condividere risorse -Per esercitare la solidarietà -Per unire territorio e cittadini -Per risolvere criticità -Per aumentare l’efficienza -Per essere più autonomi -Per risparmiare -Per offrire migliori servizi -Per far pagare meno tasse

24 Il sistema dei protocolli di intesa 1 febbraio 2012 Lorenzo Alessandrini - DPC La Gestione Associata fra autonomie locali può dunque essere definita “una forma di accordo formalizzato tra istituzioni pubbliche che, mantenendo le proprie prerogative istituzionali, cooperano accordandosi sul contenuto, la forma e l’ambito di associazione, determinando così un certo grado di aggregazione, per esercitare funzioni o erogare servizi di cui possiedono la titolarità”. 24 DEFINIZIONE DI GESTIONE ASSOCIATA

25 Il sistema dei protocolli di intesa 1 febbraio 2012 Lorenzo Alessandrini - DPC 25 D.Lgs 267/00 - Capo V – Le forme associative La gestione associata oggi: un patto di mutuo soccorso Art. 30 Convenzioni Art. 31 Consorzi Art. 32Unioni di comuni Art. 33Esercizio associato di funzioni e servizi da parte di comuni Art. 34Accordi di programma

26 Il sistema dei protocolli di intesa 1 febbraio 2012 Lorenzo Alessandrini - DPC 26 La comunità montana. D.lgs 267/00 – Capo IV Articolo 27 - Natura e ruolo 1. Le comunità montane sono unioni di comuni, enti locali costituiti fra comuni montani e parzialmente montani, anche appartenenti a province diverse, per la valorizzazione delle zone montane per l'esercizio di funzioni proprie, di funzioni conferite e per l'esercizio associato delle funzioni comunali. Articolo 28 - Funzioni 1. L'esercizio associato di funzioni proprie dei comuni o a questi conferite dalla regione spetta alle comunità montane. Spetta, altresì, alle comunità montane l'esercizio di ogni altra funzione ad esse conferita dai comuni, dalla provincia e dalla regione. Articolo 29 - Comunità isolane o di arcipelago In ciascuna isola o arcipelago di isole, ad eccezione della Sicilia e della Sardegna, ove esistono più comuni può essere istituita, dai comuni interessati, la comunità isolana o dell'arcipelago, cui si estendono le norme sulle comunità montane.

27 Il sistema dei protocolli di intesa 1 febbraio 2012 Lorenzo Alessandrini - DPC 27 L’unione di comuni Articolo 32 - Unioni di comuni 1. Le unioni di comuni sono enti locali costituiti da due o più comuni di norma contermini, allo scopo di esercitare congiuntamente una pluralità di funzioni di loro competenza. 2. L'atto costitutivo e lo statuto dell'unione sono approvati dai consigli dei comuni partecipanti con le procedure e la maggioranza richieste per le modifiche statutarie. Lo statuto individua gli organi dell'unione e le modalità per la loro costituzione e individua altresì le funzioni svolte dall'unione e le corrispondenti risorse. 3. Lo statuto deve comunque prevedere il presidente dell'unione scelto tra i sindaci dei comuni interessati e deve prevedere che altri organi siano formati da componenti delle giunte e dei consigli dei comuni associati, garantendo la rappresentanza delle minoranze. 4. L'unione ha potestà regolamentare per la disciplina della propria organizzazione, per lo svolgimento delle funzioni ad essa affidate e per i rapporti anche finanziari con i comuni. 5. Alle unioni di comuni si applicano, in quanto compatibili, i principi previsti per l'ordinamento dei comuni. Si applicano, in particolare, le norme in materia di composizione degli organi dei comuni; il numero dei componenti degli organi non può comunque eccedere i limiti previsti per i comuni di dimensioni pari alla popolazione complessiva dell'ente. Alle unioni competono gli introiti derivanti dalle tasse, dalle tariffe e dai contributi sui servizi ad esse affidati.

28 Il sistema dei protocolli di intesa 1 febbraio 2012 Lorenzo Alessandrini - DPC 28 La possibilità di stipulare accordi La possibilità di accordarsi tra amministrazioni pubbliche su una gestione solidale di singoli problemi è sempre stata presente nel panorama amministrativo. L’articolo 15 della legge 241/90 stabilisce che “le amministrazioni pubbliche possono sempre concludere tra loro accordi per disciplinare lo svolgimento in collaborazione di attività di interesse comune”; L’articolo 6 della legge 225/92 stabilisce che prevede che le amministrazioni chiamate a provvedere alle attività della protezione civile, possano appositamente “stipulare convenzioni con soggetti pubblici e privati”. L’articolo 108 del D.lgs 112/98 stabilisce che i comuni provvedano “alla predisposizione dei piani comunali e/o intercomunali di emergenza, anche nelle forme associative e di cooperazione previste dalla legge 8 giugno 1990, n. 142, e, in ambito montano, tramite le comunità montane, e alla cura della loro attuazione, sulla base degli indirizzi regionali.

29 Il sistema dei protocolli di intesa 1 febbraio 2012 Lorenzo Alessandrini - DPC 29 La gestione associata è un patto di mutuo soccorso che può consistere - In un conferimento di funzioni comunali a una struttura Associativa - In un affidamento alla forma associativa di compiti di gestione inerenti un servizio comunale La graduazione dei benefici è in rapporto al livello di unificazione raggiunto, e può esserci una maggior contribuzione da parte della Regione in caso di unione o addirittura fusione di comuni. La gestione associata oggi

30 Il sistema dei protocolli di intesa 1 febbraio 2012 Lorenzo Alessandrini - DPC 30 L’adesione ad una forma associativa - riduce il controllo diretto del singolo comune sulle risorse finanziarie e sulle modalità di erogazione dei servizi; - può ampliare la gamma dei servizi offerti e la loro qualità a beneficio dei cittadini-utenti, - può innescare un processo di apprendimento organizzativo e di cooperazione interistituzionale, - può produrre economie di scala - può far aumentare le risorse finanziarie a disposizione nel caso in cui Stato e Regione prevedano specifici contributi. VANTAGGI E SVANTAGGI DELL’ASSOCIAZIONE

31 Il sistema dei protocolli di intesa 1 febbraio 2012 Lorenzo Alessandrini - DPC 31 Una gestione associata di funzioni può avere finalità squisitamente economico-finanziarie: Ad esempio: Ufficio paghe Scuolabus Polizia Municipale SUAP L’approccio è spesso casuale, oppure è reso obbligatorio dagli eventi. Comunque non è una approccio organico. Filosofia della gestione associata : IL RISPARMIO

32 Il sistema dei protocolli di intesa 1 febbraio 2012 Lorenzo Alessandrini - DPC 32 Una gestione associata di funzioni può avere finalità organizzative e di lettura integrata del territorio il Regolamento Edilizio il Catasto il SIT la Polizia Municipale la Protezione Civile l’Ufficio Tecnico il Catasto degli Incendi Boschivi la Prevenzione incendi la cartografia dei rischi il coordinamento degli strumenti urbanistici l’informazione pubblica la Formazione Professionale Filosofia della gestione associata : LA FILIERA

33 Il sistema dei protocolli di intesa 1 febbraio 2012 Lorenzo Alessandrini - DPC 33 ( a) comprendere il valore di un approccio integrato, da non limitare ai risparmi di scala ottenibili (b) leggere unitariamente il territorio dal punto di vista dei rischi (c) stabilire un livello areale ottimale per la gestione delle funzioni e per l’aspetto operativo (d) mettere in comune e condividere le risorse possedute per farne valore aggiunto in occasione di gestioni di crisi in uno o più comuni interessati del comprensorio (e) gestire assieme i fondi a disposizione (f) fare da supporto ai singoli sindaci come alla più ampia realtà intercomunale. (g) stabilire un rapporto sinergico e non conflittuale con l’eventuale presenza di una comunità montana (h) creare meccanismi comuni di monitoraggio (i) creare modelli di coordinamento delle risorse umane e in particolare del volontariato. (l) pianificare assieme la protezione del cittadino Il POOLING and SHARING in protezione civile

34 Il sistema dei protocolli di intesa 1 febbraio 2012 Lorenzo Alessandrini - DPC Modalità dell’Associazione  L’iniziativa è lasciata all’autonomia degli enti locali che possono liberamente decidere se accedere alla gestione associata e in quali forme attuarla, mentre la Regione ha il compito di incentivarla e sostenerla.  Le forme “strutturate” più conosciute finora sono state le Comunità Montane, le Unioni dei Comuni, le Associazioni intercomunali. 34

35 Il sistema dei protocolli di intesa 1 febbraio 2012 Lorenzo Alessandrini - DPC Modalità storiche dell’Associazionismo  Unioni di comuni  Comunità montane (anche come Unione di comuni)  Convenzioni  Consorzi  Associazione di comuni  Associazioni Intercomunali (anche coincidenti con ASL o CM)  Accordo di programma  ASL  SPA (ex aziende speciali, ex municipalizzate, ex consorzi, ecc.)  Fondazioni 35

36 Il sistema dei protocolli di intesa 1 febbraio 2012 Lorenzo Alessandrini - DPC Il sostegno regionale all’associazionismo Con legge e /o provvedimenti della Regione:  Si sostengono i comuni di minore dimensione demografica;  Si può stabilire l’ampiezza demografica degli ambiti di esercizio (soglia minima di comuni, di abitanti e/o di periodi di attività) con eccezioni per i comuni montani;  Si individuano gli ambiti di intervento anche sulla base di proposte e dei progetti presentati;  Si organizzano gli incentivi ordinari annuali di gestione e/o i contributi straordinari su progetti fino ad un certo numero di anni 36

37 Il sistema dei protocolli di intesa 1 febbraio 2012 Lorenzo Alessandrini - DPC Finalità dell’Associazione  Razionalizzare le risorse per garantire l’erogazione dei servizi locali  Rispondere alle maggiori attese da parte dei cittadini di una maggiore efficienza amministrativa  Rispettare l’autonomia dei comuni salvaguardandone la funzione identitaria  Ridurre progressivamente le frammentazione amministrativa e favorire la fusione fra comuni 37

38 Il sistema dei protocolli di intesa 1 febbraio 2012 Lorenzo Alessandrini - DPC 38 Opportunità della gestione associata nella protezione civile - Ottimizzazione del servizio su scala territoriale - Condivisione solidale delle risorse - Realizzazione di economie di scala - Costituzione di un unico Centro Situazioni - Pianificazione di livello intercomunale - Scambio culturale fra amministratori e tecnici - Finanziamenti regionali - Omogeneizzazione strumenti territoriali - Potenziamento delle risorse umane - Flessibilità organizzativa - Soluzione ai problemi dell’isolamento Quali sono le opportunità che si schiudono nel settore della PC?

39 Il sistema dei protocolli di intesa 1 febbraio 2012 Lorenzo Alessandrini - DPC 39 “Divisione” verticale dei compiti e delle responsabilità” tra le istituzioni pubbliche (Comuni, Unioni di comuni, Province, Regioni). “Condivisione” orizzontale degli strumenti al livello territoriale più basso (Convenzioni, Unioni, fusioni, ecc. Risultati attesi - Una più efficace e meno costosa amministrazione (con casi di eccellenza); - Una gestione degli interventi meno burocratica, meno centralizzata, meno rigida; - Complessivamente, un miglior livello qualitativo nella risposta generale da parte dell’intero sistema di protezione della popolazione LA DIVISIONE E CONDIVISIONE


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