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BENI PAESAGGISTICI. Che cos’è il paesaggio Il secondo gruppo di beni che compongono il patrimonio culturale sono i beni paesaggistici. Si intende per.

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Presentazione sul tema: "BENI PAESAGGISTICI. Che cos’è il paesaggio Il secondo gruppo di beni che compongono il patrimonio culturale sono i beni paesaggistici. Si intende per."— Transcript della presentazione:

1 BENI PAESAGGISTICI

2 Che cos’è il paesaggio Il secondo gruppo di beni che compongono il patrimonio culturale sono i beni paesaggistici. Si intende per paesaggio – il territorio espressivo di identità, il cui carattere deriva dall' azione di fattori naturali, umani e dalle loro interrelazioni. La sua tutela mira a riconoscere e a salvaguardare i valori culturali che il paesaggio stesso esprime attraverso i suoi caratteri particolari.

3 Caratteristiche Tra i beni paesaggistici rientrano così i beni immobili che hanno cospicui caratteri – di bellezza naturale – di singolarità geologica – di memoria storica Le bellezze panoramiche e quei punti di vista accessibili al pubblico dai quali si goda uno spettacolo panoramico (belvedere)

4 Chi individua i beni Apposite Commissioni costituite a livello regionale individuano le aree che, per il loro notevole interesse, meritano di essere sottoposte a specifica tutela. Sulla base della proposta della Commissione, la Regione emana il provvedimento di dichiarazione di notevole interesse pubblico che va notificato al proprietario e iscritto nei registri immobiliari.

5 Dichiarazione di notevole interesse La dichiarazione indica regole, limiti e divieti per assicurare la conservazione degli immobili e delle aree protette. I proprietari – non possono distruggere né alterare tali beni. – devono farsi autorizzare prima di qualunque lavoro sui beni oggetto di protezione (autorizzazione paesaggistica).

6 Pianificazione regionale Per assicurare che il paesaggio sia adeguatamente tutelato e valorizzato le Regioni - congiuntamente al ministero per alcuni aspetti – approvano i piani territoriali paesaggistici con i quali – pianificano la gestione del territorio, – delimitano i beni paesaggistici da tutelare, – individuano i fattori di rischio – programmano gli interventi da effettuare per la conservazione e la salvaguardia del paesaggio

7 Piani territoriali paesaggistici I piani paesaggistici, oltre alla conservazione e alla riqualificazione delle aree compromesse e degradate, devono rivolgere una speciale attenzione alla salvaguardia dei siti inseriti nella lista Unesco del patrimonio dell'umanità.

8 I Musei Un museo è una struttura permanente che si occupa dei beni culturali: li raccoglie, conserva, cataloga, li espone e li fa conoscere allo scopo di educazione e di studio. Favoriscono lo sviluppo della cultura e della ricerca come dettato dall' art. 9 Cost e quindi si posono considerare enti di rilevanza costituzionale Si tratta di una strutture aperte al pubblico, al servizio della società e senza scopo di lucro.

9 I MUSEI In Italia le strutture aperte al pubblico sono quasi 4600, di queste circa 3800 sono musei, gallerie o collezioni, 240 aree o parchi archeologici, e circa 500 monumenti; Nel 2011 sono quasi 104 milioni i visitatori che si sono recati presso le istituzioni culturali italiane, mostrando la tendenza a concentrarsi in poche destinazioni: il 51% degli ingressi si concentra in sole tre regioni: Toscana (22,1%), Lazio (20,1%) e Lombardia (8,8%).

10 Tipi di musei L’offerta museale italiana è fortemente polarizzata: – vi è una grande quantità di strutture di piccola dimensione diffuse in modo capillare su tutto il territorio nazionale (quasi un comune su 3 ospita un museo) che però risultano poco efficaci in termini di attrazione della domanda; – vi sono poi poche grandi istituzioni di rilievo internazionale che generano quasi la metà dei visitatori (nei primi 15 istituti si concentra quasi un terzo del totale della domanda).

11 Musei pubblici e privati I musei possono essere di proprietà privata e gestione privata (Casa Museo di Giorgio De Chirico a Roma, tutti i musei ecclesiastici) di proprietà privata e gestione pubblica (es. quadri di Giorgio Morandi di proprietà della Zanichelli editore e depositati presso il Museo Morandi di Bologna) la maggior parte è di proprietà pubblica e gestione pubblica dello Stato o degli enti locali

12 Collezioni private Le collezioni private e gli immobili privati di eccezionale interesse culturale possono essere assoggettati all' apertura al pubblico secondo modalità di visita concordate tra la Soprintendenza e proprietario. L’impegno a rendere il bene accessibile al pubblico è previsto in tutti i casi in cui i beni culturali siano stati restaurati o sottoposti a interventi conservativi grazie a contributi statali.

13 Ingresso Nelle biblioteche e gli archivi pubblici l'accesso per letture e studi deve essere gratuito. Nei musei può essere disposto un biglietto a pagamento. La somma pagata nei museo "statale”dovrebbe servire per migliorare i servizi e le dotazioni del patrimonio culturale pubblico. In Italia l’ingresso è gratuito per quasi la metà delle strutture; nel 2011 il 26% degli istituti che prevedono il pagamento del biglietto d’ingresso realizzano un introito massimo di 10.000 euro. Solo una piccolissima parte (1,2%) vanta un incasso superiore al milione di euro.

14 Musei italiani più visitati Musei Vaticani- Roma 4.000.000 di turisti l’anno Palazzo Ducale -Venezia Galleria degli Uffizi - Firenze Museo Nazionale del Bargello- Firenze Galleria dell’Accademia- Firenze Museo Egizio- Torino Galleria Borghese- Roma

15 Gli Ecomusei Il cuore del museo tradizionale è una collezione di oggetti di particolare valore artistico o storico o culturale, che per questo vengono tutelati ed esposti al pubblico. Tali oggetti sono tolti dal loro ambiente originario che spesso è anche molto lontano, come è il caso dei reperti archeologici prelevati nei secoli scorsi dagli studiosi europei in diversi luoghi del mondo e conservati nei grandi musei d’Europa.

16 Gli ecomusei L’idea di ecomuseo è completamente diversa. L’ecomuseo guarda all’ambiente nel suo insieme e si prefigge di tutelare un certo territorio ricco di beni artistici o storici o naturali e di far conoscere al pubblico i beni di quel territorio e le relazioni che li legano uno all’altro. Un ecomuseo è un museo su un intero territorio, che permette di confrontarsi con il patrimonio naturale e culturale di un’area e con il modo di vivere dei suoi abitanti.

17 Esempi di ecomusei un intero centro storico, in cui è possibile osservare i monumenti di particolare valore, come le chiese e i palazzi, ma anche le case, le botteghe di un tempo, le strade ecc.; un ambiente naturale, con i suoi habitat, la fauna e la flora caratteristici e le opere dell’uomo tipiche di quell’ambiente; un territorio rurale in cui si potranno scoprire i luoghi di lavoro e di vita tradizionali degli abitanti e i prodotti tipici; e così via.

18 Coinvolgimento della comunità locale L’ecomuseo opera coinvolgendo la popolazione e le istituzioni locali e promuove attività di ricerca, percorsi di visita, attività didattiche nel territorio che vuole valorizzare. In un certo senso, attraverso un ecomuseo è la comunità locale stessa, attraverso le sue istituzioni e associazioni, a prendersi cura e valorizzare il proprio territorio.

19 Leggi regionali Si tratta di istituzioni che possono essere promosse da diversi soggetti pubblici (in primo luogo gli enti locali, singoli o associati) e privati (come associazioni e fondazioni culturali e ambientalistiche senza scopo di lucro, enti di ricerca e simili). Tutte le leggi regionali prevedono il riconoscimento da parte della Regione sulla base di un progetto di fattibilità sottoposto, di norma, a organi specifici incaricati di vagliare le proposte da punto di vista tecnico scientifico.

20 Marchio e finanziamenti Con il riconoscimento la Regione – assegna agli ecomusei una denominazione esclusiva e il diritto di utilizzare il marchio apposito previsto dalle leggi regionali; – eroga contributi e finanziamenti per le spese sostenute per le opere edilizie e le attrezzature necessarie per la realizzazione e lo sviluppo degli ecomusei.

21 Ampie le finalità perseguite Il coinvolgimento e la partecipazione attiva della popolazione; la ricostruzione delle trasformazioni sociali, economiche, culturali e ambientali vissute dalle comunità locali e dai territori; la valorizzazione dei patrimoni immateriali quali i saperi, le pratiche locali, i dialetti, i canti, le feste e le tradizioni gastronomiche attraverso attività rivolte alla loro catalogazione e alla loro promozione

22 Finalità Se in generale il fine è di degli ecomusei è quello di promuovere la cultura in una prospettiva attenta ai caratteri identitari del territorio, non meno importante è il loro ruolo per la “valorizzazione turistica” della cultura e delle tradizioni locali di un determinato territorio.

23 Ravenna- Ecomusei e musei affini Ecomuseo della Civiltà Palustre - Villanova di Bagnacavallo (RA) MUSA - Museo del Sale - Cervia (RA) Giardino delle Erbe A. Rinaldi Ceroni - Casola Valsenio (RA) Museo del Paesaggio dell'Appennino Faentino - Riolo Terme (RA)


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