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TENERE LA CLASSE Rilevazione ed Analisi del corso di aggiornamento.

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Presentazione sul tema: "TENERE LA CLASSE Rilevazione ed Analisi del corso di aggiornamento."— Transcript della presentazione:

1 TENERE LA CLASSE Rilevazione ed Analisi del corso di aggiornamento

2 Commissione Disagio  In riferimento al corso di aggiornamento “Tenere la Classe” i componenti della Commissione Disagio comunicano, come da richiesta della relatrice e Presidentessa dell’INVALSI dott.sa Aiello, le informazioni elaborate al fine di divulgare e condividere con i colleghi le strategie emerse.

3 AREE ESPLORATE INTERCONNESSE 4. RAPPORTO TRA COLLEGHI 3. RAPPORTI CON LE FAMIGLIE 1. GESTIONE DEI CASI DIFFICILI 2. GESTIONE DELLE DINAMICHE DI CLASSE 3. RAPPORTI CON LE FAMIGLIE 4. RAPPORTO TRA COLLEGHI

4 Come connettere le strategie individuate con le competenze chiave? Consapevolezza culturale Competenze sociali e civiche Gestione dei casi difficili e gestione delle dinamiche di classe Spirito di iniziativa e imprenditorialità Imparare ad imparare

5 1. Competenza sociale e civica " Le competenze sociali e civiche includono competenze personali, interpersonali e interculturali e riguardano tutte le forme di comportamento che consentono alle persone di partecipare in modo efficace e costruttivo alla vita sociale e lavorativa, in particolare alla vita in società sempre più diversificate come anche risolvere i conflitti ove ciò sia necessario". La competenza sociale riguarda il raggiungimento del benessere personale e sociale per riuscire ad affrontare le difficoltà quotidiane sapendo padroneggiare codici di comportamento comunemente accettati in tutti gli ambienti riuscendo a gestire le dinamiche di gruppo come la comprensione di diversi punti di vista e la capacità di creare reti di fiducia verso gli altri. - Apprendimento cooperativo. - Attività laboratoriali, lavoro per progetti, uscite didattiche mirate. - Relazione tra pari: lavoro sul rispetto degli altri, diversità culturali, regole di convivenza condivise. - Calendario dell'umore.

6 1. Competenza sociale e civica Adulto “mediatore” del gruppo. Per affrontare tematiche importanti in classe: fiabe o storie proiettive, narrazioni che hanno come obiettivo il contenimento e la trasformazione positiva (libri della Erikson) Utilizzo strategie volte a mettersi nei panni dell’altro per sviluppare empatia (circle time, role playing, simulate) Sviluppare l’ascolto reciproco Consiglio di classe straordinario con la presenza di un rappresentante della classe Attivazione risorse extra scuola per attività sportive che diano sfogo all’aggressività ma nello stesso tempo canalizzino (non deve essere sempre il calcio...), bisogna però fare conti con le risorse del territorio.

7 2. Imparare ad imparare Questa competenza richiede come presupposto il possesso delle conoscenze base e la conoscenza del proprio modello di apprendimento personale con i relativi punti di forza e limiti ricercando da sé le opportunità di istruzione, formazione e orientamento. Il soggetto deve saper gestire efficacemente il proprio tempo, saper perseverare nello studio mantenendo la concentrazione e riflettere in modo critico sugli obiettivi di studio valutando infine il proprio percorso. Organizzare il proprio apprendimento, individuando, scegliendo ed utilizzando varie fonti e varie modalità di informazione e di formazione (formale, non formale ed informale), anche in funzione dei tempi disponibili, delle proprie strategie e del proprio metodo di studio e di lavoro. Strumenti dispensativi/compensativi Utilizzo della didattica trasversale per tematiche Didattica laboratoriale

8 2. Imparare ad imparare Utilizzo critico e libero del libro di testo Ausilio di tecnologie (lim, tablet, computer) Soluzione di problemi come elemento fondante per lo sviluppo cognitivo Concedere tempi diversi per le verifiche (più tempo, interrogazioni programmate). Autovalutazione Patentino a punti Proiezione collettiva e anonima degli errori. Sviluppare l'autonomia (attività semplici e pratiche che rinforzano la fiducia in sé stessi). Cercare di valorizzare per quanto possibile gli aspetti di educazione informale provenienti dall’extra scuola.

9 3. Spirito di iniziativa Lo spirito di iniziativa e l'imprenditorialità è relativo alla capacità della persona di trasmettere le idee che ha in azione e questo avviene tramite la creatività, l'assunzione di rischi, l'innovazione e con il saper pianificare e organizzare i progetti per raggiungere degli obiettivi. Al fine di raggiungere questa competenza è importante: 1) saper lavorare sia in gruppo che in modo individuale; 2) saper identificare sia i propri punti di forza ma anche i propri punti deboli; 3) saper prevenire gli eventi; 4) avere determinazione e motivazione nell'ottenere gli obiettivi prefissati (sia personali che altrui). Peer education Cooperative learning

10 3.Spirito di iniziativa Stipulare un contratto con la classe proponendo lavori in piccoli gruppi in cui venga affidato un ruolo sostenibile e di responsabilità: questo tipo di lavoro dovrebbe essere costante nel tempo, ma è necessario mettere in conto che nei primi tentativi si possono non avere subito risultati positivi. Lavori di gruppo come capacità di esprimere in modo efficace il proprio punto di vista e saper accogliere le opinioni altrui che permettono in modo più efficace il raggiungimento dell’obiettivo Attività di Autovalutazione degli alunni (questionario, diario personale, rubrica, autocorrezione). Individuare i punti di forza di ciascuno e rafforzarli. Sviluppo dell’assertività (espressione del proprio punto di vista)

11 4.Consapevolezza culturale Tra le abilità vi è anche la capacità di correlare i propri punti di vista creativi ed espressivi ai pareri degli altri e di identificare e realizzare opportunità sociali ed economiche nel contesto dell’attività culturale. L'espressione culturale è essenziale nello sviluppo delle abilità creative, che possono essere trasferite in molti contesti professionali. Una solida comprensione della propria cultura e un senso di identità possono costituire la base di un atteggiamento aperto verso la diversità dell’espressione culturale e del rispetto della stessa. Accettazione delle diversità come arricchenti (lessico, tradizioni, abitudini) Strategie in classe per contenere l’aggressività attraverso lavori sul rispetto degli altri, sulle diversità culturali, sulle regole di convivenza e sull’alfabetizzazione emotiva finalizzate allo sviluppo della responsabilità personale.

12 4. Consapevolezza culturale Utilizzo strategie volte a mettersi nei panni dell’altro per sviluppare empatia (circle time, giochi di ruolo, simulate) Attività laboratoriali, lavoro per progetti, uscite didattiche mirate Lavorare sul contesto di vita del ragazzo (connessione tra scuola ed extrascuola) Utilizzo del test il disegno della famiglia, schede sullo schema corporeo Sviluppare la curiosità come stimolo al sapere Docenti di classe ed esperti esterni che collaborano. Servizi del territorio

13 Rapporti con le famiglie ● Nei colloqui con la famiglia stabilire un rapporto il più possibile collaborativo e di corresponsabilità. ● Gestione del colloquio: atteggiamento non valutativo verso i membri e dell'alunno/a, sospensione del giudizio ed uso di termini funzionali: evitare i verbi come “dovere” (dovete fare così...) o verbi impositivi ( lui è così...) nei colloqui. ● Individuare la migliore modalità per far capire alla famiglia che il figlio ha un problema, sostenere e motivare.. ● E’ necessario tenere conto della difficoltà che le famiglie vivono. ● Iniziale negazione, presa di coscienza (messi di fronte al dato di fatto o alla diagnosi) paura e ansia ( emozioni di fallimento) fuga o ricerca di aiuto da parte della scuola. ● Tentativo di colmare e normalizzare. ● Tentare di smontare le aspettative troppo alte che i genitori hanno nei confronti dei figli.

14 Rapporti con le famiglie ● Richiesta colloquio con la famiglia alla presenza del dirigente. ● Richiesta colloquio con la famiglia da parte dell’insegnante coordinatore. ● Colloquio con la famiglia alla presenza del ragazzo. ● Stipula di un patto di reciproco impegno. ● In alcune situazione separare il problema del ragazzo da quello della famiglia (là dove la famiglia è particolarmente oppositiva nei confronti della scuola) far si che non ci sia una contaminazione in negativo. ● Poter utilizzare altre risorse professionali per es. psicologo. ● Intervento dei Servizi Sociali che si fanno carico del problema del ragazzo e della famiglia ma includono la scuola come interlocutore.

15 Rapporto tra colleghi ● Lavoro interdisciplinare a scuola con le figure che seguono il bambino (ins di sostegno, assistente educativo) per comprendere meglio la situazione ed attuare un intervento più funzionale. ● Condivisione partecipata tra colleghi di alcune attività in classe, anche in continuità, per rimandare la coerenza e la costanza degli interventi. ● Sensibilizzare il consiglio di classe analizzando insieme le difficoltà ma cercando di mettere in evidenza anche i cambiamenti trasversali che il ragazzo mette in atto. ● Avere la possibilità di riflettere e confrontarsi come professionisti. ● Formare maggiormente gli insegnanti al lavoro di gruppo. ● Consiglio straordinario di classe per discutere situazioni specifiche.

16 Rapporto tra colleghi ● Passaggio di informazioni chiare sull’alunno e sulla famiglia (se si hanno) da un ciclo all’altro. ● Arrivare a una maggiore consapevolezza del problema da parte di tutti gli insegnanti. ● Utilizzo professionisti esterni alla scuola (psicologo, assistente sociale) per analizzare le situazione da altri punti di vista e tentare la costruzione di un progetto comune. ● Inter professionalità come chiave di accesso alla problematiche rilevanti. ● Utilizzo di un osservatore esterno (es insegnante potenziamento) per analizzare le dinamiche di classe e confrontarsi sulle strategie da adottare.

17 RIFLESSIONE SUL LAVORO TRA COLLEGHI ● Quando il lavoro tra colleghi produce cambiamenti che vanno nella direzione della risoluzione del problema? ● Quando invece il lavoro tra colleghi blocca la situazione?

18 Crea difficoltà * Quando l'altro trasmette un atteggiamento di superiorità professionale. * Quando l'altro non si assume la responsabilità. * Quando un collega non fa il proprio lavoro. * Quando si interpreta un problema in maniera diversa e si percepisce una svalutazione dietro alla differente prospettiva.

19 Crea difficoltà * Il cdc non sempre rappresenta il luogo adatto alla discussione delle situazioni problematiche degli alunni. * Il cdc non sempre rappresenta il luogo di confronto migliore tra colleghi. * Quando il problema blocca l’attività didattica, i colleghi si chiudono e preferiscono non parlare del problema.

20 Crea difficoltà - Il docente non fornisce un modello coerente con quanto richiede a parole all’alunno - Il docente rinuncia in partenza a trovare strategie per pigrizia o per comodità - Si lavora sulla singola disciplina pensando al singolo programma e «chiudendo le porte» - Incapacità a comunicare - Quando ciò che interessa non è il successo formativo dell’alunno né la sua crescita ma solo come fare ad imporre delle regole o fare in modo tale che vada via al più presto

21 Crea Difficoltà - Disponibilità a non mettersi in discussione/rigidi sulle proprie posizioni - Critiche distruttive e non propositive - Rifiuto per qualsiasi cambiamento - Scarsa condivisione - Solo alcuni colleghi sentono una situazione come un problema - Non si agisce in modo coerente - Scarsa formazione - Non esiste una programmazione interdisciplinare

22 Crea difficoltà - Non c’è un lavoro in team - Manca il coraggio di comunicare e si finisce nella situazione «struzzo» - Una volta stabilito un percorso condiviso e un obiettivo da raggiungere nella pratica si opera in modo totalmente opposto e non coerente -

23 Facilita - Il confronto alla pari. - Mettersi nei panni dell’insegnate che ha avuto la difficoltà. - Capacità di mettere in discussione le proprie strategie didattiche. - Uscite didattiche come momenti di crescita tra colleghi. - Sentirsi ascoltati sostenuti e appoggiati.

24 Facilita - Atteggiamento di fiducia, disponibilità non giudicante. - Saper riflettere e rivedere criticamente alcune proprie convinzioni o atteggiamenti. - Progettualità laboratoriale aiuta a trovare spazi di condivisione con i colleghi. - Alcuni problemi non possiamo risolverli da soli ma possiamo scoprire che l'aiuto di un collega ci può portare ad affrontare meglio e diversamente le situazioni.

25 Facilita - La condivisione tra colleghi e la possibilità di prendere decisioni come gruppo e non come singoli ha una forte ricaduta anche sugli alunni. - Condividere principi educativi. - Avere tempo a sufficienza per conoscersi tra colleghi.

26 Facilita Mettere al centro il bambino per individuare le strategie che lo possono sostenere al meglio Condivisione di un’idea di scuola e di come gestire la classe Apertura al cambiamento, al nuovo, al dialogo Partecipazioni a corsi di aggiornamento e lavoro cooperativo tra colleghi Dialogo tra colleghi come punto di partenza, scambio positivo di opinioni basate su osservazioni mirate verso un caso specifico per concordare strategie comuni Utilizzo di incontri periodici per valutare il raggiungimento degli obiettivi (es programmazione)

27 Facilita Adottare le stesse strategie per vincere le «paure» e per attivare un sistema che può spaventare Comunicazione efficace tra colleghi e visione unitaria di istituto Ruolo del dirigente nel fare squadra Quando c’è la possibilità di incontrarci di più e di pensare un’attività in comune che interrompa la routine Essere disposti a tornare sui propri passi


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