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Sociologia delle comunicazioni 18-5-09 Soft control 2.

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Presentazione sul tema: "Sociologia delle comunicazioni 18-5-09 Soft control 2."— Transcript della presentazione:

1 Sociologia delle comunicazioni 18-5-09 Soft control 2

2 Lewis Mumford Technics and Civilization (1934) Il futuro dello sviluppo della tecnologia come ritorno all’organico Il rapporto natura-tecnologia come un rapporto di continuità e trasformazione La tecnologia non è intrinsicamente dominio della natura, ma si ispira ad essa

3 “La virtualizzazione può essere definita come il movimento contrario all'attualizzazione. Essa consiste nel passaggio dall'attuale al virtuale, nell'elevare a potenza l'entità considerata. La virtualizzazione non è una derealizzazione (la trasformazione di una realtà in un insieme di possibili), ma un cambiamento di identità, uno spostamento del centro ontologico dell'oggetto in questione: anziché definirsi fondamentalmente attraverso la sua attualità (una soluzione), l'entità trova ora la propria consistenza essenziale in un campo problematico.” (Pierre Lèvy Il virtuale)

4 Reti auto-organizzate

5 Vita artificiale, reti neurali, mobotica

6 Le teorie della computazione biologica Teorie del caos Neo-darwinismo Genetica molecolare Demografia Meccanica dei fluidi

7 L ’ auto-organizzazione come macchina astratta, con una variet à di attualizzazioni (non una struttura statica ma generativa e dinamica, cio è un insieme di regole). Non una serie di istruzioni logiche che producono un ’ azione, ma una serie di regole che generano un determinato tipo di spazio attraverso il dispiegarsi di comportamenti.

8 Domande poste dalla computazione biologica come si formano questi sistemi? Da che cosa sono composti? Quali regole li spiegano? Come possono essere ricreati e quali modalit à di controllo si adattano meglio al loro immenso potenziale e alla loro tendenza alla refrattariet à ? (p. 135)

9 L ’ organismo vivente non è pi ù una singola e complessa macchina biochimica, ma viene oggi inteso come il prodotto aggregato dell ’ interazione di un ’ ampia popolazione di macchine relativamente semplici. Queste popolazioni di macchine semplici interagenti … sono attive a livello molecolare, a livello cellulare, a livello organico e a livello dell ’ ecosistema- popolazione (CN p. 136)

10 Le reti neurali sono ispirate agli approcci connessionisti alla conoscenza che rigettano un ’ analisi della mente in termini di morfologia del cervello (che implicano … una scatola cognitiva rappresentativa). Qui il cervello e la mente vengono dissolti nella dinamica dell ’ emergenza, il risultato di una moltitudine di interazioni molecolari semiordinate tra un ’ ampia popolazione di neuroni complessi. (p. 137)

11 Potremmo dire che la ‘ mente ’ è immanente a quei circuiti del cervello che sono contenuti totalmente in esso. O che la mente è immanente nei circuiti che sono completi nel sistema cervello pi ù corpo. O infine che la mente è immanente nel pi ù ampio sistema di uomo pi ù ambiente. (Gregory Bateson citato p. 138)

12 “ L ’ approccio metodologico fondamentale della vita artificiale alla generazione del comportamento naturale è la determinazione locale distribuita e dal basso del comportamento ” (cit CN p. 138)

13 Un robot costruito da Rodney Brooks con un approccio ‘bottom-up’

14 Caratteristiche dei sistemi vitali… “ Sono sempre dinamici e possono essere considerati morti o non interessanti quando raggiungono un equilibrio termodinamico. In realt à sono le propriet à dinamiche della complessit à, il movimento, e non i singoli fotogrammi, che caratterizzano i sistemi che ci interessano ” (George A. Cowan cit. p. 139)

15 Micro/macro Un singolo broker in un mercato finanziario planetario è piccolo come una molecola in un fluido turbolento (p. 139)

16 “ La scienza ha per molto tempo saputo che i grandi numeri si comportano in maniera diversa dai piccoli numeri. Le folle producono una misura indispensabile di complessit à per le entit à emergenti … La quantit à totale di interazioni possibili tra due o pi ù membri si accumula esponenzialmente man mano che cresce il numero dei membri. Ad un alto livello di connettivit à, e con un alto numero di membri, prevale la dinamica delle folle. Il numero fa la differenza. ” (Kelly cit. p. 142)

17 Questi sistemi non possono essere conosciuti a fondo perch é non possono essere studiati sezione per sezione: una volta che la connessione e la reciproca affezione con altri elementi vengono eliminate, l ’ elemento individuale diventa passivo e inerte. (CN p. 140)

18 Ciò ci spinge a domandarci cos ’ altro è contenuto nell ’ ape che non abbiamo ancora visto? O cos ’ altro è contenuto nell ’ alveare che non sia ancora comparso perch é non ci sono sufficienti api in fila tutte insieme? E per quello che conta, cosa c ’è nell ’ umano che non emerger à fino a quando non saremo tutti interconnessi dai cavi e dalla politica? (Kevin Kelly cit p. 140)

19 Questi sistemi sono caratterizzati cio è dalla loro tendenza a fuggire da se stessi, da una continua diversione: al tempo stesso tale divergenza non genera una differenziazione completa perch é tali mutazioni si diffondono attraverso una dinamica diagonale e trasversale. (CN p. 141)

20 Alla fine non esiste nessuna garanzia che questa dinamica incontrollabile (bottom-up) far à emergere un comportamento emergente: i sistemi possono anche giungere ad uno stato d ’ immobilit à o dirigersi catastroficamente verso direzioni inaspettate. (p. 141)

21 “ Dovremo imparare molto di pi ù sulla previsione e sul controllo dei livelli critici nel processo dell ’ emergenza. Questa conoscenza potrebbe a sua volta aiutarci a comprendere meglio i processi che coronano le imprese dell ’ intelligenza umana: l ’ innovazione e la creazione ” (Holland cit. p. 141)

22 Un sistema auto- organizzato, infatti, sembra affiorare quasi spontaneamente … in relazione a quanto liberamente tali elementi possono interagire gli uni con gli altri. (CN p. 151)

23 I segmenti disposti su una singola linea si limitano immediatamente l ’ uno con l ’ altro, vengono condizionati dalla struttura generale e scelgono la riproduzione e non il divenire. (CN p. 141)

24 Meccanica dei fluidi… Lucrezio De rerum natura (archimede, epicuro, eraclito etc) Michel Serres La nascita della fisica Isabelle Stengers and Ilya Prigogine La nuova alleanza

25 L ’ angolo minimo di turbolenza produce qui e l ì le prime spirali. E ’ letteralmente una rivoluzione o la prima evoluzione verso qualcos ’ altro rispetto al Medesimo. La turbolenza perturba la catena, turba il flusso dell ’ identico come Venere turbava Marte. (Michel Serres, cit CN p. 143) La nascita di Venere Alexandre Cabanel (1863)

26 ‘ sistemi lontani dall ’ equilibrio, sistemi cio è che sono molto sensibili alle fluttuazioni ’ (Prigogine e Stengers cit in CN p. 142)


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