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L ’ O RGANIZZAZIONE DEL L AVORO D ALLA P RODUZIONE DI M ASSA ALLA P RODUZIONE F LESSIBILE Corso di TECNOLOGIA, INNOVAZIONE, QUALITÀ Prof. Alessandro Ruggieri.

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1 L ’ O RGANIZZAZIONE DEL L AVORO D ALLA P RODUZIONE DI M ASSA ALLA P RODUZIONE F LESSIBILE Corso di TECNOLOGIA, INNOVAZIONE, QUALITÀ Prof. Alessandro Ruggieri Prof. Enrico Mosconi 1

2 OGGETTO DELLA LEZIONE 2 1. L’organizzazione del lavoro 2. Forme di Odl e produzione 3. Taylor e organizzazione scientifica del lavoro 4. Fordismo e toyotismo 5. La scuola delle relazioni umane Prof. Alessandro Ruggieri - Prof. Enrico Mosconi Corso di Tecnologia,Innovazione,Qualità

3 3 Prof. Alessandro Ruggieri - Prof. Enrico Mosconi Corso di Tecnologia,Innovazione,Qualità ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO Cosa è l’Organizzazione? Un sistema aperto, costituito da più varabili che si influenzano reciprocamente e influenzano l’ambiente esterno. Sistema tecnologia Sistema di organizzazi one delle tecnologie Sistema di controllo coerente ORGANIZZAZIONE

4 4 Prof. Alessandro Ruggieri - Prof. Enrico Mosconi Corso di Tecnologia,Innovazione,Qualità ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO Si è molto discusso della relazione intercorrente tra organizzazione del lavoro e cambiamenti tecnologici che venivano di volta in volta introdotti nelle aziende. Ossia se l’organizzazione del lavoro dovesse essere: dipendente indipendente interdipendente dal cambiamento tecnologico.

5 5 Prof. Alessandro Ruggieri - Prof. Enrico Mosconi Corso di Tecnologia,Innovazione,Qualità ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO Si può affermare che l’organizzazione del lavoro è un fenomeno evolutivo determinato da: 1.Fattori oggettivi quali la diffusione di nuovi principi innovatori (siano essi la macchina a vapore del 1700-1800 o le attuali intelligenze artificiali delle macchine, dal controllo numerico al robot); 2.Scelte discrezionali del management, che possono essere influenzate da fattori diversi quali: conoscenza delle potenzialità offerte dalla tecnologia, capacità del management per l’ottimizzazione del ciclo produttivo, vincoli finanziari o sindacali. Esistono esigenze di modifiche organizzative e di modifiche tecnologiche. Le soluzioni più efficaci sono sempre opportunità difficili e molto dipendono dalla capacità di “leggere” l’evoluzione.

6 6 Prof. Alessandro Ruggieri - Prof. Enrico Mosconi Corso di Tecnologia,Innovazione,Qualità ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO Attualmente l’organizzazione del lavoro e della produzione si pone come fattore strategico per il governo delle aziende per raggiungere le nuove frontiere della produttività o della nuova economia della produzione. Occorre tener conto che l’organizzazione del lavoro, come altri sistemi, è un fenomeno dinamico ed evolutivo.

7 Dinamica tecnologica Il grado di innovatività dell’organizzazione del lavoro è influenzato in maniera diretta: dal grado di innovatività dei macchinari per la trasformazione fisica; dalle logiche di flusso dei materiali nel processo produttivo; dal flusso delle conoscenze e dell’informazione. ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO Ogni principio innovatore determina una nuova organizzazione del lavoro che cambierà a sua volta con la scoperta di un ulteriore principio innovatore. Prof. Alessandro Ruggieri - Prof. Enrico Mosconi Corso di Tecnologia,Innovazione,Qualità 7

8 Dinamica tecnologica ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO Ogni scoperta comporta nuovi assetti organizzativi, fa scomparire alcuni mestieri e ne crea altri nuovi; maggiore è la velocità del cambiamento, più grande sarà lo sforzo di adattamento dei lavoratori. E’ chiaro che la dinamica tecnologica ha comportato modelli organizzativi diversi: 1.un primo modello organizzativo detto “modello meccanico” o “modello orologio”, adottato dal 1900 al 1970; 2.un successivo modello organizzativo detto “modello organico”, adottato dal 1970 ai giorni d’oggi. E’ chiaro che la dinamica tecnologica ha comportato modelli organizzativi diversi: 1.un primo modello organizzativo detto “modello meccanico” o “modello orologio”, adottato dal 1900 al 1970; 2.un successivo modello organizzativo detto “modello organico”, adottato dal 1970 ai giorni d’oggi. Prof. Alessandro Ruggieri - Prof. Enrico Mosconi Corso di Tecnologia,Innovazione,Qualità 8

9 BUROCRAZIA GERARCHICA DIVISIONE DEL LAVORO SPINTA UOMINI COME PARTE DI RICAMBIO DELL’ORGANIZZAZIONE CULTURA DELLA DIPENDENZA E DELL’ESECUZIONE Modello meccanico ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO Secondo il modello meccanico una buona organizzazione è quella nella quale funzioni, compiti, strutture organizzative, mansioni, procedure e processi sono massimamente specificati e razionalmente interconnessi attraverso un piano preordinato, allo scopo di assicurare la massima efficienza globale e la massima prevedibilità e governabilità delle singole parti. Tale modello è stato un paradigma normativo e progettuale a diffusione planetaria sul quale sono state modellate quasi tutte le organizzazioni delle grandi imprese. PUNTI FONDAMENTALI DEL MODELLO Prof. Alessandro Ruggieri - Prof. Enrico Mosconi Corso di Tecnologia,Innovazione,Qualità 9

10 dal cambiamento dei criteri economici di condotta dell’impresa dovuto all’accresciuta turbolenza dei mercati; dal processo di terziarizzazione all’interno delle imprese industriali e nel sistema economico; dall’avvento delle nuove tecnologie. Modello organico ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO Il modello organico venne introdotto agli inizi degli anni settanta favorito: NETWORK DI SISTEMI AUTOREGOLATI RUOLI PROFESSIONALI BASATI SULLA MINIMA SPECIFICAZIONE CRITICA RISORSE UMANE COMPONENTI DEL SISTEMA CULTURA DELL’ITERAZIONE E DELLA SOLUZIONE PRESUPPOSTI DEL MODELLO Prof. Alessandro Ruggieri - Prof. Enrico Mosconi Corso di Tecnologia,Innovazione,Qualità 10

11 Modello organico ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO Il modello organico è basato su un’organizzazione che assomiglia ad un organismo ad alto livello di complessità in cui le singole parti sono sistemi aperti che, pur svolgendo funzioni specializzate, operano in base ad ambiti di autonomia e non per delega, si modificano sia per processi di adattamento all’ambiente esterno, sia per input interni. Gli uomini sono componenti del sistema, non solo risorse da utilizzare. Il rapporto tra attore e sistema viene definito da una continua dialettica fra cooperazione e conflitto, fra partecipazione e distanza. Competenza e managerialità sono interne al sistema, insieme a cultura, informazione e cibernetica, cultura imprenditoriale e scienza sociale. Prof. Alessandro Ruggieri - Prof. Enrico Mosconi Corso di Tecnologia,Innovazione,Qualità 11

12 FORME DI ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO E DELLA PRODUZIONE 1. O.D.L. BASATA SULL’ESPERIENZA PRATICA (LEARNING BY DOING) 2. O.D.L. TRADIZIONALE 3. O.D.L. ALLARGATA 4. O.D.L. SISTEMICA 5. O.D.L. INTEGRATA Prof. Alessandro Ruggieri - Prof. Enrico Mosconi Corso di Tecnologia,Innovazione,Qualità 12

13 Nel XIX secolo le aziende si sono trovate per la prima volta ad affrontare il problema dell’organizzazione. La soluzione adottata è stata quella di utilizzare soluzioni organizzative caso per caso e di apprendere dall’esperienza pratica. Vi è una forte divisione del lavoro e si ha un coordinamento di piccoli gruppi di lavoratori a cura di un capo operaio. Organizzazione del lavoro basata sull’esperienza pratica Prof. Alessandro Ruggieri - Prof. Enrico Mosconi Corso di Tecnologia,Innovazione,Qualità 13

14 ADAM SMITH (1776) espose per primo i benefici derivanti dalla “divisione del lavoro”, suddividendo ogni attività di manifattura in piccole fasi distinte. La suddivisione del lavoro consente enormi aumenti di produttività e di ricchezza. CHARLES BABBAGE estese le idee di Smith attraverso la raccolta di informazioni sulla natura e l’esecuzione del lavoro (ordinamento interno delle fabbriche). La scuola classica: la divisione del lavoro Prof. Alessandro Ruggieri - Prof. Enrico Mosconi Corso di Tecnologia,Innovazione,Qualità 14

15 Mancava all’epoca la tecnologia per trasferire l’energia prodotta dal vapore perciò la fabbrica era configurata in questa maniera: MACCHINA A VAPORE ALBERO DI TRASMISSIONE MACCHINE OPERATRICI Prof. Alessandro Ruggieri - Prof. Enrico Mosconi Corso di Tecnologia,Innovazione,Qualità 15 La scuola classica: la divisione del lavoro

16 DISTRIBUZIONE DEL LAVORO SULLE MACCHINE: 1. UTILIZZO DI MACCHINE UNIVERSALI 2. UTILIZZO DI MACCHINE SPECIALIZZATE FASE DELLA MANIFATTURA:  gigantismo degli insediamenti  specializzazione delle macchine  standardizzazione delle attività di trasformazione  divisione molecolare e orizzontale del lavoro Prof. Alessandro Ruggieri - Prof. Enrico Mosconi Corso di Tecnologia,Innovazione,Qualità 16

17 XX SECOLO: PRINCIPALI SCUOLE ORGANIZZATIVE  Il management scientifico (Taylor)  La scuola delle relazioni umane (Mayo, Mc Gregor, etc.)  La scuola dei sistemi o del Management By Objectives (M.B.O.) Prof. Alessandro Ruggieri - Prof. Enrico Mosconi Corso di Tecnologia,Innovazione,Qualità 17

18 L’Organizzazione Scientifica del Lavoro: TAYLOR (1856-1915) Prof. Alessandro Ruggieri - Prof. Enrico Mosconi Corso di Tecnologia,Innovazione,Qualità 18 Utilizza i concetti di A.Smith sul frazionamento del processo produttivo in fasi elementari e da Babbagè sulla parcellizzazione in compiti semplici del processo produttivo. L’organizzazione scientifica del lavoro mette i lavoratori in condizione di produrre secondo le loro capacità per aumentare: 1.la produttività; 2.i profitti ed i salari. L’organizzazione scientifica del lavoro mette i lavoratori in condizione di produrre secondo le loro capacità per aumentare: 1.la produttività; 2.i profitti ed i salari. Risolvendo il conflitto tra padrone e lavoratore, ossia “il problema del lavoro” Risolvendo il conflitto tra padrone e lavoratore, ossia “il problema del lavoro”

19 L’Organizzazione Scientifica del Lavoro: TAYLOR (1856-1915) Prof. Alessandro Ruggieri - Prof. Enrico Mosconi Corso di Tecnologia,Innovazione,Qualità 19 LAVORATORI PRODUCONO MOLTO MENO DI QUANTO POSSONO I REQUISITI DI OGNI MESTIERE DEVONO ESSERE DETERMINATI SCIENTIFICAMENTE I LAVORATORI DEVONO RICEVERE OPPORTUNI INCENTIVI SALARIALI POSTULATI

20 L’Organizzazione Scientifica del Lavoro: TAYLOR (1856-1915) Prof. Alessandro Ruggieri - Prof. Enrico Mosconi Corso di Tecnologia,Innovazione,Qualità 20 PUNTI CARATTERISTICI DEL MODELLO DI TAYLOR DIVISIONE VERTICALE DEL LAVORO (LAVORO INDUSTRIALE) DIVISIONE ORIZZONTALE DEL LAVORO (LAVORO ARTIGIANALE) O PARCELLIZZAZIONE PROGETTAZIONE DELLE POSIZIONI E DEI MOVIMENTI DEI LAVORATORI, ossia divisione del lavoro su tre livelli: tra uomini; tra macchine; tra uomini e macchine STRUTTURA DEL COMPENSO (ECONOMICO) CONTROLLO GERARCHICO SELEZIONE DELLA MANODOPERA CON METODI SCIENTIFICI RAPPORTO TRA DIREZIONE E MANODOPERA BASATO SULLA RIPARTIZIONE DEL LAVORO

21 L’Organizzazione Scientifica del Lavoro: TAYLOR (1856-1915) Prof. Alessandro Ruggieri - Prof. Enrico Mosconi Corso di Tecnologia,Innovazione,Qualità 21 VIENE ANNULLATA LA DISCREZIONALITA’ DEL LAVORATORE VIENE INTRODOTTA LA CATENA DI MONTAGGIO (PERFEZIONATA DA FORD) Il fondamento del taylorismo diventa la divisione del lavoro orizzontale e verticale studiata nei dettagli e nei suoi tre livelli di divisione del lavoro tra: 1.uomini 2.macchine 3.uomo e macchina. Il fondamento del taylorismo diventa la divisione del lavoro orizzontale e verticale studiata nei dettagli e nei suoi tre livelli di divisione del lavoro tra: 1.uomini 2.macchine 3.uomo e macchina.

22 L’Organizzazione Scientifica del Lavoro: TAYLOR (1856-1915) Prof. Alessandro Ruggieri - Prof. Enrico Mosconi Corso di Tecnologia,Innovazione,Qualità 22 Il principio innovatore di Taylor non è di tipo tecnologico ma AMMINISTRATIVO-ORGANIZZATIVO basato su una concezione ingegneristica della gestione aziendale, trasferendo al lavoro umano i concetti di specializzazione e standardizzazione già applicati alle macchine ed alle fasi del ciclo produttivo. Con Taylor fanno la loro comparsa gli strumenti organizzativi, come incorporazione da parte delle macchine di quanto deciso a livello organizzativo. La catena di montaggio diventa uno degli strumenti meccanici sulla cui base si afferma il lavoro di produzione e di montaggio.

23 L’Organizzazione Scientifica del Lavoro: TAYLOR (1856-1915) Prof. Alessandro Ruggieri - Prof. Enrico Mosconi Corso di Tecnologia,Innovazione,Qualità 23 CAPO REPARTO Perno di tutta l’organizzazione tayloristica è il CAPO REPARTO (gerarchicamente sopra il capo operaio), rappresentante dell’organizzazione centrale, con mansioni tecniche di produzione. In tal modo il CAPO OPERAIO, figura principale del periodo della manifattura, perde tutte le caratteristiche professionali e l’operaio semplice diviene un ingranaggio della macchina.

24 L’Organizzazione Scientifica del Lavoro: TAYLOR (1856-1915) Prof. Alessandro Ruggieri - Prof. Enrico Mosconi Corso di Tecnologia,Innovazione,Qualità 24 Si sviluppa la convinzione che un’attività sia tanto più efficiente e controllabile quanto più è programmabile. Attraverso rigide prescrizioni si fissa:  come fare il prodotto migliore,  quando,  quante volte,  in quale tempo,  in che modo, annullando la discrezionalità, vista come valore negativo.

25 L’Organizzazione Scientifica del Lavoro: TAYLOR (1856-1915) Prof. Alessandro Ruggieri - Prof. Enrico Mosconi Corso di Tecnologia,Innovazione,Qualità 25 I punti caratteristici del modello organizzativo di Taylor erano: la marcata divisione verticale del lavoro eseguito mediante la netta separazione delle fasi di progettazione, esecuzione e controllo; la divisione orizzontale del lavoro, più tardi chiamata parcellizzazione del lavoro, cioè l’ulteriore frammentazione delle fasi di progettazione, esecuzione e controllo; La progettazione accurata delle posizioni di lavoro e dei movimenti degli operatori impegnati nel processo produttivo, in modo da renderli il più possibile armonici e funzionali all’avvio ed alla conduzione delle macchine operatrici.

26 L’Organizzazione Scientifica del Lavoro: TAYLOR (1856-1915) Prof. Alessandro Ruggieri - Prof. Enrico Mosconi Corso di Tecnologia,Innovazione,Qualità 26 Il controllo gerarchico e centralizzato di apposite divisioni della maggior parte delle decisioni; La selezione con metodi scientifici della manodopera che veniva preparata ed istruita; La ripartizione precisa del lavoro e delle responsabilità tra direzione e manodopera; L’instaurarsi di rapporti di stima e collaborazione fra direzione e manodopera; La struttura del compenso (esclusivamente economico) essenzialmente correlato alle quantità prodotte. Comparsa della figura del manutentore, ossia della figura di lavoratore indiretto che si occupa della manutenzione delle macchine.

27 L’Organizzazione Scientifica del Lavoro: TAYLOR (1856-1915) Prof. Alessandro Ruggieri - Prof. Enrico Mosconi Corso di Tecnologia,Innovazione,Qualità 27 Nel taylorismo, l’annullamento della discrezionalità del lavoratore, conseguente alla separazione del lavoro manuale da quello intellettuale (appannaggio esclusivo del manager), rappresenta nel mondo capitalista il filo conduttore che guida l’evoluzione delle tecnologie di processo. Gli strumenti di lavoro aumentano il grado di automatismo incorporato rispondendo in maniera prefissata meccanicamente alle varianze richieste dal processo produttivo. In tal modo tali automatismi, rigidi e dedicati a lavorazioni specifiche, rispondono pienamente alla standardizzazione e parcellizzazione operata dal taylorismo nei processi produttivi. Gli strumenti di lavoro aumentano il grado di automatismo incorporato rispondendo in maniera prefissata meccanicamente alle varianze richieste dal processo produttivo. In tal modo tali automatismi, rigidi e dedicati a lavorazioni specifiche, rispondono pienamente alla standardizzazione e parcellizzazione operata dal taylorismo nei processi produttivi.

28 PRODUZIONE DI MASSA (XX SECOLO) STANDARDIZZAZIONE ELEVATA STANDARDIZZAZIONE DEL PRODOTTO QUALITA’ COME CONFORMITA’ ALLE SPECIFICHE TECNOLOGIE DI PROCESSO RIGIDE CICLI DI PRODUZIONE LUNGHI DIVISIONE DEL LAVORO CONOSCENZA CONCENTRATA GERARCHIA FORMALIZZATA MARGINI DI CREATIVITA’ LIMITATI ECONOMIE DI SCALA PROFITTO A BREVE TERMINE Prof. Alessandro Ruggieri - Prof. Enrico Mosconi Corso di Tecnologia,Innovazione,Qualità 28

29 IL “FORDISMO” 29 Prof. Alessandro Ruggieri - Prof. Enrico Mosconi Corso di Tecnologia,Innovazione,Qualità La prima vera e propria applicazione del taylorismo fu attuata da Henry Ford, tramite la catena di montaggio. Ford ricorse ad una forte rotazione mensile dei compiti, ad un allargamento delle mansioni ed a un sostanzioso aumento del salario riuscendo addirittura ad aumentare la produzione. La produzione di massa richiedeva mercati di massa e l'industriale Henry Ford (1863-1947) fu tra i primi a rendersene conto. Una delle innovazioni più significative introdotte da Ford fu la costruzione di una catena di montaggio mobile.

30 IL “TOYOTISMO” 30 Prof. Alessandro Ruggieri - Prof. Enrico Mosconi Corso di Tecnologia,Innovazione,Qualità Il modello taylorista entra in crisi quando il mercato dell’industria di massa ed i consumatori hanno cominciato a chiedere la personalizzazione dei prodotti/servizi. Taylor si preoccupava principalmente dell’efficienza industriale. In Giappone, negli anni ’50, si diffonde un nuovo modello di organizzazione del lavoro definito TOYOTISMO (L’inventore è Ohno). Nuovo sistema di produzione (Lean production)

31 IL “TOYOTISMO” 31 Prof. Alessandro Ruggieri - Prof. Enrico Mosconi Corso di Tecnologia,Innovazione,Qualità OBIETTIVI NUOVI RISPETTO ALLA PROD. DI MASSA: efficienza e varietà del mix di produzione efficienza e qualità OBIETTIVI NUOVI RISPETTO ALLA PROD. DI MASSA: efficienza e varietà del mix di produzione efficienza e qualità 1.Riduzione delle scorte inutilizzate (muda = spreco) 2.Controllo qualità 3.Costituzione di squadre polivalenti incaricate di una funzione complessa 1.Riduzione delle scorte inutilizzate (muda = spreco) 2.Controllo qualità 3.Costituzione di squadre polivalenti incaricate di una funzione complessa

32 LA SCUOLA DELLE “RELAZIONI UMANE” 32 Prof. Alessandro Ruggieri - Prof. Enrico Mosconi Corso di Tecnologia,Innovazione,Qualità MAYO condusse degli esperimenti sugli effetti di alcuni fattori fisici (luminosità, temperatura dell'ambiente, disposizione dei locali, etc.) sulla produttività dei lavoratori. Dimostrò che le condizioni fisiche non avevano un'importanza significativa e che il fattore umano, in particolare la motivazione, esercita un effetto preponderante sulla produttività. MAYO condusse degli esperimenti sugli effetti di alcuni fattori fisici (luminosità, temperatura dell'ambiente, disposizione dei locali, etc.) sulla produttività dei lavoratori. Dimostrò che le condizioni fisiche non avevano un'importanza significativa e che il fattore umano, in particolare la motivazione, esercita un effetto preponderante sulla produttività. ELTON MAYO MASLOW e MC GREGOR Veniva così ad incrinarsi uno degli assunti più importanti della teoria classica. La soddisfazione dei lavoratori diventa importante ai fini della produttività!

33 LA SCUOLA DELLE “RELAZIONI UMANE” 33 Prof. Alessandro Ruggieri - Prof. Enrico Mosconi Corso di Tecnologia,Innovazione,Qualità La dinamica di gruppo e il benessere psicologico sono molto importanti per la produttività. Il lavoratore ha un insieme di bisogni e desideri molto complessi che vanno al di là della sua remunerazione. Si enfatizza la necessità di tenere presente, quando si gestisce una struttura organizzativa, il fattore umano.

34 34 Autorealiz- zazione Stima Amore Sicurezza Sopravvivenza MASLOW identifica la motivazione in uno stato di tensione, dovuto alla consapevolezza di un bisogno, che impone la ricerca dei mezzi per soddisfarlo. Egli postula nell’uomo l’esistenza di bisogni fondamentali organizzati a livelli successivi. MASLOW identifica la motivazione in uno stato di tensione, dovuto alla consapevolezza di un bisogno, che impone la ricerca dei mezzi per soddisfarlo. Egli postula nell’uomo l’esistenza di bisogni fondamentali organizzati a livelli successivi. LA SCUOLA DELLE “RELAZIONI UMANE” Prof. Alessandro Ruggieri - Prof. Enrico Mosconi Corso di Tecnologia,Innovazione,Qualità Fonte: Maslow, 1954


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