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1 Il clima delle città Le città per il clima Le città, le Agende 21 locali e il cambiamento climatico Bologna, 5 dicembre 2008 Ministero dell’Ambiente.

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1 1 Il clima delle città Le città per il clima Le città, le Agende 21 locali e il cambiamento climatico Bologna, 5 dicembre 2008 Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare Direzione Generale per la Ricerca Ambientale e Sviluppo soprano.paolo@minambiente.it Paolo Soprano

2 2 Lo scenario attuale La crisi finanziaria ed economica globale si aggiunge, aggravandole, alle numerose crisi che interessano l’intero ecosistema e minacciano lo sviluppo della specie umana. In particolare la crisi finanziaria aggrava gli effetti in quei settori delle attività dell’uomo direttamente dipendenti dalla produttività e dalla capacità di resilienza dei servizi ecosistemici e del capitale naturale, producendo effetti addirittura perversi nei PVS, in particolare in quelli più poveri (LDC), e in Africa.

3 3 Le crisi globali – 1 Nel caso della ‘crisi alimentare’ l’intreccio tra le barriere commerciali, i sussidi all’agricoltura nei paesi sviluppati e l’andamento negativo da almeno 15 anni degli investimenti in agricoltura nei paesi in via di sviluppo produce effetti economici e sociali negativi in vaste aree del sud del Pianeta, ma anche l’aumento del prezzo degli alimenti nei paesi dell’area OCSE, compreso il nostro. Il previsto ulteriore aumento della quota di biomassa trasferita dalla produzione di cibo a quella di carburante è un cambiamento senza precedenti nell’uso delle risorse naturali e potrebbe determinare effetti imprevedibili e non calcolabili se non saranno adottati criteri di sostenibilità per la produzione e l’uso dei bio-carburanti.

4 4 Le crisi globali - 2 Nel caso dell’energia, garantire allo stesso tempo la sicurezza delle fonti di approvvigionamento, la copertura della domanda e l’accesso all’energia nei paesi in via di sviluppo e in quelli con economie ‘emergenti’, insieme a coerenti e responsabili politiche e misure per invertire il fenomeno del riscaldamento globale, implica importanti investimenti sia nei paesi sviluppati sia in quelli in via di sviluppo, con la piena integrazione delle misure di mitigazione nelle politiche economiche dei paesi dell’area OCSE e di adattamento negli investimenti di aiuto allo sviluppo. Entrambe queste responsabilità sono in capo ai governi dei paesi sviluppati.

5 5 Il Segretario generale delle Nazioni unite continua ad appellarsi ai governi, in particolare a quelli dei paesi ‘donatori’, mettendoli in guardia dalle conseguenze dell’attuale tempesta finanziaria sulle altre principali sfide mondiali, e a chiedere sforzi coraggiosi ed efficaci per evitare che l’emergenza dell’oggi non diventi la crisi della stessa umanità domani, con effetti devastanti sui più poveri del Pianeta.

6 6 Le conseguenze economiche dei cambiamenti climatici Il Rapporto sullo Sviluppo Umano 2007-2008 recentemente diffuso dall’Agenzia per lo Sviluppo dell’ONU (UNDP) stima costi aggiuntivi per i PVS intorno a 65-70 miliardi di euro l’anno fino al 2015 per le misure di adattamento ai cambiamenti climatici già in atto, costi destinati presumibilmente a salire dopo quella data. Questo fabbisogno finanziario extra è paragonabile ai 120- 160 miliardi l’anno che occorrerebbero ai paesi ‘donatori’ (OCSE) per portare l’ODA allo 0.7% del PIL, come più volte promesso.

7 7 Malgrado le difficoltà che derivano dalla crisi economica -la più grave da molti decenni- la comunità internazionale non può nascondere o rimandare gli impegni dichiarati e deve continuare a sostenere gli sforzi fatti finora e anche ad aumentarli. Le minacciose sfide globali che ci troviamo di fronte offrono alla comunità internazionale l’opportunità di impegnarsi e unire gli sforzi di tutti per raggiungere gli obiettivi di sviluppo già adottati utilizzando lo sviluppo sostenibile come un motore da tutti condiviso. Mentre cercano di superare la crisi scatenatasi sul mercato globale i governi non devono trascurare gli altri problemi. Mettere da parte la crisi energetica e quella alimentare per concentrarsi unicamente sulla tempesta finanziaria ed economica non produrrà un risanamento economico sostenibile

8 8 Per assicurare un risanamento durevole gli sforzi devono concentrarsi su un modello di crescita e di sviluppo caratterizzato da sostenibilità nel lungo periodo. Importanti e influenti economisti e scienziati mettono in guardia contro il pericolo di permettere che la crisi finanziaria mondiale fermi il processo di costruzione di un’economia a basso contenuto di carbonio, sottolineando l’opportunità costituita dallo sviluppo dell’innovazione e della tecnologia ambientale per creare posti di lavoro e valore aggiunto. Sir Nicholas Stern ha dichiarato recentemente che “le rischiose conseguenze che deriveranno dall’ignorare il cambiamento climatico saranno molto più gravi delle conseguenze dell’ignorare i rischi esistenti nel sistema finanziario” e che “la lezione più importante da imparare è che il rischio clima deve essere affrontato prima possibile”. Un’economia a basso contenuto di carbonio

9 9 Cambiamento climatico e Città sostenibili La costante crescita demografica e l’espansione delle metropoli e dei centri urbani congiunte ai cambiamenti climatici costituiscono un mix molto pericoloso. Lo scenario BAU (business as usual) illustrato nel 4° Rapporto dell’IPCC prevede le conseguenze che si determineranno con una concentrazione di 800-1000 ppm di CO2 nell’atmosfera e con l’innalzamento medio delle temperature di 4-6°C. L’innalzamento del livello del mare causato dal cambiamento climatico può avere un impatto devastante sulle città costiere e sulla popolazione urbana.

10 10 Cambiamento climatico e Città sostenibili A livello mondiale, circa il 60% della popolazione che vive nelle c.d. LECZ (Low Elevation Coastal Zones, fasce costiere poste a meno di 10 m sul livello del mare più direttamente minacciate dalle conseguenze dell’innalzamento del livello del mare) vive in insediamenti urbani. Interi quartieri di città come Dhaka in Bangladesh o Alessandria in Egitto potrebbero essere spazzati via non avendo adeguate infrastrutture di difesa. Così in molte altre città dei paesi in via di sviluppo, ma anche a New Orleans, negli Stati Uniti. Possiamo immaginare flussi migratori di proporzioni crescenti.

11 11 Pianificazione sostenibile delle città L’evidenza dimostra che la forma e la densità degli insediamenti urbani, unite a sistemi di trasporto pubblico ambientalmente sostenibili, influenzano fortemente il consumo energetico a livello della città e riducono le emissioni pro capite di carbonio.

12 12 Fonte: UN-Habitat, 2008

13 13 Pianificazione sostenibile delle città Le città non rappresentano solo un’alta concentrazione di problemi. Esse sono anche il simbolo dei sogni, delle aspirazioni e delle speranze della società La gestione del patrimonio umano, sociale, culturale e intellettuale è perciò altrettanto importante quanto la gestione del loro patrimonio fisico. Perciò la pianificazione urbana deve essere più che un mero esercizio tecnico per diventare un’azione cosciente di valorizzazione dei diversi patrimoni della città, fisici e non fisici.

14 14 Pianificazione sostenibile delle città I principali attributi della pianificazione urbana sostenibile sono - la consapevolezza e l’impegno politico - l’innovazione istituzionale o buona governance - le riforme politiche e il rafforzamento delle istituzioni - l’attuazione efficace delle politiche - i meccanismi di preparazione, monitoraggio e valutazione - la progressione dei programmi e delle azioni Il coordinamento e la collaborazione tra le amministrazioni nazionali, regionali e provinciali e le autorità locali contribuiscono al conseguimento dello sviluppo urbano sostenibile

15 15 Aumentare la consapevolezza dei decisori nei diversi settori (pubblico, privato, ONG, ecc.) e ai diversi livelli (locale, regionale, nazionale ed europeo). Diffondere le migliori pratiche (best-practices). Assicurare una conoscenza appropriata e un adeguato supporto per raggiungere un alto livello di consapevolezza pubblica. Stimolare l’aumento degli investimenti privati nel settore delle tecnologie energetiche sostenibili. Obiettivi della Campagna Europea: La Campagna SEE - Energia Sostenibile per l’Europa - 1

16 16 La Campagna SEE - Energia Sostenibile per l’Europa - 2

17 17 Gli Associati sono alleati della Commissione Europea nell’attuazione di partnership strategiche nelle Aree della Campagna: - Comunità energetiche sostenibili (ai diversi livelli: Regioni, Città, Isole e Aree rurali) - Trasformazione del mercato (inclusi gli Impegni Volontari) - Azioni di Promozione, Comunicazione ed Educazione - Progetti dimostrativi - Programmi di Cooperazione I temi inerenti le Aree della Campagna sono interconnessi e sinergici tra loro (energia sostenibile, trasporti, edilizia, mobilità sostenibile, ecc.) La Campagna SEE - Energia Sostenibile per l’Europa - 3

18 18 La Campagna SEE in Italia

19 19 Il settore urbanistico e edilizio della Campagna SEE in Italia Oltre 1/3 delle partnership attivate in Italia: - progetti dimostrativi concreti nel settore edilizio e urbanistico (case a zero emissioni, case a basso consumo energetico, quartieri sostenibili, ecc.); - schemi di certificazione; - proposte di incentivazione per realizzazioni varie; - iniziative di promozione e divulgazione a vari livelli. Aumentare la consapevolezza del ruolo positivo che una pianificazione urbanistica e edilizia sostenibile può svolgere nel nostro paese

20 20 Il settore urbanistico ed edilizio della Campagna SEE in Italia: il Patto dei Sindaci Le città utilizzano più del 50% dell’energia consumata, generando alti livelli di emissioni di CO2. Le città devono quindi avere un ruolo nella lotta ai cambiamenti climatici In base al Piano d’Azione Europeo sull’efficienza energetica viene istituito il “Patto dei Sindaci” al fine di impegnare le città nel: - raggiungere e superare gli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 al 2020 - adottare un Piano d’Azione per il raggiungimento di tali obiettivi - fornire un Report biennale - organizzare eventi dedicati (aspetti sociali, consapevolezza dei cittadini) Il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare è il punto di riferimento nazionale per l’attuazione del Patto dei Sindaci in Italia

21 21 Grazie dell’attenzione Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare Direzione Generale per la Ricerca Ambientale e Sviluppo soprano.paolo@minambiente.it


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