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LABORATORIO NEOASSUNTI 2015/2016 USR VENETO - UAT VICENZA GESTIONE DELLA CLASSE Dr.ssa Incoronata D’Ambrosio dr.ssa Incoronata D'Ambrosio.

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Presentazione sul tema: "LABORATORIO NEOASSUNTI 2015/2016 USR VENETO - UAT VICENZA GESTIONE DELLA CLASSE Dr.ssa Incoronata D’Ambrosio dr.ssa Incoronata D'Ambrosio."— Transcript della presentazione:

1 LABORATORIO NEOASSUNTI 2015/2016 USR VENETO - UAT VICENZA GESTIONE DELLA CLASSE Dr.ssa Incoronata D’Ambrosio dr.ssa Incoronata D'Ambrosio

2 Condurre una classe SFIDA gestire la complessità e la multidimensionalità di un gruppo è infatti profondamente intrecciato con il modo di fare la didattica dr.ssa Incoronata D'Ambrosio

3 Condurre una classe è diventata per gli insegnanti di oggi una vera e propria sfida: imparare a gestire la complessità e la multidimensionalità di un gruppo è infatti profondamente intrecciato con il modo di fare la didattica: dr.ssa Incoronata D'Ambrosio

4 DA E TICA A N ICOMACO, LIBRO VIII ARISTOTELE “….. i giovani sono inclini ai desideri, e pronti a fare tutto ciò a cui il desiderio li spinge, sono volubili, e facili alla noia, in tutti i loro desideri, e si accendono enormemente, e subito si raffreddano: ogni atto di volontà è in loro acuto ma breve, come la fame e la sete in chi è infermo; e sono passionali e impulsivi e inclini all’ira. E sono preda delle loro passioni, perché per brama di protagonismo non sopportano d’essere poco considerati, ma fremono di rabbia se solo credono d’aver patito un’offesa. E bramano d’essere i primi, bramano anzi la vittoria; Si lasciano ingannare (sono facili alla speranza), e sono pieni di coraggio (sono impulsivi e speranzosi, e l’impulsività fa sì che non si tema, la speranza fa sì che si osi, perché nessuno ha paura quando è in preda all’ira, e la speranza d’un successo rende audaci); E tutti i loro errori sono errori per eccesso, errori per troppo impeto, (fanno tutto in eccesso: amano troppo e odiano troppo, e tutto il resto allo stesso modo); e credono di sapere tutto, e si intestardiscono (questa è la causa dei loro perenni eccessi),… amano il riso, e perciò sono facili allo scherzo, perché lo scherzo è un’educata tracotanza…..” dr.ssa Incoronata D'Ambrosio

5 I RAGAZZI SONO GLI STESSI! CAMBIANO GLI ATTEGGIAMENTI DEGLI ADULTI IL RUOLO DEL DOCENTE OGGI dr.ssa Incoronata D'Ambrosio

6 GESTIONE - M ANAGEMENT Management come gestione del compito e del gruppo Presidiare gli obiettivi Gestire le relazioni intragruppo e intergruppo dr.ssa Incoronata D'Ambrosio

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8 L’INDIVIDUO E L ’A MBIENTE gli insegnanti fanno comunemente ricorso ad aggettivi che riguardano il «carattere». Si dice che un ragazzo è,maleducato, dipendente, ostile, pazzo, pignolo, esibizionista, narcisista, passivo, emulatore, energico, audace, codardo, fatalista, arguto, giocondo, astuto, ottimista, perfezionista, negligente, diligente, e così via. […] i precedenti aggettivi, che vorrebbero descrivere caratteri individuali, in realtà non sono strettamente applicabili all’individuo, ma descrivono, piuttosto, scambi tra l’individuo e l’ambiente materiale e umano che lo circonda. Nessun uomo è «ingegnoso» o «dipendente» o «fatalista» nel vuoto. Una sua caratteristica, qualunque essa sia, non è propriamente sua, ma piuttosto di ciò che avviene tra lui e qualcos’altro (o qualcun altro)” (G.Bateson, 1964 [1972, pp.324/326]) dr.ssa Incoronata D'Ambrosio

9 L’I NDIVIDUO NEL G RUPPO LA RELAZIONE E LA COMUNICAZIONE Processi di comunicazione Numerico/Verbale : parola, scritta o detta; alfabeto braille; codice morse, etc Codice Analogico: mimica, gestualità, postura, tono, stile, eloquio, contatto oculare, silenzi, etc. Può essere usato anche da solo ; Sfugge al nostro controllo/consapevolezza, concorre a definire il significato del messaggio verbale ;range semantico molto ampio: ambiguità e rischio di malintesi La Meta-Comunicazione: qualifica il messaggio = l’interazione tra codici (e nell’ambito dell’analogico) = Il comportamento è sempre comunicazione dr.ssa Incoronata D'Ambrosio

10 IL GRUPPO Il gruppo permette agli individui di soddisfare bisogni inconsci di: Identità (il ruolo istituzionale fa sentire adulti e capaci ) Appartenenza (contro vissuti depressivi di isolamento e solitudine ) Sicurezza (istituzione come contenitore protettivo rispetto a vissuti di incertezza) dr.ssa Incoronata D'Ambrosio

11 I L GRUPPO DI LAVORO EFFETTI NEGATIVI esaltazione dei fenomeni di massa irrigidimento dei rapporti tra i sottogruppi clima di sospetto reciproco diffuso senso di persecuzione EFFETTI POSITIVI è organizzato intorno alla cooperazione cosciente; è finalizzato al raggiungimento degli obiettivi comuni e condivisi. dr.ssa Incoronata D'Ambrosio

12 COME FUNZIONA IL GRUPPO Senza uno scopo chiaramente definito e confini che determinano chi è dentro e chi è fuori - senza una struttura - il grande gruppo è in balia degli impulsi primitivi più fortemente espressi”. “Senza una struttura formale che definisca il suo compito, i suoi confini e il sistema dei suoi ruoli, il grande gruppo è...vittima di confuse motivazioni individuali e degli assunti del piccolo gruppo”. (Rice, 1965) dr.ssa Incoronata D'Ambrosio

13 LA CLASSE Tutti sanno che ogni classe ha una propria fisionomia, suoi modi di essere, di sentire, di pensare … Più che una classe, è un’entità personale, un vero e proprio individuo … Quando si dice che una classe è buona o cattiva, ha buon morale o no, è attiva e vitale o, al contrario, è fiacca e pigra, si giudica e si qualifica proprio l’individualità collettiva” (Durkheim, 1922; 1925). dr.ssa Incoronata D'Ambrosio

14 CLASSE DIFFICILE - CAMPO DI BATTAGLIA Il docente è un po’ come in un campo di battaglia dove: “ …non è tanto difficile essere un generale di successo, quanto un buon generale, il quale dev’essere in grado di pensare mentre viene preso a cannonate, bombardato o mentre gli si spara addosso; costui non ha bisogno di essere molto intelligente, ma dev’essere resistente ” (Bion, 1887, p. 128). dr.ssa Incoronata D'Ambrosio

15 COSA VUOL DIRE GESTIRE L’organizzazione e gestione della classe concerne le condizioni e le modalità adottate dall’insegnante per consentire alla classe di risultare un contesto ordinato nel quale gli allievi partecipano e sono coinvolti nelle attività di studio. dr.ssa Incoronata D'Ambrosio

16 IMPOSTARE UNA CLASSE La prevenzione è la chiave per una gestione efficace della classe ed è necessario che l’insegnante, fin dall’inizio dell’anno, renda progressivamente esplicite le regole, routines e norme che saranno utilizzate all’interno di quel particolare gruppo classe.( Brophy) : IL MANAGEMENT DI TIPO ANTICIPATORIO è da preferire. dr.ssa Incoronata D'Ambrosio

17 QUESTIONE DI POTERE La gestione della classe, ed in generale, la relazione educativa implica di fare i conti con il ‘potere’. Quello esercitato dal docente, che va fatto riconoscere sotto forma di leadership positiva, con costante controllo e autoriflessività. dr.ssa Incoronata D'Ambrosio

18 DOCENTE LEADER DEL GRUPPO prerequisito importante per assicurare un’indispensabile alleanza di “lavoro” nel gruppo.  Organizzazione del tempo e dello spazio. Scelte e scansioni organizzative → spazi confortevoli e tempi adeguati ai ritmi di incontro  Linguaggio. Lessico con cui ogni persona o gruppo sottolinea significati e valori importanti per la sua cultura. dr.ssa Incoronata D'Ambrosio

19 IL GRUPPO CLASSE OGGI BES P AROLA D ’ ORDINE : PERSONALIZZARE dr.ssa Incoronata D'Ambrosio

20 STRATEGIE DI INTERVENTO Modello di gestione legata al monitoraggio continuo della classe anche quando l’attenzione è rivolta al singolo. Conduzione di tipo lassista: il docente non monitora i propri studenti durante l’esecuzione di lavoro individuale, non controlla i quaderni e non cerca di interessarli con materiale didattico ben preparato e attraente, anche nel caso di interrogazione di un singolo alunno l’attenzione è centrata su esso e non sull’intero gruppo classe. Conduzione stimolante e positiva. dr.ssa Incoronata D'Ambrosio

21 COM’ È LA NOSTRA LEZIONE ? "Il più bel sentimento che si può provocare è il senso del mistero. E' questa la fonte di ogni arte genuina, di ogni vera scienza. Colui che non ha mai conosciuto questa emozione, che non possiede il dono di meravigliarsi e di estasiarsi, tanto varrebbe che fosse morto: i suoi occhi sono chiusi" Queste parole non sono di un'artista o di un poeta ma di Albert Einstein, uno dei più grandi scienziati di tutti i tempi, che evidentemente ben sapeva quanto per l'uomo fosse importante la consapevolezza di quell'ignoto che ci consente di misurare i nostri limiti, spingendoci verso altri confini, oltre i quali vive la scienza, con le sue certezze e i suoi dubbi. tratto da "Il segreto dei teschi di cristallo" di Jon Ropper - ed. Piem dr.ssa Incoronata D'Ambrosio

22 F LESSIBILITA ’ «... le doti... la prima fra esse è la flessibilità. Con la flessibilità viene la capacità di non irrigidirsi sul pensiero lineare e di concepire la sorpresa tattica, trovando le dinamiche più efficaci in ogni situazione. La flessibilità ti mette in grado di ascoltare e analizzare. Di vedere la situazione come realmente è, non come i tuoi desideri potrebbero fartela vedere.» Flessibilità nella differenziazione di classi sempre più complesse ed eterogenee tratto da ""Guerra per l'eternità" di C. Rowley - Edizioni Nord dr.ssa Incoronata D'Ambrosio

23 LE RISORSE PER LE CLASSI ETEROGENEE Creare una routine Creare una routine Utilizzare canali percettivi diversi Utilizzare canali percettivi diversi I compagni come risorsa I compagni come risorsa OBIETTIVI: -Ripasso -Esprimere le proprie idee -Attivare conoscenze -Rielaborare -Parlare a turno -Ascoltare OBIETTIVI: -Creare una routine di inizio settimana -Responsabilizzare -Rispettare i turni -Accrescere l’autostima -(Bartolini Ragazzi difficili) OBIETTIVI: -ampliare il lessico; -promuovere l’ascolto; -rilassare; -creare relazioni positive; -educare attraverso i contenuti multimediali; -dare nuove opportunità formative. dr.ssa Incoronata D'Ambrosio

24 Alcune ATTIVITA’: Brainstorming sulle conoscenze ed esperienze della classe rispetto alla tematica affrontata, da sviluppare sulla lavagna e da considerarsi come punto di partenza. Utilizzo degli organizzatori anticipati, cioè mostrare visivamente le idee chiave che verranno affrontate, sotto forma di mappa concettuale. Tale rappresentazione grafica delle conoscenze permette di far emergere i significati insiti nei materiali e di individuare le relazioni e i collegamenti tra esse. Illustrazione dell’argomento prima a voce e fornire poi un testo in cui l’alunno può ritrovare il contenuto proposto. Avviare in seguito una discussione in piccolo o grande gruppo sull’argomento (modalità preferita da chi è caratterizzato da intelligenza linguistico o verbale). dr.ssa Incoronata D'Ambrosio

25 CHI SONO I RAGAZZI DIFFICILI? dr.ssa Incoronata D'Ambrosio

26 I L SILENZIO FORMA DI COMUNICAZIONE il silenzio è già di per se una forma di comunicazione, come sottolineano Watzlawick e la scuola di Palo Alto negli assiomi della pragmatica della comunicazione. “Se una persona con la sua passività, i suoi silenzi, mostra la volontà di non comunicare con un altro individuo, egli sta comunque inviando un messaggio, e quindi comunica di non voler comunicare.” dr.ssa Incoronata D'Ambrosio

27 DARE IL TEMPO “Il tempo dell’attesa sembra essere quella dimensione in cui si aspetta che un altro trovi il proprio modo di essere nel mondo, trovi il proprio mondo” ; l’attesa è difficile, problematica: “non solo perché significa riconoscere e restituire al soggetto il proprio tempo(…), ma anche perché implica, per chi educa e cura, farsi da parte.” A volte c’è troppa fretta, troppa urgenza di sapere subito, di risolvere tutto con una chiacchierata, non c’è tempo per ascoltare rispettando i tempi dell’altro. dr.ssa Incoronata D'Ambrosio

28 “RAGAZZI DIFFICILI” LA LEZIONE DI B ERTOLINI La valutazione dell’educabilità (mappatura dei punti di resistenza da vincere e quelli di forza su cui fare leva). PRIMO MOMENTO – l’incontro (mettersi dal punto di vista del ragazzo) SECONDO MOMENTO DISPONIBILITA’ all’incontro- il ragazzo vive un senso di ansia di accettazione Di fronte al silenzio del ragazzo bisogna costruire l’attesa che dietro apparente assenza di informazione nasconde densità di comunicazione un livello intrapersonale, fatto di silenzi e di discorsi interiori; un livello interpersonale, costituito dall’interpretazione degli sguardi; un livello impersonale, fatto di formule neutre, convenzionali. dr.ssa Incoronata D'Ambrosio

29 E’ L ’ ULTIMO LIVELLO CHE APRE LA STRADA AD UN PRINCIPIO DI CONOSCENZA RECIPROCA E CHE PERMETTE ALL ’ EDUCATORE DI NEGOZIARE CON IL RAGAZZO IL MODO DI METTERSI IN GIOCO rifiutare l’atteggiamento di sfida; non c’è alcuna vendetta nei suoi confronti colmare i bisogni affettivi “PRATICHE DI RESTITUZIONE” (IN BASE ALL’Età AL PREGRESSO) GRATIFICARE IL RAGAZZO dr.ssa Incoronata D'Ambrosio

30 STRATEGIE PEDAGOGICHE DIRETTE 1) Educare “al bello”, esperienza del bello è in genere fuori dall’orizzonte di questi ragazzi; educazione estetica dal triplice valore: cognitivo (verso la definizione del bello), esistenziale (gratificazione), pragmatico (verso la trasformazione del mondo) “L’educazione estetica deve dunque partire dall’incontro di quelle realtà che siano comunque fruibili attraverso il modello cognitivo con cui il ragazzo abitualmente affronta il mondo: il senso dell’avventura, il fascino dell’imprevisto, dello straordinario dr.ssa Incoronata D'Ambrosio

31 2) Educazione “al difficile” (esperienze in cui il percorso per raggiungere lo scopo significativo per il ragazzo sia costellato di ostacoli e di prove da superare) e “con l’avventura” (oltre il già-noto ) dr.ssa Incoronata D'Ambrosio

32 3) Educazione all’impegno personale e alla responsabilità sociale (fare esperienza “dell’altro” nella vita di gruppo dr.ssa Incoronata D'Ambrosio

33 merita ricordare che spesso i ragazzi ricorrono a delle precise strategie per mettere alla prova la tenuta dell’educatore. Comportamenti indisponenti, modi di fare provocatori, eccessi di ogni tipo non sono altro che delle prove cui viene sottoposto l’educatore per vedere fino a che punto resista la sua disponibilità. “Esseri sfidati significa essere riconosciuti come interlocutori e essere accreditati della capacità di superare quella prova”. dr.ssa Incoronata D'Ambrosio

34 LA COSTRUZIONE DI UNA NUOVA VISIONE DEL MONDO Sperimentare “occasioni per scoprirsi responsabile delle proprie scelte e per cogliere la necessità di dimensionare queste a quelle del gruppo sociale” di appartenenza. Appropriazione soggettiva di un nuovo punto di vista sul sé e sul mondo Ristrutturazione dell’intenzionalità: cambiamento profondo degli schemi di significato Ripensamento del passato dr.ssa Incoronata D'Ambrosio

35 AUTOREVOLEZZA L’educatore deve presentarsi come persona autorevole, non deve conquistarsi il ragazzo tessendo una trama di complicità. Con il cedere all’ansia e alla fretta di diventare simpatico, seguendo la via dello scherzo, della facile confidenza, della strizzatina d’occhio, l’educatore potrebbe apparire al ragazzo come un adulto manipolabile, disposto al compromesso pur di raggiungerlo. dr.ssa Incoronata D'Ambrosio

36 “N ON ESISTONO CATTIVI RAGAZZI ” la cattiveria è una maschera che i ragazzi indossano per necessità; dietro a questa maschera, ci sono ragazzi fragili, deboli e soprattutto inconsapevoli. Il tema principale sono le relazioni. Le esperienze dolorose e tormentate di questi ragazzi dimostrano che è possibile superare le esperienze negative tramite un difficile cammino di crescita. Don Claudio Burgio dr.ssa Incoronata D'Ambrosio

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38 BIBLIOGRAFIA Bion W. R. (1961) Esperienze nei gruppi. Tr. it. Armando, Roma 1971. Blandino G., Granieri B. (1995), La disponibilità ad apprendere. Raffaello Cortina Editore, Milano. Blandino G., Granieri B. (2002) Le risorse emotive nella scuola. Raffaello Cortina Editore, Milano. Di Chiara G. (1999) Sindromi psicosociali. Raffaello Cortina Editore, Milano. Granieri B. (2004) L’istituzione e le sue dinamiche. In: Granieri A. (2004) (a cura di) Incontrare l’altro. Dimensioni affettive nella psicologia clinica. UTET, Torino. dr.ssa Incoronata D'Ambrosio


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