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IIS PROFESSIONALE TECNICO COMMERCIALE “CASAGRANDE. CESI” TERNI Peer Education Potenziamento delle life skills Contrasto del bullismo Percorso di formazione.

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1 IIS PROFESSIONALE TECNICO COMMERCIALE “CASAGRANDE. CESI” TERNI Peer Education Potenziamento delle life skills Contrasto del bullismo Percorso di formazione per docenti e rappresentanti dei genitori interni e delle scuole primarie e secondarie di primo grado Il bullismo: analisi del fenomeno e indicazioni operative 9 febbraio 2016 h 15-17

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3 MINIMIZZATO E SOTTOSTIMATO NELLA REALTA’

4 dati 2014 Bullismo: oltre il 50% dei ragazzi vittime del fenomeno

5 Nel 2014, poco più del 50% degli 11- 17enni ha subìto qualche episodio offensivo e/o violento da parte di altri ragazzi o ragazze nei 12 mesi precedenti. Il 20% ne è vittima assidua, cioè le subisce più volte al mese, il 9% con cadenza settimanale.

6 Hanno subìto ripetutamente comportamenti offensivi e/o violenti più i ragazzi 11-13enni (22,5%) che gli adolescenti 14-17enni (17,9%); più le femmine (20,9%) che i maschi (18,8%). Tra gli studenti delle superiori, i liceali sono in testa (19,4%); seguono gli studenti degli istituti professionali (18,1%) e quelli degli istituti tecnici (16%).

7 Tra i ragazzi utilizzatori di cellulare e/o Internet, il 6% denuncia di avere subìto ripetutamente azioni vessatorie tramite sms, e-mail, chat o sui social network. Le ragazze sono più di frequente vittime di Cyber bullismo (7% contro il 4,6% dei ragazzi).

8 Le prepotenze più comuni consistono in offese con brutti soprannomi, parolacce o insulti (12,1%), derisione per l'aspetto fisico e/o il modo di parlare (6,3%), diffamazione (5,1%), esclusione per le proprie opinioni (4,7%), aggressioni con spintoni, botte, calci e pugni (3,8%).

9 Il 17% degli 11-17enni è rimasto vittima di atti di bullismo diretto, caratterizzato da una relazione vis a vis tra vittima e bullo e l’11% di azioni indirette, prive di contatti fisici. Tra le ragazze è minima la differenza tra prepotenze di tipo "diretto" e "indiretto”. Al contrario, tra i maschi le forme dirette sono più del doppio di quelle indirette.

10 Un terzo circa dei ragazzi vittima di bullismo ha reagito lasciando perdere; un terzo cercando di difendersi. Più di 1 su 5 (22,8%) ha avvisato i genitori, con percentuali quasi doppie tra le ragazze (30,4%) rispetto ai ragazzi (16,4%), mentre un terzo non lo ha detto a nessuno e ha tenuto segreto quanto accaduto. E’ comunque emerso che di fronte a una situazione di bullismo o cyberbullismo gli adolescenti, soprattutto le ragazze, ritengono che gli aiuti da parte degli adulti siano i più utili che un aiuto da parte degli amici). (Telefono Azzurro)

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17 Diretto verbale: Diretto verbale: consiste nel minacciare, insultare, offendere, prendere in giro, esprimere pensieri razzisti, estorcere denaro o beni materiali. consiste nel minacciare, insultare, offendere, prendere in giro, esprimere pensieri razzisti, estorcere denaro o beni materiali. Indiretto: Indiretto: consiste nel provocare un danno psicologico attraverso l’esclusione dal gruppo dei coetanei, l’isolamento, l’uso ripetuto di smorfie e gesti volgari, la diffusione di pettegolezzi e calunnie sul conto della vittima, il danneggiamento dei rapporti di amicizia. consiste nel provocare un danno psicologico attraverso l’esclusione dal gruppo dei coetanei, l’isolamento, l’uso ripetuto di smorfie e gesti volgari, la diffusione di pettegolezzi e calunnie sul conto della vittima, il danneggiamento dei rapporti di amicizia.

18 I soggetti implicati sono bambini e adolescenti in una fascia di età compresa tra i 7-8 e i 14-16 anni. I soggetti implicati sono bambini e adolescenti in una fascia di età compresa tra i 7-8 e i 14-16 anni. I contesti in cui avvengono con maggior frequenza sono gli ambienti scolastici: le aule, i corridoi, il cortile, i bagni e in genere i luoghi isolati. I contesti in cui avvengono con maggior frequenza sono gli ambienti scolastici: le aule, i corridoi, il cortile, i bagni e in genere i luoghi isolati. I bulli e le vittime fanno parte della stessa classe. A volte le persecuzioni possono avvenire anche durante il tragitto casa-scuola e viceversa. I bulli e le vittime fanno parte della stessa classe. A volte le persecuzioni possono avvenire anche durante il tragitto casa-scuola e viceversa.

19 Il bullismo, in fondo, è solo “una ragazzata”. Il bullismo fa parte della crescita. Chi subisce le prepotenze dovrebbe imparare a difendersi. Il bullismo è un fenomeno proprio delle zone più povere e degradate. Il bullismo deriva dalla competizione per ottenere buoni voti a scuola.

20 …. IL BULLISMO è …. SEMPRE ESISTITO

21 Il “bullo” utilizza la violenza verbale, fisica e telematica perché non sa esprimere in altro modo la sua vulnerabilità, che è spesso il risultato di storie di vita problematiche e povere di risorse educative ed emotive. Nei suoi atti si nasconde e conta sull’omertà altrui per continuare a vessare… La “vittima” subisce in silenzio, si percepisce impotente, se non trova alleati tra i pari o gli adulti Gli adulti spesso “non si immischiano” nelle storie di bullismo, considerandole questioni di poco conto o necessari esercizi di sopravvivenza per diventare “adulti forti”.

22 è un soggetto più forte della media; ha un forte bisogno di potere; è impulsivo e irascibile. ha difficoltà nel rispettare le regole; assume comportamenti aggressivi verso tutti; approva la violenza per ottenere vantaggi e prestigio; non è capace di immedesimarsi nei panni dell’altro e non è altruista; non prova sensi di colpa, si giustifica sempre e non si assume mai la responsabilità delle proprie azioni; ha un’autostima elevata; non soffre di ansia o insicurezza; il suo rendimento scolastico è basso e tende ad abbandonare la scuola; è abile nello sport e nei giochi; gode di una buona popolarità soprattutto tra i più piccoli per la sua maggiore forza fisica.

23 aiuta e sostiene il bullo dominante; si aggrega ad altri formando un piccolo gruppo; non prende l’iniziativa di dare il via alle prepotenze; spesso è un soggetto ansioso e insicuro; ha un rendimento scolastico basso; non è molto popolare; crede che così facendo venga anche lui considerato un vincente acquistando popolarità; può provare senso di colpa immedesimandosi nei panni della vittima.

24 è un soggetto più debole dei coetanei; è ansioso e insicuro; è sensibile, prudente, tranquillo, fragile, timoroso; ha una bassa autostima; tende ad isolarsi, è incapace di difendersi e bisognoso di protezione. è contrario ad ogni tipo di violenza; ha rendimento scolastico non brillante o troppo brillante; è poco abile nello sport e nel gioco; nega l’esistenza del problema, perché tende a colpevolizzarsi e per questo non riesce a confidarsi con nessuno.

25 E’ un soggetto che provoca gli attacchi degli altri; è generalmente un maschio; è irrequieto, iperattivo, impulsivo; talvolta è goffo e immaturo; ha problemi di concentrazione; è ansioso e insicuro; ha una bassa autostima; è preoccupato per la propria incolumità fisica.

26 Sostenitore del bullo Agisce in modo da rinforzare il comportamento del bullo (per es. incitandolo, ridendo o anche solo rimanendo a guardare) Difensore della vittima Prende le parti della vittima difendendola, consolandola o cercando di interrompere le prepotenze Maggioranza silenziosa Davanti alle prepotenze non fa nulla e cerca di rimanere al di fuori della situazione

27 Come si riconosce la vittima: Torna da scuola con vestiti stracciati o sgualciti e con libri o oggetti rovinati; Ha spesso lividi, ferite, tagli e graffi; Non porta a casa compagni di classe o coetanei; Non ha nessun amico per il tempo libero; Non viene invitato a feste; Ha paura di andare a scuola la mattina e per questo il più delle volte percorre il tragitto più lungo; E’ inappetente, soffre di disturbi allo stomaco e di mal di testa; Dorme male e fa brutti sogni; Ha frequenti sbalzi d’umore: sembra infelice, triste e depresso e spesso manifesta irritazione e scatti d’ira; Chiede o ruba denaro alla famiglia (spesso per assecondare i bulli)

28 A breve termineA lungo termine Sintomi fisici: mal di pancia, mal di stomaco, mal di testa (soprattutto alla mattina prima di andare a scuola) Sintomi psicologici: disturbi del sonno, incubi, attacchi d’ansia Problemi di concentrazione e di apprendimento, calo del rendimento scolastico Riluttanza nell’andare a scuola, disinvestimento nelle attività scolastiche Svalutazione della propria identità, scarsa autostima Psicopatologie: Depressione Comportamenti autodistruttivi/autolesivi Abbandono scolastico A livello personale: insicurezza, ansia, bassa autostima, problemi nell’ adattamento socio-affettivo. A livello sociale: ritiro, solitudine, relazioni povere

29 L’atteggiamento negativo del Bullo, tende a radicarsi negli anni e diventare parte integrante della personalità. La vittima sviluppa insicurezza e ansia che riesce solo con difficoltà a vincere nel corso degli anni o non vince affatto, fino al punto di cadere in depressione. PER TUTTA LA VITA...

30 STRATEGIE “Attive” richiedere l’aiuto di un adulto; esprimere apertamente a livello verbale la disapprovazione per i comportamenti prevaricatori, dicendo esplicitamente al bullo di smetterla; cercare di aiutare la vittima a sottrarsi alla situazione; sollecitare i compagni a non appoggiare i bulli.

31 STRATEGIE “PASSIVE” Rifiutare di prendere parte alla situazione Esprimere a livello non verbale il rifiuto di prendere parte alle prepotenze Aprire il proprio gruppo alla vittima

32 Telefono Azzurro 1.96.96 Utenza gratuita 24 ore su 24, attiva su tutto il territorio nazionale. A disposizione di tutti fino ai 14 anni per parlare con un consulente del proprio disagio.

33 Emergenza Infanzia 114 Utenza di emergenza gratuita attiva 24 ore su 24 per chi intende segnalare un pericolo immediato per l’incolumità psico-fisica di bambini ed adolescenti.

34 199.15.15.15 Utenza telefonica alla quale possono rivolgersi indistintamente le vittime, i testimoni, gli autori di atti di bullismo di età maggiore degli anni 14. Anche i genitori e gli insegnanti a conoscenza di qualche fenomeno o semplicemente a titolo informativo.

35 E’ attivo presso ogni centrale operativa della Questura di un numero telefonico, il 43002, presso cui potranno essere indirizzate via sms le segnalazioni su eventuali episodi di bullismo o spaccio di stupefacenti nei pressi delle scuole o all’interno di esse. L’sms sarà gratuito, potrà essere inviato in forma sia palese che anonima Spot Polizia Postale

36 Indagine conoscitiva Condizione Infanzia CYBERBULLISMO E SEXTING Indagine conoscitiva Condizione Infanzia CYBERBULLISMO E SEXTING

37 Lei, che alla festa si sente male, va in bagno, barcolla ubriaca; loro che la seguono, la circondano, la molestano e la filmano. Il video finisce in Rete, su Facebook, e dopo qualche tempo lei decide di farla finita e sceglie il salto nel vuoto. È morta così Carolina, 14 anni, studentessa di un istituto tecnico piemontese. Si indaga per capire chi ha girato i video, chi li «postava» all’infinito, fino a farla disperare. Al punto da indurla a scrivere un messaggio su Facebook: «Scusatemi, non ce la faccio più a sopportare». Sulla scrivania lascia un biglietto: "Le parole fanno più male delle botte".

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39 Amanda Todd, 15 anni, canadese, visetto carino, sguardo vispo e una vita connessa in Rete come la maggior parte degli adolescenti di oggi. Dopo essersi lasciata convincere a farsi fotografare a seno nudo da un cyberbullo, la sua vita diventa un inferno: diventata lo zimbello della scuola, cade in depressione, inizia a bere, a drogarsi, tenta più volte il suicidio, finchè non ci riesce, nel 2010, mandando giù un flacone intero di candeggina. Prima di uccidersi Amanda posta su Youtube un video di dieci minuti in bianco e nero nel quale racconta le violenze subite, la sua disperazione e solitudine… L'ultimo video di Amanda LA STORIA DI KAYLA

40 Molestie - Harrassment :messaggi e pubblicazioni offensive o volgari, ripetuti nel tempo; spyware – controllare i movimenti on line della vittima; telefonate mute. Cyberstalking: può nascere quando la molestia è particolarmente insistente e diretta verso coetanei con cui si ha un rapporto conflittuale o con cui si è interrotta una relazione affettiva. Denigrazione - Denigration: azione singola volta a denigrare l'altro (una foto deformata, immagini porno) che può produrre effetti indefiniti e a cascata. Fingersi un altro – Impersonation: il bullo, riuscito ad accedere alla password della vittima, invia messaggi ad altre persone o pubblica dati, “spacciandosi” per quella persona, al fine di cambiare o distruggere l'immagine della stessa.

41 Manipolazione delle informazioni – Outing: “il bullo” conosce segreti e possiede immagini della “vittima” (prima amica) che diffonde a sua insaputa o contro la sua volontà. Esclusione - Exclusion: cancellare/estromettere da una chat, gruppo on line di gioco, lista di amici, una persona. Filmare – Cyberbrashing: videoriprendere un atto di bullismo e publicarlo su internet, chiedendo pareri e di votarlo. Flaming – da fiamma: invio on line di messaggi violenti e volgari Rivelazione : pubblicazione di informazioni o immagini imbarazzanti su qualcuno Cyberpersecuzione: molestie e minacce ripetute per incutere timore o paura

42 Bullismo tradizionaleCyberbullismo I bulli sono noti: studenti o compagni di classeI cyberbulli sono anonimi I testimoni sono i membri di un determinato ambiente (scuola, parco), circoscritti in uno spazio Il “materiale” usato dai cyberbulli può essere diffuso in tutto il mondo Disinibizione da dinamiche di gruppo: in gruppo si fa più facilmente ciò che non si farebbe da soli Altro tipo di disinibizione: il bullo virtuale fa ciò che non ha il coraggio di fare nella vita reale Il bullo tradizionale ha bisogno di visibilità Il cyberbullo approfitta della presunta invisibilità (anche se ogni computer lascia “impronte” identificabili dalla polizia postale) Si osserva una chiara presenza di feedback tra la vittima e il suo oppressore, ma il bullo non ne ha consapevolezza emotiva Il bullo virtuale, invece, non vede le conseguenze delle proprie azioni, e proprio quello può ostacolare la comprensione empatica della sofferenza della vittima Si può riscontrare piuttosto facilmente la deresponsabilizzazione, del tipo: “Non è colpa mia, stiamo scherzando”; Nel cyberbullismo si possono rilevare anche processi di depersonalizzazione, in cui le conseguenze delle proprie azioni ricadono sui propri avatar Nel bullismo tradizionale, sono solo i bulli ad eseguire i comportamenti aggressivi Nel bullismo virtuale, anche la vittima nella vita reale può diventare cyberbullo Nel bullismo tradizionale il pubblico è passivoNel caso di cyberbullismo gli spettatori possono essere passivi o attivi (partecipare nelle prepotenze virtuali)

43 Il sexting, divenuto una vera e propria moda fra i giovani, consiste principalmente nello scambio di messaggi sessualmente espliciti e di foto e video a sfondo sessuale, spesso realizzate con il telefono cellulare, o nella pubblicazione tramite via telematica, come chat e social network, o con l'invio di semplici MMS. Le immagini, anche se inviate a una stretta cerchia di persone, spesso si diffondono in modo incontrollato e possono creare seri problemi alla persona ritratta

44 Osservando le abitudini dei ragazzi, ci si rende conto di come lo scambio di immagini/video/testi a sfondo sessuale sia divenuto nel tempo un’espressione normale della sessualità tra i giovani - e spesso anche tra gli adulti. Il sexting è molto diffuso in altri paesi europei - solo in Inghilterra, secondo statistiche del 2013 diffuse da Childline, 1 adolescente su 4 ha inviato immagini o video del proprio corpo in atteggiamenti sessualmente espliciti - e negli anni sta crescendo anche in Italia. Da una recente indagine di Telefono Azzurro e Doxa Kids (2014), emerge infatti che il 35,9% dei ragazzi conosce qualcuno che ha fatto sexting. Quanto è diffuso il fenomeno del sexting in Italia?

45 E ’ indispensabile che la vittima riferisca ciò che le è successo ai genitori, agli insegnanti o comunque a una figura adulta che ha il potere di avviare il processo di risposta. La scuola può decidere di mettere in atto una formale azione disciplinare (nel caso in cui il molestatore faccia parte dell’ambiente scolastico) con la cooperazione delle famiglie delle vittime e dei ragazzi stessi che devono imparare a sviluppare competenze nuove per prevenire ulteriori vittimizzazioni. Oppure può adottare opzioni risolutive informali: lavorare con i genitori dei cyberbulli, lavorare con i genitori delle vittime e infine lavorare direttamente con gli studenti. Creare un clima di alleanza scuola-famiglia-territorio. Che cosa fare?

46 Come lavorare con i genitori? Lasciare un margine di tempo e spazio per consentire l’elaborazione individuale delle immediate reazioni negative. Informare con materiale documentato Elaborare una strategia congiunta per fermare il bullismo scolastico e quello elettronico. Allo stesso tempo, la famiglia deve essere avvertita del pericolo di ritorsione a cui i loro figli vanno incontro e lavorare con loro per prevenirlo. Se però i genitori si dimostrano consapevoli delle attività offensive del figlio ma incapaci di bloccarle, possono essere considerati altrettanto responsabili sotto forma di negligenza parentale.

47 Lavorare con i genitori delle cybervittime La scuola deve contattare i genitori per informarli tempestivamente. Lavorare sulle reazioni dei genitori e creare un clima che favorisca l’elaborazione ed il contenimento delle dinamiche emotive delle vittime Abbassare il livello di colpevolizzazione ed innalzare l’autoefficacia delle vittime utilizzando i genitori come risorsa. Non minimizzare o banalizzare il fenomeno.

48 Lavorare con i genitori dei cyberbulli Diverse le reazioni: disposti ad assumere un ruolo per fermare il cyberbullo o atteggiamento difensivo nei confronti del figlio per difficoltà legate all’aspetto emotivo Reazioni possibili: rabbia, diretta verso i figli, ma anche verso la scuola e le vittime; umiliazione, per le azioni del figlio; vergogna, che le attività siano state scoperte; paura che per questo la considerazione degli altri venga meno e paura delle conseguenze; imbarazzo perché le azioni del figlio riflettono una mancanza di valori familiari. Indipendentemente dalle reazioni, avviare una collaborazione per affrontare il problema ad evitare pesanti conseguenze tra cui la sospensione fino all’esclusione dalla scuola e, nei casi più gravi, la denuncia.

49 Lavorare sul contesto classe e non sul singolo. Migliorare le competenze sociali, le capacità empatiche e di risoluzione dei conflitti dei ragazzi I cyberbulli devono imparare a: accettare le differenze, esprimere empatia, comprendere esigenze altrui ed chiedere scusa. Le vittime devono imparare a: crearsi una cerchia di amici, chiedere aiuto e bloccare i pensieri negativi. Utilizzo di tecniche di role-playing per insegnare al bullo ad entrare nei panni della vittima (Celi, 2002) e comprendere le conseguenze delle proprie azioni (Bolton & Greave, 2005). Evitare le colpevolizzazioni. Offrire, ove possibile, un servizio di ascolto (counseling psicologico). Supportare la vittima e aiutarla a cercare alternative alla comunità on line. Lavorare con gli studenti

50 Consigli pratici per i ragazzi Non rispondere a sms, mms, email o post molesti o offensivi sui social network. Se gli sms, mms, le email o i post nei tuoi profili sui social network ti infastidiscono cancellali, bloccando la persona che te li ha inviati (per vedere come bloccare, consulta la sezione “privacy” nella tua casella mail o nel tuo profilo). Salva i messaggi che ricevi prendendo nota del giorno e dell’ora in cui arrivano (se chat, salva la cronologia). A seconda di dove ricevi le minacce, cambia nickname, o numero di cellulare o l’indirizzo mail Se qualcosa che avviene online ti infastidisce (o fa stare male un tuo amico), parlane con un adulto di cui ti fidi. In caso di minacce o proposte che ti infastidiscono, parlane immediatamente con gli adulti di cui ti fidi.

51 Puoi chiedere un consiglio o aiuto a Telefono Azzurro, per te o per un tuo compagno vittima di cyberbullismo, chiamando il numero 1.96.96 (anche in forma anonima), oppure contattando Telefono Azzurro anche via chat, tutti i giorni dalle 16.00 alle 20.00, accedendo al sito www.azzurro.it e cliccando su “ch@tt@ con Telefono Azzurro!”. Trovi Telefono Azzurro anche in Facebook, tramite una APP specifica per aiutarti a tutelarti in rete. La app è raggiungibile su Facebook cercando in “Persone, luoghi, oggetti” Telefono Azzurro e selezionando l’Applicazione “SOS – Telefono Azzurro onlus” nell’elenco che compare nel menu a tendina. Consigli pratici per i ragazzi Telefono Azzurro-Dossier Bullismo Se ti trovi in una situazione di emergenza e pericolo immediato puoi chiamare il numero gratuito 114. http://www.azzurro.it/it/informazioni-e- consigli/consigli/cyberbullismo/consigli-adulti#sthash.zaUuFJWU.dpuf

52 Consigli pratici per i genitori create le condizioni affinché vostro figlio/a si senta libero/a di condividere le sue preoccupazioni, sicuro di avere un interlocutore attento; Interessatevi alle attività che svolge, alle persone e ai luoghi che frequenta, ma soprattutto a cosa fa quando è connesso in rete. tenete il computer in una stanza della casa frequentata da tutti; cercate online il suo nome: esaminando i suoi profili o i messaggi sui siti delle comunità di teenager, si può capire se è coinvolto in atti di bullismo Siate attenti anche ai piccoli cambiamenti che avvengono nei suoi atteggiamenti, ancor più se improvvisi; solo così potrete accorgervi se qualcosa lo/a turba; evitate che resti solo/a e privo/a di supervisione, se passa molto tempo online; mantenete un dialogo sempre aperto con gli insegnanti e la scuola e le altre figure educative con cui è a contatto (ad esempio: allenatori) Stabilite semplici regole di sicurezza da seguire sempre (non accettare inviti o amicizie sui social network da parte di sconosciuti, informare se c’è chi importuna online..)

53 Insegnate a: mai dare informazioni personali, come nome, indirizzo, numero di telefono, età, nome e località della scuola o nome degli amici a chi non si conosce personalmente o a chi si conosce sul web; non condividere le proprie password, neanche con gli amici; non accettare incontri di persona con qualcuno conosciuto online; mai rispondere a un messaggio che faccia sentire confusi o a disagio. Meglio ignorare il mittente, terminare la comunicazione e riferire a un adulto; mai usare un linguaggio offensivo o mandare messaggi volgari online.

54 Contattare il service provider (fornitore di servizi internet) SOCIAL NETWORKING SITES

55 “ Direttiva sul cyberbullismo ” 2007 - Ministero Pubblica Istruzione dispone che sia trattato con estrema severit à l ’ uso dei telefonini da parte di studenti (ma anche insegnanti) durante l ’ orario di lezione; propone la redazione di un regolamento interno alla scuola per disciplinare l ’ utilizzo delle risorse informatiche; introduce il cosiddetto “ patto di corresponsabilit à” scuola-famiglia.

56 L’art. 2048 del codice civile, cita quanto segue: “Responsabilità dei genitori, dei tutori, dei precettori e dei maestri d'arte: Il padre e la madre, o il tutore, sono responsabili del danno cagionato dal fatto illecito dei figli minori non emancipati (314 e seguenti, 301, 390 e seguenti) o delle persone soggette alla tutela (343 e seguenti, 414 e seguenti), che abitano con essi. La stessa disposizione si applica all'affiliante. I precettori e coloro che insegnano un mestiere o un'arte sono responsabili del danno cagionato dal fatto illecito dei loro allievi e apprendisti (2130 e seguenti) nel tempo in cui sono sotto la loro vigilanza. Le persone indicate dai commi precedenti sono liberate dalla responsabilità soltanto se provano di non avere potuto impedire il fatto.” Codice Civile

57 ATTI PERSECUTORI (STALKING)‏ Art. 612 bis Codice Penale - Atti persecutori. Salvo che il fatto costituisca più grave reato, è punito con la reclusione da sei mesi a quattro anni chiunque, con condotte reiterate, minaccia o molesta taluno in modo da cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura ovvero da ingenerare un fondato timore per l'incolumità propria o di un prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da relazione affettiva ovvero da costringere lo stesso ad alterare le proprie abitudini di vita. La pena è aumentata se il fatto è commesso dal coniuge legalmente separato o divorziato o da persona che sia stata legata da relazione affettiva alla persona offesa. La pena è aumentata fino alla metà se il fatto è commesso a danno di un minore, di una donna in stato di gravidanza o di una persona con disabilità di cui all'articolo 3 della legge 5 febbraio 1992, n. 104, ovvero con armi o da persona travisata. Il delitto è punito a querela della persona offesa. Il termine per la proposizione della querela è di sei mesi. Si procede tuttavia d'ufficio se il fatto è commesso nei confronti di un minore o di una persona con disabilità di cui all'articolo 3 della legge 5 febbraio 1992, n. 104, nonché quando il fatto è connesso con altro delitto per il quale si deve procedere d'ufficio (1) (2) (da: Cyberbullismo e bullismo nell’era tecnoliquida postmoderna-Dott.ssa M.Pensavalli)

58 Prevenire il cyberbullismo per i professori Costruire una rete di operatori: individuare un referente e un team a supporto; collegarsi ai servizi del territorio: in particolare Forze dell'Ordine, Servizi di Mediazione dei conflitti, Centri antidiscriminazione e antiviolenza. Formare docenti, genitori e ragazzi sui rischi del cyberbullismo, sui temi della legalità e della gestione delle relazioni e dei conflitti. Regolamento scolastico che definisce chiare regole sull'utilizzo di telefononini a scuola. Somministrare questionari rivolti agli alunni per monitorare l'andamento dei comportamenti di cyberbullismo.

59 CAPIRE LE CONSEGUENZE Corriere della sera 15 novembre 2009 Monza Filma la prof, il video su YouTube: ai genitori multa da 20 mila euro Il giudice: ha offeso l'onore della sua insegnante MONZA - Bastava accendere il computer e cliccare su YouTube. C’era la prof di italiano. Girata di spalle. Che scriveva alla lavagna. Ignara di quello che accadeva alle sue spalle. Che uno studente riprendesse tutto con il suo cellulare. E poi, tornato a casa, ci facesse un «film» da mettere in Rete. Persino con i sottotitoli ironici. Una bravata che è costata ventimila euro ai genitori del ragazzo. Il risarcimento stabilito dal giudice che ha accolto l’istanza della docente. Lo studente è stato giudicato colpevole di aver «pubblicato immagini lesive del decoro e della reputazione dell’insegnante », ha scritto il giudice civile di Monza, Luisa Berti.

60 CAPIRE LE CONSEGUENZE Offendere un insegnante configura il reato di oltraggio ad un pubblico ufficiale'. La corte di cassazione infatti (Sentenza 15367/2014) ci ricorda che "l'insegnante di scuola media è pubblico ufficiale" e "l'esercizio delle sue funzioni non è circoscritto alla tenuta delle lezioni, ma si estende alle connesse attività preparatorie, contestuali e successive, ivi compresi gli incontri dei genitori degli allievi". Ecco perché una banale ingiuria rivolta all'insegnante potrebbe integrare il reato di "oltraggio ad un pubblico ufficiale". La corte di cassazione ha così riaperto un processo a carico di una donna che prendendo le difese della figlia, aveva insultato una insegnante.

61 ESTORSIONE Art. 629 Codice Penale - Estorsione: Chiunque, mediante violenza o minaccia, costringendo taluno a fare o ad omettere qualche cosa, procura a s é o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, è punito con la reclusione da cinque a dieci anni (2) e con la multa da euro 516 a euro 2.065 [c.p. 29, 32] (3).

62 FURTO Art. 624 Codice Penale – Furto: Chiunque s'impossessa della cosa mobile [c.p. 631] altrui, sottraendola a chi la detiene, al fine di trarne profitto per s é o per altri, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da euro 154 a euro 516 [c.p. 29] (3). Il delitto è punibile a querela della persona offesa, salvo che ricorra una o pi ù delle circostanze di cui agli articoli 61, numero 7), e 625 (5) (6).

63 IIS PROFESSIONALE TECNICO COMMERCIALE “CASAGRANDE. CESI” TERNI Grazie dell’attenzione! Speriamo tutto ciò vi sia utile a dare il vostro contributo per arginare questa vera e propria piaga sociale che sta avvelenando la vita di troppi dei nostri ragazzi… dei nostri stessi figli!


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