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Cavaliere Federica a.s. 2015/2016 5°BT Turismo ESAME DI STATO Il Calcio è vita. Ho scelto questo argomento in quanto è una realtà oggettiva molto vicina.

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1 Cavaliere Federica a.s. 2015/2016 5°BT Turismo ESAME DI STATO Il Calcio è vita. Ho scelto questo argomento in quanto è una realtà oggettiva molto vicina alla mia vita e quindi una cosa che crea, in me, un notevole interesse. Pratico questo magnifico sport da 10 anni, e mai mi sono stancata o pentita. Ho voluto affrontare questo tema perché sono convinta che lo sport è una realtà di vita, uno strumento che serve per imparare a vivere, perché spesso come nella vita si vince e si perde; se si vince non bisogna farsi trasportare dal momento di successo poiché basta un niente per trovarsi privi di tutto. Questo rispecchia a pieno l’aspetto, forse quello più importante, della nostra esistenza.

2 -Umberto Saba: biografia e opere. -Approfondimento della poesia, Il Goal. -La nascita del calcio durante il periodo fascista. -L’Illecito sportivo. -La nascita del calcio in Inghilterra. -Rimet Jules e l’invenzione dei Mondiali FIFA. -Carlo Carrà biografia e opere. -Approfondimento del dipinto, Un giocatore nel pallone. ITALIANO STORIA LEGISLAZIONE TURISTICA INGLESE DISCIPLINE TURISTICHE AZIENDALI FRANCESE STORIA DELL’ARTE

3 ITALIANO STORIA DISCIPLINE TURISTICHE AZIENDALI LEGISLAZIONE TURISTICA STORIA DELL’ARTE FRANCESE INGLESE

4 Umberto Saba Umberto Saba nacque nel 1883 a Trieste da madre ebrea abbandonata dal marito prima ancora che l’autore nascesse. Appena diventò adulto, rinunciò al cognome paterno (Poli) per chiamarsi Saba, che in ebraico significa “pane”. Nel 1903 pubblicò a sue spese “Il mio primo libro di poesie”. Nel 1908 fece servizio militare a Salerno e a Firenze, venendo così a contatto con l’ambiente letterario fiorentino. L’anno successivo sposò Carolina Wolfer, la Lina del Canzoniere, sua musa ispiratrice. Si arruolo nella prima guerra mondiale, ma ritenuto inabile alle fatiche non fu mai mandato al fronte. Finita la guerra si dedicò nuovamente alla letteratura, aprendo una libreria a Trieste e continuando a scrivere poesie, tra cui la prima edizione del Canzoniere (1921). Con l’avvento del fascismo e delle leggi razziali, dove stare attento a ciò che scriveva e a ciò che pubblicava, ed era costretto a vivere di nascosto tra Parigi, Roma e Firenze. Finita la seconda guerra mondiale, Saba tornò a Trieste, dove intensificò la sua attività poetica. Nel 1945 pubblicò un secondo Canzoniere, continuando e ampliarlo fino alla morte. Morì nell’agosto del 1957. Umberto Saba scrisse Cinque poesie per il gioco del calcio, inserite poi nella sezione del Canzoniere intitolata Parole. Egli si avvicinò a questo sport quasi per caso, dopo aver ricevuto da un amico il biglietto per una partita della Triestina; l’attenzione del poeta si concentrò sulle emozioni umane e le relazioni psicologiche degli eventi di gioco. Nella prima strofa viene descritta, l’emozione negativa della squadra e del portiere sconfitti, dopo aver subito un goal. Il tono è molto malinconico, poiché descrive l’amara realtà dei portieri quando subiscono un goal. Nella seconda strofa, invece, viene descritta l’incontenibile gioia di quelli che hanno appena segnato il goal del vantaggio: i giocatori si stringono tutti insieme, mentre sugli spalti il pubblico è in delirio. Vengono sottolineati la solidarietà e la fratellanza che uniscono giocatori e pubblico nel momento clou della partita. Nella terza e ultima strofa viene descritta la realtà del portiere della squadra che ha segnato: lui è dall’altra parte del campo, da solo, però molto contento, esultante anche lui. E pensa che anche lui fa parte della festa. A metà di ogni strofa vi sono rime baciate che si trovano a metà di ogni strofa che contribuiscono a dare una grande efficacia descrittiva.

5 Il portiere caduto alla difesa ultima vana, contro terra cela la faccia, a non veder l’amara luce. Il compagno in ginocchio che l’induce con parole e con mano, a rilevarsi, scopre pieni di lacrime i suoi occhi. La folla- unita ebrezza - per trabocchi nel campo. Intorno al vincitore stanno, al suo collo si gettano i fratelli. Pochi momenti come questo belli, a quanti l’odio consuma e l’amore, è dato, sotto il cielo, di vedere. Presso la rete inviolata il portiere - l’altro - è rimasto. Ma non la sua anima, con la persona vi è rimasta sola. La sua gioia si fa una capriola, si fa baci che manda di lontano. Della festa - egli dice - anch’io son parte.

6 Jules Rimet Jules Rimet, né le 14 octobre 1873 à Theuley et mort le 15 octobre 1956 à Suresnes, est un dirigeant du football français. Avocat de formation, Rimet commence, dès sa jeunesse, à s'intéresser fortement au football. Président de la Fédération internationale de football association pendant trente-trois ans, de 1921 à 1954, il est l'initiateur de la Coupe du monde de football dont le premier trophée porte son nom. Il est par ailleurs président-fondateur du Red Star Football Club de 1897 à 1910, co- fondateur de la Ligue de football association en 1910, premier président de la Fédération française de football de 1919 à 1947 et président du Comité national des sports de 1931 à 1947. Personnalité marquante du sport, Jules Rimet joue un rôle important dans l'émergence du football mondial entre les années 1920 et 1950, grâce à ces multiples actions d'envergure internationale. Nommé commandeur de la Légion d'honneur, Rimet est proposé, à la fin de sa vie, pour être Prix Nobel de la paix mais meurt avant d'être éventuellement élu.

7 Carlo Carrà Figlio di un possidente terriero caduto in disgrazia, il giovane Carlo inizia la sua attività lavorativa a soli 12 anni: per aiutare la famiglia, viene messo a bottega con la mansione di decoratore e stuccatore. Dal piccolo comune dell'alessandrino che gli ha dato i natali, si trasferisce poi a Milano, città in cui lavora e, contemporaneamente, cerca di frequentare una scuola d'arte serale. Nel 1899 parte alla volta di Parigi dove, impegnato nella decorazione dei padiglioni dell'Exposition Universelle, scopre il Louvre, il Petit Palais entusiasmandosi per i grandi pittori dell'epoca, soprattutto Manet, Cezanne e Gauguin. Tornato in Italia riesce ad iscriversi all'Accademia di Brera di Milano e, nel 1910, sarà uno dei firmatari del Manifesto Futurista insieme a Marinetti, Boccioni e Russolo. A questo primo gruppo di artisti si uniranno Balla e Severini: era nato il movimento che esaltava la velocità, il progresso, la tecnologia. A partire dal 1915 Carrà sentì di voler abbandonare i temi della velocità e del dinamismo, per aderire a una concezione della realtà che andasse al di là dell'esperienza fisica.Manifesto Futurista Questi sono anche gli anni della Prima Guerra Mondiale e Carrà ne sarà protagonista: prima come interventista e poi direttamente sul campo di battaglia, con la chiamata alle armi avvenuta nel 1917. Sarà però un'esperienza traumatica per il pittore che dovrà essere ricoverato in un nevrocomio appena fuori Ferrara. Qui conosce De Chirico e De Pisis coi quali definisce i principi teorici della Metafisica, cioè una pittura che rappresentasse ciò che è oltre l'apparenza fisica della realtà, al di là dell'esperienza dei sensi. Una nuova svolta pittorica si avrà nel 1922, quando Carrà abbandona la corrente metafisica e prende la decisione di non "accompagnarmi più ad altri, di essere soltanto me stesso" intendendo con questo una nuova ricerca di equilibrio fra l'immedesimazione nelle cose e l'astrazione da esse. E' un periodo di maturità, in cui il pittore, dopo tante sofferenze, si sente pronto al contatto diretto con la natura, col vero. Muore a Milano il 13 Aprile 1966 per l'aggravarsi di un'improvvisa malattia.

8 Esposto per la prima volta alla II Quadriennale di Roma, nel 1935, il quadro rappresenta alcuni giocatori di calcio impegnati in un'azione di gioco. Il soggetto è dovuto alla grande passione di Carrà, che viveva il calcio come uno spettacolo totale, assolutamente capace di suscitare emozioni al pari di avvenimenti o opere di ben più elevato valore artistico. Oltretutto il 1934 fu l'anno della vittoria italiana ai Mondiali di Calcio e il riferimento alla nostra nazionale è evidente nel colore azzurro delle maglie dei giocatori che vi sono raffigurati. L'artista coglie l'azione in un momento concitato: si tratta probabilmente di una mischia in area, con il pallone che finisce vicinissimo alla porta mentre gli attaccanti saltano per colpire di testa e il portiere si slancia nel tentativo di arrivare per primo sulla sfera. Il pallone resta, però, sospeso a mezz'aria, quasi come un'apparizione metafisica, che cattura sia l'attenzione dei giocatori impegnati in campo, sia quella dell’osservatore esterno, cristallizzando in un unico “fermo immagine” il simbolo stesso del gioco del calcio: la rincorsa, la cattura, il possesso della palla. Attualmente il quadro, che è un olio su tela di 69x100cm, è conservato presso la Galleria Comunale d'Arte Moderna di Roma.

9 La nascita del calcio nel periodo fascista Riconosciuto da Mussolini come “gioco fascista”, il calcio fu usato dal regime come strumento per la costruzione di un’identità nazionale e come arma diplomatica per imporre l’Italia alla ribalta della scena internazionale. Il governo fascista comprese subito la popolarità e il potenziale del gioco del calcio. Inizialmente ebbe successo per il solo fatto di essere stato introdotto ma i fascisti stessi erano abbastanza convinti nell'asserire che il Calcio Fiorentino fosse all'origine del moderno gioco del calcio. Alcuni dicevano che veniva dal Sud, da Napoli. Effettivamente, fu introdotto da mercanti inglesi, soprattutto a Genova, città che vide nascere le squadre di calcio tra le prime in assoluto di tutta la nazione. Una volta introdotto, ebbe un successo travolgente, più che altrove. Fu soprattutto dovuto all'avanzare dell'industrializzazione. Non è un caso infatti che il gioco esplose nel Nord, nel triangolo industriale costituito da Genova, Torino e Milano, dove le imprese cominciavano a pubblicizzare lo sport. Non era in realtà uno sport molto importante nel Sud, a causa della grande estensione delle aree rurali infatti, la mancanza di grandi città non permetteva la presenza della folla di cui si aveva bisogno. L'evoluzione del gioco era strettamente connessa alla crescente industrializzazione. La combinazione tra la popolarità dello sport nel 1920, ed il clima di tensione sociale che portò il fascismo al potere, diede al calcio l'attenzione del regime al potere. Il momento specifico è rappresentato dal 1926, con la redazione della Carta di Viareggio. Prima del 1926, gli interessi sportivi di Mussolini erano proiettati verso sport più 'nobili', quali la scherma, la boxe, la caccia, e sport motoristici. La Carta di Viareggio venne redatta dopo diverse partite molto controverse. Il documento riorganizzò il gioco e sua amministrazione, con nomine per i diversi enti che regolavano il calcio che rientravano nel quadro delle responsabilità di Mussolini.

10 La combinazione tra la popolarità dello sport nel 1920, ed il clima di tensione sociale che portò il fascismo al potere, diede al calcio l'attenzione del regime al potere. Il momento specifico è rappresentato dal 1926, con la redazione della Carta di Viareggio. Prima del 1926, gli interessi sportivi di Mussolini erano proiettati verso sport più 'nobili', quali la scherma, la boxe, la caccia, e sport motoristici. La Carta di Viareggio venne redatta dopo diverse partite molto controverse. Il documento riorganizzò il gioco e sua amministrazione, con nomine per i diversi enti che regolavano il calcio che rientravano nel quadro delle responsabilità di Mussolini. Con il calcio capirono subito che, mentre spendevano soldi altrove, molte erano intenzionate ad assistere agli incontri, insieme a coloro che non ci andavano ma mostravano un vivo interesse a riguardo. Così la FIGC (Federazione Internazione Giuoco Calcio) sotto il controllo fascista, creò una nuova lega nazionale. La prima lega nazionale comparve nell'anno 1928-29, con due divisioni – nord e sud – e il vincitore deciso allo spareggio. La prima unica lega nazionale –la Serie A – scese in campo nel 1930. Tutto ciò fu accompagnato da un progetto estensivo di costruzione di stadi e l'introduzione di programmi di educazione fisica. I fascisti furono abbastanza astuti in questo periodo in quanto riconobbero nel calcio la sua vera natura: uno sport amato dalle masse. Queste squadre dovevano essere capeggiate da fascisti e questo accadde automaticamente, con la creazione di una lega nazionale. Con la Serie A, vollero creare un senso d'identità nazionale. Quindi, piuttosto che avere diverse 'leghe', come la Lega Campania, la Lega Lazio, vollero una lega nazionale unica, che dicesse 'questa è un'unica nazione', così il Napoli si sarebbe spostato fino a Torino per incontrare la Juventus. Nel contempo capirono che per avere una lega nazionale non potevano esserci troppe mini squadre. Per esempio a Roma, vi era un vasto numero di squadre, ma si fusero in una sola per formare l'AS Roma, che era guidata dal leader fascista del posto, Italo Foschi. Arpinati era il Presidente della federazione calcio nel mentre, e fu proprio lui a rendersi conto di tutto ciò. Disse alle squadre che se volevano far parte della lega dovevano mettere insieme le proprie forze, così automaticamente molti dei Comuni, governati dai fascisti, incoraggiarono le proprie squadre ad unirsi per formare un’unica squadra che avrebbe rappresentato la città. Non si trattava di una disposizione, ma poiché le città erano sotto il controllo del partito fascista, fu un'azione quasi automatica.

11 The birth of football in England Football is my favorite sport and I have been playing for about 10 years. I am going to speak about football origins, that is when and where it was born. Football was born in England, particularly in British colleges. It was practiced by the youths of the richest schools and universities. The teams were always composed of ten pupils, and in addition to these there was the teacher who always played with them: that’s the reason why there are eleven players. The first set of football rules was drawn up at the University of Cambridge in 1848. Known as the Cambridge Rules, they were written at Trinity College at a meeting attended by representatives from Eton, Rugby, Winchester and other famous schools and clubs. In 1857 in Sheffield, Nathaniel Creswick founded the first football team in history: Sheffield FC. Along with William Prest wrote in 1858 the Sheffield Rules (Rules of Sheffield), which introduced important rules in the game as the duration of the game and the division of the same in two stages. The main rule of the game is that the ball can’t be touched or hit with hands and arms but mostly with the feet or the head. The goalkeeper is the only one who can touch the ball with his hands, but only within his own penalty area. Soccer has been an Olympic sport ever since the second modern Summer Olympic Games in 1900.

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