La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

Il linguaggio – parte terza A cura di Eleonora Bilotta.

Presentazioni simili


Presentazione sul tema: "Il linguaggio – parte terza A cura di Eleonora Bilotta."— Transcript della presentazione:

1 Il linguaggio – parte terza A cura di Eleonora Bilotta

2 Come avviene la comunicazione (Continua)  Un messaggio (m) che utilizza un codice o linguistico o gestuale o comportamentale in genere (è chiaro che in questo passaggio tutti i tipi di linguaggio possono essere utilizzati), e lo trasmette (T) verso una destinazione (D), ossia ad un’altra mente umana (vale quanto detto sopra).  Tale ascoltatore decodifica (dcd) il messaggio servendosi di un proprio apparato ricevente (R).

3 Come avviene la comunicazione  Il messaggio viene trasmesso attraverso un canale che ha una determinata capienza di informazione.  Le fasi di emissione (output) e di immissione (input) sono reversibili, ossia un soggetto dell'interazione comunicativa può iniziare col ricevere informazioni anziché con l'emettere.

4 Il linguaggio come sistema di comunicazione

5 Analogia in fase di ricezione con l’acquisizione del linguaggio da parte dei bambini (Continua)  In questa fase, ovvero iniziare con il raccogliere informazioni anziché emetterle, Titone ravvisa una omologia con lo sviluppo ontogenetico umano: –il bambino impara prima a decodificare il linguaggio e dopo a produrlo, codificandolo.  Molto importante è la presenza del fenomeno di feedback (F) che permette all’unità intrinseca dell’atto comunicativo di esplicarsi a livello fisiopsichico (acustico) e infine psicologico (autocontrollo cosciente e autoregolazione delle emissioni che ritornano istantaneamente come immissioni nel medesimo comunicante).

6 Analogia in fase di ricezione con l’acquisizione del linguaggio da parte dei bambini  Gli ostacoli alla comunicazione sono rappresentati dalle interferenze e dai disturbi, che si presentano dalla sorgente di emissione alla destinazione alle fasi intermedie, fino alla incomunicabilità totale.

7 Che cosa è la comunicazione? (Continua)  La comunicazione non si lascia forzare entro uno schema di definizione funzionalistico: –essa sembra proporsi come qualcosa di sempre nuovo e non riducibile ad essere semplicemente uno strumento tra i tanti che l'uomo ha a disposizione.  Questo qualcosa di sempre nuovo mette in discussione l’approccio funzionalistico e lo stesso strumento di analisi, che di volta in volta, col mutare dei media deve essere ridefinito.

8 Che cosa è la comunicazione? (Continua)  Integrare la prospettiva funzionalistica con una di tipo realistica vuol dire che l’”utensile comunicazione” dovrebbe servire a lavorare una materia costituita da una realtà oggettuale (l’informazione), in particolare trasferendola da un soggetto all’altro nell'utilizzo quotidiano delle tecnologie comunicative per una formazione di tipo globale dell’utente, in qualsiasi dominio si trovi ad operare.

9 Che cosa è la comunicazione? (Continua)  In letteratura esiste una svariata gamma di proposte di classificazione della comunicazione in senso funzionalistico che provengono in parte dai linguisti, ma anche dalla psicologia sociale, etologia, sociologia, psichiatria.  Il principio di fondo che soggiace a queste proposte presuppone che si guardi alla comunicazione come ad un mezzo o uno strumento e rinvia alla domanda “a quali usi serve la comunicazione?”

10 Esiste un approccio universale per studiare la comunicazione? (Continua)  Questa eterogeneità di provenienza pone il problema della liceità di trattare queste definizioni in modo equivalente e di riunirle sinotticamente sotto una prospettiva comune.  Vi è chiaramente differenza tra il campo della linguistica e quello delle altre scienze che si interessano della comunicazione.  Nonostante il linguista possa essere di larghe vedute, cioè, nel ritenere che lo studio grammaticale di una lingua non esaurisca la funzione della lingua stessa.

11 Esiste un approccio universale per studiare la comunicazione?  Esso non si interesserà all’interazione tra soggetti o alle relazioni che essi creano attraverso il linguaggio come faranno invece gli psicologi, gli etologi, i sociologi e gli psichiatri.  Questi ultimi infatti avranno degli interessi più specifici per quanto riguarda i processi articolati e complessi che si svolgono tra agenti o attori di una interazione linguistica, nei quali il linguaggio non è che uno dei fenomeni di studio.

12 Il linguaggio è estremamente duttile e si presta a numerosi scopi comunicativi (Continua)  D’altro canto, uno studioso di scienze umane potrà ritenere che neppure l’interazione e la relazione esauriscano la comunicazione.  I connotati di questa appaiono estremamente diffusi e molto complessi: all'interno della comunicazione il linguaggio avrà un ruolo ancora più parziale.  La misura di validità delle classificazioni nate in ambito linguistico, che in effetti possono essere utili per studiare l'interazione, la relazione o la comunicazione in generale, consiste nel fatto che il linguaggio è funzionalmente duttile, cioè si presta a tutti gli usi che la comunicazione prevede.

13 Il linguaggio è estremamente duttile e si presta a numerosi scopi comunicativi  Studiare il linguaggio vuol dire scoprire tutte le funzioni del comunicare.  Per dare solo un breve esempio, riportiamo la categorizzazione funzionale del linguaggio operata da R. Jakobson (1970), che nel concreto operare, nelle situazioni linguistiche contestualizzate, si articola intorno a sei funzioni principali.

14 Il senso e lo scopo comunicativo secondo Jakobson (Continua)  Tali funzioni riconducono la specificazione di senso e di scopo comunicativo rispettivamente: –all’emittente attraverso la funzione espressiva; al ricevente, attraverso la funzione conativa; al canale, attraverso la funzione fàtica; al codice, attraverso la funzione metalinguistica; al messaggio, attraverso la funzione poetica; e al contesto, attraverso la funzione referenziale.

15 Altre funzioni del linguaggio  Funzione espressiva (o sintomatica): –grazie al linguaggio siamo in grado di manifestare il nostro stato interiore.  Funzione segnaletica (o di appello o interpersonale): –parlando attiriamo l’attenzione degli altri e modifichiamo in qualche modo il loro comportamento.

16 Il senso e lo scopo comunicativo secondo Jakobson  Funzione cognitiva (o rappresentativa o ideativa): –con il linguaggio siamo in grado di raccontare quello che ci accade, possiamo descrivere la realtà o un mondo virtuale, illustriamo concetti, pensiamo.  Funzione argomentativa: –non sempre gli interlocutori la pensano allo stesso modo; il linguaggio permette di argomentare e di controbattere, mettendo in evidenza aspetti diversi dello stesso problema o idee diverse, facendone prevalere una sulle altre.

17 Funzioni del linguaggio (Continua)  Funzione Fàtica: –per poter intrattenere un dialogo con qualcuno è necessario avere un discorso avviato che va avanti. Molte cose che diciamo servono a mantenere in vita un discorso, in modo da avere a disposizione un canale aperto nel caso ci sia qualcosa da aggiungere. Sono tipiche della funzione fàtica le seguenti frasi. “Vediamo che….”, “praticamente”, e quasi tutti gli intercalare del tipo “ehm”, “cioè”, ecc.  Funzione poetica: –si attua quando, per esprimere un contenuto, si possono produrre testi di diverso tipo e in grande quantità.

18 Funzioni del linguaggio (Continua) –Non tutte queste produzioni hanno la stessa efficacia:alcuni testi sono più belli di altri, altri interessanti, e così via. Il linguaggio serve anche a mettere a fuoco un obiettivo da raggiungere e a rendere idonei i testi con lo scopo. I poeti e i retori, ma anche i romanzieri, gli insegnanti, i giornalisti lavorano molto sulle funzioni del linguaggio.  Funzione testuale: –si produce quando, parlando con un’altra persona, dobbiamo tenere d’occhio e controllare molti aspetti del discorso. Per esempio, è necessario comprendere se un concetto è stato afferrato o no, per regolarsi su cosa dire di seguito, sistematizzando in modo organico cosa si sta dicendo.

19 Funzioni del linguaggio  Funzione metalinguistica: –si attua quando parliamo del linguaggio stesso che in quel momento stiamo adoperando. In altri termini, il linguaggio è in grado di funzionare come metalinguaggio di se stesso.  Tutte queste funzioni, vengono operate dai parlanti nel linguaggio come si diceva prima, in situazioni di vita reale, anche in contemporanea.

20 La linguistica (Continua)  La linguistica è lo studio scientifico del linguaggio umano e include: –Fonetica, che riguarda la natura fisica dei suoni che vengono prodotti; –Fonologia, che riguarda le categorie concettuali dei suoni in un determinato linguaggio; –Morfologia, che riguarda lo studio della formazione delle parole; –Sintassi, che si interessa delle regole di costruzione delle frasi;

21 La linguistica (Continua) –Semantica, che ha come oggetto di indagine lo studio del significato delle parole e come esse si combinano nelle frasi per formare discorsi accettabili dai parlanti di una determinata lingua; –Pragmatica, si interessa degli effetti della situazione in cui il linguaggio viene usato e di come il contesto e gli obiettivi linguistici del soggetto influenzano il linguaggio.  La Linguistica si divide in diversi settori: la Linguistica teorica, che si interessa ssolo di come funziona il linguaggio; –La Linguistica storica, che studia come le lingue attuali sono attualmente e come esse sono giunte a trasformarsi nelle lingue odierne;

22 La linguistica (Continua) –La Sociolinguistica, che si interessa del linguaggio in rapporto con la struttura della società; –La Psicolinguistica, che studia come il linguaggio viene implementato da ogni singolo parlante nel cervello; –La Linguistica Applicata che si interessa dell’insegnamento delle lingue e dei problemi di traduzioni; –La Linguistica Computazionale che studia la processazione del linguaggio umano da parte del computer.  Alcuni linguisti studiano anche i linguaggi dei segni (per esempio l’AMESLAN) la comunicazione non verbale, la comunicazione animale e altri argomenti che riguardano il linguaggio parlato.

23 Settori della Linguistica computazionale (Continua)  La Linguistica computazionale, una branca specializzata della Linguistica, si occupa di creare dei modelli computerizzati delle lingue naturali.  I principali settori di ricerca sono: –pragmatica, discorso, semantica, sintassi e lessico; –fonetica, fonologia e morfologia; –interpretazione e generazione di linguaggio scritto e parlato; –linguistica, modelli matematici e psicologici del linguaggio; –Information - retrieval basato sul linguaggio ed estrazione dell’informazione;

24 Settori della Linguistica computazionale (Continua) –modellazione di linguaggi specializzati; –macchine traduttrici e ausili per la traduzione; –interfacce basate sul linguaggio naturale e sistemi di dialogo; –approccio della coordinazione del linguaggio con altre modalità sensoriali nei sistemi multimediali; –sistemi di comprensione di messaggi e di narrativa.  Una descrizione più completa dei temi di ricerca è la seguente: –gestione del dialogo e sistemi interattivi di dialogo orale; –marcatura del discorso: usi, risultati e applicazioni; –approcci basati su corpora per il discorso e il dialogo;

25 Settori della Linguistica computazionale (Continua) –lessico e discorso: connessioni attraverso struttura e semantica; –Natural Language Processing: tecniche per sistemi di information - retrieval attraverso molte lingue (o passando da una lingua all’altra); –esplorazione dei limiti dell’analisi superficiale (Shallow Parsing); –estrazione di informazione da dati in lingua parlata; –processazione di linguaggio naturale per sistemi di information retrieval interattivi; –interpretazione robusta di frasi e investigazione di argomenti; –psicolinguistica computazionale.

26 La struttura del linguaggio (Continua)  Il linguaggio ha una struttura sistematica di tipo gerarchico, che va dal livello elementare dei suoni, alle parole, alle frasi, più o meno lunghe ai discorsi.  Nel linguaggio c’è una struttura di suoni (che è il settore di studio della Fonologia), una struttura delle parole (studiata dalla Morfologia), una struttura della frase (campo di studio della Sintassi) e una organizzazione strutturale al di sopra della frase.  Ogni lingua utilizza un numero caratteristico di fonemi (le unità sonore di base) combinandoli secondo determinate regole.

27 La struttura del linguaggio (Continua)  Il morfema è l’unità linguistica più piccola dotata di significato. Esistono tre tipi di morfemi che si combinano secondo precise regole per formare le parole: –il tema o la radice, il morfema di derivazione e il morfema di flessione.  Le parole si combinano per forare le frasi secondo una struttura formale o di superficie e una di senso o profonda (Chomsky).  Le frasi possono essere collegate con nessi di vario tipo (aggiuntivi, disgiuntivi, temporali, causali, finali, oppositivi, di specificazione, dichiarativi) per formare frasi complesse.

28 La struttura del linguaggio (Continua)  Quando una o più frasi, di senso compiuto, vengono collegate insieme, si parla di periodo. Un insieme di frasi e periodi, che ha una intrinseca coerenza e coesione, rappresenta un testo.  La semantica è lo studio dei significati del linguaggio.  La semantica lessicale si interessa dello studio del significato delle singole parole; la semantica interpretativa o strutturale, si interessa delle rappresentazioni mentali di livello superiore.  Da un punto di vista funzionale, le parole si dividono in piene, funzionali e deittiche.

29 La struttura del linguaggio (Continua)  Nel significato di una parola si distinguono l’aspetto denotativo (ciò che indica) e un aspetto connotativo (l’atteggiamento emotivo del soggetto verso ciò che la parola indica).  Secondo la teoria degli atti linguistici, quando una persona parla, oltre a trasmettere significati, agisce e compie uno o più atti linguistici.

30 La struttura del linguaggio  Austin, che è l’autore di questa ipotesi interpretativa della comunicazione linguistica umana, distingue fra azioni locutorie (emette un enunciato), allocutorie (fa accadere qualcosa fra sé e l’interlocutore) e perlocutorie (ottiene certi effetti).  Per cui, per capire le funzioni del linguaggio è necessario capire anche la pragmatica che accompagna la comunicazione dei soggetti umani.

31 Le componenti dell’attività linguistica (Continua)  Per poter parlare e ascoltare, oltre che padroneggiare la struttura, occorre saper usare il linguaggio, al fine di capire i significati intenzionali, cogliere i significati impliciti, adeguare i propri discorsi alle situazioni che incontriamo nella nostra vita di relazioni sociali.  Il significato intenzionale è il contenuto che il parlante vuole trasmettere e che a volte (come per esempio succede nelle espressioni indirette) si discosta dal significato letterale di ciò che si sta dicendo.

32 Le componenti dell’attività linguistica  Il significato implicito è la nube di significati che in qualche modo sono connessi con ciò che un parlante sta dicendo, ma la cui trasmissione non può essere sicuramente essere ritenuta intenzionale.  Per adeguare il linguaggio alle circostanze sociali occorre tenere conto dei componenti dell’attività linguistica, che sono: –il contesto, le regole di conversazione, la chiave, il genere di discorso e il tipo di linguaggio impiegato.

33 Regole di conversazione (Continua)  Rientrano tra le regole di conversazione l’avvicendamento dei turni (turn-taking), il rispetto di sequenze complementari, il massimo di cooperazione che rendono semplice ed efficace il passaggio di comunicazione.  Tali regole sono basate, oltre che sul canale uditivo-vocale (di regola utilizzato nella comunicazione faccia a faccia) anche sul canale visivo-cinesico, che governa la comunicazione non verbale.  I segnali uditivo-vocali possono essere verbali, prosodici e paralinguistici.

34 Regole di conversazione  Nella prosodia rientrano il ritmo, la velocità dell’eloquio, l’intonazione, l’intensità, l’enfasi e la durata.  I principali sistemi di comunicazione visivo-cinesica sono la postura, l’orientamento, i gesti, le espressioni del viso, la distanza interpersonale.  Tra i tipi di linguaggi vanno considerati i dialetti, le varietà di una lingua, le parlate, vari tipi di lingua, lingue specializzate, i registri, gli stili.

35 Ipotesi Sapir – Whorf (Continua)  Secondo questa ipotesi, il linguaggio determina le categorie e anche il contenuto del pensiero.  Whorf in LANGUAGE, THOUGHT, AND REALITY (1956) sostiene che: “Noi dissezioniamo la natura lungo linee che giacciono all’interno del nostro linguaggio nativo. Noi non possiamo parlare se non di tutto ciò che l’organizzazione e la classificazione dei dati che la comunità dei parlanti decreta”.  Con il termine ipotesi “Sapir-Whorf” ci si riferisce al principio di relatività linguistica, che in ogni caso fu elaborato da Whorf.

36 Ipotesi Sapir – Whorf (Continua)  L’idea che la struttura della lingua in qualche modo possa influenzare la struttura del pensiero e di conseguenza l’organizzazione della realtà per un determinato gruppo di parlanti prese piede non solo fra i linguisti ma anche fra antropologi, psicologi e scrittori.  La forma più accentuata di questa ipotesi sostiene che il sistema concettuale di un linguaggio possa essere spiegato e compreso dai parlanti di altre lingue anche se le categorie grammaticali non spiegano realmente il sistema culturale stesso.

37 Ipotesi Sapir – Whorf (Continua)  I linguaggi indo-europei hanno una distinzione tra le categorie grammaticali che individuano il genere (maschile, femninile, neutro) e i loro parlanti attualizzano tale distinzione opportunamente. Ma i Turchi o i Cinesi, che non utilizzano tale distinzione in generi e quindi non hanno la relativa categoria grammaticale, non producono tale differenza a livello del parlato.  Una forma debole dell’ipotesi Sapir-Whorf è che il linguaggio influenzi senza determinare le nostre categorie del pensiero.

38 Gli universali linguistici (Continua)  Ad una analisi superficiale, le lingue naturali come l’inglese e l’italiano, il cinese, il giapponese sembrano lingue molto differenti fra loro. Per molte persone, i suoni di una lingua straniera rappresentano flussi inintellegibili di suoni. Nonostante queste differenze superficiali, tutte le lingue umane hanno delle proprietà comuni (i cosiddetti universali linguistici), tra cui, la più importante è quella della produttività.  La produttività linguistica può essere intesa secondo due accezioni. Per prima cosa, in qualunque lingue non esiste limite alla produzione di frasi sempre nuove che ogni parlante può generare.

39 Gli universali linguistici  Ogni lingua del mondo può essere utilizzata per generare qualunque idea o pensiero esprimibile e ogni pensiero può essere espresso in qualsiasi lingua naturale. Questo vuol dire che, dato un particolare concetto, ogni lingua ha sempre una parola per rappresentarlo. Nel caso in cui tale concetto e tale parola non esistessero, si può sempre fare ricorso ad una perifrasi.  Nel processo di traduzione permangono spesso aree di indeterminatezza e di vaghezza e alcuni significati esprimibili in una lingua non sempre sono perfettamente traducibili in un’altra.

40 Le proprietà costruttive del linguaggio (Continua)  Tutte le lingue sono produttive in quanto sono costruite secondo alcune modalità fondamentali (Brown, 1965). Anzitutto il linguaggio verbale usa un numero limitato di suoni linguistici, detti fonemi. I suoni (foni) che gli umani possono produrre sono infiniti. Tra ogni due foni, quasi sempre, esiste un continuum di foni che si interpone. In ogni linguaggio, i foni sono raggruppati in gruppi discreti che vanno dai 20 ai 60 foni che sono chiamati fonemi. Il grado di variazione per ogni fonema è scontato per i parlanti e gli ascoltatori di una determinata lingua, che percepiscono la gamma di variazioni come lo stesso suono.

41 Le proprietà costruttive del linguaggio  Per esempio il fonema inglese /p/ ha due realizzazioni fonetiche o allofoni: ha due suoni aspirati [ph], all’inizio di parola e non aspirati [p]in qualsiasi altro posto in una parola. Ma, i sue tipi di poiché /p/ non distinguono una parola dall’altra, i parlanti Inglesi non distinguono la differenza. La trascrizione fonemica che usano i linguisti è tra /slashes/, quella fonetica in [brackets].  In tutte le lingue naturali i fonemi, che di per sé non hanno alcun significato intrinseco, si combinano per generare un numero illimitato di unità lessicali dotate di significato: le parole.

42 Arbitrarietà e convenzionalità dei segni linguistici (Continua)  Inoltre un tratto costruttivo e universale del linguaggio umano è dato dall’arbitrarietà del significato delle parole.  Nonostante ci sia l’ipotesi che il linguaggio si sia evoluto da un gruppo di suoni onomatopeici (ovvero che evocano direttamente e riproducono il livello fonetico della realtà che intendono rappresentare, per esempio, il cip cip degli uccelli), il suono della maggior parte delle parole non ha niente a che fare con il loro significato (a livello semantico).

43 Arbitrarietà e convenzionalità dei segni linguistici  De Sausurre (1916) ha posto infatti in evidenza che i segni linguistici sono arbitrari e convenzionali:  la lingua, in quanto sistema di segni, è un sistema organizzato di differenze di suoni combinati a un sistema di differenze di significati.  Per questo motivo, è possibile inventare o coniare parole sempre nuove in relazione alle esigenze sociali e comunicative degli individui.  Le parole, poi, possono essere combinate fra loro per generare enunciati e discorsi anche in questo caso partendo da un numero limitato di fonemi e morfemi.

44 Il morfema (Continua)  La più piccola unità di significato è il morfema, ovvero una sequenza di suoni che in una lingua riesce ad essere individuato come significativo.  Il morfema può coincidere con una parola o con una parte di essa. I comuni prefissi e suffissi sono morfemi (“in” “a” sono per esempio prefissi).  Tali morfemi, poiché per formare una parola devono collegarsi con altri morfemi, sono detti morfemi legati. I morfemi liberi corrispondono a parole semplici. Le parole possono anche essere costituite da diversi morfemi.

45 Il morfema  Parole come le congiunzioni e le preposizioni (e, di, la) sono dette funzionali e sono impiegate per specificare le relazioni fra i concetti.  I nomi, i verbi, gli aggettivi e gli avverbi sono parole di contenuto.  Il significato di una parola di contenuto corrisponde grosso modo al concetto cui la parola si riferisce, ovvero la rappresentazione mentale dell’oggetto e dell’evento cui la parola si riferisce.

46 Il significato (Continua)  Il significato non è una entità omogenea e univocamente stabilita, ma composto da aspetti convenzionali (inter-soggettivi e condivisi) e da aspetti idiosincratici (soggettivi).  La referenza consiste nella relazione fra la parola e ciò che significa.  La denotazione specifica i possibili referenti (è l’equivalente lessicale del concetto).  Il senso è dato dall’insieme delle relazioni che una parola può assumere in combinazione con altre parole.

47 Il significato (Continua)  Da queste combinazioni di parole nascono fenomeni linguistici e di significato quali la sinonimia, l’antinomia, l’omonimia.  Il significato consiste nella reciproca articolazione e integrazione di senso.  Il significato può essere soggettivo, specifico del parlante; condiviso, appartenente a due o a più interlocutori, in un dato contesto o oggettivo ovvero appartenente ad una intera comunità di parlanti.

48 Il significato (Continua)  La teoria strutturalista sostiene che le parole hanno un significato stabile e duraturo che il parlante deve assumere se vuole farsi intendere da altri.  La teoria funzionalista ritiene che il parlante possa usare le parole in modo da conferire a esse valori semantici differenti in funzione delle proprie necessità ed intenzioni (matafora, ironia, sarcasmo, ecc.).


Scaricare ppt "Il linguaggio – parte terza A cura di Eleonora Bilotta."

Presentazioni simili


Annunci Google